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Autore: IamNotPrinceHamlet    29/05/2022    1 recensioni
Seattle, 1990. Angela Pacifico, detta Angie, è una quasi 18enne italoamericana, appassionata di film, musica e cartoni animati. Timida e imbranata, sopravvive grazie a cinismo e ironia, che non risparmia nemmeno a sé stessa. Si trasferisce nell'Emerald City per frequentare il college, ma l'incontro con una ragazza apparentemente molto diversa da lei le cambia la vita: si ritrova catapultata nel bel mezzo della scena musicale più interessante, eterogenea e folle del momento, ma soprattutto trova nuovi bizzarri amici. E non solo.
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Ma girano fuori o dentro?” parcheggiamo di fronte al Miller Community Center, scendendo dall'auto noto che in fondo alla strada ci sono delle transenne e mi viene il sospetto che possano averle messe lì a delimitare il set.

“Fuori, credo. Cioè, in genere le scene in esterno-giorno si girano prima, poi si fanno gli interni” Angie fa spallucce prima di recuperare dai sedili di dietro uno dei due scatoloni che ho preso in prestito al minimarket per poter trasportare la quantità esagerata di krapfen preparata da lei.

“Ero convinta filmassero dentro, Stone mi aveva parlato di un intero condominio preso in affitto da Cam. Nei prossimi giorni dovrebbe girarci una scena pure lui, in un garage o roba simile” faccio lo stesso con l'altra scatola e spingo la portiera con un colpo d'anca, mentre Angie appoggia la sua sul tetto della Mini per chiuderla a chiave.

“Probabilmente il condominio è proprio quello, se ci sono tante scene ambientate in quel contesto, ci rimarranno un bel po’. Comunque la scena della band la girano domani, me l'ha detto Eddie”

“Che dici, basteranno?” sollevo leggermente lo scatolone, mentre cammino sul marciapiede cercando di guardare dove metto i piedi nonostante il trasporto ingombrante.

“Ahahah beh, alla fine non sono tantissimi, se ci pensi ci saranno una quarantina, cinquantina di persone al lavoro sul set… un centinaio di dolci mi sembrano il giusto”

“Non ho capito, scusa, hai fritto centro krapfen?”

“Più o meno”

“Cento??”

“Non ho lezione fino alla prossima settimana, ho un po’ di tempo libero in più…”

“In genere per lo Spring Break la gente va in vacanza o a sfasciarsi alle feste o tutt'e due”

“Io invece faccio dolci, impiego il mio tempo in maniera più proficua, garantendomi l'accesso a un vero set cinematografico”

“Hai un pass al collo col tuo nome e la tua foto, ti farebbero entrare comunque, anche senza cibo”

“Ma così l'accoglienza è molto più calorosa, fidati”

“Cosa gli hai portato l'altra volta?” so che c'è già stata una prima volta per Angie, con Meg, a inizio settimana, al Gas Works Park. Stavolta la coinquilina le ha tirato il bidone, allora è venuta a prendere me al Westlake alla fine del mio turno. Praticamente mi ha obbligata. Non comprendo la sua difficoltà nel presentarsi da sola e a mani vuote su un set in cui è stata invitata dal regista stesso. Al limite potrebbero rimbalzare me, ma a quanto ho capito non fanno troppe storie. E allora che problema c'è?

“Focaccia. Stavolta vado sul dolce”

Arriviamo all'incrocio e, appena svoltato l'angolo, incontriamo un tizio dello staff che fa un cenno ad Angie e poi a me e sposta leggermente una transenna, quanto basta per farci passare. Evidentemente la mia amica lo conosce già

“Giusto in tempo per la pausa pranzo!” il tipo si sfrega le mani, mentre Angie appoggia il suo scatolone sopra un idrante al lato della strada e lo apre in modo che possa prendere un dolce.

“Prendine due, tanto ce n'è” lo invita lei.

“Ce n'è abbastanza per sfamare il set di Cleopatra, non temere” aggiungo io, non che il ragazzo abbia bisogno di incoraggiamento per fare il bis. 

“Grazie, adesso andate. So che Cam ti aspetta!” Richie, c'è scritto così sul suo pass, richiude i lembi dello scatolone e ci saluta allontanandosi, con la bocca piena ovviamente.

“Visto? Accoglienza calorosa” Angie sorride e dopo aver fatto di nuovo presa sicura sullo scatolone, avanza verso il set vero e proprio con me alle calcagna.

“Posso farti una domanda?”

“Certo Grace, spara”

“Verrai sul set anche domani?”

“No”

“Perché?”

“Mica posso venirci tutti i giorni. Ok che Cameron Crowe mi ha invitata, ma non posso approfittare troppo della sua generosità”

“Allora perché oggi e non domani?”

“Cosa?”

“Perché siamo, cioè, sei qui oggi e non domani?”

“Perché? Che differenza c'è?” Angie mi guarda perplessa e, come spesso accade, non capisco se lo fa apposta o davvero non sa dove voglio andare a parare.

“Che domani ci sono i ragazzi e oggi no. Se lo sapevi già, perché non hai programmato di venire qui domani?” io Stone lo sto vedendo col lanternino da quando hanno iniziato a registrare l'album e deduco sia lo stesso per Angie, se fossi stata in lei avrei preso due piccioni con una fava. 

“Perché domani a quest'ora tu lavori” risponde totalmente a caso.

