Anime & Manga > BeyBlade
Segui la storia  |       
Autore: Henya    13/02/2023    3 recensioni
Salve a tutti :) questo è il proseguimento della mia prima fanfiction "Never Lose Hope".
Anya , dopo essere partita con Rai per la Cina, ritorna a Tokyo dopo avere ricevuto alcune notizie dalla sua amica Hilary. Da qui ha inizio una lunga e ingarbugliata serie di eventi che, per chi già mi conosce, non saranno certo rose e fiori ^_^""
Spero possa piacervi :) Buona Lettura!
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hilary, Kei Hiwatari, Nuovo personaggio, Rei Kon, Yuri
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Dal capitolo precedente…
 
“Sai, ho visto che hai messo un like ad una foto di Anya” inizia a dire Boris, rompendo il silenzio e facendomi quasi soffocare col fumo della sigaretta.
“Te l’ha detto lei?” gli domando, stranito.
“No, l’ho notato tra le attività dei miei followers” dichiara, come fosse la cosa più ovvia del mondo. “Non sapevi di questa funzione? Sul serio? Amico, il sistema ci controlla!” esclama poi, in tono apocalittico.
“A me sembra che sia tu a controllare il sistema” gli faccio notare, schietto.
“Sei geloso dei followers che le mettono like? Vuoi attirare l’attenzione della madre di tua figlia?”.
“Smettila…” rispondo infastidito dal suo pessimo umorismo.
“Certo che la vostra è una situazione complicata…insomma, cosa siete? ex? genitori separati? Avete scopato di recente?” e quest’ultima domanda mi basta a fulminarlo con lo sguardo…
“No!” rispondo mentendo, ma continuando ad osservarlo sospettoso. Che Anya gli abbia detto qualcosa?
“Ok, non ti adirare! Stavo solo scherzando!” spiega in tono innocente, mentre se la ride sotto i baffi.
“Non so cosa siamo, credo proprio un bel niente!” concludo in tono piatto e con un'aria pensierosa che lo costringe a tornare serio…
Cala di nuovo il silenzio, intervallato dai versi delle cavallette  e dal mormorio proveniente dalla sala, un silenzio  infine rotto dal suono di un messaggio sul cellulare di Boris.
“Che c’è?” gli domando, notando il suo modo di fare misterioso. 
“Ehm…è un messaggio di Anya…” inizia a dire in tono cauto. “Mi avvisa che tornerà a casa con qualcun altro…” confessa infine, rimettendosi il cellulare in tasca.
Bene.
Perfetto.
“Sta arrivando Yasmine” mi fa notare, vedendo una ragazza coi tacchi vertiginosi avvicinarsi a noi.
Grandioso.
Mi ero persino dimenticato di lei.
“Kai, che ne dici di tornare a casa? Iniziano a farmi male i piedi” lamenta dolorante.
“Ti accompagnerà Boris” dichiaro mentre mi alzo, sotto lo sguardo interdetto dei due.
“Come scusa?” chiede lei, pretendendo delle spiegazioni, che non ho voglia di dare.
“E’ tutta tua” stavolta mi rivolgo a lui, che anche se si dimostra perplesso da questa mia decisione, la accetta con un sorriso beffardo che lascia ben intendere le sue intenzioni.
Dichiarate le mie ultime volontà e ignorando eventuali ripensamenti, volto i tacchi e me ne torno in auto a finire la bottiglia di vodka che ho estorto quasi a forza a questi camerieri.
Ho bisogno di riflettere, ma allo stesso tempo di non pensare…
 
***fine capitolo precedente***
 
***Inizio capitolo nuovo***
 
***Ore 10.30 circa. Festa di laurea di Yuri***
 
Ormai stanco e stufo di questa serata, decido di abbandonare i giochi e tornamene a casa, ma proprio sul punto di entrare in auto mi ricordo che forse sarebbe giusto salutare Yuri prima di andare via e, cosa più importante, passare dal bagno per svuotare la vescica piena di vodka.






