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Autore: eli the_dreamer    23/06/2022    2 recensioni
Pre-serie (Dean ha 20 anni, Sam 16 anni).
John e Dean Winchester, supportati da Sam, indagano su alcune misteriose morti avvenute a Carroll, Iowa.
Ma queste morti non sono l'unica cosa misteriosa della cittadina. La sedicenne Desdemona Hawkins potrebbe rivelarsi un mistero ancor più ingarbugliato.
Genere: Generale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dean Winchester, John Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Coleen Matthews aprì la porta della propria casa esibendo un sorriso “Posso esserle utile?
Aveva una voce delicata e un tono garbato, uno sguardo attento ma cortese.
John Winchester, invece di un sorriso, esibì il proprio finto distintivo da finto agente dell'FBI “Coleen Matthews? Sono l'agente Baker, posso farle qualche domanda?
Coleen si accigliò appena ma si scostò dalla porta per permettere all'uomo di entrare. Lo fece accomodare in salotto, in quella sua casa fastidiosamente immacolata, indicandogli il divano mentre lei prendeva posto sulla poltrona di fronte.
Posso offrirle del tè freddo, agente Baker?
No, solo delle risposte.
Coleen si umettò le labbra, sorridendo in maniera sarcastica prima di frugare nella borsa posta sul tavolino in bambù.
John si portò una mano al fianco, percependo al tatto il freddo della propria pistola, ma non ebbe bisogno di agguantarla. La donna tirò fuori a sua volta un distintivo, porgendolo al cacciatore.
Detective Morgan?
La donna annuì, riponendo il distintivo nella borsa “Coleen Matthews è uno pseudonimo, sono sotto copertura. L'ho vista a casa di Beverly Wallace, sta indagando anche lei sul caso Hawkins?
John forzò un sorriso, un sorriso che agli occhi della donna parve naturale. Era abituato a mentire e ad improvvisare e anche per quel motivo non si lasciò avvolgere dal panico quando la detective gli porse il distintivo.
Sto indagando su un caso, non è ancora il caso Hawkins.” ma il suo istinto da cacciatore gli suggeriva che ci fosse qualcosa che non quadrava del tutto.
Forse è più avanti di me nelle indagini, detective Morgan.
Un sorriso, quello di John, capace di ammaliare nonostante la furbizia palese.
Ma Coleen Matthews - o la detective Morgan - era furba quanto lui.
Sorrise a sua volta, ferma in quella postura professionale ma che richiamava sicurezza “Non posso dire di no ad un agente dell'FBI, giusto?
John piegò le labbra in un sorriso diverso, rassicurante, ma non rispose a parole. Stava studiando la situazione, stava studiando la donna, quasi fosse certo che qualcosa stonasse in tutto quello.
Sapeva che non erano le parole del figlio maggiore, quella sicurezza che Dean aveva mostrato nel proclamare innocente Desdemona Hawkins, c'era qualcosa di più, un qualcosa di indefinito ma quasi palpabile.
La donna si umettò le labbra e sospirò pesantemente, palesando una certa rassegnazione.
Con dei movimenti lenti si alzò dalla poltrona, dirigendosi ad uno scaffale alle sue spalle da dove prese alcuni fascicoli.
John non perse un singolo movimento di lei, i muscoli tesi pronti a scattare anche quando lei si sedette nuovamente.
Non gli porse i fascicoli, li tenne in grembo mostrandosi titubante nonostante lo sguardo fosse fermo e deciso su John.
Su cosa sta indagando, di preciso, agente Baker?
La voce le tremò appena, ma John ignorò volutamente ciò che sembrava timore. O ciò che la donna volesse passasse per tale.
Lei sa che le ultime morti avvenute in questa cittadina non sono accidentali, giusto?
John non aggiunse altro e la donna annuì, consegnandogli finalmente i fascicoli.
Stavo indagando su un omicidio avvenuto a Lawrence, in Kansas, meno di un anno fa.
John serrò la mascella nel sentire il nome della cittadina.