“Che c'entro io? Lascia stare me, potevi venirci da sola o con qualcun altro, io sono un'ospite random”

“Per quello e perché domani faccio apertura da Roxy”

“Appunto, se fai apertura finisci prima e puoi venire qua” 

“Ma sarò stanca”

“Troppo stanca per visitare il set di un film? Tu?” figuriamoci, dilla tutta, bella!

“Il sacro fuoco dell'arte è forte, ma devo prendere la macchina e venire fin qui…"

“Un quarto d'ora di macchina a dir tanto”

“Dopo un turno pesantissimo? No, grazie”

“Neanche per Eddie?” mi avvicino per una sgomitata abbastanza leggera da non farla sbilanciare, non sia mai che mi caschi a terra, o peggio, su preziosi krapfen.

“Che c'entra Eddie? Mica devo aspettare il set di un film per vederlo”

“Ah no? Beata te! Io per vedere Stone tra un po’ devo fare richiesta congiunta scritta a Kelly e alla Epic”

“Eheh beh sì, ultimamente sono presi, con l'album e tutto il resto”

“Motivo in più per tornare sul set domani, così vi vedete e unite l'utile al dilettevole”

“Uff sarò sincera con te. A te non posso mentire, non c'è gusto, non sei Meg”

“E’ un complimento o…?”

“E’ un complimento, sia per te che per lei”

“Ok, allora avanti, svelami la tua verità”

“Non è che non posso farlo, è che non voglio”

“Ahahah ma va? Non l'avevo capito!” 

“Non voglio fare la tipa rompicoglioni che va a trovare il suo ragazzo quando lavora”

“Ma tu ci verresti anche per vedere lui, mica solo per vedere lui. Saresti qui per prima cosa per un tuo interesse professionale”

“Hai usato la parola chiave: professionale. Voglio dare una buona impressione, voglio essere professionale, solo professionale. Questo è lavoro, non una scampagnata”

“Anche se ci sono i krapfen e le focacce?”

“Ahah sì!”

“Nessuno nello staff penserebbe che sei qui a farti i fatti tuoi col tuo ragazzo”

“Io lo penserei, se fossi un'altra persona.” fa spallucce, per quanto possibile sotto il peso dello scatolone “E’ come se mi presentassi agli studi London Bridge mentre registrano il disco, sarei fuori luogo”

“Se ti presentassi con questi ti farebbero entrare secondo me”

“Come fai a dirlo? Non li hai ancora assaggiati”

“Posso immaginare”

E alla fine li assaggio, quando raggiungiamo un furgone con la scritta CATERING stampata su un foglio A4 incollato a un finestrino. In realtà è solo uno spazio dove la gente può sedersi per consumare in fretta il contenuto del proprio cestino, alternativa al bordo del marciapiede o alla scalinata del condominio stesso, altri punti strategici scelti dai membri della troupe, attori compresi. Vedo Matt Dillon sistematosi proprio su uno degli ultimi gradini, intento a divorare un sandwich e a parlare col regista, che gli siede accanto. Quale miglior momento per avvicinarsi col dolce e approfittare per fare due chiacchiere con una star di Hollywood se non questo? E infatti Angie non ci pensa proprio per niente, non si schioda dal van e si intrattiene più del dovuto in una conversazione con una ragazza della sala trucco. 

“Il primo giorno di lavoro è andato via solo per creare il look di Matt, praticamente. Di parrucche ne abbiamo provate una cifra, abbiamo scelto quella che dava un effetto più realistico, ma ce n'è voluto” spiega parlando proprio del protagonista. Ma perché non andiamo a discuterne col diretto interessato? Eh? No eh?

“Una cifra… tipo quante?”

“120”

“COSA CAZZO DICI?” Angie non crede alle sue orecchie, io ai miei occhi mentre Matt finisce di mangiare e fa un po’ di stretching alle braccia. Stoney, nel mio cuore ci sei solo tu, ma la bellezza è fatta per essere guardata.

“Giuro. Sai come sono questi attori, non gliene andava bene una”

“Questa gli sta molto bene direi. Capelli castani, lunghi, mossi… non ti ricorda qualcosa, Angie? O meglio, qualcuno?” adocchio di nuovo il bell'attore, sperando di spingere con le intenzioni la mia amica verso quegli scalini, ma per ora sto fallendo miseramente. E allora mi vendico con una frecciata, tiè.

“Sì, Stone. Mi ricorda molto Stone, non credi? Lui o come porta i capelli circa l'80% dei ragazzi a Seattle”

“Ah-ah. Io pensavo a qualcun altro”

“La capo-trucco ci ha portato delle foto per farci un'idea di questo stile di Seattle, comunque, idem per le costumiste”

“Direi che ci avete preso!” Bridget Fonda sta fumando una sigaretta da sola sotto un albero poco più in là ed è praticamente la fotocopia della mia amica Maureen: camicia di flanella, bombetta, shorts, il suo look per eccellenza. Aspetta un momento “Matt è davvero perfetto, ha persino dei bermuda identici a quelli di Jeff”

“Perché sono quelli di Jeff” risponde Angie servendosi il caffè da un thermos che le ha appena allungato la ragazza, assieme a un bicchiere di plastica.

“Che?”

“Il tipo che ci ha portato il guardaroba di Matt? Si chiamava Jeff?” chiede un'altra tipa, appena affacciatasi dal portellone aperto del furgone, prima di servirsi con un dolce. 