***








“Vado a prendere il cappotto, ok?”.
“Va bene, ti aspetto qui!”.
Il collega di Yuri, che si è offerto di riaccompagnarmi a casa, rimane nella sala insieme agli altri, mentre io mi dirigo ai piani superiori alla ricerca della sala dove abbiamo lasciato i nostri cappotti. Ci sono talmente tante stanze in questa villa che non ricordo in quale abbiam…
“Ti sei persa?”.
Una voce alle mie spalle mi coglie di sorpresa.
“Kai…ehm…io cercavo i… cappotti” spiego in modo sintetico, mentre mi guardo intorno confusa.
“Credo siano in quella stanza” e mi indica una porta proprio qui vicino.
“Oh…è vero” esclamo, dandomi mentalmente della stupida. Era proprio quella di fronte a me! Lo champagne deve avermi offuscato la vista…






*** 









Anya deve essere brilla per non vedere le cose che ha sotto al naso…
Divertito, ma allo stesso tempo perplesso, mi dirigo ai bagni, lasciandola in quello stanzino a cercare la sua giacca.
Sempre se riuscirà a trovarlo! Non sembrava avere un’aria molto lucida.
Quando ho finito, prima di uscire dai bagni,  mi guardo allo specchio un’ultima volta e decido di sciacquare il viso con dell’acqua fresca per provare a eliminare l’aria annoiata e assonnata che comunica il mio sguardo.
Che serata rompipalle…penso tra me e me, mentre vengo pervaso da una sensazione di sollievo al contatto dell’acqua gelida sulla pelle. 
“Cosa ci fai nel bagno delle donne?”. Questa voce mi fa sobbalzare e alzare il viso per incontrare lo sguardo interrogativo di Anya.
“Delle donne?” ripeto stranito e confuso. E quando mi indica col dito un cartellino sulla porta riportante un omino con la gonna, mi rendo conto che forse ha ragione. Rimango interdetto a fissarlo, dandomi mentalmente del rincoglionito.
“Ti sarai…confuso…” .
Forse sono io, stasera, quello meno lucido.
“Già…” mi limito a dire, cercando di nascondere il disagio che sto provando. Per fortuna non è entrata nessuna donna o mi avrebbe preso per pervertito.
“Sembra che stasera la confusione sia nell’aria” esordisce, riferendosi probabilmente all’episodio di prima, in cui lei non trovava una porta che le stava davanti.
“Già…” ripeto per la seconda volta, osservandola con aria pensierosa. “Vai via con Boris?” chiedo poi, d’un tratto, quasi senza rendermene conto. E questa domanda basta a metterla in ulteriore imbarazzo.
“Ehm… veramente…no” rivela, provando a nascondere il disagio mentre sposta una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
“Pensavo che il tuo accompagnatore fosse Sasuke”.
“Sosuke” Mi corregge lei. “Eh no, non era lui” aggiunge poi, facendo spallucce, come a non saper o non voler darmi una spiegazione. E in fondo … perché dovrebbe? “Tu invece … sei venuto con quella… Yasmine”. Questa conversazione ha un non so che di forzato…o è solo una mia sensazione? Ed è la mia espressione a rispondere, come a voler dire - e sì, proprio così, mi sembra ovvio. L’hai pure vista-.
Segue un silenzio a dir poco sgradevole, durante il quale non so cosa fare, se annunciare che sarebbe ora di andare via o continuare a rimanere in questo bagno per donne a fissarsi senza alcun motivo.
Credo di essere davvero confuso stasera. E non solo stasera. Credo di esserlo da un po’ di tempo a questa parte.
E’ normale che io la stia guardando ma che in realtà stia pensando di essere nudo insieme a lei a fare cose in questo stesso bagno?
No. Non credo sia normale.
E chissà a cosa starà pensando lei, che mi sta fissando in maniera strana: non so se per il fatto di avermi trovato nel bagno delle donne o perché sta pensando a cose che sono successe o che potrebbero succedere in questo bagno…





