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Autore: TheMagician    29/01/2022    0 recensioni
“Una vacanza alla ricerca di se stessi, per confrontarsi con altre persone e rispondere ai propri dubbi interiori”.
Tre mesi di vacanza, tre persone, una malga.
Durante questo soggiorno una ragazza senza lavoro e senza sogni, un aspirante musicista e un prete, dovranno convivere insieme ed imparare a conoscersi, in modo da fare pace con i propri demoni interiori.
Ed è proprio uno di questi demoni che tormenta Gabriel, giovane prete in preda ad una crisi esistenziale sulla propria fede, ritrovandosi inaspettatamente e per la prima volta, attratto da qualcuno.
***STARRING: HAMISH LINKLATER***
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Il cinguettio degli uccelli risuonava come una melodia armoniosa di sottofondo, mentre Gabriel continuava a fissare il laghetto, con un groppo in gola che non gli permetteva di parlare.
<< Sono qui esattamente per il motivo che hai detto tu. Credo di aver perso la fede. Mi sento smarrito come una pecora qualsiasi, inutile >> fece un lungo sospiro e abbassò lo sguardo, come se si stesse vergognando delle sue stesse parole.

Vanessa rimase in silenzio, lasciandogli il tempo di metabolizzare.


<< Mary aveva solo ventiquattro anni quando è morta. Non sono riuscito ad evitarlo. >>
Il dolore tornò a farsi sentire e a farsi vedere sul suo volto segnando dei solchi profondi.
<< Cosa le è successo? >> chiese timidamente Vanessa, cercando di non eccedere oltre il limite del consentito.

<< Tutto è iniziato quando aveva vent'anni, in una sera d'inverno, con la nebbia fitta e lei era alla guida. Dopo un corso serale di danza, stanca morta, stava facendo ritorno verso casa. Non si accorse dell'attraversamento pedonale di una signora anziana e la prese in pieno, facendo volare il corpo a qualche metro di distanza. >>

Ci fu un momento di pausa dove entrambi rimasero col fiato sospeso.

<< L'impatto non è stato eccessivamente forte, ma la donna aveva sbattuto in malo modo la testa. Emorragia celebrare, non c'è stato niente da fare. >>
Gli occhi di Gabriel si fecero lucidi, ma comunque desiderava di buttare fuori quel macigno sul cuore che pesava come una montagna, tanto da soffocarlo.

 

<< Da quel momento non fu più la stessa. Dopo il ritiro della macchina e della patente e del dolore causato alla famiglia dell'anziana, andò completamente fuori di testa. Incominciarono gli incubi di notte, che poi la perseguitarono anche di giorno. Diceva di sentire delle voci che continuavano a tormentarla su quello che aveva fatto. Le dicevano “assassina” e “colpevole” e che l'avrebbe pagata per quello che aveva fatto. Era convinta che prima poi qualcuno sarebbe venuto a riscuotere il suo debito. Mietitrice di una vita e una vita doveva restituire. I nostri genitori, troppo chiusi mentalmente, dissero che solo Dio e le preghiere potevano salvarla e quindi decisero di non portarla in una clinica psichiatrica. Io vivevo a pochi chilometri di distanza, praticando in una chiesa di un quartiere decisamente piccolo. Diedero a me l'incarico di aiutarla, di salvare la sua mente e la sua anima, volendo costringermi a tornare a vivere a casa con loro. Ovviamente mi opposi, non potevo permettere che non venisse curata adeguatamente da specialisti, ma non ci fu verso. Così facevo avanti e indietro più volte al giorno dalla canonica di quartiere a casa dei miei genitori, mentre il week-end mi dedicavo esclusivamente alla mia parrocchia e alle messe. Mary peggiorò. Smise di mangiare, di parlare, era diventata un fantasma e la sua agonia durò quattro anni, finché una domenica mattina, mamma e papà non la trovarono appesa ad un cappio in camera da letto. >>

 

Vanessa cercava in tutti i modi di reprimere le lacrime che ormai scendevano copiosamente sul viso, appannandole la vista.
Non sapeva cosa dire, come aiutarlo.

Avrebbe voluto estirpare tutto il suo dolore e metterselo sulle spalle, aiutandolo a sollevarsi di quel fardello per permettergli una tregua.

<< Gabriel... >> la voce le si spezzò in gola.

<< Non sono riuscita a salvarla, non ho potuto fare niente. Era compito mio e ho deluso tutti. Ho permesso che si togliesse la vita, che razza di fratello fa una cosa simile? Ho chiesto mille a volte a Dio il perché. Perché mi ha portato via l'unica cosa nella mia vita a cui tenevo di più!? Perché proprio lei, così bella, così giovane e piana di vita? >>

Solo allora dalla rabbia scoppiò in lacrime, senza riuscire a contenersi.

Vanessa avrebbe voluto tanto abbracciarlo, dirgli che prima o poi le cose dentro di lui si sarebbero aggiustate e che solo il tempo poteva guarire le ferite, ma non lo fece.

