Libri > Shatter me (schegge di me)
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Autore: You_r_so_golden    09/12/2022    0 recensioni
La prima volta che William aveva sentito parlare di una ragazza che poteva uccidere al tocco, non ci aveva creduto; Selene era semplicemente rimasta in silenzio, incapace di dire una parola. Poi i due fratelli si erano guardati. Finalmente c'era qualcuno diverso come loro, qualcuno come loro e, allo stesso tempo, diverso da loro. Perché sia William che Selene hanno sempre saputo di essere diversi da chiunque altro. Anche da bambini, i gemelli sapevano di non essere come gli altri. Perché sia William che Selene hanno dei poteri, gli stessi spaventosi poteri che li hanno allontanati dai loro genitori, portandoli sul ciglio della strada. Prima di quel giorno, né William né Selene conoscevano l'esistenza del Punto Omega; finché Castle non li prese al suo fianco, portandoli in un luogo sicuro che potessero chiamare "casa". E ora, che i gemelli sono diventati qualcuno di importante al punto Omega, le cose sono un po' cambiate: William è uno dei soldati più forti e Selene, la piccola e silenziosa Selene, è l'arma più temuta del punto Omega. E ora i due stanno per affrontare l'essere umano a loro più simile e vicino: Juliette Ferrars.
Genere: Drammatico, Guerra, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Violenza
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12 ore.
Mancano solo 12 ore all'inizio della missione.
Non so come l'abbia chiamata Warner - non voglio nemmeno saperlo e non mi interessa - ma so che Adam Kent incontrerà Juliette Ferrars tra 12 ore.
Non riesco ancora a credere che questo accadrà davvero; Non riesco a credere che questa missione stia seriamente per iniziare. Non riesco a credere a così tante cose ultimamente: non riesco a credere che la Warner stia rischiando così tanto per il proprio piacere personale; Non posso credere che l'umanità stia per avvicinarsi a un essere come Juliette Ferrars; Non riesco a credere che un soldato semplice come Adam Kent sia stato mandato a vivere con un soggetto di massimo pericolo come Juliette Ferrars. Un uomo semplice, privo di qualsiasi potere o conoscenza del soggeetto, viene mandato in uno spazio angusto a convivere con una persona dal potere terribile e disumano: chiunque lei tocchi, muore. Il tocco fatale.. sì, sembra una stronzata ma Juliette è tutt'altro che una stronzata e Adam - Adam Kent, un fottuto soldato che 12 mesi fa non sapeva nemmeno mirare con una pistola - verrà mandato a vivere con lei in una cella di 15 mq. Perché lui o generalmente "Perché", nessuno lo sa... a parte Warner.

Dio santissimo, questo non sta realmente accadendo. Perché se sta succedendo davvero, allora possiamo iniziare un conto alla rovescia che ci porterà inesorabilmente alla fine del mondo. E solo a pensarci mi viene voglia di vomitare. Al solo pensiero di Adam che incontra Juliette Ferrars, la mia vista si offusca, le mie gambe e le mie mani tremano di rabbia e mi sento vicino al vomito. La rabbia mi sta seriamente accecando... o sono solo stordito da tutte le nozioni che ho appena imparato? Dio, non riesco davvero a capirmi ultimamente.

< Ehi, Will, che ci fai qui? >

Con un battito di ciglia, torno alla realtà. Immediatamente il freddo presente nei corridoi dell'edificio mi attanaglia il corpo e rabbrividisco, ingoiando tutta la rabbia che mi stava salendo in gola. Mi giro e mi ritrovo davanti a Kenji. Mi guarda confuso e alza un sopracciglio. Probabilmente si chiede cosa ci faccio qui.
Sì, che cazzo ci faccio qui? Cosa ero venuto a fare?
Mi giro di nuovo e davanti a me c'è la porta della sua camera da letto, quella che divide con Adam Kent; a sinistra, infatti, è presente una targa con i loro cognomi. Mi rendo conto che il mio pugno è alzato e lo abbasso immediatamente. Stavo per bussare alla sua porta? Dio, davvero non ricordo. Cosa stavo facendo? Perché sono davanti alla sua porta? Da quanto tempo sono davanti alla sua porta, magari fermo e immobile come un coglione? Qualcuno mi ha visto? Basta, devo smetterla.

