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Autore: hermione_W    04/06/2023    0 recensioni
Chad afferrò le spalle di Ryan di fronte a lui, e chiuse gli occhi.
Inspirò.
Zucchero a velo. Questo, ciò che riuscì a percepire.
Espirò.
Ma non vedeva l’ora di inspirare di nuovo.
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Chad Danforth, Ryan Evans
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 1

“Ehi Evans…Non dico che ballerò. Ma se cambiassi idea…Cosa dovrei fare?”

Uscire fuori dalla comfort zone per Chad Danforth era sempre stato un problema. Sembrava che pronunciare quelle parole gli fosse costata tutta l’energia rimanente dall’incontro di baseball appena terminato. Il sole era cocente quella mattina, e ad aggiungersi al caldo soffocante c’era la sensazione sgradevole del terreno che sfregava sulla sua pelle. Non era in grado di stabilire se si aspettasse davvero una risposta. Sapeva soltanto che l’esito di quel match lo aveva caricato di adrenalina tanto da indurlo a pensare di tentare qualcosa di nuovo.

Ryan Evans ascoltò la domanda di spalle. Esitò qualche momento prima di allontanarsi e lasciarlo nel dubbio, acclamato dalla folla dei Wildcats. Ciò che il bruno non vide fu il sorriso con cui l’altro ragazzo si congedò.

Tutto al Lava Springs esprimeva classe, persino gli spogliatoi del campo da baseball. La sala era completamente in pietra beige, con alte arcate e pilastri laterali stile Antica Grecia. Impegnandosi per non sembrare imbambolato alla vista della struttura, Chad si avvicinò ad uno degli armadietti, in tinta con le pareti, e vi posò la sua biancheria. Sciolse i capelli voluminosi che aveva raccolto in un codino in occasione della partita e si tolse i vestiti, prima di entrare in doccia.

Quando ebbe finito, si guardò attorno cercando di captare qualche presenza scomoda e, accertatosi di avere campo libero, indossò un asciugamano del Club attorno alla vita, di cui non era sicuro di poter usufruire in qualità di dipendente.

Non si accorse però di alcuni passi che lo raggiunsero nel giro di qualche secondo. Era già pronto a scusarsi nel caso fosse qualcuno della sicurezza, ma con sua sorpresa non si trattava di quello.

“L’hai già cambiata la tua idea, Danforth. Te lo si legge in faccia.”

Chad si voltò e vide Ryan, che gli rivolse un mezzo sorriso. Non era sicuro del fatto che Chad fosse contento di sentirselo dire, quindi fissò negli occhi il bruno quasi sfidandolo, curioso della sua reazione.

Quest’ultimo squadrò il biondino, che indossava solo un accappatoio e delle infradito. “Allora lo togli il cappello quando fai la doccia, non ci avrei mai scommesso.“ Sbottò Chad, ridendo tra sè.

Fu subito chiaro a Ryan di aver colpito Chad, tanto da fargli cambiare discorso.

“Ebbene sì, ho dei capelli da lavare, sai…”. Chad sorrise, genuinamente divertito dalla situazione, e ad un tratto sembrò ricordarsi della frase precedente.

“Cosa ti fa pensare che sarei una buona aggiunta per il tuo spettacolo, Evans?”

Ryan riflettè un attimo, scorrendo mentalmente ciò che aveva visto durante il baseball. E durante tutte le partite dei Wildcats a cui aveva assistito. Dopotutto, il basket era l’unico modo per poter ammirare dei ragazzi passando inosservati, senza attirare sguardi sospetti, anche se era quasi completamente sicuro che tutta la scuola sapesse del suo essere gay.

“Hai grinta e dei movimenti sinuosi. E sei anche molto flessibile, da quello che ho potuto notare. Direi che saresti un’ottima aggiunta al mio corpo di ballo.”

Chad sembrò compiaciuto dalla descrizione, ma dentro di sè un sentimento contrastante lo bloccava. La sua esperienza con il ballo era cominciata e finita con la recita delle elementari e non aveva assolutamente più intenzione di tornare a farlo, soprattutto dopo le prese in giro dei suoi compagni a cui ballare non piaceva. Perchè a Chad piaceva in realtà, ma non lo avrebbe mai ammesso.

