Capitolo 21
Il
cielo era sereno quella mattina, segno di una giornata primaverile che si
preannunciava piacevole e soleggiata. Moon Maria sorseggiò il suo the mattutino
godendosi quella calma di inizio giornata, nel silenzio della sua camera
privata. Era piacevole godere di quei brevi momenti di pace e tranquillità,
soprattutto considerando la vita caotica e frenetica di un palazzo reale. Erano
rari i momenti di quiete e Moon Maria aveva imparato da tempo a goderne più che
poteva, quando questi accadevano. Come la mattina, suo indiscusso attimo di
pace.
-Vostra
maestà-
La
voce improvvisa di una cameriera la colse di sorpresa quasi rischiando di farle
scivolare la tazza dalle mani. La regina si voltò verso la donna, leggermente
seccata
-Sono
poche le regole che ho imposto da quando sono regina, e una di queste è di non
essere disturbata la mattina presto, o mi sbaglio Florence?-
La
cameriera annuì, leggermente in ansia
-Vi
chiedo perdono, maestà, ma si tratta di una questione urgente. Vostro figlio vi
chiede udienza-
-Mio
figlio?-
Moon
Maria guardò la cameriera annuire e guardarla, in attesa di ordini. Moon Maria
sospirò, mentre appoggiava la sua tazza di the sul tavolino
-Fallo
entrare-
Era
notevolmente insolito per Shade presentarsi nella sua
stanza così presto la mattina, quindi se si trovava lì, doveva davvero
trattarsi di una questione urgente. Tuttavia, contrariamente a quanto si era
aspettata, suo figlio comparve poco dopo, sorridente e con il volto disteso
-Buongiorno
mamma-
Si
avvicinò a lei e le diede un bacio su una guancia. La regina guardò suo figlio,
improvvisamente guardinga. Non era da lui essere così affettuoso, soprattutto
di mattina presto
-Cosa
hai bisogno che faccia?-
Gli
chiese, perplessa. Shade la guardò fintamente offeso,
mentre si sedeva di fianco a lei
-Un
figlio non può semplicemente venire a trovare sua madre e dimostrarle affetto,
soprattutto dopo che suddetto figlio si è ricordato che è da un po’ di tempo che
non lo fa?-
La
regina ridacchiò. Quando Shade faceva così, era
esattamente uguale a suo padre, perfino il modo in cui cadenzava le parole era
decisamente troppo simile. E purtroppo per lei, quando sia Skyler
che Shade comparivano così all’improvviso o usavano
quel tono, lei sapeva bene cosa aspettarsi, o almeno, cosa prevedere suo figlio
le avrebbe potuto chiedere.
-E'
sempre un piacere vederti, lo sai, ma ribadisco la mia domanda. Di cosa hai
bisogno?-
Shade la guardò, improvvisamente serio
-Potresti
occuparti tu oggi delle udienze?-
Moon
Maria lo guardò sorpresa. Non era insolito che i due si scambiassero i ruoli,
era già successo, tuttavia la richiesta di suo figlio era decisamente singolare.
Comunemente era lei, infatti, a chiedere di sostituirla, mai il contrario
-Non
ti senti bene?-
Chiese
preoccupata. Shade scosse la testa
-No
non si tratta di questo. Sto benissimo. Sto addirittura dormendo e mangiando di
più, ultimamente-
-Lo
so. Il signor Derender me l’ha riferito-
-C’è
qualcosa che possa rimanere segreto in questo palazzo?-
Chiese
quasi esasperato Shade
-Non
per me. Dopotutto è pur sempre casa mia e comando io ancora qui. E poi non
dimenticare che nessuno potrà mai impedire ad una madre di sapere come stanno i
suoi figli, che a loro faccia piacere oppure no-
Moon
Maria allungò la mano e afferrò quella di Shade,
preoccupata
-C’è
qualcosa che devo sapere?-
Shade scosse la testa
-No
niente, veramente-
-Allora
come mai questa richiesta? Non è da te chiedermi di sostituirti. Non è un
problema, dopotutto, è anche quello un mio compito, ma vorrei solo sapere come
mai il mio stacanovista di un figlio non voglia lavorare oggi-
Shade le strinse la mano
-Non
c’è un vero e proprio motivo. Ho solo voglia di godermi una giornata lontano da
nobili piagnoni che vengono a lamentarsi di finti problemi, come le tasse-
-Sono
però quei nobili piagnoni che ti permettono di restare sul trono di reggente.
Ricorda che potrebbero sostituirti se lo volessero-
-Sappiamo
entrambi che non lo farebbero mai. Non hanno nulla nei miei confronti di cui
potersi lamentare. Tutti sanno che praticamente vivo esclusivamente per
governare ed è proprio questo oggi il problema, mamma. Sto facendo da troppo
tempo le stesse cose, senza mai fermarmi a respirare. Ho solo bisogno di un
giorno lontano da qui, fuori da palazzo, senza resoconti da leggere o clausole
commerciali da stipulare o ascoltare uno stupido nobile qualunque lamentarsi di
problemi trascurabili-
Moon
Maria guardò suo figlio, perplessa
-Mi
stai dicendo che vuoi un giorno libero?-
Shade annuì
-Precisamente,
solo per oggi-
-Fuori
da palazzo-
Shade annuì
-Con
Thomas? Volete girovagare a cavallo? O dedicarvi ai piacere tipici dei
ventenni?-
Shade scosse la testa, deciso
-No,
da solo. Niente Thomas, niente scorta, nessuno. Solo io e il mio cavallo, fuori-
-No-
-Mamma…-
Disse
al limite dello sconvolto il principe, mentre guardava sua madre stupito
-Non
puoi uscire da palazzo senza nessuno. Sei l’erede al trono, se ti succedesse
qualcosa…-
-So
difendermi. Sono un ottimo spadaccino. E poi non ho intenzione di andare
lontano. Vorrei solo fare un giro per il villaggio, mangiare qualcosa, trovare
un albero in mezzo alla campagna e leggere un libro. Tutto qui-
Moon
Maria guardò suo figlio, per niente convinta
-Da
solo? Vorresti passeggiare per il villaggio e mangiare qualcosa?-
-Esatto-
-No-
-Ma,
perché?-
-Shade, non sono una vecchia regina tonta, so quello che
stai tramando e non permetterò a te e a Rein di sgattaiolare fuori dal castello
per un appuntamento-
Shade la guardò a bocca aperta. Provò a dire qualcosa, ma le sue
guance si tinsero leggermente di rosso.
-Non
è un appuntamento, mamma-
Disse,
evitando di guardarla negli occhi
-Può
essere quello che vuole essere ma la mia risposta rimane no. Non ti farò uscire,
di nuovo, da palazzo con Rein-
-Mamma,
non c’è nessun secondo fine o altro. È solo una giornata di svago-
-Svago?
Come quell’abbraccio in corridoio che vi siete scambiati? Anche quello era
svago?-
Shade non ribatté, ma sospirò solo. Moon Maria lo guardò
-Senti
Shade, come madre e, soprattutto come regina, non
posso permettere che tu e lei ve ne andiate chissà dove da soli a fare chissà
cosa-
-Non
voglio fare niente di strano con lei, mamma!-
-Vorrei
anche vedere. Ma rimane il fatto che non m’interessa. Se si scoprisse che siete
usciti insieme senza scorta? Di nuovo? Cosa pensi che succederebbe?-
-Non
mi sono mai fatto scoprire, prima-
-Ma
non vuol dire che le persone non parlino. Shade non
te lo posso permettere-
Shade la guardò. Sembrò voler ribattere, tuttavia alla fine annuì
-Va
bene. Farò come vuoi, come sempre. Mi occuperò io delle udienze, come da
programma-
Shade la guardò con lo sguardo basso, sconfitto. Si riavvicinò a
lei e la guardò con lo sguardo affranto e Moon Maria sentì il suo cuore gemere.
Sapeva cosa Shade stava cercando di fare. Stava
interpretando la parte del principe triste e abbattuto, le stava lanciando
quello sguardo affranto che sapeva funzionare ogni volta con lei. E anche se
lei lo sapeva che la stava manipolando, non sopportava vederlo così. Alla fine,
il cuore di madre prevalse sopra quello di regina e lei sospirò, sconfitta
-E
va bene, andate pure-
Gli
occhi di Shade si illuminarono all’istante e un mal
celato sorriso gli comparve in volto
-Grazie
mamma-
-Ma
dovrai portare tua sorella con voi-
Moon
Maria guardò il figlio passare da contento a perplesso
-Cosa?
Milky? Assolutamente no. Non ho nessuna intenzione da
fare da babysitter a mia sorella. Dovrebbe essere un giorno di riposo questo-
Disse
Shade, provando un disperato e vano, lo sapeva,
tentativo di persuaderla a cambiare idea. Tuttavia Moon Maria non cedette
-E
invece lo farai, porterai Milky con voi. Anzi,
porterai tua sorella e Rein a vedere le antiche rovine sopra le colline per
quella che sarà ufficialmente un’uscita didattica. Thomas vi scorterà, assieme
ad altre guardie, un piccolo numero, ma sufficiente a garantire la vostra
sicurezza. E per fare compagnia a Rein, una dama di corte, la contessa di Gaumont andrà bene, dal momento che Rein si trova bene con
lei da quanto so-
Shade la guardò allibito
-Mamma,
così è una gita reale in grande stile più che una giornata di tranquillità
lontani dalla corte-
-Ed
è esattamente quella che sarà. Ma vedila dall’aspetto positivo, almeno tu non
starai nel tuo studio a lavorare o ascolterai i nobili lamentarsi, cosa che
farò io al tuo posto e tu passerai un po’ di tempo con tua sorella, sotto la
luce del sole. O così o niente-
Shade la fissò e si ritrovò ad ammettere la sconfitta.
-Va
bene, farò come vuoi-
La
regina vide la sconfitta disegnata sul volto del figlio. Shade
abbassò il capo, facendole un piccolo inchino, a sancire il loro accordo. Moon
Maria allungò la mano verso la sua e gli diede delle piccole pacche di
consolazione. Dopotutto era un principe, non poteva comportarsi in modo
irresponsabile e lei sapeva che lui lo comprendeva. Dopo qualche attimo Shade tornò a guardarla negli occhi
-Una
volta lo sguardo triste mi permetteva di convincerti a fare qualsiasi cosa-
Moon
Maria ridacchiò divertita
-Lo
so, perché una volta sapevo che mio figlio non avrebbe mai cercato di
manipolarmi. E, cosa da non dimenticare, avevi dieci anni ed eri terribilmente
adorabile-
-Ero?
Vuoi dire che non lo sono più?
Entrambi
risero e Shade si alzò per darle un bacio sulla
guancia. La regina gli sorrise e lo guardò, contenta
-Sono
sicura che sarà una giornata piacevole. Vedrai, vi divertirete moltissimo tutti
insieme. Pensa solo alla gioia di tua sorella. Sarà estasiata dalla notizia-
-Stai
scherzando, vero?-
Thomas
guardava Shade, allibito. Il capitano doveva essersi
svegliato improvvisamente in un universo parallelo, perché non era possibile
che avesse sentito esattamente quello che Shade gli
aveva appena detto. Doveva esserci un errore, anche se lo sguardo del principe
sembrava smentire quella sua teoria
-No
non è uno scherzo-
Thomas
lo fissò smarrito poi fece un verso di frustrazione. Guardò in cagnesco Shade
-Ti
rendi conto di quanto sia folle questa cosa? E improvvisa, per giunta? Perché
nessuno di voi reali si preoccupa mai del mio lavoro?-
-Ordine
di mia madre-
Si
giustificò il principe, alzando le mani. Thomas sospirò ma non disse niente.
Non poteva dire qualcosa di male contro la regina, ma contro il principe si che
poteva
-Cosa
hai fatto per farle ordinare una cosa simile? Perché è sicuramente tua la
responsabilità di tutto questo, dico bene?-
-Perché
pensi sia colpa mia?-
-E'
sicuramente colpa tua. Di certo sua maestà non si è svegliata questa mattina
con questa idea improvvisa. Non è affatto da lei e lo sai bene pure tu-
Replicò
Thomas. Shade lo guardò ma non replicò, cosa che
confermò definitivamente chi era il responsabile di quella situazione
-Che
cosa hai fatto?-
Gli
domandò di nuovo, questa volta in modo più incalzante
-In
realtà non ho fatto niente, sul serio. Sono solo andato da mia madre a
chiederle un favore e mi ritrovo con una gita programmata, per di più con mia
sorella-
Thomas
lo guardò perplesso
-Un
favore? Tu hai chiesto un favore alla regina?-
Shade annuì.
