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Autore: DarkSoul001    02/01/2022    2 recensioni
Destiel AU
Castiel ha sempre avuto una vita tranquilla e monotona, dedita allo studio e… bè, non molto altro. E così sarebbe continuata se suo fratello Gabriel non avesse deciso di organizzargli un’indesiderata festa a sorpresa, assumendo uno spogliarellista dai bellissimi occhi verdi, che l’avrebbe stravolta per sempre.
Genere: Angst, Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Bobby, Castiel, Charlie Bradbury, Dean Winchester, Gabriel
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
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“Dean… Dean rallenta, sei troppo veloce”
“Scusa, scusa… così va bene?”
“Un po’ più a destra…”
“Così?”
“Sì, perfetto!”
“Oddio, finalmente!”
Dean e Castiel rimisero a terra il divano, era da almeno dieci minuti che lo spostavano perché per il moro non era mai nel posto giusto. Sapeva che l’altro aveva cominciato a esasperarsi per le sue fisse, ma non se ne faceva troppo un problema, del resto tenere la casa pulita doveva essere il suo lavoro, non avrebbe nemmeno dovuto aiutarlo. Ma non poteva farci niente, si sentiva troppo in colpa a vederlo pulire casa tutto da solo. Alla fine aveva ceduto e lo aveva aiutato, in parte, doveva ammetterlo, perché Dean non stava facendo proprio un lavoro fantastico. In effetti avrebbe dovuto aspettarselo dopo i precedenti.
“Soddisfatto?”
“Decisamente”
Si lasciarono entrambi cadere sul divano, ammirando i risultati dei loro sforzi. Quella mattina si erano svegliati entrambi tardi e decisamente non invogliati a passare la giornata a fare le pulizie. Avevano finito per rimandare finché la minaccia del sole che stava per tramontare non li ha fatti cedere. Ora erano le sette di sera, ed erano entrambi esausti e pentiti di aver aspettato fino all’ultimo.
“So che abbiamo appena buttato via una ventina di scatole da asporto ma… ti va del cibo cinese?”
Cas pensava che, dopo gli orrori degli avanzi che aveva trovato in quelle scatole non avrebbe più toccato cibo di quel tipo per almeno una settimana, ma dovette ricredersi immediatamente perché un bel piatto di ravioli e spaghetti di soia suonava incredibilmente invitante in quel momento.
Stava per rispondere quando la porta del suo appartamento si spalancò senza nessun preavviso.
“Cassy!”
Il diretto interessato era così sorpreso che gli mancarono improvvisamente le parole. Credeva di essersi ormai abituato alle entrate senza preavviso di suo fratello, ma in quel momento lo colse di sorpresa. Forse perché ultimamente era stato particolarmente impegnato, o perché Gabe non si faceva vedere da lui da qualche mese ormai, forse persino dalla sua festa di…
Oh no…
Cas si fece improvvisamente consapevole della persona seduta al suo fianco. La persona che era stata ingaggiata da suo fratello per fargli… una sorpresa
“Ne è passato di tempo! Scusa se sono sparito, ma mi sono innamorato!”
Per Gabe “innamorarsi” non era una cosa così fuori dall’ordinario, pur che non durasse più di qualche settimana, interi mesi doveva essere un nuovo record
“O almeno credevo di essere innamorato” per l’appunto “Devo dire che è stato incredibilmente divertente, pensavo veramente che fosse la persona giusta… ma si sa, tutte le cose belle devono finire prima o poi”
Dicendo questo era entrato in casa, come se fosse di sua proprietà, aveva un sacchetto in mano, dal cui tintinnio si intuiva che contenesse delle bottiglie di vetro, probabilmente alcolici.
Oh no
Cas, ancora troppo concentrato a trovare un modo per spiegare la presenza di uno spogliarellista seduto sul suo divano (tanto più uno spogliarellista con cui, per quanto ne sapeva l’altro, aveva fatto sesso), sapeva bene come sarebbe andata la serata, o almeno come andava di solito: Gabe si ubriacava, raccontando tutti i dettagli di cui lui non aveva nessun bisogno di sapere sulla sua relazione fallita, sulla persona che gli aveva spezzato il cuore, e su come l’amore fosse solo un’illusione fugace pronta a scapparti dalle mani. Non poteva far sopportare tutto questo anche a Dean, tanto più che lui non si sarebbe trattenuto dal mandarlo a quel paese o dirgli in faccia che era colpa sua se tutte le sue relazioni (se così si potevano chiamare) non andavano in porto. Tanto più che, cazzo Gabe conosce Dean come Deamon Lust, lo spogliarellista sexy pagato perché andasse a letto con lui!
“Gabe, questo non è un buon momento…”
Gli occhi di suo fratello si puntano finalmente sul suo nuovo coinquilino (Oddio, dovrò spiegargli anche questo!) ma la sua espressione si fece più confusa che sbalordita
“E questo chi è?”
Cas non riuscì ad evitare di farsi uscire un sospiro di sollievo dalle labbra. Come aveva potuto dimenticarlo? Suo fratello è un idiota.
