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Autore: heliodor    02/07/2022    0 recensioni
Nata con grandi poteri magici, Bryce è stata addestrata fin da bambina per diventare la strega suprema, la più forte della sua generazione. Lo scopo della sua stessa esistenza è guidare l’esercito dell’Alleanza nella guerra contro l’Orda.
Quando Malag il rinnegato esce allo scoperto e attacca Valonde, la vittoria sembra allontanarsi sempre di più e molti iniziano a dubitare delle sue capacità.
Per diventare la guida che tutti si aspettano che sia e vincere la guerra, Bryce dovrà rinunciare all’amore, all’amicizia e a tutto ciò che la vita potrebbe offrirle se smettesse di combattere.
Ma sarà davvero in grado di compiere un sacrificio così grande?
Da oggi con il 100% di Mappa in più!
La trovate in cima al primo capitolo.
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Cronache di Anaterra'
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Andiamo a morire

 
“Almeno avrò una bella storia da raccontare” disse Divash montando in sella.
Bryce lo guardò accigliata. “Me l’hai già detto una volta o sbaglio?”
Lo stregone sorrise e scosse la testa. “La tua memoria è buona, principessa di Valonde.” Fece schioccare le redini.
“E quella storia?” gli chiese.
“Te la racconterò dopo la battaglia.”
Elvana la raggiunse. “Pare che i difensori della città ci abbiano scorto. Le vedette riferiscono di una grande attività vicino alle mura. Non possono scorgere quello che succede oltre, ma è chiaro che stanno facendo affluire forze dalla parte occidentale a quella orientale per rafforzare le difese.”
“Niente che non avevamo previsto, no?”
Elvana annuì. “Vuol dire che sarà più dura farsi strada tra i loro corpi.”
“Hai paura? Vuoi restare nelle retrovie e goderti la battaglia da un posto sicuro?” le chiese per provocarla.
Elvana ghignò. “Sei proprio un’idiota. È ovvio che preferirei stare a mille miglia di distanza da qui. Dove vai tu ti seguono morte e distruzione da quando ti conosco.”
Bryce sospirò. “Allora resta indietro.”
“Non avevo ancora terminato. A me piace tutto questo. Per una volta, sento di stare facendo la cosa giusta. E la mia parte.”
“Pensavo odiassi farmi da scorta.”
“Non parlavo di quello, ma della battaglia. Odio ancora farti da scorta e se tu fossi meno stupida avrei smesso Lune fa.” Si strinse nelle spalle.
Vyncent e Coralena arrivarono insieme.
“I nostri tre gruppi dovranno procedere insieme” annunciò la strega di Arzit. “Ma arrivati in prossimità dell’ingresso, noi avanzeremo e voi resterete indietro, al coperto. Quando abbatteremo il cancello renderemo sicuro il passaggio per voi.”
Bryce annuì con vigore.
“E se non ci riuscite?” chiese Elvana.
“Vuol dire che moriremo tutti” rispose Coralena.
Bryce si concesse un’ultima occhiata all’armata schierata dietro di lei. Ventimila lance brillavano sotto il sole divise in duecento formazioni di cento soldati ciascuna. Trenta erano state disposte al centro a formare il gruppo che avrebbe attaccato l’ingresso. In mezzo a ciascuna formazione spiccavano uno o due mantelli. Gli altri tre gruppi erano formati da cinquanta formazioni ciascuna senza alcun mantello al loro interno. Due erano stati piazzati sulla destra e uno sulla sinistra. Qui vi erano altre quindici formazioni che sarebbero state sotto il suo diretto comando e dietro a queste, cinque formazioni che avrebbero ubbidito a Vyncent. C’erano anche duecento cavalieri all’estrema sinistra, per lo più esploratori.
“Quando vuoi” disse Jehla Metz.
Bryce si concesse qualche istante per riflettere.
“Non dovresti dire qualche parola ai soldati?” le chiese Elvana.
“Come nei romanzi d’avventura?”
“Lì sembra funzionare sempre. Il comandante dice un paio di sciocchezze e i soldati muoiono felici fino alla vittoria assicurata.”
“Agli inferi” disse strattonando le redini. “Prendiamo quella dannata città” gridò alzando il braccio destro.