-Tu
sei andato da tua madre a chiederle un favore?-
Shade lo guardò torvo e non rispose. Thomas lo guardò ancora più
sconvolto
-Che
tipo di favore? Che richiesta può mai portare a tutto questo?-
-Volevo
solo che si occupasse lei oggi delle udienze ufficiali-
-E
perché mai? Da quando tu il principe dedito solo al lavoro, delega a sua madre
il suo da farsi?-
-Posso
semplicemente per un giorno non avere voglia di occuparmi delle udienze reali?-
Thomas
lo guardò sempre più sconvolto
-Aspetta
un attimo, fammi capire bene questa storia. Tu, il principe stacanovista per
eccellenza, quello che passa le nottate in ufficio a lavorare
ininterrottamente, che sveglia le persone alle cinque di mattina per chiedere
spiegazioni su rendiconti e editti, tu che mette consigli su consigli in
agenda, che non salti nemmeno il più piccolo appuntamento di corte… tu
stamattina ti sei alzato e hai semplicemente detto “sai che c’è oggi non ne ho
voglia?”-
Shade lo fissò in cagnesco, e sibilò a detti stretti la risposta
-Esatto-
Thomas
si avvicinò a lui e lo guardò scettico
-Chi
sei tu?-
Shade gli diede uno spintone, allontanandolo e Thomas ridacchiò
-I
tuoi pessimi modi mi confermano che sei realmente tu-
-Thomas…-
L’avvertimento
poco celato del principe fece sorridere ancora di più il capitano. Tuttavia,
dopo quel breve sorriso, tornò a farsi serio
-Comunque
non capisco. Perché oggi volevi saltare l’udienza? Che cosa avevi di più
importante da fare rispetto al tuo lavoro? Perché sappiamo entrambi che oziare
non rientra minimamente nella descrizione del tuo carattere, quindi dovevi
avere qualcosa di più importante da fare. Che cosa avevi in mente?-
-Non
potevo solo avere voglia di leggere un libro in santa pace?-
Thomas
lo guardò scettico. Incrociò le braccia al petto e lo guardò, per niente
convinto da quella spiegazione. Shade si ritrovò a
sospirare, demoralizzato
-Dovrei
farti sostituire sul serio da qualcun altro. Inizi a conoscermi troppo bene per
i miei gusti-
Thomas
sorrise compiaciuto di se. Poi lo guardò sornione
-Fammi
indovinare… volevi uscire da palazzo, di nuovo, senza avvisarmi, dico bene?-
Shade, suo malgrado annuì. Thomas lo fissò leggermente perplesso
-Ma
perché andare da tua madre allora? Che senso ha avuto dirglielo? Insomma, non
ti sei mai fatto problemi ad uscire da palazzo di nascosto gettandoci tutti nella
confusione più totale e regalando a me mille pensieri in più rispetto al
solito. Ti diverte vedermi impazzire, che senso ha avuto andare da tua madre
per dirglielo?-
-Era
proprio per evitare la confusione-
Thomas
lo guardò per niente convinto e Shade sospirò, di
nuovo
-E
va bene, dannato di un capitano. Avevo le mie buone ragioni per non mandare nel
panico l’intero palazzo reale, contento ora? Ma tanto adesso tutto questo non
serve più dato che sono stato incastrato in quest’uscita campestre, con mia sorella
e te in aggiunta-
Thomas
lo guardò e si sentì dispiaciuto per l’amico. Sapeva quanto Shade
fosse dedito al lavoro ma sapeva anche quanto lui avesse bisogno dei suoi
momenti di solitudine lontano da tutti. Così gli mise una mano sulla spalla, in
segno di consolazione e cercò di tirarlo su con la sola cosa che gli venne in
mente in quel momento
-Almeno
Milky ne sarà contenta. Un’intera giornata con suo
fratello, non starà nella pelle quando lo saprà. E sappiamo entrambi quanto sia
bello vederla sorridere, ti tira su il morale in un istante-
Shade si ritrovò a sorridere e ad annuire
-Sarà
sicuramente entusiasta, si, anche se credo sarà la sola-
Thomas
scosse la testa
-Andiamo,
poteva andare molto peggio. Dopotutto ti sei beccato un’uscita di palazzo,
ufficiale, per di più con Rein-
-Peccato
che non doveva essere una cosa ufficiale-
Si
lasciò sfuggire involontariamente Shade. Thomas si
bloccò di colpo e lo guardò, occhi sgranati per la sorpresa e il principe
impallidì quando si rese conto di quello che aveva appena detto
-Ripetilo-
Ordinò
a Shade. Il principe scosse la testa, deciso
-Scordatelo.
E poi tu non puoi darmi ordini-
-Posso
eccome razza di principe ingrato. Amicizia batte altezza reale-
-No
che non lo fa-
-Ti
assicuro di si. Ripeti quello che hai appena detto, principe da strapazzo, o
giuro che vado a raccontare cose molto disdicevoli su di te alla nostra bella
principessa dai capelli blu-
Shade lo fissò, una punta di rabbia nei suoi occhi. Tuttavia
Thomas non cedette
-Avevi
un appuntamento romantico clandestino con Rein? E non mi dici niente? Sul
serio? A me? Il tuo migliore amico?-
-Non
era un appuntamento romantico clandestino. Che poi cosa sarebbe scusa?-
Thomas
non ci badò ma afferrò entrambe le spalle di Shade e
lo guardò serio
-Tu
avevi un appuntamento con Rein? E lo scopro così? Per caso?-
-Punto
primo non era un appuntamento-
Thomas
lo guardò poco convinto. Shade sospirò, per la terza
volta
-E'
stata sua l’idea, non mia-
-Che
cosa?-
Chiese
allibito. Possibile che il mondo si fosse stravolto in una sola notte? Shade annuì
-Mi
ha chiesto un’uscita, in incognito. Un pomeriggio di tranquillità, un
pomeriggio per essere solo Rein e Shade,
senza titoli reali a incombere su di noi. Niente scorta, niente regole, solo
noi due, in pace-
Thomas
lo fissò ad occhi sgranati. Aveva veramente capito bene?
-Rein
ti ha chiesto di uscire di nascosto da palazzo?-
Shade annuì
-Rein?
La principessa arrivata qui dal regno del Sole? Quella Rein?-
Shade annuì
-Si
quella Rein-
Thomas
lo fissò e quasi scoppiò a ridere
-Mio
dio, siete fatti decisamente l’uno per l’altra-
Shade lo fulminò con lo sguardo, anche se poi si lasciò andare ad
un piccolo accenno di sorriso.
-Non
esagerare capitano. È normale volere scappare da tutto questo, ogni tanto-
Thomas
lo guardò e annuì
-Lo
capisco, credimi. So quanta pressione avete sulle spalle, quindi comprendo
questa esigenza. Quello che mi sorprende è che Rein volesse uscire di nascosto
da palazzo di sua spontanea volontà. Non si immaginava il caos che questa cosa
avrebbe comportato? Evidentemente non la conosco così bene-
Shade sorrise e guardò Thomas
-Ti
assicuro che invece è una cosa molto tipica di Rein. Non aveva a caso il
soprannome di principessa meno principesca di tutta Wonder per niente. Era la
prima a cacciarsi nei guai senza nemmeno pensarci, incurante di regole o
pericoli. Ho perso il conto delle volte che sono dovuto correre per salvarla.
Una volta sono arrivata appena in tempo-
Thomas
lo guardò e ridacchiò
-Avrei
voluto conoscervi allora. Di sicuro deve essere stato tutto molto divertente,
caotico e folle. Ma molto divertente-
Shade scosse il capo, smentendo le parole del capitano
-Non
è stato tutto così divertente come sembra. Certe cose avrei tanto voluto
evitarle, potendo scegliere. Non è stato un periodo molto facile o divertente-
-Intendi
il tradimento del primo ministro?-
Shade annuì
-Non
solo. Quando Bright fu corrotto dal cristallo nero le cose si sono fatte molto
complicate e pesanti. Non è stato un bel periodo a cui ripenso volentieri-
Thomas
annuì ma non disse niente. Shade non parlava spesso
di quel periodo e quando lo faceva Thomas sapeva che la cosa migliore era solo
lasciarlo parlare.
-Bright
non è più stato totalmente lo stesso dopo quel fatto-
-E'
per questo che ti sei allontanato da lui?-
Shade lo guardò poi annuì
-Non
solo. Non è che non mi piaccia la compagnia di Bright, ma non siamo più
bambini. Immagino che crescendo, semplicemente, abbiamo capito di avere
personalità diverse-
-Non
sempre gli amici d’infanzia restano amici per la vita-
Shade annuì
-Già.
Lo rispetto come principe, ma è diventato complicato parlare con lui-
-In
che senso?-
Shade alzò le spalle
-Credo
sia colpa del suo leggero senso di inferiorità-
-Inferiorità?
Quel principe?-
Chiese
sbalordito il capitano. Shade annuì
-Fu
per colpa di quel senso di inferiorità che il cristallo nero riuscì a
soggiogarlo. Credo che il peso delle aspettative che molti avevano e hanno
tuttora su di lui gli pesi molto. Credo che l’ansia ogni tanto prenda il
sopravvento su di lui, per eccellere ed essere brillante in tutto quello che
fa, e per compensare questa asia diventa sbruffone, saccente e pesante. Credo
odi e ami allo stesso tempo essere al centro dell’attenzione-
Thomas
scosse la testa, incredulo
-Non
credevo che un principe come lui potesse essere insicuro. Insomma, l’ho visto
poche volte, ma sembra sempre molto a suo agio nel suo titolo e ruolo-
-Non
siamo tutti come appariamo, Thomas. E dovresti sapere meglio di me quanto
questo titolo porti tutti noi a mentire e celare i nostri veri pensieri-
-Già-
I
due rimasero in silenzio qualche secondo, ognuno perso nei propri pensieri. Poi
però Thomas tornò alla carica sul discorso interrotto poco prima
-Quindi
Rein ti ha chiesto un appuntamento-
Gli
disse sorridendo subdolamente. Shade lo fulminò
-Non
era un appuntamento Thomas-
-Chiamalo
come vuoi, ma il concetto non cambia. Tu e lei fuori, da soli, senza scorta. È
un appuntamento-
-La
tua testa ragiona in modo strano, sai?-
-Però
non mi hai contraddetto-
Il
sorriso compiaciuto di Thomas incontrò lo sguardo torvo di Shade
-Chiamalo
come ti pare, ci rinuncio a ragionare con te-
-Il
che vuol dire che sotto sotto mi dai ragione-
-Tanto
non c’è niente che io possa dire per farti cambiare idea. Non c’era in ballo
niente di romantico, te lo posso garantire. Come se poi sia io che lei
volessimo qualcosa di romantico tra noi-
Disse
Shade, poco convinto anche lui, sotto sotto, delle
sue parole
-Se
lo dici tu-
-E'
quello che sto facendo-
Shade scoccò l’ultima occhiataccia a Thomas, poi sospirò
-Perché
vuoi disperatamente che tra me e Rein scatti qualcosa?-
La
domanda colse il capitano così di sorpresa che sgranò gli occhi stupito
-Non
me lo stai chiedendo sul serio. Devo spiegartelo, veramente?-
-Thomas…-
-Perché
penso che insieme siate una bella coppia-
-Tutto
qui?-
-E
lei ti capisce meglio di chiunque altro-
Lo
sguardo di Shade si fece attento e serio. Non ribatté,
lo lasciò continuare
-Forse
non sarà una motivazione sufficiente, lo riconosco, ma Rein è forse veramente
la sola persona che potrà capire fino in fondo quello che vivi e provi e per di
più ed è la sola che sa cosa dirti per farti tirare fuori un sorriso, un
sorriso vero. Ma guardati: lei ti chiede un’uscita fuori all’aria aperta, senza
dire niente a nessuno, una fuga in piena regola e tu lo fai. Non lo hai mai
fatto nemmeno per tua sorella o per tu sai chi-
Shade non ribatté, si limitò a guardare un punto fisso davanti a se.
Thomas immaginava che il suo amico in quel momento stava processando ciò che
gli aveva detto e lui si ritrovò a sorridere, intenerito. Era strano vedere Shade così spiazzato e insicuro, ma era anche piacevole.
Stava tornando ad essere un po’ più spensierato, un po’ più impulsivo e poco
controllato, come non era da molto tempo. E questo, che al principe piacesse o
meno, era per lui era una grande soddisfazione e un grande merito di Rein.
Tuttavia Thomas sapeva meglio di chiunque che qualsiasi cosa stesse accadendo
tra Rein e lui, doveva essere Shade a rendersene
conto. Non avrebbe ascoltato nessuno se lui stesso non fosse stato convinto
della cosa. E lui, per quella mattina, aveva già detto abbastanza. Così ne
approfittò per sgranchirsi le braccia e decidere il da farsi per la giornata
-Sarà
meglio che vada a preparare tutto quanto per oggi. Ci sono molte cose da tenere
in considerazione e gente da coordinare. Vuoi che mi occupi io di avvisare
Trudy? Sarà più semplice per me spiegarle la situazione-
Shade annuì
-Io
mi occuperò di avvertire Rein e mia sorella-
Thomas
gli sorrise, poi guardò l’orologio
-Sei
fortunato, manca poco alla colazione. Le potrai avvisare contemporaneamente,
anche se credo sarà tua madre a dare la bella notizia-
Thomas
sorrise e anche Shade si lasciò andare ad un sorriso
-Sarà
meglio che avverti il palazzo. Qualcosa mi dice che le urla di gioia di mia
sorella si sentiranno ovunque. Meglio non scatenare una ennesima crisi-
Thomas
ridacchiò e annuì
-Lascia
fare a me, avrò tutto sotto controllo-
Milky fissava assolutamente senza parola sia sua madre che suo
fratello che Rein.