Scacciò questi spiacevoli pensieri e si concentrò sul ragazzo di fronte a lui. Aveva uno sguardo calmo e profondo, e i suoi occhi blu non smettevano di incontrare i suoi nocciola.

“Non mi hai ancora detto cosa dovrei fare però”.

Ryan sbuffò in un sorriso e abbassò per un attimo lo sguardo, prima di tornare a guardarlo.

“Cerca un palcoscenico. Resta al centro e ascolta le tue sensazioni. In base a quello capirai se sei pronto.”

A sentire quelle parole, lo stomaco di Chad fece un sussulto. Probabilmente aveva ragione. Gli sarebbe piaciuto ma non era pronto. Ryan sembrò percepire questa insicurezza e continuò.

“Non devi avere fretta. L’importante è che tu sia a tuo agio con te stesso. Non deve essere una forzatura. “

Chad guardò Ryan da capo a piedi. Attese qualche secondo prima di parlare, con tono incerto.

“È stato sempre così facile per te? Fare ciò che ti pareva senza pensare ai giudizi della gente?”

Ryan non sembrò colpito dalla domanda, ma piuttosto dal perché l’aveva posta, e mantenne il suo tono pacato, nonostante stesse varcando un lato personale per lui ancora pungente.

“In realtà non è stato mai stato semplice essere me stesso, ma ho sempre deciso di seguire i miei desideri. Però se ti chiedi se ho mai pensato di omologarmi alla massa…Si, molte volte.”

Chad cambiò espressione e gli si strinse il cuore per un attimo.

Ryan fece una breve pausa, esitando per qualche istante, ma continuò “Arrivi ad un momento in cui pensi di rinunciare a te stesso per accontentare gli altri. All’inizio ti sembra che sia la cosa giusta da fare, vedi la tua famiglia, i tuoi amici, che ad un tratto sono più fieri di te, ma poi la magia finisce, e senti un macigno che quasi ti soffoca.”

Lo sguardo del biondo si incupì leggermente, e abbassò lo sguardo un paio di volte, ma continuò a mantenere la sua solita calma.

“Per cui ti dico, spesso non è semplice. Ma se credi ne valga la pena, buttati.”

Chad fissò il ragazzo di fronte a sè. Era la prima volta che lo sentiva parlare così, anzi, forse la prima volta che lo sentiva parlare senza Sharpay. In realtà non aveva mai avuto occasione di parlarci direttamente, ma aveva sempre avuto l’idea che Ryan fosse un po’ snob e viziato, dall’alto dei suoi outfit scenografici e costosi. Ma ora, praticamente in accappatoio di fronte a sè, era semplicemente un ragazzo che aveva appena messo allo scoperto le sue incertezze. Lo fissò intensamente negli occhi, quasi come se volesse cercare di scavare di più nella sua anima.

“Non so se ho abbastanza coraggio per farlo. Probabilmente in questo sei più bravo di me. “

Ryan gli sorrise timidamente e arrossì leggermente. Non era una situazione molto semplice da gestire, doveva essere sincero. Non ricordava quando fosse stata l’ultima volta in cui si era trovato in una situazione così particolare con un altro ragazzo. Probabilmente solo agli spogliatoi di nuoto alle scuole medie, considerando il fatto che non aveva mai avuto il coraggio di approcciare qualcuno, ma non era mai stato neanche oggetto d’interesse da parte di altri. Nella sua classe, alla East High, non era molto legato ai suoi compagni anzi, avrebbe detto per nulla. Ma da qualche tempo iniziava a pensare che questo disinteresse da parte degli altri nei suoi confronti dipendeva da Sharpay e da come lo controllasse dappertutto, tanto che a tratti diventava difficile anche sgusciare in bagno o a pranzo da solo. Se proprio doveva dirla tutta, era stanco di questo trattamento. Sentiva il bisogno in qualche modo di far vedere che esistesse anche lui nel mondo, e lo spettacolo con i Wildcats si stava rivelando davvero un’ottima occasione. Tuttavia avere Chad Danforth a petto nudo di fronte a sè lo metteva a disagio. Aveva paura di non riuscire a mantenere la concentrazione sul discorso, ma fortunatamente ne uscì indenne.