A quel segnale, Jakos, Divash e Fratuss gridarono i loro ordini e i gruppi da cinquanta formazioni iniziarono a marciare verso la città.
Dietro ogni gruppo, una dozzina di scale venivano trasportate a braccia dai soldati.
Dalla città giunse il suono di un corno.
“Ci danno il benvenuto” disse Elvana.
“Andiamo a bussare alla loro porta” disse Coralena. Alzò il braccio e lo abbassò subito, iniziando ad avanzare. Il suo gruppo la seguì.
Bryce li osservò allontanarsi di cinquecento passi e quando tra il suo gruppo e quello di Coralena ce ne furono almeno duecento, diede l’ordine di avanzare.
“Andiamo anche noi” disse.
Elvana diede uno strattone alle redini e l’affiancò.
“Alla fine hai imparato a cavalcare” le disse cercando di non far trasparire la tensione.
“E tu a comandare.”
“Io ho sempre saputo comandare” rispose piccata. “Sono nata per questo.”
“No” disse l’altra. “Tu sei nata per farti ammazzare da Malag mentre cerchi di duellare con lui. Non sei affatto nata per questo e mi sorprende che tu sia qui oggi a dare ordini a questa armata. E che lei ti segua. Sono persino sorpresa che io ti segua, Bryce di Valonde.”
Sospirò. “Sei davvero confortante, lo sai?”
“Non sono nata per confortarti” rispose Elvana ghignando.
Bryce girò la testa e vice che il gruppo di Vyncent si era messo in marcia dietro di loro. Inspirò a fondo e tornò a fissare l sguardo davanti a sé, dove poteva vedere le formazioni ai lati dell’armata avvicinarsi alle mura.
Divash sarebbe arrivato per primo, mentre Jakos e Fratuss dovevano superare un pio di basse colline che li avrebbero rallentati.
Coralena invece stava rallentando, come se volesse arrestare la sua avanzata.
Era stata Jehla Metz a suggerire quella manovra. “Non attacchiamo tutti insieme” aveva detto alla fine della riunione di guerra. “Osserviamo i difensori rinnegati come reagiscono al nostro attacco. Sono sicura che siano piuttosto confidenti con le loro difese e certi di poter resistere a un assalto. Diamo loro l’impressione che il nostro sia un attacco disordinato e poi assaltiamoli con tutte le nostre forze, sorprendendoli mentre credono di poter controllare la situazione.”
Il gruppo di Divash era a un centinaio di passi dalle mura quando da queste partirono le sfere infuocate. Bryce ne contò tre in successione.
Due caddero lontane dalle prime formazioni, ma la terza ne colpì una in seconda fila. Da quella distanza udì solo il rombo dell’esplosione ma tra le fiamme alte intravide i soldati che cercavano protezione dietro agli scuri e quelli che invece erano stati centrati in pieno e adesso ardevano al suolo.
“È iniziata davvero” disse Elvana.
“Sì” rispose Bryce con la gola secca.
Le formazioni comandate da Divash accelerarono il passo portandosi a ridosso delle mura. Dall’alto piovvero pietre e frecce che colpirono gli scudi e rimbalzarono lontano.
Per la maggior parte.
Ogni tanto uno di quei proiettili trovava un passaggio o sfondava il metallo e il soldato che si era protetto sotto di esso cadeva a terra, tramortito o morto, da quella distanza non avrebbe potuto dirlo.
“Guarda” disse Elvana indicando la parte destra dello schieramento.
Le formazioni di Jakos e Fratuss avevano continuato ad avanzare fino a un centinaio di passi dalle mura, prima che qualcosa le scuotesse e iniziassero a correre.
Sulle loro teste piovvero massi e dardi che seminarono lo scompiglio nelle prime file. Quelli indietro superarono o calpestarono quelli che erano caduti e proseguirono.
A sinistra, i soldati di Divash avevano appoggiato le scale elle mura e stavano tentando la salita. Dall’alto giunse un rombo sommesso prima che una sfera infuocata si abbattesse su una delle scale, scagliandola via insieme ai soldati e una porzione di mura.
“Se continuano così distruggeranno le loro stesse difese” disse Elvana.
