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Autore: Little_ball_of_anxiety    19/02/2023    0 recensioni
Hiroshi non era uno di quei vampiri crudeli e malvagi dei racconti horror, né uno di quelli descritti nei romanzi romantici, creati dagli autori unicamente per far battere il cuore a qualche adolescente. Hiroshi non era cattivo, ma non era neanche buono. Il suo unico desiderio era restare nella pace e tranquillità della sua foresta. Per esaudire questo desiderio aveva già terrorizzato interi paesi e non aveva intenzione di fermarsi. La sua routine quotidiana viene, però, interrotta a causa di una misteriosa ragazza che si aggira all’interno della foresta in una gelida serata d’autunno. Per quale strano motivo avrà deciso di recarsi lì? Resta a voi scoprirlo. Buona lettura.
Genere: Angst, Fluff, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Sovrannaturale
Capitoli:
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CAPITOLO 5

Era da qualche ora ormai che Hiroshi stava camminando avanti e indietro per la stanza con aria preoccupata.

-Sono idiota, sono scemo! - ripeteva mentre pettinava nervosamente i ciuffetti di capelli con le propria mano.

-Hiroshi, non sto morendo. Non hai niente di cui preoccuparti.

-Non mi dovevo far abbindolare dalle tue moine! Sono stato scemo…

Da un paio di giorni era salita la febbre a Yume: tutto qui. Il gelo stava crescendo a causa dell’arrivo di Dicembre, quindi era probabile che la ragazza si fosse presa un malanno stagionale, ma Hiroshi temeva che averla morsa pochi giorni prima avesse peggiorato la situazione e si sentiva tremendamente in colpa. Yume aveva cercato di tranquillizzarlo in tutti modi dicendogli che per lei era usuale ammalarsi ed era convinta del fatto che le sarebbe bastato un po’ di riposo per riprendersi. Sembra inutile dirlo, ma Hiroshi non si era fidato assolutamente delle sue parole. Se Yume si fosse trovata in pericolo, la giovane l’avrebbe tenuto nascosto ed era sicuro che non gliel’avrebbe mai rivelato. Allo stesso tempo, il vampiro sapeva che era passato troppo tempo dall’ultima volta che aveva preso un raffreddore umano e non riusciva a ricordare in che modo sua madre lo curava quando aveva la febbre. Fino ad allora, quindi, si era limitato a cercare di far stare il più possibile a suo agio Yume, anche se nulla bastava veramente a calmarlo da quella situazione.

-La tua fronte si sta bruciando ancora di più. Sembra d’aver due stufe a legna dentro casa…

-Tu, invece, sei fresco! - disse la ragazza con un tono di voce lieve e tranquillo.

Il vampiro non aveva idea di quanto alta fosse la temperatura di Yume in quel momento, ma di una cosa era sicuro: da quando era raffreddata la giovane sembrava avere un’espressione più leggera del solito. In alcuni momenti faceva delle risatine allegre e voleva perennemente accoccolarsi vicino ad Hiroshi. Nel vederla in quello stato non sapeva cosa pensare: era così carina e innocente, ma anche vulnerabile e il vampiro si sentiva solo responsabile della sua debolezza. Non aspettava altro che vedere la salute di Yume migliorare, ma si rese conto che ,forse, quella volta sarebbe stato meglio chiedere aiuto a qualcuno, in parte anche per dare un bell’esempio alla ragazza. Così quel pomeriggio qualcuno bussò alla porta di quella casetta sperduta. Quando sentì quel secco rumore, la giovane si allarmò immediatamente e guardò il vampiro con occhi sgranati.

-Tranquilla, Yume. L’ho chiamato io. - Hiroshi biascicò due parole mentre appoggiava il libro che stava leggendo sul tavolo e si affrettò ad aprire.

Ignara della situazione e in qualche modo spaventata, l’umana si coprì dalla testa ai piedi con la coperta, come se si volesse nascondere. Nel frattempo la porta si era aperta, rivelando alla sua soglia un giovane che dimostrava poco più di trent’anni. Il ragazzo sorrise ad Hiroshi.

