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Autore: inzaghina    16/01/2023    6 recensioni
L'adolescenza è quel periodo della vita in cui tutte le emozioni paiono amplificate e quasi sproporzionate; gli amori sembrano più totalizzanti, le amicizie più coinvolgenti e le delusioni decisamente più cocenti.
Tutto questo vale anche per i Malandrini e i loro compagni di corso, che cercano di vivere una vita normale, mentre fuori da Hogwarts inizia a imperversare una guerra sempre più cruenta.
[Storia partecipante alla challenge "Gruppo di scrittura", indetta da Severa Crouch sul forum feriscelapenna[
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fabian Prewett, I Malandrini, Lily Evans, Marlene McKinnon, Nuovo personaggio | Coppie: James/Lily, Sirius Black/Marlene McKinnon
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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- Questa storia fa parte della serie 'L’eredità di Lily e James - Promesse da mantenere '
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Dicono che la vita sia quello che accade mentre sei impegnato a fare altri progetti. E questo concetto Abigail Ashworth, nata Cavendish, lo ha imparato e fatto proprio in un nevoso giorno del gennaio 1959. È seduta su una panchina dei Giardini di Kensigton, lo sguardo perso a inseguire le migliaia di fiocchi di neve che fluttuano nel cielo perlescente, la borsa dei libri appoggiata accanto a sé e nessuna voglia di tornare a chiudersi in un’aula dell’Imperial College School of Medicine – non quando il mondo fuori risulta molto più vibrante e pieno di vita. Ha preferito non unirsi ai compagni di corso per il pranzo in mensa, uscendo nella bufera a godersi l’aria fredda sferzarle il viso e i fiocchi di neve impigliarsi tra le ciglia. Ora rimpiange la propria scelta però, perché non c’è nessuno che può spingerla a compiere la scelta più assennata e farla tornare in aula. Trattiene a malapena uno sbuffo, finendo l’ultimo sorso di un tè diventato ormai freddo, lancia e un’occhiata distratta all’orologio accorgendosi di quanto sia tardi e alzandosi improvvisamente. Come potrebbe immaginare che, di lì a poco, sarebbe inciampata in una lastra di ghiaccio nascosta dalla coltre di neve e che l’unica altra persona presente in quell’angolo del parco avrebbe utilizzato i propri poteri per arrestare la sua caduta e salvarla da un trauma cranico? Il primo incontro tra Abigail Cavendish ed Edward Ashworth si prepara a essere tutt’altro che consueto, ma del resto chi mai sceglierebbe l’ordinarietà, quando è possibile optare per l’inconsueto e, nel caso di Abby, l’ignoto

 
 

1. Call it magic – when I'm with you 

 

“I veri amici sono la famiglia che ti puoi scegliere.” 
Audrey Hepburn  

 

Binario 9 ¾ King’s cross – 1° settembre 1971 

 

L’impressionante calca che affolla ogni primo giorno di settembre la banchina che divide il binario nove dal dieci, riesce sempre a elettrizzare Edward che non smette di chiedersi come sia possibile che i Babbani non notino il gran numero di persone vestite in maniera quantomeno bizzarra. Dopo dodici anni di matrimonio con Abby però, dovrebbe aver capito che quello che sembra strano per i maghi non è detto che lo sia anche per i Babbani e non può che ringraziare la loro indifferenza verso la folla variopinta, tra la quale lui e la sua famiglia stanno camminando – anche e soprattutto per il suo ruolo nell’ufficio dei Trasporti Magici. Gli piace l’idea che i suoi figli, proprio come lui ai suoi tempi, si avvicinino al muro che separa i due binari e possano scorgere l’Espresso in tutta la sua maestosità, piuttosto che smaterializzarsi in un piccolo ufficio adibito a questa funzione che si trova all’inizio del Binario 9 ¾. 

