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Autore: fandani03    02/06/2022    0 recensioni
[Starzinger]
[Starzinger]Kitty aveva capito, da sempre. Lo lasciava stare nei suoi pensieri, o gli si rivolgeva con molta delicatezza.
Il Professor Doggert, invece, lo incalzava di continuo con delle frasi ormai ricorrenti:
- “Coogh, accidenti, prova a fare un sorriso ogni tanto! Cosa direbbe Aurora se ti vedesse così??” – e la risposta era sempre la stessa, caustica.
- “La Principessa Aurora non è qui e non può vedermi…e io sorriderò quando avrò un motivo per farlo!” –
Un breve storia per provare a immaginare cosa è successo...dopo.
Per chi, come me (ma siamo in pochi temo) ha amato questa storia, devo dire che, nonostante i messaggi positivi e i grandi valori, la grande tristezza nel finale di quasi tutti i protagonisti mi è sempre rimasta indigesta...
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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13 - L’energia dell’amore (seconda parte)

Qualche ora più tardi, dopo aver congedato Gorgo con tristezza, Aurora si era ritirata nelle sue stanze. Doveva elaborare molte cose, doveva comprendere a quale destino stava realmente andando incontro. E voleva farlo in solitudine.
La vecchia Regina del Grande Pianeta giaceva molto anziana in un luogo protetto, ormai da molto tempo. Probabilmente non le rimaneva molto da vivere. La sua energia vitale si stava completamente esaurendo. Nei quasi sei mesi trascorsi sul Grande Pianeta non era stata realmente sola, ma la vecchia Regina non era stato in alcun modo in grado di comunicare, se non di rado. Era pertanto stata costretta, sin da subito, ad abituarsi alla vera solitudine, quella con la quale era convinta avrebbe dovuto convivere fino alla fine dei suoi giorni.
Ma nelle settimane appena trascorse tutto era cambiato in modo inaspettato. Erano successe cose terribili, ma quegli eventi drammatici le avevano riportato i suoi affetti più cari.
Nele poche ore in cui era rimasta nelle sue stanze, aveva passato molto tempo di fronte ad un grande specchio, osservando la sua immagine. L’immagine di giovinezza e purezza, dell'ingenuità che ancora portava con sé, di cui andava fiera ma dalla quale, sapeva, avrebbe dovuto presto separarsi. Tra non molto sarebbe diventata la sola Regina del Grande Pianeta. Una parte di lei era spaventata ma, a differenza di quanto aveva creduto per molto tempo, ora sapeva che non sarebbe più stata sola.
Un sorriso si aprì sul suo volto, riflesso nello specchio, sentendo nel petto la forte emozione che la pervadeva ogniqualvolta pensava a lui.
Ora, però, sapeva che entro pochi giorni avrebbe dovuto salutare nuovamente la Dottoressa Kitty, e il Professor Doggert. Sarebbe stato difficile ma ce l’avrebbe fatta, ce l’avrebbero fatta.

