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Autore: theladyontheship    18/05/2023    0 recensioni
La giovane Abigail Morgan non aveva mai servito su una nave da guerra.
Ma ora si trovava a inseguire una nave corsare a bordo della HMS Surprise, capitanata dal famoso Jack Lucky Aubrey.
E in questa avventura, tra pirati, ufficiali, alleati e nemici, cercherà di cambiare le sorti del proprio destino.
Genere: Avventura, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: Incompiuta
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Fu un tuono a svegliare il tenente Pullings.

O forse il rumore delle stoviglie.

Aprì gli occhi, per un istante fu confuso, poi ricordò, non era sulla Surprise, era in una locanda di un paesino sperduto del Brasile.

Si sollevò a sedere, dalla finestra poteva vedere il violento temporale che si abbatteva sugli alberi scossi dal vento.

“Ben svegliato.” disse Abigail.

Lui si voltò a guardarla, le sorrise. Poi si rese conto di essere ancora nudo, imbarazzato si alzò e infilò velocemente i pantaloni e la camicia.

La ragazza ridacchiò di fronte a quel pudore, in fondo non era nulla che lei non avesse già visto la sera prima.

Thomas la raggiunse al tavolino nell’angolo della stanza e si sedette di fronte a lei.

“Sono andata a prendere la colazione.” disse Abigail versandogli una tazza di caffè brodoso “Non è buono come quello di Killick, ma con lo zucchero migliora. In compenso questo pane dolce è delizioso.”

Thomas concordò, il caffè non era un granchè ma scaldava lo stomaco. Il dolce invece era un sollucchero.

“Avete dormito bene?” gli chiese.

Lui annuì: “Profondamente. Ero esausto. E Voi?”

"Decisamente bene.” bevve un sorso di caffè poi gli mostrò la cartina “Ho scoperto una cosa parlando con la locandiera. Ci ha presi in simpatia, le abbiamo fatto una bella impressione.” rise.

“Davvero?” domandò Thomas.

“Sì, mi ha detto che apprezza il fatto che seppur così giovani vogliamo impegnarci per fare del bene e che vogliamo mettere su famiglia presto.” rispose Abigail, arrossendo un pò.

“Mettere su famigli…OH.” esclamò Thomas, e tossì imbarazzato. Evidentemente qualcuno li aveva sentiti la sera prima e aveva spettegolato con la locandiera.

“La signora mi ha detto che c’è un avamposto britannico a circa tre ore di cammino da qui. E così ho notato una cosa.” Abigail puntò il dito sulla cartina “La caserma dovrebbe essere qui, ma come vedete non c’è segnato nulla. Non è strano?”

Thomas si piegò sulla mappa: “In effetti il capitano Hammond avrebbe dovuto farlo segnalare, sono informazioni vitali per le spedizioni militari.” si grattò la testa “Sì, è sospetto.”

“Conferma la teoria della talpa nel suo ufficio. Forse qualcuno ha scambiato le cartine.” ipotizzò Abigail “Non stiamo pensando che Hammond sia coinvolto, vero?”

Pullings la guardò: “Non possiamo escludere niente.”

“Ma Hammond, Voi lo conoscete? Potrebbe avere motivi per intralciare la nostra missione?” chiese lei.

“Non lo so. Conosco la sua reputazione di ufficiale integerrimo e fedele.” ammise Thomas.

Abigail disse: “Mi sovviene solo ora…Ieri ho affrontato uno dei nostri aggressori, gli ho dovuto sparare…mi ha chiesto di andare con lui, ha detto che sarei stata pagata bene. Ma non so da chi.”

“Immagino dai francesi.” dedusse Thomas “Stanno impiegando molte risorse per fermarci.”

si alzò e iniziò a camminare nervosamente per la stanza, riflettendo “L’Acheron sa che la stiamo braccando e ci ha attaccati. Possibile che abbiano deciso di agire anche sulla terraferma? Ma come possono avere contatti con i nostri delegati in Brasile? Sono corsari, non sono militari…”

“O forse lo sono!” esclamò Abigail “E se i francesi avessero arruolato i pirati come sabotatori durante la guerra? Lo abbiamo fatto anche noi Britannici nei Caraibi.” gli ricordò.