<< Non è stata colpa tua. Non era compito tuo badare alla sua salute mentale e alla sua vita. E non è colpa tua se i tuoi hanno deciso di tenerla con loro piuttosto che metterla in psichiatria, anche se era l'unica scelta giusta da fare. Forse volevano tenerla vicina, nella paura di non sopportare la lontananza. Ma una cosa è certa. Tu hai fatto tutto il possibile e sei stato un bravissimo fratello maggiore. Avevi la tua vita da vivere e Mary la sua. Sacrificarti, non sarebbe servito. Se, come dici tu, è stato il piano di Dio o che ne so, allora prima o poi l'inevitabile sarebbe accaduto. Sai, una volta ho letto una frase che diceva “Non muore mai chi vive nel cuore di chi resta”. Mary è qui, è con te e lo sarà sempre. Adesso ti senti perso e confuso, non è facile e non lo sarà per molto tempo. Ma le cose non accadono mai per caso e se sei qui, allora forse Dio ti sta mandando un segnale. Evidentemente in questo momento sei troppo cieco per vederlo, ma è chiaro che sta cercando si riparare la tua anima.>>

Non credeva neanche ad una parola di quello stava dicendo su Dio e sulle possibili ragioni mistiche, ma se serviva ad aiutare un uomo distrutto dal dolore, allora avrebbe fatto qualsiasi cosa.

 

Gabriel si voltò di scatto e guardò Vanessa come se davanti a lui fosse appena apparso un angelo in carne e ossa.

L'espressione meravigliata fece confondere la ragazza che, con fatica, era riuscita a smettere di lacrimare.
<< Non lo so se mi stia parlando, ma di sicuro concordo che le cose accadono sempre per una ragione. Non è un caso che tu riesca a leggermi come un libro aperto, che le assomigli e hai molto in comune con lei. >>
Non aggiunse altro e Vanessa non seppe come interpretare quella frase, ma in quel momento erano entrambi scossi, non serviva indagare oltre.

<< Forse è il caso di tornare >> concluse lei alzandosi in piedi, pulendosi i jeans dei residui di legno del ponticello.

Gabriel seguì il suo esempio annuendo e sistemandosi anche lui i pantaloni scuri.

 

*

 

<< Finalmente >> sbottò Michael, girando le carte da gioco nell'intento di vincere un solitario.

<< Bene ragazzi, è il caso che troviamo qualcosa da fare, sennò non arriva più sera. >>
Vanessa, come al solito, prese le redini della situazione mentre i due si fissavano con un'aria non troppo convinta.

<< Io saprei bene come passare il tempo >> ammiccò maliziosamente Michael in direzione di Vanessa, che lo guardò ridendo.

<< Non credo proprio, Casanova >> sbuffò alzando gli occhi al cielo, comunque divertita.

<< Possiamo sempre chiedere al prete se si aggiunge a noi >> questa volta il tono mutò in aria di sfida, mettendosi sulla linea di attacco.

<< Non mi interessa >> rispose Gabriel senza scomporsi.

Michael si avvicinò assottigliando lo sguardo, cercando di capire quale fosse il suo punto debole per andare a colpire.

<< Adesso non ti interessa più? Accidenti! Non sembra da come la guardi! >> la sua voce era riluttante e il viso abbronzato stava prendendo una brutta piega.

Vanessa non capì questo cambio improvviso di umore.

<< Ehi, calma adesso >> cercò di avvicinarsi, mentre Michael lentamente avanzava verso il suo nuovo rivale.

<< Sei geloso per caso? >> Vanessa ammonì Gabriel con lo sguardo, visto che non era d'aiuto a provocarlo in quel modo.

<< Geloso io? Di una prima donna che frigna su quanto la vita faccia schifo? Ma ti sei visto in faccia? E tu saresti un uomo! >> Michael perse completamente le staffe e il lume della ragione, tanto che non fece in tempo a scaraventarsi contro Gabriel che Vanessa si mise davanti al suo corpo per fermarlo con le mani sul suo petto muscoloso.

<< ADESSO BASTA! FINISCILA! >> Gli urlò contro furiosa.

Michael fermò la scenata, mantenendo lo sguardo fisso verso il prete che non dava segni di cedimento a quella gara di sguardi.

Poi fece un lieve sospiro, tornò agli occhi di Vanessa che gli implorava silenziosamente di calmarsi e senza aggiungere altro, si diresse verso la camera da letto.

Si sentì a pezzi e sconfitta. Erano solo a metà mattina e già non ne poteva più.

Non era sicura che sarebbe riuscita ad arrivare a sera tutta intatta e senza dare di matto.

<< Non capisco cosa gli sia preso >> intervenne Gabriel, confuso da quello che era appena successo e ferito dalle affermazioni che aveva ricevuto con cattiveria.

<< Non era abbastanza chiaro? >> chiese sarcasticamente e senza badare oltre, si incamminò per la seconda volta a calmare le acque.
Erano lì da un giorno e già stava succedendo il finimondo. Tre mesi l'avrebbero portata all'esaurimento mentale.

   
 
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