“Si chiama Dean, lui è…”
La persona che tu hai pagato per scoparmi ma non abbiamo fatto assolutamente nulla? Lo spogliarellista che mi sono ritrovato in ospedale e ho deciso di salvare dal suo aggressore contro la sua volontà? L’idiota che ho dovuto minacciare per potergli offrire un posto in cui vivere invece di farlo stare in una sudicia stanza di un motel? Il ragazzo di cui mi sto innam…
“Il mio nuovo coinquilino” dicendo questo girò lo sguardo verso di lui, cercando di comunicargli attraverso di esso di non dire niente su quella sera. Dean aggrottò solo la fonte
Oddio, è un idiota anche lui
“Tu? Un coinquilino? Mister solitario senza amici?” Gabe ridacchiò, mentre si sedeva al suo fianco, costringendolo a spostarsi leggermente più a sinistra. In sua difesa, quell’appartamento era decisamente a corto di mobili
“Mi sembra che sia tu il solitario che fa irruzione in casa degli altri perché non ha un altro posto dove andare”
I due fratelli si voltarono in direzione di Dean, entrambi sconvolti. Cas era abituato alle battutine dell’altro, non ci faceva nemmeno più caso ormai, nemmeno ci pensava a ribattere o a difendersi. Una piccola parte del suo cuore sentì un calore al quale non era abituato. Nessuno l’aveva mai difeso prima.
“Dean, non importa-”
“Sì Deano, rilassati, lo sto solo prendendo in giro” dicendo questo gli mise un braccio intorno alle spalle, attirandolo a sé. Cas cercò con tutto sé stesso di non spingerlo via. Guardò Dean e gli vide fare il sorriso più finto di cui era capace
“Quindi tu saresti…?”
“Mio fratello” specificò subito il moro “Gabriel…”
Che tu stai vedendo per la prima volta…
Pregò che fosse in grado di leggere i suoi pensieri, ma il sorriso di sfida che ricevette in risposta lo fece preoccupare del fatto che sì, era in grado di capire cosa volesse da lui, ma si rifiutava categoricamente di accontentarlo
Oh no
“Ma certo! Cas mi ha parlato di te” quel tono era talmente finto che persino un sordo si sarebbe reso conto che lo stava prendendo in giro. Il ragazzo gli stava già facendo di no con la testa quando lo sguardo di Gabe si posò su di lui
Cas?”
Non sapeva se essere felice del fatto che l’altro si distraesse tanto facilmente quando percepiva del drama di sottofondo, o preoccuparsi del modo in cui aveva pronunciato il soprannome che gli aveva dato Dean
“C’è qualche problema?” Dean aveva fatto la voce grossa e si era alzato dal divano
La seconda, decisamente la seconda
“Wow, il tuo fidanzato è permaloso”
Castiel sentì il volto andargli a fuoco. Avrebbe dato qualsiasi cosa pur di sparire. Non aveva mai odiato suo fratello così tanto. Almeno fino a quando non sentì la mano di Dean appoggiata sulla sua spalla
“Puoi dirlo forte”
È un sogno vero? Sto sognando, non può star succedendo sul serio
Gabe si era dimenticato di offendersi o schernirlo, mai si sarebbe aspettato che gli avrebbe dato corda, o che avrebbe confermato i suoi sospetti
“Cassy! Perché non mi hai detto niente!?” gli fece passare una mano sulle spalle, stringendolo a sé e scompigliandogli i capelli con l’altra “Ti sei trovato un fidanzato! Bè era ora direi, sei rimasto single per decisamente troppo tempo”
La mente di Castiel era completamente in subbuglio. Non riusciva nemmeno a realizzare cosa stesse succedendo intorno a lui, figurarsi riuscire a produrre una frase di senso compiuto. Quando suo fratello lo lasciò andare lanciò un’occhiata a Dean, il quale però sembrava solo divertito dalla situazione. Cas provò a parlare, a dire qualcosa, a chiedere spiegazioni, ma dalla sua bocca uscirono solo versi incomprensibili, che fecero solo divertire l’altro ancora di più. Una parte di lui avrebbe voluto tirargli un calcio, mentre l’altra gli si sarebbe fiondata addosso baciandolo appassionatamente, giusto per vedere quanto sarebbe andato avanti con quella recita. Perché di questo si trattava. Solo una stupida recita, uno stupido gioco per far divertire quello stupido idiota.
Cas distolse lo sguardo, incollandolo al pavimento.
“Dobbiamo festeggiare!”
Il moro pensava che Gabe avrebbe tirato fuori le bottiglie dal sacchetto, mettendosi comodo per ubriacarsi con loro, invece si alzò dal divano trascinandolo per un braccio
“Che stai facendo?”
“Devi metterti qualcosa di più sexy per uscire, e anche tu bel faccino” disse poi rivolto a Dean, sul cui volto si stava finalmente formando il disagio che Cas provava da quando suo fratello aveva messo piede in casa
“Perché vuoi uscire? E tutta la roba che hai portato?” cercò di convincerlo indicando il sacchetto abbandonato a terra
“Consideralo un regalo fratellino, questa occasione merita un bel locale elegante”
Gabe aveva un vocabolario tutto suo, con locale elegante probabilmente parlava di una discoteca o una festa a casa di qualche amico (una bella casa ovviamente). Cas non sapeva come levarsi da quella situazione, lanciò uno sguardo disperato a Dean mentre l’altro lo stava già trascinando su per le scale, ma il disagio dal suo viso era completamente sparito, sostituito nuovamente da un ghigno divertito. Cas cercò di incenerirlo assottigliando gli occhi, ma questo lo fece solo divertire di più.
Una volta in camera Gabe spalancò il suo armadio, lanciando tutti i vestiti che esaminava sul letto con una smorfia
“Gabriel…” cosa avrebbe potuto dirgli? Pregarlo non avrebbe funzionato, magari digli che non si sentiva bene? No, gli avrebbe solo riso in faccia, e detto che dopo qualche bicchiere si sarebbe sentito meglio. Forse l’unico modo era confessargli che Dean non era il suo ragazzo, che lo stava solo prendendo in giro perché…
Già, perché?