***





Tutto ciò è davvero strano.
Non so se ridere per il fatto di averlo trovato nel bagno delle donne o sentirmi a disagio per il modo in cui mi sta guardando. E poi perché sono ancora qui, al centro di questo bagno col cappotto adagiato su un braccio e la borsetta sull’altro, a fissarlo come una rincitrullita mentre lui mi fissa.
“Io credo sia meglio andare, mi stanno aspettando” esordisco, rompendo il silenzio.
“Già, ti staranno aspettando con ansia immagino” risponde con aria vagamente allusiva.
“In che senso?” domando un po’ ingenuamente.
“Nel senso che…”. Ecco che si stacca dal lavabo su cui era poggiato il suo  fianco e, lentamente, azzarda ad avvicinarsi di qualche passo. “...ti sta accompagnando a casa. Suvvia Anya, sai già come andrà a finire.” asserisce, parandosi di fronte a me, ad una vicinanza così insolita che faccio fatica ad alzare lo sguardo per incrociare il suo. Mi sento così a disagio…
“Non è detto che finisca come pensi tu” gli faccio notare contrariata, con la consapevolezza, però, di non credere veramente a ciò che ho appena detto.
La sua mano, che un secondo prima era nella tasca del cappotto, ora si avvicina al mio viso per alzarmi il mento e costringermi a guardarlo dritto negli occhi “Sai benissimo che sarà così”, sussurra poi in un modo che mi fa attraversare un brivido lungo la schiena, e non solo.
Il suo tocco gelido passa poi a spostarmi i capelli dietro l’orecchio e questo è un gesto talmente insolito da parte sua che inizio a pensare che non si senta bene. Insomma, è finito nel bagno delle donne e ora… si comporta in questo modo strano… che in fondo non mi dispiace. E’ come se mi avesse stregata; una parte di me vorrebbe scansare la sua mano su di me e andare via, mentre un’altra parte di me mi tiene coi piedi saldati qua e vorrebbe godere anche del tocco dell’altra mano. 
Sono forse impazzita?
Non so nemmeno quanto tempo sia passato e, a dire la verità… non mi interessa.





***









E’ proprio come quella sera a casa mia: il tempo sembra essersi fermato e nessuno dei due sa bene come agire. Ma quando la sua mano calda arriva a toccare la mia, gelida, sulla sua guancia, capisco che forse è il momento di fare la prima mossa;  lentamente chino la testa fino a far sfiorare le mie labbra con le sue.







*** 











“Dov’è finita Anya?” chiede il mio collega, con aria alquanto perplessa.
“Non era andata a prendere i cappotti?” . Con queste parole mi rivolgo a mia moglie Hilary che sembra avere l’aria di una che non sa cosa dire. 
“Vado a cercarla!” asserisce, prendendo l’iniziativa; ed ecco che subito si dilegua ai piani superiori. La seguo con lo sguardo e mentre risale la lunga scalinata, per poco non si scontra petto a petto con Kai, il quale, sta scendendo con una certa velocità quei gradini, incurante di tutto il resto. Per fortuna Hilary si scansa in tempo, evitando, per un pelo, di scapicollarsi giù per le scale. E sono sicuro che lo sguardo omicida che gli ha appena lanciato, ma che Kai ha del tutto ignorato, non gli stia augurando cose belle.
Ad ogni modo, Hilary continua la sua salita, mentre Kai si dirige verso il sottoscritto, camminando a passo spedito. La cosa che subito mi salta all’occhio è, tuttavia,  la sua aria un po’ spettinata, ecco, e il colletto aperto della camicia, per non parlare della cravatta messa a mo di sciarpa intorno al collo.
Un look davvero strano…
“Va tutto bene?” chiedo con aria un po’ preoccupata, ma anche sospetta.
“Sì…” risponde in modo vago, contenendo il fiatone che non credo sia dovuto solo alla corsa giù per le scale. “Vado via” e va via davvero, accennando con la mano quello che sembra una specie di saluto.
Posso giurare che quando è arrivato alla festa,  avesse un’aria più ordinata…