Thomas si sedette sul letto, riflettè: “Avete ragione. I pirati attaccano le navi che portano rifornimenti in Inghilterra, è una guerra parallela che ci danneggia. Molto arguto signorina Morgan.” si complimentò “I francesi proteggono l’Acheron usando le loro spie nel nostro quartier generale. E qui torniamo alla mappa contraffatta, ci hanno mandati allo sbaraglio di proposito.”

“Quindi cosa facciamo?” chiese lei avvicinandosi al letto.

“Dobbiamo raggiungere l'avamposto e chiedere aiuto, avranno certamente dei cavalli, conoscono la zona, potrebbero scortarci fino a Porto seguro.” Thomas guardò fuori dalla finestra “Aspetteremo che finisca questo temporale, non è sicuro avventurarsi in una zona sconosciuta con questo tempo.”

Abigail annuì: “Mi sembra una buona idea. Nel frattempo” si sollevò la gonna e gli montò a cavalcioni “come potremmo passare il tempo? Avete qualche idea?”

Thomas ridacchiò imbarazzato: “Abigail…non dovremmo…”

“Ah no? E perchè?” chiese lei, iniziò a sfilargli la camicia, fece scivolare le labbra sul suo collo.

Il tenente Pullings non riusciva a trovare una motivazione davvero sensata. E ce ne erano, e molte, ma in quel momento non gli venivano in mente.

Infilò le mani sotto la sua gonna, iniziò ad accarezzarla con le dita, Abigail gemette e lo baciò sulla bocca.

Armeggiò con i suoi pantaloni, lo prese tra le sue mani e lo guidò dentro di sé.

Si mosse dolcemente, poi sempre più veloce, Thomas le prese il viso tra le mani e la baciò, le baciò le labbra, il collo, una mano scivolò sul suo seno e lo strinse forte.

Nel venire si accasciò sul letto, le strinse forte le cosce, chiuse gli occhi.

La sentì prima ridere e poi sdraiarsi accanto a lui, ansimante.

Riaprì gli occhi e incrociò lo sguardo di lei.

Fuori continuava a piovere.


Sulla nave il tenente Simpson cercava di dare un senso alle informazioni che aveva raccolto.

Abigail Morgan, morta a 17 anni in seguito a un aborto malriuscito.

Abigail Morgan, rediviva che si prostituiva per un ufficiale della Marina britannica.

L’ospedale universitario che usa delle sventurate per gli esperimenti. 

Come poteva mettere insieme tutto perché avesse un senso?

Pensò che solo il signor Bush sapeva la verità.

Come poteva essere coinvolto? 

Lo era davvero? 

Simpson si chiese se non stesse cercando a tutti i costi una correlazione tra cose lontane tra loro.

Però c'era una cosa che il tenente faceva spesso, Simpson glielo aveva visto fare diverse volte.

William Bush annotava tutto su un diario. 

Brevi frasi, nomi, pensieri. 

Simpson non aveva mai letto quelle pagine ma era sicuro che lì avrebbe trovato qualche risposta.

In quel momento era da solo nella cabina degli ufficiali, poteva agire indisturbato ma doveva essere veloce.

Andò verso il letto del signor Bush, infilò la mano sotto al materasso, le sue dita toccarono subito la copertina in pelle, Simpson sorrise e tirò fuori il diario.

Velocemente tornò sul suo letto per leggerlo.

Gli appunti del signor Bush andavano indietro di un anno e mezzo.

Sfogliò le pagine, c'erano tante annotazioni, sicuramente tutte potevano essergli utili ma lui cercava informazioni precise.

Trovò alcuni riferimenti ad Abigail, annotazioni dei soldi che lui le aveva dato.

Le dava giusto ciò che bastava per comprare qualche effetto personale, il resto della paga lo tratteneva il signor Bush, sembrava che stesse scalando quei soldi da una cifra ben precisa.

La cosa interessante è che la ragazza era segnata come Abigail S.

S.

Non M, come si sarebbe aspettato. Un secondo nome? No, era certamente il cognome.

Chi sei veramente Abigail?


“Parlatemi di questa qui.” disse Abigail accarezzando la linea della cicatrice che il signor Pullings aveva sulla guancia destra.

Erano ancora sdraiati sul letto, nudi, le lenzuola all’altezza della vita, Abigail era distesa a pancia in giù e aveva deciso di scoprire l’origine di tutte le cicatrici che vedeva sul corpo di Thomas.