- “Stai dicendo che non lo vuoi più sulla Terra??” - gridava Doggert concitato..
- “Non sto dicendo questo, sto solo riflettendo su quanto è accaduto e sul fatto che Aurora non dovrà più rimanere da sola.” -
- “Ma Dottoressa, quanto accaduto con la Regina Lacet ritengo sia un evento raro che difficilmente potrà ripetersi, non sei d’accordo?” - aggiunse saggiamente Coog.
- “Coog, tu dovrai proteggere Aurora, devi prometterlo.” -
- “Non dovresti avere dubbi su questo.” -
- “Non ne ho…è solo che…” -
- “Che succede, Dottoressa Kitty? Cos’è che ti preoccupa tanto?” -
- “Oh nulla, ti chiedo scusa, Coog. Ho solo avuto tanta paura…ero certa di perderla, questa volta. E’ come una figlia per me…”-
- “Ti capisco. Anche io ero terrorizzato.” -
- “Sei stato un vero eroe, Coog, non ti ho ancora realmente ringraziato. Quello che hai fatto supera ogni logica comprensione, ogni dovere, ogni spirito di sacrificio. Ma tu sei riuscito a farlo. L’hai salvata e sei ancora qui tra noi.” -
- “Sai che non poteva essere diversamente, se le fosse successo qualcosa, io…” - Coog strinse i pugni, ricordando quanto aveva visto, quanto era successo ad Aurora. Ricacciando i suoi sensi di colpa per averla lasciata sola.
- “E la colpa è mia…” -
- “Non dire questo..” -
- “Ho sbagliato sin dall’inizio!” -
- “Ora non dobbiamo più pensarci, ci sarò io con lei. Non dovrai più temere…” -
- “Sì, Dottoressa, non devi temere…” - la voce si Aurora si intromise nella sala comando della base spaziale. Interrompendo una conversazione dolorosa che faceva male a tutti i presenti.
Scese le scale, con il suo portamento leggiadro e straordinariamente elegante. Ogni suo gesto trasudava regalità, dolcezza, bellezza. E un carisma dal quale Coog era stato attratto dal primo giorno e per il quale ora, dopo tutti gli eventi accaduti, non aveva più remore a mostrare la sua immensa adorazione.
- “Aurora…” - le andò incontro e le prese una mano. Rimasero l’uno di fronte all’altra per qualche istante.
- “Credevo stessi riposando..” -
- “No, avevo solo bisogno di un po’ di tempo per…” -
- “Per cosa? Qualcosa ti preoccupa?” -
- “No, nulla mi preoccupa, non più. Ora che tu sei qui..” - gli occhi sognanti dei due giovani e il silenzio che regnava intorno a loro, aveva creato una buona dose di imbarazzo nei presenti.
- “Ehmmm, d’accordo, è tutto chiaro, ma forse potreste ritagliarvi dei momenti privati per farvi gli occhi dolci!” -
- “Professor Doggert! Dopo tutto quello che è successo, meritano serenità e soprattuttto…” - Kitty si fece avanti avvicinandosi alla coppia - “..e sopratuttto meritate la nostra benedizione, la nostra approvazione. Arriveranno anche le raccomandazioni, ma questo lo farò prima di andarmene.” -
- “Coog, vedi di comportarti bene! Altrimenti verrò a cercarti e ti sistemerò con le mie mani!” -
- “Voi vi preoccupate troppo, non avrete di meglio da fare sulla Terra, Assistente Doggert??!!” -
- “Non ti azzardare sai!!” -
- “Coog!! Non mancare di rispetto al Professor Doggert!” - lo sguardo finto torvo della Principessa colpì in pieno Ian Coog, come ai vecchi tempi.
- “Ehmm…d’accordo, ti chiedo scusa Aurora!” -
- “In effetti, devo dire che forse Aurora saprà cavarsela benissimo da sola! Brava!” -
- “Sono pur sempre la Regina!” - Aurora strizzò l’occhio in direzione dei presenti, cercando complicità, lanciando un’occhiata di finta stizza nei confronti di Coog.
Il cybor ricambiò corrucciando la fronte.
- “Aurora…” -
- “Sì, Dottoressa…” -
- “Vorrei parlarti in privato, Professore, Coog, potreste….” -
- “Oh certo, vi lasciamo sole…” -
- “Andiamo Coog, le donne sono sempre complicate…” -
Coog si affrettò a seguire il Professor Doggert. Salì le scale ma si fermò a metà dei gradini, e la sua breve esitazione fece voltare le due donne che lo osservarono.
Uno scatto da cyborg e saltò di colpo ad un passo dalla Principessa Aurora.
- “Dottoressa Kitty, credo tu debba sapere che…” - guardò Aurora - “..io la amo più della mia stessa vita!” - Aurora arrossì in un istante, dopo quell’esternazione così spontanea.
Coog si fece avanti verso di lei, le diede un bacio veloce sulle labbra e corse via.
Aurora si posò istintivamente una mano sulle sue labbra. Sorrideva tra sé ma il rossore non la abbandonava. Coog era scomparso dietro la porta, dopo aver cacciato rapidamente il Professor Doggert che indugiava senza muoversi.
- “Andiamo, forza!” - spingendolo via.
- “Ehi Coogg!” -

