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Autore: MaryFangirl    06/02/2022    0 recensioni
[Sequel di 'Lacrime di ghiaccio']. Dodici anni dopo, Hanamichi e Kaede sono ancora insieme ed entrambi giocano nell'ACB spagnola. La stagione è finita ed è tempo di vacanze...ma non saranno così tranquille come avrebbero desiderato.
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Hanamichi Sakuragi, Kaede Rukawa
Note: Lemon, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Faceva un caldo terribile, il piccolo ventilatore sul tavolo della direttrice dell'orfanotrofio muoveva poca aria nella stanza, il che, aggiunto ai nervi, provocava un disagio generale sgradevole. Mai nella loro vita si erano sentiti così tesi.
 
Hanamichi continuava a lisciarsi i capelli, arruffandoli piuttosto che pettinarli, mentre Kaede si mangiava le unghie con tanta velocità che era al nono dito per la seconda volta. E a ragione, era da quasi un anno che aspettavano quel giorno.
 
Finalmente sarebbero diventati genitori. Il fortunato che sarebbe diventato loro figlio era un bellissimo bambino etiope di 14 mesi, Natil, che la direttrice era andata a recuperare.
 
“Perché ci mette tanto?” chiese Hanamichi a voce alta per l'ennesima volta, “non sopporto il clima di questo paese. Sto soffocando”

Kaede lo guardò di sbieco e sorrise. Sapeva che se Hanamichi aveva premura non era per il caldo ma perché era passato un mese dall'ultima volta che avevano visto il bambino, e sembrava essere trascorso un tempo lunghissimo.
 
“Credi che si ricorderà di noi?” domandò Kaede guardando il soffitto. Hanamichi lo guardò e, prima di rispondere, gli portò una ciocca dietro l'orecchio in un gesto affettuoso.
 
“Non lo so davvero. Lo scopriremo a breve”
 
Si chinò e gli diede un tenero bacio sulla guancia. Kaede sorrise e ricambiò. Poco dopo la porta finalmente si aprì ed entrò la direttrice con Natil in braccio. Hanamichi e Kaede si alzarono all'istante.
 
Il bimbo sembrò riconoscerli e li guardò curiosamente con i suoi grandi occhi neri. Sembrava anche inquieto. Forse intuiva che quel giorno avrebbe fatto un lungo viaggio.
 
“I documenti sono pronti” disse lei rivolgendosi a Kaede e porgendogli una cartella che era sul tavolo, “questi sono vostri”
 
“Grazie mille” disse Kaede.
 
“Per curiosità, intendete cambiargli nome?”

“No. Crediamo che non dovremmo cancellare una parte delle sue origini”
 
“Sono d'accordo” disse la donna, “inoltre Natil è un bel nome”
 
“È vero”
 
Kaede si voltò verso Hanamichi e accarezzò le manine di Natil, finché il piccolo non iniziò a muovere le braccia come fosse un uccello.
 
“Guarda, ha già voglia di salire sull'aereo” sorrise Hanamichi, “vuoi prenderlo?”
 
Con la cautela tipica dei neogenitori, Kaede prese Natil dalle braccia di Hanamichi. Avvertì un gradevole formicolio, non era la prima volta che lo faceva ma ora stava davvero tenendo suo figlio.
Hanamichi lo guardò incantato, Kaede aveva l'espressione così luminosa che anche se ci fosse stato un blackout, non sarebbero rimasti al buio. Si stava abituando a vederlo così, perché da tempo, cioè dalle ultime vacanze dell'estate precedente a Maiorca, Kaede sembrava più animato e sicuro di sé che mai.
 
“Che ne dici se andiamo?” chiese Kaede, tirandolo fuori dai suoi pensieri, “non vedo l'ora di tornare a casa”
 
“Sì” sorrise Hanamichi, “e torneremo tutti e tre insieme”
 
x x x
 
I primi giorni furono molto difficili. Natil piangeva senza sosta e il periodo per i poveri neogenitori fu tremendo. Più di una notte dovettero andare dal pediatra con urgenza, incapaci di capire il motivo del pianto. Alcuni giorni Yohei e sua moglie vennero ad aiutarli, ma finché non avessero dovuto tornare nelle rispettive squadre dopo le vacanze estive non avrebbero assunto una babysitter.
 
Gradualmente la situazione migliorò. Natil iniziò ad adattarsi alla sua nuova casa e Kaede e Hanamichi ad averlo con loro. Una notte, alla vigilia del secondo anniversario di matrimonio, Hanamichi era appoggiato alla culla e lo guardava dormire placidamente. Kaede si avvicinò da dietro e lo abbracciò, appoggiando il mento sulla sua spalla, osservando a sua volta il bambino.
 
“Ancora fatico a credere che ci siamo riusciti” mormorò Hanamichi.
 
“Ma se hai sempre detto che prima o poi ce l'avremmo fatta” si sorprese Kaede.
 
