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Autore: pampa98    24/10/2022    4 recensioni
[Questa storia partecipa al Writober di Fanwriter.it]
La sua lamentela si interruppe all’istante quando notò le condizioni del piccolo Teddy. Remus era in piedi accanto a lui e si torceva le mani in cerca delle parole giuste per spiegarle la situazione.
«Che cos’ha in testa?» chiese la ragazza, con un tono tra il sorpreso e l’incuriosito. Dalla testa di Teddy, che stava modellando delle forme geometriche tra le sue mani per adattarle al buco in cui voleva inserirle, spuntava un piccolo bastoncino di plastica alla cui estremità era attaccato un lecca lecca colorato.
Genere: Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nimphadora Tonks, Remus Lupin, Teddy Lupin | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Prompt: "Lecca lecca"



Unicorno arcobaleno



 

Quando sentì lo schiocco d’aria della Smaterializzazione, Remus chiuse gli occhi, inspirando a fondo per costringersi a restare calmo. Aveva giurato a se stesso che non sarebbe più stato un codardo; non poteva fuggire dalle sue responsabilità, a costo di distruggere il suo cuore. 

«Sono a casa!» esclamò la voce allegra di Tonks dal corridoio. «Merlino, non mi lasciava più andare. Sono felice che mia madre si stia riprendendo, ma costringermi a commentare insieme a lei tutti i libri babbani di…»

La sua lamentela si interruppe all’istante quando notò le condizioni del piccolo Teddy. Remus era in piedi accanto a lui e si torceva le mani in cerca delle parole giuste per spiegarle la situazione.

«Che cos’ha in testa?» chiese la ragazza, con un tono tra il sorpreso e l’incuriosito. Dalla testa di Teddy, che stava modellando delle forme geometriche tra le sue mani per adattarle al buco in cui voleva inserirle, spuntava un piccolo bastoncino di plastica alla cui estremità era attaccato un lecca lecca colorato.

«Sono… Sono mortificato, Dora» disse Remus, abbassando lo sguardo. «Credevo fosse una buona idea fargli provare quel dolce babbano che gli avevi comprato, ma ovviamente mi sbagliavo. Ho provato a toglierglielo dai capelli, ma avevo paura di fargli male o di rovinare i suoi bellissimi ciuffi. Io… Mi dispiace, davvero.»

Tonks si portò una mano alla bocca, sgranando gli occhi. I suoi capelli iniziarono a diventare rossi e il suo corpo prese a tremare, come se fosse in procinto di piangere. Remus sarebbe voluto morire all’istante: quella mattina si era offerto di badare a Teddy proprio per dimostrare – a lei e a se stesso – che sarebbe stato un ottimo padre, che era in grado di prendersi cura di un’altra creatura. Amava quel bambino con tutta la sua anima, ma evidentemente non bastava desiderare di essere un buon genitore per esserlo davvero. 

«Dora.» Mosse un passo verso di lei e allungò una mano per sfiorarle il braccio, ma la trattenne a mezz’aria. «Se sei arrabbiata con me, lo capisco. Non devi trattenerti.»

Tonks lo prese in parola. Solo che anziché urlargli contro, intimandogli di sparire per sempre dalla sua vita, la ragazza si mise a ridere. Rise talmente forte che i suoi occhi presero a lacrimare e anche Teddy, udendo quel suono cristallino, si unì a lei con la sua vocetta acuta. Remus sbatté le palpebre, spostando lo sguardo stupito dalla moglie al figlio. Non capiva cosa ci fosse di divertente in quella situazione e, per quanto le loro risate riscaldassero il suo cuore, il peso dell’incertezza continuava a incombere su di lui.

Dopo un minuto buono, Tonks gli posò una mano sulla spalla e Remus la circondò d’istinto con un braccio.

«Stai bene?» le chiese, iniziando a temere che avesse ingurgitato qualche strana pozione a casa di sua madre.

La ragazza annuì. Si asciugò gli occhi e prese un profondo respiro.

«Sì, sì. Scusami, Rem, non volevo esplodere così» disse, lasciandosi sfuggire un’altra risata. «È solo che… Non mi aspettavo di tornare a casa e trovare un unicorno.»

Remus inarcò un sopracciglio. «Unicorno?»

«Certo.» Tonks si chinò per prendere Teddy tra le braccia. «Non vedi che bel corno che è spuntato al nostro bambino?» disse, indicando il bastoncino del lecca lecca.

Le labbra di Remus si sollevarono per un secondo, poi scosse la testa. «Però non dovrebbe averlo.»

«Perché no? Gli dona. Non sei contento di essere un unicorno, Teddy?»

Il bambino rise e fece di sì con la testa. Nel movimento, per poco non infilzò Tonks con quel corno che lei tanto decantava.

«Ehm, sì, forse però è meglio toglierlo.» Estrasse la sua bacchetta dalla tasca dei jeans e appena Remus la vide avvertì nella sua mente le voci di Sirius e James che gli facevano notare che “sei un mago, Lunastorta! Ricordatelo la prossima volta che tuo figlio si infilerà roba appiccicosa tra i capelli.”

