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Autore: Padmini    03/08/2022    1 recensioni
Con questa storia voglio modificare in modo drastico il Film e la Serie Boruto, che non mi stanno piacendo per niente. Alcuni personaggi verranno eliminati, altri avranno un destino diverso, lo scoprirete leggendo. Spero che vi piaccia!
dal Primo Capitolo
La voce di Boruto gli arrivò come una ventata d’aria fresca, suo figlio era lì, era lì per salvarlo! Con uno sforzo indicibile riuscì a voltare appena la testa, la vista era sfocata, ma riconobbe in qualche modo le sagome di Sasuke, gli altri Kage e … Boruto? Sì, era proprio lui, ma per caso indossava la sua vecchia giacca? Quella logora e strappata di quando era bambino? Non riuscì a trattenere un sorriso, anche se Boruto aveva barato, anche se aveva meritato la squalifica per ciò che aveva fatto, era fiero di lui, si era rialzato e aveva continuato, sfidando la vergogna, sfidando la sconfitta, aveva affrontato tutto quello per venirlo a salvare.
“Papà!”
Genere: Angst, Avventura, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Boruto Uzumaki, Himawari Uzumaki, Kakashi Hatake, Naruto Uzumaki | Coppie: Hinata/Naruto
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
Capitoli:
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Ciao a tutti!

Questo capitolo è stato molto difficile da scrivere ma spero di essere riuscita a trasmettervi ciò che volevo. Fatemi sapere cosa ne pensate, la vostra opinione è molto importante per me! Ringrazio tutti quelli che stanno leggendo questa storia e in particolare Luna di Perla, che per ogni capitolo mi lascia una bellissima recensione!

Un abbraccio!

Mini



 

9. Vecchi ricordi


I membri della famiglia Oototsuki continuavano a sorvegliare i villaggi ninja e, forti delle proprie capacità e consapevoli di non poter essere sconfitti, si limitavano ad osservare le macerie che avevano generato durante il loro primo attacco.

Momoshiki, in tutto questo, non era stato ancora visto e tutti si chiedevano che fine avesse fatto e se e quando avrebbe attaccato, per questo erano tutti all’erta.

 

L’eliminazione delle copie di Naruto e Sasuke aveva trasmesso le conoscenze agli originali, quindi ora avrebbero potuto combattere meglio, con più consapevolezza e con una strategia mirata in tutti i villaggi.

Una volta create, le copie si erano nascoste per poter riflettere con calma. Dopo aver pianificato l’attacco, Naruto e Sasuke erano riusciti a recuperare molte armi: shuriken di diverse dimensioni, kunai, granate e bombe carta, tutte armi che, non utilizzando il chakra, avrebbero potuto facilmente mettere in difficoltà il nemico, o almeno era ciò che speravano.


Nel frattempo, nel nascondiglio nella montagna, la situazione si era stabilizzata. I boati dell’attacco erano ormai svaniti dalla memoria dei presenti e tutti cercavano di stare semplicemente tranquilli.

Alcuni feriti erano stati recuperati dalle macerie dai ninja ritornati grazie a Sasuke e tutti ora stavano al riparo, consapevoli che esporsi per un attacco sarebbe stato da folli: ciò che potevano fare era non abbassare la guardia per eventualmente difendersi da un ulteriore attacco.

Sakura, insieme agli altri ninja medici, si era occupata di tutti i feriti gravi e poi di quelli lievi e si era infine rilassata, raggiungendo Sarada, che si era addormentata e Naruto con Boruto e Himawari, che dormivano con la testa sulle gambe del padre.

“Sono molto arrabbiata con te, sai?” sussurrò Sakura a Naruto.

“Come se fosse una novità” mormorò lui in risposta, accarezzando le teste dei suoi figli.

