Serie TV > The Dukes of Hazzard
Segui la storia  |       
Autore: Lella Duke    14/11/2022    0 recensioni
E' più dura la testa dei ragazzi Dukes o di Maudine la mula? Di sicuro zio Jesse saprebbe rispondere a questa domanda.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bo Duke, Enos Strate, Luke Duke
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Dopotutto sono passati solo 11 anni da quando ho abbandonato questa storia!

 

Capitolo sette: Risvegli

 

Come quando era un bambino e per un motivo o per l’altro finiva tra le braccia dello zio. Allora faceva di tutto per prolungare il più possibile quel contatto. Non ne aveva mai abbastanza. La stretta decisa e dolce delle sue braccia, la barba che gli solleticava le guance. Il battito del suo cuore contro il petto, le parole dolci e rassicuranti che gli carezzavano l’anima. Chi avrebbe mai avuto voglia di far finire qualcosa di così imponente e rassicurante? Ogni secondo che passava avvinghiato allo zio lo calmava un po’ di più.

Fu Daisy a riscuoterlo aggrappandosi al suo braccio e a riportarlo al presente, l’urgenza dei suoi occhi non ammetteva ulteriore attesa: “perché piangi così, Luke? Cosa devi dirci? Come sta Bo?”

Luke si staccò mal volentieri dallo zio, provò imbarazzo nel rendersi conto che il suo pianto aveva alimentato le peggiori paure di Daisy e dello stesso Jesse. Si asciugò gli occhi con la manica della camicia e carezzando dolcemente la cugina si limitò a dire: “Bo è stato portato lì dentro.” Disse indicando le porte del pronto soccorso. “I medici si stanno prendendo cura di lui. E’ stato sempre incosciente, ha una lesione sul sopracciglio destro. Non so come si sia ferito, non ero con lui quando è successo.”

Jesse e Daisy sospirarono all’unisono sollevati dal sapere che niente di irreparabile fosse successo. Jesse si avvicinò ad una delle sedie e ci sprofondò. I suoi nipoti lo imitarono sedendoglisi di fianco.

“C’ero io zio Jesse.” Enos parlò con gli occhi bassi, le mani a rigirarsi in maniera disordinata il cappello. Era completamente sopraffatto, non riusciva a sostenere lo sguardo del patriarca dei Duke. “Eravamo in fila allo sportello in banca quando ad un tratto è entrato questo tizio che ha puntato una pistola in faccia a Laverne. Ho estratto anche io la pistola, ma lui è stato più veloce di me. Mi ha disarmato con un calcio e mi ha mandato gambe all’aria. In quel momento ho sentito distintamente almeno tre spari e una pioggia di calcinacci mi è piovuta addosso. Quando mi sono rimesso in piedi il rapinatore non c’era più e Bo era sdraiato sul pavimento.” Enos aveva lo sguardo triste e mortificato, neanche stesse confessando di essere lui l’artefice della rapina. “Mi dispiace zio Jesse.. perdonami Daisy.. Mi dispiace tanto. Non dovevo farmi mettere al tappeto così facilmente. Avrei dovuto sparare per primo. Avrei dovuto..”

“Basta così Enos!” Jesse si alzò in piedi a fronteggiare il vicesceriffo. “Niente di quanto è successo è colpa tua, è stato un bene che tu non abbia sparato. Pensi adesso staresti meglio se avessi ucciso un uomo?”

“Ma zio Jesse se avessi sparato adesso Bo..” Enos fu nuovamente interrotto “Bo avrebbe potuto trovarsi nelle medesime condizioni e per quanto ne sappiamo avrebbe potuto rimetterci anche qualcun altro. Smetti di torturarti e di sentirti in colpa. Enos si guardò bene dal controbattere, si limitò ad accasciarsi accanto a Daisy e a prendersi la testa tra le mani. Daisy gli posò una mano sulla gamba e lo costrinse a guardarla: “andrà tutto bene, Enos. Si sistemerà tutto. Bo starà bene.” Le sue labbra si incurvarono in un mesto sorriso, Enos le afferrò la mano e la strinse forte. Avrebbero atteso tutti insieme facendosi forza l’un l’altro.

Passarono un paio d’ore prima che qualcuno si decidesse a portare notizie sulle condizioni di Bo. Il medico, un uomo slanciato con una testa piena di ricci grigi e gli occhiali infilati nel taschino del camice, arrivò accompagnato da una giovane infermiera: “i famigliari di Bo Duke?” Chiese entrando nella sala d’attesa.

Jesse, Luke e Daisy si affrettarono a raggiungere il dottore, Enos e Cooter rimasero un passo indietro: “come sta il mio ragazzo?” Chiese Jesse impaziente.

