Katsuki aveva capito che nel giro di tre fottuti secondi sarebbe morto.
Cioè, letteralmente - letteralmente morto.
La sua vita sarebbe fottutamente finita.
Per lo meno si sarebbe aspettato una grande esplosione, un qualcosa di travolgente: un incidente aereo, un disastro ferroviario; quelle cose che sì, rimanevano impresse a cera lacca nella storia e nella memoria collettiva. Decisamente non si aspettava che sarebbe morto in casa, nella sua fottuta cucina, in una stupidissima mattinata di sole autunnale.
Katsuki avrebbe voluto i fuochi d’artificio, cazzo, granate che piombavano dal cielo, AK47 che mitragliavano sulla fottuta folla. Ma decisamente non questo.
Puff.
Una piccola implosione.
Una sorta di auto-detonazione istantanea.
Esploso solo su sé stesso, come il più grande degli stronzi, e del suo corpo non ne sarebbe rimasta più traccia. Se non sui mobili bianchi della sua ex – doveva considerarla ormai ex? – cucina. Ed auguri al suo vecchio bastardo a pulire quel merdoso macello di sangue e merda.
“Che cazzo hai detto, vecchio?”
Masaru inspirò una pesante boccata di ossigeno dal naso. “Ho detto che, questa casa, si farà un po' più affollata d’ora in poi.”
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[BakuDeku]