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Autore: DrkRaven    23/12/2022    3 recensioni
IWAOIKAGE | (dal testo) Le labbra di Oikawa sono atteggiate in un sorriso tirato mentre i suoi occhi sembrano sfiorarlo lentamente, passando dal ciuffo umido appiccicato in mezzo alla fronte, alle gote arrossate, per scendere poi alla t-shirt bagnata che aderisce al suo torace in più punti.
“Tobio-chan, non siete ancora partiti?” mormora a metà strada tra la sorpresa e il fastidio.
Oppure: gli anni passano ma certe dinamiche non cambiano. Oppure sì?
| 🔞 QUESTA STORIA CONTIENE SCENE E LINGUAGGIO ESPLICITI 🔞 ADATTA A UN PUBBLICO ADULTO 🔞 BOY X BOY X BOY 🔞 THREESOME 🔞 | ☆ IwaOiKage ☆ IwaOi ☆ OiKage ☆ IwaKage ☆ | Parole: 7.959 |
Questa storia è frutto della mia fantasia, può essere ispirata ad altre opere famose come film, libri o serie TV.
Qualunque riferimento a trama, personaggi o eventi narrati in altre fan fiction di altri autori è assolutamente e del tutto casuale, ma vi prego di segnalarmelo se doveste riscontrare tale similitudine.
È assolutamente vietato copiare e riprodurre quanto riportato in questa storia.
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Hajime Iwaizumi, Tobio Kageyama, Tooru Oikawa
Note: Lemon | Avvertimenti: Spoiler!, Threesome
- Questa storia fa parte della serie 'PERFECT'
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L’acqua che scorre è ipnotica e rassicurante, e Kageyama non riesce a distogliere lo sguardo dal piccolo vortice che si getta nello scarico. Il vapore che sale lentamente gli offusca la visuale ed è costretto a sbattere gli occhi un paio di volte per liberarsi dalle goccioline che sono rimaste intrappolate tra le lunghe ciglia corvine.

Hanno vinto. Hanno sconfitto l’Aoba Johsai. E quindi non si spiega proprio il perché dell’inquietudine che ancora gli attanaglia lo stomaco.

Oikawa lo ha trafitto con uno dei suoi sguardi taglienti, la rete tra di loro, per una volta, rassicurante protezione davanti a quel lampo omicida che gli ha letto negli occhi. Gli ha intimato di non montarsi la testa. Ma è proprio quella frase che gli continua a ronzare nelle orecchie, una prova tangibile che Oikawa lo consideri, forse per la prima volta, un suo pari, un avversario da cui doversi guardare le spalle.

Tobio sente ancora le viscere attorcigliate, uno spasmo caldo e denso che non si sa spiegare, il cuore che batte veloce nonostante la partita sia finita ormai da parecchio.

Sostituisce l’acqua calda con quella fredda ed è un sollievo finalmente sedare il calore che sente nei suoi occhi mentre si getta sul volto un paio di manciate di acqua gelata che lo fanno rabbrividire.

Solleva la testa allo specchio davanti a sé e la condensa che ha appannato il vetro gli restituisce un’allucinazione confusa e tremolante. Forse ha pensato troppo al suo ex senpai, tanto da vederlo in piedi dietro di sé che lo fissa attraverso lo specchio.

Chiude il rubinetto e si volta, l’acqua che gocciola dal mento sulla maglietta e si mischia al sudore della recente partita che il suo corpo ancora butta fuori dopo la doccia.

Le labbra di Oikawa sono atteggiate in un sorriso tirato mentre i suoi occhi sembrano sfiorarlo lentamente, passando dal ciuffo umido appiccicato in mezzo alla fronte, alle gote arrossate, per scendere poi alla t-shirt bagnata che aderisce al suo torace in più punti.

“Tobio-chan, non siete ancora partiti?” mormora a metà strada tra la sorpresa e il fastidio. Come se già non gli fosse bastata la cocente sconfitta in campo, è reduce da uno strano incontro in corridoio con Ushijima e si è rifugiato in bagno proprio per cercare di mitigare le vibrazioni che Ushiwaka riesce sempre a generare sulle sue corde. E ovviamente, tra tutte le persone che NON avrebbe voluto incontrare, Tobio-chan era il primo della lista.

Tobio ha l’istinto di indietreggiare ma è bloccato dal lavandino.

“O stavi aspettando proprio me?” prosegue Tooru, il sorriso che si allarga sul suo viso ma resta ben lontano dagli occhi che brillano ancora della stessa furia che avevano in campo quando Hinata ha schiacciato l’ultima palla.

“Volevi forse dirmi qualcosa?” Oikawa continua a incalzarlo con le sue domande, senza mai attendere una risposta. Lo sguardo di Kageyama è già abbastanza gratificante, la paralisi che legge nei suoi occhi sgranati e profondi, di un blu abissale che in quel momento sembra quasi nero, è la migliore delle risposte.

Kageyama lo avrà anche sconfitto in campo, ma è comunque Oikawa ad avere il comando nelle loro interazioni al di fuori di esso; Tobio-chan resterà sempre il kohai smarrito e impacciato, che lo fissa con sguardo adorante e il labbro che trema mentre inghiotte l’ennesimo rifiuto dal suo senpai. L’ebrezza del potere lo riempie e lo inebria come ogni volta, e per un solo istante riesce quasi a dimenticare l’amarezza della sconfitta che hanno appena subito.

Sta per dire qualcos’altro ma si blocca per la sorpresa. Tobio in un istante si è portato a pochi centimetri da lui; il volto è arrossato e ancora bagnato, e si passa una mano tra i capelli umidi per spostarli dalla fronte. Lo sta guardando dritto negli occhi e, anche se ancora non ha proferito parola, Oikawa vi legge una determinazione che non gli ha mai visto prima.

Un brivido si solleva dietro la nuca di Tooru e cola lentamente lungo la spina dorsale. Il suo cuore sembra impazzito e picchia furioso contro la cassa toracica. Non riesce a spiegarsi il perché, ma Kageyama è… diverso. Incombe su di lui nonostante sia ancora di qualche centimetro più basso (ma è chiaro che entro breve lo raggiungerà) e i suoi occhi sembrano ardere nonostante il colore richiami le gelide profondità marine.

“Oikawa-san, ti sposti per favore?”

Kageyama è cortese come al solito ma Tooru è spiazzato dalla sicurezza nel suo tono di voce e involontariamente fa un passo indietro per lasciarlo passare. A quel gesto può vedere distintamente le spalle di Tobio che si rilassano e un sorriso malvagio torna a brillare sul suo volto. Evidentemente Tobio non deve sentire davvero la sicurezza che sta ostentando e, senza nemmeno pensarci, ricomincia a punzecchiarlo.

“Se non mi fossi spostato cos’avresti fatto, Tobio-chan?”