“Se hai bisogno di un supporto, conta su di me. Fonti esterne mi hanno detto che sono un buon motivatore.” Gli rivolse un occhiolino. Un occhiolino. Non sapeva neanche come gli fosse uscito o da dove gli saltò in mente. Sperò vivamente che Chad non se ne fosse accorto, ma sarebbe stato impossibile non notarlo.

Chad vide l’occhiolino da parte del biondino e lo guardò nuovamente dall’alto verso il basso. Erano già abbastanza volte che lo faceva, e non sapeva perchè. C’era qualcosa in Ryan che invitava Chad a guardarlo. Il suo fisico era asciutto e la sua pelle pallida, come se il sole non lo toccasse per alcun motivo. In quel momento i suoi capelli erano scompigliati e bagnati, e i suoi occhi blu emergevano nel candore del suo viso. Il bianco dell’accappatoio che aveva indosso lo faceva probabilmente sembrare ancora più chiaro di quanto non lo fosse già.

“Cosa hai da propormi allora?” Bofonchiò Chad mentre si asciugava i capelli servendosi di un altro asciugamano.

Ryan fece un attimo di pausa e azzardò. “Fingi di essere qualcun altro. Esci dal ruolo di Chad Danforth, o da quello che è stato fino ad ora.” Non sapeva neanche lui cosa volesse dire davvero, ma gli sembrava semplicemente la cosa più giusta da dire in quel momento.

Chad ricambiò lo sguardo aggrottando la fronte, chiedendosi cosa intendesse. Vedendo l’indecisione di quest’ultimo, Ryan continuò, avendo avuto un’idea interessante. “Mi hai detto che sono più bravo di te a coraggio. Bene, diventa me.”

Il bruno continuava a non capire. Cercò di farsi arrivare qualche idea sensata ma il suo cervello non gli suggeriva assolutamente nulla.

“Che cosa intendi?”

“Quando salirai su quel palcoscenico sarai Ryan Evans, non più Chad Danforth che ha paura di ballare e di qualsiasi cosa che riguardi le arti sceniche”. Ryan rise vedendo ancora una volta l’espressione perplessa di Chad.

“Ossia dovrei iniziare a camminare dietro una certa regina di ghiaccio e indossare vestiti sgargianti?” Alzò un sopracciglio il riccio.

“Ecco, magari solo la seconda parte avrebbe più senso”. Ryan aveva l’impressione che il suo cervello stesse parlando senza chiedere a lui prima l’autorizzazione.

“Ma scherzi? Che razza di idea sarebbe?” Chad scosse la testa chiedendosi cosa stesse frullando nella mente del biondo. Anche se, onestamente, avrebbe provato qualsiasi cosa pur di liberarsi da quella piccola cosa che ogni volta lo bloccava.

“Non saprai mai se funziona se non ci provi.” Ryan cercò di guardare dritto Chad negli occhi ma per qualche istante i suoi occhi si posarono sui suoi pettorali. Alcune gocce d’acqua percorrevano il suo addome e il biondo si sentì a disagio per ciò che stava provando nell’osservarle. Il suo cuore cominciò ad accelerare e gli sembrava come se ad una certa l’ossigeno faticasse a farsi strada nei suoi polmoni. Non poteva perdere ora il controllo, soprattutto non con Chad Danforth. Si stava maledicendo internamente per quei pensieri quando il bruno lo risvegliò da quel momento.

“E allora facciamolo. Ci sto.”

Ryan riemerse dal torpore. Sperava in tutti i modi di non lasciar trasparire nulla dall’esterno, ma purtroppo le sue orecchie avevano assunto una colorazione simile al cappello dei Wildcats.

Chad lo osservò in maniera interrogativa per qualche momento. “Tutto bene, Jazz Square?”

