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Autore: Meramadia94    15/01/2023    1 recensioni
Crossover della serie 2003 con l'ooc creato da me e la serie '' Elisa di Rivombrosa''
Piemonte, 1769.
Il giovane nobile Leonardo Yoshi Ristori ama la dama di compagnia di suo padre, Sarah Huntington. Il loro amore è osteggiato dalle convenzioni dell'epoca che vietano ad un nobile di sposarsi con una serva. Oltre a ciò i due devono difendersi da falsi amici e da una cospirazione che mira a deporre il re. Leonardo, nel tentativo di adempiere al suo dovere di soldato, rischia il tutto per tutto. Potranno Sarah, i suoi fratelli ed i suoi amici salvarlo da una fine indegna?
Riusciranno inoltre i due giovani ad avere il loro tanto sognato leito fine?
Genere: Angst, Avventura, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Donatello Hamato, Leonardo Hamato, Michelangelo Hamato, Nuovo personaggio, Raphael Hamato/ Raffaello
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Francia 1769 

- Ma che fate, aspettate che vi dica come dovete rispondere all'attacco??- tuonò la voce di Leonardo Yoshi Ristori, mentre duellava con una recluta dell'esercito francese, mentre altre tre reclute osservavano - Provate a fare una pagliacciata del genere sul campo di battaglia, e vi ritroverete trapassati da parte a parte!!- nel dir così attaccò senza pietà la recluta, che non poteva fare altro che parare goffamente le steccate del giovane conte - Un ufficiale non ha bisogno di ordini per sapere cosa deve fare!
E ricordate... un ufficiale è fedele a sè stesso, e prima di ogni altra cosa... a sua Maestà il re!- e nel dir così con un'ultima steccata disarmò la recluta - E se la sua protezione di domani foste voi, io al posto del re... non dormirei sonni tranquilli stanotte.- 
Nel dir così si allontanò. 
- Non siete troppo severo conte?- fece il conte Conforti, avvicinandolo. 
- Mio padre mi ha insegnato personalmente l'arte della spada, quando ero solo un bambino.- fece Leonardo asciungandosi la faccia con un fazzoletto - e mi ha insegnato a non accontentarmi mai, a pretendere sempre di più da me stesso... sono ottimi elementi. E' per questo che voglio che non si accontentino mai.- 
- A proposito di vostro padre... mi dicono che tornate in Piemonte.- 
Leonardo annuì. 
Alcuni giorni prima aveva ricevuto una lettera da parte della nuova dama di compagnia del padre... che seppur non conoscesse, sentiva di avere un grande debito di riconoscenza per avergli scritto quelle righe che ormai aveva imparato a memoria.
'' Al conte Leonardo Yoshi-Ristori, esercito francese.
Caro conte Ristori, chi si permette di scrivervi è la dama di compagnia di vostro padre, il conte Hamato Splinter Yoshi Ristori. Il caro conte è ormai avanti con gli anni, e soffre di nostalgia. Sono ormai dieci anni che siete partito per arruolarvi nell'esercito francese. Vi prego di ritornare quanto prima.
Firmato
Sarah di Rivombrosa''
- Ho ricevuto notizie non molto confortanti sulla salute di mio padre... e poi è da molto tempo che manco da casa.- fece Leonardo - ma come mai me lo chiedete?- 
Il conte esitò un attimo prima di rispondere, e si guardò attorno, come se fosse preoccupato che qualcuno potesse ascoltare quella conversazione - Ho una missione molto importante da affidarvi, conte.- Leo trattenne a stento una smorfia di disappunto - no, non temete... è cosa di pochi minuti, non vi terrà lontano da casa... ma devo avvertirvi, che sarà molto pericoloso.- 
- Sono un soldato. Ho accettato il pericolo quando ho intrapreso la carriera militare.- fece Leonardo. 
...
...
...
- Mi spieghi perchè ti lasci trattare così?- a porgere questa domanda era stato il conte Donatello Yoshi Ristori, terzogenito del casato. E la destinataria della domanda era la giovane dama di compagnia del loro padre. Sarah Huntington. Che da quando il loro padre l'aveva presa a servizio, era divenuta per tutti '' Sarah di Rivombrosa''. 
Solo mezz'ora prima, la ragazza aveva discusso con Christine Mills, loro cugina. La quale aveva rimproverato aspramente la domestica. 