Si costrinse a sotterrare nuovamente quei ricordi che facevano ancora male nonostante fossero ormai lontani.
Lontani, ma vividi. Troppo vividi. Era anche per quei ricordi che continuava a combattere quella crociata infinita, mosso dalla vendetta e dal dolore per aver perso la sua Mary.
Aveva ancora incubi su quella terribile notte anche se non lo aveva mai detto a nessuno, nemmeno ai suoi stessi figli e di tanto in tanto gli sembrava di sentire ancora l'odore di bruciato, l'odore del fumo e il calore di quelle fiamme
Coleen parve non notarlo e proseguì il suo racconto, il capo lievemente chino e le mani giunte, le dita intrecciate tra loro.
Jordan Bailey era un assistente sociale. Si occupava di adozioni e alcuni anni fa avrebbe dovuto occuparsi della pratica per l'adozione di Desdemona Hawkins.
Fece una breve pausa, deglutendo a vuoto e John annuì, sporgendosi in avanti a mostrare maggior interesse.
Era sano come un pesce! Poi, improvvisamente, ha iniziato a sputare sangue fino a che non è morto. La moglie era terrorizzata, ancora non si capacita di come sia potuto succedere, di cosa sia successo. I medici non hanno dato risposte concrete. Durante le indagini abbiamo sospettato si trattasse di avvelenamento, ma i test non hanno rilevato nulla.
John aggrottò le sopracciglia, sfogliò brevemente i fascicoli e scosse il capo, ridendo amaramente.
Come Laura Morales, Mark Peterson e Steve Wallace.” asserì “E la signorina Hawkins è sospettata per quale motivo? Una mancata adozione? Mi sembra un po' poco, detective.
Coleen sorrise appena e solo per un breve istante distolse lo sguardo dal volto dell'uomo.
A John non sfuggì, ma non fece nulla per farlo capire a lei.
Pochi giorni prima che il signor Bailey morisse, era stato visto in compagnia di Desdemona. Lui l'aveva invitata al bar per discutere di una probabile nuova adozione, ma la ragazza andò su tutte le furie. Arrivò persino a colpirlo in viso, può leggere le testimonianze, è tutto in quei fascicoli.
John si prese qualche istante per leggere. Tutti i sei testimoni sostenevano la medesima cosa: Desdemona Hawkins aveva aggredito verbalmente e fisicamente Jordan Bailey.
L'avete interrogata.” disse all'improvviso dopo aver voltato pagina.
Il giorno seguente la morte di Jordan Bailey, Desdemona Hawkins era stata portata alla centrale di polizia per essere interrogata come persona informata sui fatti, ignara che fosse invece una sospettata.
L'abbiamo interrogata. Il suo alibi non reggeva, venne smentito subito quando interrogammo gli assistenti sociali e le suore che si occupano dei ragazzi e dei bambini dell'orfanotrofio. Solo diversi giorni dopo venne poi confermato dalla fonte: un altro ragazzo dell'orfanotrofio. Non siamo riusciti ad andare avanti con le indagini nonostante i nostri sforzi.
Coleen sembrava amareggiata, stanca, il sorriso che le illuminava il volto sembrò sparire, quasi avesse abbattuto quella barriera invisibile che si era costruita da sola.
Ma non mi sono arresa e quando ho saputo che era stata presa in affido qui a Carroll ho fatto carte false per seguirla. Non so se sia un caso o se sia riuscita in qualche modo a farsi affidare ad una famiglia del posto.
John la guardò con aria interrogativa. Era curioso e voleva sapere cosa la donna avesse da dire ma ancora c'era qualcosa che stonava. Non riusciva ad inquadrarlo totalmente, ma era lì, quasi visibile sebbene fosse quasi certo che la donna non stesse mentendo. Non su tutto, almeno.
Coleen sospirò, si allungò verso John e sfogliò il fascicolo fino ad una pagina ben precisa. L'unghia laccata di rosa antico picchietto sul foglio dove, nero su bianco, spiccavano due nomi.