“Sì, è un nostro amico. Cameron ritiene che il look di Jeff sia quello più, come dire, peculiare, e visto e considerato che hanno più o meno la stessa corporatura, tanto valeva farsi passare direttamente i suoi vestiti” 

“Anche i cappelli?” chiedo ridendo sotto i baffi di zucchero dati dai dolcetti di Angie. 

“Soprattutto i cappelli!”

“Laura lo sa?”

“Ahah non ne ho idea, ma deve assolutamente sapere che le sue creazioni entreranno nella storia del cinema” Angie prende due krapfen, li mette in un piattino di plastica e scende dal van, facendomi cenno di seguirla. Per un attimo mi illudo di poter finalmente tirare fuori penna e taccuino dalla mia borsa e farmi fare un autografo da Dillon, dato che stavolta sono arrivata preparata, mica come la sera dell'ultimo concerto all'Off Ramp. Ma mi bastano pochi passi per constatare che l'attore se n'è andato e non è più accanto a Crowe. Ovviamente! Altrimenti Angie non si sarebbe mossa di sicuro. 

“Ehi, ciao Angie, Grace! Cos'hai portato oggi? Ma guarda che non devi” il regista alza la testa da una serie di fotocopie di pagine a quadretti scritte a mano e ci saluta.

“Crema o cioccolato?” gli allunga il piatto e lui ci pensa un attimo.

“Si può fare tutt'e due?”

“Certo, era il mio piano fin dall'inizio” gli consegna ufficialmente i dolci e si siede alla sua destra, io mi accomodo dal lato opposto, sullo stesso gradino. Butto un occhio in direzione del van di fronte al quale, neanche a farlo apposta, ora stazionano i due attori. Dillon parla con la costumista di prima, che gli passa un krapfen e ci indica. A quel punto Matt ci fa ciao con la mano e io ora come ora strozzerei Angie a mani nude, ma evito. Fa brutto se la lascio qui col regista e vado a socializzare col cast? Forse un pochino.

“Oh a proposito di piani, anch'io ne ho uno sai? E ti riguarda, infatti speravo proprio venissi in questi giorni”

“Mi riguarda? In che senso?”

“Aspettami qua un secondo” Cameron si alza e si allontana, come si allontana, almeno momentaneamente, il mio proposito di andare a farmi fare questi benedetti autografi.

“Magari ha un lavoro per te” rispondo a una domanda che Angie mi ha fatto silenziosamente, solo coi suoi occhi confusi.

“Seh, figurati, per lavorare in una troupe cinematografica devi essere qualificata, non prendono persone a caso solo per amicizia”

“Va beh, non dico che voglia farti fare… che so… dimmi il nome di un ruolo importante qualsiasi”

“Direttore di produzione”

“Ecco, non dico quello, ma magari una cosa più semplice, che so, fare il caffè o spazzare il set, consegnare la posta, boh, cose così”

“Anche per fare lo schiavo devi almeno aver finito gli studi, non ti assumono a cazzo”

“Una laurea in caffeinomania?”

“Ahahah sì, potrebbe servire”

Crowe esce da una roulotte parcheggiata dall'altro lato della strada in cui non lo avevo nemmeno visto entrare e ha in mano un grosso raccoglitore verde, di quelli ad anelli. Inizia a sfogliarlo non appena si risiede in mezzo a noi, scorrendo pagine a quadretti scritte a mano, simili a quelle delle fotocopie. 

“Dove cavolo… ah eccola qua!” il regista da una botta a mano aperta sulla pagina appena trovata, apre e chiude gli anelli e tira fuori un singolo foglio, che passa ad Angie. In realtà lo appoggia sulle sue ginocchia, perché lei ha quasi timore di toccarlo, neanche fosse una reliquia.

“Cos'è?” chiedo allungando il collo curiosa. 

“Una scena che gireremo tra un paio di settimane”

“Interno giorno. Debbie entra con calma nel negozio, ha in mano il suo portfolio e si dirige verso la ragazza al bancone…” Angie legge l'inizio ad alta voce, per poi via via abbassarla, fino a concentrarsi in una lettura silenziosa. Ma uffa, da qua non vedo niente!

“Debbie è una dei protagonisti, è una donna in carriera in cerca del principe azzurro. Siccome non lo trova con i metodi tradizionali, si rivolge a un'agenzia di appuntamenti” Cameron spiega l'antefatto, mentre Angie continua a leggere sghignazzando qua e là.

“Dalle risatine di Angie deduco che la scena non sia tragica come la fai sembrare”

“Ahah no, infatti, è una situazione abbastanza surreale, tragicomica direi. Tutti gli iscritti devono realizzare un video in cui si presentano e spiegano cosa cercano nel partner ideale. Quindi Debbie si rivolge a questi tizi, che producono qualcosa di abbastanza assurdo”

“E vuoi che Angie giri il video nel film, giusto? Ho indovinato?” mi alzo in piedi urlando la mia ipotesi, Angie mi copia facendo cadere il foglio.

“MA SEI PAZZA?”

“Oh no, eheh, non era questo il mio piano per te” Crowe recupera la pagina dal gradino più basso senza scomporsi più di tanto e ci fa segno di rimetterci a sedere.

“Ma infatti, figurati!”