< Mi stavi cercando? >

Poi all'improvviso mi ricordo: devo parlargli. Ho delle notizie da riportargli... anzi, Selene ha delle notizie da riportargli dal Punto Omega. < Sì > tossisco a malapena, cercando di sembrare il più normale possibile. Non voglio attirare la sua l'attenzione, non voglio che capisca che io e Selene stiamo già usando i nostri poteri. Dobbiamo affinare le nostre tecniche e dobbiamo migliorare la nostra comunicazione sensibile. Farlo di fronte agli altri aiuta, ma finché non si viene beccati. Il rovescio della medaglia, quando uso il mio potere come la connessione sensibile - uno dei tanti poteri che io e mia sorella abbiamo in comune - rimango costantemente confuso e non capisco cosa mi viene detto. Dobbiamo lavorarci su, dobbiamo migliorare; abbiamo molto da migliorare, anche come fratelli. < Dobbiamo parlare > annuisco alla porta della sua camera da letto. < Hai due minuti? >

Kenji annuisce senza pensarci due volte e apre la porta della sua camera da letto. < Vieni dentro >

Sono il primo ad entrare nella sua stanza; lui mi segue senza dire una parola e si chiude la porta alle spalle. La sua stanza è come la mia: c'è una scrivania, un piccolo armadietto con dentro una divisa di ricambio e stivali di ricambio; e due letti, completamente rifatti. Uno per lui e uno per Adam Kent, che probabilmente non userà più per un bel po'. C'è un ordine quasi impressionante nella stanza, specialmente se conosci Kenji da un po' di tempo. Penso che sia la persona più disordinata che abbia mai incontrato sulla faccia della terra, ma da quando è al campo base le cose sono cambiate. Fortunatamente, devo dire, ci sono stati alcuni cambiamenti nella sua vita. A parte i vari esaurimenti nervosi che ha - motivo principale per cui è un soldato semplice e non un caporale, come me -, Kenji è profondamente cambiato da quando ha intrapreso la strada militare. È il solito Kenji che viveva al Punto Omega fino a qualche mese fa ed è lo stesso stronzo che, indipendentemente da come mi sveglio ogni giorno, cerca di farmi ridere, ma qualcosa in lui è cambiato, anche se non vuole ammetterlo.

< No, non aprire la finestra >

< Lascia perdere > è esattamente la prima cosa che faccio: apro la finestra della sua camera da letto, facendo entrare un po' d'aria fresca. Nelle stanze dei soldati della zona est - proprio quella zona - c'è un problema di muffa così preoccupante che si respira a fatica. Kenji però sembra non sentirne l'odore, infatti alza gli occhi al cielo, ma probabilmente perché ci è abituato; Adam, d'altra parte, per quanto ne so, se ne è lamentato. Ma come al solito, nessuno fa mai niente. Non c'è da stupirsi che abbiano problemi di muffa.

< Come vuoi, ma non clamentati se hai freddo. > Kenji si toglie le scarpe - motivo in più per tenere la finestra aperta - e si butta a peso morto sul suo letto. Sospira pesantemente e si posa le mani sul petto, puntando gli occhi a mandorla verso il soffitto.

Guardo il letto di Adam e vado a sedermi sopra, accarezzando lentamente le coperte. Sono sicuro che quella sensazione di freddo sotto le mie dita la sente anche Selene. Il mio corpo rabbrividisce istintivamente e so che anche Selene sente il freddo sul suo corpo; che sente il tessuto sotto le mie dita.

< Adam è una pezzo di merda. Davvero. Non riesco a capire come sia stato selezionato per questa missione. Voglio dire... guarda qua, Will. >

Continuo a toccare il tessuto della coperta.

< Cazzo, guardami, testa di cazzo... >

Lancio un'occhiata a Kenji.

Lui mi guarda in silenzio, si tocca l'orecchio e indica la stanza. "Potevano scegliere me" dice poi, come se non avesse fatto nessun gesto strano.