Gli sguardi delle due donne si incontrarono.
- “Dottoressa Kitty, non so cosa dire…”
- “Non devi dire nulla…” - sorrise di cuore, Kitty. Era felice.
- “Volevo parlarti della nostra partenza, ma vorrei anche dirti che sono felice di quel che ho visto.” -
- “Ti riferisci ai piccoli battibecchi?” -
- “ Coog ti adora. Lo sai.” -
- “Sì” -
- “Sei felice?” -
- “Molto” -
- “A te va bene che lui rimanga qui con te?” -
- “Certamente. Dottoressa Kitty, so quali sono i dubbi che attanagliano il tuo cuore, ma non devi averne. Andrà tutto bene.” -
- “Ora lo so, ora ne sono certa. Sarà un sollievo per me saperti al sicuro, non solo…saperti felice.” -
- “Quando partirete?” -
- “Domani.” -
- “Davvero? Così presto? Ero convinta che vi sareste trattenuti ancora per qualche giorno.” -
- “Sai che il viaggio non è affatto breve, anche con tutte le innovazioni tecnologiche possibili. Ma ti prometto che torneremo. Inoltre…” -
- “Cosa?” -
- “Credo sia giusto e necessario che tu e Coog sperimentiate quanto prima il vostro tempo, il vostro spazio. Dovrai dedicarti alla Regina del Grande Pianeta, che ci sta lasciando. Lui ti sarà vicino, e tu ne avrai bisogno. Vorrei rimanere per te, ma sai che sulla Terra abbiamo molte cose di cui occuparci. E ora so di potermene andare tranquilla.” -
- “Certamente, non devi temere, staremo bene. Ma mi mancherai molto.” -
- “Ci sentiremo tutti i giorni, come facevamo già prima. Sii forte Aurora, sei una donna straordinaria. Arriverà un giorno, forse non molto lontano, in cui la pace nell’universo sarà duratura e stabile, in cui il Grande Pianeta tornerà a risplendere di energia propria e forse…” -
- “Cosa vuoi dire?” -
- “Voglio dire che forse, in futuro, potrebbe esserci la possibilità per te e Coog, di tornare sulla Terra. Perlomeno per un tempo determinato. Perché ritengo che l’energia galattica possa trovare, col tempo e con il tuo aiuto, una forza tale da poter risplendere molto a lungo anche senza la tua costante presenza su questo pianeta. E con la Regina del Cosmo potreste tornare sulla Terra effettuando un viaggio tranquillo e sicuro.” -
- “Non posso crederci, sarebbe bellissimo. Ma non è importante pensarci ora. Io qui ho un compito, e lo svolgerò fin quando sarà necessario. Anche dovesse essere per sempre, come ho sempre creduto. Se un giorno sarà possibile tornare sulla Terra, anche per un breve periodo, sarà bellissimo.” -
- “Il futuro è nelle tue mani. La tua forza e il tuo amore daranno vigore all’universo. Sii felice, più lo sarai, più l’energia galattica sarà potente. Ne sono certa.” -
- “L’ho capito, ormai.” -
- “Ora vorrei che tu raggiungessi Coog. Dismetti i panni della Regina di tanto in tanto. Va’…” -
- “Seguirò i tuoi consigli…grazie Dottoressa Kitty!” - abbracciò la sua adorata madre con vigore. Rimasero abbracciate per lunghi istanti. Quando si staccarono il bacio delicato e amorevole di Kitty congedò una giovane Aurora che si apprestava ad iniziare un nuovo percorso di vita.

