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Autore: Golden Bonnie    24/04/2022    0 recensioni
Ogni azione ha una sua conseguenza. Alan è l’arrogante e severo proprietario di una ragioneria, che dopo aver tormentato le persone intorno a lui per anni, presto si ritroverà tormentato lui stesso da qualcosa, una cosa inspiegabile da cui non si può né scappare né nascondere. Ma nel raccapricciante mondo di Five Nights at Freddy’s, nessuna cattiva azione rimane impunita.
Genere: Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Foxy
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Incompiuta, Tematiche delicate
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- Questa storia fa parte della serie 'Golden Bonnie's FNaF Fan Universe'
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L’orologio ticchettava. E Alan aspettava. Ed aspettava. E nonostante avesse aspettato così tanto, e rivissuto il fatidico momento che doveva arrivare più e più volte nella sua testa, quando infine la cosa accadde fu lo stesso uno shock. Occhi Dorati gli si lanciò addosso, e lo tenne fermo al pavimento. Alan urlò, terrorizzato, dimenandosi e dimenandosi, pregando mentalmente che tutto finisse il prima possibile. Ma nell’istante in cui Occhi Dorati stava per avvicinare le sue mascelle alla sua faccia, accadde qualcosa di inaspettato. Il piede di Alan urtò il filo della lampadina che teneva sul comodino, che cadde su Occhi Dorati, e si ruppe in mille pezzi. Alan si mise le mani di fronte agli occhi per proteggerli dalla forte luce e dalle schegge di vetro. Quando li riaprì vide qualcosa che gli ridiede, per la prima volta in così tanto tempo, un briciolo di speranza. Occhi Dorati era immobile, attraversata da scariche elettriche. L’elettricità della lampadina sembrava averla immobilizzata. Alan non aspettò altro. Aprì il cassetto della sua scrivania, estrasse un grosso coltello da cucina che teneva lì dentro e lo ficcò dritto nel petto della volpe animatronica, attraversando fili e cavi. Occhi Dorati urlava in modo orrendo terrificante, e con una delle sue fredde mani graffiò Alan sul volto, e con i suoi denti lo morse sul naso, ma lui non si fece spaventare. E anche se la scarica elettrica aveva iniziato ad attraversare anche il suo corpo, Alan continuò ad affondare il coltello fino in fondo, e continuò a perforare i cavi ancora e ancora e ancora, finché l’orripilante macchina non precipitò a terra, senza scintilla di vita nei suoi occhi. Alan si mise a ridere, una risata di vittoria, di sopraffazione, di gioia pura come mai aveva provato prima. Aveva vinto. Sì, aveva vinto. Cadde a terra, sfinito e senza energie, ma pur sempre ancora vivo.

Dietro Alan, iniziarono ad apparire alcune figure. Erano simili alla volpe che aveva provato ad ucciderlo, eppure anche molto diversi. Erano tutte fatte di cavi e fili intrecciati insieme nella forma di alte creature umanoidi. La prima di esse aveva due orecchie circolari ed un naso come quello di un orso. La seconda due orecchie lunghe che si ergevano sulla testa. La terza una specie di becco. La quarta una forma umanoide, con ciglia lunghe e piedi che si reggevano sulle punte come una ballerina. Tutti avevano gli occhi dorati. Guardarono la loro amica volpe che giaceva per terra, e poi videro l’uomo responsabile di quella cosa, sfinito e a terra anche lui, ma vivo. Ancora vivo. Ma non per molto. Le figure si avvicinarono e si prepararono ad ottenere la loro vendetta. La figura con le orecchie lunghe prese l’uomo in mano, e lo avvicinò alla sua bocca, pronto ad affettarlo con i suoi denti aguzzi. L’uomo aveva fatto un terribile errore a pensare che la volpe fosse sola. Un errore che avrebbe pagato molto, molto caro
   
 
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