Stringe la mano di Lexie nella propria, nel vano tentativo di guidare la figlia impegnata a scrutare tutte le persone che li circondano alla ricerca della sua migliore amica. 

“Forse avremmo dovuto darci appuntamento di fronte alla stazione, papà.” 

“Sai bene che lì è ancora più affollato, Lexie... non preoccuparti, li troveremo senza problemi, siamo in largo anticipo.” 

“Okay,” ribatte la ragazzina, alzandosi in punta di piedi e scorgendo finalmente una testa ramata pochi passi più avanti. Lasciare andare la mano del padre per raggiungere la persona cercata è stato questione di un attimo, accorgersi che quei capelli, decisamente troppo corti, non appartengono a Lily Evans questione di pochi istanti, che lasciano la ragazza estremamente sbalordita. 

“Tu non sei Lily!” 

“Direi proprio di no,” ridacchia in risposta un ragazzo allampanato con il viso coperto di efelidi e due ridenti occhi nocciola. 

“Ne ero proprio convinta, scusa...” 

“Solo a te può succedere di essere scambiato per una ragazza, fratello!” lo prende in giro un ragazzo esattamente identico, a eccezione degli occhi più scuri, che appare immediatamente al suo fianco. 

“Solo da dietro,” si affretta a spiegare Lexie. 

“Questo non significa che non lo prenderò in giro fino alla fine dei miei giorni,” ribatte il secondo gemello, strizzandole l’occhio impudente. 

Lexie scuote la testa, orientando nuovamente le iridi verso il ragazzo che ancora la osserva, “mi dispiace...” 

“Vedrai che Gideon se ne dimenticherà presto, adora mettermi in imbarazzo...” risponde, sorridendole, “io sono Fabian, comunque.” 

“Io Alexandra, ma gli amici mi chiamano Lexie...” 

“Quindi siamo amici?” 

“Beh, dopo la figura che ti ho fatto fare con il tuo gemello, mi sembra il minimo...” 

Fabian sorride, mostrando le proprie fossette, “in effetti direi che me lo devi,” ghigna, sorprendendola, “avremo tempo per conoscerci meglio a Grifondoro,” aggiunge poi. 

“E come sai che sono del primo anno e che finiremo entrambi smistati lì?” 

“Sesto senso,” le dice misterioso, prima di indicare una famiglia che li sta raggiungendo, “sono certo che Lily sia quella ragazza che si sbraccia laggiù.” 

Lexie si volta e sorride all’amica, prima di tornare a concentrarsi su Fabian, “allora a più tardi.” 

“Ci rivediamo sicuramente al nostro tavolo...” le dice, prima di raggiungere un ridente Gideon. 

 

* 

 

Orion Black avanza con passi cadenzati fino a raggiungere la barriera che separa il mondo magico da quello Babbano, stringendo la spalla del suo primogenito, seguito dalla moglie e dal figlio più piccolo.  

“Ti abbiamo già parlato dell’importanza delle prime impressioni, ricordi?” 

Suo figlio Sirius riesce a malapena a mordersi la lingua, evitando di sbuffare platealmente, visto che la madre s’inserisce nel discorso ricominciando a ricordargli quanto sia importante che lui frequenti solo ed esclusivamente i rampolli delle Sacre Ventotto. 

“Non dubito che saranno tutti smistati a Serpeverde, proprio come tutta la nostra famiglia nel corso dei secoli,” chiosa Walburga, scoccandogli un’occhiata tagliente che non ammette repliche. 

“Ci rivedremo per Natale,” gli sussurra emozionato Regulus, “ma hai promesso di scrivermi e raccontarmi tutto... lo farai, vero?” 

“Certo che sì,” lo rassicura Sirius, accorgendosi una volta di più del fatto che il fratello sarà l’unico di cui sentirà la mancanza.  