***







“Anya, non essere stupida! Sì è gentilmente offerto di riaccompagnarti a casa!” continua a insistere la mia amica Hilary. “E poi si può sapere perchè hai il vestito strappato qui?” mi fa subito notare, indicando un punto sul petto.
Oh mio dio, me l’ha strappato, non ci credo! Ho avuto la sensazione di aver sentito uno strappo durante…beh la foga del momento…
“Beh, lasciamo perdere! Insomma, prima gli dici sì e poi ti tiri indietro? Gli ho parlato così tanto di te che non vedeva l’ora di conoscerti” continua imperterrita a ricordarmi, mentre io mi sistemo allo specchio. Per fortuna che è arrivata quando già Kai se n’era andato!
“Beh, ti ringrazio per avergli parlato di me. E’ solo che stasera non mi va di interagire con nessuno” cerco di avanzare una serie di scuse per farla arrendere, ma con pessimi risultati.
“Ma se fino a poco fa ridevi e scherzavi insieme a lui!”.
“Beh, ora ho cambiato idea! Tornerò a casa con Boris, sempre se non se ne sia gia andato!” dico preoccupata, inviandogli subito un messaggio.
“E cosa dico al collega di Yuri?”.
“Di’ che ho avuto un contrattempo, che non mi sentivo bene, non lo so!” taglio corto, andandomene e lasciandola lì a fissarmi incollerita.
Ma poco mi importa.
E’ successo tutto così in fretta e mi sento così scossa e confusa e…
Insomma, quel bacio è stata la molla che ha fatto scattare tutto. Kai mi ha subito spinta e ci siamo chiusi dentro uno dei bagni e… lì beh! si può immaginare cosa sia successo. E quando abbiamo finito, lui ha iniziato a guardarmi in maniera confusa, come se solo in quel momento avesse capito cosa fosse successo, cosa avevamo fatto. Ansimava non sapendo cosa dire, mentre io con le spalle al muro ero, credo, più confusa e incredula di lui. Dopodiché è andato via, raccogliendo alcune cose che erano cadute a terra.
Poi è arrivata Hilary e ho dovuto riprendermi in fretta per non destare in lei sospetti.
 
Boris mi ha appena scritto che si trova fuori e di affrettarmi a raggiungerlo. Perfetto!
Quando arrivo, però, mi avvisa che dentro la sua auto c’è anche la ragazza che stava con Kai e, al suono di questa notizia, non posso fare a meno di non dare voce a un ironico “Grandioso” prima di entrare in auto.








*** 







Ok. La situazione è molto strana. Sto tornando a casa e nella mia auto ci sono Yasmine, seduta sul sedile anteriore, ed Anya, accovacciata ai sedili posteriori. L’una, la tizia seduta alla mia destra, non smette un attimo di parlare. Non fa altro che lamentarsi di quanto sia stato stronzo Kai per averla abbandonata su due piedi e sparire; l’altra, seduta dietro, se ne sta silenziosa e ad occhi chiusi con la testa chinata all’indietro. Ma Anya non doveva tornare con qualcun altro?
Io non ci sto capendo più niente stasera!
 
Finalmente Yasmine esce da quest’auto per entrare a casa sua e il silenzio torna finalmente a regnare all’interno dell’auto. Ma come fa Kai a stare con una così? Suppongo non si vedano affatto per parlare.
La mia corsa riprende e stavolta la destinazione è la dimora di Anya.
“Va tutto bene lì dietro?” le chiedo preoccupato, osservandola attraverso lo specchietto retrovisore. Credo di aver sentito soltanto un flebile mormorio, dettato dalle sue labbra sigillate. “Sei sicura?” mi azzardo a domandare una seconda volta, ottenendo gli scarsi risultati di prima. “Ok” esclamo arrendevole, concentrandomi a fissare la strada.
Stasera siete tutti molto strani…
 
***







Ho un terribile mal di testa, dovuto probabilmente allo stress emotivo della giornata.
Quando l’auto si ferma, capisco che è il momento di scendere e ignorando lo sguardo impensierito di Boris, lo saluto e mi avvio a casa.
Percorse le tortuose e ripide rampe di scale fino al quinto piano, afferro le chiavi e apro la porta, sentendomi finalmente sollevata e a casa.
Lancio i tacchi alla rinfusa e mi avvio sul letto su cui mi lascio cadere pesantemente.
 
Mio dio, che serata!









*** 













Mi chiudo la porta di casa alle spalle e cammino nella penombra fino in salotto, dove afferro un bicchiere e lo riempio con la vodka che mi sono portato dal locale. 
Mi accascio sul divano e bevo tutto d’un sorso il contenuto del bicchiere, reagendo come al solito con una smorfia di disgusto. Questa vodka fa veramente schifo! La mia mano fa scivolare, con un gesto rapido, la cravatta dal collo e chiudo gli occhi espirando sonoramente.
Mpff…che serata!




