-Volete
dire che oggi non dovrò fare nessuna lezione?-
-Non
è proprio così…-
Disse
sua madre, guardandola
-Ma
usciremo fuori da palazzo per una gita!-
-Culturale,
gita culturale, Milky, alle antiche rovine qui
vicino-
-Ma
saremo comunque fuori da palazzo-
Ripeté
Milky con gli occhi scintillanti. Sua madre annuì.
-Io
e Rein andremo fuori per una gita!-
Urlò
quasi Milky, non riuscendo a contenere la gioia. Sua
madre le sorrise
-Anche
con tuo fratello. E le guardie-
Aggiunse
sua madre. Tuttavia niente poté impedire al sorriso radioso di Milky di illuminarle il viso. Un’intera giornata all’aria
aperta con Rein e suo fratello. La principessina si
voltò verso Rein, radiosa
-Rein
sei contenta?-
La
turchina annuì
-Molto.
Solo avrei preferito averlo saputo con un po’ più di preavviso-
Milky non capì lo sguardo che Rein lanciò a suo fratello, ma era decisamente
troppo emozionata all’idea di uscire finalmente da palazzo che non ci prestò
molta attenzione.
-Quindi
vuol dire che oggi posso evitare di studiare matematica?-
Chiese
entusiasta. Moon Maria le sorrise
-Si
oggi niente matematica. Ma mi aspetto che tu approfitti di questa uscita per
imparare la storia del nostro paese-
Milky annuì
-Certo
mamma, te lo prometto-
-Anche
perché mi aspetto poi un tuo saggio sulle cose che avrai imparato e visto oggi.
Un saggio dettagliato-
Il
sorriso sul volto della principessina si smorzò e guardò sua madre sconvolta
-Ma
mamma!-
Tuttavia
la regina sembrò insensibile a quella supplica molto poco celata
-Milky oggi non è una giornata di vacanza. So che pensi che
lo studio sia strettamente legato ai libri ma imparerai che ci sono cose da studiare
anche da ciò che ti circonda. E oggi voglio che tu apprenda un sacco di cose. E
mi aspetto che tu le assimili e possa essere in grado poi di metterle per
iscritto. In una grafia adeguata anche, come si conviene ad una principessa
reale-
Il
tono e lo sguardo di sua madre fecero capire alla rosa che qualsiasi tentativo
di persuasione sarebbero stati vani. Così la principessa annuì
-Va
bene mamma-
Milky guardò sconsolata il suo piatto con la fetta di torta mezza
mangiata. Si era aspettata una giornata all’insegna del divertimento e invece
era solo una scusa per farla studiare, ancora. Guardò sua madre, sconsolata.
Tuttavia un luccichio negli occhi della regina la fece per un attimo sperare
-Dato
che oggi sarai fuori e non potrai seguire le tue solite lezioni, credo che
convenga approfittare di questa situazione al meglio. Farai pratica di scherma
con tuo fratello, così non resterai indietro-
Milky guardò sua madre estasiata
-Davvero?-
-Che
cosa?-
Dissero
contemporaneamente fratello e sorella. Milky si voltò
verso il fratello, emozionata. Tuttavia il principe guardava sua madre, a bocca
aperta
-Mi
hai sentito Shade. Dopotutto tua sorella sta
imparando e sbaglio o tu sostieni di essere il migliore spadaccino del regno? Quale
occasione migliore per Milky per imparare dal miglior
maestro, dico bene tesoro?-
Milky annuì entusiasta e si ritrovò a sorridere in modo
incontenibile. Sembrava tutto un sogno: una giornata all’aria aperta, niente
lezioni e in più avrebbe fatto scherma con suo fratello. Era tutto estremamente
favoloso, un sogno che si realizzava
-Devo
andare a prepararmi allora-
Milky si alzò dal tavolo ma fu fermata prontamente dalla voce di
sua madre
-Milky, siediti immediatamente-
-Ma…-
-Solo
perché oggi potrai uscire da palazzo non vuol dire che tu debba dimenticare le
buone maniere. Non ci si alza da tavola senza permesso e senza che io ti dica
di poterlo fare. Te lo sei dimenticata forse?-
Milky abbassò il capo e si risedette sulla sedia
-No
mamma-
Sulla
tavola scese il silenzio. La rosa sentì la mano di suo fratello toccarle la
testa, per consolarla.
-Le
rovine sono molto distanti?-
Chiese
Rein per cercare di risollevare l’umore generale. Shade
scosse la testa
-Non
molto. In carrozza una quarantina di minuti, a cavallo ancora meno-
-Potremmo
approfittare del tragitto e studiare in carrozza, così quando saremo arrivati
potremmo goderci meglio quello che vedremo-
Le
disse sorridente Rein. Milky la guardò e anche se era
poco allettata all’idea di dovere fare il viaggio studiando, ferse era meglio
che sorbirsi la lezione direttamente alle rovine. Così le fece un sorriso,
annuendo con la testa
-E'
una splendida idea Rein-
Concordò
la regina che poi, sorridendo si voltò verso Shade
-Se
ne occuperà Shade della spiegazione-
Il
principe la guardò perplesso
-Io?-
-Se
non ricordo male le rovine le conosci abbastanza bene da potere spiegare a tua
sorella tutto quanto in modo impeccabile-
-Io
non credo di…-
-Rispetto
a Rein le conosci senz’altro meglio-
Regina
e principe si scambiarono uno sguardo che Milky non
riuscì ad identificare bene. Tuttavia la frase della madre sembrò chiudere qualsiasi
tentativo di protesta da parte di suo fratello. Il tutto si chiuse con un cenno
del capo alla regina da parte del principe
-Bene.
Dato che tutto è praticamente deciso, vi consiglio di andarvi a preparare. Milky ora puoi alzarti-
La
regina si alzò e anche tutti gli altri tre fecero lo stesso. Milky, sorridendo, si affretto veloce verso la porta, ma si
fermò ad aspettare la madre. La regina, dopo un cenno di saluto a suo fratello
e a Rein, le si avvicinò e allungò la mano per prendere quella della figlia che
lei prese subito.
-Sarà
una giornata fantastica mamma. Grazie per la gita-
La
regina le sorrise
-Mi
raccomando, impara. Le rovine sono parte della nostra storia, conoscerle bene e
fare tua la nostra storia ti servirà-
Milky annuì, anche se dentro di lei non vedeva l’ora di stare
all’aria aperta, libera. La storia, forse, avrebbe potuto aspettare rispetto al
divertimento.
I
due principi, rimasti soli nella sala della colazione si trovarono a guardarsi,
sorridendo.
-Tua
madre è fantastica-
Disse
la turchina. Shade la guardò, provando più un senso
di scocciatura che di ammirazione per sua madre
-Ti
rendi conto che ci ha appena incastrati, vero?-
Rein
scosse il capo, sorridendo
-Non
ha incastrato me. Ha incastrato te. Io sarei comunque dovuta stare con Milky oggi a fare lezione. Dopotutto cambia solo lo
scenario, non l’attività da fare-
Shade la guardò ironico
-Veramente
io non sarei rimasto incastrato se qualcuna non mi avesse chiesto un favore –
-Un
favore?-
-Ce
lo siamo già dimenticate principessa? Il corridoio, quella sera…-
-Cosa
c’entra quello con questo?-
-Diciamo
che mia madre ha un ottimo intuito. Ha capito cosa volevamo fare e ci ha
incastrato. Quindi è anche colpa tua se ci troviamo qui in questa situazione.
Dopotutto sei tu ad avere avanzato la richiesta di uscire-
Rein lo guardò allibita
-Sbaglio
o dovevi farti perdonare? E poi ho detto un giorno, poteva anche essere tra un
anno per quanto mi riguarda. Non doveva essere per forza oggi-
-Credevo
fosse meglio farlo il prima possibile. Sbaglio o siete voi signore a fare
pesare le cose a noi uomini? Volevo semplicemente levarmi il pensiero-
Rein
lo guardò con gli occhi sgranati per lo stupore
-Stai
veramente insinuando che la colpa sia mia?-
-Io
non insinuo niente. Cito solo i fatti-
-I
fatti?-
Shade vedendola sorrise divertito.
-Esatto.
Sono i fatti, dal mio punto di vista-
-Allora
il tuo punto di vista va corretto, principe-
-Non
credo dato che sono nel giusto-
Rein
lo guardò e scosse la testa
-Sai,
certe volte dimentico quanto sia grande l’ego maschile, soprattutto quello di
un principe-
-Stai
insinuando che io sia egocentrico?-
-Precisamente-
-Finalmente
qualcuno oltre me che lo dice ad alta voce. Si Shade,
sei egocentrico e tu Rein, raggio di luce, sei totalmente e indiscutibilmente
nel giusto-
I
due si voltarono verso la porta dove un sorridente Thomas li stava fissando,
appoggiato allo stipite
-Thomas-
Disse
solo Shade. Il capitano, sempre con il sorriso sul
volto, si inchinò ai due e si avvicinò trattenendo a stento il suo sorriso.
Prese la mano di Rein e le fece un baciamano
-Altezza,
incantevole come sempre. Illumini il palazzo di luce abbagliante fin dalla
mattina-
Rein
ridacchiò e gli sorrise
-Grazie-
-Sdolcinato-
Bofonchiò
Shade, facendo ridacchiare i due. Thomas scoccò
un’occhiata a Shade, prima di voltarsi di nuovo verso
la turchina
-Cara
Rein, sai quanto io odori stare qui con te a parlare e ad elencare tutte le
mancanze di questo così detto “principe”, ma devo chiederti se puoi andare a
prepararti per la partenza. Le carrozze saranno pronte ad aspettarvi tra
un’ora, davanti all’ingresso principale. So di essere scortese nel dirlo, ma
vorrei riuscire a partire entro l’orario stabilito, quindi spero di contare
sulla tua gentile collaborazione-
Rein
annuì alle parole di Thomas
-Direi
che sia il caso che vada allora. Sarò pronta per la partenza, capitano, non
faremo ritardo per causa mia-
Rein
salutò i due e si affrettò ad uscire per andarsi a preparare. Quando fu
abbastanza lontana per non farsi sentire, Thomas appoggiò il braccio sulla spalla
di Shade e gli disse
-Se
vuoi flirtare con Rein di prima mattina, non che la cosa mi dispiaccia, almeno
assicurati di non farti vedere. Per fortuna che sono apparso io e non una
cameriera, o peggio, un nobile qualsiasi. Immagina lo scandalo-
-Non
stavamo flirtando Thomas-
Thomas
alzò gli occhi al cielo
-Come
no. Era solo un normale chiacchiericcio tra amici, giusto?-
-Precisamente-
Thomas
scosse la testa
-Sei
incorreggibile. Egocentrico e incorreggibile, temo per il re che diventerai-
Shade tolse il braccio di Thomas dalla sua spalla e lo guardò
-Sei
venuto solo qui per insultarmi, per caso?-
-No,
anche se come sai mi diverte sempre molto. Sono passato per avvisarti che le
carrozze e la scorta sono pronte e le cucine si stanno occupando del nostro
pranzo-
-Ottimo.
Ricordati di far sellare il mio cavallo e quello di mia sorella. Sicuramente vorrà
cavalcare-
-Ci
stavo pensando infatti. Lo farò. E per Rein? Credi vorrà cavalcare anche lei
oggi?-
Shade rifletté qualche secondo, poi lo guardò
-Immagino
di si. Non le ho mai chiesto se sa cavalcare, ma presumo che lo sappia fare.
Meglio essere preparati a questa evenienza. Fai preparare Stella per lei-
Thomas
lo guardò ad occhi sgranati
-Stella?
Sei sicuro?-
Shade annuì
-Si,
è sicuramente perfetta per lei-
-Ma
Stella è…-
Thomas
non finì la frase. Sapevano entrambi cosa volesse dire. Tuttavia il principe lo
fissò deciso
-Thomas,
fidati. Conosco quell’animale, so come è fatta e so che tipo di cavaliere cerca.
Rein sarà perfetta per lei-
Thomas
lo guardò perplesso, ma non ribatte.