Perché davvero non sa resistere a provocarlo ogni volta. Non se lo spiega nemmeno lui il motivo, dovrebbe semplicemente ignorarlo, così come ignora Ushiwaka, l’altra sua nemesi (peccato che sia proprio Wakatoshi a non ignorarlo mai, come pochi minuti prima in corridoio).

“Mi avresti preso a pugni? Mi avresti spinto via?”

Tobio fa ancora due passi fino al distributore di salviette di carta e, sul filo dei pensieri di un attimo prima, Oikawa realizza che è proprio Tobio-chan che lo sta ignorando, ora.

“Ti vuoi degnare di rispondermi?” lo strattona per la maglia in malo modo, in un gesto istintivo e non premeditato, dettato dalla stizza di quell’ultima fastidiosa consapevolezza. Tobio-chan non può permettersi di ignorare Oikawa Tooru!

“Ma che cazzo di problemi hai?” Tobio finalmente sbotta e gli afferra il polso. Il suo sguardo è duro e penetrante, e Oikawa per la prima volta non è sicuro di chi sia a detenere il potere tra loro due.

Lo fissa a bocca aperta sbattendo un paio di volte le palpebre per l’incredulità e ancora rabbrividisce mentre i suoi occhi restano intrappolati in quelli di cobalto.

Kageyama è riuscito a zittire Oikawa per la prima volta da che si conoscono, e Tooru sa che dovrebbe essere ancora più infuriato di prima. Quindi non si spiega la sensazione di calore che sente allargarsi in mezzo al petto. Non è sicuro che sia rabbia, ma… cos’altro dovrebbe essere?

“Shittykawa ma che cazzo stai facendo qui? È mezz’ora che ti aspett…”

Iwaizumi si blocca nel momento in cui anche Tobio entra nel suo campo visivo.

“Kageyama-kun.” lo saluta poi, un sorrisetto divertito che nasce spontaneo sulle sue labbra quando analizza la scena davanti ai suoi occhi.

Seguendo lo sguardo di Iwaizumi, Kageyama lascia andare subito il polso di Oikawa e si schiarisce la voce, imbarazzato.

“Iwaizumi-san.” lo omaggia poi mentre gli passa accanto e si allontana dal bagno senza gettare neppure un’ultima occhiata a Oikawa.

Hajime sta per inveire contro l’amico ma si blocca un attimo prima, quando si accorge della sua espressione sconvolta.

“Che cazzo è successo qui?” domanda preoccupato.

Gli occhi di Tooru si riempiono di lacrime e getta le braccia al collo di Iwaizumi che lo accoglie subito in un abbraccio e gli accarezza la schiena in lenti cerchi rassicuranti.

“Iwa-chan… ci credi che non lo so?” singhiozza.

“Che cazzo vuol dire che non lo sai? Cosa gli hai detto?”

“Ecco! Perché devi sempre pensare che sia colpa mia?” piagnucola.

“Perché so come cazzo lo tratti.”

“Comunque no, non gli ho detto niente. Niente di diverso dal solito…” mormora scostandosi dal collo di Hajime per guardarlo negli occhi “Solo che… mi ha risposto! Capisci? Tobio-chan mi ha chiesto che cazzo di problemi ho…”

“Eh, vedi, se n’è accorto anche lui…” ridacchia, cercando di stemperare la tensione. Perché non ha ancora capito quanto sia seria la situazione, ma ha un’idea assolutamente chiara di quanto possa essere drammaticamente teatrale Tooru quando ci si mette. In fondo, hanno appena perso contro la Karasuno ed era andato a cercare Tooru in bagno convinto di trovarlo nascosto a piangere in un cubicolo, quindi un po’ di dramma se l’aspettava a prescindere dall’incontro con Kageyama.

“Cattivo Iwa-chan!” ma il suo tono è mesto e torna a seppellire la faccia nel collo di Hajime.

“Dai che ci stanno aspettando.”

“Mmhhh…” la lingua di Tooru comincia a scorrere sotto la mascella di Hajime, gli piace il sapore salato che butta fuori anche dopo la doccia.

“Tooru!” Hajime lo ammonisce scostandolo con dolcezza.

“Iwa-chan. Scopami. Ti prego. Ne ho bisogno…” piagnucola ancora, tornando ad infilare la faccia nell’incavo del suo collo. Hajime può sentire la sua erezione anche attraverso i pantaloni della tuta mentre Tooru gli si struscia addosso senza alcun pudore, forse dimenticandosi che sono nel bagno del palazzetto dove chiunque potrebbe vederli.

“Tooru, e che cazzo…”

“Sì, Iwa-chan. Proprio quello…” sussurra mentre la sua lingua traccia una scia umida dietro l’orecchio e Hajime non riesce a non rabbrividire. Per un solo momento valuta seriamente la possibilità di spalancare una delle porte dietro di loro, spingerlo dentro e accontentarlo.

Ma poi il cervello torna a prendere il sopravvento sugli ormoni e la situazione gli appare finalmente lampante in tutta la sua chiarezza.

“Non posso scoparti, Tooru, quando in realtà vorresti che fosse Kageyama a farlo.”

Il tono della sua voce è basso e vibrante accanto al suo orecchio e Tooru si allontana e sgrana gli occhi, come se Iwaizumi gli avesse dato uno schiaffo in pieno volto.

“Iwa-chan… Cosa dici…?” balbetta.

“La verità, Tooru.” il suo sorriso è dolce mentre infila una mano dietro la sua nuca accarezzando con delicatezza i riccioli castani ancora umidi.

Oikawa resta a guardarlo ancora per un istante e poi la consapevolezza si espande sul suo volto mentre i suoi occhi si allargano ancora di più e le mani salgono a coprirsi la bocca.

Il sorriso di Hajime non si spegne mentre lo prende per le spalle e fissa gli occhi nei suoi.

“Davvero non lo sapevi, Tooru?” domanda dolcemente, poi prende un lungo respiro e continua a parlare “Pensavo non ne volessi parlare con me, ma ora vedo che non ne eri davvero consapevole.”

“Hajime, non capisco…”

L’uso del suo nome gli conferma quanto sia serio Tooru in quel momento.

“Tu sei innamorato di Kageyama.” dice semplicemente.

“No, Iwa-chan. Io sono innamorato di te!” è un’asserzione ferma e inequivocabile, e Hajime sorride all’energia con cui Oikawa sta cercando di convincerlo del suo amore.

“Sì, Tooru, lo so che mi ami. Ma sei innamorato anche di Kageyama.”

Dalla bocca di Tooru escono balbettii inarticolati mentre ancora i suoi occhi cercano in quelli di Hajime la prova che sia tutto uno scherzo.

Ma non è uno scherzo e Tooru in cuor suo lo sa perché chiude la bocca e abbassa gli occhi a terra.

