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Autore: hermione_W    05/06/2023    0 recensioni
Chad afferrò le spalle di Ryan di fronte a lui, e chiuse gli occhi.
Inspirò.
Zucchero a velo. Questo, ciò che riuscì a percepire.
Espirò.
Ma non vedeva l’ora di inspirare di nuovo.
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Chad Danforth, Ryan Evans
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 2

Quel pomeriggio la temperatura era perfetta. Il caldo afoso della mattinata appena trascorsa aveva lasciato spazio ad una leggerissima e fresca brezza.

La via per il teatro del Lava Springs era opposta a quella del campo da baseball, così i due valutarono se servirsi di un golf cart per raggiungere l’altra parte del club, ma decisero che una passeggiata sarebbe stata più gradevole.

Il buffet era stato delizioso. C’era di tutto, da hamburger a patatine di ogni tipo, passando per pizze giganti. I due ragazzi ebbero modo di continuare a chiacchierare ai tavolini, parlando di baseball e di come in realtà il signorino Evans avesse partecipato alla Baseball League qualche anno prima, vincendo. Subito dopo anche Taylor e Gabriella si congratularono con loro e di lì continuarono allegramente il pranzo.

“E quindi come hai intenzione di aiutarmi, Evans?” Chiese Chad, mentre si guardava attorno per godere dell’enorme distesa di verde su cui sorgeva il resort, mentre i due ragazzi si dirigevano verso il palcoscenico.

“Vedrai. Mi verranno in aiuto le lezioni di yoga che ho seguito ogni anno qui a Lava Springs.”

Chad non sembrava molto convinto, ma ormai ci era dentro e sarebbe stato poco carino tirarsi indietro. Soprattutto perché Ryan sembrava essere genuinamente contento di aiutarlo.

“Eccoci qui. Benvenuto nel mio regno. E di Sharpay, naturalmente.”

Il bruno aveva i brividi solo a vedere quel palcoscenico. Guardò diverse volte Ryan cercando di capire cosa dovesse fare, così questi gli ricordò il suo obiettivo.

“Ricordati. Sei Ryan Evans, co-presidente del Drama Club della East High. Sali su quel palcoscenico e ascoltati.”

Chad con estrema riluttanza salì sul palcoscenico. Salì le scale in maniera tremolante e si accorse subito di quanto alto fosse il palco rispetto a terra. Non appena fu sopra, si sentì molto in soggezione, quindi si posizionò al centro e, guardandosi attorno, si sentì quasi sperduto.

Ryan, dal basso, si accorse di quanto Chad fosse a disagio, nel bel mezzo di quel posto che a lui, invece, aveva riservato e continuava a riservare le più grandi soddisfazioni della sua vita.

“Ascolta le tue emozioni. Che sensazioni ti sta dando il palcoscenico?” Continuò calmo il biondo.

Chad non sapeva esattamente cosa dire. Stare lì sopra, tutto solo, lo rendeva molto nervoso. Non era in grado di spiccicare parola, nonostante non ci fosse nessuno ad ascoltarlo oltre che Ryan.

“In questo momento, onestamente, mi viene da vomitare.”

Ryan scoppiò a ridere alla vista del bruno in quelle condizioni. “Bene, sicuramente così non va bene. Dobbiamo iniziare con qualcos’altro. Che ne dici del riscaldamento vocale?”

Chad non sapeva perchè e cosa ne stesse facendo della sua vita in quel momento, ma fortunatamente nei dintorni non si vedeva anima viva, quindi poteva stare tranquillo.

Così seguì i consigli di Ryan, e cominciò ad intonare alcune scale per riscaldare le corde vocali, ma non stava sortendo alcun effetto. Anzi, il riccio si stava sentendo sempre più ridicolo.

“Mi sa che ci rinuncio Evans, non è per me.” Disse, sbuffando e guardando verso le scalette del palcoscenico per scendervi.

Non fece in tempo a voltarsi nuovamente per rendersi conto che Ryan era sparito dinanzi a sé ed era già sul palco.

“Bene mi sa che passeremo alla terapia d’emergenza. Questi esercizi aiuteranno a rilassarti, così potrai concentrarti su di te e non su ciò che ti circonda.” Ryan fece qualche passo verso Chad, ponendosi di fronte a lui. Poggiò le mani sulle spalle del bruno e chiuse gli occhi, respirando profondamente. Dopo qualche secondo, riaprendo gli occhi e vedendo l’espressione perplessa di Chad, lo invitò a fare lo stesso.

“Forza, non avere paura. Non mordo.” sorrise Ryan timidamente.

Chad afferrò le spalle di Ryan di fronte a lui, e chiuse gli occhi.

Inspirò.

Zucchero a velo. Questo, ciò che riuscì a percepire.

Espirò.

Ma non vedeva l’ora di inspirare di nuovo.

Inspirò.

Quel profumo non accennava a diminuire e ad abbandonarlo. Ma a lui andava bene così. E ne voleva ancora.

Espirò ed inspirò, di nuovo.

Gli esercizi di respirazione avrebbero dovuto calmarlo, ma se Chad avesse dovuto definire quella sensazione che in quel momento stava provando, l’ultimo aggettivo che avrebbe usato sarebbe stato calma.

Riaprì gli occhi. Ryan lo stava guardando intensamente.

Il co-presidente del Drama Club si stava chiedendo a cosa stesse pensando nel momento in cui il suo cervello aveva elaborato l’idea di aiutare Chad con gli esercizi di respirazione. Avrebbe dovuto riflettere sul fatto che non sarebbe mai stata la stessa cosa come quando li faceva con sua sorella, ovviamente, e che ora si trovava in una situazione alquanto scomoda per lui con il ragazzo di fronte a sè.