-Faccio
preparare anche un cavallo per Trudy?-
Shade annuì
-Si,
come ho detto, meglio essere preparati. E porta qualche uomo in più nella
scorta, buoni cavallerizzi-
-Ti
preoccupi che Milky possa sparire come un certo
principe?-
Shade lo guardò torvo
-Mia
sorella sa sparire in un battito di ciglia, questo è vero, come è vero che ci
vogliono persone capaci di starle dietro, oltre a noi due. Ma non stavo pensando
a mia sorella, in questo momento-
Thomas
lo fissò, ad occhi sgranati
-Pensi
che Rein possa fuggire senza scorta? Sul serio?-
Shade annuì
-Non
è da escludere. Dopo tutto una delle principesse…-
-…meno
principesche, si lo so. Solo che non me la immagino fare una cosa del genere-
-Invece
dovresti. Però forse sto esagerando, ma meglio essere preparati. L’ultima cosa
che voglio è avere mia madre rimproverarmi perché ho perso una o più
principesse quest’oggi-
Thomas
ridacchiò ma si trovò ad annuire
-Si,
tua madre è spaventosa da arrabbiata. Va bene, ci penso io. Nicholanos
sta scegliendo le guardie più affidabili e anche capaci di cavalcare, ma lo
farò venire con noi, a questo punto. Mi fido di lui e, cosa che non guasta, è
di buona compagnia. Inoltre è discreto, sarà perfetto per Rein. Sarà la sua
scorta, dopotutto lo ha già fatto. Lui andrà bene-
Shade annuì
-Va
bene. A questo punto, direi che è tutto pronto-
-Manchiamo
solo noi. A proposito, ti conviene andare a prepararti. So che lascerai
comunque del lavoro da fare per i tuoi ministri, quindi sbrigati. Tra il
prepararti tu e il lasciare il lavoro agli altri, non vorrei fare ritardo per
colpa tua-
-Io
non sono mai in ritardo, arrivo sempre quando serve. Ma hai ragione, solo su
una cosa, ovvio che gli lascio del lavoro da fare a quei perditempo di ministri
che mi ritrovo. Si prendono troppo tempo libero per i miei gusti e poco tempo
per lavorare-
-Allora,
come ho già detto, muoviti. Non vorrei incominciassi proprio oggi ad iniziare
ad arrivare in ritardo per colpa del tuo stacanovismo. Forza principe, al
lavoro-
Detto
questo Thomas diede una pacca sulla schiena a Shade,
forse un po’ troppo forte rispetto a quella che aveva immaginato. Il principe,
preso alla sprovvista, perse per un secondo l’equilibrio e quasi cadde a terra.
Quando si riprese, Thomas stava cercando di trattenere le risate, anche se con
poco risultato. Questa volta, però, Shade non si
stava minimamente divertendo
-Thomas-
Disse,
sottovoce e a denti stretti. Il modo in cui pronunciò il suo nome, fece
bloccare il capitano sul posto, improvvisamente all’erta. Guardò Shade e alzò le mani in segno di pace
-Andiamo
Shade...-
Tuttavia
il principe iniziò ad avanzare verso di lui e il capitano iniziò ad
indietreggiare
-Non
volevo, giuro Shade-
-Thomas…
inizia a correre-
Thomas
lo guardò e non se lo fece ripetere certo un’altra volta.
Rein
fissava la scena davanti a lei leggermente divertita. Thomas era alle prese con
una Milky notevolmente troppo eccitata e stava
decisamente facendo fatica a contenere le mille domande della piccola
principessina.
-Non
lo vai ad aiutare?-
Trudy,
di fianco a lei, osservava la scena, anche lei decisamente divertita. Trudy era
raggiante quella mattina, non c’era altro modo per descriverla. Aveva indossato
un abito di un tenue color rosa chiaro. La gonna, di strati di chiffon, le
cadeva morbida sulle gambe e il corpetto, dello stesso colore, era fatto di
pizzo macramè, così come le maniche, a tre quarti. I lunghi capelli biondi
della contessa erano stati raccolti in un semplice chignon, fermato da un
nastro dello stesso colore dell’abito. Non indossava gioielli particolari,
tranne la solita collana che ormai Rein si era abituata a vederle al
collo.
-Dovrei
andare ad aiutarlo, lo so, ma qualcosa mi trattiene-
Disse
Rein divertita. Trudy le rivolse un sorriso
-Paura
principessa?-
-Oh
si. Milky sa essere spietata quando vuole-
Le
due ridacchiarono
-Ridere
prima ancora di partire è decisamente un buon segno-
Le
due si voltarono e videro avvicinarsi la regina Moon Maria, assieme a lady
Vivian. Le due s’inchinarono
-Vostra
maestà-
Dissero
quasi in coro le due donne. Moon Maria sorrise alle due
-Spero
contessa non siate adirata con me per avervi inclusa in questa piccola gita
improvvisata-
-Niente
affatto maestà. È un onore e un piacere esservi utile-
Moon
Maria le sorrise poi fece un piccolo cenno a lady Vivian. Senza bisogno di
parole tra le due, la contessa Vivian si avvicinò a Trudy
-Contessa
volete seguirmi, per favore? Credo che il capitano abbia bisogno del nostro
aiuto-
Trudy
annuì poi lanciò uno sguardo a Rein perplesso e seguì la contessa, vero Thomas
e Milky. Rein si voltò vero la regina, perplessa
-Posso
fare qualcosa per voi, maestà?-
Moon
Maria annuì e non sembrò affatto stupita per quella domanda. Si avvicinò alla
turchina e prese il braccio di Rein, passandolo sotto al suo
-Una
regina non può semplicemente volere passare due minuti in tranquillità in
compagnia di una principessa, che per di più è ospite nel suo palazzo?-
Rein
la guardò senza dire niente. Moon Maria sospirò e la fissò
-So
che questo non era quello che avevi chiesto a mio figlio…-
-Io
veramente non…-
Rein,
imbarazzata, abbassò lo sguardo. Sentì lo sguardo della regina su di se e si
voltò a guardarla, profondamente imbarazzata
-Rein
non posso permettere che si crei uno scandalo tra voi due. Forse non te lo immagini,
ma sono molti i nobili di questo regno e anche qualche testa coronata del
pianeta che non amano troppo quello che io abbia fatto o che apprezzino il
fatto che tu sia qui. La tua presenza in questo palazzo è stabile e nessuno
oserà mai interferire perché io sto garantendo per te e, soprattutto, perché la
tua reputazione è impeccabile. Se dovessero mancare una delle due cose, la
situazione potrebbe farsi decisamente molto complicata. Non potrei difenderti
da uno scandalo, nemmeno se lo volessi, lo sai questo-
-Si
maestà, lo so bene. Non farò niente per perdere la vostra fiducia o…-
Moon
Maria scosse la testa
-Rein,
qui non si parla di fiducia mia nei tuoi confronti, si parla della tua
reputazione. So che sono due concetti molto diversi, ma come donna, per di più donna
reale, sono, purtroppo, la stessa cosa. La mia fiducia in te non vacilla per
così poco, ma come regina non posso permettermi di poterti difendere se la tua
reputazione dovesse essere messa in discussione. E questo perché ho due figli
da proteggere, prima di te. Spero questo sia chiaro e che tu lo possa capire-
Rein
annuì.
-Perfettamente
maestà-
Moon
Maria sorrise.
-Bene,
sapevo di potere contare su di te in questo. Chiarito il tutto, direi di
raggiungere gli altri. Non vorrei che faceste tardi per colpa mia-
Rein
sorrise alla donna, anche se una punta di preoccupazione si impossessò di lei.
Le parole dette da Moon Maria le risuonarono in testa, come un cattivo
presagio. Stava per perdersi in un pensiero poco piacevole, quando una voce
alle loro spalle la distolse dalle sue riflessioni
-Non
ti preoccupare mamma, Thomas troverà comunque il modo di dare la colpa a me per
qualsiasi cosa-
Rein
si voltò leggermene e vide Shade scendere velocemente
la grande scalinata. Si era cambiato rispetto alla colazione e ora indossava
degli abiti più semplici, ma comunque regali. Era impressionante come pur senza
simboli, Shade emanasse una naturale aurea di
regalità. Indossava, infatti, un paio di pantaloni blu scuro e una semplice
camicia bianca, con le maniche leggermente arrotolate sull’avanbraccio. Alla
vita era allacciata la spada, che dondolava seguendo il ritmo dei suoi passi.
Rein si perse ad osservarlo forse qualche secondo di troppo, secondi che non
sfuggirono al principe
-Ho
qualcosa che non va?-
Le
chiese, infatti, sorridendo Shade. La turchina,
leggermente imbarazzata, scosse il capo
-No,
scusa-
Disse
di scatto. Rein si maledisse mentalmente per essersi scusata. Perché si era
scusata? Così avrebbe fatto credere a Shade e alla
regina che aveva fatto qualcosa di sconveniente. Cosa le era passato per la
mente? La turchina chiuse gli occhi e sentì il calore diffondersi sulle guance.
La risata divertita di Shade la fece arrossire ancora
di più, se possibile, rispetto a quanto non fosse già. Aprì gli occhi e si
ritrovò a guardare uno Shade sorridente che la
fissava
-Poco
principesco, principe-
Disse,
a sua difesa. Shade sorrise ancora di più
-Non
so a cosa tu ti riferisca. A cosa ti riferisci di preciso?-
Rein
stava per ribattere ma la regina li interruppe, schiarendosi la gola e
attirando la loro attenzione
-Usciamo,
direi che è la cosa migliore, per tutti-
Moon
Maria lasciò andare il braccio di Rein e si avvicinò al figlio, prendendo il
suo di braccio sotto al suo. Rein fece passare prima i due e li seguì poco
dopo. L’aria fresca della soleggiata mattina primaverile fece riprendere Rein
che si ricompose, facendole cancellare le ultime tracce di imbarazzo. I tre
vennero accolti da Thomas che si inchinò alla regina, poi guardò in malo modo i
due principi
-Era
ora. Shade, Rein siete in
ritardo-
Milky, decisamente eccitata per la giornata, si avvicinò al
fratello e alla madre
-Thomas
ha ragione, vi sto aspettando da una vita ormai. Shade
andiamo, la nostra carrozza è quella davanti. Non vedo l’ora di arrivare, voi
no? Oh Shade, hai portato la spada! Anche io ho la
mia è già in carrozza. Non vedo l’ora di fare scherma contro di te e anche con
Thomas-
Milky, un fiume in piena di parole, afferrò la mano di Shade e cercò di tirarlo verso di se, ma Shade rimase fermo immobile, bloccando la principessa lì
con loro
-Milky, non credi di dovere prima salutare la mamma? Come
una brava principessa?-
La
rosa lo guardò, poi guardò sua madre
-Giusto,
certo, non me lo stavo dimenticando. Ciao mamma, stasera ti racconterò tutto,
promesso-
Fece
un piccolo inchino alla madre, poi si avvicinò e mettendosi in punta di piedi
si protese verso la guancia della regina, per baciarla. Moon Maria sorrise nel
chinarsi verso la figlia, facendosi dare quel bacio
-Divertiti
Milky, non fare esasperare tuo fratello, o Rein, o
Thomas, o chiunque. Ricordati, esci per imparare, non per giocare, tienilo bene
a mente-
Milky annuì
-Imparare,
no giocare, capito. Shade, Rein,
andiamo?-
Milky questa volta strattonò Shade e il
principe si fece trascinare, anche se fece appena in tempo a lanciare un cenno
di saluto alla madre. Milky e Shade
sparirono dentro una carrozza, quella più avanti. Rein si avvicinò alla regina
per salutarla, ma prima che potesse voltarsi, Moon Maria la trattenne ancora
-Rein ti raccomando Milky. È una
brava ragazza, lo sai, ma sa essere terribilmente esuberante e imprevedibile.
Fai attenzione-
Rein
le sorrise
-Maestà,
non si preoccupi. Causavo problemi, so riconoscere i segnali di quanto sta per
accadere qualcosa. Starò attenta-
La
regina ridacchiò e annuì
-Bene.
La cosa mi rincuora, lo ammetto. E cerca anche di badare ai due bambini poco
cresciuti. Credo ti daranno più problemi loro che Milky.
Già lo fanno quando devono comportarsi in modo dignitoso, figuriamoci quando
sono lontani dal palazzo-
Rein
sorrise e annuì
-Cercherò
di fare del mio meglio, maestà, ma possiamo contare sulla contessa Gaumont. Conosce Thomas meglio di chiunque altro-
Moon
Maria sorrise e annuì. Rein fece per avviarsi verso la carrozza dove Milky e Shade erano, ma fu
fermata dalla voce di Trudy
-Principessa,
noi siamo qui. Seconda carrozza, mi dispiace-
Rein
si voltò verso la seconda carrozza presente dove Trudy si era sporta dal
finestrino per chiamarla
-Come?-
Chiese
perplessa Rein. Trudy alzò le spalle
-Idea
del capitano. Se non sbaglio ha detto qualcosa su “tempo di qualità tra
fratelli, meglio lasciarli soli” o qualcosa del genere-
Rein
la fissò perplessa
-Vuole
punire in qualche modo Shade obbligandolo a stare da
solo con sua sorella?-
Trudy
le sorrise in modo sarcastico
-Credo
proprio di si-
Rein
si limitò a scuotere il capo ma si avvicinò veloce alla carrozza e si affrettò
a salire dentro. Subito dopo di lei si
affacciò all’interno della carrozza un sorridente Thomas
-Principessa,
Trudy, state comode? Spero di si, anche perché stiamo per partire e non c’è
tempo di fare cambiamenti dell’ultimo minuto-
-Thomas
grazie per avere constatato l’ovvio-
Disse
Trudy, sorridendo sarcastica. Thomas guardò la sua amica
-Sarcastica
già di prima mattina. Mi fa piacere vederti di nuovo di buon umore. Sarà una giornata
fantastica-
Trudy
fece un sorriso ironico a Thomas che ridacchiò divertito
-Bene.
