Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: sallythecountess    29/03/2022    1 recensioni
Aveva perso, la sua carriera era finita ormai, e dopo aver pianto lacrime amare si era sentita stranamente sollevata. Per la prima volta nell’ultimo anno, da sola, di notte era riuscita a trovare un senso a quello che stava facendo. La fama, i giornalisti, i rivali, Marnik, Brian e quel cavolo di Hiro, e soprattutto le maledette aspettative di tutti, le avevano fatto perdere il senso vero di quello che lei stava facendo. Leida non correva per soldi, né per ricevere l’approvazione altrui, ma per la sensazione che le dava spingere la moto a una velocità spaventosa e sentire di saperla controllare, di avere sempre lei il comando. Non era brava a gestire la sua vita, e spessissimo le capitavano cose che subiva e basta, ma in pista, con il casco e la musica Leida non era più quel disastro che sentiva di essere. Era lei la padrona della moto, combatteva fisicamente per piegarla al suo volere e tenerla in equilibrio contro le forze esterne. Il senso di potere che le derivava dall’essere sempre al limite, sempre vicinissima a perdere il controllo, ma riuscire comunque a essere lei a gestire le cose le faceva battere il cuore.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo: team
Il team leader della società di Leida, che la conosceva da sempre, non aveva intenzione di dare troppo importanza a quegli scatti, anche se li avevano messi oggettivamente in difficoltà. Leida aveva fatto cose ben più stupide e più avventate in quegli anni, e una semplice storia d’amore, seppure con un tecnico della società rivale, gli sembrava qualcosa di poco conto. Niente per cui sollevare polemiche o polveroni.
Il team manager della società di Hiro, invece, principale rivale di quello della squadra di Leida, aveva grossi interessi in ballo ed era più che deciso a fare una terribile guerra a lei e al suo team.Da fantastico uomo d’affari qual era, Marnik vedeva in quello scandalo un’opportunità e aveva intenzione di sfruttarla fino all’ultimo.
“Minacciano azioni legali contro te e Hiro per non esservi attenuti all’accordo di riservatezza, temono che ci sia stata una fuga di dati e sono molto arrabbiati…” le spiegò il suo manager serio, ma lei ruggì soltanto “che enorme stronzata. Come se non avessimo di meglio a cui pensare che parlare dei loro motori che comunque sono molto inferiori al mio attuale!”
Leida era tranquilla, aveva ricevuto dal suo team manager uno schiaffetto sulle mani, un rimprovero di poco conto e pensava che sarebbe finita così, ma Hiro, invece era terrorizzato. Gli piaceva quel lavoro, per la prima volta negli ultimi anni sentiva di star facendo qualcosa che aveva senso, che potesse dargli un futuro. Era molto bravo nel suo lavoro, e ne andava fiero, perciò temeva di perderlo.
“Hanno molti motivi per essere arrabbiati…” disse piano Hiro, molto spaventato per quelle minacce, perché sapeva che erano fondate, ma lei si strinse nelle spalle e rispose che non aveva senso assolutamente invece.
Discussero animatamente, alla presenza di vari membri del team di Leida, ma lui non se la sentì di dire quello che stava pensando in quel momento perché c’era troppa gente. Era inevitabile, la soluzione migliore per tutti era chiudere quella storia e chiedere scusa, ma Leida probabilmente non l’avrebbe mai accettato. Sospirò, pensando che sarebbe stato molto difficile parlarne con lei, che non avrebbe preso bene neanche il fatto che lui lo proponesse, ma sapeva che era la soluzione migliore.
Organizzarono una riunione estremamente pomposa, e i nostri due eroi si presentarono con sentimenti opposti nel cuore. Hiro era certo che stava per finire quella loro storia, perché non poteva andare diversamente. Per quanto Leida lo amasse, infatti, era certo che non avrebbe mai rinunciato al suo lavoro per lui, e non aveva neanche intenzione di chiederglielo. Leida, invece, era certa di stare per fare un enorme salto nel buio, ma era fiduciosa e sperava che le cose sarebbero andate bene.
Vedete, Leida aveva ricevuto una proposta importante da Lars Marnik quella mattina, e le aveva chiesto di tenere il massimo della riservatezza. In poche parole rinunciava a fare causa a Hiro e a licenziarlo, se lei accettava di passare alla categoria superiore con la sua moto.
Leida era rimasta sorpresa per quella richiesta, perché ormai i termini del mercato erano chiusi e lei non si aspettava che ci potesse essere quel colpo di scena. Non era fisicamente pronta per fare quel salto, e non aveva nessuna competenza per guidare una moto di quella cilindrata. Ci era salita su forse due volte in vita sua, ma mai per correre e questo ovviamente la spaventava. Per qualche minuto esitò, ma Marnik, con il suo fare sicuro da vecchio volpone riuscì a toccare tutti i tasti giusti. Le disse serio che lei era un enorme talento, che aveva superato moltissimi grandi piloti nel suo esordio nell’attuale categoria.