“Cosa fate ancora qui, voi due?” la voce di Hanamaki riecheggia contro le piastrelle del bagno “Il coach Irihata è incazzato nero, ha detto che se non siete sul pullman entro due minuti vi lascia qui.”



“Ciao Tobio. Grazie di essere venuto.” Hajime fa un passo indietro e apre la porta per farlo entrare.

Il volto di Kageyama tradisce tutto il suo nervosismo e spalanca gli occhi all’uso del suo nome proprio al posto del solito ‘Kageyama-kun’ con cui Iwaizumi lo ha sempre chiamato. Non si aspettava il suo messaggio dopo pochi giorni dalla partita che avevano disputato e, anche se Iwaizumi è sempre stato uno di poche parole, il fatto che non abbia minimamente accennato al motivo per cui gli ha chiesto di vedersi è stata fonte di fantasie assurde e improbabili nella testa di Tobio nelle ultime 24 ore.

Il cipiglio tra le sopracciglia del senpai è uno specchio del suo e Kageyama deglutisce a fatica per quanto la sua bocca è asciutta e arida.

“Accomodati. Oikawa è già su che ci aspetta.”

Tobio sale le scale come se fossero quelle del patibolo; se già era nervoso per l’invito di Iwaizumi, sapere che anche Oikawa è presente gli sta generando una sensazione spiacevole alla bocca dello stomaco. Non sarebbe educato vomitare sul parquet immacolato di casa Iwaizumi e Tobio getta rapidi sguardi attorno a sé lungo il tragitto per cercare di individuare il bagno, nel caso dovesse averne bisogno.

Oikawa è seduto a gambe incrociate sul letto di Hajime, la testa piegata sul telefono che si solleva quando Hajime spalanca la porta.

“Tobio-chan. Grazie di essere qui.”

Il suo tono è gentile e pacato come non lo aveva mai sentito prima e Tobio non sa se rilassarsi o preoccuparsi ancora di più.

“Siediti qui...” Oikawa picchietta con la mano sul letto accanto a sé mentre lo avvolge in un caldo sorriso. Tobio si siede a debita distanza mentre Iwaizumi prende la sedia della scrivania e la trascina davanti a letto, per poi sedersi al contrario incrociando le braccia sullo schienale imbottito.

“Vedo che sei nervoso” Iwaizumi esordisce andando subito al punto, diretto come suo solito “e posso capire che ti sembri strano che ti abbiamo chiesto di venire qui. Ma Oikawa deve dirti una cosa.”

“Perché io, Iwa-chan? Diglielo tu…” è un miagolio lamentoso e sornione che Tobio davvero non gli ha mai sentito.

“Tooru…” il tono è paziente ma lo sguardo che gli rivolge è diretto e minaccioso.

“Ok, ok…” Oikawa prende un lungo respiro e poi comincia a parlare.

“Tobio-chan, io devo scusarmi con te per come ti ho sempre trattato.”

Non sono tanto le parole che colpiscono Kageyama, quanto il suo sguardo limpido e diretto. Gli occhi di cioccolato di Tooru agganciano i suoi e lo trattengono ancorato mentre continua a parlare.

“Mi dispiace, ero confuso e non riuscivo a capire le sensazioni che suscitavi in me… So di averti trattato di merda e immagino che tu ora mi odierai per quello. Ma ti chiedo solo di ascoltare quello che io e Iwa-chan abbiamo da dirti.”

Oikawa abbassa gli occhi alle sue mani, le lunghe dita nervose che torturano un lembo del copriletto di Hajime. Ed è solo perché il contatto visivo si è interrotto che Kageyama riesce finalmente a volgere lo sguardo su Iwaizumi, sperando di capirci qualcosa. Tobio è davvero confuso, le scuse di Oikawa sono talmente inattese e sorprendenti che non riesce a non pensare che ci sia qualcosa sotto, un qualche trucchetto per eliminarlo fisicamente visto che non è riuscito a batterlo sul campo da gioco. Ma sa anche che Iwaizumi non si presterebbe mai a dare manforte all’amico in un simile subdolo piano.

“Ti assicuro che le scuse di Tooru sono sincere.” aggiunge Hajime come se avesse intuito il bisogno di Tobio di avere una conferma da lui.

“Ok…” riesce solo a balbettare mentre fa per alzarsi dal letto. La mano di Oikawa è rapida mentre lo afferra per il polso e lo trascina di nuovo seduto.

“Aspetta! C’è dell’altro…”

“Io e Tooru abbiamo parlato molto in questi giorni.” continua Hajime “So che quello che ti diremo può sembrare strano ma… beh, insomma, meglio andare dritti al punto, no?”

Iwaizumi posa lo sguardo su Tooru, gli restituisce la palla e come sempre Tooru orchestra l’azione seguente alla perfezione.

“Tobio-chan. So che tu e Iwa-chan avete avuto già dei trascorsi alle medie…”



Le spalle ossute scosse dai singhiozzi sembrano ancora più gracili e Hajime sente il cuore stringersi per tutta quella disperazione. Si siede accanto a Tobio sulla panca e gli posa una mano sulla schiena che trema al ritmo dei suoi sospiri spezzati.

Tobio solleva la testa dalle ginocchia che aveva stretto al petto e lo sguardo che rivolge al suo senpai lampeggia come una grande scritta al neon. ‘Cuore infranto’ recita.

Hajime lo sa quanto Oikawa possa entrarti dentro, lo sa per esperienza che donare il proprio cuore a quella creatura ugualmente meravigliosa e crudele possa essere fonte di gioia immensa o di indicibile sofferenza. Ed è proprio quest’ultima che Tobio sta sfogando ora, piangendo disperato con addosso ancora la divisa da allenamento.

“Ha cercato di colpirmi…” mormora tra un sospiro e l’altro. Non si aspetta nessuna risposta da Iwaizumi, era lì con lui mentre il braccio di Oikawa si sollevava, ed è solo grazie a lui che non si è posato sul suo viso. Ma gli ha fatto lo stesso male. Forse ancora di più che se lo avesse colpito davvero.

I singhiozzi di Tobio sembrano lentamente calmarsi, la mano di Iwaizumi è un punto caldo e solido su cui concentrarsi e Tobio gli è davvero grato per la gentilezza che gli dimostra sempre. Tobio pensa che forse il senpai cerca di compensare il modo crudele con cui lo tratta sempre il suo migliore amico, ma semplicemente Hajime fa quello che si sente, quello che gli viene naturale. E Tobio gli piace. Gli piace davvero, con il suo modo di porsi un po’ strano ma assolutamente educato e rispettoso. Ed è davvero bravo in campo. Sin dai primi allenamenti Hajime non ha potuto fare a meno di notare quanto il gioco di Tobio fosse simile a quello di Tooru. Gli viene naturale e, oltre al talento, ha la voglia di imparare, l’umiltà di domandare, l’intelligenza di osservare. In pochi mesi Tobio ha fatto suo lo stile di gioco di Oikawa semplicemente guardandolo e, per quanto Tooru sembri non sopportarlo, Hajime invece ne risulta affascinato.  Quel ragazzino ossuto e nervoso cattura sempre la sua attenzione, la sua fame di mostrare al mondo il suo gioco, il bisogno di dimostrare la sua bravura, sono caratteristiche che Hajime gli riconosce e ammira.