Passano altri minuti suddivisi tra formali saluti con altre famiglie purosangue e ulteriori raccomandazioni, prima che la vista della cugina Narcissa che si accinge a salire a bordo dia a Sirius la possibilità di fuggire. Saluta rigidamente prima il padre e poi la madre, abbraccia Regulus e gli sussurra che andrà tutto bene, prima di lasciarsi alle spalle tutte quelle soffocanti aspettative e quel senso di inadeguatezza che l'ha avvolto sin da quando sua cugina Andromeda ha abbandonato i dettami di famiglia ed è stata cancellata dall’arazzo. 

E se anche lui seguisse le sue orme? Che ne sarebbe del suo ruolo di primogenito maschio della nobile e antichissima casata dei Black? Non nutre alcun dubbio riguardo al fatto che sua madre lo cancellerebbe senza alcuna remora dall’arazzo, ma poi? Sarebbe in grado di seguire con convinzione la scelta fatta, come Andromeda, o soccomberebbe sotto al peso di un ruolo che gli è stato cucito addosso ancor prima che nascesse? 

Con tutte queste domande che gli affollano la testa, Sirius si aggira per il treno alla ricerca di uno scompartimento nel quale sedersi, finendo con lo sceglierne uno in cui è presente un ragazzo dai capelli corvini e spettinati e dall’aria amichevole. 

“Ti spiace se mi siedo qui? Sono piuttosto stanco di aggirarmi per il treno...” 

“Fai pure, ho scelto questo scompartimento perché è posizionato abbastanza in fondo da poter organizzare scherzi senza farsi notare dai Prefetti, ma non così in fondo da risultare i primi ovvi colpevoli...” 

La risposta strampalata del ragazzo strappa a Sirius il primo sorriso sincero di quel giorno. “Avevi già in mente qualcosa?” 

L’altro ragazzo scrolla le spalle in maniera noncurante, “nulla di definito per ora, ma se volessi collaborare sono certo che insieme potremmo fare faville!” 

“Nemmeno mi conosci,” ribatte Sirius, strabuzzando gli occhi. 

“No, ma hai l’aria di essere un tipo a posto...” fa spallucce l’altro, prima di porgergli la mano e aggiungere, “io sono James Potter, comunque...” 

“Io invece sono Sirius Black e, secondo mia madre, dovrei limitarmi a frequentare i membri delle Sacre Ventotto,” ribatte, mentre una smorfia gli adombra il viso dai lineamenti cesellati. 

“E secondo te, invece?” gli chiede, genuinamente curioso, James. 

Se Sirius rimane stupito, riesce a non darlo a vedere, riflettendo invece sulla domanda, prima di tornare a sorridere. “Quello che mia madre non sa, non può farle male...” 

“Mi piace come ragioni, sapevo che eri uno giusto!” si entusiasma James, assestandogli una pacca sulla spalla e facendo percepire a Sirius un’emozione mai provata prima, il sentirsi accettati per quello che si è – niente di più e niente di meno. 

“Comunque credo che mia madre sia una tua cugina di qualche grado, avete lo stesso cognome,” aggiunge James, quasi come fosse un ripensamento. 

“Ah sì?” 

James annuisce, “il vero problema è che il cognome di papà è troppo comune ed è impossibile retrocedere fino all’origine della nostra famiglia... in ogni caso non interessa a nessuno dei due e quindi siamo purosangue di seconda categoria,” ghigna il ragazzo, strappando una nuova risata a Sirius. 

“Come vorrei poter dire lo stesso anche di me,” commenta il giovane Black, sospirando. 

“Su con la vita, stiamo per raggiungere la scuola di magia più figa del mondo!” 

E così Sirius segue il consiglio di James, sentendo il peso che gli grava sulle spalle alleggerirsi a poco a poco e chiedendosi sa sia così che vivono tutti i suoi coetanei. 

 

* 

 

Nella carrozza adiacente, un ragazzo solitario è concentrato sulle pagine del libro logoro che stringe tra le mani, ancora incredulo all’idea di essere a bordo dell’Espresso per Hogwarts. 

