fece Merlin, l’incredulità sul suo viso.“Stai scherzando. Avalon?”,
Lui ed Arthur erano già a cavallo, in marcia, quando il Re gli aveva rivelato la destinazione del loro viaggio.“Hai mantenuto tutto questo mistero fino ad oggi per Avalon?”.
“Fai lo schizzinoso? Mi ricordavo ti fosse piaciuto stare lì”.
“Beh, se escludi il fatto che i primi giorni ho vissuto con il terrore che la magia non ti tenesse in vita e che poi ho dovuto lavorare per tre per tutto il tempo… Sì, mi è piaciuto, in effetti”,
esclamò indignato Arthur, guardandosi intorno alla ricerca di qualcosa da lanciargli, che ovviamente non trovò.“Ehi!”,
fece, alzando le spalle, un espressione innocente sul viso.“Appena sono stato meglio ti ho sempre detto che volevo aiutare. Ma siccome sei un assoluto testardo…”
“Cosa sei venuto a fare alla Caverna di Cristallo, Emrys?”
La voce della Dea era indagatrice.
“Devo sapere. Devo conoscere qual è il futuro di Arthur. Perché se anche stavolta fosse in pericolo …”.
“Sai che non puoi sovvertire il Fato, Emrys”.
“Io posso. Ho piegato la morte anni fa, ed ero giovane. Ora sono più potente”, disse,alzando gli occhi, sicuro di sè. “Voglio che Arthur resti vivo”.
osservò il Sovrano, con un malcelato tono di preoccupazione nella voce, interrompendo i suoi pensieri.“Sei silenzioso. Troppo silenzioso”,
lo assicurò lo stregone, ed era vero. Solo, avrebbe voluto parlare con Arthur di quello di cui era venuto a conoscenza. Detestava non poterlo fare.“Sto bene, Arthur”,
fece Arthur, spiazzandolo e acuendo il suo senso di colpa. La sua magia era sempre più diretta con il Re. Del resto, lo considerava suo.“So che stai pensando al tuo viaggio. E anche lei, mi gira intorno come se volesse dirmi qualcosa”,
sussurrò, con una lieve punta di amarezza.“Mi spiace”.
“Non devi. Ognuno di noi ha una parte che l’altro non può avere, no?”,
No, Arthur. Io sono tuo. Tutto di me è completamente tuo, pensò Merlin, ma tacque.
“E cosa farai per tenerlo in vita?”
“Qualunque cosa. Chidetemi qualunque cosa, e io la farò”.
“Oh, Emrys, tu quasi un Dio, prostrato ai piedi di un Mortale”, sentenziò la Dea.
“Arthur è tutto per me. Voglio proteggerlo, amarlo. Voglio costruire Albion con lui”, fece lo stregone. “Come mi è stato detto. Mantenete il nostro destino”.
chiese Arthur.“Sei sicuro che possiamo lasciare i cavalli?”
“La mia magia li terrà al sicuro. Non si allontaneranno, e troveranno facilmente da mangiare. Andiamo. La barca è pronta”.
Arthur non poteva fare a meno di catturare con lo sguardo tutte le volte che gli occhi di Merlin si coloravano d’oro liquido. Li adorava. Lo facevano sentire come il privilegiato spettatore di una meraviglia.
ruppe il silenzio lo stregone, mentre mangiavano accanto al fuoco.“Allora”,
“Me lo dici perché siamo qui?”.
precisò il Re.“Sai che è trascorso un anno dalla prima volta in cui siamo arrivati? Cioè, da quando tu mi ci hai portato. Io non ero cosciente”,
Merlin annuì. Un brivido lo percorse. Non voleva ricordare.
iniziò Arthur,“Ti ho chiesto di venire qui”,
“Perché è il nostro posto, e devo fare una cosa prima. Intendo, prima di combattere, se combatteremo. Semmai io …”.
tagliò corto Merlin.“Non morirai”,
Arthur si voltò puntando i suoi occhi in quelli dell’altro. Blu nel blu, mare e oceano. Stessa acqua, stessa anima profonda.
sussurrò Arthur.“Come…”.
“Lo so e basta”.
“La Caverna”,
Merlin non rispose. Restò immobile, senza distogliere lo sguardo. Implorandolo di tacere, ma senza smentire. Il suo respiro appena percettibile.
disse il Re, tornando alla domanda di Merlin.“E comunque… C’è una cosa… Che devo darti”,
Lo stemma dei De Bois.
esordì Arthur, la voce che tremava appena,“Questo sigillo”,
Merlin sgranò gli occhi, il cuore gli rombava nel petto. Deglutì a fatica alla ricerca di parole.“apparteneva a mia madre. È il solo oggetto che ho di lei, oltre all’anello che indosso. Voglio…Voglio che tu lo prenda. Che sia tuo”.
balbettò. Ma Arthur glielo porse, prendendogli una mano.“Arthur io… Non posso. Questo è… Non è a me che devi darlo”,
“Taci. Non mi interrompere. Non mi interrompere, o tutto il coraggio che ho cercato, svanirà”,
Arthur incespicava con le parole, per tirale fuori dopo tempo, dopo così tanto tempo,“Voglio che tu sappia”,
“che non mi importa se c’è una parte di te che non posso avere. Sei la persona che conta di più nella mia vita. Quella che…Che amo sopra ogni altra. Sopra ogni altra”.
“Tutti i tuoi sacrifici. Quello che hai fatto e fai per me… Il modo in cui mi ami… Io non ne sono degno. Sono solo un uomo, tu una straordinaria creatura immortale. Ma ringrazio gli Dei, il Fato, chiunque mi abbia legato a te”.
gli disse con dolcezza, ma anche la sua voce era incrinata ora.“Non piangere”,
lo zittì, roco, stringendolo più forte.“Arthur…”.
“Sssst. Non dire nulla”,
Rimasero in silenzio, come Arthur aveva chiesto. Le mani unite stringevano ancora lo stemma.
fece Merlin dopo un po’.“Non dire più che non sei degno”,
E anche tu lo sei. Lo sarai.“Perché lo sei. Sei degno e io rifarei tutto quello che ho fatto. Tutto. Sono tuo. Completamente, Arthur”.
“Ma tornerà”.
“Sì, Emrys. È tuo, ti appartiene. Tornerà”.
“E allora soffrirò. Non mi importa”.
mormorò Arthur.“Solo per me, mi hai detto un anno fa”,
“Solo per te”.
“Allora starai con me sempre”.
“Sempre. Sempre e per sempre”.