- “Ti comporti come un adolescente innamorato!” -
- “Io sono un adolescente innamorato, caro Professore!” -
- “Non essere infantile, Coog!” -
- “Non lo sono, sono solo molto felice!!” -
- “AAh, certo, d’accordo, hai vinto tu. Volevo solo capirti meglio, ma credo sia tutto chiaro. Comportati bene, mi raccomando. Ti affidiamo Aurora ed io mi fido di te ciecamente.” -
- “Grazie Professore. Non sarà un compito difficile. So che partirete a breve, l’ho capito.” -
- “Sì, domani.” -
- “Immaginavo.” -
- “Coog, non dimenticare….lei è una Regina…” -
- “Lo so benissimo!” -

Sono un cyborg, lo so, ma nonostante questo il mio cuore batte per te come fossi un giovane uomo. Saprò renderti felice, Aurora. Come meriti.
La mia felicità sarà il poterti vedere ogni giorno e sapere di poterti proteggere. Non dovrai più avere paura. Io sarò con te per sempre.


Mentre correva lungo il pendio, per raggiungere quella piccola altura, Ian Coog sentì prepotente il bisogno di liberarsi, di lasciar uscire quel che aveva dentro senza alcun freno.
L’ultima volta, in quello stesso luogo, aveva gridato il suo dolore all’universo intero. Ora voleva gridare la sua gioia. Alla sua amata, all’universo, a se stesso.
In quel cielo rosato, mentre Aurora passeggiava tra i fiori, mentre la Dottoressa Kitty e il Professor Doggert si accingevano all’imminente partenza, mentre lo Star Kopper aveva certamente già raggiunto il Pianeta Acqua, in quel cielo rosato e rassicurante risuonò potente:
- “PRINCIPESSAAAAAAAA” -

Il momento del tempo temuto addio infine giunse, come era inevitabile che fosse.
Non fu affatto semplice separarsi. L’avevano previsto ma fu comunque emotivamente impegnativo.
Coog si era presentato ai saluti solo alla fine, come suo solito. Aurora aveva abbracciato La dottoressa Kitty e stretto la mano al Professor Doggert invitandoli, senza troppi indugi, a recarsi sulla loro astronave.
Le calde lacrime che riempivano gli occhi di Aurora erano, ad ogni modo, lacrime di una sana tristezza. Colme di speranza, di aspettative.

Le braccia di Aurora e Coog che si agitavano, come ultima immagine dall’oblò della Base orbitante, fu l’immagine che la Dottoressa Kitty portò con sé durante tutto il viaggio di ritorno verso la Terra. E la conservò ne cuore anche in tutti gli anni a venire. Aveva visto due braccia che la salutavano, due volti sorridenti e due mani unite con l‘intento di sorreggersi a vicenda. E il suo cuore si era alleggerito. Era la scelta giusta.

Dopo aver osservato l’astronave allontanarsi per poi sparire oltre l’atmosfera del Grande Pianeta, i due giovani erano rimasti immobili per parecchi minuti ancora.
Fu Coog a rompere il ghiaccio. Non si voltò neppure ma disse solamente.
- “Hai paura?” -
- “No, affatto.” -
Si guardarono. La luce attraversava i capelli di Aurora, il suo viso era ricoperto di un velo dorato. Coog desiderò che quell’attimo perfetto non finisse mai. Fece un ulteriore passo verso di lei, appoggiò la fronte sulla sua, stringendole le mani.
- “Il mio compito sarà quello di amarti per sempre, me lo permetterai?” -
- “Non hai bisogno del mio permesso. Ti amo, Coog.” -
Le loro labbra si avvicinarono. Il bacio fu naturale, lungo ed pieno di emozione.

Con le mani strette l’una nell’altra si voltarono e si incamminarono lentamente verso la dimora del Grande Pianeta.
L’immagine, di spalle, di quella coppia così unita, seppur diversa dal consueto, si stagliava sull’orizzonte adagiato tra le lievi alture del pianeta.
Il giovane cyborg prese la mano della sua Principessa e se la portò vicino alle labbra, depositando un bacio.
Un improvviso e straordinario bagliore avvolse il Palazzo del Grande Pianeta. Era la potenza dell’energia galattica.
L’energia dell’amore.

  
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