PERSA IN OSCAR

Rating: viaggi nel tempo, commedia, romantico, avventura

Fandom: Lady Oscar.

Note: chi di noi fan non ha mai sognato di trovarsi a tu per tu con Oscar e André (soprattutto con il secondo)? Peccato che a quell’epoca non fosse tutto perfetto, anzi, come scoprirà la nostra protagonista, un alter ego di molte noi fan, che si troverà catapultata all’epoca della sua beniamina. Per questa storia mi sono ispirata al libro Il sogno della regina in rosso, basato pare su fatti reali, e alla miniserie Il romanzo di Amanda, in originale Lost in Austen. Sono anche debitrice ai simpatici libri dell’amico Fausto Avaro sul nerd catapultato nel mondo dei robottoni di Go Nagai. Qui c’è una nerd nel mondo di Oscar.

Capitolo sedicesimo

Sono anni che c’è in corso un dibattito nel fandom di Lady Oscar sul gesto di André che lo porta poi a dichiarare il suo amore ad Oscar. C’è chi lo vede come un atto disperato provocato da troppe contigenze negative, c’è chi lo condanna senza appello come una molestia e un abuso, c’è chi lo considera come l’inizio di una nuova consapevolezza per Oscar, che finalmente si interroga sui suoi sentimenti.

Una cosa certa è che quel fatto provoca una rottura tra Oscar e André, che ci mettono poi troppo a riavvicinarsi. E se riuscissi a fare in modo che quella cosa comunque traumatica e umiliante per entrambi non accadesse?

Quel pomeriggio passa in maniera sonnolenta, André esce e credo di sapere dove va, dal dottore per il suo occhio, poi verso sera sento chiaramente Oscar che suona il clavicembalo. Scendo al piano terra e vedo André troppo vicino all’armadio dei vini, che si versa troppo da bere.

“André, farebbe piacere a voi e ad Oscar una nuova puntata della Storia dei Sette Regni e del Trono di Spade?”

“Ma che bella idea, certo!”

Ecco, è fatta, adesso li intrattengo per un po’ con omicidi, passioni, sesso, battaglie e poi ad Oscar non verrà voglia di ferire André in quel modo, trattandolo da servo, lui non risponderà con la lezione di botanica su rose e lillà, lei non si incavolerà come una biscia picchiandolo e afferrandolo per il bavero, André non perderà le staffe baciandola, spingendola sul letto e strappandole la camicia di dosso, Oscar non si sentirà umiliata e spaventata temendo che André possa farle qualcosa di irreparabile, André si dispererà dichiarandole il suo amore e poi si allontaneranno per troppo tempo!

Bravo zio George Martin, mi hai dato il modo di salvare la situazione con la tua storia estrema ma tanto appassionante.

“André, porta su questo vassoio con la cioccolata ad Oscar!”, dice Marie di colpo.

“Certo, nonna”.

Io lo seguo e arriviamo entrambi in camera di Oscar, restando incantati a vederla suonare il clavicembalo.

“Sai, Oscar, madamigella Caterina vuole continuare con la storia dei Sette Regni”.

“Oh, certo che bello. Mi mancherà la vostra storia quando non sarò più qui”.

Vedo André che stringe le labbra, è molto triste per lui sentire questo, ma poi fa finta di niente.

Cerco di distrarli, e ci riesco, visto che si appassionano per il legame tra Brienne e Jamie, per le peripezie di Arya in cerca di vendetta, per Daenerys che parte in cerca del suo regno, per Tyrion vessato dal nipote.

Ora però è tardi, ed è ora di andare a dormire.

“Grazie madamigella Caterina, spero di riuscire a sentire ancora qualcuna delle vostre storie. Certo che quel Joffrey è davvero ignobile e Brienne perderà mica la testa per Jamie?”, mi chiede Oscar, come una fan del mio tempo alle prese con le prime battute di Game of Thrones.

“Vedrete, vedrete”, dico io, mentre André annuisce.

“Spero davvero che Joffrey sparisca al più presto, Ned Stark era il mio personaggio preferito dopo la figlia e non gli perdono di averlo ucciso. Brienne e Jamie… storia intrigante, ma troppo amore impossibile, grazie no”, aggiunge André.

Già, ti basta quello che ti succede nella vita, no?

“Ci saranno sviluppi interessanti”, dico io.

“Benissimo, ad André continuerete certo a raccontarli”, dice Oscar sorridendo ad entrambi.

Cavolo, ha tirato la bomba e non nasconde la mano.

André la guarda con aria triste ma stavolta combattiva.

“Madamigella, ci potete lasciare da soli? Voglio parlare un attimo con André. Prima che ve ne andiate, desidero ribadire di fronte a lui la mia volontà affinché voi continuiate a considerare questa casa come la vostra, finché avrete piacere di farlo.”

André annuisce e mi guarda.

“Ora devo parlare con André, grazie, buona notte e ci vediamo domani”.

Devo andarmene, e non vorrei farlo, ma non posso ignorare una richiesta esplicita. Vorrei dire ad Oscar di usare le stesse parole che ha usato con me su André a lui, ad André di non parlarle di rosa e lillà, a Oscar di non infuriarsi… ma forse è giusto che sappia cosa André prova per lei, e magari qualcosa andrà in maniera diversa.

Esco e chiudo la porta, ma non riesco ad allontanarmi e resto lì vicina. I palazzi del Settecento hanno le mura spesse, non come tante case moderne in cui senti gli aghi che cadono, ma qualcosa sento.

Subito no, deve essere quando Oscar comunica ad André, senza guardarlo in faccia, che non vuole più che lui si occupi di lei e quando lui dice la frase incriminata.

Ma poi qualche parola mi arriva:

“Vorresti dirmi che una donna resta una donna in ogni caso, vero André? Rispondimi!”

Sento il rumore netto di uno schiaffo e poi altre urla di Oscar. Poi di colpo arriva il silenzio, per diversi istanti, seguito da una frase:

“Lasciami, André, o chiamo aiuto!”

Potrei entrare, ma cosa potrei fare? Assistere a un momento difficile e umiliante per entrambi senza poterli aiutare sul serio? Mi sento impotente e scivolo verso la mia stanza, socchiudendo la porta.

Dopo non molto, sento la porta della camera di Oscar che si apre: sbircio attraverso uno spiraglio del mio uscio e vedo uscire André, distrutto, con le guance bagnate dalle lacrime. Non posso fare niente né per lui né per Oscar, lo vedo correre verso il suo alloggio, disperato.

Cerco di dormire quella notte, ma mi giro e rigiro senza riuscire a prendere sonno se non verso il mattino. Loulou oggi non verrà e io potrei andare avanti con le miniature e l’acquarello.

Quando scendo per fare colazione incrocio André scuro in volto, che mi saluta in maniera cordiale, ma capisco benissimo che ha il cuore spezzato. Oscar è andata a fare una cavalcata.

La tensione in casa è pesante come un macigno. Io cerco di distrarmi con la pittura, potrei anche preparare dei bozzetti con i gatti di Loulou con cui decorare delle ceramiche. Ad un tratto, sento arrivare un cavallo, deve essere Oscar che è tornata.

Dopo un po’ sento bussare alla mia porta: è proprio Oscar, con un’aria solo all’apparenza serena.

“Scusatemi se vengo a salutarvi solo adesso, madamigella Caterina. Vorrei chiedervi una cosa”.

“Certo”

“Ecco, cosa provate per André? Ho visto come lo guardate, e credo che vi piaccia molto, o sbaglio?”

Cos’è questa mossa a sorpresa? Non so cosa rispondere e resto a bocca aperta.