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Autore: Samkook    07/10/2022    0 recensioni
La vita di Kaleia non è mai stata tranquilla, ma come dicono al peggio non c'è fine.
"Salvami dai miei demoni, Namjoon. Solo tu puoi farlo."
"Esistono inferni peggiori di questo, Kaleia. Credimi."
La morte l'aveva graziata una volta, ma il suo peggiore incubo la seguirà ovuqnue lei vada. La troverà sempre.
*Ho usato solo l'immagine dei personaggi citati nella storia. I fatti e le azioni da loro compiute non corrispondono alla realtà.
*Questa storia è una revisone di un altra storia che scrissi tempo fa. Per l'originale potete scrivermi e vi dò tutti i dettagli è sul mio profilo di Wattpad. Altri personaggi presenti Bangchan(skz), Park Seojoon,
Ok Taecyon.
Genere: Generale, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kim Namjoon/ RapMonster, Kim Seokjin/ Jin, Kim Taehyung/ V, Nuovo personaggio
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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"I signori passeggeri sono pregati di allacciare le cinture. Stiamo per atterrare all'areoporto di Incheon Seoul, Corea del sud".

Guardo fuori dal finestrino. La grande capitale si avvicina sempre di più e si iniziano ad intravedere i grattacieli e gli edifici più antichi.
Mi giro verso mio padre che se la sta dormendo di brutto. Gli sfioro il braccio per svegliarlo e stiracchiandosi si sveglia.
- Siamo già arrivati!? Abbiamo fatto presto dopotutto.
Si strofina gli occhi sbadigliando
- Se per te 16 ore sono poche.
Dico riportando lo sguardo su Seoul.
- Ascolta papà, chi ci verrà a prendere e dove staremo?
Non avevo ancora chiesto a mio padre dove saremmo andati a vivere, se aveva trovato una casa o qualcosa di simile. A pensarci sarebbero dovute essere le prime cose da chiedere.
- Non ti preoccupare, Kally. Staremo da Heeyung, la mia fidanzata, e tua nuova madre.
Quelle parole gli escono come se fosse la cosa più normale di questo mondo, lui è calmo e tranquillo. Non sembra importargli aver abbandonato la sua vita in Inghilterra.
- Io una madre già c'è l'ho! Il fatto che sia morta non cambia niente.
Dico duramente per la sua ultima affermazione.
Non deve nemmeno pensare una cosa simile. Nessuna prenderà il posto di mia madre. Giro il mio sguardo verso il finestrino e l'unica cosa che vorrei fare è scendere da questo maledetto aereo e fare ritorno verso casa mia, verso la mia vera vita. Sento come se un pezzo di me fosse rimasto tra i cieli grigi di quella città. Mio padre mi prende la mano dicendomi
- Fallo per me. Ascolta, tesoro, nessuno prenderà il suo posto. Però ora lei non è più con noi e avrebbe voluto, che sia io che tu, andassimo avanti con le nostre vite.
Non so esattamente se queste parole mi rassicurano o meno, ma ha ragione. La mamma avrebbe voluto vederci felici continuando le nostre vite. A volte sono troppo impulsiva, non rifletto e traggo sempre le mie conclusioni e molto spesso sbagliate.
- Scusa ci proverò - sospiro - Ma non ti prometto niente. - Concludo poi.
Il mio atteggiamento non è dei migliori, ma non posso farci poi molto. È un cambiamento grande, troppo grande e ho paura. Se non piacessi a questa Hee qualcosa? Se non piacessi a nessuno? Se non trovassi amici?
La solitudine, l'abbandono e il rifiuto sono i miei peggiori incubi. Ci sono passata e per poco ho rischiato di lasciare questo mondo se non fosse stato per Kian.
Papà abbozza un sorriso e mi stringe la mano.
- Ce la faremo, vedrai. Ricorda che anche se ci saranno tre nuovi elementi nella nostra famiglia, saremo sempre io e te quando avrai bisogno. Io non me ne andrò da nessuna parte, promesso.
Non sò se potrà mantenere questa promessa, ma per ora voglio crederci.
- Sono sicuro che quando conoscerai quelli che saranno la tua nuova famiglia, sarai più tranquilla. Avere fratelli non è poi così brutto.
Sorride guardando fuori dal finestrino oltre la mia spalla.
- Ti ho già iscritta a scuola l'anno prossimo andrai allo stesso liceo di Namjoon, tuo fratello, quindi goditi l'estate.
Come si suol dire oltre al danno la beffa mancava solo che mi ricordasse l'argomento "scuola".
- Non me lo ricordare per favore.