-Lo sai che non si usano più i piccioni viaggiatori, vero? - gli disse mentre faceva sventolare davanti al suo viso una lettera.

-È un piacere vederti anche per me, Tadao. Vorrei ricordarti il fatto che è praticamente impossibile la presenza di elettricità nel cuore della foresta. - rispose il vampiro con tono sarcastico.

Il ragazzo di nome Tadao fece una piccola risata prima di parlare di nuovo.

-Perdonami, era da tempo che non ti vedevo così. Avanti, mi fai entrare?

-Dopo la battuta con cui ti sei presentato ti lascerei qua fuori, ma oggi ho bisogno di te: entra.

I due entrarono in casa ed Hiroshi si avvicinò al covo di coperte creato da Yume poco prima.

-Tutto bene lì sotto? Se sei in forze, vorrei presentarti qualcuno. - la sua voce era dolce e calma, come al solito.

-Hai adottato un cucciolo o cosa? Vorrei ricordarti che non sono un veterinario. - a quanto pare l’amico (se così si poteva definire) di Hiroshi non sapeva il motivo per cui era stato convocato. Hiroshi lo intimò a stare zitto e dopo un po’ di tempo comparve una febbricitante Yume.

-Non mi sono allontanato troppo dalla realtà. Sembra un po’ una cagnolina.

-Vuoi startene zitto?! - urlò infine il vampiro prima di schiarirsi la voce ed iniziare le presentazioni.

Non si aspettava che l’amico fosse così difficoltoso da gestire prima ancora di iniziare.

-Perdonami per il disagio, Yume. Lui è Tadao, un mio amico di vecchia data. Anche lui è un vampiro, ma è tutto sommato affidabile. Da anni si è mischiato con gli umani e lavora come infermiere, quindi ti potrebbe aiutare.

Hiroshi riassunse velocemente la situazione alla ragazza, ma il vampiro non fece in tempo a presentarla che questa si alzò improvvisamente dal divano e fece un leggero inchino a Tadao.

-È un piacere conoscerti, io sono Yume. Ti ringrazio per esserti preso cura di Hiroshi fino ad adesso.

Dopo aver parlato si voltò verso il vampiro in questione e continuò il suo discorso.

-Perchè non mi hai detto che hai degli amici? Avresti potuto dirmelo! - disse arrabbiandosi con Hiroshi. Quest’ultimo non rispose e si limitò a farfugliare e bofonchiare sul fatto che Yume sembrava un’altra persona in quei giorni di influenza.

-Sembri davvero un cucciolo… - disse Tadao sorridendo mentre si avvicinava a Yume. Sembrava volerle accarezzare la testa, ma la ragazza scansò la sua mano e si aggrappò ad Hiroshi.

-Solo lui può accarezzarmi. - esclamò con estrema sicurezza e con una buona dose di dolcezza.

La risposta di Tadao fu immediata:

-L’hai addestrata bene, amico mio!

-Smettila! - Hiroshi intervenne e cercò di spiegare per bene la situazione di Yume, anche se ci vollero diversi minuti. Il vampiro aveva precedentemente inviato un biglietto con su scritto solo di recarsi lì dopo lavoro portando con sé dei farmaci, quindi l’amico meritava delle spiegazioni migliori. Tadao sembrò comprensivo, il che rassicurò l’insolita coppia di coinquilini.

-Secondo me sei troppo duro con te stesso, Hiroshi. Insomma, lei sa che sei un vampiro, giusto? Perchè fai così tante storie quando hai una riserva di sangue qui in casa. - disse scherzosamente il vampiro mentre frugava nella borsa carica di medicinali che aveva portando con sé. Sembrava avesse rapinato una farmacia prima di recarsi lì.

-Gliel’ho detto anch’io, ma Hiroshi è cretino! - rispose irritata Yume mentre tentava di alazarsi dal divano. Il soggetto della loro discussione si sbrigò a farla sedere nuovamente.