Allora possiamo andare se siamo tutti pronti-
Detto
questo le salutò e chiuse la porta della carrozza e si allontanò veloce,
diretto al suo cavallo. Trudy lo osservò dare ordini e urlare comandi
-Certe
volte vorrei imbottigliare il suo naturale ottimismo. Tornerebbe utile in molte
occasioni-
Rein
sorrise
-In
effetti l’allegria di Thomas è contagiosa. Assomiglia in questo molto a Fine-
Rein
pronunciò il nome di sua sorella prima ancora di rendersene conto. La turchina,
stupita, si portò una mano sulla bocca, perplessa. Trudy le lanciò un’occhiata
strana e la principessa distolse presto lo sguardo. Calò un leggero silenzio,
molto imbarazzante tra le due, o almeno per lei. In quel momento la carrozza
prese a muoversi, e il rumore delle ruote e lo scricchiolio del legno della
vettura riempirono il silenzio creatosi.
-Non
vi siete più sentite?-
-Come?-
-Con
tua sorella?-
Rein
scosse la testa.
-Ho
scritto a mia madre, però-
-Davvero?-
Chiese
meravigliata Trudy. Rein annuì e si lasciò andare ad un sorriso
-Non
è stato facile a dire il vero. Le ho detto cose che pensavo da tempo ma che non
ero mai riuscita a dire. Credevo di rasserenarmi o di sentirmi sollevata,
tuttavia non ho provato quel senso di liberazione che mi aspettavo. Sto un po’
meglio, questo si, ma non mi sento come immaginavo mi sarei sentita-
-Dovreste
parlarvi. Solo parlando si possono sistemare certe situazioni. Ovviamente se
anche l’altra parte è d’accordo nel volere parlare, o provarci almeno-
Rein
la fissò. Gli occhi di Trudy erano come velati da un qualcosa che la turchina
non riuscì a spiegarsi. La contessa però la fissò poco dopo, continuando a
parlare
-Io
e mia madre siamo l’esempio perfetto di ciò che ho appena detto. Mia madre è
l’esatto opposto di me. Sempre perfetta, impeccabile, fu una delle debuttanti
più ammirate ai suoi tempi, semplicemente perfetta. Mai ripresa in qualcosa,
mai al centro di qualche scandalo, eccellente in tutto ciò che riguarda le arti
femminili e non solo. Io invece assomiglio a mio padre. “Mente analitica” mi
chiamava da piccola, e aveva ragione. Detestavo il cucito, ma amavo sapere come
si creavano i fili per tessere, odiavo ballare ma adoravo vedere come le note
prodotte producessero la musica. E poi, ovviamente, c’era Thomas-
-Thomas?-
Chiese
perplessa Rein. Trudy annuì
-Mia
madre sperava che facendoci conoscere fin da piccoli potessimo creare un
rapporto intimo tale da portare poi ad un fidanzamento e ad un matrimonio.
Ovviamente è successo tutto l’esatto contrario di ciò che si immaginava. Thomas
era il fratello che desideravo e con lui ho fatto tutto ciò che una dama di
buona famiglia non deve mai fare: imparare ad arrampicarsi sugli alberi, fare
la lotta, andare a caccia, cavalcare a perdifiato con il cavallo lanciato al
galoppo in una gara all’ultimo fiato, gare che ho sempre finto tra l’altro e
ovviamente, bere buon vino e da un’età che non è certamente consona per una
fanciulla di buona famiglia-
Rein
sorrise
-Adorerei
sapere tutte le storie di voi due da bambini. Sembra un’infanzia decisamente
divertente e libera-
-Libera
di sicuro. Mia madre non ne era contenta, ma mio padre era dalla mia parte.
Potevo contare sul suo appoggio incontrastato e mia madre non poteva fermarmi.
Poi però tutto è cambiato quando mio padre è morto. Avevo quattordici anni
quando è successo-
-Mi
dispiace-
Mormorò
Rein, sinceramente dispiaciuta. La contessa semplicemente annuì, poi riprese a
parlare
-Da
quel momento tra me e mia madre è come apparso un muro. Invece di unirci nel
dolore, ci siamo allontanate. Siamo diventate come due estranee che abitavano
sotto lo stesso tetto. Per i primi tempi avevo Thomas, ma poi lui se ne è
andato per entrare nella guardia reale. Dopo che Thomas è partito è iniziato un
periodo molto difficile per me così come per mia madre. Non ci capivamo e
finivamo per litigare tutti i giorni. Siamo arrivate ad un punto tale che sono
andata a stare dai miei nonni per quasi otto mesi, otto mesi in cui non ci
siamo mai scritte. Poi una mattina, come se niente fosse, mia madre si è
presentata a casa dei miei nonni, ordinando di preparare le mie cose per il mio
immediato ritorno a casa. Mi ha presa per mano, mi ha portato in una sala
davanti ad una tazza di the bollente e abbiamo parlato. Abbiamo parlato per
quasi un giorno intero, di tutto, ogni cosa, soprattutto del nostro dolore. E
tutto si è risolto, diciamo. Abbiamo iniziato a capirci e a parlarci in modo
onesto-
Rein
la guardò meravigliata e stupita. Non si era minimamente aspettata quel tipo di
confidenze da Trudy. Fu sinceramente contenta che la contessa si fosse aperta
con lei riguardo una cosa così tanto personale
-E
parlare così a cuore aperto davanti a lei è stato così tanto liberatorio?-
Trudy
annuì
-Si
lo è stato, anzi da allora ci siamo sempre ripromesse di dirci ogni cosa,
sempre, soprattutto quando l’una non capiva l’altra. E la cosa capita spesso-
-E
lo fate veramente?-
Trudy
la guardò poi si portò una mano sul petto, dove strinse il ciondolo che portava
quel giorno
-Si,
lo facciamo. Anche se non sempre è così facile. Soprattutto considerando che
stiamo parlando di mia madre. Certe volte risulta essere molto…imbarazzante
affrontare certe discussioni-
Rein
la guardò e provò una sincera invidia nei confronti di Trudy.
-Sei
fortunata Trudy-
Le
disse. La contessa la guardò negli occhi e la turchina la vide stringere ancora
più saldamente il ciondolo tra le mani
-Non
mi invidiate principessa. Non mi conoscete così bene da poterlo dire-
Rein
scosse la testa
-E'
vero, non ti conosco a fondo e forse non ho ancora capito appieno la tua
personalità o il motivo della tua diffidenza nei miei confronti, ma da quello
che mi hai detto, hai passato un’infanzia circondata dall’amore dei tuoi
genitori, dall’affetto di Thomas e dal supporto di tua madre quando ne hai
avuto più bisogno. Io non posso dire altrettanto, purtroppo-
Trudy
la guardò e lasciò andare lentamente la presa sulla collana. Si ritrovò a
sorridere debolmente alla turchina
-Essere
figlie è complicato, ma anche essere madri. L’amore fa fare cose pazze e fa
comportare in modo folle le persone, anche chi pensa di essere razionale. I
sentimenti più sono forti, più confondono le nostre azioni. Non conosco vostra
madre, principessa, ma credo che lei stia soffrendo ancora più di te per non
averti compreso appieno. Spero un giorno possiate chiarirvi, te lo auguro
sinceramente, dal cuore-
Rein
fece solo un piccolo cenno con il capo a Trudy, prima di distogliere lo sguardo
dalla bionda. Non capì perché, ma quelle parole l’aveva riempita di un calore
che non si era minimamente aspettata e senza volerlo, Rein sentì le lacrime
iniziare a sgorgarle dagli occhi. Presto fu preda dei singhiozzi e, senza
preoccuparsi di Trudy, si lasciò andare ad un pianto quasi liberatorio. Trudy,
che era seduta di fronte a lei, non disse niente, ma si spostò, andandosi a
sedere di fianco alla principessa. In silenzio le prese la mano e gliela
strinse forte. Non si dissero niente più per tutto il resto del viaggio, e Rein
gliene fu immensamente grata, non solo perché non aveva cercato di confortarla,
ma anche perché non l’aveva fatta sentire sola. Forse per Trudy non era lo
stesso, ma Rein sentiva di avere trovato una vera e buona amica. E si ritenne
terribilmente fortunata.
Thomas,
in sella al suo cavallo bruno, percorse velocemente il perimetro delle antiche
rovine, in cerca di un eventuale pericolo. Come si immaginava, non trovò niente
di anomalo o sospetto, solo gli antichi resti che lo osservavano, in silenzio. Il
capitano si voltò verso il resto della comitiva dove fece un gesto a Nicholanos, per informarlo che la situazione era sicura. Così
facendo, due guardie si affrettarono ad avvicinarsi alle carrozze per aprire le
porte delle vetture e per permettere agli occupanti di scendere e di
sgranchirsi le gambe dopo il viaggio. Thomas vide la principessina Milky guardare le rovine con un misto di eccitazione e
gioia e si mise a sorridere. Non lo avrebbe mai ammesso, soprattutto non
davanti al suo iper protettivo, quasi a livello patologico, fratello, ma adorava
alla follia la sua piccola principessa. Sapeva che avrebbe dato volentieri la
vita per proteggerla, e forse, sotto sotto, non gli sarebbe dispiaciuto vedere
il fratello detronizzato dalla piccola Milky. Lui
l’avrebbe aiutata di certo nell’impresa, se glielo avesse chiesto. Forse gliene
doveva parlare, magari così si poteva liberare di quell’impiccio che era quel
principe ingrato che chiamava migliore amico.
-Stai
pensando a qualcosa di profondamente irriverente nei miei confronti, non è
vero?-
Shade, che era sceso poco dopo Milky
dalla carrozza, si era avvicinato a lui, che sovrappensiero, non lo aveva
sentito e si era fatto cogliere in quel momento di distrazione. Tuttavia niente
poteva mai privarlo della sua risposta pronta, soprattutto quando si trattava
di Shade
-Come
sempre del resto-
Gli
rispose, sorridendo. Shade gli lanciò un’occhiataccia
e provò ad afferrargli le redini, ma lui fu più veloce.
-Attento
principe, non vorrei farti male. Dopotutto sono pur sempre in sella al migliore
cavallo del regno-
Shade lo fissò per niente colpito da quelle parole
-Il
miglior cavallo del regno? Non dico che Fulmine sia un eccellente cavallo e un
ottimo corridore, ma fammi salire in sella alla mia Regina e vedrai chi ha il
migliore cavallo del regno-
-Sfida
interessante, principe. La accetto-
-Ottimo.
Prepara a mangiare la mia polvere, Thomas-
-Non
vedo l’ora di farti mangiare la mia, Shade-
-Qui
nessuno mangerà la polvere di nessuno. Thomas scendi da cavallo e vieni a dare
una mano. Anche tu Shade, smettila di lanciare sfide
infantili e renditi utile-
I
due si voltarono e videro Rein che li fissava, leggermente corrucciata. Thomas
scese prontamente da cavallo e puntò un dito verso il principe
-Ha
iniziato lui-
-Ehi-
Gli
rispose Shade. La turchina alzò gli occhi al cielo
poi si voltò verso Trudy che era a pochi passi di distanza
-Sbaglio
o peggiorano giorno dopo giorno?-
La
contessa sorrise e annuì
-Con
Thomas non mi meraviglio, ma non mi aspettavo che il principe fosse lo stesso. Ha
veramente ragione mia madre: è un mistero come il mondo sia in mano agli uomini
e non a noi donne, che siamo nettamente superiori, in tutto-
Le
due donne si guardarono e scoppiarono a ridere. Thomas si voltò vero Shade, perplesso
-Da
quando quelle due sono così amiche? E da quando Rein è così pungente nei miei
confronti?-
Il
principe, per tutta risposta, alzò le spalle, interdetto quanto lui
-Non
saprei, ma direi che è meglio fare come dice. Già c’è Milky
di cui preoccuparsi oggi, Rein deve essere mia alleata, quindi meglio evitare
di litigare-
-Concordo-
Thomas
scambiò un’occhiata con Shade e poi si diresse veloce
verso Nicholanos. Il tenente stava dirigendo alcune
guardie per allestire un piccolo padiglione, per riparare le principesse e la
contessa dal sole e per avere un luogo riparato dove potere poi pranzare
-Nicholanos, serve aiuto?-
-Capitano,
preferirei di no. Qui è tutto sotto controllo-
-Le
carrozze?-
-Sono
state sistemate e sono già pronte per il ritorno-
-I
cavalli?-
-Li
stanno sorvegliando due guardie e i due cocchieri, capitano-
-Il
pranzo?-
-Verrà
consegnato per l’una. Ho delle guardie a palazzo incaricate di portare tutto il
necessario, come da ordini ricevuti-
-Il
resto della comitiva?-
-Arriverà
all’orario stabilito come da programma-
-Quindi
tutto sotto controllo, direi-
-Si
capitano-
-Ottimo-
Thomas
si avvicinò a Rein raggiante
-Cara
principessa, tutto pronto e perfettamente gestito a livello organizzativo-
-Sicuro
Thomas?-
Gli
chiese la turchina. Thomas la guardò perplesso.