Ryan annuì. “Si muore di caldo qui, meglio andare all’aria aperta” dissimulò.

“Si hai ragione…”

“Ma prima, ricordati che fuori da qui sarai Ryan Evans. Abbiamo tempo prima della festa di stasera per la tua vittoria, hai tempo per fare pratica.”

“Cosa dovrei fare quindi?”

Ryan prese i suoi vestiti e glieli porse. “Mettiteli”

“Stai scherzando? Devo girare con quel cappello?” Chad guardò inorridito la coppola a righe.

“Grazie per aver apprezzato il mio cappello, non c'è di che.” Disse Ryan, fingendo di esserne offeso.

Chad si accorse della stupidaggine appena fatta e continuò balbettando “No…è che…è solo che a me non starebbe come a te. “

Ryan avvampò. Era un complimento? Non lo sapeva, non stava capendo.

Chad si accorse di ciò che avesse appena detto e decise di non aggiungere altro e andare ad indossare i vestiti di Ryan. Non capiva come il biondo fosse riuscito a non sporcarsi durante la partita, infatti le sue robe sembravano appena uscite dalla lavatrice. Addirittura, c'era ancora il suo profumo impresso. Gli ricordava lo zucchero a velo. “Davvero, Evans? Zucchero a velo?” pensò tra sé e sé e sorrise. Lui si che aveva coraggio. Quel coraggio che non aveva mai avuto e che sperava di tirare fuori, da qualche parte. Si era nascosto dietro gli armadietti per cambiarsi, dopo che avevano deciso che Ryan avrebbe indossato in risposta l’uniforme Wildcats.

Chad si sporse un attimo dagli armadietti per chiamare Ryan contestargli la scelta audace del profumo, e vide il biondo già in pantaloncini dei Wildcats, cercando di capire il verso della casacca che avrebbe indossato. Non poté fare altro che notare quanto fosse aggraziato e con una leggerezza quasi irreale, anche nel solo gesto di indossare una maglietta.

Decise, quindi, di completare la sua vestizione, prima di riemergere dagli armadietti con l’outfit di Ryan. Si guardò allo specchio e convenne che la coppola non gli stava poi tanto male.

“Evans, zucchero a velo?” Disse Chad con una risatina, una volta che fu certo che Ryan si fosse vestito del tutto.

“Si, che ne pensi? Immagino sicuramente mascolino e virile.”

Chad continuava ad essere colpito dalla naturalezza con cui Ryan parlasse. Non aveva paura di essere giudicato, di cosa gli altri pensassero. O almeno non più, stando al discorso precedente. Per lui, essere considerato poco virile sarebbe stato un insulto bello e buono, un motivo per litigare.

A Ryan non importava affatto.

E questo infastidiva Chad. Perché avrebbe tanto voluto che anche a lui non importasse.

“Se ti vedesse Sharpay conciato così ti disconoscerebbe” Chad guardò Ryan con la divisa dei Wildcats e pensò alla faccia che avrebbe fatto sua sorella.

“Ah beh,poco male. Mi disconoscerebbe anche per molto meno. Ti dona il cappello.”

Chad fu colto di sorpresa e ne fu compiaciuto, mentre Ryan gli si avvicinò per inclinargli la visiera e regalargli un timido sorriso.

“Molto meglio”

Chad ricambiò il sorriso del biondino, non staccandogli gli occhi di dosso. “Se lo dici tu…”

Non appena Ryan distolse lo sguardo, Chad si tirò un pizzicotto sul braccio. Non stava capendo il motivo, ma la sua presenza non gli era indifferente. È come se il suo sguardo non riuscisse a svincolarsi da lui, e questa cosa non gli piaceva affatto.

“Quando sei pronto, andiamo.”

“Dove?”

“C’è il buffet per la vittoria dei Wildcats, no? Per il palcoscenico avremo tempo subito dopo.”

Ryan aprì la porta dello spogliatoio, aspettando Chad, ed insieme raggiunsero gli altri ragazzi per festeggiare la partita appena trascorsa.

  
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