“Non hai proprio niente da mettere! Se l’avessi saputo avrei portato qualcosa da casa”
Cas fece una smorfia pensando allo stile del fratello, decisamente troppo appariscente ed esagerato per lui. Quella sera indossava una camicia nera lucida ed un gilet color oro, e questo solo per rimanere a casa con lui.
“Ok, credo che questo possa andare…” disse, quasi più a sé stesso che al diretto interessato. Aveva scelto una camicia nera, un paio di jeans scuri ed una giacca in pelle rosso mattone. Cas si chiese dove diavolo l’avesse trovata, ma non fece domande nel dubbio che fosse stato lui stesso a regalargliela.
“Gabriel, non credo sia il caso di uscire…” nemmeno lui sapeva come continuare, ma Gabe gli mise un dito sulle labbra
“Shh, fidati del tuo fratellone per una volta, andrà alla grande!”
Non si fidava. Non si fidava minimamente di lui. Non che non gli volesse bene, solo che lo conosceva, e sicuramente Gabriel non era una persona affidabile.
Cas sospirò, ancora non aveva trovato un modo per defilarsi da quella situazione, dirgli la verità su Dean avrebbe scatenato troppe domande alle quali non voleva rispondere.
“E ora un po’ di trucco!”
“NO!”
 
 
 
I due uscirono dalla camera dopo almeno mezz’ora, Gabe si era categoricamente rifiutato di lasciarlo solo anche mentre si vestiva. Scesero le scale e trovarono Dean sul divano che li aspettava. Sembrava non si fosse neanche mosso, se non fosse per i vestiti cambiati e…
… Lo uccido
Indossava esattamente le stesse cose della sua festa di laurea, la camicia bianca troppo sbottonata, i pantaloni troppo stretti e quella fottutissima matita nera sotto agli occhi che lo rendevano fottutamente sexy
“Wow, niente male Deano!”
Fortunatamente, per quanto Dean rimanesse uno stronzo provocatore, anche suo fratello rimaneva un idiota. Cas fu felice di vedere quel pizzico di delusione nel suo sguardo, prima che lo spostasse verso di lui. Lo scannerizzò dalla testa ai piedi, la bocca socchiusa, le guance leggermente arrossate. Si passò la lingua sulle labbra, deglutendo a fatica prima di parlare
“Anche tu hai fatto un buon lavoro” stava parlando con Gabe ma non toglieva gli occhi di dosso a Castiel. Questi arrossì leggermente, sentendo il fratello ridere sotto i baffi. Alla fine era riuscito a convincerlo a non truccarlo, ma a patto che tenesse la camicia un po’ sbottonata, e che non si lamentasse durante la serata. Quella seconda parte dell’accordo era decisamente più dura da rispettare.
“D’accordo piccioncini, se avete finito di mangiarvi con gli occhi possiamo andare”
Entrambi distolsero lo sguardo, seguendo Gabe fuori dall’appartamento.
Fu Cas a guidare, il fratello si era offerto per lasciarlo ubriacare, ma entrambi sapevano chi era dei due quello che ne sarebbe uscito peggio quella sera. Una volta arrivati al locale il moro dovette ricredersi, non era la solita discoteca piena di musica e gente sudata che ti ballava addosso, certo ‘elegante’ forse non era l’aggettivo che avrebbe usato per descriverlo, ma era decisamente più di classe di quanto si aspettava.
Era a due piani, la pista da ballo sembrava enorme e non ghermita di gente (il buttafuori all’entrata serviva effettivamente a qualcosa allora), ai lati del locale c’erano dei tavolini tondi con delle comode poltrone, tutto color avorio, sulla sinistra il palco col dj, e dietro di lui un enorme schermo con scene di donne e uomini mezzi nudi che ballavano. Alla loro destra invece c’era il bar, a semicerchio, anche quello sul bianco e l’avorio con dei led blu che illuminavano la parte inferiore del banco. Tutto il locale era illuminato da luci colorate intermittenti, e la musica suonava a tutto volume.
Castiel però si sentiva comunque fuori posto. Non sapeva ballare, non gli piaceva bere, e gli sembrava di non riuscire a sentire nemmeno i suoi pensieri. Ok, il fatto che non fosse troppo pieno di gente e che Gabe li stava portando verso uno dei tavoli abbastanza isolati erano punti a suo favore, ma il resto lo faceva sentire incredibilmente a disagio. Alzò timidamente lo sguardo per incrociare quello di Dean, e pregarlo di trovare una scusa per portarlo fuori di lì, ma l’altro aveva lo sguardo perso ad ammirare il locale, e un sorriso incredulo sulle labbra.
La consapevolezza colpì il ragazzo come un’onda in piena. Quella doveva essere la prima volta per lui in un posto del genere. Certo, non era mai stato nel locale dove si esibiva, ma a giudicare dalla gente che lo frequentava non doveva essere molto di lusso. Un locale così grande, pulito, la gente vestita con abiti e gioielli costosi, cocktail elaborati e champagne. Cas lo vide percorrere il perimetro del posto con gli occhi, per poi puntarli su di lui, il viso che brillava di gioia e stupore. Anche su quello dell’altro si formò un sorriso
Forse posso anche sopportarlo per un paio d’ore
Ovviamente vedendo l’amorevolezza con cui lo stava guardando, Dean si fece immediatamente serio, la mascella rigida e le guance leggermente arrossate. Cas non poté impedirsi di ridere, e di darsi dell’idiota per non aver portato prima Dean in qualche posto che non aveva mai avuto l’occasione di vedere prima. Già gli mancava quello sguardo sul suo viso.