Leida sorrise e disse piano “ho lavorato cinque anni per il mio esordio in moto2…” lasciando per un attimo perplesso l’uomo che aveva davanti, che l’aveva sempre vista come una campionessa spocchiosa e sicura di sé. Evidentemente, si disse, doveva comunque essere più fragile di quanto sembrasse.
“Sì ma l’età era diversa, eri praticamente una bambina, dovevi trovare il tuo equilibrio, imparare a gestire la moto. Ora sei pronta per il tuo grande esordio, per correre con i veri piloti…”
Lei sospirò per un attimo. Non si sentiva pronta, e non pensava che bastassero pochi mesi per prepararsi. Non era stupida, sapeva di aver bisogno di allenarsi anche fisicamente perché il peso della moto non era lo stesso, però Marnik la fregò dicendole “…e potresti tenere Hatanawa nel tuo team. Come consulente? Come meccanico? Insomma, in qualunque ruolo tu voglia, anche come toy boy, a me non importa…” concluse ridacchiando.
“Stronzo…”pensò furiosa, perché adesso per la prima volta iniziava a sospettare quale fosse il suo piano, ma rispose che aveva bisogno di tempo e lui si contrariò. Iniziò di nuovo a minacciare, a dire che li avrebbe distrutti e portati in tribunale altrimenti, e Leida che odiava essere forzata, rispose solo che doveva lasciarla riflettere, uscendo senza neanche salutare.
Non sarebbe mai riuscita a vincere il MotoGP, quello vero, quello dei campioni.
“Non riuscirei neanche a finirlo…” si disse, sospirando, ma poi pensò a Hiro, a quanto fosse felice del suo lavoro e si sentì in colpa. Era stata lei a volerlo baciare in pubblico, lei aveva fatto nascere quel casino, e non poteva fare a meno di chiedersi se lui l’avesse odiata in caso non avesse accettato la proposta di Marnik.
Ora, al tavolo di quella riunione imbarazzante con tutti i capi, Hiro aveva l’espressione sconvolta di chi sa esattamente cosa sta per accadere, e ha il terrore della reazione di Leida, mentre lei sembrava triste, ma non particolarmente in ansia. Aveva deciso, o meglio era stata costretta ad arrivare a quella decisione, e quindi non aveva senso stare a rimuginare troppo.
 Come tutti si aspettavano, il team leader della squadra di Leida non aveva rimostranze da fare, perché era sicuro che non c’erano state fughe di informazioni. Conosceva la sua pilota da quando era bambina, e malgrado sapesse che aveva un pessimo carattere e che ormai era impazzita totalmente per quel suo amato pilota, sapeva di potersi fidare. Non le disse nulla, neanche quando Leida lo fissò con dolcezza e gli chiese di poter andare via. Quello fu un colpo per varie persone a quel tavolo, ma non per Rod Seversin, che inevitabilmente aveva visto arrivare la cosa. C’era uno strano rapporto tra loro, c’era sempre stato. Rod la trattava come se fosse quasi una sua figlioccia, e Leida sapeva di godere del suo rispetto e della sua fiducia.
Lui le sorrise soltanto, e stringendole la mano le disse che poteva andare se voleva, ma che avrebbe sempre avuto un posto speciale nei suoi team, in qualunque categoria volesse partecipare. Leida sapeva che ancora una volta il buon cuore di Rod non l’avrebbe delusa, e lo strinse salutandolo con affetto.
Diresse il suo sguardo felicissimo verso il suo amore, ma quello che vide non le piacque. Hiro era a disagio, e si sentiva un peso enorme sul cuore. Era una follia quel cambiamento, era una cosa che l’avrebbe messa incredibilmente in difficoltà, e tutti lo sapevano, ma lei sembrava voler far finta di niente e Hiro non sapeva cosa fare.
Capitolo: cambiamenti
Hiro non era d’accordo con la sua scelta, e glielo fece immediatamente presente davanti a tutti. Era una follia, ma Marnik gli disse con un fastidiosissimo tono da amico che vuole darti un consiglio di avere più fiducia nella sua donna, facendolo arrabbiare ancora di più.
 Lei, sapendo quanto lui fosse spaventato dai cambiamenti, non fece altro che tranquillizzarlo, ma Hiro era molto lucido e sapeva quello che stava dicendo. La discussione continuò per ore nella privacy della loro stanza. Leida non riusciva proprio a capire che Hiro non sopportasse il peso della sua scelta, e continuava a sminuire tutte le sue obiezioni, che in vero erano anche quelle che lei faceva a se stessa, senza volerlo ammettere. Ad un certo punto della discussione le urlò soltanto che non poteva accettare che lei buttasse all’aria tutto per lui, e uscì senza neanche salutarla.