Tobio solleva lo sguardo nei suoi occhi, finalmente ha smesso di piangere e tira su col naso mentre raddrizza la schiena.

“Iwaizumi-san, mi dispiace che tu mi abbia visto così.”

“Tranquillo Kageyama-kun, lo so che Oikawa sa essere davvero uno stronzo quando vuole.”

“Non dire così!” Tobio lo ammonisce con un fervore del tutto ingiustificato “Sono sicuro che Oikawa-san ha i suoi buoni motivi… anche se non li ho ancora capiti.”

Iwaizumi è davvero intenerito da tanta ingenuità e allo stesso tempo leggermente deluso da tutta quella dedizione immeritata. In fondo, è lui quello che lo ha rincorso negli spogliatoi e che ha cercato di calmare le sue lacrime. E vedere una difesa tanto cieca e accalorata alle inesistenti motivazioni di Oikawa gli crea un lieve disagio e, forse, il bisogno di rivendicare anche le sue stesse motivazioni.

Non è un gesto calcolato ed è sorpreso lui per primo quando si accorge di aver sollevato il mento di Kageyama con due dita e di aver posato le labbra sulle sue.

Tobio sgrana gli occhi ma non si allontana, e Hajime trattiene ancora le labbra in quel contatto per un momento, giusto il tempo di rendersi conto che il suo cuore batte ad una velocità incredibile, decisamente più veloce di quello che si sarebbe aspettato.

E poi si allontana, lentamente, senza staccare i suoi occhi verde muschio da quelli blu del kohai, in attesa di capire la sua reazione.

Kageyama sorride. Si alza in piedi e fa un inchino profondo e sincero al suo senpai che ha cercato di consolarlo in un momento di disperazione. Quindi recupera la sua borsa ed esce dallo spogliatoio.



“Come, scusa…? Puoi ripetere?”

Kageyama non è davvero sicuro di aver capito bene, forse la sua mente era ancora persa nel ricordo di quel bacio di tre anni prima (e di cui Oikawa sembra essere a conoscenza), ma davvero quello che ha sentito gli appare sempre più assurdo di momento in momento.

“Noi vorremmo stare insieme a te.”

Noi…? Cioè voi due… con me?”

Oikawa annuisce sfoderando il suo sorriso da battaglia, quello che fa sempre urlare le sue fangirl (e che per inciso Hajime gli cancellerebbe dal viso a suon di pugni la maggior parte delle volte, ma non in quel momento).

“Se è uno scherzo, non è per niente divertente…” cerca di obiettare Tobio, anche se quel sorriso gli sta scaldando un punto imprecisato tra lo stomaco e l’inguine, e trova sempre più difficile non rispondere allo stesso modo.

Oikawa alza gli occhi al cielo ma sorride ancora, con dolcezza questa volta “Tobio-chan, chiudi gli occhi.”

È un atto di estrema fiducia quello che gli sta chiedendo, ma Tobio obbedisce e chiude gli occhi. Uno scampolo della sua mente crede ancora che sia tutto un tranello e che forse, in qualche modo, Oikawa abbia convinto Iwaizumi a fargli da complice; adesso sentirà la lama affondare nella sua carne o la corda stringere attorno al collo o…

Sono invece le labbra soffici di Oikawa sulle sue che lo colgono di sorpresa, togliendogli il fiato come forse nemmeno la corda avrebbe fatto.

Sente il peso spostarsi sul letto accanto a sé, la sua bocca morbida che lo sfiora lentamente accarezzandogli le labbra con delicatezza in piccoli tocchi esitanti, e Tobio è talmente risucchiato dalla sensazione che quasi non si accorge del suo stesso cuore che batte all’impazzata.

Mai nelle sue fantasie più estreme avrebbe pensato che Oikawa fosse capace di una tale dolcezza.

Tobio esita ancora per un istante, ma Oikawa è determinato e paziente, e lo trascina lentamente in un bacio più intenso. Le sue labbra si muovono piano su quelle ancora fredde di Tobio e Kageyama finalmente cede a quelle lusinghe e apre le sue in un invito che Oikawa coglie immediatamente. La sua lingua lo invade lentamente mentre la testa si inclina e Tobio può sentire la tensione del suo corpo nella posizione scomoda in cui lo sta baciando, in ginocchio sul letto ma senza alcuna presa o contatto, per lasciargli modo di staccarsi da quel bacio in qualunque momento.

Ma staccarsi dal bacio è l’ultimo dei pensieri di Tobio. È del tutto catturato da quelle labbra che ha sognato per così tanto tempo. La lingua del senpai avvolge la sua in carezze delicate e Tobio sente la testa sempre più leggera e il corpo sempre più pesante, e pensa che forse sta per morire per quanto il suo cuore ha accelerato il battito, ma va bene così. È un bel modo per morire, pensa, concentrato solo sulle sue sensazioni e dimentico di tutto quello che c’è attorno, anche della presenza di Iwaizumi nella stanza, fino a che non è Hajime stesso a schiarirsi la voce.

Oikawa si stacca, lentamente, come se davvero gli costasse uno sforzo immane, e Tobio solleva le palpebre. Gli occhi castani di Tooru sono caldi e bellissimi mentre lo guardano con dolcezza, e Tobio non riesce a sganciarsi ancora per un lungo istante dalla loro malia.

“Ora hai capito, Tobio-chan? Era meglio darti una dimostrazione pratica che ripetertelo.”

Il suo sorriso è davvero meraviglioso e Tobio è del tutto confuso e destabilizzato dalla possibilità di aver capito bene la loro proposta.

“Ok, quindi…” Tobio deglutisce, sta cercando di recuperare il controllo dopo quel bacio e prende la parola per dare un senso a tutto quello che sta accadendo “Mi stai dicendo che volete stare insieme a me perché vi piaccio dalle medie? E che tu mi trattavi male perché in realtà ti piacevo? Non è un po’ infantile?”

“E’ un po’ più complicato di così ma diciamo che hai colto il punto.” Hajime sghignazza divertito, ancora appoggiato coi gomiti allo schienale della sedia. Ha un’espressione più rilassata rispetto al solito cipiglio, che fino a pochi minuti prima era accentuato dai dubbi su tutto quello che stavano per fare. Ma si è reso conto, invece, che vedere Tooru baciare Kageyama non solo non gli ha dato fastidio, ma gli ha acceso anche un certo languore in mezzo al petto, uno spasmo di eccitazione e aspettativa che non vede l’ora di soddisfare.