Laura Morales e Mark Peterson avrebbero dovuto adottare Desdemona. Poi hanno rinunciato all'adozione sotto consiglio di Jordan Bailey.


***




Desdemona Hawkins?
Desdemona sollevò lo sguardo e istintivamente la sua mano andò a cercare quella più vicina. Non si rese conto se stesse stringendo la mano di Sam o quella di Dean, ma percepì quando la stretta venne ricambiata.
Annuì all'uomo, un giovane agente di polizia che taccuino alla mano si apprestava a farle delle domande.
Dove si trovava al momento della morte di Beverly Wallace?
La rossa deglutì a vuoto e un fastidioso brivido le percorse la schiena. Non aveva mai avuto un buon rapporto con le forze dell'ordine, nemmeno quando era poco più di una bambina, ma le cose erano precipitate appena un anno prima.
Ricordi non lontani furono capaci di scuoterla, di farla sentire con le spalle al muro, messa alle strette. La paura le serpeggiò addosso, infida e prepotente e Desdemona serrò i pugni, conficcandosi le unghie nel palmo della mano libera da quella del Winchester. Si voltò appena, realizzando che a stringerle la mano fosse Sam.
Ero...ero con loro.” disse indicando i ragazzi. Dean le posò una mano sulla spalla, stringendola con delicatezza.
L'agente guardò entrambi i ragazzi come a cercare conferma, una conferma che trovò nello sguardo fermo dei due.
E i due bambini?
A quella domanda, Desdemona tremò. Si voltò verso la casa della signora Martin trovando la porta chiusa. Il solo pensiero che Jane e Dylan avessero visto qualcosa la destabilizzava, ma la fiducia che nutriva nei confronti dell'anziana vicina riusciva in parte a liberarla da quel peso.
Quando sono uscita di casa li ho portati dalla signora Martin. Beverly era in cucina in quel momento, probabilmente a bere.
Celò una sfumatura di rabbia nelle ultime parole che l'agente non notò a differenza di Dean che le strinse maggiormente la spalla in un moto quasi involontario. A quel gesto Desdemona parve calmarsi, irrigidendosi nuovamente un istante dopo quando sentì la risata di scherno del poliziotto.
Che c'è, rispondi alle domande prima che ti vengano fatte?
Desdemona ghignò, lasciandosi andare ad una breve risata sarcastica “Non è il mio primo rodeo, agente.
Lo sappiamo. Quante volte sei stata in centrale in poco più di un mese?
Lo sguardo strafottente del giovane agente fu in grado di irritarla, lasciando defluire la paura provata fino a poco tempo prima, quel senso di ansia e inquietudine che l'aveva avvolta.
Se non fosse stato per la presa di Dean sulla sua spalla e quella di Sam che ancora le stringeva la mano, probabilmente si sarebbe avventata con rabbia contro il poliziotto.
Tecnicamente non sono mai stata arrestata.” fu la lapidaria risposta.
Dean represse un sorriso che Desdemona non avrebbe comunque avuto modo di vedere, ma sorrideva soddisfatta a sua volta nel vedere l'espressione sbigottita che si era dipinta sul volto dell'agente.
Quindi la signora Wallace era ancora viva quando sei uscita di casa?” in quella domanda vi era nascosta la speranza di coglierla in fallo, ma Desdemona si limitò ad annuire con lentezza.
Fu Sam a parlare inaspettatamente “Siamo venuti a prendere Desdemona nel primo pomeriggio e sì, la signora Wallace era ancora viva.
Desdemona gli strinse maggiormente la mano in un silente ringraziamento. Era come se stesse assorbendo il conforto che i due ragazzi erano capaci di darle ed era la loro semplice presenza che le impediva di inveire contro l'agente.
A prenderla per andare dove?
Al Burke Inn Motel, dove alloggiano. Dovevamo studiare.” una bugia a metà quella di Desdemona e né Sam né Dean fecero nulla per smentirla.
Dean, a dire il vero, non si sorprese nemmeno della prontezza dimostrata dalla ragazza nel rifilare quella bugia all'agente. Per quanto Desdemona fosse per lui ancora un mistero, aveva capito alcune sue sfumature.