“Sì...ma in realtà ero arrivato a dubitarlo”
 
“Non devi più preoccuparti, è ora di godersi il momento”
 
“Hai ragione”
 
La mano destra di Kaede scivolò silenziosamente dal ventre di Hanamichi all'inguine, cogliendo l'altro completamente di sorpresa.
 
“Che stai facendo?” chiese con voce più alta del previsto, temendo di svegliare Natil.
 
“Te l'ho detto...” gli sussurrò all'orecchio, “godiamoci il momento...”
 
“Ma...c'è qui il bambino!”
 
“Sta dormendo” disse Kaede, “e poi non pensavo di farlo qui. Andiamo in camera”
 
Hanamichi avvertì un brivido. Ultimamente era sempre Kaede a prendere in mano le redini della situazione e in realtà non lo infastidiva assolutamente.
 
“Sai che quando Natil sarà un po' più grande non potremo farlo ogni volta che vorremo...dobbiamo approfittarne ora” continuò, “e poi non siamo più due adolescenti...”
 
“Stai dicendo che siamo vecchi?” chiese Hanamichi con tono lievemente piccato. In realtà non stava prendendo benissimo la consapevolezza di avvicinarsi ai trenta.
 
“Certo che no. Ma anche se siamo ugualmente o più arrapati di prima, non abbiamo più la stessa resistenza...”
 
Prima che Hanamichi, arrossendo all'estremo, potesse dirgli altro, Kaede lo prese per mano e lo condusse in camera da letto, attigua a quella di Natil, lo fece cadere sul letto e si mise a cavalcioni su di lui. Il corpo di Hanamichi reagì all'istante. Kaede lo abbracciò dal collo e gli baciò il lobo dell'orecchio, giocandoci e inumidendolo. Hanamichi gli strinse la vita, non smettendo di sussultare ed emettere piccoli gemiti. La mano destra di Kaede gli accarezzò il petto sopra la maglietta del pigiama, sbottonandogli lentamente i bottoni.
 
“Mmh...” gemette Hanamichi sentendo la mano fredda di Kaede sulla pelle nuova, “ah!” fece, sentendola poi nell'interno coscia.
 
Kaede abbandonò il suo collo e si abbassò con chiara intenzione su cosa fare. Dopo aver tirato fuori il membro gonfio di Hanamichi dai pantaloni e dai boxer blu, lo massaggiò qualche secondo, poi lo avvolse tra le labbra e cominciò a succhiarlo con forza, al punto che Hanamichi quasi gridò di piacere.
 
“Oh, volpe...” riuscì a dire. Con entrambe le mani istintivamente afferrò Kaede per i capelli, fermamente ma senza ferirlo. Kaede continuò a leccare e baciare, notando con soddisfazione la presa di Hanamichi, che prese poi ad ansimare e a gemere maggiormente, e poco dopo il sapore familiare gli si versò in bocca, e lo ingoiò con piacere.
Un forte sospiro sfuggì dalle labbra di Hanamichi, che si lasciò cadere sul letto, ansimando come se avesse appena giocato una partita intensa. Ma la volpe non aveva intenzione di lasciarlo riposare. Hanamichi alzò leggermente la testa e osservò in estasi Kaede che si toglieva il pigiama con movimenti sexy.
 
“Mi fai davvero impazzire...” confessò con un sorriso innamorato.
 
“Lo so” disse Kaede ricambiando il sorriso. Quando finì di sbottonare la parte superiore del pigiama, Kaede lo tolse e lo gettò dall'altra parte della stanza. Poi, prima di togliersi i pantaloni, eliminò quelli già mezzi abbassati di Hanamichi, i boxer, finendo con i propri indumenti, con una maestria tipica da vero spogliarellista.
 
Hanamichi si posizionò al centro del letto e lasciò che Kaede salisse su di lui. Osservò Kaede inumidirsi due dita di saliva, poi le sentì entrare delicatamente in lui per prepararlo. Quando fu pronto, Kaede si sostituì, e anche se Hanamichi aveva pensato ad un'altra cosa, cominciò a fare l'amore con lui molto dolcemente.
 
Hanamichi si aggrappò alla sua schiena, quasi conficcandogli le unghie, spingendosi verso di lui èer una penetrazione più profonda, di cui Kaede fu grato con un gemito. Hanamichi non provò alcun dolore, il suo membro era imprigionato e si risvegliò con la frizione, oltre a un punto dentro di lui che veniva stimolato. Hanamichi smise di ghermire la sua schiena e posò entrambe le mani sul suo viso, che era quasi incollato al proprio e gli occhi socchiusi, e cominciò a ripetere a voce molto bassa, “Ti amo, ti amo, ti amo...”
 
x x x
 
Il povero Hanamichi era esausto. Kaede aveva fatto l'amore con lui tre volte di fila. Si chiese da dove gli era uscita quella storia del non avere più tanta resistenza, perché non si applicava affatto al suo caso.
 
