XXVIII
“La
luce dell’alba”
Kagome
si ritrovava tra le braccia del suo demone.
Inuyasha
non sapeva se essere felice o piangere alla
scomparsa di una amica leale e affidabile, anche se nel passato aveva
messo in
frame il loro rapporto.
Strinse
i denti sentendo il sapore del suo sangue
inondare la sua bocca, come poteva rivelare alla sua donna una cosa del
genere?
Kagome era molto legata a Dafne, le due si comportavano come due
sorelle.
Tuttavia in quel momento non era il tempo di fare quelle mosse o di
rimpiangere,
doveva lottare, vincere quella battaglia che ormai aveva destabilizzato
un po’ tutti
anche suo fratello maggiore, che con Bagusaika dava colpi micidiali,
anche lui
si era affezionato a quella rompi scatole, dandogli filo da torcere
più volte.
Tuttavia Dafne era una ragazza testarda e orgogliosa, ma metteva spesso
la
serenità degli altri al primo posto.
Con
riluttanza posò Kagome riposare in un angolo
sicuro per lanciarsi nella battaglia.
La
sua Tessaiga era potente ma avvertiva che soffriva
come se quel magone che aveva sul cuore impegnasse anche la sua amica.
–Non temere,
andrà tutto bene. – E con quelle parole la spada
si illuminò di oro che spazzò
via le creature oscure.
Dall’altro
lato c’era Sesshomaru, ogni colpo che
sfoderava era un balsamo al suo ego incazzato. Quella sciocca si era
data a quei
pazzi e non era uscita più. Credeva che fosse un blafe, ma
la consapevolezza
che non ritornasse più aveva agitato le sue emozioni.
Bagusaika richiamava il
suo possessore con lampi scarlatti e uccideva migliaia di esseri senza
nome;
quella dannata l’avrebbe pagato, lo aveva lasciato con
l’amaro in bocca.
-Maledetta,
devi ancora combattere con me! –urlò dando
spettacolo con la sua forza.
Nel
campo opposto, la battaglia si era rivelata più
difficile dell’ultima volta. Jenny, la madre di Dafne si era
trasformata in una
creatura oscura e senza rimpianti, uccideva con la sua fidata compagna,
migliaia
di anime che venivano bruciate dalla sua energia sacra. Ogni passo che
faceva
era morte, anche il marito non scherzava, quei due erano uguali. I due
coniugi
disperati per la scomparsa della loro amata figlia stavano rivelando il
loro
unico potere, nessuno li avrebbe salvati.
Toga
era consapevole che tutto sarebbe finito, ma in
bene. Quella dannata guerra era solo un trionfo del male, ma come aveva
detto
Jenny-sama lei faceva parte di noi.
-Songa!
–urlò, trucidando i nemici con una sola
mossa.
-Non
mi sconfiggerete mai, stolti!
Il
gigante che aveva inglobato Dafne si sentiva
potente e la forza della ragazzina gli aveva aperto porte sconosciute.
Quella
ficcanaso possedeva qualità immaginabili e fuse con quelle
sue aveva in mano il
mondo e non solo quello, ma di tutte le dimensioni.
Sghignazzò con impeto,
facendo volare l’aria circostante e abbatté un
pugno al suolo dove causò un
forte terremoto.
-Io
sono il padrone di questo mondo, inginocchiatevi
al mio cospetto! –disse con potere. Tale affermazione
portò al collasso delle
dimensioni, molti popoli si ritrovarono in ginocchio senza volerlo non
capendo
la situazione, invece nel campo presente nessuno fiatò.
Sango
e Miroku furono protetti dalla chiave scarlatta
della sterminatrice, che in passato aveva recuperato con coraggio. Rin
che si
trovava al castello dell’ovest con Jaken fu avvolta da una
bolla di potere
sacro, in cui la piccola congiunse le mani a formare una preghiera
prima per il
suo signore e poi per gli amici. Toga avvertendo quello spostamento
d’energia
fu illuminato dalla sua fedele spade e improvviso apparizione di Izayoi
che
allarmata si tuffò tra le braccia del marito che stupito se
la portò accanto,
chiedendosi il perché del suo arrivo. Inuyasha gli
fischiarono le orecchie,
quell’ordine dava i brividi, però era concentrato
e nessuno gli avrebbe
obbligato a tale parole di inchinarsi, era un demone libero. Tessaiga
lo aiutò
a fronteggiare quell’atto invisibile e infine Sesshomaru con
la sola forza di
volontà era rimasto fermo, le iridi rosse per
quell’affermazione. Il grande
Sesshomaru non si sarebbe mai inchinato ad un essere del genere e a
nessun. La
famiglia di Dafne non percepii neppure quel richiamo avendo in circolo
poteri
superiori.
-Per
chi ci hai preso? Siamo liberi e non marionette!
–sputò con disprezzo Inuyasha, afferrando Tessaiga
e dirigere la sua forza
verso quel colosso.