“Possiamo sederci qui?” domanda una voce squillante, appartenente a una ragazza dai lunghi capelli ramati, accompagnata da una bionda alta e magra. 

Remus annuisce, sorridendo timidamente alle due. 

“Io sono Lexie e lei è Lily,” si presenta la bionda, indicando l’amica. 

“Io sono Remus.” 

“Sei del primo anno anche tu?” 

Il ragazzo annuisce. 

“Sai già in che casa vorresti essere smistato?” domanda curiosa Lily, impaziente di saperne di più di questo nuovo mondo del quale crede che non ne avrà mai abbastanza. 

“Beh, nessuno lo sa, no?” ribatte, ingoiando il disagio e tentando di sorridere. 

“Gliel’ho già detto!” lo rassicura Lexie. “Lily però è Nata Babbana e quindi vuole fare un sondaggio...” 

Remus ricambia il sorriso, “mia madre è Babbana,” aggiunge poi. 

“Anche la mia,” ribatte svelta Lexie, “per lei scoprire che papà era un mago è stato proprio un colpo!” 

“Anche per la mia...” 

“Faccio davvero fatica a immaginare il modo in cui tuo padre glielo ha confessato...” s’interroga Lily, soffiando un ciuffo di capelli lontano dagli occhi. 

“Ha sempre detto che ha capito che la mamma era quella giusta nel momento stesso in cui l’ha scorsa, intenta a osservare la neve che cadeva, circondata dal nulla più assoluto.” 

“Sembra romantico,” commenta Remus. 

“Di sicuro più della storia d’amore tra i miei genitori,” ribatte Lily pratica, “anche i tuoi hanno una storia di questo genere?” 

“Beh, in effetti mio padre ha salvato mia madre da un Molliccio che l’aveva spaventata a morte, nonostante non fosse mai stata davvero in pericolo, e il resto è storia...” 

“Lo vedi? La magia rende davvero tutto più avvincente e romantico... i miei non avevano speranze!” 

Lexie soffoca una risatina e Remus arrossisce sotto allo sguardo attento delle due ragazze, chiedendosi se sia proprio questo quello che si prova ad avere degli amici. 

“Sono le 11:30, ho promesso a Sev che lo avrei raggiunto nello scompartimento 20,” dichiara Lily, osservando il proprio orologio, “te lo voglio presentare, Lex, è assurdo che le uniche due persone magiche che facevano già parte della mia vita prima della ricezione della lettera siano estranee...” 

“Vuoi venire con noi, Remus?” 

“Perché no,” risponde il ragazzo, inserendo una foto come segnalibro e posando il volume sul proprio sedile. 

 

* 

 

Lungo il corridoio, poco più avanti, un ragazzetto insicuro sta tentando di non farsi notare da quelli che è certo essere alunni più grandi in cerca di qualcuno da tormentare. Peccato che la fortuna raramente sia dalla sua parte. Abbassa lo sguardo quando li incrocia, sperando che tirino dritto e non lo degnino di uno sguardo – condizione a cui si è abituato negli anni. 

“Che ci fa uno sfigato come te sull’Espresso?” domanda un biondo dall’aria minacciosa. 

“Non mi risultava che gli elfi domestici potessero salire sul treno,” aggiunge l’amico, dandogli di gomito. 

Peter deglutisce nella vana ricerca di una risposta, occhieggiando il corridoio vuoto. 

“Ti ho fatto una domanda, nanerottolo!” 

“S-sono uno s-studente d-del p-primo anno,” bofonchia poi. 

I due si scambiano un’occhiata complice, prima di scoppiare in una risata malevola e chiudere la distanza che li separa da Peter, afferrandolo per le spalle e sospingendolo verso il bagno, poco lontano da lì. 