Alzo un sopracciglio. Toccandosi l'orecchio e indicare ciò che ti circonda significa che qualcuno ti sta ascoltando, probabilmente usando dei microfoni. Sono piccoli segnali in codice che io e Kenji abbiamo iniziato a usare non appena si è arruolato nell'esercito. Io mi sono unito mesi e mesi prima di lui e so cosa sono capaci di fare questi stronzi. Dio solo sa quanti microfonini ho trovato ispezionando le stanze dei miei colleghi e quante piccole spie e telecamere sono piazzate in tutto l'edificio. Bisogna prevenire piuttosto che curare in questi casi. Una parola di troppo e sei fottuto. La gente fa subito domande qui, si chiede subito perché manca un soldato e tutti sanno che siamo sotto costante sorveglianza. Non è raro trovare un microfono nella stanza.

All'improvviso la voce di Selene arriva chiara e forte nella mia testa, uccidendo tutti i miei pensieri. < No, non ci sono microfoni. Tanto meno telecamere. Puoi dire a Kenji di stare calmo >

< Kenji, non ci sono microfoni. Perché dovrebbero mettere dei microfoni nella tua stanza? > dico, cercando di calmarlo. < Puoi rilassarti e parlare normalmente. >

Kenji rimane in silenzio per un po'. Poi si avvicina a me. < Non pensi che abbiano messo i microfoni qui? > mi chiede a bassa voce. < Tre soldati sono entrati qui l'altro giorno e non mi hanno fatto entrare per mezz'ora prima di uscire. >

< Controlli > Rispondo. Kenji costruisce spesso castelli mentali più grandi di lui. Se ci fossero state telecamere o microfoni, Selene mi avrebbe mandato da lui per parlare con la sua stanza? Grazie al suo potere - il potere di controllare qualsiasi cosa e chiunque, e di poter sapere tutto prima che accada -, non gli parlerebbe nel suo letto se ci fossero dei microfoni. < Ultimamente i livelli superiori hanno fatto molti controlli, su qualsiasi soldato di qualsiasi grado. Sono entrati anche nella mia stanza e, ovviamente, non hanno trovato nulla > Incrocio le braccia sul petto. < Penso che siano tutti tesi a causa della missione >

Kenji sembra rilassarsi a questa notizia. Si fida abbastanza di me ma si fida così tanto di Selene che si rilassa completamente. < Sì, chi non lo sarebbe. > Kenji mette le mani dietro la testa e guarda il soffitto. < Non riesco ancora a credere che stia realmente accadendo. Adam Kent...chi l'avrebbe mai detto. >

Alzo le spalle. < Non so come abbia preso questa decisione. >

< Non posso credere che abbiano scelto Adam, sul serio. Sai, penso che abbia pagati. Sai se ha pagato i livelli superiori? Gli ha fatto qualche favore? Non riesco proprio a capire come abbia potuto superare il test. >

< Beh, sicuramente non ha avuto un esaurimento nervoso durante i test. >

Kenji mi guarda male.

< E penso che si conoscano. > dico. < Voglio dire... Juliette e Adam Kent >

< Veramente? > Kenji mi lancia uno sguardo confuso < Lui e quella ragazza si conoscono? Com'è possibile? >

< Per quanto ho capito, sì, ma non ne sono sicuro. Non posso confermarlo. Tuttavia, se si conoscono davvero, questo ha sicuramente influenzato tutto. Warner forse ha preferito mandare qualcuno che Juliette conosceva, piuttosto che un perfetto sconosciuto. Avrebbe più senso >.

Kenji annuisce. < A volte mi stupisce come sappiamo spaventosamente poco di quella ragazza, eppure vogliamo ancora avvicinarci a lei. E se ci uccidesse tutti? E se iniziasse a toccare ogni persona, uccidendola all'istante? Che cazzo faremo a quel punto? >

Rimango in silenzio. Queste sono domande che mi sono già posto ancor prima che Castle annunciasse al punto Omega che aveva un piano per rapire Juliette dalle mani dei militari. E sono domande a cui Selene ha già pensato di rispondere per me, togliendo ogni dubbio. Avere il controllo totale di tutto a volte non è poi così male - come potere, non è male a dire la verità - ma a volte ti porta ad avere delle risposte che non vuoi sapere.

< Sai, quella ragazza mi spaventa un po'. > ammette Kenji dopo qualche secondo < Ma Castle ha buona fede in lei quindi non vedo perché guardarla con occhio storto. Non posso credere che un umana come lei abbia un potere simile >

"Sì, perché Castle è un pazzo, forse?" Annuisco e basta. < Se tocca qualcuno, esso muore... >

< Precisamente. È un potere incredibile, non credi? Voglio dire... Anche i nostri sono poteri incredibili - il potere del controllo è uno dei poteri più affascinanti che abbia mai visto - ma i suoi… > Kenji è veramente stupito.