-Illuso.
Credi di farmi del male con quella insulsa
spada? Io sono imbattibile! –gridò e con esso
allungò la mano per fermare il
colpo del vento, ma fu fermato da una freccia sacra.
Inuyasha
si voltò e sorrise di cuore, la sua Kagome
si ergeva di potere sacro.
-Sei
solo un essere senza cuore, ti punirò!
–affermò la
sacerdotessa incoccando una nuova freccia, la sua aura sacra era
potentissima,
forse quasi simile a un Kami.
-Come
ti sei permessa!
Il
gigante si mosse con un poco di fatica, era
diventato potente ma i suoi movimenti si erano rallentati. Con quella
occasione
tutti i guerrieri sfoderarono i loro attacchi per indebolirlo, anche
Toga e
Sesshomaru si misero all’opera, solo la madre di Dafne rimase
inerme con gli
occhi chiusi.
Tuttavia,
tutti si accorsero che la donna si stava
preparando all’attacco finale e con questo gli serviva del
tempo. Figli e
marito si scontrarono con il mostro abbattendolo con gesti veloci,
l’esercito
di Dafne lo afferrarono dalle gambe facendo modo che così
perdesse l’equilibro.
-Monaco,
sacerdotessa ho bisogno del vostro aiuto. –parlò
Jenny sorprendendo i due.
-Dica
pure, Jenny-sama. –annunciò Miroku guardando
l’amica.
-Dovete
cercare Dafne, lei è ancora viva. –disse
percependo
flebilmente il contatto con la figlia, i due avendo un potere sacro era
più
facile trovarla, mentre gli altri si occupavano del bestione, loro
l’avrebbero
tirata fuori.
-Ma
noi…
-Dafne
vi ha donato lo sblocco del vostro potere, se
vi concentrate troverete il filo che vi unisce, però fate in
fretta, a breve ci
sarà una catastrofe.
Dette
quelle parole li lasciò con la bocca aperta non
capendo la antifone, in che senso una catastrofe?
Stavano
vincendo. Tuttavia Miroku la richiamò per
pregare e trovare quel legame, in una forte concentrazione la
trovarono: era un
filo blu oltremare, lo raggiunsero nel loro interno, lo stavano per
afferrare,
però uno scoppio li raggiunse portandoli a spezzare la
concentrazione. Quando aprirono
gli occhi si ritrovano tutti al suolo.
La
polvere non permetteva di vedere tanto, però
notarono i loro compagni accasciati al suolo, Sango aveva una profonda
ferita
alla testa, Miroku non ci pensò un momento per recarsi da
lei per vedere come
stesse. Anche Kagome si affrettò per andare da Inuyasha che
si teneva lo
stomaco, quell’onda di potere lo aveva tramortito.
L’unica che era rimasta era
Jenny, la sua fidata spada la proteggeva a dovere, invece i suoi
familiari
erano al suolo come gli altri.
Una
nuova risata sopraggiunse in quel campo di
battaglia e due nuove figure sovrapposte a quella più grande
che si trovava ai
loro piedi, aveva il corpo percorso dai vari corpi, tuttavia non era in
pericolo di vita.
-Credevate
che lasciassimo il nostro fratello solo? Stolti!
Abbiamo aspettato il momento giusto per attaccare, e ora siete sfiniti.
–parlò l’ombra
di destra.
Non
aveva torto, si sentivano senza forze. Quell’aria
malsana o meglio sacra opprimeva la loro yuki. Nemmeno il tempo per
reagire che
i due fratelli canalizzarono il loro potere contro di loro, buttandoli
a destra
e sinistra senza remore. Lo scontro sembrava eterno, ma erano tenaci e
ad ogni
attacco si rialzavano per poi essere gettati nuovamente al suolo.
-E’
inutile, questa volte morirete! – urlò e sopra la
loro testa si palesò una grossa sfera oscura, la quale il
maggiore aveva lavora
fin tanto che i fratelli li aveva paralizzati.
-E’
la nostra fine. –disse Miroku stringendo tra le
braccia l’amore della sua vita, che lo aveva accettato con i
suoi difetti e
pregi. –Ti amo, mia adorata Sango. Speravo in un futuro
più luminoso, ma il
destino ha altro per noi. – parlò guardandola
negli occhi.
-Anch’io
ti amo, monaco deviato.
Si
baciarono con lentezza, assaporando quell’ultimo
contatto, mettendo tutto il loro amore che era cresciuto
all’insaputa.
-Però
farò il mio ruolo. – disse stringendo la mano
della sua amata, si alzarono e ritornarono al combattimento.
Nelle
retrovie Toga sospirava. Era giunto nel
presente, aveva vagato per anni tra il limbo e il futuro
tridimensionale,
incontrato persone ti alto rango, anche se non si erano mai dati della
loro
superiorità. Lo avevano trattato come uno pari e li
ringraziava. Ne era grato a
quella ragazzina esuberante e gentile allo stesso tempo, gli aveva
permesso di
incontrare i suoi figli e la sua amata. Fu in quell’istante
che si accorse del
calore del corpo di Izayoi, la donna sorrideva serena.