I tre si sedettero, Gabe ordinò immediatamente una bottiglia di champagne, e due cocktail per lui e il fratello, disse semplicemente “il solito”, Cas provò a rifiutare o anche solo a chiedergli cosa fossero ma l’altro lo zittì con un gesto della mano. Dean invece restò fedele alla sua birra.
“Vieni spesso qui?” Cas dovette alzare il tono della voce per farsi sentire dal fratello
“Ultimamente sì, ci lavora il mio ex”
Cas sgranò gli occhi
“L’ex per cui sei venuto a disperarti a casa mia?”
“Sì, ma ormai l’ho superata”
Cas alzò gli occhi al cielo, non sapeva nemmeno perché facesse ancora la fatica di preoccuparsi per lui
“E poi ha la serata libera, non c’è pericolo che lo incrociamo”
In quel momento il cameriere tornò con le loro ordinazioni, solo in quel momento il moro notò i sorrisi che lanciava al fratello e come indugiò nel servirgli il suo drink. Lui, da parte sua, non sembrava minimamente intenzionato a scoraggiarlo
“E perché vi siete lasciati?” chiese Dean prendendo la sua birra, anche lui doveva aver notato tutto. L’altro sembrò pensarci, mentre beveva un sorso della bevanda colorata davanti a lui
“Punti di vista diversi” rispose sorridendo. Dean fece un verso di scherno, mentre si portava la bottiglia alle labbra. Cas si sentì improvvisamente grato nell’avere quella conversazione fuori dal suo appartamento, dove la musica riempiva i momenti di silenzio e le persone che riempivano la pista da ballo distraevano il “cuore infranto” che apparentemente aveva bisogno di un supporto morale che lui non gli avrebbe potuto dare. Persino la bevanda che si trovava davanti non era poi così male, l’alcool si faceva sentire e gli bruciava la gola ad ogni sorso, ma era decisamente più sopportabile di quello bevuto alla sua festa di laurea.
La serata continuò in modo sorprendentemente piacevole, certo Gabe e Dean non avevano smesso di lanciarsi frecciatine e velati insulti, ma tutto sommato si stavano divertendo. Avevano aperto lo champagne, Dean sembrava incredibilmente entusiasta all’idea di assaggiarlo, ma non appena ne bevve un sorso fece una faccia schifata, cosa che fece scoppiare a ridere gli altri due. Cas invece scoprì di apprezzarlo, era dolce e frizzante, finì per bersi almeno metà bottiglia
“Hey, vacci piano angioletto”
Dean gli aveva sussurrato quelle parole all’orecchio facendogli correre un brivido lungo la schiena. Il mondo intorno a lui si stava facendo sempre più confuso e i suoi pensieri sempre meno razionali, ma l’effetto che l’altro aveva su di lui rimaneva sempre lo stesso
“Sei l’ultima persona dalla quale mi aspettavo una ramanzina” scoppiò a ridere, come se avesse detto la cosa più divertente di sempre, mentre l’altro lo fissava con un sorriso amorevole, mentre scuoteva la testa. Lo sguardo di Castiel si spostò su quelle labbra, così vicine e così invitanti. Socchiuse gli occhi e fece per avvicinarsi a lui, ma il suo gomito fece cadere il bicchiere rovesciandone il contenuto. Non era tanto, aveva bagnato solo il tavolo, ma fortunatamente riuscì a distrarre entrambi dal disastro che stava per succedere. Castiel scosse la testa, ritrovandosi nuovamente nel mondo reale, e riuscendo di nuovo a sentire la voce più razionale della sua mente che gli consigliava caldamente di allontanarsi dall’altro. Non si era nemmeno accorto di aver appoggiato una mano sulla sua coscia.
Si alzò di scatto, cercando di scusarsi ma riuscendo a produrre solo qualche parola biascicata, e si allontanò dal tavolo. Non riusciva nemmeno a guardarlo in faccia. Riuscì però a lanciare un’occhiata a Gabe, che stava facendo amicizia con le persone sedute al tavolo accanto al loro, in particolare con una ragazza dai capelli color miele e un pesante trucco blu sugli occhi. Ancora una volta il ragazzo si ritrovò a ringraziare la natura del fratello che gli aveva permesso di non assistere alla scena imbarazzante.
Andò verso il bar, cercando di attirare l’attenzione del cameriere che li aveva serviti per poter ordinare di nuovo quel cocktail che conosceva solo come “il solito”, ma quest’ultimo ovviamente era troppo concentrato ad osservare quella stessa scena per cui poco prima Cas si era ritrovato a ringraziare mentalmente Gabe.
Insomma, ormai dovrebbe aver capito che persona è, no?
“Cosa ti porto?”
Al posto del cameriere con un’infatuazione non ricambiata gli aveva parlato una ragazza dai capelli rossi ed un sorriso gentile, ma per quanto sembrasse amichevole Cas si sentì solo a disagio con la sua completa ignoranza in fatto di alcolici. Restò a fissarla per qualche secondo, cercando di leggere i nomi delle bottiglie alle sue spalle, ma ci rinunciò dopo aver letto whiskey, memore della sua prima serata con Dean
“Io… non so cosa ordinare”
“Vuoi che ripasso da te fra poco?”