Chad Danforth era un bel ragazzo, uno di quelli per cui il biondo avrebbe potuto rischiare di prendersi una bella cotta. C’era solo il problema che fosse etero, e fidanzato.

Ryan cercò di scacciare quella dolorosa sensazione che si stava facendo strada nel suo stomaco. Nessuno lo avrebbe mai ricambiato. Per lo meno, non in breve tempo, dato che a scuola era sempre stato abbastanza esplicito sui suoi gusti, ma non aveva ricevuto altro che indifferenza o, peggio, prese in giro.

Gli sembrava che la sua vita fosse in qualche modo sbagliata. Esisteva in funzione di Sharpay, che non faceva altro che trattarlo quasi come il suo servo, era rifiutato da suo padre, che non perdeva occasione per rinfacciargli quanto fosse diverso rispetto agli altri.

Ricordava come se fosse ieri quel giorno in cui aveva ritagliato e attaccato al suo armadio un poster di Ashton Kutcher e suo padre glielo avesse strappato in mille pezzi, apostrofandolo “femminuccia”. Non si era mai vergognato così tanto di se stesso e pianse, affondando la testa nel cuscino e sperando di risvegliarsi diverso. Sperando di risvegliarsi normale.

Ma questo non era mai accaduto, e si era abituato con il passare degli anni a cavalcare l’onda e ad accettarsi.

L’unica persona davvero dalla sua parte era sua madre. L’unica che cercò di raccogliere i mille pezzi del poster per aiutarlo a ricostruirlo, e che gliene aveva regalato uno nuovo, in segreto. L’unica che lo faceva sentire degno e meritevole di amore. L’unica che lo rassicurava dicendogli che il suo principe azzurro sarebbe arrivato, un giorno non molto lontano, e che gli avrebbe regalato il suo cuore così come lui sognava.

Ora era lì, così vicino ad un ragazzo per la prima volta. Ma non il ragazzo giusto. Non un ragazzo con cui avrebbe potuto provare cosa significasse un bacio, non un ragazzo che avrebbe potuto sentirsi libero di desiderare.

Era un giocatore di basket, uno di quelli che avrebbero definito “finocchi” i tipi come lui. Uno di quelli che poteva solo permettersi di ammirare da lontano, dagli spalti, durante una partita.

Nocciola, il colore degli occhi che aveva di fronte.

Blu oceano, quella tonalità che quegli occhi color nocciola di lì in poi non avrebbero mai più potuto dimenticare.

Le mani di Chad strinsero un po' più forte le spalle di Ryan e un dito scivolò sul colletto della casacca dei Wildcats. Lo sfiorò, per poi incontrare la sua pelle candida.

Ryan rimase paralizzato per qualche istante. Si chiese se inavvertitamente avesse iniziato lui quella situazione, se avesse in qualche modo fatto capire che avrebbe desiderato tutto ciò, ma non gli venne nulla in mente.

Lo avrebbe potuto giurare, non era stato lui.

Il bruno accarezzò leggermente il suo collo con la punta del dito, e Ryan chiuse gli occhi, godendo di quel tocco soave sulla sua pelle. Piegò leggermente la testa, incontrando la mano di Chad con la sua guancia, che ad un certo punto la sfiorò. Il cuore di Ryan fece un balzo. Avrebbe potuto restare lì per ore. Ci mise diverso tempo a capire che quello che stava succedendo fosse estremamente sbagliato.

Chad ad un certo punto sembrò rendersi conto di cosa avesse appena fatto. Ritrasse spaventato la sua mano dal collo di Ryan, con uno sguardo di terrore. Posò gli occhi verso terra, con un senso crescente di vergogna per se stesso e di nausea.

In quel momento avrebbe solo voluto schiaffeggiarsi. Le sue mani cominciarono a sudare copiosamente e cercava in qualche modo una via di fuga da quel momento.

Quello di fronte a sè era un ragazzo. A lui piacevano le ragazze. Era etero e fidanzato con Taylor McKessie. Pensò per un momento alla reazione che avrebbe avuto Taylor se avesse visto la maniera in cui aveva sfiorato Ryan. Cosa avrebbe pensato di lui?

“Dimentica questa roba.” Chad mise le mani davanti a sè, giustificandosi e mettendo spazio tra lui e Ryan. Arretrò di colpo, come se qualcuno lo avesse colpito con una scarica elettrica dal nulla, assicurandosi qualche passo indietro.

Lo stomaco di Ryan si contorse. In quel momento non riusciva a ricordare esattamente la sequenza degli avvenimenti appena successi, ma sicuramente il suo corpo lo aveva tradito in qualche modo. Non c’era altra spiegazione, non sapeva spiegarselo.

“M-mi dispiace tanto. Non volevo metterti a disagio. Scusami davvero, non so cosa mi sia preso.” balbettò il biondo, non riuscendo a guardare negli occhi il bruno. Si voltò per assicurarsi nuovamente che non ci fosse nessuno a vederli, e così era fortunatamente.

Il ragazzo dinanzi a lui sembrava piuttosto agitato e confuso. Quella situazione doveva finire immediatamente.

“Sarà meglio andare. Si sta facendo tardi…Devo tornare in cucina.” Tagliò corto Chad, molto più freddo di quanto avrebbe voluto, e si voltò, camminando a passo svelto verso la sua meta, senza guardarsi indietro.

“Si, certo. I miei mi staranno aspettando per cena. A presto, allora.” Rispose il biondo, non ricevendo risposta.

Ryan restò lì per un altro po’.

Si sedette al bordo del palcoscenico, con le gambe distanti da terra e il cuore con una crepa in più.

  
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