“Cos’avete in mente di fare?” domanda una voce, appartenente a una ragazzina dai capelli scuri, che sta rientrando nel proprio scompartimento. 

“Nulla che ti riguarda, carina.” 

“Lasciatelo stare,” insiste la nuova arrivata, attirando i suoi compagni di viaggio. 

Una ragazza più grande, molto somigliante alla prima, fa capolino da dietro la porta, lanciando un’occhiataccia ai due, “Avery, Yaxley! Che state facendo?” 

“Fatti i cazzi tuoi, MacDonald!” 

Quella scocca loro un’occhiataccia, prima di avviarsi velocemente alla ricerca di uno dei Prefetti. 

La concitazione ha attirato anche James e Sirius al di fuori del loro scompartimento, raggiungono i tre ragazzi al centro del corridoio e osservano il loro coetaneo che cerca invano di liberarsi dalla presa degli altri due. 

“Perché non lo lasciate andare?” domanda James, incrociando le braccia. 

“Stiamo solo facendo amicizia, Black,” rassicura Hannibal Avery, ignorando volutamente James. 

“Non mi sembra che lui sia della stessa opinione,” fa notare Sirius, ben consapevole dei modi di fare di Avery. 

Yaxley scoppia in una risata, “chiunque sarebbe fortunato a ricevere le nostre attenzioni, Black! Dillo pure anche al tuo nuovo amico...” 

James è già pronto a rispondere per le rime, quando una voce alle spalle di Avery e Yaxley costringe i due a mollare immediatamente la presa. “Volete forse iniziare a far perdere gli smeraldi a Serpeverde ancora prima di raggiungere il castello?” domanda Frank Paciock, accompagnato da Timothy Boot, entrambi con le spille di Prefetto che luccicano sulle magliette. 

Alison MacDonald, che li è andata a chiamare, raggiunge la sorella minore e il resto degli amici nello scompartimento, scoccando un’occhiataccia ai due compagni del terzo anno. 

“Sei una spiona, MacDonald!” si lamenta Avery. 

“E tu un deficiente,” ribatte quella, per nulla spaventata. 

“Tornate nel vostro scompartimento,” intima loro Timothy, “così eviterete un richiamo.” 

I due seguono il consiglio del Corvonero e ritornano sui loro passi, incrociando Lily, Lexie e Remus. 

“E voi che ci fate qui?” 

“Sto cercando il mio amico Severus,” risponde Lily. 

“Sì, c’è un tipo silenzioso che ha detto di chiamarsi così,” risponde Hannibal, aprendo la porta e svelando i presenti. 

“Già di ritorno?” domanda Evan Rosier, aggrottando le sopracciglia. 

“Quella palla al piede della MacDonal ci ha beccati mentre infastidivamo un primino e ha chiamato Paciock e Goldstein,” si lamenta Yaxley. 

Marlene McKinnon, seduta tra Evan ed Eleanor Selwyn, fa una smorfia che non passa inosservata a Lily, Lexie e Remus, così come a Severus che solleva finalmente lo sguardo dal manuale di Pozioni. 

“Eccoti, finalmente!” esclama Severus, sorridendo a Lily. 

“Avevo promesso che sarei venuta e ho portato anche Lexie,” ribatte la ragazza, indicando l’amica, “e Remus, che abbiamo conosciuto in treno,” aggiunge, indicando l’altro compagno. 

“Siete anche voi del primo anno?” domanda Marlene. 

I tre annuiscono. 

“Anche io, Eleanor, Evan e Hector,” aggiunge la bionda, indicando anche il fratello minore di Hannibal. 

“Porco Salazar, Avery, non ho voglia di spararmi tutto il viaggio con i poppanti amici di tuo fratello...” 

“Sono decisamente più maturo di te, Yaxley!” fa notare Evan. “E lo stesso sembra valere per il resto di noi...” aggiunge con un ghigno. 