“E puoi chiamarmi Tooru…” la sua mano si posa sulla guancia di Tobio in una carezza gentile e Kageyama può leggere la sincerità nel suo volto. E si rende conto di essere completamente perduto.

Ha amato il suo senpai disperatamente negli anni passati, senza alcuna aspettativa e con una dedizione stoica per un ragazzino delle medie. Il suo enorme dispiacere per essere ignorato o ancora peggio, attaccato e schernito, veniva quotidianamente soffocato dal bisogno, dal desiderio di essere notato, di essere guardato. E Oikawa lo guardava. Anche se non gli faceva mai un complimento, anche se a stento gli rivolgeva la parola tranne che per sbeffeggiarlo, essere guardato da Oikawa era l’unica cosa che contasse. Che il suo sguardo fosse intriso di invidia, astio e rancore, poco gli importava purché lo guardasse.

E poi c’era Iwaizumi, che era gentile con lui tanto più Oikawa era scortese, e Tobio riesce ora a realizzare che era semplicemente l’altra faccia della stessa medaglia. Una manifestazione contraria e opposta dello stesso sentimento, esternato da due persone tra loro così diverse eppure complementari, tanto da essere loro stessi una coppia. E si rende conto che, inconsciamente, lui li cercava entrambi già allora; così come anelava l’attenzione di Oikawa, era rassicurato dalla presenza discreta di Iwaizumi, in cui sapeva senza ombra di dubbio che avrebbe sempre trovato supporto, sostegno, consolazione. Era un bisogno altrettanto forte, a cui all’epoca non riusciva a dare un nome, ma che percepiva fin nel profondo.

I due anni passati senza di loro non hanno minimamente scalfito quel sentimento nel cuore di Tobio; è rimasto lì, confuso e ingarbugliato come solo i primi batticuori sanno essere, in attesa di rinascere o avvizzire nel tempo. E anche se Tobio ancora fatica a crederci, sembra che sia arrivata la sua occasione di poterlo davvero vivere. Perché, a quanto sembra, il sentimento si è evoluto ed è germogliato in qualche modo anche nel cuore dei due senpai, fino a concretizzarsi in quella strana ma eccitante proposta.

Sì, ha ragione Iwaizumi-san, è decisamente più complicato di quello che può sembrare.

Per il momento Tobio non si attarda più di tanto in quelle riflessioni. Sente ancora il fantasma delle labbra di Oikawa sulle sue, che sfiora nuovamente con le dita mentre indugia con lo sguardo tra Iwaizumi e Oikawa che gli stanno sorridendo.

Hajime raggiunge Tobio sul letto, un sorriso ammiccante sulle sue labbra, e gli solleva ancora il mento con due dita ripetendo quel gesto di tre anni prima, per restituirgli il significato che Tobio probabilmente allora non aveva colto.

Lo bacia con trasporto, la mano che scivola dietro la nuca mentre inclina la testa e raggiunge la sua lingua con impazienza. Kageyama sembra ancora frastornato dalla rapidità con cui tutto accade, ma non ha dubbi sul significato di quel bacio, ora, né della proposta che gli è stata fatta pochi minuti prima.

E giusto per ricordare a tutti che la proposta fatta a Kageyama riguarda tutti e tre, Oikawa si unisce a quel bacio tracciando scie di saliva dietro la nuca di Tobio e regalandogli un lungo brivido caldo.

Kageyama geme nella bocca di Iwaizumi e si aggrappa al suo collo per rendere il bacio ancora più profondo, mentre la mano di Oikawa si insinua sotto la sua maglietta alla ricerca degli addominali sodi che fino a quel momento ha potuto solo intuire sotto la divisa da gioco. E fatica a conciliare la tartaruga stagna che sente sotto le dita, frutto di allenamenti quotidiani, con il ricordo di un Tobio-chan magro ed esile, con le costole ben in vista e il viso tondo e paffuto.

Kageyama si stacca dal bacio per prendere fiato, il suo petto si solleva velocemente mentre ancora tiene una mano infilata tra le ciocche scomposte di Hajime. Sposta l’altra sulla coscia di Tooru in ginocchio accanto a lui e vorrebbe tanto dire qualcosa, qualcosa di figo magari, visto che da quando è arrivato a casa di Hajime ha spiaccicato quattro parole in croce, ma il suo cervello ancora non connette.

“Deduco che Tobio-chan abbia deciso di accettare la nostra proposta.” Oikawa spezza il silenzio prima di trascinare Tobio sdraiato sul letto. La sua mano è ancora infilata sotto la sua t-shirt e la solleva lentamente per vedere con i suoi occhi quanto davvero Tobio-chan sia cresciuto.

Tobio rabbrividisce ancora, non saprebbe dire se per l’aria fresca nella stanza, se per il tocco delicato delle carezze di Tooru sopra l’ombelico, o per le dita di Hajime che scorrono pigre tra i suoi capelli. E non riesce a trattenere un lieve squittio mentre cerca di non annegare nel mare di sensazioni che lo sta travolgendo a ondate.

“Lustykawa, vacci piano!” Hajime lo ammonisce “Non vorrai mica spaventarlo subito…”

Il rossore sulle guance di Tobio è quasi una conferma alla frase di Hajime, che prosegue rivolgendosi direttamente a lui.

“Tobio, è tutto ok?”

Kageyama annuisce ma il suo rossore ancora spicca nella penombra della camera mentre getta occhiate nervose verso la porta socchiusa.

“Non ti preoccupare, i miei non ci sono” Hajime lo tranquillizza “e ci fermiamo quando vuoi tu.”

Ma l’eleganza di Iwaizumi viene spazzata via dalla domanda di Oikawa.

“Tobio-chan, hai mai fatto sesso con qualcuno?”

Le vecchie abitudini dure a morire, Oikawa si pente subito di aver messo Kageyama in imbarazzo e cerca le sue labbra in un bacio dolce.

“Giusto per sapere…” aggiunge “Fino a dove vuoi arrivare, con noi?” mormora.

“Io… Non…” Tobio arrossisce riconfermando la sua mancanza di esperienza ma guadagna uno sguardo intenerito da Oikawa.

“Iwa-chan, non trovi anche tu che sia adorabile?”

“Perché?” Tobio non riesce a trattenere la vera domanda che gli ronza in testa da quando Oikawa gli ha fatto quella proposta.

“Perché cosa?” domanda Tooru con dolcezza.

“Perché me? Perché volete mettervi con me?”

“Perché sei adorabile, te l’ho appena detto.” mormora sorridendo.

“Ma voi due… non state già insieme…?”

