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Autore: _TattaFede_    10/09/2009    3 recensioni
E' possibile che un paio di occhi verdi cambino per sempre la vita di una persona? A me è successo. Sono Reneesme Cullen e ho deciso di voltare le spalle a quello che tutti definivano il mio destino.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Renesmee Cullen, Un po' tutti
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: Spoiler!
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Ok, piccolo cambio di programma.

Avevo deciso di postare domenica (compleanno di Bella) o lunedì (mio compleanno), ma visto che sono la solita ritardataria ho cambiato idea e vi lascio subito il nuovo capitolo. Contente?

Eravamo rimasti al viaggio improvvisato e alla riappacificazione tra i due. Quello che segue è un capitolo un po’ transitorio, ma utile per capire di più il dolore di Nathan.

L’ultima frase di sicuro vi verrà voglia di fucilarmi (non sbirciate subito!)… ecco vi lascio le risposte alle recensioni e il capitolo, almeno finisco di preparare le valigie per scappare da voi!

 

RECENSITE! Baci alla prossima

 

Nessie93: sono contenta che ti sia piaciuto il capitolo precedente… confermo che non sarà facile dirlo a Bella, mentre per quanto riguarda Edward ho preferito rimandare un po’ la gelosia tipica dei padri.

mcgi86: Grazie per la tua recensione. Ho scritto questa storia proprio perché non mi piaceva che Nessie stesse per forza con Jake. Baci

15rox15: ecco la mia fidata lettrice xD. Meno male che sei tornata in te dopo quell’attimo di smarrimento! Fammi sapere cosa ne pensi anche di questo capitolo!

_Kiarina Cullen_ : ecco un'altra alleata contro il cane… xD grazie mille per i complimenti!

 

 

 

12 - Ricordi

 

Chiamai i miei, mentre Nathan sistemava il materasso di un vecchio divano-letto davanti al camino. Mi aveva detto che la sua camera era un totale disastro e che non se la sentiva di dormire nella camera dei suoi genitori.

-mamma dai! È buio pesto e piove a dirotto… non ci sono problemi per…

-no! Assolutamente no! Sei scappata da tua zia Rose, questa non te la passo… poi te e lui… da soli…

Una risatina isterica uscì dalla mia bocca. –mamma non penserai davvero che…

Nathan, alle prese con un lenzuolo, si voltò verso di me e capì l’argomento di cui stavo discutendo al telefono.

Diventai rossa in un secondo.

-piccola mia non fare la finta tonta… ci sono passata prima di te.

-io, noi, non, cioè, ma, no, proprio no…

Il mio ragazzo mi prese il cellulare e mi guardò in modo abbastanza ansioso.

-signora Cullen? Salve, molto piacere di conoscerla, anche se solo per telefono. Mi dispiace che non ci sia stata l’occasione di presentarci – soffocai una risata – e che sua figlia sia piombata così a casa mia… ma davvero qui c’è un tempo assurdo e non me la sento proprio di mandare in giro Reneesme da sola…

Appoggiai l’orecchio dietro al cellulare, per sentire con precisione ogni parola di mia madre. Nathan era chiaramente agitato, così intrecciai la mia mano con la sua per tranquillizzarlo almeno un pochino.

-mi voglio fidare… ma giuro che se metti le mani addosso alla mia bambina…

-non succederà assolutamente, signora Cullen.

Ripresi immediatamente il cellulare. –grazie mamma! Ti voglio troppo bene!

-signorina attenta a quello che fai…

-si si, non preoccuparti, sono in buone mani. E ti saluta Nathe! Un bacione!

-ciao Nessie… buonanotte. Per qualsiasi cosa chiama subito.

-va bene, grazie ancora. Notte!

Appena riattaccai, abbracciai il mio angelo custode.

-dire che sei pazzo è troppo poco.

-ti scongiuro di non ricordarmi cosa ho appena fatto. Non voglio un telefono in mano per i prossimi vent’anni.

-il solito esagerato!

Finii da sola si sistemare il letto improvvisato, mentre Nathan era andato dalla vicina Rachel per chiederle qualcosa di pratico con cui potevo dormire, visto che ero partita senza preparare niente.