“Il piano è una particina: tu sei la commessa”

“EH?” Angie stava quasi per appoggiare di nuovo il sedere sulla scala, ma alle parole di Cameron si alza di scatto come se si fosse scottata le chiappe su un gradino rovente.

“Saresti perfetta!”

“Ma io… ehm… Cameron, ti ringrazio tantissimo, ma non credo-”

“Alternativa, algida e sarcastica, sei praticamente tu, fidati”

“Ma dove??? E poi… io non so recitare”

“Non devi recitare, devi essere te stessa”

“Io non so essere me stessa”

“Ahahahah Angie, taci e accetta! Sei impazzita, è un'occasione unica!” la rimprovero allungandomi per superare il regista e scuotendola per la spalla.

“Lo so che non vuoi fare l'attrice, ma lavorare in una produzione cinematografica è sempre utile,  soprattutto quando lo scrivi nel tuo curriculum”

“E’ un'esperienza, cazzo, non puoi dire di no!” esclamo e mi sento molto Meg in questo momento, perché me lo sento dentro che questa folle dirà di no con tutta se stessa, e allora cerco direttamente di non farla parlare.

“Non devi rispondere subito comunque, ho bisogno di saperlo entro una settimana. Ma sappi che ho un'altra opzione per questa parte”

“Ecco, fossi in te passerei direttamente all'altra opzione”

“Non ascoltarla, Cameron! Ci penserà e ti farà sapere” la fulmino con lo sguardo.

“Ma ha pure un sacco di battute! Brian dice solo Venti. Posso fare Brian? Avrebbe anche più senso perché è il regista del video”

“Eheheh sì, in effetti ci starebbe, ma per Brian ho già un'altra opzione ed è insindacabile, mi dispiace”

“Ti pareva, il mio solito culo” borbotta Angie, dopo che un tizio ci è passato di fianco urlando che la pausa pranzo è finita e la troupe deve tornare al lavoro.

“Eh sì, Tim sta girando da queste parti, lascia il suo set apposta per fare questa comparsata per me, per quello so già con precisione quando filmeremo la scena”

“Tim?” chiedo alzandomi definitivamente e seguendo poi Cameron nel salire i gradini.

“Il mio amico Tim Burton, mi ha promesso un cameo in amicizia. Lo conosci?”

“E’ un attore? Perdona l'ignoranza”

“Tranquilla! No, è un regista. Hai visto Beetlejuice? Edward Mani di Forbice?”

“Cazzo, sì!”

“Ha fatto anche l'ultimo Batman”

“E’ famoso! Sentito Angie? Conoscerai un regista famoso di Hollywood!” faccio con la testa avanti e indietro per scavalcare visivamente Cameron e rivolgermi direttamente alla mia amica futura star del cinema, "E reciterai con lui!” ma non riesco a inquadrarla “Angie?”

Cameron, finora sovrappensiero, si volta a sinistra e poi a destra verso di me, e poi all'indietro. 

“Non c'è. Dov'è andata?”

“Angie!” mi guardo attorno e chiamo la mia amica stupida, che ha pensato bene di dileguarsi proprio al momento giusto. Beh, meglio così, almeno non può dire di no “Va beh, la troverò e la convincerò, tranquillo”

“Non voglio si senta obbligata, ma sarebbe un'idea carina secondo me. Questo film è un po’ il mio ringraziamento a questa città che mi ha accolto e mi piace l'idea di metterci anche le persone che ho conosciuto. E poi penso davvero che la parte le calzi a pennello”

“Ti faremo sapere per tempo. Intanto vorrei capire dove si è cacciata”

“Chi state cercando?” così, dal nulla, ecco apparire Cornell in cima alla scalinata.

“La mia collega, nonché tua vicina di casa. Era qua fino a un minuto fa ed è letteralmente evaporata da un momento all'altro”

“Angie? Ahahahahah! Conoscendola, è più facile che sia caduta di sotto, avete controllato?” Chris ride sotto i baffi precipitandosi giù dalle scale. Dio quanto ama quella storia! “Uh, krapfen!” lo sento gridare subito dopo.

“Dai Chris, muoviti che torniamo a girare” gli urla dietro Cameron.

“Ehi ciao,” quasi non mi accorgo di Matt Dillon che ci raggiunge in cima alla scala “la tua amica cuoca è veloce”

“Ciao! L'hai vista?” lo saluto simulando nonchalance, mentre infilo una mano nella borsa in cerca del blocchetto e della penna. 

“Sì, mi ha detto che ti aspetta in macchina,” risponde e poi si rivolge al regista “e che è sparita perché le scappava tantissimo e mi ha detto di salutarti” 

“Eheh ok, grazie”

“E mi sa che le scappava davvero un sacco, mi è quasi venuta addosso”

“Nah, quello lo fa con tutti, è il suo cavallo di battaglia, non sentirti speciale!” Chris ci raggiunge di nuovo dopo la sua dose di dolce.

“Quanto cazzo ti piace quella storia Chris?” Cam scuote la testa e poi richiama l'attenzione della truccatrice che abbiamo conosciuto prima, perché venga a sistemare la faccia inzuccherata di Cornell.

“Che storia?” Dillon domanda curioso e chi sono io per non soddisfare la sua curiosità?

“Non te l'ha raccontata! Impossibile, ma non temere, rimedio subito io!”