“E con questo? Qual è il problema, Tobio-chan?” Oikawa solleva le spalle ostentando una sicurezza che fino a pochi giorni prima nemmeno lui aveva. Ma ha riflettuto parecchio dopo il loro incontro al palazzetto ed è arrivato ad una serie di conclusioni che hanno del tutto stravolto il suo modo di pensare. Una nuova consapevolezza si è impossessata di lui, e si sente audace come non mai.

“Beh… Ecco… Da quanto state insieme tu e Iwaizumi-san?” domanda ancora Tobio, curioso di sapere qualcosa in più su quella relazione che ha sempre intuito esistere tra loro, e che nella sua testa era già perfetta e inviolabile. Ed è per quello che ancora fatica a credere che una coppia così unita e solida voglia proprio lui.

“Non saprei… Da sempre?” Oikawa sventola le lunghe ciglia scure regalando a Iwaizumi uno sguardo complice e ammiccante.

“Sì.” conferma Hajime “Non c’è stata una dichiarazione o altro, siamo sempre stati amici sin da bambini, e poi ci siamo ritrovati a baciarci senza nemmeno sapere cosa stavamo facendo e poi…”

“Il sesso è venuto da sé.” conclude Oikawa, un sorriso malizioso sulle sue labbra “E sia chiaro che è fantastico!” aggiunge poi “Non è per quello che ti abbiamo coinvolto. Non solo, comunque…” puntualizza con un sorriso languido.

“Se non te la senti possiamo anche non fare niente. È tutto nelle tue mani, Tobio.” conclude Hajime.

“Solo che sei così carino…” cinguetta Oikawa “Iwa-chan, ma come ho fatto a non accorgermi prima di quanto fosse carino?”

“Forse perché eri troppo concentrato su te stesso, Shittykawa?”

Tobio si solleva sui gomiti e guarda alternativamente i due ragazzi che battibeccano amorevolmente come loro solito. Sono davvero bellissimi, così diversi eppure entrambi esercitano su di lui un fascino avvolgente, che si arrotola in spire voluttuose attorno al suo cuore e anche un po’ più in giù, in quel punto sotto allo stomaco che lo sta rendendo sempre più caldo e languido.

Ripensa a quell’unica esperienza con una ragazza e può giurare di non essersi sentito nemmeno lontanamente vicino a provare le sensazioni che sta provando ora. Lei era stata carina, si era dichiarata con timidezza ma determinazione e Tobio non aveva avuto ragioni sufficienti per rifiutarla. Si erano trovati insieme da soli due volte, la prima al cinema, dove lei lo aveva baciato. La seconda in camera di Tobio, dove erano andati oltre, masturbandosi reciprocamente in modo goffo e incompleto, senza nemmeno togliere i vestiti. L’esperienza non gli aveva dato granché soddisfazione ed evidentemente lei se n’era accorta perché il giorno successivo lo aveva lasciato, accusandolo di amare più la pallavolo di lei.

Beh, in fondo era la verità.

Il rossore inonda ancora le sue guance e non è chiaro se sia per l’imbarazzo o per l’eccitazione che sente montare dentro di lui attimo dopo attimo, man mano che realizza davvero la situazione in cui si trova.

“Allora, Tobio-chan, cosa vuoi fare?” il sorriso languido di Oikawa lo riporta alla realtà, e uno spasmo nel suo bassoventre in risposta a quello sguardo di cioccolato, indica a Tobio senza ombra di dubbio la risposta corretta da dare a quella domanda.

“Andiamo avanti…” mormora “Mi fido di voi.”

“Non credevo che lo avresti mai detto, Tobio-chan. Non a me, comunque.” Oikawa lo canzona bonariamente mentre gli sfila la felpa e la t-shirt in un unico movimento fluido e lo riporta con la schiena sul letto di Iwaizumi.

Hajime si sdraia accanto a lui “Ti faremo stare bene, Tobio.” sussurra accanto al suo orecchio prima di tornare con le labbra sulle sue in un bacio delicato e avvolgente.

Le mani di Hajime accarezzano con premura i suoi pettorali e Tobio vorrebbe concentrarsi sui brividi che le sue dita callose gli scatenano ogni volta che sfiorano i capezzoli duri, ma viene travolto da un sovraccarico sensoriale quando Oikawa sposta le sue attenzioni più in basso e insinua la mano nei suoi jeans per accarezzarlo attraverso i boxer. La sensazione è devastante e Tobio si stacca dalle labbra di Hajime con un gemito mentre inarca la schiena a rincorrere quelle carezze.

“Sensibile, Tobio-chan…” sussurra Tooru indugiando ancora sulla sua erezione, prima di sbottonargli i jeans e sfilarglieli alla svelta.

“Diccelo tu quando vuoi fermarti, Tobio.”

In risposta, Kageyama si aggrappa al collo di Hajime e lo trascina per un bacio umido e vorace. La mano di Tooru segue la forma della sua erezione attraverso il tessuto morbido dei boxer, e Tobio spinge con i fianchi mentre si aggrappa alle ciocche corvine di Iwaizumi.

E poi tutto si fa confuso, davvero Tobio non riesce a capire se il calore che cresce nel suo corpo sia causato dalle mani esperte di Hajime che gli pizzicano delicatamente i capezzoli, o dalla lingua che scava nella sua bocca, frenetica e ingorda, come se cercasse qualcosa ma senza mai riuscire a trovarla. O se siano invece le abili mani di Tooru che ancora lo stuzzicano sopra i boxer e che lo costringono a ruotare i fianchi istintivamente alla ricerca del contatto quando Tooru si allontana dispettoso.

Tobio strattona la felpa di Hajime fin sopra la sua testa per sfilargliela in qualche modo. Il torace solido e massiccio di Hajime è una visione eccitante e Tobio appoggia entrambi i palmi su quei pettorali accentuati dagli allenamenti extra a cui lo schiacciatore evidentemente si sottopone; ed è lui ora che si solleva dal letto per lambire con la lingua quei piccoli capezzoli turgidi.

“Audace, Tobio-chan!” questa volta è un complimento e non una presa in giro.

Ma non riesce a proseguire nelle sue esplorazioni, Tobio, perché Oikawa è impaziente e gli sfila i boxer. Si posiziona tra le sue gambe e, dopo avergli lanciato un’ultima occhiata maliziosa, scende con la testa inghiottendo tutta la sua erezione.

Tobio si inarca, il suo gemito si spegne in un rantolo quando cerca di prendere fiato mentre si aggrappa alla schiena di Hajime e gli pianta le unghie nella carne.

“Cazzo…” riesce solo a mugugnare; il respiro accelera e la sensazione di calore che si è concentrata in mezzo alle sue gambe sta risucchiando del tutto la sua volontà e cancella qualsiasi altro pensiero cosciente. La consapevolezza delle labbra morbide di Oikawa distese attorno alla sua erezione è devastante, la bocca del senpai è abile ed esperta, stimola le sue reazioni alternando lappate e risucchi, concentrandosi sulla punta o inghiottendo fino in fondo. E riesce a leggere alla perfezione tutti i gemiti di Tobio, la tensione delle sue cosce, l’oscillazione dei fianchi, interpretando quel linguaggio non verbale e proseguendo a concentrarsi dove intuisce che gli piaccia di più.