-Certo,
Rein. So fare bene il mio lavoro, nonostante quello che dice un certo principe-
Rein
gli sorrise e gli appoggiò una mano sul braccio
-Scusami
Thomas, ma sua maestà mi ha chiesto di prestare particolare attenzione oggi, a
tutto. So che sei il migliore capitano delle guardie che potessi sperare-
-Ci
puoi giurare-
Gli
disse raggiante, mentre si affrettava a prenderle la mano per baciargliela.
Rein gli sorrise e scosse la testa, visibilmente divertita e lusingata.
-Per
favore Rein, non mettergli in testa strane idee. Non fargli credere di essere bravo,
potrebbe crederci e poi si che inizierebbero i veri guai-
Thomas
guardò Shade che si era avvicinato a loro e invece di
ribattere, il capitano pensò di punire il suo caro principe in altro modo.
Perché se la meritava una punizione, dopotutto. Alzò il braccio e lo pose sulla spalla di Rein, trascinandola a sè. Fu un
attimo ma Thomas vide Shade irrigidirsi e spostare
immediatamente lo sguardo sulla sua mano che toccava la spalla, nuda, di Rein.
La turchina, rispetto all’abito che indossava a colazione, si era cambiata, e
indossava un abito più adatto per una giornata all’aperto. Era un vestito di
tessuto georgette, bianco con ricamati delle rose blu lungo tutto l’abito. La
particolarità del vestito era lo scollo a barchetta che le lasciava, appunto,
un parte di spalla nuda ed esposta. Dallo scollo partivano le grandi maniche a pagoda, che
nascondevano le braccia della principessa. L’insieme era un raffinato abito che
faceva risaltare la linea della principessa, sottolineando l’elegante linea
delle sue spalle. E il vestito, appunto, lasciando esposta una parte delle
spalle della principessa, permise a Thomas di compiere la sua dolce vendetta
nei confronti di Shade. Premette la principessa
contro di se e continuò a guardare sorridente il principe, provocandolo. Forse
stava esagerando, ma era divertente vederlo irrigidirsi così.
-Thomas…
lascia andare Rein-
Gli
intimò il principe. Thomas sorrise ancora di più e si chinò a guardare Rein che
gli rispose con un sorriso
-Shade, direi che la principessa è l’unica che mi possa dire
di lasciarla andare. Rein adorata, bellissima principessa, raggio di sole
piombato nella nostra vita per risollevarci il morale da quell’ombroso di
principe che ci ritroviamo, vuoi che ti lasci andare?-
Rein
rise sentendo le parole di Thomas e il capitano vide lo scintillio degli occhi
di Rein, divertiti
-Thomas,
non sei divertente. Lasciala andare-
Gli
intimò Shade. Prima che Thomas potesse ribattere fu
la turchina ad intervenire
-Io
non credo proprio. Come ha detto Thomas, giustamente, dovrei essere io a
decidere se la cosa mi stia bene oppure no e se desidero essere lasciata
andare-
Thomas
si ritrovò a ringraziare tutti gli dei a cui poteva pensare per avergli fatto
arrivare una principessa così. Rein non solo stava reggendo il suo gioco, ma
stava deliberatamente prendendo in giro Shade.
-Rein
ti adoro-
Mormorò
Thomas in modo che tutti lo potessero sentire, ma fingendo che solo la
principessa potesse sentirlo. Shade a quel punto
esplose
-Ora
basta. Thomas lasciala-
-Thomas
non farlo-
Rispose
prontamente Rein.
Thomas
vide lo sguardo sconvolto di Shade e scoppiò a
ridere. Tuttavia lasciò andare la presa su Rein e si allontanò da lei.
-Shade, torna a respirare, stavo solo scherzando. Accidenti
Rein, sei fantastica. Come ho fatto a sopravvivere a palazzo senza di te?-
Rein
gli sorrise e gli fece un piccolo inchino
-E'
un piacere essere utile-
Thomas
vide Shade scuotere la testa e poggiarsi una mano sul
volto.
-Io
non arriverò ai venticinque anni di questo passo con voi due-
Disse
Shade, melodrammatico. Al che, sia lui che Rein
scoppiarono a ridere e anche Shade ridacchiò con
loro.
-Che
cosa state facendo qui? Perché vi divertite senza di me? Forza, andiamo ad
esplorare! Rein, vieni a vedere cosa ho visto-
Milky, ignara del piccolo siparietto che si era appena concluso,
piombò addosso ai tre, buttandosi tra le braccia di Rein
-Cosa
hai trovato?-
Chiese
la turchina, curiosa. Gli occhi di Milky brillarono
per l’eccitazione
-Devi
vedere-
Milky prese la mano di Rein, poi si voltò verso suo fratello, e
prese la mano anche del principe
-Shade, andiamo. Hai promesso di farmi vedere tutto quanto e
devi mantenere la promessa-
I
due si lasciarono trascinare da Milky e a Thomas non
sfuggì il sorriso che i due si scambiarono. Thomas si mise a fissarli, contento
-Sembri
un padre orgoglioso che guarda il figlio sposarsi-
Trudy
spuntò dietro di lui e appoggiò il suo mento sulla sua spalla, come faceva
quando erano piccoli.
-Se
io sono il padre orgoglioso, tu allora sei la madre scettica che pensa che la
sua futura nuova rovinerà il suo amato figlio-
Trudy
continuò a guardare i tre principi che esploravano le rovine
-Sembrano
proprio una famiglia-
Disse
la bionda, guardando la scena. Thomas si trovò ad annuire
-Speriamo
che quell’idiota di un principe si renda conto di che donna sia arrivata per
miracolo tra le sue braccia. E speriamo che non si chiuda di nuovo in sé stesso
e si lasci andare-
-Non
puoi spingere quei due l’uno verso l’altro solo perché Rein ti sta simpatica. E
poi la conosci da troppo poco tempo per poterlo dire. Si potrebbe rivelare
incompatibile con il principe, ci hai mai pensato?-
-Ma
hai visto come si guardano? Almeno se ci provasse e vedesse potrebbe…-
-Cosa?
Soffrire magari ancora? Non ne vale la pensa, Thomas-
-Trudy,
vale sempre la pena amare. Non c’è mai un valido motivo per non farlo o non
provarci-
-Parli
così perché non ti sei mai innamorato-
Trudy
si staccò da lui e lo guardò, severa
-Se
ti fossi innamorato almeno una volta nella vita e avessi sofferto per amore,
fidati non parleresti così-
-Tu
non lo sai se non mi sono mai innamorato, Trudy-
-Thomas
andiamo, ci conosciamo da bambini, vuoi che non sappia se tu…-
-Certo
che mi sono innamorato. Solo che la persona per cui provavo qualcosa non si è
mai minimamente accorta di me. L’ho vista innamorarsi di qualcun altro ed
essere portava via da un uomo evidentemente migliore di me. Non osare dire che
non ho mai sofferto, Trudy, non ti permettere questa libertà-
Gli
occhi di Trudy si allargarono per la sorpresa. Lo fissò per qualche istante
-Non
me lo hai mai detto…-
Gli
disse. Il capitano si trovò ad abbassare il capo e a portarsi una mano sulla
testa
-Non
è una cosa facile da scrivere in una lettera, anche se il destinatario è la tua
migliore amica-
Trudy
lo guardò, un velo di tristezza negli occhi
-E
poi ormai è passato tanto tempo da quella storia, l’ho superata. Non te ne
preoccupare-
Thomas
si avvicinò a lei e le appoggiò una mano sulla testa, accarezzandola. Trudy
alzò il capo di scatto e gli spostò la mano, leggermente scocciata. Thomas
sapeva che Trudy odiava essere accarezzata in quel modo, solo suo padre poteva
permettersi di farlo, nessun altro.
-Thomas,
non mi toccare i capelli-
-Andiamo
Trudy. Lo sai che lo faccio perché ti voglio bene-
Trudy
indietreggiò. Sapeva che la sua amica aveva capito cosa voleva fare, la
conosceva troppo bene per non saperlo. Thomas allungò le mani in avanti e
iniziò ad avvicinarsi alla bionda
-Thomas,
stai indietro-
-Vieni
qui Trudy, fammi esprimere tutto il mio affetto per te-
Trudy
iniziò a correre, cercando di allontanarsi da lui. E lui si buttò subito dietro
di lei, rincorrendola
-Thomas,
stammi lontano-
Urlò
la bionda, mentre correva veloce verso le rovine. Per tutta risposta, lui
scoppiò a ridere e continuò ad inseguirla. Il loro caotico rincorrersi aveva
catturato l’attenzione dei tre principi, che si erano voltati verso la coppia,
stupiti dall’improvviso baccano. E il principe non doveva averci messo molto a
capire cosa stese succedendo, perché tutto quello che gli bastò dire fu
semplicemente una parola
-THOMAS!-
La
mattinata stava ormai per volgere al termine. Rein, Shade, Milky e Trudy, dopo che
questa si era ripresa dalla corsa con Thomas, avevano esplorato le antiche
rovine per un’ora buona, dove il principe aveva passato tutto il tempo a spiegare
alle tre la storia del luogo dove si trovavano. Si trovavano infatti a “Silvery Court” ovvero le rovine del primo palazzo reale del
regno della Luna, che era stato poi abbandonato in favore di quello attuale
quasi cinquecento anni prima. Anche se in rovina, era ancora possibile ammirare
la grandiosità di quello che era stato un tempo e riconoscere anche la funzione
di alcune sale, anche se il resto era ormai solo un insieme di pietre grigie e
muri diroccati. Tuttavia la parte che colpì di più la principessa furono i
resti dell’antica cappella reale, che si trovava vicino a quella che doveva
essere stata, probabilmente, la sala del trono. Su una parete della cappella,
infatti, era stato inciso un bassorilievo, che raffigurava le otto fasi lunari
e sotto l’immagine della luna piena era stata incisa l’immagine della corona
-Molto
poco allusivo come bassorilievo, non trovi?-
Rein
si voltò vero Shade. Il principe si mise di fianco a
lei e osservò insieme a lei l’incisione del muro
-A
me piace. Semplice ma chiaro-
-Autocelebrativo
piuttosto-
-Tutte
le monarchie lo sono-
Ribatté
la turchina. Shade si trovò ad annuire
-Lo
so, ma non mi piace lo stesso-
-E'
indispensabile esserlo. Se i nostri antenati non si fossero così tanto
autocelebrati e proclamati diretta emanazione del potere, magari io e te ora
saremo semplici cittadini e vivremmo vite normali-
-La
cosa non mi dispiacerebbe affatto-
Disse
Shade guardandola divertito. Rein, suo malgrado, si
ritrovò ad annuire. Tuttavia alzò lo sguardo verso il cielo azzurro che
splendeva sopra di loro
-Però,
se ora fossimo normali cittadini, saremmo impegnati a svolgere un lavoro o a
preoccuparci di trovare il modo di avere cibo in tavola o di sopravvivere.
Invece noi ora siamo qui, all’aria aperta, a goderci una giornata di svago,
indossando abiti di tessuti pregiati o gioielli il cui valore potrebbe
mantenere una famiglia per molti mesi, senza alcun tipo di preoccupazione. Siamo
fortunati e dobbiamo riconoscerlo-
Rein
sentì lo sguardo di Shade su di sé, ma lei continuò
ad osservare il bassorilievo.
-Principessa,
filosofa e maestra di vita. Cos’altro nascondi?-
Rein
si voltò e lo guardò sorridendo
-Oh
principe, non hai idea di cosa ancora io ti stia nascondendo-
Shade accennò ad una risata e anche lei fece lo stesso. La turchina
poi tornò ad osservare il muro di fronte a sé
-Ti
piace proprio o non vuoi guardarmi?-
Le
chiese ironico Shade. Rein gli lanciò un’occhiata
quasi infastidita, poi tornò a fissare il bassorilievo
-C’è
qualcosa che non capisco-
Disse
corrucciata
-Cosa?
