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Autore: LorasWeasley    12/09/2022    2 recensioni
future|fic [kagehina|matsuhana]
Cosa succederebbe se il figlio esaltato, solare e sempre felice di Hinata e Kageyama stringesse amicizia con il figlio tranquillo e sonnolento di Makki e Mattsun?
Eccovi la storia di come Youta e Sho sono diventati amici e poi qualcosa di più.
Genere: Commedia, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Issei Matsukawa, Shouyou Hinata, Takehiro Hanamaki, Tobio Kageyama
Note: Kidfic | Avvertimenti: Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'Future Fic with Babies'
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Altruismo



Kageyama Youta era da sempre stato una persona altruista. C’erano stati tantissimi momenti, nell’arco della sua vita, che lo avevano dimostrato.
 
Quando aveva tre anni, era andato a fare compere con papà Tobio al centro commerciale e qui l’adulto gli aveva comprato un pacco di caramelle per essersi comportato in modo impeccabile.
Il bambino stava sgranocchiando il suo pacco di dolci tutto felice mentre lasciavano la grande struttura del centro commerciale alle loro spalle e si avviavano lungo il parcheggio alla ricerca della loro macchina.
Fu qui che Youta notò cinque operai che stavano sistemando dei tubi in un settore recintato.
-Papino, perché quei signori lavorano anche con questo caldo?- si informò il bambino mentre si fermava a guardarli.
-É il loro lavoro, non possono smettere solo perché fa caldo- spiegò tranquillamente Kageyama mentre alzava le spalle.
Youta fece un’espressione triste, poi alzò lo sguardo sull’adulto e domandò ancora -Posso dargli le mie caramelle? Così sono più felici.
Tobio rimase completamente sorpreso e spiazzato da quella domanda e quel commento, solo per questo ci mise qualche secondo di troppo ad annuire e rispondere -Certo, vai pure.
Youta, adesso di nuovo felice, corse da quei cinque uomini e iniziò a offrire loro le sue caramelle.
Fu la prima volta che il palleggiatore pensò che suo figlio fosse fin troppo buono per quel mondo.
 
Quel giorno Hinata era stato troppo impegnato per preparare qualsiasi cosa a casa così, dopo aver preso Youta all’asilo, decise che avrebbero pranzato in un ristorante.
Erano solo loro due, avevano ordinato bistecca e patatine e avevano un bel tavolo vicino alla finestra. Gli era appena arrivato il cibo quando Youta iniziò a guardare intensamente qualcosa fuori dalla vetrata.
-Che guardi?- si interessò l'adulto dopo aver ingoiato il suo primo boccone -guarda diventa freddo il cibo.
-Perché quel signore tutto sporco è seduto a terra?
Era un senzatetto, si trovava di fronte il ristorante ma dall'altro lato del marciapiede, i suoi vestiti erano sporchi e strappati, stava sopra un piumone e stava chiedendo l'elemosina.
Shoyo cercò di capire come spiegarlo al figlio -è una persona che ha avuto qualche problema nella vita, ora non ha una casa e chiede aiuto alle persone.
Youta uscì il labbro in fuori mentre pigolava -è una storia così triste…
-Lo so, quando usciamo gli diamo dei soldi, va bene?
Il bambino annuì, sembrò pensare a qualcosa e prendendo il suo piatto chiese -posso portargli questo per ora?
A Hinata si inumidirono gli occhi -certo amore, lo farai molto felice.
Youta scese dalla sedia tutto felice, poi traballante prese il suo piatto pieno (facendo cadere diverse patatine) e corse fuori dal locale per consegnarlo a quell'uomo.
Hinata lo tenne d'occhio dalla finestra del locale, vide come gli occhi dell'uomo si riempiono di stupore, come lo ringraziò più e più volte e come, con un semplice gesto, suo figlio di cinque anni era riuscito a migliorare la sua giornata.
 