Quello che sarà il mio ultimo anno prima dell'università. Quello che dovrebbe essere l'anno più difficile, il più importante, lo sarà ancora di più visto che non conoscerò nessuno. "No Kaleia, conoscerai questo tuo fratello mai visto" mi dice la vocina nella mia testa.
La odio.
Appoggio la testa al sedile rassegnata al fatto che non sarei potuta tornare indietro a meno che non scappassi e ho alcune idee su come potrei farlo.
Continuo a guardare i paesaggi sotto di noi passare uno dopo l'altro e sono incredibili come la natura si mischia alla perfezione con la zona urbana e come sembri tutto così ordinato e perfetto.
Quando atterriamo ci dirigiamo verso il rullo dove sarebbero dovute passare le nostre valigie. Come le vedo passare prendo a fatica le mie tre e mio padre prende le sue due sollevandole con molta più facilità. "Non mi ricordavo fossero così pesanti" penso mentre le metto sul carrello. Una volta recuperato tutto andiamo verso l'uscita.
L'aeroporto è enorme e pieno di gente. Continuo a guardarmi intorno incredula e penso che se solo questo posto è così grande la città doveva essere enorme.
- Kally, forza seguimi.
Papà mi risveglia dai miei pensieri tutto entusiasta ed emozionato al contrario mio.
- Arrivo!
Esclamo correndo verso di lui, che si è allontanato a passo svelto.
Alzo lo sguardo per vedere dove si dirige, non l'ho mai visto camminare così veloce, per poi fermarsi qualche secondo e andare incontro a quattro persone. Due ragazzi, una ragazza e una donna che vedendo come la saluta penso sia la sua fidanzata. "Come ha detto che si chiama?" penso cercando di ricordare il nome, ma non me lo ricordo.
Quando arrivo al fianco di papà mi mette un braccio sulle spalle presentandomi a questa gente.
- Ragazzi, amore. Lei è Kaleia, mia figlia.
L'ha chiamata "amore"? Scommetto mi dovrò abituare a sentirlo chiamare così un'altra donna che non sia mia madre.
La signora di fronte a me mi viene incontro e fa un inchino. Io rimango a guardarla confusa sul perché si fosse inchinata mentre lei mi sorride.
È una bella donna, ha i capelli castani che gli cadono sulle spalle, due occhi scuri e un bel fisico per avere la sua età.
- Non ci avevi detto che era così bella e che ti assomigliasse tanto. Piacere io sono Heeyung e questi i miei figli Gaeyon e Namjoon. Posso abbracciarti?
Mi chiede la donna in un inglese abbastanza buono mentre io guardo mio papà che mi fa segno di andare verso di lei e mi abbraccia talmente forte che quasi soffocò.
Non sono abituata agli abbracci e il contatto fisico non è una delle cose che preferisco dopo tutto quello che è successo a Londra, infatti al suo tocco mi irrigidisco.
- Piacere Heeyung, io sono Kaleia. Scusate se la pronuncia non è perfetta, ma avete dei nomi difficili.
La ragazza, che prima era al fianco di Heeyung, mi si posiziona davanti e, imitando la madre, mi abbraccia.
Di nuovo contatto fisico.
I muscoli del corpo mi si irrigidiscono nuovamente e lei sembra accorgersene visto che si stacca quasi subito. La guardo meglio notai l'incredibile somiglianza con la madre. Capelli castani che le arrivano poco più su delle spalle, occhi scuri e un sorriso da fare invidia.
Le sorrido timidamente non essendo abituata a tutta questa situazione.
- Piacere io sono Gayeon, ma puoi chiamarmi Eonni significa sorella maggiore. Sono sicura che diventeremo grandi amiche e sorelle. Ho sempre voluto una sorellina. Questo é Jooni... Hey, ma che fine ha fatto? Mamma hai visto Namjoon?
Chiede alla madre che sta parlando con mio padre poco distante da noi.
- Era qui trenta secondi fa.
Heeyung si guardó intorno cercando quello che deve essere mio fratello, fino a quando non lo vede.
- Eccolo. Namjoon vieni qui a conoscere Kaleia.
Heeyung urla così forte che mezzo aeroporto si girò verso di noi compresi un gruppo di ragazzi.
Mi giro e vedo un ragazzo girato di spalle parlare con altri ragazzi, suppongo suoi amici. Il ragazzo si gira camminando a passo svogliato verso di noi e pìu si avvicina e più anche in lui si può notare l'enorme somiglianza con Heeyung.
Namjoon indossa degli skinny jeans neri, una maglietta bianca a maniche corte della Vans, converse basse nere e un cappellino New Era nero dal quale dei  fuori escono dei ciuffi di capelli castani , occhi scuri e intensi. Non sembra molto alto,ma di me lo è di una ventina di centimetri.