Luna, corona… che altro c’è da capire? È quasi banale-
-Non
mi riferisco al significato. È come se mancasse qualcosa-
-Qualcosa?
E sentiamo altezza, che cosa mancherebbe?-
-Nomi-
Disse
semplicemente la turchina. Rein si voltò verso Shade e vide il principe guardarla meravigliato. Poi il
principe fece un sorriso e la guadò impressionato
-Non
ti sfugge niente, vedo-
-C’erano
quindi-
Disse
Rein, sgranando gli occhi. Shade annuì e alzò il
braccio e puntò il dito verso un punto del muro, proprio sotto la corona
-Vedi
questi segni?-
Shade indicò dei punti sulla pietra. Rein si avvicinò a lui e
osservò il punto che gli indicava. In effetti c’erano dei segni incisi nella
pietra, come se fosse stato volutamente stato cancellato qualcosa
-Qui
erano incisi i nomi dei primi re. Erano segnati quindici nomi, per la
precisione. I nomi dei quindici primi sovrani del regno-
-Quindici?-
Chiese
sbalordita Rein. Shade annuì
-Perché
sono stati cancellati?-
-Perché
così nessuno conosca quei nomi-
-Ma
non ha senso. I nomi dei primi regnanti sono noti, li ho insegnati io stessa a
tua sorella qualche tempo fa-
Disse
perplessa Rein. Shade tuttavia la guardò con uno
sguardo pieno di scusa. E Rein capì
-Sono
nomi finti-
Il
principe scosse il capo
-Non
proprio. Quelli passati alla storia sono i nomi che i sovrani hanno usato per
passare alla storia. Sono i nomi con i quali hanno firmato leggi e editti e con
cui si facevano proclamare e celebrare dal popolo. Qui invece era incisi gli
altri nomi, quelli che i miei antenati ritenevano essere nomi “divini”.
All’inizio, quando il primo re prese il potere, unificando il regno, per
giustificare la sua ascesa al trono e soggiogare gli altri guerrieri che
potevano avanzare come lui la stessa pretesa, disse di essere il figlio naturale
della dea Luna. Per quel motivo, essendo suo figlio, era riuscito a sconfiggere
le tribù rivali e a prendere il potere, unificando il territorio perché era suo
di diritto. Era non solo consacrato alla dea, ma suo diretto discendente. Così
disse di avere un nome divino, nome con il quale la dea stessa lo aveva chiamato,
battezzandolo e consacrandolo. Questo stratagemma gli consentì di preservare il
potere e trasmise questa cosa anche al figlio, che fece altrettanto con il suo
erede e così via. Il colpo di genio, però, fu che il primo re decise di tenere
segreto quel nome, per preservare la propria “divinità” e per far credere che
attraverso quel nome, che era noto solo a loro, potessero comunicare con la dea.
Fu per questo che quando re Duraven abbandonò questo
palazzo per quello attuale cancellò i nomi, per evitare che nemici della corona
potessero scoprirlo e usarlo contro di lui per una lotta del potere-
-Non
ne sapevo niente-
Disse
Rein
-Non
potevi saperlo, è un segreto tramandato di re in re. Solo chi governa è destinato
a conoscere la verità, così come solo il re è destinato a conoscere il suo nome
“divino”-
-Tu
hai un nome divino quindi?-
Chiese
Rein, guardandolo sorpresa. Shade la guardò e fece
segno di no con il capo
-No
non ce l’ho, almeno non ancora. Quando verrò incoronato riceverò il mio nome,
scelto da mio padre prima di me. Quando nasce l’erede, infatti, il sovrano va
dal nostro sacerdote massimo, il custode del tempio, e gli consegna il nome
divino, che il sacerdote dovrà custodire fino al giorno della prossima incoronazione.
Nessuno può aprire la busta consegnata fino al giorno della nuova cerimonia,
dove solo il nuovo re e il sacerdote massimo conosceranno il nome e a quel
punto, attraverso una cerimonia particolare, il nuovo re verrà consacrato nel
nome della Luna, come suo figlio diretto. Un ultimo dono del re precedente per
il re nuovo, un segno di continuità e buona fortuna per il nuovo regno, o
almeno è questa la motivazione che ha permesso di mantenere viva questa
tradizione così antica e ormai, del tutto superflua-
Rein
si ritrovò a guardare ammaliata Shade
-Che
splendida tradizione-
Disse,
guardandolo. Shade la guardò perplesso
-Splendida?
Cosa ci sarebbe di bello nell’avere un nome antiquato addosso che nessuno per
di più conosce? A parte il sacerdote massino, nessuno lo sa e non è di alcuna
utilità. Dovrebbe aiutarti a comunicare con la dea, come se fosse un nome ciò
che debba legare un re al suo compito. La trovo una cosa altamente ridicola-
-Come
puoi pensarlo sul serio. Shade, ma pensaci. Il nome è
un dono, un dono fatto dal predecessore per il suo successore, è il nome che ha
scelto tuo padre, per te. Lo trovo una cosa meravigliosa oltre che
terribilmente affettuosa. Tuo padre, lasciandoti in eredità quel nome, sarà con
te nel momento in cui diventerai re e condividerai qualcosa con lui ancora una
volta. Lo trovo veramente una cosa bellissima, di cui dovresti farne tesoro-
Rein
lo guardò e vide gli occhi di Shade allargarsi per lo
stupore provocato dalle sue parole. Il principe distolse lo sguardo e si voltò
ad osservare ancora una volta il bassorilievo
-Non
avevo mai pensato a questa cosa dalla tua prospettiva. L’ho sempre considerata
un’antica tradizione reale, stupida per di più. Grazie Rein-
Rein
gli si avvicinò, alzò una mano per cercare di toccargli il braccio, in un gesto
quasi di conforto, quando Shade si voltò di scatto
nella sua direzione. I due si trovarono, così, a pochi centimetri di distanza, con
solo la mano di Rein tra di loro a separarli. Rein e Shade si guardarono negli
occhi e Rein sentì un improvviso rossore salirle sulle guance e il cuore batterle
all’impazzata nel petto. Tuttavia non accennò minimamente ad allontanarsi, come
avrebbe dovuto fare. Shade sembrò un attimo indeciso,
Rein lo vide tentennare, come per volersi allontanare, tuttavia ad un tratto
Rein sentì la mano del principe toccare la sua e, lentamente, portarla giù,
lungo il suo fianco. Il principe non
lasciò la presa sulla sua mano, anzi, aprì le dita della turchina, intrecciando
quelle della sua mano con le proprie. Rein sentì il calore del palmo della mano
di Shade entrare in contatto con il calore del suo
corpo e, istintivamente, fece un passo avanti, verso di lui. Fu un attimo. Rein
vide gli occhi di Shade come accendersi e vide il
giovane venirle sempre più vicino, avvicinando il volto al suo.
-Che
state facendo?-
La
voce improvvisa di Milky li colse così di sorpresa,
che i due fecero letteralmente un salto all’indietro, staccandosi l’uno
dall’altro.
-Milky-
Sussurrò
Shade. La rosa li guardò con uno sguardo divertito
-Quando
lo saprà la mamma…-
Disse
guardando suo fratello. Shade si affrettò ad
avvicinarsi alla sorella
-Dirgli
cosa? Di come ci siamo soffermati a parlare di regno e antiche tradizioni?-
-Non
sembrava quello che stavate facend…-
Shade mise una mano sulla bocca della principessa. Si chinò verso
di lei in modo da sussurrarle all’orecchio
-Milky se prometti di non dire niente di qualsiasi cosa tu
creda abbia visto a nostra madre o a chiunque, prometto che da adesso ti
insegnerò scherma, per tutto il tempo che vorrai-
Milky sembrò un attimo indecisa sul da farsi, ma alla fine, la sua
passione per la scherma ebbe la meglio. Annuì, decisa, e Shade
lasciò andare la sua mano dalla bocca della principessina
-Abbiamo
un accordo principessa?-
Disse
il principe protendendo la mano verso la rosa. Milky
gliela prese e la strinse contenta
-Assolutamente
si. Shade andiamo! È ora di fare, finalmente,
qualcosa di divertente-
Shade mise una mano sulla testa della sorella, scompigliandole i
capelli
-E brava
mia sorella. A proposito, hai tutto l’occorrente necessario?-
La
rosa annuì
-Certo!
Ho tutto, devo solo cambiarmi di abito. Non si può fare scherma con la gonna.
Ed è perfetto avere preso questa decisione adesso, perché sono appena arrivate
le cameriere con i nostri cambi d’abito. Ero venuta ad avvisarvi proprio di
questo. Shade preparati, oggi sono sicura sarà il
giorno dove riuscirò a disarmarti-
Così
come era apparsa, Milky sparì presto dalla vista dei
due. Quando fu fuori vista, Rein si lasciò andare ad un sospiro
-Per
un pelo-
Disse.
Shade annuì
-Già.
Proprio per poco…-
I
due si guardarono, ma Rein, questa volta, in imbarazzo, distolse lo sguardo. Shade rimase a distanza da lei e tra i due calò il silenzio.
Ricordandosi delle parole di Milky, però, Rein si voltò verso Shade
sconcertata
-Cameriere
con il cambio?-
Shade la guardò e annuì
-Doveva
essere una specie di sorpresa-
Le disse,
un po’ imbarazzato
-Un
cambio d’abiti? Una sorpresa?-
Shade le sorrise mentre scuoteva il capo
-No,
non il cambio d’abiti in sé per sé, ma quello che comporta il cambio d’abito-
-E
sarebbe?-
Shade incrociò le braccia al petto e la guardò divertito
-Mia
sorella potrà anche avere svelato metà della sorpresa, ma la parte più
importante non l’ha detta. Non sarò certo io a svelarti tutto quanto, dovrai scoprirlo
da sola e qualcosa mi dice che se vai fuori dalle rovine, la vedrai-
Rein
lo guardò e una sincera curiosità la pervase. Senza pensarci due volte, afferrò
il bordo della sua gonna e si mise a correre veloce verso l’esterno. Dietro di
lei sentì i passi veloci di Shade, seguirla. Quando
fu fuori, vide Thomas tenere fermo per le briglie un bellissimo cavallo dal
manto chiaro, quasi dorato e con la criniera e la coda di un bianco splendente.
Quando Thomas la vide, le sorrise
-Altezza,
perfetto tempismo. Lasciate che vi presenti Stella, uno dei cavalli migliori
delle scuderie reali-
Rein
si avvicinò alla cavalla. L’animale prese a fissarla con i suoi grandi occhi
verdi. Sembrava la stesse come studiando. Rein alzò piano una mano e l’animale
prese ad annusarla, intenta a decidere se lei fosse un’amica o meno. Dopo qualche
attimo in cui Rein fu certa di non stare infastidendo l’animale, posò la mano
sul suo muso. Il manto era soffice e Rein prese ad accarezzarla piano,
godendosi quel tatto quasi setoso sotto il palmo. Thomas la guardava ammirato
-Accidenti,
non ho mai visto Stella comportarsi così-
-Te
lo avevo detto che era perfetta per Rein. Possibile che tu di me non ti fida
mai di me?-
Shade li aveva raggiunti e guardava soddisfatto la turchina e
Stella creare un legame
-E
come potrei, stupido di un principe? Non sempre il tuo giudizio è, come dire,
affidabile-
Rein
vide Thomas e Shade scambiarsi sguardi poco
amichevoli e subito dopo scambiarsi un sorriso reciproco di riconciliazione.
-Non
capirò mai l’amicizia maschile, ma ancora meno capirò mai la vostra di amicizia-
Disse
Rein guardandoli
-Nemmeno
io credimi-
Disse
Shade. Thomas lasciò andare le briglie e tirò un
amichevole pugno sul braccio al principe. A quel punto Shade
diede un calcio al capitano. Il cavallo, infastidito da quei improvvisi
movimenti bruschi dei due, lanciò un nitrito, come a volerli ammonire.
-Impressionante
come persino un animale sia in grado di riconoscere il vostro comportamento
infantile-
Disse
Rein ai due. Thomas la guardò perplesso
-Principessa,
come hai potuto notare, ha iniziato lui per primo-
-Se
tu non fossi così stupido forse non mi lascerei andare a questi comportamenti-
-Borioso
di un principe-
-Stupido
di un capitano-
Rein
prese le briglie lasciate andare da Thomas e guardò il cavallo dritto negli occhi
-Che
ne dici se lasciamo questi due a fare i bambini e noi andiamo a fare una
passeggiata?-
Stella
scosse il capo, come a fare un cenno affermativo alle sue parole. Rein le
accarezzò ancora una volta il muso poi prese a camminare verso Trudy che stava
osservando la scena appena svoltasi poco lontano. Una guardia si affrettò ad
avvicinarsi a lei e a prendere le briglie
-Altezza,
ci occuperemo noi degli animali mentre voi vi preparate-
Rein
lo ringraziò con un cenno del capo, poi si avvicinò a Trudy che la aggiornò
sugli ultimi sviluppi
-Stanno
montando una tenda dove potremmo cambiarci senza incidenti e ci sono cameriere
a sufficienza per cambiare un intero esercito di dame a nostra disposizione.