“No, io… non conosco gli alcolici”
Per la prima volta il sorriso sul volto dell’altra sparì, per lasciare il posto ad uno sguardo confuso. Fece per parlare di nuovo ma entrambi vennero distratti dalla risata di un ragazzo seduto vicino a Castiel. Aveva i capelli neri pettinati all’indietro, due occhi profondi dello stesso colore, i lineamenti decisi
“Posso darti una mano se vuoi” si offrì subito dopo, vedendo lo sguardo corrugato dell’altro
“No, non credo che…” Cas si stava già voltando per andarsene, quando scorse il volto di Dean fra la folla. Lui si voltò subito, ovviamente, ma il ragazzo riuscì a scorgere quegli occhi taglienti che fissavano quasi più il ragazzo che gli stava parlando che lui. Non ci pensò sopra, non aveva chissà quale piano malefico, né il cervello abbastanza funzionante da farlo ragionare su ciò che stava facendo, complice probabilmente anche la mezza bottiglia di champagne che si era bevuto poco prima.
Si voltò nuovamente verso il ragazzo dai capelli scuri, quello che sperava fosse un sorriso seducente sulle labbra, cercando di zittire quella voce nella sua testa che gli suggeriva invece che sembrava solo un idiota, impresa incredibilmente facile in quel momento
“Sì, credo di aver bisogno di una mano” gli vide fare un sorriso soddisfatto e divertito ma, doveva ammetterlo, incredibilmente attraente
“Hey piccola, portaci della tequila, con sale e limone”
La diretta interessata lo guardò come se fosse del fango attaccato alla scarpa
“Primo non sono la tua piccola, secondo non credo sia il caso-”
“Non è un problema” era stato Cas a interromperla, non aveva voglia di raccomandazioni, voleva solo ubriacarsi
E vedere come reagirà Dean
La ragazza portò loro l’ordine, anche se un po’ riluttante, ma Cas prese il bicchiere senza esitazione
“Aspetta, aspetta”
Il ragazzo lo fermò, poggiando la mano sulla sua
“Prima ti faccio vedere come si fa” il ragazzo si leccò la mano, senza mai distogliere gli occhi da lui, Cas dovette trattenersi dal mettersi a ridere, poi ci versò sopra il sale, leccò anche quello, bevve il liquido trasparente in un unico sorso, e infine si mise il limone in bocca. Il suo volto sembrava più disgustato che altro
“Ok, ora tocca a te”
Cas lanciò uno sguardo agli ingredienti che aveva davanti, improvvisamente molto meno invitanti di prima. Fece un respiro profondo, cercando di non farsi notare dall’altro e dalla cameriera che sembrava non volerli perdere d’occhio, e ripeté l’operazione.
Sale, l’alcool più forte che avesse mai bevuto, e infine l’aspro del limone che gli fece serrare gli occhi. Quando ebbe finito gli sfuggì qualche colpo di tosse, ma il ragazzo sembrava divertito dalla sua inesperienza. Ne ordinò un altro senza chiedere il suo parere, Cas sentiva gli occhi lacrimargli, la gola come se stesse andando a fuoco, ma cercò di farsi forza. Il secondo ed il terzo bicchiere non sembravano più così male, il mondo intorno a lui sembrava sempre meno reale, quasi si trovasse dentro un sogno. Non riusciva a smettere di sorridere, il corpo più leggero e i pensieri che smettevano di avere un nesso logico fra loro. La sua mente era ormai riempita solo dalla musica, dalle luci e dalla risata sempre meno fastidiosa del suo nuovo compagno di bevute.
Era forse al quinto bicchiere quando si accorse che l’altro si era fatto più vicino a lui, una mano sulle sue spalle, sempre quel sorriso divertito sulle labbra. Cas fece per allontanarsi da lui, ma l’altro lo tenne stretto.
“Sai, sei molto sexy” sentì il suo fiato contro il proprio orecchio, una mano che gli accarezzava la coscia, salendo sempre di più “Magari potremmo andare in un posto più appartato…”
Castiel non fece nemmeno in tempo a rispondere, sentì una presenza materializzarsi dietro di loro, prendere il polso del ragazzo, torcerlo e bloccarlo sulla sua schiena facendolo gridare di dolore.
“Magari potresti andartene all’inferno, figlio di puttana”
Cas sbatté le palpebre, in parte per la sorpresa, in parte perché in quel momento gli ci voleva qualche secondo in più per capire cosa stesse succedendo. Dean teneva ancora il ragazzo per il polso, l’aveva sbattuto contro il banco del bar, la ragazza dai capelli rossi sembrava godersi la scena con un sorriso malcelato sulle labbra. L’altro invece aveva perso tutta la sua spavalderia ed il suo fare da seduttore, chiedeva scusa e lo pregava di lasciarlo andare. Dean però non sembrava minimamente intenzionato a farlo.
Cas si alzò dallo sgabello con qualche difficoltà, per poi mettere una mano sulla spalla del biondo, facendolo voltare nella sua direzione. Riuscì letteralmente a vedere la rabbia nei suoi occhi scemare verso la preoccupazione. Non dovette dire niente, lui lasciò la presa ed il moro si lasciò cadere a terra, lamentandosi per il dolore. Nessuno sembrò preoccuparsene, tantomeno Dean e Castiel, persi l’uno negli occhi dell’altro, la mano di Cas che scendeva lentamente verso quella dell’altro.