-Stai
tranquillo, io ti amerò sempre, in qualunque
dimensione. –disse la principessa umana, buttandosi sul suo
demone per poi
baciarlo.
Non
era occasione, ma ognuno salutava il proprio
compagno con amore, e fu quel sentimento a vibrare.
Una
luce abbagliante invase tutto, dalla piccola rupe
si ergeva una bellissima donna dagli occhi chiari ma magnetica. Il suo
candore
era purissimo.
-L’amore
è l’arma più potente. L’amore
non fa domande
e non chiede nulla in cambio. –disse aprendo le mani che
aveva sul petto. –Vi chiamo
a raccolta esseri d’amore, uniamoci per combattere il caos,
esso fa parte di
noi, e come tale lo purificheremo. Alzatevi guerrieri e mostriamo il
vero
potere dell’amore incondizionato.
Pian
piano ad ogni fila, i guerrieri si strinsero le
mani formando un cerchio che si illuminava ad ogni parola o battito, la
luce
giunse fino a Toga e a Miroku riconoscendo quel sentimento puro.
Inuyasha
guardava con occhi stupidi, una mano si pose
sul petto e fissò Kagome che mostrava un sorriso pieno
d’amore.
-La
senti anche tu, Inuyasha? Questo è l’amore
cosmico, universale o meglio incondizionato. L’amore
sconfigge l’oscurità. Le
parole di Dafne risuonano nella mia mente come una cantilena, lei
è ancora
viva, ci sta guidando. –disse, mentre le lacrime erano di
cristallo. –Uniamoci a
questa pace.
Si
alzarono sostenuti l’uno con gli altri e si
strinsero le mani, la luce lì inglobò e rimase
solo Sesshomaru. Il principe non
si voltò a quella energia, restio nel suo modo di fare,
però Jenny lo superò e
lo portò dentro la sfera.
-Principe,
non voltare lo sguardo a questo sentimento
poiché esso fa già parte di te. Ama i tuoi lati
deboli e troverai il potere più
inarrestabile. –affermò la donna.
-Come
hai osato…-iniziò a dire Sesshomaru,
però le
parole cessarono, quando piccole lucciole si manifestarono davanti a
sé,
portando la vocina e il corpo di Rin che abbracciò il suo
padrone.
-Sesshomaru-sama.
Io vi aiuterò. –disse con grinta,
per poi prendere la sua mano grande e artigliata. La luce che proveniva
da qual
contatto fu assurdo così che gli alleati si forgiassero di
un potere immenso.
-E’
ora. Andate …-comunicò la donna, lasciando che il
loro nuovo potere riscaldassero i loro cuori.
-Hiraikotsu!
–gridò Sango che fu la prima a lanciare
il suo attacco, infatti l’arma era protetta da una luce rossa
che abbatte la
barriera dei fratelli facendola cadere, in seguito Miroku
localizzò le altre
barriere distruggendoli. L’esercito alleato si prepararono a
lanciare i loro
attacchi migliori e fu uno scossone avvertire la loro energia che
defluiva in
quella sfera che era ricolma di potere supremo, infatti la donna stava
costruendo il suo attacco finale.
Pronta
a lanciarlo con l’aiuto della sua famiglia, lo
buttò sul nemico che spaventato si trovò fuso
nuovamente con il fratello
gigante che tentò di assorbirla nel suo attacco oscuro,
però le due sfere si
scontrarono, emettendo lampi di luce sacra e malsana.
-Inuyasha
tocca a noi. –affermò Toga, caricò il
colpo
e urlò –Songa!
Sesshomaru
sferzò il suo attacco micidiale, sentendo
un potere che gli scorreva nelle vene e fu stupido di quel colpo e
tutto
derivava dalla presenza di Rin o da suoi sentimenti? L’ultimo
fu quello di
Inuyasha in cui Tessaiga si colorò di un violetto. Infatti
la presenza di
Kagome favoriva a sbloccare la tecnica segreta. Quella nuova potenza
diede più
vigore alla sfera suprema, che spinse l’altro attacco a
indietreggiare e sparire
all’interno dei corpi dei nemici che gridarono e infine si
sbriciolarono davanti
ai loro occhi.
Il
silenzio era surreale, nessuno fiatava. Però i
raggi di un nuovo giorno li colpirono, trovando il cielo pronto a dare
spazio alla
vittoria.
Salve
ragazzi. Come state? Siamo giunti alle battute
finali, dopo due anni di inattività vi porgo questo capitolo
come scusa.
Perdonatemi per la mia lunghissima attesa. Spero di aver dato bene i
sentimenti
a questi personaggi, ma le spiegazioni più dettagliate
saranno nel prossimo. Vi
aspetto.