< Da un grande potere deriva da una grande responsabilità. E il suo potere ha molte responsabilità > mi permetto di dire. < Sicuramente la sua vita non è facile >

< Quale vita è semplice, William? Anche la nostra non lo è.. >

< A quanto mi hanno detto, ha sempre vissuto in un manicomio. >

Non ha sofferto come pensi. Non ha sofferto come noi, William. Non provare empatia per una come lei, non se lo merita. >

< Se pensi a cosa succede in quei dannati posti, forse la tua vita non è stata così male in confronto >

Quello che ti hanno detto, non è del tutto vero. >

All'improvviso, un dolore lancinante mi attanaglia la testa. Emetto un gemito di dolore e mi porto subito le mani al viso. Il cervello sembra prossimo a scoppiare, la testa sta per rompersi e rilasciare tutto ciò che ha dentro. Gemo dal dolore e mi ricompongo, cercando di contenere il dolore che sta scuotendo il mio corpo.

< Oh, William- > Sento Kenji spostarsi sul letto e anche se non riesco a vederlo, sento le sue mani afferrare i miei polsi, stringendoli delicatamente. < Amico, che hai? >

Perché la tratti così? Non sai niente di lei, eppure hai pietà di quella ragazza. Sei ridicolo, lo sai? >

< Perché sappiamo entrambi cosa ha passato, Selene > riesco a dire. La sensazione che i miei occhi stiano per esplodere aumenta così tanto che devo premere i palmi contro di loro, come per impedire la loro esplosione.

< Con chi stai parlando? >

Il dolore sembra aumentare sempre di più e sono vicino alle lacrime quando, all'improvviso, tutto scompare. Un secondo stavo per piangere dal dolore e il secondo successivo, come se non fosse successo niente, il dolore è sparito. Ogni traccia di dolore, ogni fitta lacerante e la sensazione che la mia testa e gli occhi stessero esplodendo sono spariti. Come se nulla fosse successo; come se nessun dolore attanagliasse il mio corpo. Respiro affannosamente e per qualche secondo mi sembra di toccare il cielo con un dito. Poi tutto torna alla normalità, e riprendo coscienza di me stesso: sono seduto sul letto di Adam Kent, mia sorella ha intensificato così tanto il nostro legame da farmi quasi esplodere la testa e le mie mani tremano come foglie d'autunno.
Potrebbe andare peggio.

< Ehi, William.. > La voce di Kenji è un misto di dolcezza e preoccupazione.

Evidentemente, Kenji ha capito cosa è successo; del resto, non è la prima volta che mia sorella si diverte in questo modo, intensificando così tanto la nostra connessione mentale sensibile da farmi scoppiare la testa. Come ho detto prima, da grandi poteri derivano grandi responsabilità e purtroppo non tutti sono capaci di queste responsabilità. Soprattutto mia sorella, che si sente gelosa di ogni altro essere umano femminile che conosco. E che, come un bambino di tre anni, si diverte a torturarmi in questo modo quando presto attenzione alle ragazze. Sembra ridicolo che una ragazza chiusa in caveau sia gelosa di un'altra ragazza che vive in una stanza in un manicomio.

< Stai bene adesso? >

Lo guardo confuso. I miei occhi sembrano incapaci di mettere a fuoco il suo viso, come se avessero bisogno di riabituarsi a vedere di nuovo. Distolgo lo sguardo, incapace di distinguere il suo volto. "Non hai idea del dolore che mi provoca" < Sì, sto bene. È stato solo un momento. >

< A Selene non piace parlare di Juliette? > Kenji cade in ginocchio e sospira. < Dovevo immaginarmelo...  > lo sento spostare di nuovo lo sguardo su di me. < Sei qui ora? >

Mi limito ad annuire e riporto lo sguardo su di lui. Questa volta la mia vista sembra funzionare un po' meglio: riesco almeno a vederlo, anche se la mia vista è un po' sfocata. Con il passare dei minuti la mia vista tornerà come prima e forse riuscirò anche a sentire il tessuto della coperta sotto le dita; forse mi accorgerò di nuovo del freddo che attanaglia questa stanza a causa della finestra aperta. Forse sarò consapevole di cose che prima non esistevano nemmeno per me.