I rumori che escono dalle labbra di Tobio sono meravigliosi, e Tooru vuole sentirli ancora, e ancora, di più, e muove la testa e la mano inseguendo e dettando un ritmo sempre più incalzante e frenetico.

La mano infilata nei suoi stessi pantaloni, Iwaizumi grugnisce a quei gemiti e seppellisce la testa nel collo di Kageyama, tracciando con i denti la sua mascella e succhiandolo in più punti, come se volesse marchiarlo.

Dura tutto troppo poco.

Tobio si sente bruciare dall’interno, ha perso qualsiasi altra percezione a parte il calore che cresce e sale e che ormai si estende a tutto il suo essere, e quasi non si rende conto che i gemiti che riempiono la stanza sono i suoi fino a che non si riversa tra le labbra di Tooru inarcando la schiena. Ricade inerme tra le braccia di Iwaizumi che lo stringe a sé, le sue lodi sono un soffio caldo all’orecchio ma Tobio non riesce a sentirlo tanto il battito del suo stesso cuore gli sta scuotendo i timpani.

Il volto di Oikawa è illuminato da un sorriso soddisfatto mentre gattona verso l’alto. Posa le sue labbra su quelle di Hajime in un bacio sciatto, il sapore di Tobio condiviso come ogni cosa tra di loro, e Tobio li guarda baciarsi per la prima volta e dentro di sé sa che non sarà l’ultima.

Il respiro di Tobio è ancora affannato, il volto è arrossato ma il suo solito cipiglio è del tutto scomparso a favore di un’espressione appagata e serena; Oikawa si stacca dal bacio per infilarsi accanto al suo corpo inerme sul minuscolo letto.

“Ti è piaciuto, Tobio-chan?”

“Io pensavo che mi odiassi…” mormora Tobio ancora ansimante.

“Un po’ ti odiavo davvero.” ammette Tooru trascinando le labbra sulla pelle calda e sudata del suo petto “Mi hai sempre fatto paura, Tobio-chan. Mi sentivo minacciato da te.”

Hajime cerca sul volto di Tooru un indizio sul suo stato d’animo, ma Oikawa sembra sereno, forse dopotutto ha bisogno di quella confessione lui per primo perché continua a parlare mentre scorre distrattamente i polpastrelli sul torace di Tobio.

“Non sapevo come reagire al rimescolamento che mi generavi dentro.” continua “Ti ammiravo e vedevo la tua bravura. Parlavi il mio stesso linguaggio, ti esprimevi attraverso la pallavolo, come me. Ma la storia che raccontavi era più interessante della mia. Mi affascinavi e allo stesso tempo mi facevi paura. Ha vinto la paura. Mi dispiace.”

Tobio non sa cosa dire davanti a quella confessione così sincera e sentita, e quindi annuisce lentamente nell’accettare ancora una volta le scuse di Tooru.

“E’ così anche adesso.” Oikawa aggiunge dopo un attimo di riflessione “Ma adesso mi affascini più di quanto tu mi faccia paura, Tobio-chan.”

Le sue labbra si posano ancora nell’incavo del suo collo e Oikawa succhia, aspira forte mentre lo lambisce con la lingua in lappate voraci e profondi risucchi, per lasciargli un segno del suo passaggio, diametralmente opposto a quelli che gli ha lasciato Hajime sul collo; qualcosa che ricorderà a Tobio, l’indomani quando si guarderà allo specchio, che è stato tutto reale.

“Mi affascini sul campo da gioco e soprattutto in camera da letto.” aggiunge poi con un tono lascivo a completare la sua frase precedente mentre scende ancora con la mano lungo il suo addome.

Iwaizumi la intercetta, uno sguardo interrogativo rivolto a Tooru e poi a Tobio, che si sente sempre più in balia degli eventi ma, ammette con sé stesso, non si è mai sentito così bene. Le attenzioni di Oikawa e Iwaizumi stanno mantenendo la promessa fatta da Hajime, e per il momento ha intenzione di lasciare a loro l’iniziativa.

Tobio fa un cenno con il capo e allora Hajime lascia andare il polso di Oikawa portando la mano sul suo viso e accarezzando la guancia del ragazzo che ama da una vita intera. Gli sorride e Tooru risponde al sorriso.

“Grazie Iwa-chan. Lo sai che ho molto da farmi perdonare da Tobio-chan, e questo è solo l’inizio.”



BONUS: Due giorni prima…


“Non dormi?”

Tooru muove appena la testa. Il battito forte e rassicurante di Iwaizumi sotto la sua guancia non ha sortito l’effetto sperato, i pensieri sono ancora lì, importuni e subdoli, che si arrotolano e si contorcono nella sua testa come tanti serpenti velenosi.

“Vuoi che ne parliamo?”

Gli occhi spalancati nella penombra, si stringe ancora di più al petto solido di Hajime tirandosi la coperta fin sopra la testa.

Hajime la scosta con pazienza e infila le dita tra i morbidi riccioli castani.

“Sono due giorni che mi dici che non sei ancora pronto a parlarne; ma non dormi, non mangi, e oggi agli allenamenti hai sbagliato 25 servizi su 100. Non è da te, Tooru. Devi reagire.”

Il silenzio di Oikawa si protrae ancora per qualche minuto, e Hajime è rassegnato a passare l’ennesima notte insonne, con Tooru che sospira sul suo petto fino a che non crolla addormentato alle prime luci dell’alba, per agitarsi poi in preda agli incubi. Il letto è troppo stretto per evitare le sue ginocchiate e Hajime è tentato di scendere a dormire sul futon che la mamma di Tooru gli prepara sempre quando resta a dormire da loro, ma che i ragazzi non hanno mai usato.

“Iwa-chan…”

Pensa quasi di averlo immaginato, Hajime, perché Tooru resta ancora zitto per un istante interminabile.

“Iwa-chan, tu mi ami?”

“Ma che domande mi fai, Tooru? Certo che ti amo. Non sarei qui se non ti amassi.”

“Ma mi ami come prima, nonostante tutto?”

“Nonostante cosa…?”

“Nonostante… quello. Quella cosa che hai detto su Tobio-chan.”

Hajime ruota un po’ la testa per vedere Tooru sul suo petto che alza gli occhi nei suoi. Sono sgranati e immensi, catturano il buio e sembrano due pozzi profondi mentre lo cercano, bisognosi di una rassicurazione.

“Dillo, Tooru. Devi dirlo. Non puoi continuare a negarlo.”