'' Ti ricordo che tu sei qui solo per la benevolenza di mio zio. Dipendesse da me, saresti a morire di fame per strada.'' - le aveva detto severamente -'' Il fatto che tu sappia leggere, scrivere e fare tutte le cose che fanno i nobili, non fa di te una nobildonna. Cerca di ricordarti qual'è il tuo posto. Non mi rimane molto difficile farti cacciare dal palazzo sai?'' 
Il tutto perchè Donatello, complice il fatto che il padre stava riposando, aveva chiesto alla giovane di fare una corsa a cavallo assieme. 
- Don ha ragione.- fece Michelangelo, il più piccolo del casato Ristori - Christine alza la voce solo con la servitù, mentre con quel disgraziato del suo fidanzato...- 
- Cercate di essere più comprensivi con vostra cugina. Lo sapete, ha perso i genitori da piccola e come se non bastasse ha perso anche l'uomo che amava.- fece Sarah comprensiva. 
Non era certo un segreto per nessuno nella contea di Rivombrosa che la contessina Christine, fosse stata messa in disparte dal suo promesso sposo ( di cui tra l'altro era molto innamorata) in quanto egli aveva deciso di  rinunciare a tutto ciò che possedeva, per sposare una serva. Il vedere suo zio, ed i suoi cugini così affezionati ad una domestica, non faceva altro che riportarle alla mente quel doloroso evento. 
Sarah infatti, a differenza delle altre dame di compagnia non era nobile o borghese. Era la figlia di un umile mastro cartaio, morto di malattia alcuni anni prima, seguito a ruota da sua moglie, lasciandola orfana e sola al mondo. Prima di andarsene però aveva fatto in tempo ad insegnare alla figlia a leggere, scrivere e fare i conti, oltre che a  trasmetterle un amore spropositato per i libri, nella speranza di destinarla ad un futuro migliore. 
Il destino aveva messo sulla sua strada, il conte Hamato Splinter Yoshi Ristori, signore di Rivombrosa, il quale a poco a poco divenne quasi un secondo padre per la ragazza. 
Proprio in virtù di quell'affetto, quasi filiale e vedendo quanto il nobile desiderasse rivedere il figlio, che la giovane aveva deciso di scrivere al figlio maggiore del nobile per pregarlo di tornare quanto prima. Tuttavia, aveva deciso di non parlare con nessuno di quella lettera, per non deludere le aspettative della famiglia, in caso il giovane avesse deciso di non tornare o se non avesse ricevuto quel biglietto. 
- Ed anche il marchese Ue-Sama in fondo...- 
- Per favore.- fece Raffaello sorseggiando del tè - non nominare quel buono a nulla del fidanzato di nostra cugina. E' un idiota del tutto incapace di amministrare persino pochi spicci, odia Rivombrosa, si presenta solo per battere cassa... se solo Leonardo desse cenno di voler tornare a casa... almeno quello la smetterebbe di fare il bello ed il cattivo  tempo.- 
- Tornerà.- fece Sarah - Ne sono certa.- 
...
...
...
Leonardo cavalcava spedito verso Rivombrosa, ansioso come non mai di tornare a casa. Aveva il cuore che batteva a mille per il pericolo a cui era appena scampato. Il conte Conforti gli aveva chiesto di consegnare delle carte al capitano Lombardi, che l'avrebbe atteso a Monginevro. 
Un incarico semplice tutto sommato. 
'' Ma fate attenzione. In quelle carte è custodito un segreto da cui dipende la vita del nostro amato re.'' - gli aveva raccomandato Conforti prima di dargli i documenti sigillati con la ceralacca.
Purtroppo i timori del nobile erano fondati.  Nemmeno il tempo di scendere dal cavallo, bere un sorso d'acqua dal fontanile, che lui e l'ufficiale erano rimasti coinvolti in uno scontro a fuoco. Da cui purtroppo Lombardi non era uscito vivo. 
'' Consegnate la lista al re... e al re soltanto!''- gli aveva detto il capitano prima di spirare tra le sue braccia. 
Un desiderio che avrebbe esaudito, a qualunque costo. 
Quando arrivò al bosco che circondava Rivombrosa, il giovane conte rallentò l'andatura del cavallo e procedette piano lungo il sentiero, fino a quando non si stagliò di fronte a lui l'imponente castello. Emozionato, Leonardo si fermò all'ingresso, ripensando ai giorni felici passati nel castello di famiglia. 