Stava sorridendo, nemmeno lui sapeva perché, si sentiva incredibilmente allegro per motivi a lui sconosciuti, la gola ancora gli bruciava e la testa era leggera, la preoccupazione in quei due occhi verdi, però, non sembrava sparire. Cas si avvicinò al suo orecchio per sovrastare il suono della musica, senza mai lasciare la sua mano
“Balliamo”
Non era una domanda, pertanto non attese una risposta e lo trascinò in pista. Non sapeva minimamente ballare, non sapeva nemmeno da dove cominciare, appena entrati nel locale aveva avuto l’incubo che suo fratello li avrebbe obbligati a scendere in pista, ora invece non gli importava più di niente. Non gli importava di non saper ballare, non gli importava di cosa la gente avrebbe pensato di lui, o di cosa avrebbe pensato Dean. Si lasciò semplicemente trasportare dal momento. Le loro mani si stringevano ancora l’un l’altra, e lui iniziò a muoversi, invitando l’altro a fare lo stesso. Dean si limitò a fissarlo per un po’, prima di far sorgere un sorriso sulle sue labbra. Cas non aspettava altro. Si avvicinò a lui, muovendosi in modo sempre più sensuale, o almeno quello era il suo intento, non aveva idea di come quello che stava facendo risultasse visto da fuori. Il sorriso sul volto di Dean però sparì mentre lo guardava. Cas non aveva nemmeno un neurone funzionante che lo aiutasse a decifrare cosa stesse pensando, ma non ne ebbe bisogno, perché l’altro lo attirò a sé, stringendolo in un abbraccio.
La musica che li accompagnava era ritmica e veloce, ma i due rimasero abbracciati, ondeggiando lentamente come se stessero ballando un lento. Cas lo strinse a sua volta, chiudendo gli occhi e godendosi quel contatto caldo e inaspettato. Lo sentì massaggiargli la schiena e sospirare a pochi centimetri dal suo orecchio
“Sei un vero idiota”
Cas rise contro il suo collo, respirando il suo odore
“Non dici sempre che dovrei bere di più?” sentì le sue stesse parole lente e strascicate
“Non ho mai detto una cosa del genere” sembrava serio, più di quanto si sarebbe aspettato, Cas lo strinse più forte a sé
“Mi dispiace”
La mano di Dean salì verso la sua nuca, intrecciandosi con i suoi capelli. Cas sentì il petto scaldarsi, un brivido corrergli lungo la schiena, piegò la testa verso di lui, come un gatto che fa le fusa. Dean sospirò di nuovo, ma stavolta non era esasperazione
“Non scusarti, solo… stai più attento a persone del genere”
Cas aprì gli occhi, aggrottando le sopracciglia
“Cosa intendi?”
L’altro si staccò da lui per guardarlo negli occhi, continuando a tenerlo per le spalle
“Quel tipo voleva solo portarti a letto” disse con un misto di rabbia e preoccupazione
“Oh” Cas non aveva le facoltà mentali per interpretare quell’informazione, finì per mettersi a ridere al pensiero. Sul volto di Dean si dipinse un’espressione che non gli aveva mai visto prima
“Lo trovi divertente?”
“Trovo divertente che tu non vuoi portarmi a letto, ma nemmeno che lo facciano altri”
Non stava ragionando, non aveva nessun filtro che fermasse i suoi pensieri dal diventare parole, e nemmeno riusciva a preoccuparsi nel vedere l’altro irrigidirsi e serrare la mascella. Gli importò però che lo lasciasse andare facendo un passo indietro. A quanto pareva nemmeno i movimenti del suo corpo avevano più filtri che li fermassero.
Cominciò quasi a correre, nonostante li separassero solo pochi centimetri, fiondandosi nuovamente fra le sue braccia, o meglio inciampando sui suoi stessi piedi e cadendo su di lui, Dean però riuscì a prenderlo, aiutandolo a tenersi in piedi. Cas lo abbracciò stringendogli i fianchi, portandoselo più vicino e assicurandosi che l’altro non potesse allontanarsi
“No, ti prego… so che non mi vuoi, so che non succederà mai niente tra noi, ma ti prego, solo per stasera… tienimi stretto”
Sentì il suo petto sobbalzare sotto al proprio, per qualche secondo non si mosse, quasi fosse pietrificato, ma poi sentì le sue braccia sulla schiena, lo teneva stretto, come se volesse unire i loro corpi insieme
“Cazzo, Cas…” la sua voce si incrinò in modo strano
“Io… ti voglio… certo che ti voglio”
Cas trattenne il respiro, sentiva i battiti del suo cuore andare troppo veloci (o forse erano quelli di Dean?)
“Ti voglio dal primo momento, da quando mi hai guardato negli occhi… nessuno mi aveva mai guardato in quel modo, come se… come se riuscissi a leggermi dentro, a vedere quello che voglio tenere nascosto al resto del mondo …”
Cas sentì gli occhi pungergli, credeva di essere in grado di trattenere le lacrime ma quelle stavano già scendendo lungo le sue guance. Lo strinse a sé, come se non fossero ancora abbastanza vicini, come se le loro anime potessero fondersi in una sola. Lo sentì sospirare per la terza volta, questa volta un respiro tremante che gli solleticò il collo.
“Ti voglio Cas”
Non voleva staccarsi da lui, non voleva guardarlo. Aveva paura che fosse un sogno, che si stesse immaginando tutto, che anche solo spostarsi appena da lui avrebbe rotto la magia. Sentiva il suo stomaco torcersi mentre un calore gli saliva verso il petto… e verso la gola
“Dean…” la sua voce era più roca e strascicata di quanto si aspettasse
“Sì?”
“Credo di star per vomitare”
 
 
 
La prima cosa che sentì fu un dolore acuto alla testa, dovette strizzare gli occhi nonostante fossero già chiusi, un suono roco gli uscì dalle labbra, sembrava quello di un orso che si risvegliava dal letargo. Aprì a fatica gli occhi, ritrovandosi in una stanza buia, la sua stanza.
Una nota positiva
Provò a mettersi seduto, la testa era più pesante di quanto se la ricordasse, il suo stomaco sembrava andare sulle montagne russe.