“Ok. Ammettiamo che io sia davvero innamorato di Tobio-chan. E che io sia davvero stato così idiota da non averlo capito e averlo tormentato per anni perché in realtà mi piaceva. Questo cambia qualcosa tra di noi?”

Hajime sospira, le sue mani grandi scorrono lungo la schiena di Tooru in dolci carezze mentre cerca le parole giuste da dire.

“Io lo sapevo già, Tooru. Al palazzetto forse eri troppo sconvolto per ascoltare quello che ho detto, ma io ho sempre pensato che tu fossi innamorato di Tobio, e pensavo che non ne volessi parlare con me per paura della mia reazione. Siamo stati lontani per due anni, non abbiamo mai parlato di lui e pensavo che ti fosse passata, ma da quando lo abbiamo incontrato di nuovo al liceo mi sono reso conto che è rimasto tutto come prima. Te ne avrei parlato io se non vi foste confrontati in bagno dopo la partita.”

Hajime stringe forte a sé il corpo flessuoso di Tooru e prosegue.

“Quindi, per rispondere alla tua domanda, no, non cambia niente tra di noi. Da parte mia perlomeno.”

Le labbra di Hajime si posano sulle morbide ciocche castane per un lungo istante. Inspira lentamente, la fragranza famigliare dello shampoo agli agrumi di Tooru gli invade le narici e gli sblocca una serie di ricordi in sequenza di loro due da ragazzini, stretti in quello stesso abbraccio nel letto di Tooru o nel suo, per così tante notti da averne perso il conto, a parlare e fantasticare e ridere, e poi a baciarsi e a fare l’amore.

“Iwa-chan, ma tu come hai fatto a capirlo…?”

“Perché quando lo guardi, i tuoi occhi bruciano. Da sempre, dalla prima volta che lo hai visto giocare alle medie. Conosco bene quello sguardo…”

“Sei arrabbiato?” domanda Tooru, insicuro, anche se il tono di Hajime è dolce e pacato.

“No.”

“Sei dispiaciuto?”

“Tooru, tu mi ami meno di prima ora che sai di essere innamorato di Kageyama?”

“No, certo che no!”

“Allora no, non sono dispiaciuto.”

“Iwa-chan, tu non credi che io sia una brutta persona?”

“…perché ami me e ami anche lui? Amare è una brutta cosa?”

“No…”

“Ti sei risposto da solo.”

“Iwa-chan...”

“Basta con tutti questi dubbi, Tooru. Quello su cui dobbiamo concentrarci è cosa vuoi fare adesso?”

Tooru si solleva dal suo petto per cercare gli occhi di Hajime nella penombra.

“In che senso?”

“Ora che hai capito di essere innamorato di Tobio, non vorresti stare insieme a lui?”

Lo sguardo di Tooru è lo specchio della sua confusione.

“Iwa-chan, non capisco…. Io ti amo, te l’ho appena detto, non ho nessuna intenzione di lasciarti. Mai.”

“Non intendevo questo…” Hajime ridacchia “Ma forse dovremmo capire se anche Tobio è innamorato di te. O di noi, magari…”

Tooru si scosta bruscamente puntellandosi sul gomito, il suo sguardo che cerca in un istante il volto di Hajime. Non sa come interpretare quella frase, e il sorriso ammiccante che Hajime gli rivolge induce Tooru a pensare che le confessioni non siano ancora finite.

“Non dirmi che anche a te piace Tobio-chan...”

La domanda è mossa dalla semplice curiosità, non vi scorge alcuna gelosia o risentimento, e Hajime si decide a parlare.

“Ricordi in terza media quando hai cercato di colpirlo?”

Tooru annuisce, una leggera smorfia di disgusto sul suo viso per quel gesto di cui si è pentito un milione di volte negli anni seguenti e che darebbe qualsiasi cosa per poter tornare nel passato e cancellare.

“Sono andato a cercarlo nello spogliatoio per vedere se stesse bene... E… Ecco... l'ho baciato.”

“Iwa-chan! Perché non mi hai detto niente?” un’espressione di puro stupore sul suo viso.

“In quel momento non volevi nemmeno sentirlo nominare ... e poi non sono sicuro che Tobio avesse davvero compreso il mio gesto.”

“Ma quindi anche tu...?”

“Kageyama mi è sempre piaciuto. Penserai che io sia pazzo ma ti assomiglia tanto. Ha una passione simile alla tua, una determinazione incrollabile, la tua stessa voglia di arrivare sulla vetta.”

Tooru resta zitto per un momento, posa nuovamente la testa sul petto di Hajime e chiude gli occhi. Ha tante emozioni da metabolizzare e forse la confessione di Hajime gli risulta ancora più sconvolgente della sua stessa presa di coscienza dei sentimenti verso Kageyama. In merito a quelli, Tooru riesce ad ammettere con sé stesso che questa nuova prospettiva mette a posto tanti tasselli, tante piccole cose che ha sempre saputo ma che non ha mai voluto analizzare, forse per la paura inconscia di dover rinunciare ad Hajime.

“Ok, Iwa-chan. Quindi diciamo che Tobio-chan piace ad entrambi. Stavi pensando ad un rapporto a tre? Poliamore, giusto? È così che si chiama…”

“Per me è solo amore e onestamente non ci ho riflettuto più di tanto, ma non riesco a vederci niente di sbagliato se io e te siamo in sintonia anche su questo. Forse dovremmo provare a parlarne direttamente con Kageyama.”

“Tu come credi che reagirà?”

“Non lo so davvero. Ho detto che siete simili, ma su questo aspetto non potreste essere più diversi. Con te riesco a leggere ogni sfumatura del tuo umore e dei tuoi sentimenti, mentre Tobio è assolutamente un muro di ghiaccio. Non si capisce cosa pensa o cosa prova. Credo che dovremo parlargli in modo diretto e vedere come reagisce.”

“Forse nemmeno lui ha ancora capito quello che prova…”

“Probabile.”

“Lo chiamiamo domani?”

“Va bene.”

“Iwa-chan… Baciami.”

Le labbra di Hajime sulle sue sono rassicuranti, e Tooru per un lungo istante assapora quel bacio come se fosse il primo. Sta ancora metabolizzando tutta la situazione, ed è solo grazie alla presenza di Iwa-chan che riesce a guardare al loro futuro con fiducia. Il cuore di Hajime è grande e generoso, e Tooru ha la certezza innegabile di quello che ha detto prima, essersi accorto di provare qualcosa anche per Tobio-chan non ha minimamente scalfito quel sentimento che è dentro di lui da così tanto tempo, ormai, da non riuscire a dargli un contorno. Lo pervade totalmente, è parte di lui come la sua stessa anima. Iwa-chan è la sua stessa anima. E lo sarà per sempre, a prescindere da tutto.



Ti ringrazio di cuore per aver letto la mia storia. Spero che ti sia piaciuta e che vorrai lasciarmi le tue impressioni.


   
 
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