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Autore: Stella Dark Star    28/03/2023    0 recensioni
[Blue Lock]
-Questa storia è un missing moment dell'episodio 24 dell'anime.
Quando Chigiri scopre che Kunigami è stato eliminato, non ha reazioni particolari. Ma quella calma apparente in realtà nasconde sentimenti in subbuglio e un'indicibile sofferenza. Kunigami è il ragazzo che ama e con cui ha una storia. E ricordare i loro momenti più romantici, compresa la prima volta che si sono detti "ti amo", non fa che peggiorare il suo stato psicologico. Ma ecco che arriva un aiuto da parte di Reo, che gli racconta degli ultimi momenti in campo di Kunigami. E delle sue ultime parole...
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Nota dell'autrice: questa storia è collegata ad un'altra one shot che ho scritto, intitolata "Nagi x Reo -Il giorno in cui mi hai spezzato il cuore"
Quì il link per leggerla: https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=4045908&i=1
 

Kunigami x Chigiri:
Raccolgo i frammenti del mio cuore per te
 
Kunigami era stato eliminato. Nel momento in cui Chigiri aveva appreso questa notizia, il suo cuore era stato devastato da un duro colpo. Un dolore lancinante l’aveva assalito, rendendolo incapace di muoversi o di parlare. Era stato Isagi a gridare al posto suo, a fare quelle domande che gli stavano esplodendo nella testa e che non riuscivano ad uscire dalla bocca. L’aveva fatto Isagi…invece di lui. Poi aveva sentito le provocazioni di quel bastardo di Shido e il corpo si era mosso appena in tempo per difendere l’amico da un potente calcio. Una reazione umana. Andava bene. Reagire era la cosa migliore, altrimenti…. Non lo sapeva nemmeno lui. Dopo il gelo iniziale, dopo l’immobilità, il sangue aveva ricominciato a scorrergli nelle vene. Quindi il cuore funzionava ancora. Wow… Fisicamente parlando era possibile, però… Aveva voglia di uccidere quel figlio di puttana. Per colpa sua, Kunigami era stato sbattuto fuori dal Blue Lock e adesso se ne stava lì con quel sorriso merdoso e con le antenne rizzate come uno schifoso insetto quale era. Avesse potuto schiacciarlo sotto alle scarpe, sentire lo scricchiolio delle ossa frantumarsi, vedere i liquidi corporei disperdersi in un’enorme pozza…. Dannazione, gliel’avrebbe fatta pagare cara. Questo sentimento di profondo odio gli diede la forza per un po’. Un po’. Troppo poco. A cena non riuscì a ingoiare un boccone, né a dire una parola. Stava da schifo. Si fece la doccia, o meglio, lasciò che l’acqua gli scorresse addosso per chissà quanti minuti, mentre lui teneva lo sguardo fisso a terra, sull’acqua che scivolava giù per lo scarico. E quel dolore al cuore non cessava. Si sorprese di se stesso quando, una volta tornato in stanza dai compagni, riuscì a spiccicare parola. Non ricordava cos’avesse detto, forse perché non gli importava niente, ma almeno poteva contare sul fatto che il suo corpo continuava a muoversi come un automa. Il vero Inferno arrivò quando le luci si spensero. Si ritrovò da solo in un letto freddo…di nuovo. Da quando si era separato da Kunigami pochi giorni prima, non era più riuscito a dormire bene. Gli mancava il suo abbraccio, gli mancava il calore che emanava, gli mancava il rumore del suo respiro… Maledizione.
Ti amo, mia principessa!
Sentiva la sua voce nella testa ogni volta che ripensava al momento in cui Kunigami gli aveva detto quelle parole. Sembrava passata un’eternità… Era il periodo in cui ancora facevano parte del Team Z e si nascondevano da tutti per amoreggiare, per baciarsi, per toccarsi… Una di quelle volte, a tarda serata, avevano deciso di andare al campo per fingere una fuga romantica nella natura! Avevano attraversato il corridoio in punta di piedi, tenendosi per mano, ed erano giunti là. Ricordava ancora il contatto dei piedi nudi con l’erba sintetica del campo e il piacevole solletico che gli aveva provocato. E avevano corso, la mano di Kunigami che teneva stretta la sua. Poi, in prossimità della porta, ecco che Kunigami l’aveva trascinato dentro e spinto letteralmente sulla rete! Chigiri era rimbalzato ed era finito dritto fra le sue braccia.
“Ho fatto gol!” Aveva detto Kunigami, ridendo.
“Cosa stai dicendo, scemo???” L’aveva rimproverato lui, ma ridendo a sua volta. E alla fine avevano riso insieme, fronte contro fronte.