-penso che questi ti stiano un po’ larghi, ma meglio di dormire con i jeans.

Mi lanciò un paio di pantaloni neri e una maglia grigia che sembravano almeno due taglie più grandi della mia.

-non sbirciare dal buco Whellens…- urlai prima di chiudere la porta del bagno.

La stanza era piccolina, ma arredata in modo carino e semplice.

Mi lavai subito il viso e cercai di fare un secondo mente locale su tutto quello che era accaduto nelle ultime ore.

Il racconto di Rita, la decisione di partire, la conoscenza di Angela, il viaggio e tutto quello successo in quella casa si ripeterono velocemente nella mia testa. Non mi capacitavo del fatto che fosse successo tutto così velocemente, che avessi provato così tante emozioni diverse in un giorno solo.

Quando tornai nel grande salone, Nathan scoppiò a ridere.

-ops non avevo preso in considerazione che Rachel è parecchio alta e un po’ più abbondante di te…

I pantaloni mi stavano lunghissimi, così li avevo arrotolati un migliaio di volte, mentre la maglietta mi arrivava quasi al ginocchio.

-mi sento così idiota… per fortuna zia Alice è dalla parte opposta dell’America!

Ci sdraiammo sul letto improvvisato davanti al camino. Poggiai la testa sulla spalla di Nathan, mentre lui mi aveva circondato in un abbraccio.

-fino a qualche ora fa non avrei mai pensato a tutto questo. – il mio era poco più di un sussurro.

-non lo dire a me… pensavo di scappare da te, ma a quanto sembra mi hai trovato lo stesso.

-ti ho spaventato parecchio vero?

Nonostante fosse buio, distinsi senza difficoltà il suo dolce sorriso. –si, direi di si… tutto questo non è facile da accettare. Mi sembra impossibile…

-promettimi che mi risponderai con sincerità.

Mi accarezzò i capelli, prima di acconsentire.

-hai ancora paura di me?

Ci impiegò qualche secondo prima che tornare a parlare.

-non lo so… cioè di te mi fido e ho capito che non sei “pericolosa”… ma comunque mi sento un estraneo  rispetto al tuo mondo e questo mi crea parecchia insicurezza.

-ho capito… pensi che potrei lasciarti da un momento all’altro per un motivo sconosciuto.

Fece una smorfia. –qualcosa del genere.

Mi girai su un fianco e mi appoggiai sul gomito. –avanti, fammi qualche domanda! Sono a tua completa disposizione…

Sogghignò, mentre mi dava un bacio sulla guancia. –Cullen ma te non sai cosa sia la stanchezza?

-rimandiamo il discorso a domani?

-si, forse è meglio, anche se una domandina ce l’avrei.

Sorrisi. –allora spara Whellens.

-prima mi hai fatto vedere il racconto di quella sconosciuta…

- Rita.

-si lei… tu le credi?

Cercai la sua mano e la strinsi forte. –non lo so. È una mia simile e non vedo per quale motivo dovrebbe mentirmi. Tu?

Mi guardò intensamente con i suoi splendidi occhi verdi. –prima sono stato impulsivo e ho reagito male. Ora, invece, mi trovo a un bivio. Da una parte vorrei rimanere nel dubbio e continuare la mia vita, mentre dall’altra vorrei sapere se quella storia sia vera…

-ma hai paura di essere diverso.

-esatto.

-pensi che sapere di avere un avo vampiro potrebbe cambiarti?

-no, non credo.

Mi avvicinai al suo viso e mi fermai quando le nostre labbra si sfiorarono. –allora non sei più al bivio.

Gli diedi un bacio, prima di augurargli la buonanotte.

La mattina successiva, quando mi svegliai, ero sola nel letto.

C’era un vassoio vicino a me con una tazza e una scatola di cereali. Feci colazione velocemente, volevo scoprire dove si era cacciato Nathan.

Andai per la prima volta al piano superiore. Il lungo corridoio era composto da parecchie porte chiuse che svegliarono in me un po’ di curiosità, ma non era il caso di ficcare troppo il naso in giro.

- Nathe?

-arrivo Nessie!- la voce proveniva da una delle stanze in fondo al corridoio, così decisi di avvicinarmi uno po’ di più. L’improvviso rumore di una porta che si apriva, quasi mi fece sussultare per lo spavento.