In altre circostanze forse avrebbe continuato a non fidarsi di lei, ma complice il legame che la ragazza sembrava aver stabilito con Sam, Dean si era completamente convinto della sua innocenza.
Tuttavia quel caso era forse il più intricato nel quale si fosse mai imbattuto.
Posso andare dai miei...fratelli adesso?
L'agente attese qualche istante prima di rispondere. Guardò Desdemona il cui sguardo richiedeva comprensione. Vi lesse paura in quelle iridi chiare, una paura che decifrò erroneamente, attribuendola al fatto di aver perso entrambi i genitori affidatari. Infine annuì, le fece cenno di andare indicando la casa poco distante della signora Martin, ma quando Desdemona si alzò, lui la fermò per un braccio facendole serrare la mascella in un moto incontrollato di rabbia.
Non lasciare la città, intesi?
Desdemona sbuffò una risata sarcastica liberandosi dalla presa dell'agente “Sono minorenne, agente...
Nichols.
Agente Nichols. Non potrei lasciare la città neanche se lo volessi.
Si voltò senza aspettare risposta, dedicò solamente uno sguardo ai due Winchester come a chiedere conforto pur senza parlare.
I due ragazzi la seguirono, Sam perché non voleva lasciarla da sola, Dean perché doveva eseguire gli ordini di suo padre: restare con lei.
La signora Martin gli accolse tutti e tre, stringendo Desdemona in un breve abbraccio prima di lasciarla andare. Jane e Dylan le corsero incontro e lei si inginocchiò per stringerli a sé.
Andrà tutto bene.” mormorò con voce tremante.
Li osservò come se volesse incidere nella propria memoria ogni più piccolo particolare dei loro visi.
Forse avrebbero trovato una famiglia migliore, qualcuno che si sarebbe preso cura di loro e che li avrebbe amati per davvero, ma non sarebbero stati più tutti e tre insieme.
Le si strinse il cuore a quel pensiero e trattenne le lacrime, alcune rimasero intrappolate sulle ciglia scure ma non le scivolarono sul volto segnato dalla stanchezza e dalla preoccupazione, altre le ricacciò indietro facendosi forza da sola come sempre.
Ora ascoltatemi bene. Steve e Beverly non ci faranno più del male, ma io non potrò più stare con voi. Avete l'un l'altra e io mi farò viva se ne avrete bisogno, ok? Basta chiamarmi e sarò da voi.
Disse quelle parole a fatica e Jane le gettò le braccia al collo cercando di non piangere. Dylan invece ricercò il suo sguardo, stringendo tra le mani l'action figure di Batman “Come con il Bat-segnale?” le chiese facendola ridere. Lei annuì, sorridendo ancora “Come con il Bat-segnale, pulce.
Sam guardò la scena in silenzio, Dean distolse lo sguardo, soffermandosi per un istante ad osservare il fratello, provando una paura che era sempre stata assopita in lui: seperarsi dalla sua famiglia.
Una famiglia imperfetta e incasinata, forse persino maledetta, ma che amava con tutto se stesso.
Si ripromesse, in quel momento, che avrebbe fatto qualunque cosa per tenerla unita e per proteggerla, come in fondo aveva sempre fatto, anche senza rendersene conto.
Poi si ritrovò a sorridere a Desdemona. Lei, grata, ricambiò il sorriso e fece cenno a lui e a Sam di seguirla in cucina.
Offrì loro qualcosa da bere sotto la direzione della signora Martin e si sedette al tavolo, invitando i due ragazzi a fare altrettanto.
Mi dovete aiutare.” disse sorprendendoli.
Sam sgranò gli occhi preoccupato, Dean li assottigliò confuso.
Fra non molto verranno gli assistenti sociali. Non ci voglio tornare in orfanotrofio. Aiutatemi a scappare.
Sam e Dean si resero così conto che le parole che lei aveva rivolto a Jane e Dylan erano parole di addio o di uno speranzoso arrivederci.

   
 
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