“Non sono mai stata arrabbiata come lo sono ora, però!” continuò lei, alzando appena la voce, trattenendo a stento le lacrime “Perché lo hai fatto? Perché sei …”

Sakura si interruppe. Era consapevole che Naruto non aveva avuto scelta, che decidendo di fare da scudo contro l’esplosione aveva salvato molte vite, tuttavia non riusciva ad accettare completamente le conseguenze di tale scelta.

“Non volevo che finisse così, Sakura” rispose lui “Non volevo morire, ho subito rimpianto tutto ciò che ho perso, ma poi ho capito che voi potete andare avanti anche senza di me, forse un po’ grazie a ciò che io ho fatto in vita, non ho rimpianti e sono sereno.”

“Presuntuoso!” borbottò lei, sogghignando “Ma è vero, tutto ciò che hai fatto nella tua vita ha lasciato una grande impronta nel mondo, in tutti coloro che ti hanno conosciuto, in tutte le persone che hai cambiato semplicemente conoscendole … e io sono tra queste.”

Naruto sorrise.
“Ti ringrazio.”

Naruto la osservò mentre si asciugava le lacrime che nel frattempo le avevano bagnato tutto il viso.

“Sakura?”

“Sì?”

“Posso dirti una cosa?”

“Dimmela e basta, idiota!” rispose lei, ridendo.

“So quanto hai sofferto durante la tua vita, a causa di Sasuke. Tu eri innamorata ma lui ti ignorava, giusto?”

Sakura annuì, arrossendo, certa di dove lui volesse andare a parare.

“Non preoccuparti, non voglio dirti nulla di imbarazzante” si spiegò meglio lui “So benissimo che sai che ho sempre provato un forte sentimento nei tuoi confronti, ma non sono mai riuscito a dirtelo apertamente.”

Naruto si interruppe, sembrò riflettere su quello che stava per dire, nel frattempo osservava la sua fede matrimoniale.

“Non fraintendermi. Io amo Hinata, il mio amore per lei è cresciuto lentamente e mentirei se dicessi che l’ho sempre amata, ma adesso è così e darei tutto ciò che ho per lei. Credevo di amare te, e in effetti era vero, ma con il tempo ho capito che il sentimento che mi lega a te è altrettanto bello e profondo. Ho sempre detto che Sasuke è per me come un fratello, ma mi sarebbe piaciuto averti come sorella, sai?”

Sakura aveva sempre intuito ciò che Naruto le stava dicendo, anche se non si erano mai detto nulla apertamente, sentirselo dire a parole da lui fu ancora più bello ma allo stesso tempo devastante, dal momento che sapeva che a breve lui sarebbe scomparso.

“All’inizio io non ti sopportavo, sai?” spiegò lei, ridacchiando “Ora però mi rendo conto che sì, sei come un fratello, per me.”

Naruto non rispose ma sorrise e continuò ad accarezzare la testa dei suoi figli addormentati.



 

Fuori dal Nascondiglio, Sasuke e Naruto avevano nel frattempo stabilito una strategia ed erano usciti allo scoperto. La maggior parte delle armi era stata comodamente riposte all’interno dei rotoli mentre quelle che avrebbero usato subito erano a portata di mano, legate alle gambe e alle braccia. Naruto si era preso qualche minuto per entrare nella modalità eremitica ed erano usciti per poi saltare in cima agli edifici più alti che erano sopravvissuti all’attacco del nemico.

“Siete tornati, vedo” gridò lui, non appena li vide “In fin dei conti ho fatto bene ad aspettare, mi divertirò ancora un po’ con voi.”

“Ti divertirai ben poco!” lo attaccò Naruto “Pagherai per tutto ciò che hai fatto!”

Il nemico scoppiò a ridere.

“Davvero? Davvero credete di potermi sconfiggere? Sapete con chi avete a che fare?”

“Con qualcuno che chiacchiera un po’ troppo” rispose Sasuke “Sei irritante!” esclamò.

Non attesero oltre e lo attaccarono, senza esitare, frontalmente, lanciandogli contro tutte le armi che avevano addosso, fuori dai rotoli.