Quando è abbastanza vicino mi squadra da testa a piedi come se fossi una creatura aliena venuta da lontano. Alza un angolo della bocca facendo un mezzo sorriso.
- Quindi tu saresti la ragazzina viziata che si aggiungerà a questa famiglia.
Dice con tono di superiorità.
- Come ti permetti di chiamarmi ragazzina viziata? Tu non sai niente di me!
Ribatto.
- Namjoon modera i termini con tua sorella.
Lo rimprovera la madre.
- Tu sai già che questa non sarà mai mia sorella.
Sputa fuori lui duramente lanciandomi uno sguardo di disgusto, indicandomi con un dito e stendendo tutto il braccio verso di me quasi fino ad accecarmi.
- Esco con gli amici ci vediamo a casa.
Namjoon ritorna verso il gruppetto di ragazzi con cui stava parlando poco prima.
"Sarà una convivenza difficile considerato il carattere di merda che ha, ma dove mi sono cacciata?" penso. Non vedo l'ora di finire il liceo e andarmene all'Università di medicina a cui sogno di andare fin da piccola, così da poter tornarmene a Londra.
Fortunatamente feci domanda e i test d'ingresso prima di partire e dovevo solo aspettare una risposta.
- Scusalo Kaleia, di solito non si comporta così.
Heeyung si scusa per il comportamento di suo figlio.
- Non è colpa vostra se è un coglione di prima categoria.
Incrocio le braccia al petto continuando a guardare lui e i suoi amici mentre si allontanano. Quel primo scontro ha cambiato qualcosa, ma non riesco a capire cosa. Guardo Namjoon allontanarsi e più la voglia di corrergli dietro e tenerlo vicino a me cresce.
- Kaleia! Chiedi scusa.
Questa volta è mio padre ad usare il tono da rimprovero nei miei confronti.
- E di cosa?! Hai sentito anche tu come mi ha parlato.
Di solito non gli rispondo mai subito senza pensare, specialmente quando so che non ho tutta la ragione, ma Namjoon mi rende nervosa.
- Caro, non importa, a volte lo penso anche io.
Dice Heeyung in mia difesa facendomi l'occhiolino e sorridendomi.
Almeno è simpatica e già su una cosa la pensiamo allo stesso modo.
- Andiamo sarete stanchi. Minho aiuta Kaleia.
Gaeyon si rivolge e al ragazzo alle sue spalle.
Un ragazzo molto più alto di me,capelli mori e occhi altrettanto scuri e dalla maglietta si poteva notare il fisico palestrato e allenato.
- Minho ?
Chiedo a Gaeyon.
- Lui è Minho il mio ragazzo .
Gaeyon lo guarda dolcemente sorridendogli.
- Piacere Minho.
Il ragazzo fa un piccolo inchino come fece Heeyung e io lo imito per non sembrare maleducata pur non sapendo a cosa servisse.
- Comunque la penso anche io come te su Joonie. Lo conosco da tanti anni e a volte è davvero un coglione.
Minho mi fa sorridere e prende la mia valigia sollevandola con leggerezza ed eleganza, come se stesse sollevando dei cuscini.
- Sono sicura che la casa ti piacerà, Kaleia. C'è una stanza tutta per te che ti aspetta.
Heeyung mi cinge le spalle con un braccio sorridendomi.
- Saremo vicine di stanza!
Esclama poi Gaeyon felice.Tutta questa sua allegria sta iniziando contagiarmi forse venire a vivere qui non è stato così male. Ci dirigiamo verso il parcheggio e iniziamo il viaggio verso quella che sarà la mia nuova casa.
Dopo circa una ventina di minuti arriviamo davanti a una casa molto grande, rispetto all'appartamento che avevamo a Londra.
Quando entro mi salta addosso un cagnolino tutto bianco che mi butta a terra e iniziando a leccarmi tutta la faccia.
- Hey ma che...
Cerco di togliermelo da sopra ma è impossibile non sta fermo un attimo.
- Gli piaci! Meno male, ero così in pensiero che non fosse così, lui è Rapmon non è un amore?! Rapmon vieni qui da su bello vieni.
Il cagnolino al fischio di Gaeyon inizia a seguirla quindi mi alzo cercando di togliere tutti i peli bianchi che mi ha lasciato sui jeans neri.
Heeyung mi porta al piano di sopra e mi fa vedere tutta la casa, mentre Minho e papà portano dentro le valigie. "Da fuori sembrava più piccola" penso.
Il piano di sopra è composto da quattro camere, due bagni e la casa è molto luminosa. La donna poi si ferma di fronte ad una stanza.
- Allora qui c'è la tua stanza condividerai il bagno con Gaeyon.
Dice indicando una stanza sprovvista di effetti personali per poi continuare il suo mini tour per la casa.