-
 
Matsuhana Sho amava Kageyama Youta per tantissimi motivi, così tanti che era difficile elencarli tutti. Ma il suo altruismo andava messo sicuramente ai primi posti.
Amava come il suo ragazzo aiutasse le persone senza neanche pensarci, senza pretendere nulla in cambio, che lo facesse semplicemente perché era giusto così.
Sho l’aveva visto molte volte all’opera, come quando erano stati in ospedale e nella sala d’attesa il rosso aveva consolato una donna sola in lacrime, o come quando tornavano a casa da scuola e aiutava i vecchietti a portare la loro spesa, anche a costo di allungare il tragitto.
Era bello il sorriso spontaneo che Youta aveva mentre aiutava gli altri, così come era bella la gioia e la felicità che portava nelle altre persone.
Tuttavia, quella settimana il suo continuo altruismo lo stava solo infastidendo sempre di più di giorno in giorno.
Al liceo stavano organizzando il festival culturale e, ovviamente, c’era enorme fermento e tutti erano occupati per rendere ogni cosa perfetta. Ma Youta lo era più di tutti perché qualsiasi richiesta gli veniva fatta lui l’accettava.
Era sempre l’ultimo a lasciare la scuola, certe volte portandosi anche il lavoro a casa, e le sue occhiaie erano sempre più marcate, ma nonostante ciò non aveva perso il suo sorriso.
Era il quinto giorno che quella situazione andava avanti e, dopo aver lasciato la sua classe con uno sbadiglio, Sho si diresse verso i corridoi del secondo anno per cercare la classe del suo ragazzo.
Quando vi entrò, trovò Youta seduto al suo banco, aveva due pile di fogli e ne prendeva uno da un lato e uno dall’altro per pinzettarli insieme.
Sbadigliò ancora, poi lo raggiunse, gli si sedette davanti e iniziò ad aiutarlo.
Dopo cinque minuti e altri due sbadigli, Youta disse a bassa voce -Perché non vai a casa? Tanto sto per finire.
-No, andremo a casa insieme- rispose risoluto mentre continuava ad aiutarlo.
Youta sorrise dolce e iniziò a lavorare ancora più velocemente.
Ci misero venti minuti, ma alla fine riuscirono a concludere il lavoro.
Youta portò i fogli alla cattedra, poi prese la sua borsa pronto ad andarsene, ma poco prima di raggiungere la porta una ragazza li raggiunse ed esclamò -Kageyama! Hai finito? Che bello, grazie, ora potresti essere così gentile da andare a fare queste fotocopie?
Era una cosa da niente, qualcosa che li avrebbe tenuti occupati per massimo altri dieci minuti, ma Sho esplose anticipando Youta che stava già rispondendo in modo positivo -No.
Sia la ragazza che il rosso si voltarono a guardarlo confusi, così Sho continuò a rivolgersi alla ragazza, ma a voce abbastanza alta in modo che lo sentissero anche gli ultimi ragazzi rimasti all’interno della stanza -Ascolta, io lo amo e amo soprattutto quanto sia felice e adori aiutare le altre persone, quindi non starò qui a dirgli cosa fare e cosa non fare. Ma c’è differenza tra essere altruisti verso qualcuno che ne ha davvero bisogno e dare una mano a chi sta solo approfittando di questo suo modo di essere. Ed è da cinque giorni che mi sa proprio che voi ne state approfittando considerando il suo carattere, dato che non riuscirà mai a dirvi di no. Ci sono persone che non stanno facendo nulla, altre che sono andate a casa due ore fa, quindi perché deve ricadere tutto sulle sue spalle?
Il volto della ragazza si fece completamente rosso mentre balbettava -Ah no... io non…
-Quindi nulla in contrario se andiamo a casa, giusto?- la interruppe Sho.
Lei annuì velocemente e si rivolse a Youta -Scusami, non mi ero resa conto che stavamo chiedendo tutto a te, è che sei sempre così disponibile che veniva quasi naturale…
-Va tutto bene- la consolò Youta -magari posso aiutarvi domani con qualsiasi cosa abbiate bisogno, okay?
Lei annuì imbarazzata e corse via.
I due adolescenti invece lasciarono finalmente la classe e camminarono lungo il corridoio mano nella mano, erano soli e i raggi arancioni del sole ormai basso li illuminavano.
-Dove andiamo?- chiese Youta dopo qualche secondo di silenzio.
-A dormire- rispose l’altro senza pensarci due volte.
Il rosso rise -Insieme?
-Sì, ti devo tenere d’occhio prima che decidi di lavorare a qualcos’altro. Avverti i tuoi genitori che resti da me.
Youta rise ancora, ma prese il cellulare e mandò un messaggio come richiesto. Si appoggiò contro di lui e dopo qualche altro secondo di silenzio chiese ancora -Mi sono sentito sollevato quando hai detto quelle cose, questo mi rende una persona egoista?
-Assolutamente no- rispose all’istante l’altro mentre stringeva la sua mano -e anche se fosse, va bene essere egoisti ogni tanto.
-Sono le perle di saggezza dei tuoi genitori?
Sho rise -Sai già la risposta.
Ma nonostante tutti quei discorsi, prima di riuscire ad arrivare a casa del più grande, Youta si fermò per salvare un gatto rimasto bloccato sopra un albero e per aiutare un bambino al parco che era caduto sbucciandosi un ginocchio.
Quello era semplicemente il suo carattere, qualcosa che non avrebbe mai cambiato, e Sho lo amava proprio così com’era.
  
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