< E perché non me l'hai detto prima che Selene ci stava ascoltando? >

< Perché vuoi saperlo? L'ultima volta che l'hai vista ti sei preso un bello spavento. O sbaglio? >

< Voi ei tuoi fottuti poteri > Kenji si alza e sospira. < Allora... lei è qui? Senti, puoi dirmelo, io non sono Juliette >

Lo guardo. Anche lui è consapevole della gelosia presente in mia sorella e, come ogni altro essere umano, non può far nulla per fermarla. Dio solo sa quante volte le ho detto di non preoccuparsi, che Juliette non sarebbe mai stata un problema per me e per la nostra missione. La mia curiosità è spinta solo dal fatto che finalmente, dopo anni di pura solitudine e confusione, stiamo per incontrare una persona con un potere simile al nostro; un potere con la stessa intensità del nostro. Questo mi affascina molto, perché per la prima volta nella mia vita sto per incontrare una persona con un potere simile al mio; e Selene, considerata l'arma primaria del Punto Omega, sta per incontrare un'arma altrettanto letale. Dovrebbe esserne felice, ma l'unica cosa che percepisco in lei in questo momento è rabbia e gelosia.

< William..? >

< Lei è qui, Kenji, se vuoi saperlo. È qui con me da quando mi hai incontrato nel corridoio, se vuoi saperlo. > dico dopo qualche secondo. < E lei ha bisogno di parlare con te. Ha bisogno di dirti alcune cose, gliel'ha chiesto Castle. >

Kenji mi guarda confuso.

< Castle è piuttosto preoccupato per Juliette e vorrebbe parlarti di alcune cose. Ha chiesto a Selene di aprire un collegamento con te, così da poterti parlare e dirti cosa lo preoccupa di più >

Kenji annuisce. < Non capisco cosa lo renda così preoccupato >

"È un pazzo malato di mente, te l'ho già detto"

< Ma va bene. Vai avanti... > gesticola Kenji. < Fai quello che devi fare. >

Annuisco. "Selene.."

Sono pronta. Sdraiati >

Mi viene quasi da ridere ma mi sdraio frettolosamente sul letto di Kent. Se fossi seduto o in piedi, probabilmente cadrei. Scambiare la mia coscienza con quella di mia sorella è un processo estremamente delicato e se non prendi le giuste precauzioni finisci per farti male o peggio, rimani senza coscienza. Un singolo cambiamento, anche un solo colpo da una caduta, può allontanare la tua coscienza e ci vorrebbero giorni prima che tu possa ritrovare il tuo corpo. E non lo dico tanto per dire, ma perché sono cose che ho già provato sulla mia pelle. Lo scambio di coscienza è uno dei tanti poteri che io e mia sorella abbiamo in comune ma, a quanto pare, è anche quello più duro e sconosciuto: nessuno ci ha insegnato a farlo, nessuno ci ha insegnato a tornare al nostro corpi perfettamente, nessuno ci ha detto come fare le cose per bene. Ma lo abbiamo sempre fatto, anche da bambini. Prima che i nostri genitori ci abbandonassero, incapaci di capire quali poteri e quale tipo di sangue demoniaco scorresse nelle nostre vene, era una delle cose che facevamo più frequentemente.
Lo scambio di coscienza è l'unico modo in cui posso avere mia sorella vicina.

Allora mi rilasso e chiudo gli occhi, svelando quella che è una delle mie abilità più complesse. Se solo non avessi rivelato questa capacità a Castle, probabilmente sarebbe Kenji a rischiare la vita. Perché è questo che significa essere il messaggero del punto Omega con Kenji. A quanto pare, non c'è altro modo per poter portare le informazioni del punto omega al campo militare se non in questo modo: o io, scambiando la mia coscienza con quella di mia sorella, le faccio riferire tutte le informazioni che le sono state date da Castle all'interessato; oppure Kenji che, sfruttando il suo potere, torna alla base e parla con Castle. Ad ogni modo, lo scambio di coscienza è la tecnica preferita di Castle: nessuno deve spostarsi da nessuna parte, Kenji non deve scomparire dal campo militare per diverse ore e non c'è problema se qualcuno viene catturato. Ma è anche la tecnica preferita di Castle perché così io e mia sorella possiamo allenare i nostri poteri e, secondo Castle, è un ottimo modo per allenarli.
Ogni possibile stronzata diventa per lui un buon modo per allenare i propri poteri. Ma prima o poi capirà che questa è solo una stronzata.