Nella calda luce pomeridiana, la grande fontana circolare alzava zampilli vivaci. La facciata del castello si elevava maestosa, adornata dalle due rampe dello scalone d'accesso, che ne esaltavano e ne ingentilivano la simmetria. Tutto intorno vi era il vasto parco, impeccabile grazie alle fatiche quotidiane di decine di giardinieri. Leonardo guardò il castello, le due torri laterali che sembravano vigilarne la solenne serenità, i tre archi profilati di bianco che aprivano scorci d'ombra sulla superficie chiara.
Leonardo asciugò una lacrima monella prima di spronare il cavallo ed entrare nel viale.
- La mia casa...- mormorò emozionato. Era tale e quale a come l'aveva lasciata. Pochi istanti dopo, si trovava davanti all'ingresso del castello... i suoi fratelli erano lì. 
Donatello e Michelangelo, gli corsero subito incontro per dargli il benvenuto. 
- SEI TORNATO!!- fece Michelangelo con le lacrime agli occhi abbracciando il fratello - Non è un sogno, sei tornato davvero!!!- 
Leonardo ricambiò l'abbraccio - Si Miky, sono qui... sono a casa.- 
- Che bello rivederti fratello!!!- fece Donatello unendosi all'abbraccio. 
- Anche io sono tanto felice di rivedervi ragazzi...mi siete mancati da morire...- ma l'attenzione di Leonardo era focalizzata su Raffaello, che ancora non solo non l'aveva abbracciato, ma non aveva speso nemmeno una parola per dargli il bentornato a casa - Raph... che fai, non mi saluti nemmeno?- 
I due fratelli minori rimasero in silenzio, aspettando la reazione del secondogenito del casato. 
- Ciao.- fece freddamente il nobile per poi annunciare di star andando a fare una passeggiata. 
Donatello intervenne, quando vide che Leonardo era rimasto deluso dall'accoglienza del fratello minore - Non badargli Leo... sai com'è fatto e come dice nostro padre... è grosso, ma dal cuore d'oro, peccato che abbia paura di usarlo.- 
- Nostro padre...- fece Leonardo andando verso lo scalone principale, per poi dirigersi a passo spedito verso la biblioteca, certo che il genitore fosse lì - Padre?- fece spalancando la porta. 
In quel momento, si trovò davanti una donna che non aveva mai visto prima... lunghi capelli ricci color cioccolato, fermati da un fermacapelli di madreperla, occhi castani ed una carnigione olivastra... ed un sorriso radioso. 
- Conte Leonardo Ristori...- 
- Ci... ci conosciamo?- fece Leonardo, ancora stordito. 
- Veramente no... ma ho visto il vostro ritratto... e vostro padre, i vostri fratelli, mi hanno parlato così tanto di voi... che mi pare di conoscervi da molti anni...-
- Al vostro servizio, madame.- Leo fece per baciarle la mano, ma Sarah lo precedette con un inchino, per poi fargli cenno di seguirlo, sino alla camera del conte. 
- Sarah.... Sarah...- fece la voce del nobile. La giovane fece cenno al giovane di attendere. 
- Conte....- fece Sarah precipitandosi al capezzale del benefattore. 
- Sarah... ho avuto un terribile incubo...- fece il conte con la voce che ancora tremava- mio figlio Leonardo... morto, ucciso, vicino ad un ruscello di montagna...- 
- Conte, vi prego, tranquillizzatevi...- fece la giovane tenendogli le mani strette tra le sue - è stato solo un brutto sogno. Ne meno ne più.- 
- Quanto vorrei poterci credere...- fece il conte - Sono passati ormai dieci anni, da quando è partito, per arruolarsi nell'esercito francese... da allora non passa giorno che io non speri di vederlo apparire davanti a me... ma temo che il mio destino...- si coprì la bocca per soffocare un colpo di tosse - sia quello di morire, senza avere il conforto dei miei ragazzi...-
Leonardo era rimasto in silenzio fino a quel momento, passando dalla gioia di rivedere il padre ad un profondo disprezzo per sè stesso. Poi non ne potè più. 
- Padre...- fece Leo con i lucciconi agli occhi, avvicinandosi piano al letto. 
L'anziano nobile sgranò gli occhi in un'espressione di gioiosa incredulità - Leonardo... figlio mio...- 
- Padre...- fece il giovane conte rifugiandosi in un abbraccio paterno - padre, vi prego perdonatemi... ho pensato solo a me stesso... lo sa il cielo quanto devo avervi fatto soffrire in tutti questi anni...- 
L'anziano nobile gli strinse forte le mani - Io non ho nulla da perdonarti, ragazzo mio...-
Sarah sorrise commossa nel vedere padre e figlio riuniti, per poi uscire dalla stanza, chiudendo la porta. 
  
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