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Autore: Rosette_Carillon    16/05/2023    0 recensioni
[Serie 'Il convento di Santa Scolastica'.]
La stagione calda è ormai alle porte, l'aria profuma di fiori e temporali estivi.
Dal testo.
Ha preso degli antichi calici che i precedenti proprietari della villa avevano lasciato lì, e li ha colmati di fiori. In tutto sono sei.
Eulalie avrebbe voluto intrecciarglieli fra i capelli quei fiori, trascorrere lunghe ore a pettinarle le lunghe onde castane, e prendersi tutto il tempo del mondo a decorarle.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
- Questa storia fa parte della serie 'Il convento di Santa Scolastica'
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Note: questa storia fa parte di una serie, ed è l’ultima in ordine cronologico. Consiglio pertanto di iniziare dalla prima storia, altrimenti credo sia difficile capire la trama.
Buona lettura :)!


 
                                            Antica eterna danza
 
 
 
 
 
 
 
 


Villa Serena profuma di rose, e la loro stanza ha il delicato sentore di fiori d’arancio.
Le rose le hanno colte le bambine, e hanno trascorso il pomeriggio a sistemarle nei vasi di stanze e corridoi.
I fiori d’arancio, invece, li ha colti Hildegard una sera dopo i vespri, e li ha sistemati lei nella loro stanza.
Ha preso degli antichi calici che i precedenti proprietari della villa avevano lasciato lì, e li ha colmati di fiori. In tutto sono sei.
Eulalie avrebbe voluto intrecciarglieli fra i capelli quei fiori, trascorrere lunghe ore a pettinarle le lunghe onde castane, e prendersi tutto il tempo del mondo a decorarle.
Hildegard nuda sul loro letto, con solo quei fiori fra i capelli era una visione eterea e dannata allo stesso tempo.
Il loro letto…
Loro.
Lì si rintanavano ogni notte, al riparo da occhi indiscreti, l’una fra le braccia dell’altra, profumando di gesso e incenso, scuola e chiesa: i due luoghi in cui trascorrono le loro giornate.
Si addormentavano mentre la chiesa del paese batteva le ore, stanche per la lunga giornata, ma serene di poter essere ancora assieme e fiduciose nel domani.
C’erano notti, però, in cui Eulalie lasciava che Hildegard si addormentasse mentre lei restava sveglia a guardarla. Le capitava spesso di temere il giorno in cui non si sarebbero più svegliate l’una accanto all’altra.
È primavera inoltrata, non manca molto all’inizio dell’estate, e le lunghe giornate stanno già diventando abbastanza calde da costringere le abitanti della Casa a tenere aperte le finestre.
Un vento gentile scuote le tende, le fa danzare, e si insinua nel salotto tirando la gonna di Eulalie, china su un vaso di rose.
In certi momenti sente particolarmente la mancanza di quelle settimane trascorse in quella Villa da sola con Hildegard, quando ancora le suore e le bambine non si erano trasferite.
Loro due, e il silenzio delle stanze riempito dalle loro risate.
Una mano dalle dita gentili si allunga a prendere un bocciolo che sta appena iniziando a schiudersi, e lo sfila dal mazzo sistemato nel vaso.
Eulalie si solleva mentre la mano si allunga verso il suo volto.
<< Ferma, >> mormora Hildegard, le labbra piegate in un sorriso divertito che le illumina lo sguardo, mentre le sistema il fiore fra i capelli.
<< Che fai? >> cerca di fermarla. << Cosa diranno-? >>
<< Chi? >> chiede lei, fingendo di non capire. Il suo sguardo, però, rivela una consapevolezza a cui non vuole dare importanza << E cosa dovrebbero dire, esattamente? >> continua, sistemando delicatamente alcune ciocche sfuggite all’acconciatura. << Le mie alunne mi mettono fiori fra i capelli, e io ne intreccio fra i loro, >> le sfiora una guancia con le dita fresche.
Eulalie la lascia fare in silenzio. Teme che possa bastare anche solo un minimo movimento da parte sua per interrompere quel momento, far terminare quelle gentili attenzioni che per lei non sono mai abbastanza.
Hildegard le sorride, e lei la abbraccia. Si getta fra le sue braccia, circondandole i fianchi e affondando il volto nell’incavo del suo collo: profuma di rose, la rosa damascena dell’incenso che usano in Chiesa, e gesso di lavagna.
Le braccia dell’altra le circondano le spalle.
<< Ti ho immaginata completamente nuda, su un letto di fiori d’arancio. >> Non sa bene perché glielo stia dicendo. Se da un lato lo teme, desidera il giudizio dell’altra sui suoi pensieri.
Lo attende, e spera benevolo e comprensivo.
<< Che fortuna, allora, >> ride piano << avere sia un letto, che tanti fiori profumati… >>
Eulalie la stringe più forte, mentre un fresco vento che annuncia l’estate scuote le loro gonne, e Hildegard si china su di lei trascinandola in un morbido bacio.
Si allontana ridendo piano, ed Eulalie cerca di fermarla prima di ricordarsi che sono in un salotto dove chiunque potrebbe entrare. Mentre ancora cerca di realizzare cosa sia successo, l’altra la prende per mano << andiamo a cena, >> la invita, trascinandola con sé, le labbra piegate in un sorriso gentile.
Quella notte il seno di Hildegard sa di fiori, e le sue labbra di vino rosso. Il suo corpo è caldo, avvolto dalle morbide coperte che le proteggono nelle notti ancora fredde.
All’esterno, la pioggia ha cominciato a riversarsi sui colli dal cielo nero: il giorno dopo la valle avrà profumo di terra bagnata.
 
 

 



 
  
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