“Vado a cercare Malfoy,” bofonchia Yaxley, odiandosi per non essere in grado di ribattere a un undicenne. 

“Sentiremo proprio la tua mancanza,” insiste Evan, scatenando una serie di risatine, che fanno infuriare ancor di più lo studente più grande. 

 

* 

 

Se c’è una cosa di cui James Potter è convinto, è che dopo un’esperienza traumatica è piuttosto normale stringere amicizia, per questo ha insistito con Sirius per accogliere Peter nel loro scompartimento e offrirgli un po’ dei dolciumi che entrambi hanno acquistato dal carrello. 

“Perché non ti sei ribellato?” chiede Sirius. 

“Non sono abbastanza forte per farmi rispettare...”  

“Io non ne sarei così certo, quella ragazza che è andata a chiamare i Prefetti sembra innocua, eppure non lo è,” fa notare James. 

“Non c’è dubbio riguardo al fatto che non ho speranze di finire a Grifondoro,” si lamenta Peter. 

“Peccato, sono più che certo che io e Sirius saremo smistati lì...” 

“Scherzi, amico? Sarei il primo Black da secoli a non essere Serpeverde, è tradizione per noi.” 

“Le tradizioni sono fatte per essere infrante, non credi?” 

“Non se voglio evitare di essere diseredato prima del tempo,” dichiara Sirius con una smorfia. 

“E cosa te ne frega di cose inutili come i soldi, scusa?” 

“In effetti non saprei...”si dimostra d’accordo Sirius, rimuginando sul fatto che anche la cugina Andromeda fosse comunque stata smistata a Serpeverde. 

“Dai retta a me, i soldi non fanno la felicità. Mia madre lo dice sempre,” dice James, scrollando le spalle e porgendo un’altra Cioccorana a Peter. 

“Mi sembrava di aver udito la voce squillante di James Potter,” dichiara LExie, spalancando la porta dello scompartimento. 

“Ciao, Lex!” esclama il ragazzo, raggiungendola, “ti presento Sirius e Peter.” 

“Questi invece sono Lily e Remus.” 

“Volete dei dolci?” domanda Sirius, indicando la pila di dolci dietro di sé. 

“Perché no,” risponde Lexie, trascinando gli altri due dentro lo scompartimento con sé. 

 

* 

 

Quando il Cappello Parlante lo smista come predetto da James in Grifondoro, il primo pensiero di Sirius non è l’ansia all’idea di doverlo comunicare a casa, quanto invece la gioia perché, per la prima volta nella sua vita, è convinto di star perseguendo la propria strada – invece che quella che qualcun altro ha tracciato per lui. Sorride, prendendo posto accanto a Lexie, presto seguito da Lily, Remus, Mary, Marlene, Peter, James e i gemelli Prewett, si sente più compreso da questi ragazzi che ha appena conosciuto, di quanto lo sia mai stato dai genitori con i quali ha passato i primi undici anni della sua vita. 

È consapevole che i suoi genitori saranno delusi dal suo smistamento, ma Sirius sceglie di non pensarci, godendosi invece la compagnia dei suoi nuovi amici e la prima cena in quella che chiamerà casa per i prossimi sette anni. 

 

 
 


 

Nota dell’autrice: 

Eccomi qui a pubblicare finalmente una long a cui pensavo da tempo a cui la challenge di Severa mi ha permesso di lavorare. 

Si tratta di una long che verrà aggiornata con cadenza mensile, il 15, che seguirà le avventure dei Malandrini e dei loro coetanei a Hogwarts, a partire dal sesto anno, e ci mostrerà come esattamente siano arrivati a scegliere di combattere per una o l’altra fazione una volta fuori da scuola. 

Fortunatamente per loro, almeno per i primi tempi, la guerra non entrerà tra le mura e permetterà loro un’adolescenza tutto sommato normale. 

Spero che vorrete far compagnia ai miei personaggi, e a me, in questa avventura. 

   
 
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