“Siete ridicoli!” gridò il nemico, evitando le armi o respingendole con il solo chakra “Pensate di potermi sconfiggere così?!”

Sasuke e Naruto non lo ascoltavano, erano troppo occupati a portare avanti il loro piano. Mentre Otstutsuki rideva, alcune armi che aveva schivato e che erano volate oltre le sue spalle si trasformarono in copie di Sasuke e Naruto, che a loro volta iniziarono a lanciare contro di lui altre armi e altre bombe, estraendole dai rotoli.

“Folli! Folli! Siete solo degli stupidi arroganti che non sanno con chi hanno a che fare!”

I boati delle bombe carta e il rumore delle armi si sentivano a distanza, ma furono presto sovrastati da un’unica grande esplosione, provocata da Otstutsuki, che fortunatamente non riuscì a colpire le copie di Sasuke e Naruto.



 

Nello stesso momento, a nord del Villaggio della Roccia, Naruto aspettava. Non avevano sufficienti informazioni per poter agire e, prima di affrontare Momoshiki, volevano essere certi che gli altri membri del suo Clan fossero sigillati.

L’attesa era tremenda, ma sapere che i suoi cari e gli abitanti degli altri villaggi erano salvi era già un gran sollievo. Hinata, insieme a Ino, era impegnata a raccogliere informazioni sul territorio, mentre Shikamaru e Sai cercavano di tracciare una mappa per poi poter agire mentre gli altri riposavano, in vista dell’attacco.

Naruto, invece, non riusciva a dormire, se ne stava seduto, intento ad osservare gli altri. Sapeva che presto sarebbe scomparso, sapeva che quelli sarebbero stati gli unici istanti in cui li avrebbe potuto osservare da vicino, e per questo voleva godersi quei momenti il più possibile.

Kurama, che fino a quel momento aveva aiutato Hinata e Ino, gli si avvicinò.

“Sei straordinario, sai?” gli disse, sedendosi accanto a lui.

Naruto si voltò ma non rispose, sapeva che quando Kurama voleva parlare, era meglio stare in silenzio.

“Ho vissuto tanti anni, così tanti che dopo un po’ ho smesso di contarli, eppure non avevo mai pianto per nessuno, almeno non dopo la morte di Hagoromo.”

Naruto rimase sempre in silenzio, felice però di sentire quelle parole.

“Non avrei mai pensato di potermi affezionare così tanto a una mia Forza Portante e che sarebbe diventata il mio primo e più caro amico. Non avrei nemmeno mai pensato che tu saresti stato l’ultimo essere umano in cui sarei stato confinato.”

Naruto ridacchiò.

“L’ultimo?”

“Sì. Sai, a lungo ho pensato a chi sarei stato legato dopo la tua morte, ho sempre creduto che saresti morto vecchio, sereno, e che mi avrebbero confinato magari in uno dei tuoi figli, ma dopo ciò che ti è successo ho deciso di restare libero.”

“Mi sembra un’ottima idea, Kurama” rispose Naruto “Sono molto felice per te!”

“Lo so” rispose lui “Ormai ti conosco bene.”

“Tra l’altro stai molto bene come umano. Assomigli molto a mia madre, a parte gli occhi” disse “Avremmo potuto essere fratelli!”

“Sì, in effetti non sarebbe stato male.” rispose lui ridacchiando “Non so se terrò per sempre questa forma umana, al momento è funzionale per questa situazione e probabilmente l’abbandonerò in battaglia, ma non mi sento di fare previsioni in merito.”

Kurama si interruppe, prese un profondo respiro e tornò serio.

“Tu però non sai perché io ho preso questa decisione, perché non vorrò un’altra Forza Portante.”

Naruto smise di ridere e lo guardò, anche se Kurama guardava oltre, rivivendo vecchi ricordi, vecchi desideri e vecchi pensieri..