Guardò l'orologio sul comodino e vide che erano solo le sette del mattino. Dall'altro lato del letto, di schiena, Kaede dormiva ancora. Con attenzione, per non svegliarlo, gli diede un dolce bacio sulla guancia, poi si alzò per farsi una doccia, ma prima si fermò al lettino di Natil per controllarlo. Aveva sudato molto quella notte, e non solo per il caldo.
 
Quell'estate non erano tornati a Maiorca perché l'agenzia di adozioni internazionale con cui erano impegnati da quasi un anno e attraverso la quale erano riusciti ad adottare Natil era a Barcellona, la stessa città in cui vivevano. Ma mancavano ancora un paio di settimane prima che iniziasse la stagione, e Hanamichi aveva pensato di proporre a Kaede di andare all'isola per un paio di giorni, anche se in albergo.
 
Uscì dalla doccia con rinnovata energia, avvolto in un asciugamano, e trovò Kaede appoggiato alla porta del bagno con solo un paio di pantaloni addosso, mentre lo guardava da capo a piedi, mordendosi le labbra voglioso.
 
“Ehi, ehi, non pensarci proprio” disse allarmato, alzando la mano in segno di stop, “mi sono appena lavato”
 
“Beh...” disse Kaede avvicinandosi pericolosamente, “ti farai un'altra doccia...”
 
“Volpe pervertita! Non ne hai avuto abbastanza?!”
 
Dopo una lotta scherzosa e qualche risata, Hanamichi riuscì a 'sbarazzarsi' di Kaede e tornare in camera per vestirsi. In cucina Kaede aveva iniziato a preparare la colazione.
 
“Il bambino comincia ad assomigliarti” disse entrando, “dorme sempre di più”
 
“Molto divertente” disse Kaede, “non preoccuparti, lo sveglieremo tra un po'. Non dobbiamo lasciarlo dormire di giorno, altrimenti rimarrà sveglio di notte”
 
Hanamichi si avvicinò, lo abbracciò da dietro e gli diede un bacio sul collo.
 
“Buon anniversario, amore mio” gli sussurrò all'orecchio.
 
“Buon anniversario” Kaede inclinò leggermente la testa per permettergli di continuare a baciarlo.
 
“Per te” disse Hanamichi prendendo un pacchetto dalla tasca dei pantaloni.
 
Kaede si asciugò le mani, si girò e afferrò il pacchetto. Lo aprì e trovò un orologio da polso, molto bello e costoso.
 
“È bellissimo” disse senza smettere di guardarlo, “grazie mille”
 
“Guarda la scritta dietro”
 
Kaede girò l'orologio e vide che in caratteri giapponesi era inciso 'Ti amo, volpe'. Si lasciò sfuggire un sorriso.
 
“Lo metterò stasera quando usciremo a cena. E potremo usare il tuo regalo”
 
“E dov'è il mio regalo?” chiese Hanamichi con espressione da bambino.
 
“In garage” Kaede tirò fuori dalla sua tasca le chiavi di un'automobile. Hanamichi era sbalordito. Dall'incidente non aveva osato proporre di comprare un'altra macchina dopo che l'Audi era rimasta distrutta.
 
“Mi hai preso una BMW?” esclamò strappando le chiavi, verificando che si trattavano proprio di una BMW serie 1.
 
“Ci ho preso un'auto” rispose, “la userò anch'io. Anche se prima dovrò prendere la patente” rise.
 
Hanamichi lo guardò molto sorpreso, mentre Kaede alzò le spalle e aggiunse:
 
“Pensi sia ora, no?”
 
In risposta Hanamichi lo afferrò per la vita e lo coinvolse in un lungo bacio che li lasciò quasi senza fiato. Poi si separò da lui e quasi saltellò fuori casa.
 
“Ehi, aspettami!”
 
Lasciò l'orologio sul tavolo dalla cucina, ma prima di continuare a seguirlo, sentì dei rumori dalla stanza di Natil e capì che si era svegliato. Anche se andare in garage a vedere l'auto avrebbe richiesto un attimo, non volle lasciarlo solo in casa. Quindi andò a prendere Natil e insieme scesero nel garage, dove Hanamichi stava già girando intorno alla macchina, aprendo tutte le portiere, entrando ed uscendo, toccando ogni pulsante.
 
“Ti piace?” chiese Kaede.
 
“Se mi piace?” esclamò Hanamichi, “la adoro!”
 
Sembrava un bambino con un nuovo giocattolo. Mentre Hanamichi continuava a testare tutti gli extra dell'auto, una strana sensazione iniziò a prendere il sopravvento di Kaede, qualcosa che non sentiva da molto tempo. Mentre era lì in piedi nel garage della loro casa a Barcellona, con sui marito all'interno dell'auto che aveva appena preso, e con Natil in braccio che sbadigliava assonnato, Kaede Rukawa si rese conto che finalmente aveva di nuovo una famiglia.
  
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