Era stato Kunigami a tornare serio per primo. L’aveva guardato intensamente negli occhi e poi aveva sussurrato quelle parole.
“Ti amo, mia principessa!”
Chigiri era rimasto piacevolmente sorpreso di quella dichiarazione, ovviamente, ma ne era così felice da rispondere senza alcun imbarazzo.
“Ti amo, mio eroe!”
Avevano sorriso, e poi, abbracciati, si erano scambiati un lungo bacio romantico. Proprio come in una favola. Cioè…se ci fosse stata una favola ambientata in un campo da calcio! Di tutti i momenti che avevano passato insieme, quello era stato il più bello, il più importante, quello che tutt’ora lo faceva andare avanti. Era stata una dura prova venire separati dopo la sconfitta nel 3 contro 3. Chigiri era stato scelto dai vincitori e aveva dovuto abbandonare Kunigami sul campo con poche parole. Come cazzo aveva fatto… Sarebbe dovuto restare con lui, ribellarsi al sistema, infrangere le regole. Invece no, aveva abbassato la testa ed era andato avanti alla sfida successiva. Anche in quell’occasione si era mostrato una statua di ghiaccio, anche se nel profondo del cuore nutriva la speranza che un giorno si sarebbero rivisti e sarebbero stati di nuovo insieme.
Si rese conto di stare stringendo il pugno così forte da far tremare l’intero braccio. C’era un limite alla forza morale e lui aveva appena raggiunto il suo. Fregandosene del buio, lasciò il letto e uscì dalla stanza, mentre gli altri dormivano. Attraversò il corridoio e poi imboccò quello principale, percorrendolo a passo spedito, fino a che non raggiunse il campo. Il contatto dei piedi nudi sull’erba sintetica gli causò lo stesso solletico di quella volta. Si mise a correre, strinse un po’ la mano come se stesse afferrando qualcosa, sorrise avanzando sempre più veloce. Raggiunse la porta e si tuffò sulla rete, ridendo. Ma dopo il rimbalzo, non trovò un paio di braccia forti a sorreggerlo… Finì a terra, ginocchia e gomiti. Attorno a lui era il vuoto totale. Il sorriso che tanto amava, gli occhi buoni, la chioma bionda a punte, il corpo muscoloso… Non c’era niente. Il suo respiro tremò e la vista gli si fece offuscata.
“K…Kunigami…”
E finalmente quella statua di ghiaccio che era diventato, andò in pezzi, rivelando ciò che era davvero al di sotto di essa. Abbassò la testa, i lunghi capelli rossi si riversarono tutt’attorno.
“Non ce la faccio… Non ce la faccio senza di lui…”
“Invece dovresti.”
Nell’udire quelle parole, Chigiri alzò la testa di scatto e vide che si trattava di Reo. Non si curò di avere il viso rigato di lacrime e anzi lo guardò con odio.
Reo si passò una mano fra i capelli sciolti. “Io ero ridotto peggio di te, se può consolarti.”
“Come facevi a sapere che ero qui?”
“Ti stavo stalkerando.” Senza essere invitato, si sedette accanto a lui e attese che Chigiri si sistemasse allo stesso modo. “Ti ho tenuto d’occhio a cena, ma non mi sembrava il caso di avvicinarti davanti a tutti. Allora ho atteso che i miei compagni di squadra andassero a dormire e sono uscito. Ho fatto un bel po’ avanti e indietro prima che ti decidessi a muoverti!”
“Reo…adesso non sono proprio in vena.”
“Sono qui per ricambiare il favore. Tu mi hai aiutato quella volta in cui Nagi mi ha spezzato il cuore. Adesso che il tuo innamorato è fuori dai giochi, ho immaginato che stessi male.”
Ci fu un lungo silenzio, interrotto solo da Chigiri che tirava su col naso.
Reo infilò la mano sotto alla maglia del pigiama e ne estrasse un fazzoletto di carta che poi porse a lui. “Una principessa non può stare col moccio al naso!”
Chigiri accettò il fazzoletto, gli fece un cenno col capo, e poi si soffiò il naso con grazia.
“So che ti sembrerà difficile crederlo, ma in questo momento vorrei essere al tuo posto.” Disse Reo.
“Risparmiamela, Reo… O ti faccio ingoiare questo fazzoletto.”
“Oh allora immagino che tu non voglia ascoltare cosa ho da raccontarti sugli ultimi momenti in campo del tuo eroe.”
“Sì, ti prego!” Ora Chigiri aveva gli occhi spalancati e lo sguardo luminoso, desideroso di sentire.