“Dopo la quarta guerra ninja vedere gli altri Cercoteri liberi mi ha fatto venire voglia di esserlo a mia volta, confesso che se non mi fossi affezionato a te, nel frattempo, avrei preferito seguirli, ma in quel modo ti avrei condannato a morte. Oggi, dopo tutto ciò che abbiamo passato insieme e dopo ciò che ti è accaduto, essere libero non è ciò che voglio solo per me, ciò che voglio è non condannare qualcun altro al tuo stesso destino, non voglio che qualcun altro muoia per il desiderio altrui di possedere il mio potere.”

Naruto era rimasto senza parole, si limitò a sorridere, ma a Kurama bastò per comprendere i suoi sentimenti. Entrambi sorrisero, ma all’improvviso qualcosa cambiò.

“Dannazione!” esclamò Kurama, battendo un pugno a terra e cercando disperatamente di reprimere le lacrime che invece avevano iniziato a rigargli il viso “Non doveva andare così. Non doveva andare così. Sapevo che prima o poi tu saresti morto, sapevo che ti sarei sopravvissuto, ma non ora, non … Mi mancherai, Naruto. Davvero.”

Naruto non parlò ma si rivide in lui, sapeva quanto stava soffrendo, era la stessa sofferenza che aveva provato lui quando era morto l’Eremita Porcello, una sofferenza enorme, apparentemente impossibile da superare.

“Quando è morto Jiraiya mi sono sentito devastato, non pensavo che sarei più riuscito ad andare avanti, ad essere un ninja … a vivere. Mi sentivo solo, lui era per me come un padre, un punto di riferimento, qualcuno su cui potevo contare … e se ne era andato. Mi sono sentito destabilizzato, mi è sembrato che tutto il mondo scomparisse … poi è arrivato il Maestro Iruka e, come la prima volta, mi ha salvato dalla sofferenza e mi ha fatto vedere che c’era un mondo intero attorno a me, che c’erano tante persone che contavano su di me, che io potevo fare la differenza, che potevo portare avanti la sua eredità.”

Naruto si voltò verso Kurama.

“Tu queste cose le sapevi già, vero?” chiese, leggermente imbarazzato per essersi sfogato in modo tanto smielato.

“In parte” ammise Kurama “Ammetto che, all’epoca, la cosa mi interessava poco. Quando hai cominciato a parlarmi con il cuore, ho iniziato poi a rivalutare tutta la mia vita con te e tutto ciò che hai dovuto affrontare a causa della mia presenza. Non dico a causa mia” specificò, senza riuscire a celare la rabbia “Perché non sono stato io a scegliere di essere confinato dentro di te.”

“Lo so” rispose Naruto “Sono stati i ninja a creare questo circolo di odio, voi non ne potevate nulla, siete state vittime di questo sentimento che lentamente vi ha inquinato il cuore. Anche se all’inizio ero arrabbiato con te e davo a te la colpa di tutti i miei mali, era più facile, ovviamente, poi ho capito che in realtà anche tu eri una vittima.”

“Ammetto che non mi piace l’idea di essere considerato una vittima” borbottò Kurama “Ma hai ragione, è vero, lo ero.”

“Tanti di noi lo sono stati, in un modo o nell’altro” rispose Naruto “La differenza è che noi ci siamo rialzati e non abbiamo mai smesso di combattere.”

Kurama annuì. L’attesa si stava facendo snervante, ma non potevano fare altro.


L’attacco di Naruto e Sasuke si era momentaneamente interrotto, le copie presenti nel campo di battaglia di Konoha erano le uniche a combattere al momento, volevano essere certi della validità del loro piano prima di disperdere energie per niente, nel frattempo le copie presenti negli altri villaggi sorvegliavano la situazione, che fortunatamente era rimasta invariata.

“Sei pronto?” cheise Sasuke a Naruto “Il prossimo sarà l’attacco finale”

“Non mi sono mai sentito più pronto!” rispose Naruto, sorridendo eccitato “Andiamo!”

 
   
 
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