«Tesoro, potresti darmi una mano?» lo richiamò Tonks e lui fu subito al suo fianco.

«Cosa devo fare?»

«Prendi il bastoncino.»

Obbedì. Tonks agitò la bacchetta e in un attimo il lecca lecca fu integro nelle mani di Remus e i capelli di Teddy tornarono liberi e soffici come sempre, a eccezione del colore che aveva assunto le stesse sfumature del dolcetto.

«Ecco fatto» esclamò Tonks, fiera. Teddy spostò lo sguardo tra i suoi genitori, poi allungò le manine verso il lecca lecca. Remus fece un passo indietro per evitare che lo prendesse.

«Non credo sia il caso di rifarlo» disse.

«Papà ha ragione. Avrai il tuo lecca lecca quando capirai come si mangia.»

Teddy mise il broncio e iniziò a scalciare per essere rimesso a terra. Guardò un’ultima volta il lecca lecca, poi con un sospiro riprese a giocare con le formine.

«Spero che non ti abbia fatto penare troppo oggi» disse Tonks, mettendo una mano sul braccio del marito.

L’uomo sospirò. «No. È perfetto, proprio come te.»

Tonks rise, ma quella volta durò solo pochi secondi. Gli prese il volto tra le mani, mettendosi davanti a lui per costringerlo a guardarla negli occhi.

«Allora perché sembri così teso, Remus? Ti ha dato fastidio il fatto che abbia riso in quel modo prima?»

Remus scosse la testa. «No, ma che dici? La tua risata non potrà mai fare altro che rendermi felice.» 

«Allora cosa c’è?»

«Io… Sono stato un pessimo padre, oggi. E probabilmente lo sono sempre. Ho costretto il nostro bambino a passare un’ora con questa cosa in testa perché mi ero dimenticato che bastava agitare la bacchetta per liberarlo.» Sospirò, scuotendo la testa. «Dora… Come fai a non esserti ancora resa conto che sono una totale delusione?»

La moglie gli sorrise. Si sollevò sulle punte per dargli un bacio sulla fronte, seguito subito dopo da uno schiaffetto. 

«Chissà, forse è perché sono parecchio tonta. Alastor me lo diceva sempre. Oppure» disse, rivolgendogli un sorriso che avrebbe potuto sciogliere un ghiacciaio, «è perché non sei una delusione. Sei un ottimo padre, Remus. E se d’ora in poi dovessi dubitarne ancora, ti basterà guardare come ti sorride tuo figlio per trovare la risposta.»

Gli si affiancò, permettendogli di vedere Teddy – che in quel momento li stava guardando come se avessero brutalmente tradito la sua fiducia. Ciononostante, Remus si ritrovò a sorridere.

«Be’, adesso ci odia perché gli abbiamo tolto il lecca lecca» disse Tonks. «Ma normalmente ci adora, te lo posso garantire.»

Remus rise. Prese il mento di Tonks tra le dita e le catturò le labbra in un lungo bacio che sperava potesse trasmetterle tutto l’amore che provava per lei.

«Grazie» le sussurrò sulla bocca e la sua autostima si rinvigorì vedendola arrossire. 

Sentendosi troppo ignorato, il piccolo Teddy richiamò la loro attenzione, minacciando di mettersi a piangere se non lo avessero assecondato. Remus e Tonks si scambiarono uno sguardo incerto, poi l’uomo fece spallucce.

«Riproviamo?» chiese, agitando il lecca lecca. Tonks annuì.

«Allora, Teddy…» Remus si chinò davanti a lui. Il bambino cercò di afferrare il dolciume, ma i riflessi dell’uomo furono più veloci. «Questo si lecca, d’accordo? Così» disse, mostrandogli il movimento che avrebbe dovuto fare. «Non si usa come un cappello. Hai capito?»

Teddy lo guardò attentamente per qualche secondo, poi mosse la lingua imitando una leccata. Suo padre annuì e gli porse il lecca lecca. Appena lo ebbe tra le mani, il bambino riprese a ridere soddisfatto e iniziò a leccarlo con gioia.

Remus si alzò, soddisfatto per essere riuscito a fare qualcosa di bello con suo figlio. Mise un braccio intorno alle spalle di Tonks e le diede un bacio sui capelli rosa.

«Ops.» Per un momento, Remus temette di aver fatto qualcosa di male, ma Tonks stava indicando davanti a loro. Teddy batté le manine soddisfatto e iniziò a gattonare per la stanza con i capelli fusi ai colori del lecca lecca.

Remus sospirò, ma non avvertì quella voce nella sua mente che gli diceva di essere un pessimo padre. Guardò Tonks, che sorrideva, e quello era l’unico giudizio a cui dovesse dare importanza.

«Be’, pare che d’ora in poi avremo un unicorno in casa.»


 
   
 
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