*** 









L’indomani, quando torno in caffetteria, provo con tutta me stessa a comportarmi in maniera naturale, come se nulla fosse successo. Solo un paio di volte, Dana mi ha chiesto se stessi bene e perchè continuassi a imbambolarmi  fissando punti vuoti dello spazio con sorriso da ebete.
Ho veramente sorriso?
Insomma, ok. Mi capita di ripensare a quel momento, ma addirittura sorridere? Bah, mi sembra che stesse esagerando, come al solito.
Il telefono nella mia tasca continua a vibrare: sarà sicuramente Hilary che mi chiede per la millesima volta come sto e perché ieri sera mi sono comportata in quel modo.
La sto volutamente ignorando. Che cosa dovrei risponderle? Sai ho cambiato idea perché pochi minuti prima che venissi tu, ero con Kai in bagno mezza nuda a…
Lasciamo perdere.
Per quanto riguarda Kai, beh… sono confusa. Non l’ho mai visto così. Era diverso, strano, intenso, beh più intenso del solito e il modo in cui mi ha guardata prima di andare via  è stato…. più strano di tutto il resto.
Non capisco se è stato un momento di debolezza, da parte di entrambi, come la scorsa volta, o se c’è altro…
Sta di fatto che stavolta è stato diverso.
Non sento quel senso di rimorso come la scorsa volta.
E la cosa inizia a terrorizzarmi.
Sul serio.
 
Più tardi, come al solito, arriva Boris che annuncia con grande entusiasmo di avere incontrato dei vecchi compagni di scuola e che guarda caso, stasera, faranno una sorta di rimpatriata.
“Io non ci vado!” dichiaro col tono di chi non cambierà idea per nessuna ragione al mondo. E poi ne ho abbastanza di feste!
“Andiamo, ci saranno persino Yuri e Hilary”.
“La cosa non mi farà cambiare idea!”.
“Persino Kai verrà”.
Un motivo in più per non andarci.
“Ascolta, io non voglio vederli!”.
“Ma hanno chiesto di te!”.
“Ah davvero? E cosa hanno chiesto esattamente?”.
A questa domanda l’espressione di Boris cambia. “Se avevi avuto un maschio o una femmina” rivelacon tono sommesso.
“Visto? Tornare a vederli significherebbe ricordare quel momento della mia vita in cui tutti hanno scoperto che io fossi incinta e che sono scappata da scuola e non ci sono più ritornata!”. Sinceramente non mi va di subire tutte quelle domande.
“E’ andata veramente così?” chiede curiosa Dana, che fino ad ora non aveva aperto bocca.
“Si!” rispondo seccata con un tono che le fa intuire di non voler ricevere ulteriori domande al riguardo. “Non ci vengo. Punto! Se voi vorrete andarci, beh, buon per voi!” dichiaro infine, comunicando con i miei gesti di voler chiudere la questione.
“Quanto sei tragica…” sento dire a Boris da lontano.
Non mi importa.
Non ci andrò.