Mentre penso e ripenso a cose futili, sento il mio corpo diventare sempre più leggero e distaccarsi dalla carne. Nessuno sa cosa significhi, ma è una delle migliori esperienze. Sentire la propria anima staccarsi, liberarsi da un corpo umano, è un'esperienza che consiglio a tutti. In genere è paragonabile all'esperienza della morte: l'anima che lascia il corpo, lo lascia marcire. Ma in questo caso niente marcisce, non fa nemmeno in tempo perché un secondo dopo aver acquisito una leggerezza infinita, mi ritrovo catapultato in un altro corpo e torna la pesantezza. Arriva la consapevolezza di aver acquisito un nuovo corpo, trascinandomi giù.

E poi apro gli occhi, ritrovandomi tra le mura familiari del caveau dove è tenuta mia sorella. Mi guardo intorno e tutto sembra muoversi lentamente e sembra raddoppiarsi davanti alla mia vista. Ma è normale. È normale che mi senta stordito, confuso... ho appena cambiato corpo, mi sono appena impossessato di un corpo diverso dal mio e devo abituarmi a questo nuovo corpo; Devo abituarmi alle cose nuove intorno a me.

< Will..? Will.. ci senti? >

Guardo con difficoltà verso la porta a vetri che separa il caveau dal corridoio di sicurezza. Noto che dietro la porta ci sono Sonya e Sara che, immobili ai loro posti, stanno parlando al microfono collegato al caveau. Mi guardano impassibili, un po' preoccupati a dire il vero; soprattutto Sonia. Sento la preoccupazione vibrare dal suo corpo.

Quindi Sara preme il pulsante del microfono e la sua voce arriva forte e chiara. < Will, sei entrato nel corpo? Sei cosciente? >

Annuisco e guardo in basso, notando che sono sdraiato e che al posto del mio petto ho un seno. Sposto immediatamente lo sguardo sulle mie mani e le sollevo davanti al mio viso, guardandole attentamente. Sono le mani di mia sorella, sono le sue manine, lunghe e delicate. Lo scambio di coscienza è avvenuto perfettamente. Allora mi alzo a sedere e mi guardo le gambe, guardo i pantaloni che Selene ha deciso di indossare. Li vedo chiaramente, sono grigi chiaro e morbidi al tatto. Mia sorella odia i tessuti duri o troppo sintetici, non li indosserebbe mai. Noto che indossa una maglietta bianca di cotone e io mi affretto a sistemarla, coprendomi bene.

Sento Sonya dire qualcosa ma le mie orecchie sembrano non capire. Improvvisamente mi sento stanco ma è normale. Dopo aver effettuato uno scambio di coscienza, si è stanchi e provati. Probabilmente mia sorella si sente benissimo; lei è molto più forte di me, sia psicologicamente che fisicamente. Dopotutto, il suo potere è più forte del mio, e non sarei sorpreso se Selene non sentisse la mia stanchezza. Non sarei sorpreso se stesse parlando a bassa voce con Kenji o se fosse, forse, appesa alla finestra della sua camera da letto. Dopotutto, stare rinchiusa in questa stanza la annoia moltissimo e la fa solo arrabbiare. A volte scambiamo le nostre coscienze solo così lei può stare fuori per un po' e godersi la vita all'aria aperta; ea volte le lascio prendere il mio corpo, così può sapere com'è parlare con qualcuno senza ucciderlo. Il potere di controllo è forte, ma una volta che cambiamo corpo, i nostri poteri si annullano: non posso usare i miei poteri se sono nel suo corpo, e lei non può usare i suoi se è nel mio corpo. È strano ma è decisamente meglio così; se fosse in grado di usare i suoi poteri nel mio corpo, non potrei permetterle di scambiare la nostra coscienza. I nostri poteri sono troppo grandi e lei, purtroppo, non ha ancora imparato a usarli. Tenerla lontana dagli altri, rinchiusa in una camera blindata, è l'unica salvezza che abbiamo.
   
 
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