“Dunque, il taglio sul sopracciglio è profondo e abbiamo dovuto ricucirlo con dei punti. Dagli esami a cui lo abbiamo sottoposto escludiamo ematomi interni, ma preferiamo tenerlo in osservazione e ricoverarlo almeno una notte..”

“Ma quindi non si tratta di una ferita provocata da un’arma da fuoco?” Fu Daisy a dar voce alla domanda che pendeva dalle labbra di tutti.

“Da un’arma da fuoco? No no, nella maniera più categorica. La ferita è compatibile con una brutta caduta o l’urto di un corpo contundente.”

Non ci fu bisogno di sentire altro, Daisy e Luke si avvinghiarono a Jesse. Cooter rilasciò l’ansia con quella che uscì fuori come una risata isterica mentre Enos si asciugò di nascosto una lacrima.

“Posso vedere il mio ragazzo?” Chiese Jesse con voce malferma.

“Certamente. L’infermiera Owen” disse il dottore indicando la donna che aveva di fianco “vi mostrerà la sua stanza. Non affaticatelo e non costringetelo a ricordare. E’ normale che adesso non ci riesca. E’ cosciente ma la botta in testa è stata importante.”

“Si dottore, abbiamo solo bisogno di sapere che sta bene e che si riprenderà completamente.” Aggiunse Jesse.

“E’ giovane e forte. Si rimetterà. Rimarrò tutto il giorno qui in ospedale se avrete bisogno di me. Ora se volete scusarmi ho altri pazienti da visitare.”

Il medico si congedò stringendo la mano a Jesse.

“Grazie di tutto dottore.” Salutò Luke stringendogli a sua volta la mano.

L’infermiera Owen si incamminò lungo il corridoio “se volete seguirmi, da questa parte.”

Luke dovette imporsi di stare al passo con l’infermiera e di non superarla. Avrebbe voluto correre per arrivare da Bo il prima possibile. Invece inspirò ed espirò profondamente ad ogni passo ringraziando mentalmente zia Martha e Dio per aver salvato la vita di Bo concedendogli solo un brutto bernoccolo e tanto spavento. Arrivati in fondo al corridoio l’infermiera si fermò di fronte alla stanza 27 “il vostro ragazzo è qui, vi prego di rimanere solo pochi minuti e di non affaticarlo.”

Fu Jesse il primo ad entrare seguito da Luke e Daisy. Enos e Cooter si affacciarono alla porta ma non entrarono. Jesse si avvicinò al letto di Bo e si sedette sul bordo. Allungò una mano e gliela posò dolcemente su una guancia. Si prese un attimo per osservarlo bene, un grosso cerotto gli copriva parte della fronte, ma tutto sommato il viso aveva un bel colorito. “Bo… sveglia ragazzo. Zio Jesse è qui.” Lo carezzò con tutta la dolcezza di cui era capace. Bo reagì sia al contatto che alle parole dello zio. Tentò un paio di volte di aprire gli occhi. La terza fu quella buona “ecco qui il mio ragazzo.” Gli sorrise Jesse.

Bo ci mise un po’ a mettere a fuoco e a riattivare tutti i sensi, si guardò attorno spaesato “che mal di testa” disse portandosi una mano sulla fronte.

“E’ stata una brutta botta ma non è niente di grave, tesoro.” Disse Daisy sedendosi a sua volta sul bordo del letto. Si chinò sul cugino e lo baciò sulla fronte. “Ci hai fatto prendere un bello spavento.”

“Che cosa è successo?” Bo si guardò attorno, un lampo di apprensione lo attraversò quando capì di trovarsi in ospedale. Fece per alzarsi, ma Jesse gli mise una mano sulla spalla e lo bloccò: “non ti preoccupare Bo, va tutto bene. Dovrai passare la notte in ospedale per precauzione ma domani sarai di nuovo a casa.”

Bo chiuse gli occhi cercando di assorbire le parole dello zio. Rimase qualche istante in silenzio per poi ridestarsi all’improvviso: “qualcuno ha sparato in banca. Ero in fila con Enos.” Il vicesceriffo si avvicinò appena sentì il suo nome. “Ho provato a disarmalo, non so se ci sono riuscito.. Non mi ricordo..”

“Non ti sforzare Bo, la memoria tornerà a poco a poco.” Era stato Luke a parlare, finalmente aveva ripreso possesso del suo corpo e delle sue emozioni, non c’era più pericolo che gli tremasse la voce.

Bo lo guardò intensamente, si prese un attimo per afferrare quel pensiero che gli si era affacciato alla memoria “Luke io.. credo di averlo riconosciuto. So chi ha sparato.”

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The Dukes of Hazzard / Vai alla pagina dell'autore: Lella Duke