Ok, questa è ufficialmente l’ultima volta che bevo
Voleva alzarsi dal letto, ma il suo corpo ancora non rispondeva ai comandi, rimase seduto, appoggiandosi alla testiera mentre cercava di rimettere insieme i pezzi della sera precedente. Ricordava suo fratello, ricordava il locale e…
Oh cazzo
I ricordi lo colpirono con la stessa delicatezza di un treno che ti arriva in piena faccia. Dean che lo stringeva, le sue parole e poi…
Oh no… no no no!
Si portò la coperta fin sopra la testa, sperando che quella fosse in grado di farlo scomparire dalla faccia della terra. Stava già programmando il suo viaggio in Messico con dei documenti falsi quando sentì la porta aprirsi. Riuscì a vedere la luce del corridoio attraverso la coperta, e una figura sulla soglia
“Stai cercando di trasformarti in una farfalla?”
La voce di Dean era allegra, leggera, ma questo non riuscì a far sparire l’imbarazzo che Cas stava provando. Non rispose, non si mosse, quasi non respirava.
Forse se mi fingo morto se ne andrà
Dean si avvicinò a lui, lo sentì appoggiare qualcosa sul comodino per poi sedersi sul letto al suo fianco. Il cuore di Castiel cominciò a battere all’impazzata
“Che fai là sotto?”
Il ragazzo deglutì a fatica prima di decidersi a rispondere e a tornare ufficialmente a far parte del mondo reale
“Cerco di andare in una realtà parallela in cui riesco a reggere meglio l’alcool”
Lo sentì ridere, per poi tirare la coperta liberandolo dal suo bozzolo. Cas dovette strizzare un po’ gli occhi quando la luce del corridoio si fece più intensa
“Non credo esista una realtà del genere”
Cas sollevò appena un lato della bocca, lanciandogli piccole occhiate furtive, sentiva le guance andargli a fuoco, ma l’altro sembrava perfettamente a suo agio, i soliti occhi divertiti e amorevoli che non lo perdevano di vista nemmeno un secondo
“Tieni”
Gli stava offrendo un bicchiere di acqua nella quale aveva fatto sciogliere due pastiglie
“È aspirina” gli disse prima che Cas avesse il tempo di chiederglielo “La migliore amica del post sbornia”
Castiel avrebbe voluto tornare a nascondersi nella sua realtà alternativa, ma prese il bicchiere e lo bevve in un unico sorso
“Grazie”
“Prego, angioletto”
Non la smetteva di sorridere, quel sorriso dolce e sincero che Castiel adorava. Forse fu grazie a questo che trovò la forza di chiedergli
“Cosa… cos’è successo ieri sera?”
Se ne pentì immediatamente, vide quel bellissimo sorriso sparire, nel suo volto ora c’era solo delusione e forse un pizzico di paura
“Non… non ricordi niente?”
Le guance di Castiel andarono a fuoco
“Bè ricordo lo champagne e la tequila” solo dirne il nome gli faceva torcere lo stomaco “E…”
Stava per dirgli che non ricordava altro, ma quegli occhi pieni di speranza riuscirono a battere il suo imbarazzo
“E ricordo la pista da ballo”
Gli vide tornare il sorriso, anche se distolse lo sguardo da lui
“E quello che è successo dopo?”
Cas scosse la testa, quello non lo avrebbe detto ad alta voce
“Bè hai vomitato tutto quello che avevi bevuto”
Cas spalancò la bocca, per poi nascondersi il viso tra le mani. Non poteva essere un po’ più delicato?
Lo sentì ridere di gusto
“Tranquillo, sei riuscito ad arrivare fuori dal locale”
Il vago ricordo di un vicolo buio si materializzo nella sua testa, l’orribile sapore che gli saliva dalla gola e gli riempiva la bocca, ed una mano che gli massaggiava la schiena.
Alzò la testa di scatto
“Tu sei rimasto lì?”
“Certo, non potevo lasciarti da solo”
Cas produsse un verso di frustrazione, mentre tornava a nascondersi sotto la coperta, inutile dire che questo fece ridere l’altro ancora di più
“Tranquillo, non sei la prima persona che vedo rigettare l’anima, e sono abbastanza sicuro che non sarai l’ultima”
“Di certo sarà l’ultima volta che vedrai me, non voglio più bere per il resto della vita”
Sentì la sua mano sulla schiena, lo stava appena sfiorando, ma questo bastò per fargli correre un brivido lungo tutta la schiena, fino all’attaccatura dei capelli
“Niente in contrario” disse con voce dolce, quasi rassicurante. Cas questa volta trovò il coraggio di tornare al mondo reale di sua spontanea volontà, si voltò verso di lui, prima di realizzare che non sarebbe stato in grado di dire quelle parole guardandolo in faccia
“Non… non è successo niente dopo? Intendo… fra noi… vero?”
La mano sulla sua schiena si fermò, lo sguardo di Cas ancora puntato a terra
“No… no, niente”
Cas fece un sospiro di sollievo, fu in quel momento che lo sentì allontanarsi, ritirare la mano e sedersi sul bordo del letto
“Dopo ti ho portato a casa, ti ho aiutato a darti una ripulita e ti ho messo a letto”
Cas cercò anche solo uno sprazzo di quei ricordi nella sua mente ma non trovò nulla
“E Gabe?”
“È andato via col cameriere sotto un braccio e la ragazza seduta vicino a noi sotto all’altro”
Cas si fece scappare una mezza risata
“Ha detto che sapeva che mi sarei preso cura di te”
A queste parole riuscì finalmente ad alzare lo sguardo, ma l’altro lo stava evitando. Cosa diavolo era successo negli ultimi cinque secondi?