- Questa é la camera di Namjoon.
La stanza di Namjoon ha due pareti dipinte di blu scuro e una di bianco con poster di alcune band e cantanti famosi, di cui ne conosco una piccola parte. Un armadio a parete con porta scorrevole bianca e in un angolo una scrivania con un computer e una tv. Vestiti sparsi qua e là, che mi ricordano tanto la stanza di Kian e a quel ricordo sorrido malinconicamente.
- Qui c'è quella mia e di tuo padre. Poi giù ci sono la cucina, il salotto e il cortile con la piscina. Allora che ti pare?
Mi chiede Heeyung tutta soddisfatta
- É una gran bella casa Heeyung.
Dico sorridendole.
- Grazie ora sistema le tue cose che preparo la cena, tesoro.
La vedo scendere le scale mentre entro in quella che sarebbe stata la mia stanza. È enorme con pareti bianche candide "Devono averla appena ritinteggiata" sussurro tra me e me, c'è un letto matrimoniale e una cabina armadio. Guardo fuori e ho la vista sulla piscina del cortile.
- Allora ti piace?
Mi chiede mio padre, appoggiato alla porta nera con una spalla.
- È il doppio della mia vecchia stanza, è bellissima anche se queste pareti hanno bisogno di un tocco personale.
Guardo la stanza girando su me stessa e pensando a come avrei potuto renderla più mia. Sì è bellissima, ma l'altra era pur sempre la camera di quando ero piccola. La camera dove ero cresciuta e della mia vita fino a poco tempo fa.
- Sono contento e cosa ne pensi?
Mio padre si porta una mano dietro alla nuca nervoso.
- Di cosa?
Non capisco bene a cosa si sta riferendo.
- Su Heeyung, Gaeyon e Namjoon?
Abbozza un mezzo sorriso.
- Heeyung sembra una persona molto dolce, ho capito perché ti sei innamorato di lei. Gaeyon è un uragano di felicità e energia, andremo d'accordo, penso. Di Namjoon già lo sai, un coglione.
Mi siedo sul letto notando che non è né troppo duro e né troppo morbido.
- Cerca di andare d'accordo anche con lui. Sai, anche loro non hanno avuto una vita facile.
Viene verso di me sedendosi al mio fianco.
- Ci proverò, ma come ti ho già detto non ti prometto niente.
- Grazie ci vediamo dopo a cena, finisci di sistemare.
Mi lascia un bacio sulla fronte e si dirige nella sua stanza a sistemare le sue cose.
Finisco di sistemare tutti i vestiti nell'armadio e metto le mie cose in bagno. Metto nella libreria tutti i cd che mi ero portata e i miei amati libri, attacco sulla parete tutte le foto fatte in vacanze, campeggi, concerti, biglietti di concerti dove ero andata con i miei migliori amici, Kian e Keira.
"Non sapete quanto mi mancate" penso guardandole e ricordando quei momenti fantastici.
-E quelli chi sono?
Mi giro di scatto al suono della sua voce e lo vedo appoggiato alla porta con aria strafottente mentre ha lo sguardo puntato sulla parete dove stavo attaccando alcune foto.
- E a te che te ne frega?
Mi rimetto all'opera per finire il mio lavoro.
-Senti, Karla giusto?
- Kaleia, idiota.
Alzo gli occhi al cielo senza voltarmi e andando avanti.
-Mia mamma mi ha chiesto di venire a chiederti scusa. Quindi scusa, ma sappi che non cambierò mai idea. Tu non sarai mai mia sorella.
Le ultime parole gli escono come se il fatto che io sia venuta qui sia stata colpa mia.
- Se queste sono le tue scuse puoi anche andartene.
Rispondo girandomi verso di lui e sorridendo forzatamente. È l'unica cosa che mi viene in mente senza insultarlo e continuo ad attaccare le ultime foto, ma quando mi rigiro lo vedo ancora lì, appoggiato alla porta, che fissa ogni mio singolo piccolo movimento.
- Sei anche sordo?
Forse sono stata un pò più rude di quanto pensavo. Namjoon si stacca dalla porta e se ne va borbottando qualcosa che io non riesco a capire.
Sono sempre più convinta che sarà difficile convivere con Namjoon. Mi sdraio un pó sul letto aspettando che la cena fosse pronta riposandomi dopo il lungo viaggio.
Ripenso alle poche ore passate, sembrate infinite, penso a questa nuova "famiglia" e penso a Namjoon. Quel ragazzo ha uno sguardo che è come se mi avesse stregato. Due occhi così scuri che sembrano leggerti anche l'anima,
Chiudi gli occhi con il suo viso impresso nella mia mente.
   
 
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