Per di più, la principessina sta osservando attentamente i preparativi-
Le
disse la contessa, indicando una Milky impaziente che
ruotava attorno alle guardie reali intenti a issare la tenda
-Dovrei
rimproverarla e ricordarle che un’altezza reale non si comporta così e non
mostra impazienza. Ma non ci riesco. È troppo contenta, come potrei chiederle
di nascondere questa sua naturale vivacità?-
Chiese
la turchina a Trudy. La contessa la guardò e le sorrise
-Un
giorno in più non cambierà niente, anzi. Credo che oggi la principessina si possa
godere questa libertà. Potrà iniziare da domani ad essere una perfetta
principessa-
Rein
guardò leggermente stupita Trudy
-Contessa,
non me lo aspettavo un discorso del genere da te-
Trudy
sorrise
-Principessa,
mi conoscete molto poco. So essere molto seria, precisa e pignola quando
voglio, ma non nascondo che forse ciò che mi accomuna così tanto a Thomas e che
ha permesso la nostra amicizia sia un animo ribelle. Ogni tanto non seguo
proprio alla lettera le regole dell’etichetta-
Rein
sorrise
-Allora
ho ragione quando dico che potremo andare molto d’accordo noi due. La
principessa meno principesca di Wonder e la contessa ribelle. Siamo una bella
coppia-
-Meglio
di quei due di sicuro-
Disse
Trudy, indicando Shade e Thomas che si stavano ancora
battibeccando da prima. Rein ridacchiò poi guardò sarcastica la bionda
-Trudy,
era un velato attacco anche al tuo principe?-
-Assolutamente
no. Constato una realtà-
Le
due scoppiarono a ridere. Una volta finite le risate le due si sedettero per
terra, sul prato e iniziarono a chiacchierare. Passò qualche tempo di relativa tranquillità, quando
ad un tratto, Milky si avvicinò veloce alle due donne
sorridendo raggiante
-Hanno
finalmente finito!-
Disse
la rosa, buttandosi tra le braccia di Rein. Rein le sorrise e le scompigliò un
poco i capelli
-Milky, lo sai vero che ti dovrei rimproverare per i tuoi modi?-
La
principessa la guardò un attimo sconsolata
-Ma
Rein… è praticamente una giornata di vacanza-
-Una
principessa non è mai in vacanza, Milky. Cosa direbbe
tua madre se fosse qui?-
Gli
occhi della piccola si abbassarono, tutta la felicità sparita.
-Mia
madre direbbe che non si corre, non si grida, non ci si agita per niente e si
rimane sempre composte e regali-
-Esatto,
ti direbbe proprio così. Ma per fortuna che tua madre non è qui con noi oggi-
Milky rialzò il volto di scatto, guardandola di nuovo speranzosa.
Vedendola Rein le sorrise ancora più calorosamente
-Quindi
principessa, vai a cambiarti e vai a dare una lezione a tuo fratello. Se la
merita-
Milky lasciò andare un grido di gioia e si buttò tra le braccia di
Rein, in estasi
-Grazie,
grazie, grazie mille Rein. Vado subito-
Milky si alzò veloce e corse via. Rein la guardò sorridendo e si
scambiò uno sguardo divertito, l’ennesimo, con Trudy. La contessa appoggiò i
palmi delle mani sul prato e si sdraio leggermente, il volto diretto verso la
luce del sole. Anche Rein lo fece, chiuse gli occhi e si lasciò accarezzare dal
sole godendosi quell’attimo di pace.
-Si
sta proprio bene oggi-
Disse
Rein. Trudy al suo fianco fece un verso di approvazione.
-Principessa,
concordo pienamente con voi su questo-
-Anche
se…-
Disse
Rein. Rein guardò Trudy e vide la contessa fissarla, anche se solo da un occhio
-Anche
se cosa?-
Chiese
la bionda, una certa nota di preoccupazione nella voce.
-E’
un peccato lasciare dei cavalli così belli lì in un angolo, a loro stessi-
Trudy
si raddrizzò e la guardò ad occhi spalancati
-Che
cosa hai in mente, di preciso?-
Rein
le si avvicinò e le bisbigliò all’orecchio
-Lasciamo
qui i due bambini cresciuti con Milky e noi andiamo a
fare una bella cavalcata-
Trudy
la fissò e si ritrovò ad annuire
-Non
mi dispiace come idea-
-Esatto.
Solo noi e i nostri cavalli. E presumo qualche guardia di scorta-
-Giusto,
sei sempre una principessa dopo tutto-
-Però…-
-Però
cosa?-
Rein
non completò la frase, ma semplicemente le sorrise. Lo sguardo di Trudy si fece
all’improvviso preoccupato
-No,
assolutamente no. Non posso permettertelo. Finiremo nei guai e io non voglio
finire nei guai con la regina -
-Solo
se la regina lo scoprirà-
-Certo
che lo scoprirà-
-Ci
penseremo allora quando e se succederà. Che ne dici, contessa ribelle?-
Trudy
la fissò poi si trovò a scuotere la testa
-Tu
sei matta principessa-
Rein
ridacchiò
-Te
l’ho sempre detto che non sono una principessa perfetta. Andiamo-
Rein
prese la mano di Trudy e dopo averla fatta alzare, la trascinò verso la tenda.
-Rein
aspetta, non dovremmo-
-Oh
si invece. Anzi, noi lo faremo-
Trudy
si lasciò trascinare e non ribatté più e la turchina pensò che, sotto sotto,
forse era proprio quello che anche la bionda desiderava. Si Rein
ora ne era certa: lei e Trudy erano perfette come amiche. E avrebbe fatto di
tutto per farlo vedere a Trudy.
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Ciao
a tutti!
Ebbene
si, sono tornata, di nuovo. Come avrete ovviamente visto, non ho minimamente
rispettato il programma che io stessa mi ero prefissata, sono una grande vero?
Non starò qui a spiegare le ragioni del mio ritardo, solo per non tediarvi con
i dettagli molto poco emozionanti della mia vita, ma sappiate che questa storia
è sempre con me ogni giorno e appena posso e ho abbastanza tempo per
dedicarmici, mi ci fiondo e scrivo. Avrei voluto riuscirci molto prima a
completare questo capitolo, ma solo in quest’ultima settimana sono riuscita a
sedermi per molto tempo al computer e scrivere e rivedere il tutto con la calma
e la concentrazione necessaria. E ora eccomi qui. E credo che ora, molti di
voi, mi vogliano uccidere. Quindi passiamo alle cose belle!
Ebbene
si, li ho quasi fatti baciare, si, l’ho fatto. E li ho interrotti. Sono brava
vero? Lo so, lo so quello che starete pensando, che sono una perfida. Ma so che
mi amate anche per questo (o almeno lo spero o mi piace pensarlo XD)
So
che forse per molti la sto tirando troppo per le lunghe tra quei due, ma nella
realtà vanno così le cose. Ci vuole tempo per creare un’intimità tra due
persone, un’intimità sentimentale che non sia solo frutto dell’attrazione
reciproca. Soprattutto per chi ha sofferto prima, aprirsi e lasciarsi andare,
anche se lo si vorrebbe con tutto se stesso, non è sempre facile. E Rein ora è
in turbinio di emozioni diverse, ha molte cose a cui pensare, molte cicatrici
da saldare e molta confusione in testa. E anche Shade
ha la sua buona dose di pensieri. Quindi per quanto vorrei già passare avanti
con le cose, ci vuole tempo. Spero che per voi l’attesa ne varrà la pena, anche
perché so già come sarà la scena fatidica e sarà fantastica, quindi aspettate,
vi prego! Comunque amo il loro discorso nell’antica cappella e mi piace il
fatto che Rein faccia vedere a Shade le situazioni
sotto un’altra luce. Vorrei proprio che Rein diventasse
per lui il raggio di sole che illumina le sue giornate, spero di riuscirci. Però
ammetto che volevo tanto farli baciare, ma avrebbe complicato troppo le cose in
questa fase, quindi è giusto così. E se sembra che Rein
se lo sia già dimenticato, non è affatto così, ma a volte succede. Non pensiamo
a cosa successe per non uscire di testa. Ma arriverà il momento del “oh è vero,
ci siamo quasi baciati”. Immaginate quando Shade lo
dirà a Thomas! Ma basta, ho già detto fin troppo.
E a
proposito di Thomas, lo sapete no che io lo amo? Lo amo alla follia. Sul serio,
vorrei che il mio compagno di vita fosse Thomas. E lo amo perché prende in giro
Shade in un modo che nessun altro potrebbe, ma lui
si, anche perché lo conosce talmente tanto bene che capisce prima del nostro
bel principe quello che sta succedendo e vuole solo il meglio per lui, lo vorrebbe
vedere felice, e spinge tantissimo per quella direzione. Praticamente Thomas è
il nostro fanboy principale nella storia. Lui ci
capisce, sa cosa vogliamo e farà tutto il possibile perché il nostro desiderio
si realizzi. E io lo amo e spero anche voi e forse gli do troppo spazio ma che
volete, adoro scrivere di quei due che battibeccano come una vecchia coppia.
Trudy,
lei si sta aprendo e lasciando andare. Sono onesta, la scena in carrozza tra le
due l’ho cambiata qualcosa come quattro volte, perché non ne ero pienamente
sicura. Cioè, volevo un discorso così tra loro due, profondo e intimo, ma ho
pensato che forse non era il momento giusto per farle confrontare in quel
momento. Però poi ripensandoci, certe volte si hanno discussioni molto serie
all’improvviso senza volerlo ed è così che è andata. Rein o Trudy non volevano
affrontare quel discorso, ma ci si sono ritrovate all’improvviso, quindi sono
state sincere e spontanee. Mi piace pensare a loro due cementare la loro
amicizia così, in modo spontaneo e autentico, senza forzature. Quando Trudy si
mette vicino a lei e la consola, lo fa non perché vuole che Rein smetta di
piangere, ma perché sa che questo la conforterà. Tutto qui. Spero che quel
momento tra le due vi sia piaciuto e che il tutto funzioni, così come funziona
per me nella mia testa. Spero non sia sembrato forzato.
Infine,
Moon Maria regina suprema. È indubbio chi sia il vero capofamiglia ed è lei. È
la regina, è la mamma, è il capo e tutti fanno quello che dice lei. Più o meno.
Ma credetemi, si farà valere quando qualcuno farà qualcosa per farla veramente
arrabbiare. Non avete idea di quello che starà per succedere. E Milky, bella e spontanea. Ho paura di averla resa forse un
po’ troppo infantile, però ha pur sempre dieci anni e spero che il suo modo di
fare sia proprio di una bambina di dieci anni. Scusate, sono passati un po’ di
anni dai miei dieci anni, quindi spero mi perdonerete se invece sembra più
piccola. Fatemi sapere nel caso provvederò a migliorare questa cosa.
Infine,
so che rispetto allo scorso capitolo le cose sono rimaste un po’ in sospeso. Niente
Philip, niente triangolo, niente Fanny che trama nell’oscurità… ma tranquilli,
come si dice, la calma prima della tempesta. Però mi piace pensare a Philip,
chiuso nel suo studio, a lavorare, mentre tutti sono fuori a divertirsi. Pensatelo
così, sommerso da carte e conti da fare XD l’ho detto che sono perfida, quindi
non vi meravigliate troppo, lettori avvisati.
Bene,
so che sto lanciando molte esche qui, so che dico sempre che deve succedere
qualcosa di sensazionale, e forse per voi con i capitoli pubblicati non è così,
ma arriveranno, veramente, fidatevi. Devo solo creare bene le situazioni perché
non voglio fare le cose di fretta e non spiegare bene cosa succede. Quindi, per
favore, resistete con me. E sopportate i miei ritardi.
Bene,
io ho finito di sproloquiare, almeno per oggi. Spero vi sia piaciuto il nuovo
capitolo, grazie per l’infinita pazienza che avete nei miei confronti e nei
confronti di questa storia. Grazie per tutto l’affetto che mi date, per tutti
quelli che leggono i capitoli e per tutti quelli che mi lasciano un commento o
un messaggio, per me vuol dire molto, grazie veramente tanto.
Vi
aspetto come sempre al prossimo capitolo, lasciatemi un vostro parere se volete,
anche negativo, sapete che per me è importante sapere cosa pensate e ogni
critica che mi possa aiutare a migliorare la accetto sempre volentieri. Quindi
se volete sapete cosa fare. Ma grazie anche solo per tutti voi lettori
silenziosi, mi emoziono sempre tanto nel vedere quanti siete a leggere questa
storia, quindi grazie tante.
Io
vi abbraccio forte e ci vediamo presto, spero, come sempre un bacione grande
dalla vostra
Juls