“Grazie”
Dean annuì appena, sospirò prima di parlare
“Mi dispiace”
Cas sgranò gli occhi
“Per cosa?”
“Volevo salvarti da quello stronzo al bar ma ho finito per comportarmi nello stesso modo”
Il moro aggrottò la fronte, sempre più confuso
“Di cosa stai-”
“Mi sono approfittato del fatto che fossi ubriaco, non avrei dovuto…” si fermò, le mani sul grembo serrate a pungo. Cas gli posò la sua sulla spalla
“Hai detto che non è successo niente”
“Sì ma… avrei potuto… le cose che ho detto, io…” si stava torcendo le mani, Cas sentì il panico riempirgli il petto. Cosa stava cercando di dirgli? Che non le pensava davvero? Che aveva cambiato idea?
“Dean…”
“Mi dispiace averti stretto in quel modo, non succederà più”
Si alzò di colpo, quasi correndo fuori dalla stanza e chiudendosi la porta alle spalle, lasciandolo al buio.
A Castiel ci volle qualche secondo per metabolizzare quello che era appena successo, confusione e paura si stavano accavallando l’una sull’altra, mentre sentiva il respiro farsi più corto e il cuore battere veloce nel petto. La sua mente rallentata dai postumi dell’alcool e dal cambio ti atmosfera così repentino ci mise un attimo di troppo a capire cosa intendesse, dovette ripetersi la conversazione in testa prima di comprendere i suoi pensieri.
Non provò più paura, o compassione o dolcezza, solo rabbia.
Scese dal letto di scatto lanciando via le coperte, si fermò un secondo perché la testa aveva iniziato a girargli ma si riprese in fretta. Attraversò la camera e il corridoio a grandi falcate, per poi fare irruzione nella stanza dell’altro. Questi stava frugando fra le cassette nella sua borsa, quando lo vide si raddrizzò immediatamente, il corpo rigido, gli occhi genuinamente spaventati. Cas non si sorprese, sentiva la rabbia montargli dentro come una tempesta, era strano che dalle sue narici non avesse ancora iniziato ad uscire del fumo.
“Tu sei il più grande idiota che abbia mai incontrato!” stava gridando, le mani serrate in due pugni. Dean deglutì a fatica, facendo un passo indietro, ma non aveva posti dove scappare. Cas si sentì quasi nascere un sorriso sulle labbra a quel pensiero, mentre iniziava ad avanzare verso di lui
“Dopo tutto quello che ho fatto, dopo tutto quello che ti ho detto hai ancora dubbi su quello che provo per te?!”
Ormai aveva la schiena appoggiata al muro, mentre Cas gli si avvicinava sempre di più
“Ero felice che non fosse successo niente perché, se fosse successo qualcosa, io non l’avrei nemmeno ricordato! Non voglio perdermi nemmeno un secondo di te, tanto meno un momento del genere!”
Gli occhi di Dean si spalancarono per la sorpresa, ormai erano a pochi centimetri di distanza, lo vide aprire appena le labbra per parlare, ma non glielo lasciò fare, non aveva ancora finito di sfogarsi
“Davvero, non ho mai conosciuto una persona così stupida! Non mi sono mai nascosto con te! Non ho mai finto! E ora credi che abbia cambiato idea all’improvvis-”
Non riuscì a finire la frase, Dean lo afferrò per la camicia attirandolo a sé e posando le labbra sulle sue. Cas rimase pietrificato, gli occhi ancora aperti, e quelle labbra calde e amorevoli che lo chiamavano a sé con insistenza. Fu solo quando si decise a rilasciare quel respiro che stava trattenendo che si lasciò andare. Attirò l’altro a sé, prendendolo per i fianchi con forza, per poi accarezzargli la schiena. Dean invece aveva le mani sul suo petto, una cominciò a salire, accarezzandogli il collo, la guancia per poi prenderlo dalla nuca e avvicinare il suo volto al proprio. Le loro bocche si aprirono, assaporandosi e respirando l’aria l’uno dell’altro. Cas credeva che il cuore stesse per scoppiargli nel petto, aveva immaginato quella scena più volte di quante gli piacesse ammettere ma nessuna era anche solo paragonabile alla realtà. Sentiva il suo corpo asciutto sotto le dita, lo toccava e lo esplorava, stringendolo a sé, sempre di più, come non fosse mai abbastanza vicino. Voleva sentirlo contro il proprio, voleva riuscire a sentire le loro anime toccarsi.
I due non si staccarono finché il bisogno di aria non glielo impose, rimanendo abbracciati, la fronte appoggiata a quella dell’altro, il respiro pesante e colmo di desiderio.
“Hai ragione” disse Dean fra un respiro e l’altro “Sono un vero idiota”
Cas sorrise, una mano che gli si spostava sul petto, accarezzandolo dolcemente, fermandosi sopra al suo cuore. Non credeva fosse in grado di battere più veloce del suo
“Visto? Non era così difficile ammetterlo”
Lo sentì ridere, prima di intrecciare le dita con le sue e unire di nuovo le loro labbra insieme.
 
 
 



 
Angolo Scrittrice
Buon anno! Cavolo, non avevo realizzato che avrei pubblicato i capitoli esattamente sotto le feste, comunque me la sto ancora cavando con i tempi direi :)
Un’altra svolta degli eventi un po’ inaspettata immagino, ma quando c’è di mezzo Gabe non può che finire così. Spero di non aver affrettato troppo le cose fra loro, del resto vi avevo avvisati che non sono molto brava con le slow burn, ma non disperate, i problemi sono sempre dietro l’angolo ;)
   
 
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