“Che tipo che sei!” Ridacchiò Reo, poi sollevò lo sguardo verso il soffitto illuminato e  riorganizzò i pensieri. “Vediamo… Era molto determinato durante la partita. I suoi occhi ardevano dal desiderio di vincere. Si vedeva che era motivato. Combatteva come un guerriero. Anzi, come un principe guerriero! Non sarebbe stato più figo nemmeno se avesse brandito una spada. Lo stava facendo per raggiungere te, la sua amata principessa che lo aspettava. Ci ha provato... Cazzo se ci ha provato! Ma…” Riabbassò lo sguardo, facendosi triste. “Non abbiamo potuto fare nulla contro quel tizio. Era un vero demonio. Mi fa paura perfino adesso che siamo in squadra assieme. Con poche mosse ha vanificato gli sforzi di Kunigami e…abbiamo perso. Quando quel bastardo ha scelto me, mi sono sentito quasi in colpa. Quasi…” Scosse il capo e si volse verso di lui. “Prima che io facessi un passo, Kunigami mi ha afferrato per un braccio e mi ha detto una cosa all’orecchio. La sua voce era quasi metallica e disperata. Dì a Chigiri che lo amo.”
Ed ecco il colpo decisivo. Quello che gli ridusse il cuore completamente in frantumi. A bocca aperta e col respiro spezzato, le lacrime presero a sgorgargli dagli occhi e a rigargli di nuovo il viso già umido.
“Kun… Kunigami…” Gettò il capo all’indietro e un potente grido di disperazione si levò finalmente dalla sua gola, squarciando il silenzio. “KUNIGAMI TI AMOOOOOOOO! AAAAAAHHHH!!!”
Grida e singhiozzi senza controllo, che urtarono i nervi a Reo.
“Perché cazzo piangi, eh? Dovresti fare i salti di gioia sapendo di essere così amato.” Digrignò i denti e con uno scatto afferrò Chigiri per le spalle. “Smettila di piangere, fottuta principessa! Tu non ne hai il diritto!” Le lacrime cominciarono a scendere anche dai suoi occhi. “Non so cosa darei per sentire Nagi dire che mi ama! E invece un cazzo! Sono io quello che ha motivo di gridare, non tu!”
Un singhiozzo lo costrinse a piegarsi, lasciò ricadere le braccia. “Sono serio, Chigiri… Fa in modo che il suo amore diventi la tua forza e vai avanti per lui. Almeno sai che un giorno…quando uscirai da questo posto, lui sarà là fuori ad aspettarti e potrete vivere la vostra storia d’amore felicemente. Io…io invece…sarò solo come adesso…”
Quelle parole oneste riuscirono a smuovere la pietà di Chigiri e a calmarlo. In un certo senso erano entrambi patetici a soffrire così tanto per amore, quando in ballo c’era il loro futuro come attaccanti più forti del mondo.
“Hai ragione, Reo. Ora so cosa fare.”
“Cioè?”
Un delicato sorriso sfiorò le labbra di Chigiri. “Raccoglierò i frammenti del mio cuore e li rimetterò insieme. Perché questo cuore…” Posò una mano sul petto. “…batte per lui!”
Tutti e due erano consapevoli del fatto che l’intera area fosse disseminata di telecamere, ma quella sera l’idea non li sfiorò nemmeno. Esattamente come il fatto che, nonostante l’ora tarda, ci fosse qualcuno ad osservarli dallo schermo gigante della sala controllo. Qualcuno con gli occhiali e i capelli ridicolmente tagliati a scodella. E lo sguardo impassibile.
“Sniff! Poveri ragazzi!” Disse Anri, combattendo con scarso successo contro le lacrime.  In piedi accanto ad Ego.
“Stai piangendo come una stupida Anri-chan…” Fu il commento secco di lui. La trattava sempre come una scarpa vecchia.
“Lei è davvero senza cuore, Signor Ego! Capisco che non si possa fare nulla per l’amore non corrisposto di Mikage Reo, però abbiamo il dovere morale di avvisare Chigiri che in realtà Kunigami è-” Si ritrovò un dito di lui davanti alle labbra.
“Non faremo un bel niente. Se quella storia d’amore da orticaria può motivare Chigiri ad impegnarsi, ben venga! Ma non voglio che questo interferisca con l’altro progetto.”
Arrabbiata, lei tolse quel dito odioso colpendolo con uno schiaffo. “Lei è un mostro!!!”
“Pensala come vuoi, ma sappi che il vero mostro sarà lo stesso Kunigami, se riuscirà a superare la prova a cui lo stiamo sottoponendo.” Sfoggiò un sorriso sadico, fiero di se stesso. “E allora vedremo se il loro amore è così forte come credono!”
  
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