Leida era arrabbiata, ferita anche dalla mancanza di fiducia di lui, così decise dispiaciuta di non corrergli dietro per una volta. Si sdraiò a letto, ancora frastornata per tutti i cambiamenti che quella giornata le aveva portato, e chiuse gli occhi, ma ben presto una telefonata la svegliò.
“Signorina Fuentes, che bello risentirla…” le disse una voce conosciuta, che però lei non inquadrò immediatamente.
“Sono Brian, Brian Corven…” aggiunse, tranquillo, ma Leida si irrigidì immediatamente. Involontariamente si guardò intorno, come per controllare che non ci fosse Hiro e disse piano “come ha avuto il mio numero?”
Se Hiro avesse saputo di quella telefonata, ne era certa, sarebbe successo il caos e non voleva. Sarebbe finita sul serio per una cosa del genere. Si sentì in colpa, come se stesse facendo qualcosa di male. Ultimamente le succedeva spesso, e ci stava malissimo. Vedete, era nato in Leida un meccanismo strano: faceva di tutto per accontentare Hiro, ma razionalmente sapeva che era sbagliato quel suo atteggiamento, e dunque se la prendeva sempre di più con se stessa.
“Devo davvero darti del lei? Ok. Non lo sa come ho avuto il suo numero? Sono il suo nuovo consulente. Devo occuparmi di prepararla per il GP…” rispose un po’ seccato. Non capiva quell’atteggiamento scostante di lei, che gli era sembrata così simpatica e carina dal vivo. Si disse che forse era ancora per la questione che era successa in hotel e pensò che doveva assolutamente fare ammenda.
“No, non è possibile…” rispose sospirando, ma una morsa allo stomaco quasi la soffocò, perché una cosa del genere Hiro non l’avrebbe mai accettata, ma Brian si risentì parecchio. Le spiegò che aveva solo intenzione di organizzare con lei i suoi allenamenti, dato che non c’era molto tempo, ma Leida prese tempo e chiuse la chiamata dicendo che aveva da fare, per poi chiamare Marnik furiosa.
Aveva capito che sarebbe stato Hiro il suo consulente, ma quando lo fece presente al magnate della Roshos, lui rise in un modo sguaiato e fastidioso.
“Io voglio vincere, Fuentes. Come diavolo potrei metterti come consulente uno che non ha mai neanche corso in questa categoria? Sii un po’ sensata, per favore…” le disse, con modi straordinariamente arroganti e lei tremò.
Aveva senso quel discorso, e lei stessa in altre situazioni avrebbe fatto carte false per farsi allenare da Corven, ma ora la situazione era troppo diversa e sapeva che Hiro l’avrebbe presa sul personale. Provò a cercarlo, allora, ma per qualche giorno Hiro non si fece vedere.
Aveva bisogno di tempo per metabolizzare quella cosa, ma soprattutto sapeva che tutti gli avrebbero fatto pesare quella sua scelta. Non glielo aveva chiesto, ed era contrario alla sua scelta, ma ora per tutti sarebbe stata solo colpa sua, e Hiro si sentiva morire a quel pensiero. Leida stava compiendo un suicidio lavorativo, ed era tutta colpa sua. Mark e Samuel, in particolare, lo avrebbero letteralmente massacrato. Mettevano sempre becco nel loro rapporto, e li rimproveravano sempre come se fossero due bambini, ma in realtà erano entrambi molto preoccupati per loro. Avevano più volte provato a parlare con Hiro del loro rapporto, di questa gelosia soffocante, ma anche della dipendenza affettiva che Leida aveva sviluppato nei suoi confronti, e per questo li aveva allontanati. Anche Leida ormai non li sentiva più volentieri, ma loro non avevano smesso di provare a far capire a quei due amici dove fossero i loro sbagli.
Per settimane Hiro decise di non voler vedere, né sentire nessuno, e rimase totalmente sordo alle suppliche di Leida, la quale in quel periodo dovette anche dire addio al suo storico team e iniziare i suoi nuovi allenamenti. Incalzata dal suo nuovo team manager, che le stava addosso in maniera vergognosa, Leida fu costretta a cominciare gli allenamenti con Corven.
Brian, offesissimo dall’atteggiamento di lei, aveva messo una forte distanza tra loro due e l’aveva letteralmente abbandonata nelle mani di un trainer, che stava lavorando con lei sul potenziamento del suo fisico. La guardava da lontano, però, perché anche lui era preoccupato per quella sfida che gli avevano dato. Non sapeva se sarebbe davvero stato in grado di prepararla in così poco tempo, e non capiva le motivazioni di lei.