-Prima o poi voglio capire come fai a mimetizzarti con gli umani se fai questi discorsi. È un miracolo che Yumiko sia viva. - Yume non aveva idea di chi fosse l’appena citata Yumiko, ma decide di lasciar parlare tra loro i due vampiri e ascoltò i loro discorsi mentre si misurava la temperatura con un termometro. Ascoltare quelle strane conversazioni erano stranamente piacevole per la giovane e non ci volle molto prima che capisse che Yumiko era la fidanzata umana di Tadao. Aveva perfino offerto di presentargliela prima o poi, ma la giovane non sapeva come reagire a riguardo. Era pronta ad avere contatti con altre persone al di fuori di quelle che la stavano aiutando in quel momento?

-Come ci aspettavamo la febbre è bella alta, ma non è niente che una tachipirina non possa sistemare.

I due vampiri discussero per un po’ per come far ingerire il farmaco a Yume e seguì una breve visita per controllare gola, respirazione e battito cardiaco, anche se quest’ultimo era percepibile da entrambi i vampiri senza l’utilizzo di macchinari se si concentravano un po’. Tadao rassicurò Hiroshi dicendogli che la ragazza aveva solamente una leggera influenza. Un po’ di riposo e qualche medicinale l’avrebbero fatta stare meglio.

-Hai sentito cos’ha detto? Devi riposare. - sussurrò Hiroshi mentre si sedeva accanto a Yume – Dormi un po’, avanti. Se vuoi ti accarezzo la testa, dato che sembra rilassarti.

Yume non ci pensò due volte e appoggiò la propria testa sulle cosce di Hiroshi. Non ci volle molto prima che le carezze la facessero cadere in un sonno profondo.

-È incredibile come tu sia riuscito ad adottare un’umana!

-Smettila con gli scherzi, Tadao! - lo rimproverò a bassa voce

-Dico sul serio! Gli umani parlano ancora del fantomatico mostro della foresta. Se conoscessero il vero te stesso ti chiamerebbero “la fatina del bosco”. - il suo tono era scherzoso e simpatico, come al solito, ma Hiroshi arrossì leggermente nel sentire quelle parole.

-Forse hai ragione. Anche a me fa strano pensare che le mie giornate non vengano più passate nel silenzio della mia bara a leggere libri. Yume vuole a tutti i costi togliersi la vita e, nel tentativo di impedirglielo, sto scoprendo di nuovo cosa vuol dire vivere. È una sensazione… strana.

Hiroshi rilasciò un nostalgico sospiro e si concentrò ad osservare il petto della ragazza che si muoveva lentamente su e giù al ritmo del suo respiro. Tadao percepiva una sensazione di tranquillità nel vedere una coppia di creature scappate dal mondo per trovare un po’ di pace.

-In ogni caso, è molto probabile che questa ragazza abbia vissuto fin da piccola in orfanotrofio, visto che ti ha detto di non aver mai avuto dei genitori. Se non ti spiace vorrei farle altre visite nei prossimi giorni. Non sono un medico, ma da infermiere dovrei riuscire a procurarmi qualche strumento per farle degli esami.

Hiroshi rimase immobile per un po’, lo sguardo fisso sulla giovane. Il petto gli si stringeva ogni volta che se ne rammentava, ma erano passati troppi anni da quando aveva deciso di vivere isolato dagli umani e non aveva nessuna informazione sugli orfanotrofi. Percepiva l’immenso dolore che Yume provava, ma non conosceva nello specifico le cause dei suoi malesseri e neanche l’ambiente in cui aveva vissuto per anni. Tadao si voltò verso l’amico e decifrò con facilità il suo silenzio.

-Non ci sono molti orfanotrofi qui vicino. – riprese la conversazione il vampiro – Penso di sapere da quale ella provenga, ma è difficile sapere cos’accade all’interno di quelle strutture.

-Stai cercando di dirmi che neppure le persone comuni sanno come funzionano? Non ci sono delle regole di osservazione?

A questo punto il vampiro più anziano prese una sedia e si sedette cercando le parole giuste per descrivere quel fenomeno.