***






“E Anya?” domanda Hilary venendo incontro al sottoscritto e guardandosi intorno circospetta.
“Anya non c’è” dichiaro arrendevole.
“Ma cosa le prende in questo periodo? Ho provato a convincerla in tutti i modi!”.
La mia risposta è un’alzata di spalle accompagnata da un’aria arrendevole. “E i gemelli?” domando poi a Ivanov.
“Sono con la madre di Hilary!”.
“Vi state dando alla pazza gioia ultimamente!” dico prendendolo in giro.
“Ecco Kai, pensavo non venissi neppure tu!” e il suo sguardo chiede spiegazioni. “Anya, si è rifiutata di venire” aggiungo poi. “Hai già incontrato Steve? Hai visto? Si è riempito di tatuaggi. E Michael sta iniziando a perdere tutti i capelli!” racconto divertito.
“Hiwatari!” sento dire poi al vecchio gruppo di ochette della scuola. “Quanto tempo!” esclama una, avvicinandosi in modo ammiccante al mio amico, che ha l’aria di non essere proprio nell’umore di ricordare vecchie amicizie. 
“Ciao Boris!” mi saluta una ragazza piuttosto affascinante, ma che non mi ricorda nessuna mia vecchia conoscenza.
“Scusa, tu saresti?”. Mi sto proprio sforzando di ricordare, ma…nulla!
“Emily!” rivela lei, con tono seccato. “Sei sempre il solito stronzo!” esclama disgustata, andandosene e lasciandomi interdetto.
“Quella è Emily?” chiedo conferma al mio amico, che con un cenno mi conferma di sì. “Ma…ma…non me la ricordavo così…così…” non mi viene la parola giusta.
“ Rifatta?” suggerisce Kai, sorseggiando un liquore.
“ Così sexy!” lo correggo, provocando in lui una smorfia di disgusto, non so se per avere definito sexy Emily o per il liquore che ha appena ingerito. “Credo che andrò a cercarla!” annuncio, sotto il suo sguardo scettico.
“Ti ha appena definito il solito stronzo, io le starei alla larga!” suggerisce in tono saggio. 




*** 









Come previsto, Boris decide di ignorare il mio suggerimento e si inoltra nella folla di compagni alla ricerca di Emily. 
Perfetto.
“Heylà, guarda chi c’è qua? Kai Hiwatari!”.  Una voce alle mie spalle mi costringe a voltarmi e incrociare lo sguardo di uno di quegli sfigati che mi circondano. 
“Micheal…” mi limito a dire freddamente, in segno di saluto.
“E allora? Che fine hai fatto? Alla fine sei diventato papà?” domanda sotto lo sguardo dei suoi amichetti curiosi.
“Anya? Si chiamava così? Dov’è?” sento dire ad una ragazza.
“Vi siete sposati?” dice un altro ancora.
“E’ nata una bambina o un bambino?”.
“A me hanno detto che è maschio”.
“A me hanno detto che è una bambina!”.
“Ma poi con Rai si sono lasciati?”.
“Io lo seguo su Instagram! Si trova in Cina!”.
“Ma sta con una che non mi sembra essere Anya!”.
E le domande continuano una dietro l’altra e si fanno sempre più specifiche. Ed a questo punto che capisco che è arrivato il momento di andare via.
Non ho voglia di rispondere alle domande di questi cretini, così decido di bere l’ultimo sorso di questo orribile liquore e mi faccio spazio tra la folla andandomene, seguito dagli occhi delusi e curiosi dei miei ex compagni.
“Se ne va senza dire nulla!”.
“E’ sempre il solito scorbutico”.
“Chiediamo a Hilary, forse lei ci saprà dire qualcosa!”.
 
Credo di avere capito perché Anya abbia deciso di non venire…













***









“Hope! Non correre per le scale!” la rimprovero con tono alterato. Ha sempre questo vizio di salire velocemente i gradini.
Quando arriviamo al quinto piano vengo colta di sorpresa dalla presenza di qualcuno davanti la porta di casa mia.
“Kai…”.
E a giudicare dalla sua faccia, nemmeno lui si aspettava che arrivassi dalle scale.
“Bene, busso da dieci minuti a vuoto…” mormora tra sé e sé, dandosi dello stupido.   
“Ciao papà!” lo saluta teneramente Hope, venendo ricambiata da un mezzo sorriso.
Mio dio, non riesco a guardarlo in faccia dopo quello che è successo ieri sera in quel bagno. 
“Ero andata a comprare la cena al takeaway!” spiego, mostrando l’enorme sacchetto che ho in mano.
E’ così imbarazzante.
“Ehm io ero passato solo per…” mentre parla si schiarisce nervosamente la voce “...per portare questo a Hope” dichiara, mostrando una borsetta che contiene tutti i suoi adorati colori.
“Siii, l’hai trovata!” esclama allegramente la piccola, prendendo subito la sua  preziosa borsetta.
“Oggi la cercava disperatamente…era convinta di averla persa” intervengo subito a spiegare il perché del suo entusiasmo.
“Bene, allora vado” dice poi, un po’ impacciato, mentre si avvia verso le scale.
Io rimango un attimo indecisa sul da farsi, finché…
“Kai…” lo richiamo con un filo di voce…“Ehm, hai già cenato? Te lo chiedo perché Hope mi ha fatto comprare un sacco di roba che sicuramente non potrà mangiare da sola e che le farà male. Sai quando esagera…” spiego, iniziando ad arrancare strane spiegazioni.
“Ma a me piace il pollo fritto!” interviene offesa Hope.
Kai rimane un attimo fermo, in piedi a fissare prima me e poi Hope, infine un punto indefinito del pavimento.
“Ok…” risponde infine. “In fondo, non ho ancora cenato”.
Perfetto.
Anya, hai ufficialmente appena invitato Kai Hiwatari a cena…
Ma che sto facendo?...