“Un paio di anni fa attaccammo una nave pirata. Ebbi un corpo a corpo con un marinaio. Mentre lottavamo mi spinse contro una finestra rotta, il vetro mi tagliò il viso.” rispose lui “In quel momento ho temuto di perdere l’occhio, c’era tanto sangue. E Voi invece, come Vi siete fatta questa cicatrice?” chiese indicando una piccola bruciatura rotonda sul suo seno sinistro.

Abigail si sollevò sui gomiti: “Un regalo del signor Bush. Mi ha bruciata con una sigaretta, erano le prime settimane che ero con lui. Mi ribellavo all’epoca e lui ha curato così la mia testardaggine, parole sue. Da allora ho capito che era meglio accettare la situazione senza protestare.”

Thomas era inorridito: “Abigail, è terribile, io non avevo idea, non avrei dovuto chiedere…” 

“Oh non dovete scusarVi, non ho problemi a parlarne. Vedete invece questa?” con lo sguardo indicò una linea rossa che solcava la sua  pelle poco sopra la natica sinistra “Una scudisciata data con troppo vigore da un amico del signor Bush.”

Pullings scosse la testa: “E ha lasciato che un uomo vi frustasse?”

“Lui era nella stanza con noi, gli piace guardare certe volte.” rispose lei.

“E’ inaccettabile che Vi tratti così, sapevo che era uno str…” Thomas si interruppe.

“Stronzo?” rise Abigail.

“Una persona discutibile e volgare.” si corresse Pullings “Ma non credevo fino a questo punto. E come fate a sopportare tutto questo? Dovreste dirlo al capitano Aubrey, lui non tollera certe aberrazioni.”

“E cosa potrebbe fare il capitano? Ve lo dico io, niente.” rispose Abigail “Certo potrebbe redarguire il tenente ma poi? Non cambierebbe nulla, quelle come me non hanno diritti da rivendicare.”

Thomas annuì, comprendeva quanto fosse complicata la situazione, anche se ancora non capiva perché Abigail accettasse di essere la sua schiava sessuale.

“Cosa è successo alla Vostra famiglia?” le chiese girandosi verso di lei su un fianco.

“Non Ve ne posso parlare.” rispose Abigail.

"Perché? Sì, lo so, potrei farmi molto male, me lo avete detto ieri.” la anticipò lui “Avete un alleato in me Abigail. Forse non potrò salvarVi ma magari potrò aiutare, in qualche modo.”

“Non potete, ma grazie.” disse lei e gli baciò le labbra con delicatezza.

“Non provate a sviare la mia attenzione.” disse lui con finta severità, e Abigail rise.

La ragazza rotolò sulla schiena, sospirò: “La famiglia Bush, credo lo sappiate, è tra le più influenti della Marina britannica. Il nonno di William è un ammiraglio, suo padre è morto ma era già un capitano di alto grado quando avvenne. Il destino che gli si presentava era chiaro, continuare a dare lustro a questa dinastia di ufficiali.

E la sua famiglia impedirà qualunque intromissione in questa personale missione.”

Thomas annuì: “E’ risaputo che l’ammiraglio Archibald Bush ha favorito il nipote…”

“Non si tratta solo di raccomandazioni, si tratta di insabbiare scandali, eliminare concorrenti pericolosi.” spiegò lei.

Thomas sapeva che aveva ragione, sapeva di ufficiali trasferiti solo per permettere al giovane William Bush di avere più possibilità di carriera. Ma sugli scandali, come era comprensibile, non sapeva nulla.

“E Voi avete a che fare con quale delle due cose?” le chiese.

Abigail lo guardò, sentiva di poterglielo dire, voleva dirglielo, ma a che prezzo: “Non voglio che corriate dei rischi Thomas, se Ve ne parlo cambierà tutto. Non potrete fare più finta di nulla.”

"E non è un bene?"

"No, perché vorrete fare qualcosa, vi esporrete e metterete a rischio la Vostra carriera." disse Abigail.

"Vi prometto che non farò nulla senza il Vostro consenso." insisté Pullings "E trattavo già il tenente Bush con una certa freddezza, non capirà che io so la verità."

Abigail si mise a sedere, lo guardò. 

Era da tanto che aveva bisogno di un amico, e ora lui era lì, e voleva solo aiutarla, prendersi cura di lei.

"Ah! Perché non Vi ho incontrato prima Thomas Pullings!" disse Abigail con una risata amara.

"Sono qui adesso." rispose semplicemente lui mettendosi seduto “Cosa ha fatto Vostro fratello?”