Marnik gli aveva soltanto detto che lo faceva per amore, e lui aveva scosso la testa. Non credeva nell’amore, e soprattutto in quello che ti fa gettare al vento il tuo status di campione per farti umiliare davanti a persone molto più brave di te, ma non aveva detto nulla.
Si videro due volte, perché lui era responsabile del sul allenamento pratico in moto, e immediatamente entrambi capirono che non ce l’avrebbero fatta. Brian corse persino da Marnik a lamentarsi, perché lei non era in grado di guidare in pista quella moto e due mesi non avrebbero fatto grossa differenza, ma il team manager della Roshos, con modi sgarbatissimi, rispose che dipendeva soltanto da lui se ce l’avrebbe fatta o meno.
Brian era incredibilmente frustrato, e pentito di aver accettato quell’incarico, ma poi provò a ricordare cosa o meglio chi lo avesse spinto a farlo e sorrise. Le sue nipotine Rose e Violet amavano Leida disperatamente. Erano cresciute senza papà, e Brian si occupava di loro con molto affetto, perciò gli aveva passato anche il suo amore per le moto e per le corse. La mattina in cui aveva raccontato loro che c’era una giovane ragazza che batteva tutti gli uomini in moto, loro erano state entusiaste e da allora erano enormi fan di Leida. Eppure non era mai riuscito a parlargliene, perché lei sembrava sempre scocciata dalla sua presenza e andava via quasi subito appena provava a scambiare due parole con lei.
Brian era attratto da lei, e non poco. Era oggettivamente una donna bellissima, con la carnagione scura e due occhi brillanti e splendidi, di un verde quasi trasparente. Aveva un corpo splendido e morbido, anche se probabilmente troppo esile per padroneggiare al meglio la sua nuova moto. Il suo atteggiamento, però, era realmente fastidioso. Era scostante, distante e una persona con cui è impossibile parlare. Sapeva che non sarebbero andati avanti se lei avesse continuato a tenere quell’atteggiamento, perché ci deve essere un buon rapporto tra pilota e consulente tecnico. Così una sera, dopo circa una settimana dall’inizio del lavoro insieme, decise di prenderla a brutto muso e dirle serio “so che sei arrabbiata perché volevi essere allenata dal tuo ragazzo, lo capisco, ma potresti essere un po’ razionale e capire che sto solo cercando di aiutarmi e non serve farmi la guerra?”
Leida alzò lo sguardo all’improvviso, molto perplessa per quel confronto inaspettato. Era molto triste in quei giorni, perché Hiro non dava nessun segno di vita, e si era anche preso un permesso da lavoro, quindi non poteva neanche raggiungerlo.
“Prego?” chiese confusa, perché era immersa nelle sue riflessioni e Brian offeso le rispose che non aveva senso comportarsi in questo modo con lui ed essere sgarbata.
“Hey…” ruggì serissima, abbandonando l’espressione avvilita che aveva prima. Lo fissò come una vera e propria leonessa e ringhiò “se ti stessi facendo la guerra, fidati, lo sapresti…”
Per un attimo Brian fu avvolto da una sensazione di calore, e lo stomaco gli si strinse. Pensò che fosse incredibilmente sensuale quando faceva la donna arrogante, così decise di assecondarla e le disse con lo stesso tono sexy “…e allora perché ti comporti come se volessi essere ovunque meno che con me? Non riesco neanche a parlarti della tua moto, che fuggi immediatamente.”
Si era avvicinato e le aveva parlato con estrema sensualità, facendole saltare il cuore in gola per un istante. Uno solo, però, perché quel cuore ormai non era più suo.
“Ho dei problemi, e non so come risolverli, ma sicuramente standoti alla larga possono migliorare…” rispose onesta, cercando di non sembrare troppo incasinata, ma Brian lo notò: era di nuovo fragile e triste. Leida fece per allontanarsi salutandolo, ma lui prendendola per la mano le disse solo “Che ti ho fatto? E’ per quella sera?”
Erano di nuovo occhi negli occhi, e per un attimo Leida si disse che in un altro momento della sua vita sarebbe letteralmente saltata addosso a quel tizio così sexy, ma ora non poteva, così allontanando la sua mano rispose serissima “Il mondo non ruota intorno a te…” e lo lasciò lì perplesso.
Nota:
Ciao a tutti, allora voi che ne pensate della scelta di Leida? E' coraggiosa o folle? E di questa situazione con Hiro e con Brian? Fatemi sapere se vi va, vi aspetto.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: sallythecountess