***

“Cosa vuol dire che non ti sembra una cosa grave?” Angie cammina avanti e indietro agitatissima, io me ne sto qui tranquillo appoggiato alla mia macchina proprio sotto casa sua.

“Che non lo è, micetta” sono così tranquillo che mi sento quasi in colpa.

“Micetta un cazzo, ho detto a Matt Dillon che mi stavo pisciando addosso, ti pare normale? Penserà che sono scema” butta la sigaretta a terra, la spegne sotto lo stivale e se ne accende subito un'altra. 

“Perché? Gli attori non pisciano?” io sono ancora alla prima.

“Sì, ma non è questo il punto!”

“Non credo sia rimasto scandalizzato da questa cosa”

“No, certo, avrà solo pensato che sono una malata di mente”

“Dai, alla prossima lezione di chitarra gli spiegherò che la mia ragazza non è incontinente, ma solo timida”

“Lezione di chitarra?” finalmente riesco a farla fermare un secondo perché con questo andirivieni mi sta facendo venire il mal di mare.

“Sì, gli serve un'infarinatura minima per essere vagamente credibile sul set. Ha chiesto aiuto a me, non ho idea per quale motivo. Ma non ho saputo dire di no. Dopotutto non ho niente da fare in questo periodo” infatti, sto solo registrando un album, girando un film, facendo ancora qualche turno al mini market. Per poter vedere Angie stasera sono uscito dallo studio e sono andato a prenderla al lavoro per accompagnarla a casa. È buffo, quando era un segreto di stato avevamo tutto il tempo del mondo, adesso che tutti sanno che stiamo assieme siamo ridotti a vederci nei ritagli di tempo.

“Beh, avrai fatto una buona impressione. Probabilmente perché non sa che mi conosci”

“Lo sa già che ti conosco”

“Non sa quanto mi conosci” approfitto della sua ritrovata calma per prenderle le mani e attirarla a me.

“Vuoi fargli sapere anche quello? Ti facevo più riservata”

“Ahah vaffanculo, Ed” fa per allontanarsi, ma un bacio riesco a rubarlo.

“Mmm però sei proprio cattiva, sai?”

“Per un vaffanculo? Da quando sei così sensibile?” si riavvicina con quel suo ghignetto furbo e mi mette le braccia al collo. 

“No, non è per quello. Ti sembra giusto chiamarmi col mio soprannome intimo proprio adesso che non possiamo fare niente?”

“Sei proprio un coglione!” fa per staccarsi da me con uno spintone, ma la blocco. Allora mi prende la sigaretta dalle labbra e la lancia via per dispetto.

“A proposito, perché non possiamo fare niente? Perché questa sigaretta non possiamo fumarla su, nel tuo appartamento, magari davanti a una bella tazza di caffè?” le chiedo fregandole la sua dalle dita e facendo un tiro.

“Perché devo alzarmi prestissimo domani. E anche tu”

“Appunto. Saliamo, sigaretta, caffè e poi a nanna. Qual è il problema?”

“Il problema è che faremmo tutto tranne che dormire e lo sai bene” brava, lo so benissimo, perché l'avrei proposto altrimenti?

“Continuo a non vedere il problema”

“Ahahah il problema è che tu sarai super-performante e produttivo anche senza dormire, io no”

“Mica ti tengo sveglia tutta la notte” magari fosse, aggiungerei. 

“Mm… non ne sono troppo sicura” si riprende la sigaretta che mi penzola dalla bocca. E mentre fa un tiro lunghissimo mi guarda in una maniera che… che cazzo.

“Angie però, anche tu…”

“Io cosa?” espira il fumo di traverso per non buttarmelo dritto negli occhi.

“Non mi aiuti”

“Perché? Che ho fatto?”

“Non dobbiamo fare niente e poi invece mi tocchi, mi guardi così…”

“Ahah quanto sei idiota!” si stacca da me e apre la sua borsa in cerca di qualcosa. 

“Guarda che non era una battuta” forse Angie sta pian piano cominciando a farsi una ragione del fatto che mi piace, ma non ha la più pallida idea di come possa far sentire un uomo con uno sguardo, un abbraccio o anche solo il suono della sua voce. 

“Ok ok, allora ti sto lontana e cambio argomento. Come vanno le registrazioni?” prende un fazzoletto e si soffia il naso, allungando ancora un pelo la distanza tra noi. 

“Bene, credo che i tecnici vogliano ammazzarci. Non ci è voluto molto”

“Ahah perché? Che avete combinato?”

“Niente in particolare, hanno solo scoperto di avere a che fare con dei perfezionisti del cazzo”

“Oh, vuoi dire che hanno conosciuto Stone?”

“Ahah tutti noi, in realtà, non solo Stone. Le ultime tre notti le ho passate chiuso in studio da solo a provare, riprovare, riscrivere…”

“Come da solo?”

“Mi ero inchiodato su un paio di pezzi, non venivano proprio come volevo, come volevamo. Allora mi sono fatto spiegare dall'ingegnere del suono come registrarmi da solo e gli ho detto, ok, adesso chiudetemi dentro e vedrete che domani le faccio come dio comanda" 

"E ce l'hai fatta?”