Ok, è davvero imbarazzante. Siamo seduti a tavola tutti e tre a mangiare pollo fritto e patatine e altre cose che nemmeno ricordo.
Kai se ne sta fin troppo in silenzio alla mia sinistra e si sforza ogni tanto di rispondere alle infinite domande di Hope, seppur con semplici e scontati monosillabi.
“Ehm…ero convinta che anche tu andassi alla rimpatriata organizzata dai nostri ex compagni di scuola” esordisco, nel vano tentativo di iniziare una conversazione. 
“Beh, ci ero andato in effetti...ma una volta arrivato lì, ho capito il perché tu non sia voluta venire” rivela seccato.
“Oh…quindi ti hanno fatto tante domande, immagino” chiedo, fissando il suo piatto, per evitare di fissarlo in faccia.
“Già, un sacco di domande” dichiara in tono canzonatorio, mordendo l’ultimo boccone rimasto sul suo piatto.
Quindi ho fatto bene a non andare. Meno male… Almeno ogni tanto prendi una saggia decisione, Anya.
“E chi c’era dei nostri compagni?” continuo a domandare, osando dilungare forse troppo la conversazione.
“Quasi tutti…” si limita a dire, passando delle porzioni di patatine a Hope.
“Tutti? Quindi…c’era anche…”. Non dirlo Anya, non dirlo! “Eva?”. Troppo tardi. 
A giudicare dal modo in cui mi guarda, non si aspettava questa domanda e probabilmente non voleva che gliela facessi.
“No…Eva non c’era” dichiara sintetico e conciso. “Ormai parliamo solo tramite avvocati” ci tiene ad aggiungere.
“Papà, mi passi ancora patatine?” interviene Hope, con la sua dolce vocina.
“Basta così! Ne hai mangiate fin troppe!” le faccio notare severa.
“Ma uffaaa!”.
“Vai a lavare le mani, su!”.
“Ok…” lamenta sbuffando sonoramente mentre scende dalla sedia.
“Puoi controllare che le lavi veramente!” dico a Kai, che anche se non lo dimostra apertamente, sta sbuffando mentalmente.
Anche lui si alza e segue la piccola in bagno.
 
Rimasta un attimo sola a sparecchiare, posso finalmente sbuffare anch’io.
Mio dio, che serata…







***











Non mi aspettavo che Anya mi invitasse a cenare a casa sua, non dopo quello che è successo ieri sera. Pensavo, più che altro, che come la scorsa volta, mi avrebbe evitato.
E invece, strano dirlo, non l’ha fatto.
Lei è di là a sistemare delle cose in cucina, mentre io sono sul divano insieme a Hope a guardare i soliti cartoni animati.
“Cosa state guardando?” chiede Anya, sedendosi sul divano.
“I soliti stupidi maiali rosa!” rispondo seccato.
“Possiamo guardare il cartone della principessa nella torre?” propone Hope tutta emozionata. Un’emozione che viene subito spenta dalla mia espressione di disappunto.
“Beh forse è meglio che io vada…” inizio a dire, nel tentativo di salvarmi. Un tentativo che si sta rivelando vano, dal momento che Hope sta iniziando a fare i capricci, sotto lo sguardo sconcertato di Anya.
“Ma no! devi vederlo pure tu! Ti pregoooo”. Ed ecco che inizia a fare le sue faccine più tenere e che, di solito, funzionano sempre per ottenere tutto ciò che vuole.
Ormai sa come abbindolarmi…
Date le circostanze, mi vedo costretto ad accettare, ma prima mi assicuro che questo film non duri troppo.
“Non dura tanto, spero…” chiedo rivolgendomi alla madre che, spudoratamente, lo so mi sta mentendo dicendo di no. 
Bene. 
La serata non può essere più assurda di così, in fondo…






