Challenge: #writeptember2022 #Giorno15 del gruppo “Facebook Hurt/Comfort
Italia, Fanart e Fanfiction Gruppo Nuovo”
Prompt: 1 Pettinare qualcuno – 2 “Sei così pallido”
Fandom: Yuri on
ice
Genere: romantico, Hurt/Comfort
Tipo: one shot
Coppia: yaoi
Personaggi: Yuri
Plisetsky, Otabek Altin
Rating: PG-13 - verde
Disclaimers: i personaggi non sono
miei, ma del rispettivo autore. I personaggi e gli eventi in questo racconto
sono utilizzati senza scopo di lucro.
Stanchezza
Ho freddo.
Il ghiaccio
sotto di me è freddo.
Sono stanco,
tanto stanco.
Voci soffuse.
Voci lontane.
Una mano sul
mio viso.
Non riesco ad
aprire gli occhi.
Non voglio
aprire gli occhi.
La stanza d’albergo
era in penombra. Il ragazzo steso nel grande letto si agitava e mormorava
parole senza senso alternate a parole in russo, la sua lingua madre.
Le guance rosse per
la febbre alta spiccavano su quel giovane volto cinereo.
Il viso sudato, i
capelli appiccicati alla fronte.
Il ragazzo kazaco si
sedette sul bordo del letto con un panno umido deterse il viso del giovane
scostandogli i capelli.
Era arrivato al
palazzo del ghiaccio proprio quando Yuri stava provando il suo programma lungo.
Come sempre era
rimasto incantato nel vederlo volteggiare sulle lame. Eppure, c’era qualcosa
che non andava nella sua postura. Aveva stretto la balaustra tra le dita
temendo che cadesse al quadruplo Salchow, ma per Yuri Plisetsky la forza
di gravità non esisteva. Atterrò in maniera impeccabile concluse il programma e
poi si accasciò privo di sensi sul ghiaccio.
Il cuore di Otabek aveva
perso un battito.
Un gemito e un frullio
di palpebre lo distrassero dai suoi pensieri.
Due gemme smeraldine
si puntarono, lucide e confuse, nei suoi occhi scuri.
“Otabek?” bisbigliò
umettando le labbra secche con la lingua.
“Mi hai fatto
preoccupare” mormorò mentre il russo si metteva a sedere molto lentamente.
“Ho sete” mormorò con
voce impastata, l’altro pattinatore gli porse bicchiere e lo osservò tirarsi
indietro i capelli, che caddero nuovamente disordinati in avanti.
Senza che glielo
chiedesse Otabek prese la spazzola e gli si inginocchiò dietro. Prese a
passarla lentamente in quei fili d’oro che erano i capelli di Yuri sottili e
lisci. Il russo li aveva fatti crescere, ora gli arrivavano appena sotto le
spalle, morbidi che profumavano ancora. Otabek se ne portò una ciocca al volto
ispirando a fondo e saggiandone la consistenza setosa sulle labbra.
Sentì Yuri sospirare
piano a quelle attenzioni. Capitava di rado che glielo lasciasse fare, con
rapidi gesti gli intrecciò i capelli in una morbida treccia.
“Fatto” disse, mentre
le sue dita indugiavano ancora sulla sua pelle diafana e calda il giovane si
lasciò andare indietro finendogli addosso. Otabek gli tolse dalle mani il
bicchiere e posò tutto sul comodino.
“Mi hai fatto
preoccupare” mormorò posandogli d’istinto la sua mano sulla fronte bollente.
“Hai la febbre”
“È solo stanchezza,
domani starò bene” bisbigliò.
“Cosa ci fai qui?”
sussurro stancamente, la mano di Otabek indugiava sulla sua guancia in una
carezza pigra, gli è mancato così tanto, era felice che fosse lì, anche se
odiava farsi vedere in quelle misere condizioni.
“Mi ha invitato
Victor, volevo farti una sorpresa” mormorò sistemandosi meglio, Yuri gli si raggomitolò
addosso.
“Sono arrivato che
stavi iniziando il programma libero, non ti sei accorto di me”
Yuri chiuse gli
occhi, no non si era accorto di nulla, troppo concentrato a stare in piedi.
“Sei dimagrito
ancora”
“Se sei qui per farmi
la ramanzina puoi anche andartene” sbottò chiudendo gli occhi voleva solo
dormire, la carezza tra i suoi capelli e il respiro di Otabek sul suo viso lo cullarono
e si lasciò andare alla spossatezza.
***
Come aveva predetto Yuri,
il giorno seguente, non aveva più febbre e si presentò all’allenamento, ma ad
un occhio attento si vedeva che non era in forma.
Era molto tardi e il
palaghiaccio era deserto, ma Otabek e Yuri erano ancora sulla pista.
“Yuri penso che per oggi
possa bastare” lo chiamò Otabek uscendo dalla pista, mettendo il para lame.
“Devo recuperare il
tempo perso ieri” disse fermandosi solo per dissetarsi.
Otabek lo afferrò per
il polso tirandoselo addosso.
“Se continui così va
a finire che ti ammali sul serio” mormorò seriamente preoccupato posandogli una
mano sulla guancia.
“Sei così pallido”
Un sorriso piegò le
labbra del biondo.
“Sono russo la mia
carnagione ha questa tonalità”
Il kazaco scosse la
testa “È un pallore malsano” commentò “Se continui a non avere cura di te
stesso, rischi di giocarti il mondiale”
Il sorriso di Yuri si
fece tagliente “Beh così hai più probabilità di salire sul podio”
Ad Otabek mancò il
fiato a quella cattiveria gratuita “Sei uno stronzo” sbottò lasciandolo andare
abbandonando a grandi passi il palazzetto.
Yuri si strinse nelle
spalle e riprese a pattinare. Aveva esagerato, se ne rese conto, Otabek non
meritava quelle parole, ed aveva ragione, era davvero sfinito, rischiava di compromettere
la stagione, ma soprattutto se avesse continuato a comportarsi così il kazako
lo avrebbe mollato.
Uscì di corsa il sole
stava tramontando, tirò un sospiro di sollievo vedendo Otabek nel parcheggio
appoggiato alla moto, le braccia incrociate sul petto. Il sole dava sfumature
dorate al suo bel volto. Gli si avvicinò a testa bassa, gli occhi adombrati dai
capelli.
“Scusa” mormorò
posandogli la testa sulla spalla. Le braccia dell’altro lo avvolsero stretto.
“Sono solo
preoccupato per te”
“Sono stanco, tanto
stanco” mormorò chiudendo gli occhi “Andiamo in hotel a dormire” propose.
Yuri si sollevò con
un sorriso malizioso “Non così stanco”