“Certo, farsi il culo a volte è l'unica soluzione” ce l'ho fatta? Penso di sì. Cioè, con quei due pezzi sì, manca il resto dell'album. E manca il resto di me. Voglio dire, dal vivo mi sto sciogliendo, sto trovando la mia identità non solo in questa band, ma anche in questa scena, in questa città. Ma sul disco dobbiamo essere noi, i Pearl Jam, e la mia identità deve essere fatta e finita. Devo essere all'altezza di quello che abbiamo creato come gruppo, è indubbio che io sia l'anello debole qui. Non perché non abbia le capacità o il talento, ma perché sono l'ultimo arrivato in un gruppo con delle dinamiche già ben definite, in perenne equilibrio tra dovermi adattare a loro ed esprimere quello che sono. I ragazzi mi rassicurano in continuazione, ma… Sono scemo se dopo quasi sei mesi non mi sento ancora al 100% parte del gruppo?

“Stanotte no però, giusto?”

“No, stanotte riposo. E poi avevo voglia di vederti”

“Eheh ti sono mancata?”

“Certo”

“Ma se ci sentiamo tutti i giorni!” Angie butta la seconda sigaretta e infila le mani nella tasca della sua giacca di pelle. 

“Sentirsi non è la stessa cosa. E poi oggi a pranzo ero cotto, saremo stati al telefono sì e no  due minuti. Anzi, perdonami se ho chiuso frettolosamente, appena messo giù con te sono crollato sul divano dello studio un'oretta e poi mi sono rimesso al lavoro”

“Lo so, Eddie, tranquillo” si riavvicina quasi timidamente e mi da due pacche sulla spalla.

“Non sei arrabbiata?" 

"Ahah ma no, figurati, ci mancherebbe! Stai lavorando, mica ti stai facendo i cazzi tuoi”

“E non ti manco un pochino?” le prendo una mano e le bacio il palmo, per poi tenermelo sulla guancia.

“Certo che mi manchi, ma il tuo lavoro è questo, tu sei così. Se mi faccio le paranoie adesso perché non ci siamo visti una settimana, come dovrei reagire quando avrai un tour e starai via i mesi?" 

"Sicura non sia un problema per te?” dalla tranquillità che trasmette sembra stra-sicura, anche più di me. Insomma, non è che non ci abbia pensato, ci penso da sempre o almeno da quando ho deciso che un giorno avrei fatto della mia passione il mio lavoro. Non ne ho parlato con Angie, quello no. 

“Assolutamente, non sono la ragazza rompicoglioni che ti stressa se non la chiami tutti i giorni o che ti chiede di scegliere tra lei e la musica, non esiste” mi prende il viso tra le mani e poi mi scuote come a farmi dire No con la testa assieme a lei.

“Ok. Ma io invece ti posso chiamare tutti i giorni?" 

"Ahahahah puoi chiamare quando vuoi” mi bacia e si scosta di nuovo da me.

“Comunque non è un'eventualità immediata, cioè, se tutto va bene il disco uscirà quest'estate, verso la fine dell'estate. Faremo qualche data qua e là, ma nessun tour serio prima dell'autunno. Prima di allora non dobbiamo neanche porci il problema in pratica” dico più a me stesso che a Angie, che sembra del tutto serena. 

“Non esiste nessun problema per me, Eddie, davvero, non preoccuparti”

“Non mi preoccupo per te, ma per il sottoscritto. Come faccio a stare lontano dalla mia micetta?" 

"Ahahahahah sei proprio scemo!” Angie scuote la testa e prende le chiavi di casa dalla borsa, chiaro segnale che sta per salutarmi.

“Ecco, io apro il mio cuore e tu ridi di me!”

“No caro, tu mi prendi per il culo e io ti do quello che ti meriti!”

“Non ti piglio per il culo, è la verità! Pensi davvero che non mi mancherai da morire?”

“Non morirai”

“No, ma sarà dura. Ehm, in tutti i sensi”

“Ahahahahahahah e poi dici che non mi prendi in giro?!” mi da una specie di spintone, ma io sono irremovibile.

“Infatti sono serissimo. Come faccio a stare un mese senza fare l'amore con te?”

“Fai come fanno tutti, le groupie ci sono per questo no?" 

"Le groupie???” ma come cazzo fa a uscirsene con queste cose dal nulla?

“Ahahahah”

“Io non ho groupie!" 

"Beh, non ancora”

“Né ora né mai, per carità!”

“Non ti piace l'idea?”

“No! Lo trovo aberrante e umiliante per le donne, non siamo mica i Mötley Crue del cazzo!”

“Ma se una ragazza libera e sicura nella sua sessualità vuole fare le sue esperienze?”

“Che le faccia, ma non con me”

“Ahahah sei molto categorico su questo punto”

“Lo sono”

“Niente sesso con le fan allora?”

“No. Tutt'al più mi vedo con Fede”

“Fede?”

“Federica…”

“E chi è?” per un attimo credo di avercela fatta, di essere riuscito non solo a fregarla con un'altra battuta, ma anche a tirarle fuori quell'1% di gelosia che deve avere per forza nascosto da qualche parte. Invece no.

“Federica… la mano… amica” non faccio in tempo a finire la frase che Angie mi ha già riempito di sberle sul coppino.

“EDDIE!”

“Ahahah perché mi picchi?”

“Perché fai schifo!”

“Scusa, micetta. Le groupie sì e le seghe no? Spiegami… ahia… il senso!”

“Non ti picchio per quello, ma per il livello bassissimo della battuta”

“È sempre quello il punto: tu pensi che io stia scherzando, invece sono super serio” infatti sto seriamente cercando di punzecchiarti per farti cedere e farmi salire su con te, ma non c'è verso.