Il mio ragazzo stava uscendo dal bagno, sicuramente aveva fatto una doccia visto che portava solo un paio di pantaloni di una tuta e i capelli bagnati.

-scusa ti ho spaventata?

Arrossii leggermente, nonostante non fosse la prima volta che vedevo Nathan a torso nudo.

-no assolutamente… ho visto che di sotto non c’eri e mi sono permessa di salire…

-hai fatto bene… mi sono fatto la doccia qui perché non volevo svegliarti.

-ti sei alzato da tanto?

- mezz’oretta… vieni ti faccio vedere il resto della casa.

Mi prese per mano e mi portò proprio all’inizio del corridoio.

-iniziamo il giro turistico! Questa è un piccolo studio… papà aveva creato qui il suo mondo.

La prima stanza era piccolina, con una libreria che copriva un’intera parete e una scrivania abbastanza disordinate all’angolo. Nel grande mobile non c’erano solo libri: alcuni spazi erano dedicati a modellini di treni.

-gli piaceva un sacco costruire, ma la mamma lo aveva convinto a metterci anche i suoi libri. Dopo l’incidente ho preferito non toccare nulla, mi ero ripromesso che avrei messo tutto in ordine appena sarei tornato qui.

Strinsi forte la sua mano e lui mi sorrise. –continuiamo.

La seconda era la camera di Nathan: grande, con le pareti celesti che si intonavano perfettamente ai mobili di legno chiaro, quasi completamente coperti da teloni simili a quelli del piano inferiore.

-a quanto pare sono nella tana del lupo!

-avrei preferito fartela vedere in condizioni decenti…

Si sedette su quello che doveva essere il letto e io mi misi sopra le sue ginocchia.

-tutto ok Nathe? –gli alzai il viso, in modo che mi guardasse negli occhi.

Sembrò esitare un attimo, prima di rispondere. –mi è venuto in mente il discorso di ieri sera.

-e?

-secondo te ho delle caratteristiche simili alle tue? Non intendo se credi a quella Rita…

Appoggiai la sua testa contro il mio petto e presi ad accarezzargli la guancia. –mi trovi più calda rispetto agli altri? Intendo di temperatura corporea.

-non lo so… non ho mai fatto caso a questa cosa…

-sicuro di voler sapere quello che penso?

Acconsentì muovendo la testa.

-devi sapere che i vampiri sono anche chiamati freddi, poiché la loro temperatura è di circa 34 gradi e mezzo… io, invece sono un po’ più calda rispetto agli umani, poco più di 37… nonostante questa disparità, io non sento niente quando tocco qualcuno della mia famiglia.

Mi abbracciò forte. –perciò sono come te, visto che non ho mai notato il tuo calore…

-ehi, non devi preoccuparti… in fondo la mia è solo un’ipotesi e potrei sbagliarmi…forse te sei solo un po’ insensibile!

Riuscii a farlo ridere. –che vorresti dire Cullen?

Sciolsi l’abbraccio che ci legava e iniziai a correre per il corridoio. –io? perché ho detto qualcosa?

Sentivo Nathan che mi rincorreva, ma avevo troppo vantaggio. Mi fiondai nel bagno del piano inferiore e chiusi a chiave la porta.

-mi dispiace Whellens! Ti è andata male!

-non potrai restare lì dentro per sempre!

-almeno il tempo di una doccia me lo concedi?

-va bene streghetta… però preparati per una vendetta con i fiocchi!

Mi feci una doccia bollente, per rilassarmi ancora di più.

Sembra aver accettato tutto… è andata anche meglio di quello che speravo!

Ci mancava poco che mi mettessi a saltellare per il bagno come una bambina che ha appena ricevuto un regalo. Per errore, mentre mi rivestivo, i pantaloni della vicina mi caddero nella vasca e si bagnarono un bel po’.

Cercai il fono per asciugarli un po’, ma di esso nessuna traccia. Poi notai la mia immagine riflessa nello specchio. La maglietta grigia mi faceva da vestito, arrivava quasi al ginocchio.

In fondo zia Alice mi ha fatto indossare anche cose più corte.

  
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