La ragazza si morse un labbro: “Lui è l’esempio lampante di ciò che Vi dicevo. Ha fatto un torto al signor William Bush. E guardate come è andata a finire.” poi guardò fuori dalle finestra: "Ha smesso di piovere." gli rispose, sentì come un nodo alla gola e lo abbracciò.

Thomas la strinse, era evidentemente che lei non gli non avrebbe detto più nulla.

E che quella parentesi idilliaca in cui si erano rifugiati era terminata.

Dovevano tornare sulla Surprise.


“Il signor Bush è fortunato ad avere un amico così devoto che viene a fargli visita.” commentò il dottor Maturin.

Simpson, seduto al capezzale del tenente, annuì: “Confido che si svegli, è un uomo determinato.” 

“Concordo, ha una fibra forte.” rispose Maturin.

“Dottore, posso chiederVi una cosa? Ieri sono stato dal signor Murray, lo ricorderete dalla cena con gli ufficiali, era abbastanza ubriaco e mi ha raccontato delle storie un po' raccapriccianti."

Simpson aveva passato la notte ad arrovellarsi e poi aveva capito che la matassa relativa agli ospedali e agli esperimenti poteva essere sciolta solo da un dottore, e sulla Surprise ce n’era uno molto competente.

“Chiedetemi pure.” disse Maturin sedendosi su una branda libera.

“Non so perché, forse era l'alcol a parlare, ma a un certo punto si è messo a dire che gli ospedali universitari e i manicomi prendono delle povere sventurate dalla strada per fare esperimenti. Vi risulta?”

Maturin sospirò: “Il progresso scientifico spesso procede di pari passo con la mancanza di umanità da parte di chi studia e fa ricerca. Ahimè sì, molte persone povere sono state pagate per partecipare ad esperimenti, spesso fatali. A loro dobbiamo molta gratitudine. E anche chiedere perdono credo."

“Ricordate qualche medico che ha esagerato, superato qualche limite? Murray diceva che ce n’erano diversi, che si accanivano in particolare su povere prostitute.” lo incalzò Simpson.

Maturin lo guardò sospettoso, ma pensando che si trattasse solo di macabra curiosità disse: “Sì, ricordo Albrecht, faceva studi sulla cancrena. O Sheridan. Lavorava in un manicomio fuori Londra, lì ha condotto numerosi esperimenti sulle giovane donne ricoverate.”

“Che tipo di esperimenti?”

“Sheridan era un chirurgo che si era appassionato alla psichiatria. Il suo intento era trovare una cura per l’isteria, quindi bagni ghiacciati, costrizione con cinghie. Poi passò alle operazioni chirurgiche.” spiegò Maturin “Rimozione dell’utero. Sapete per molti miei colleghi l’isteria risiede nel grembo materno. Utero dal greco hystera. Rimuovendo l’organo la donna dovrebbe magicamente guarire.” scosse la testa "Una pratica inutile se lo chiedete a me."

"Quindi questo Sheridan avrebbe saputo ad esempio praticare un aborto?" chiese Simpson.

Maturin lo guardò sorpreso: "È curioso che lo chiediate."

"Perché?"

"Si vociferava che in Irlanda da giovane praticasse aborti clandestini. Ragazzine che si prostituivano o che venivano ripudiate dalla famiglia perché incinte." rispose Maturin "Perché me lo chiedete?" 

Simpson improvvisò: "Oh il signor Murray sosteneva che alcuni medici ecco…togliessero le castagne dal fuoco ad alcuni uomini della Marina, se capite cosa intendo…era nato da lì il discorso."

"Un medico compiacente lo si trova sempre." disse Maturin "Io non ho mai conosciuto il dottor Sheridan, ma dalle voci che giravano non sembrava avere tanti scrupoli. Ho soddisfatto la Vostra curiosità?"

"E tranquillizzato il mio animo, grazie. Sono storie terribili, ma almeno ora capisco." rispose Simpson "E questo Sheridan, esercita ancora?"

"Oh no, ebbe un incidente che gli tolse parzialmente l'uso di una mano, da allora si è dedicato all'insegnamento, ma forse ormai si sarà ritirato anche da quello." disse Maturin.

Simpson annuì e lasciò l'infermeria.

La sua mente pensava velocemente.

Dottor Sheridan.

Sheridan come S.

Abigail S.

Una lettera puntata che poteva essere la soluzione di tutto.




 
   
 
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