“Certo”

“Comunque tutti escono con Fede, anche tu scommetto…”

“L'hai vista anche questa settimana?” sempre brava a sviare tu, eh?

“Sì, lo ammetto”

“Eddie!” altro finto pugnetto al sottoscritto.

“Eheheh Eddie cosa? Me l'hai chiesto tu!”

“Adesso ho capito cosa fai tutta la notte da solo in studio, altro che lavoro!" 

"Nah, io preferisco la comodità della casa e di un letto. Quella fissata coi posti strani sei tu, cara” provo a segnare l'ennesimo colpo, ma va a vuoto anche questo.

“Va beh, a proposito di letto, s'è fatta una certa, direi che me ne vado a dormire”

“Ok” sospiro rassegnato.

“Ahahah e non fare quella faccia”

“Che faccia?”

“La faccia da cucciolo triste di uno che va in bianco" 

"Ah, dici questa?” incrocio le braccia, spalanco gli occhi e faccio un broncio da manuale buttando fuori il labbro inferiore in maniera esagerata.

“Esatto, ahahah, piantala” prova fisicamente a smontare la mia espressione da manuale stroppicciandomi la faccia con le mani, ma io resisto “Dai!”

A quel punto l'acchiappo a tradimento e l'abbraccio.

“Lo sai che scherzo, vero?” le sussurro all'orecchio.

“Certo che lo so”

“Volevo solo vederti perché mi sei mancata, non mi interessa il sesso”

“Lo so”

“Cioè, mi interessa, è bellissimo, ma non è tutto”

“È un bonus”

“Sì, ma non è che se stasera non mi dai il bonus mi incazzo o simili, ok?”

“Messaggio ricevuto, tranquillo”

“Perfetto” la bacio dietro l'orecchio, poi sulla guancia, poi sulle labbra.

“Recupereremo presto, promesso”

“Non ti preoccupare”

“Non mi preoccupo. Tanto c'è sempre Fede, no?” alza le spalle e mi rifila quel suo solito sorrisetto furbo del cazzo. Se no  fosse che dobbiamo fare i bravi, le sarei già saltato addosso.

“Sei perfida, sei veramente perfida” la allontano da me, ma me ne pento immediatamente.

“Buona notte, Eddie”

“Come buona notte? Ti accompagno su, dai”

“Non se ne parla, notte notte” mi da un ultimo bacio e s'incammina verso il portone. 

“Addirittura? Pensi ancora che m'infilerei a tradimento a casa tua? Non ti fidi proprio eh?”

“No, non mi fido. Di me stessa. Per niente. Al 99% ti farei entrare”

“Ah! Davvero?”

“Adesso devo proprio andare”

“Sono così irresistibile?”

“BUONA NOTTE!”

“Rispondi, maledetta!”

“A DOMANI!”

“Uff ok ok, buona notte!” ma non finisce qui, eh?

***

Stasera batto un record: dieci e mezza e sono già in pigiama. Cioè, più che in pigiama in mutande, ma è per dire che sono pronto per andare a letto. Alle dieci e mezza, mai successo, neanche che da bambino, credo. Non me lo ricordo. Sono stato bambino? Sì, direi di sì. Guardo la chitarra appoggiata al muro e mi viene in mente una sera d'estate di tanti anni fa, in casa c'eravamo io, mia madre e il tizio con cui usciva all'epoca. Lei suonava il suo vecchio Wurlitzer, lui l'accompagnava con la chitarra, facevano una jam, anche se all'epoca non avevo ancora idea di cosa volesse dire. Non ricordo se c'era altra gente. Ricordo solo che a un certo punto, forse perché non mi sentivo abbastanza al centro dell'attenzione in quel momento, corsi in camera mia a prendere una racchetta da tennis, e tornai in salotto a fare air guitar come uno scemo mentre loro due suonavano. A un certo punto, alla fine di un pezzo, il tipo chiese a mia madre se sapevo suonare. Alla sua risposta negativa, mi invitò ad avvicinarmi e, per la prima volta in vita mia, imbracciai una chitarra. Mi insegnò qualche accordo sul momento e vidi che mi risultava facile. Fu sempre grazie a lui che più tardi ricevetti in regalo la mia prima chitarra. Dovrei essergli riconoscente, se solo mi ricordassi come cazzo si chiamava..  

“Ehi Jerry, sei solo? Si può?” Layne entra spalancando la porta della mia stanza senza farsi troppi problemi.

“Sì. Ma anche se non potevi, ormai sei entrato lo stesso” lo sa benissimo che sono solo, sono sempre solo, ormai penso lo chieda più per non umiliare il mio ego che per vera informazione.

“Allora, che fai stasera?" 

"Schifo. Può andare come risposta?”

“Io e Demri andiamo a bere una cosa, vuoi venire?” non so per cosa stupirmi di più: per il fatto che si rivede con Demri dopo la maretta degli ultimi tempi? Perché ignora perfettamente la mia battuta? O perché gli faccio così pena da pensare di portarmi dietro come ruota di scorta a un'uscita con la sua ragazza? 

“A fare che? Reggere il moccolo?”

“Fanculo, Jerry, andiamo al Frontier Room a bere, non è un'uscita romantica, puoi venire senza farti pare”

“Sì, ok, no, non posso, sai com'è, stavo andando a dormire”

“A dormire?”