****









Il film d’animazione è appena iniziato. Kai siede su un angolo del divano,con  Hope che gli si corica sulle gambe, non rimanendo ferma nemmeno un secondo.
Anche se non sembra molto interessato alle vicende del film, lascia che Hope gli racconti quello che sta per accadere nei prossimi minut,i mentre gli saltella addosso e si arrampica sul suo collo.
Io me ne sto sul lato opposto del divano, quasi distaccata da questa scena che sembra essere riservata tutta a Kai. Ma non mi dispiace, anzi. Di tanto in tanto, con molta discrezione, li osservo mentre si stuzzicano. Anche se Kai rimane quasi sempre con la sua espressione seria e impassibile, sembra che si diverta anche lui con le marachelle di Hope.
Ammetto di non averli mai visti così.
Sembra che in qualche modo i due abbiano legato…



Passano circa tre quarti d’ora e, come da me avevo previsto, Hope si addormenta col la testa poggiata sulle gambe di Kai, che continua ad accarezzargli i capelli, in un gesto quasi meccanico, rimanendo con gli occhi fissi sullo schermo. 
“Beh forse è il momento di metterla a letto” propongo a bassa voce per la paura di svegliarla. Kai viene preso alla sprovvista da queste mia parole. Che si stesse appassionando al film? 
Così, resosi conto che la figlia stia effettivamente dormendo, la solleva facendo attenzione a non scuoterla troppo e in un abile gesto la mette in spalla, portandola a letto.




“Per fortuna che si è addormentata subito…” rivela Kai, quasi sollevato.
“Mi sembrava che ti stessi appassionando al film” affermo con ironia.
“Stavo solo cercando di rimanere con gli occhi aperti…” si giustifica infastidito. 
Silenzio.
Imbarazzante silenzio.
“Bene, ora è meglio che vada…” annuncia Kai, afferrando la giacca.
“Già… Ti accompagno alla porta”.
Ma quando arriviamo sull’uscio di casa, succede qualcosa di strano…
“Kai, senti…”. Decido di togliermi un peso dallo stomaco. “Per quanto riguarda ieri sera…io….”.
“Sì, lo so cosa stai per dire…” Mi interrompe con tono scocciato. “...non doveva succedere e che è stato un errore e bla bla bla” dichiara con aria rassegnata.
“Beh, non stavo proprio per dire questo… volevo dire che non so cosa mi sia preso, tutto qui!” rivelo sotto il suo sguardo un po’ incredulo.
“Beh, nemmeno io me lo aspettavo”.
“Ma è successo….” mi limito a dire, non sapendo cos’altro aggiungere.
“Già, è successo” ripete lui, dal canto suo. “Per la seconda volta” aggiunge poi, accentuando i toni.
“Già” confermo con un sorriso nervoso.
Siamo qui, in piedi, l’uno di fronte all’altro, come se fossimo in attesa di qualcosa. E’ come se, come ieri sera, l’uno aspettasse un segnale, un qualcosa che faccia scattare di nuovo quella molla.
Poi…
Kai chiude lentamente la porta che aveva appena aperto e si avvicina a me, alle mie labbra e con un rapido gesto mi solleva facendomi aggrappare a sé, incurante del suo cappotto appena caduto sul pavimento…















Buon salve a tutti!
Ecco a voi un nuovo capitolo, dopo quasi …non so nemmeno io quanto tempo sia passato XD
Le cose tra Kai ed Anya si stanno sciogliendo (molto strano direte, e, finalmente, penserete ahahaha).
eheheheh ogni tanto vi regalo una gioia.
Spero vi sia piaciuto. Ho cercato di scriverlo meglio che potevo, spero di avervi trasmesso qualcosa XD
Fatemi sapere se vi va 😀
 
Ringrazio come sempre i lettori e le lettrici, e coloro che lasciano una recensione ;)
 
A presto!

 
       
 

 
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > BeyBlade / Vai alla pagina dell'autore: Henya