-Quel poco che so è che i possibili genitori possono entrare in una stanza in cui possono vedere i bambini che più si avvicinano alle loro richieste. Prima scelgono dall’apparenza, poi li tartassano di domande e piccole prove fisiche per vedere se vanno bene. So solo questo, anche se da queste poche informazioni sembra che vogliano comprare degli animali. È stata una conoscente di Yumiko a dirmelo.

I due vampiri rimasero a parlare per più d’un ora. Stavano ragionando sulle paure che la ragazza aveva manifestato, al fatto che non conoscesse l’affetto e cercavano qualsiasi indizio che potesse permettere di aiutarla il più possibile. Nessuno dei due era un vampiro assetato di sangue e carne umana, anche se Hiroshi continuava a pensare come la fidanzata del suo amico fosse ancora viva, ma anche se quello non fosse stato il caso, non avrebbero lasciato morire una ragazza innocente.

-Perdonami, ma si sta facendo tardi per me. Domani ho il turno di guardia. Tornerò presto!

Hiroshi lo ringraziò e lo salutò con un abbraccio. L’amicizia che li legava era particolare, ma conteneva una dolcezza e un’empatia che era stata costruita con molta pazienza in quegli ultimi venti decenni. La figura di Tadao si allontanava nella foresta mentre Hiroshi controllava che la ragazza dormisse ancora. Le tastò la fronte e la sentì più fresca: fortunatamente la febbre era scesa. Il vampiro tirò un sospiro di sollievo e cercò d’afferrare un libro per poterlo leggere mentre controllava la ragazza. Con un romanzo in mano ed i capelli di Yume che sfioravano le sue dita, il vampiro ricordò tutto quello che era successo in quelle poche settimane. Le parole scritte nella carta venivano lentamente scolorite dalle lacrime di un vampiro che di vampiresco aveva solo il bisogno di bere sangue e che voleva salvare l’umana che stava dormendo accanto a lui con tutto sé stesso.

 

 

Note dell’autrice:

Buon Natale e buon inizio del 2023… in ritardo. Dovrei dire più che altro buon San Valentino! Spero che quest’anno sia migliore di quello scorso per tutti voi, anche se ogni anno lo si ripete e non si vedono differenze. Scherzi a parte, cercate di riposarvi durante queste vacanze e non sovraccaricatevi. Gennaio e febbraio sono mesi piuttosto freddi, quindi copritevi e cercate di non prendervi l’influenza come Yume. Non abbiamo un dolce Hiroshi a metterci un fazzolettino bagnato sulla fronte * snif snif *

Bando alle ciance, grazie mille di tutto. Spero che il capitolo vi sia piaciuto ed ecco a voi un piccolo regalino!

 

Piccolo bonus per farmi perdonare dal ritardo con cui pubblico i capitoli:

mentre ero in doccia (perché naturalmente le idee migliori vengono in bagno, lo si sa bene) ho pensato in che modo Yume avrebbe potuto scoprire che Hiroshi è un vampiro se fossero stati due liceali. Cerco di evitare le Twilight vibes per non entrare nel clichè, e penso che Yume userebbe l’ingegno di Liz Parker. Avete presente la protagonista del telefilm Roswell? Non ho ancora guardato il remake, ma nella versione originale riesce a scoprire che Max è un alieno durante la lezione di Chimica, guardando le sue cellule al microscopio. Penso che Yume avrebbe fatto la stessa cosa, solo che avrebbe tenuto la cosa nascosta e continuato a far finta di niente finché non sarebbe Hiroshi a capire che ha scoperto il suo segreto. In questa versione, naturalmente, Yume non vorrebbe suicidarsi, ma comunque avrebbe passato una brutta infanzia e le sue amicizie sarebbero pari al numero di volte in cui i fiori della luna sbocciano durante il giorno. Spero che questa bozza di spin off vi sia piaciuta. Fidatevi, serve solo ad addolcire il prossimo episodio. Amo il genere fluff, ma il capitolo 6 sarà piuttosto Angst.

 

   
 
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