“Sì, vedi” ammazzo la canna nel posacenere sul comodino, sollevo il culo dal letto e mi infilo sotto il lenzuolo.

“A quest'ora?”

“Sì, voglio prepararmi per la partenza, sai, iniziare ad abituarmi al fuso orario di lì” tra pochi giorni si va in Europa, in tour coi Megadeth, e onestamente non vedo l'ora. Sarà una figata, indipendentemente dal fatto che il 99% del pubblico presente sarà lì per loro e non ci cagherà di striscio. Non me ne frega un cazzo, mi basta conquistare anche l'1%. Mi basta suonare e fare casino in giro. E staccare da Seattle e da tutto. Ora come ora, mi ci vuole davvero.

“Ehm, in Europa adesso sono tipo le sei/sette del mattino, Jerry” da quando in qua Layne è uno scienziato… come si chiamano… va beh, esperto di fusi orari?

“Appunto, comincio a mettere da parte preziose ore di sonno adesso, in previsione di quelle che perderò poi. Devo sempre spiegarti tutto!”

“Dai, non fare l'asociale! E poi Demri vuole salutarti” Demri vuole psicanalizzarmi, è diverso. Oppure vuole affibbiarmi qualche sua amica, come già ha provato a fare qua- ASPETTA UN MOMENTO.

“E chi c'è a parte noi tre?”

“Mah, non so, nessuno, credo" 

"Credi”

“Non so chi c'è, magari becchiamo qualcuno lì, altrimenti siamo solo noi”

“Becchiamo qualcuno lì… tipo chi?" 

"Ma che ne so, era per dire! Capita di trovare qualcuno di tanto in tanto. Coi cocktail a un dollaro e cinquanta, è il ritrovo preferito degli ubriaconi e dei musicisti con le pezze al culo, che sono i due gruppi principali a cui appartengono i nostri amici” il tuo ragionamento non fa una piega, fratello, peccato che fai cagare a mentire.

“Non è che andiamo lì e c'è qualche amica di Dem?”

“Mah, che ne so, può essere, chi è che non è amico di Demri?”

“Layne, ti prego”

“Conosce tutti, cazzo”

“Dimmi che non avete organizzato una cazzo di uscita a quattro per farmi conoscere qualcuna”

“Ahahahahah cosa? Ma no, figurati!”

“Perché mi incazzo se è così”

“Non abbiamo organizzato un cazzo di niente, mi ha appena chiamato e mi ha chiesto se mi andava di uscire a bere e di invitare anche te, tutto qui”

“E la cosa non ti insospettisce?”

“Eh?”

“Puoi dirmi con assoluta certezza che se adesso prendo e vengo con te al bar non ci troveremo Demri e una sua amica ad aspettarci?”

“Beh, con assoluta certezza no, ma-”

“Allora buona notte” spengo la luce e faccio per mettermi a letto come si deve.

“Cazzo che piaga che sei diventato! Comincio a dare ragione a Mike e Sean” Layne indietreggiare verso la porta e pigia l'interruttore per riaccendere la luce.

“Bene, allora vacci con loro al Frontier”

“Quanto la fai lunga! Cosa ti costa bere una cosa un'oretta con una tipa???” sbuffa e si arrende, finalmente.

“AH! ALLORA LA TIPA C'È!” scatto di nuovo seduto e lo punto con un dito accusatore.

“Sì, c'è! Va bene! Avevi ragione, sei contento?”

“Sì, di solito alla gente piace avere ragione, sai com'è”

“Mica ti ci devi fidanzare, solo farci due chiacchiere. Dem non è scema, certo non vuole accoppiarti adesso che stiamo per partire per un mese”

“Appunto, cosa la conosco a fare adesso? Ne parliamo quando torno” sprimaccio il cuscino e ci appoggio la testa, spengo di nuovo la luce.

“Dai, Jerry, vestiti e andiamo” riaccende.

“Non ci vengo” rispengo.

“Ho già detto che andavamo, che figura mi fai fare? Su!” riaccende.

“Sei uno stronzo” mi metto le mani in faccia, ma vorrei farlo a lui sinceramente.

“Pensa a quella povera ragazza che vede arrivare solo me. Che fa? Il terzo incomodo?”

“Ma se prima mi hai detto-” meno msle che cinque minuti fa era un'uscita senza impegno. Mi alzo.

“Coraggio! E poi la tipa è dello Scorpione" 

"E quindi? Che cazzo vuol dire?”

“Che ne so, ma Dem ha detto che per te è perfetta. E calcola che con Angie ci aveva azzeccato che sarebbe finita in merda. Io speravo si sbagliasse, ma ci azzecca sempre" 

"Grazie amico, erano giusto cinque minuti che non ci stavo pensando” osservo mentre m'infilo i pantaloni.

“Prego, non c'è di che. Ora vestiti, ti aspetto di là”

Non ci posso credere che mi abbia incastrato così facilmente. Va beh, per lo meno posso affogare i miei dispiaceri nell'alcol a buon mercato.

“E come si chiama questa tizia?” gli chiedo quando è già fuori dalla porta.

“Heather! Lavora con lei al negozio. È carina, vedrai”

Quindi la conosce pure lui. Ovvio. Ma non era tutto organizzato, nooooo. 

  
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