Bryce si limitò ad annuire, l’attenzione rivolta alle formazioni di Coralena che stavano avanzando verso l’ingresso della città.
Tra poco toccherà a me, si disse.
Coralena portò le formazioni a cento passi di distanza prima di dare l’ordine di attaccare. Le prime file partirono di corsa mentre quelle più indietro attesero qualche istante prima di mettersi in moto.
Dal punto in cui si trovava, Bryce li vide riversarsi contro l’ingresso come onde che si scagliavano contro la scogliera.
Dalle torri piovvero frecce che colpirono quelli che non avevano lo scudo o non avevano fatto in tempo a sollevarlo. Un soldato venne trafitto da una freccia all’occhio destro e cadde all’istante.
Ne vide un paio trascinarsi sul campo di battaglia, le gambe e l’addome pieni di frecce mentre altri giacevano al suolo senza apparenti ferite.
Sulla destra Fratuss aveva iniziato la scalata delle mura assieme ai suoi soldati mentre Jakos aveva portato le sue formazioni più in profondità.
“Cerca di attirare lontano i difensori” disse Elvana. “Per consentire a Fratuss di entrare.”
Bryce annuì. “Tra poco toccherà a noi” annunciò.
“Hai paura?” le chiese Elvana.
“No” rispose brusca. “Sono nata per questo.”
La strega di Ningothris annuì con vigore. “Sapevo che avresti risposto con queste esatte parole.”
Una delle formazioni di Coralena era avanzata sotto i colpi dei difensori fino alla grata che chiudeva l’ingresso e ora un centinaio di soldati si affollavano davanti all’ingresso.
Li vide ondeggiare mentre caricavano spingendosi in avanti. Poteva solo immaginare quello che stavano provano i soldati nelle file avanzate, schiacciate tra i proprio compagni che premevano da dietro e la grata.
Il piano era quello di sollevare la grata quel tanto che bastava da permettere ai soldati di passarci sotto. Da lì in poi avrebbero dovuto combattere corpo a corpo con i difensori.
La grata venne sollevata di un poco e vide agitarsi l’intera formazione mentre qualcuno si infilava di sotto. Dall’altra parte della grata, soldati con lo scudo dipinto di grigio usavano le lance per infilzare quelli che cercavano di entrare. I cadaveri si stavano accumulando fino a formare un muro di carne umana che proteggeva quelli che dall’esterno provavano a sollevare la grata.
I soldati si passarono tra loro dei tronchi di legno fino alla grata e quando questa venne alzata fino all’altezza di un uomo, qualcuno li passò sotto di essa.
Quando la lasciarono andare, la grata rimase incastrata sui tronchi senza potersi chiudere del tutto.
Quello sembrò un segnale.
Le formazioni rimaste in disparte si lanciarono verso l’ingresso sciamando oltre di esso attraverso la breccia aperta.
“Stanno entrando” disse Elvana.
“Tocca a noi.”
Si concesse un’ultima occhiata alle spalle, ma non alla sua formazione. Con lo sguardo cercò Vyncent e lo trovò che parlava con uno dei suoi luogotenenti.
Avrebbe preferito che stesse guardando lei, ma le bastava avergli rivolto un’ultima occhiata prima di avanzare.
“Andiamo” disse.
Dietro di lei le formazioni avanzarono con passo costante.
Bryce ne vide sfilare tre prima di accodarsi all’ultima.
“Dove vai?” le chiese Elvana. “Non dovresti rimanere nelle retrovie?”
“Il mio posto è lì in mezzo” disse con tono deciso.
La strega scrollò le spalle. “Così sarà più difficile proteggerti.”
“Allora torna indietro” le disse per provocarla.
Elvana sogghignò. “Ormai dovresti conoscere la risposta, Bryce di Valonde.”
“Allora tu non costringermi più a fare la domanda” ribatté divertita.
“Quindi è così che andiamo a morire?”
“Ti spettavi qualcosa di diverso?”
“No” rispose Elvana. “E nemmeno lo desideravo. Andiamoci a guadagnare la nostra morte gloriosa.”
Stavolta Bryce fu d’accordo con lei.

 
  
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