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Autore: Bombay    10/06/2023    4 recensioni
Dal testo: - “Quel è il compleanno più bello che ti ricordi” chiese l’alzatore sostenendosi la testa con un braccio, percorrendo con le dita il petto di Iwaizumi.
“Quando ho compiuto otto anni” rispose senza un istante di esitazione. -
Genere: Erotico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Tooru Oikawa
Note: Lime | Avvertimenti: Spoiler!
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Genere: romantico, erotico

Tipo: one shot

Personaggi: Hajime Iwaizumi, Tooru Oikawa

Coppia: Yaoi

Rating: PG-13, giallo

Avvertimenti: lime, fluff

PoV: terza persona

Spoiler: sì

Disclaimers: i personaggi non sono miei, ma di Haruichi Furudate. I personaggi e gli eventi in questo racconto sono utilizzati senza scopo di lucro.

 

Il compleanno più bello

 

Fu lo scoppio di un tuono a destarlo di soprassalto, socchiuse gli occhi nella semioscurità della stanza, il ticchettio furioso della pioggia batteva violento fuori dalla finestra aperta. Un brivido percorse la schiena del giovane, all’aria umida e fresca che entrava, senza curarsi di indossare qualcosa si alzò e chiuse la finestra, mentre un altro tuono ruggiva furioso dopo un lampeggio di simile ad un flash.

Gettò una occhiata all’orologio mancavano dieci minuti alle sei del mattino, decisamente pioveva troppo per andare a correre.

Tornò a letto approssimandosi al corpo caldo dell’altro ragazzo, che dormiva quieto su un fianco, coprendo entrambi i loro corpo nudi con il lenzuolo.

Dopo tutto quello era un giorno speciale, era il compleanno di Hajime.

Tooru rimase a guardarlo dormire quieto e ignaro che lui fosse sveglio, il temporale che infuriava fuori non turbava minimamente la loro intima quiete.

Tooru gli aveva augurato buon compleanno a mezza notte, mentre facevano l’amore, sussurrato labbra contro labbra, mentre lo amava lentamente, assaporando ogni istante come fosse l’ultimo.

Oikawa sospirò pesantemente, da che aveva memoria avevano sempre festeggiato i loro compleanni insieme, ma ora…

Un respiro più profondo lo riscosse dai suoi ingombranti pensieri, una mano si posò sulla sua guancia seguita da un bacio a fior di labbra.

“Diluvia” mormorò Tooru sfregando il naso su quello di Iwaizumi che socchiuse gli occhi “Meglio così possiamo stare a letto ancora un po’, i miei tornano per pranzo” gli disse spingendolo sul materasso e l’alzatore lo lasciò fare, ma Iwaizumi arrestò le sue carezze e quando Oikawa aprì gli occhi lo fissò intensamente.

“Cosa c’è Tooru?”

Era inutile non riusciva a nascondere nulla a Hajime, si accorgeva di qualunque cosa lo riguardasse, anche semplicemente da come respirava.

“Farò in modo di esserci a ogni tuo compleanno” mormorò e lo vide scuotere la testa.

“Non fare promesse che non puoi mantenere” gli disse e non c’era rimprovero nella sua voce.

“Ma…” tentò di protestare, ma l’altro gli posto un dito sulle labbra, non voleva parlare in quel momento, voleva fondersi con Tooru una volta di più, perché non gli bastava mai.

I tuoni si univano ai gemiti, alle promesse, ai sussurri, che lasciavano le loro labbra e come si esaurì il temporale così si consumò il loro amplesso.

 

I timidi raggi del sono cominciarono a fare capolino dalle nuvole, illuminando piano piano la stanza, mentre i due giovani si coccolavano pigramente.

“Quel è il compleanno più bello che ti ricordi” chiese l’alzatore sostenendosi la testa con un braccio, percorrendo con le dita il petto di Iwaizumi.

“Quando ho compiuto otto anni” rispose senza un istante di esitazione.

Oikawa si accigliò, ricordava quel giorno: era stato il più brutto della sua vita invece, si era spaventato a morte.

“Lo hai passato in ospedale” mormorò mettendosi seduto.

“È vero, ma quando ho aperto gli occhi tu eri raggomitolato ai piedi del letto, con ancora le ciglia bagnate di lacrime, in quel momento ho capito che ero legato indissolubilmente a te, ero ancora troppo piccolo per capire che era amore, ma aveva compreso che non era più semplice amicizia”

Tooru sentì la commozione salirgli in gola a quelle parole, ricordava perfettamente quello che aveva provato, nonostante fossero passati dieci anni.

Quando Hajime si era sentito male a scuola ed era stato portato via in ambulanza, la maestra era stata costretta a chiamare anche i genitori di Tooru, perché lui voleva a tutti i costi andare con Hajime, e non c’erano state ragioni, anche se gli avevano spiegato che era solo appendicite, ma lui non ne sapeva molto ed era semplicemente terrorizzato di perdere il suo migliore amico.

Così sua madre era andata a recuperarlo e lo aveva accompagnato in ospedale dove non si era schiodato per le ore successive.

Il medico che aveva operato Iwaizumi aveva tentato di spiegargli con parole semplici quello che era successo, che il suo amico stava bene, ma Oikawa non aveva voluto sentir ragioni; sua madre ancora lo raccontava di quanto avesse pianto e strillato per restare lì tutta la notte, fino al  mattino, quando finalmente Iwaizumi si era svegliato, chiamandolo poco carinamente come al suo solito, ma a Tooru non importava e gli aveva allacciato le braccia al collo, schioccandogli un sonoro bacio sulla guancia, rendendosi conto anche lui in quel momento che qualcosa era cambiato.

E poi Iwaizumi gli aveva fatto vedere il grande cerotto che aveva sul fianco e che sarebbe rimasta la cicatrice. Quello stesso solco bianco che Tooru amava stuzzicare con la lingua, perché a distanza di anni in quel punto Hajime, era molto sensibile, ma il Tooru bambino era inorridito a quel pensiero.

“Per entrambi quel giorno è qualcosa è mutato” ammise Tooru, sfiorando con il polpastrello la bianca cicatrice.

“Già, ma eravamo troppo piccoli per comprenderlo” rispose sedendosi a sua volta, prendendo il volto di Tooru tre le mani “Quindi anche se l’anno prossimo non sarai fisicamente in Giappone, non ha importanza, perché saremo insieme qui” aggiunse posando un dito sul petto dell’alzatore, all’altezza del cuore, per poi sporgersi in avanti e baciarlo con passione, sospingendolo sotto di sé.

Oikawa gli allacciò le gambe ai fianchi, quando sentirono la porta d’ingresso aprirsi e il padre di Iwaizumi urlare “Siamo a casa”

I due giovani si immobilizzarono “Sono tornati prima” bisbigliò Tooru mentre Hajime si alzava e gli passava i vestiti in fretta.

“No, siamo noi che non ci siamo resi conto del tempo che passava” disse indicando la sveglia, l’ora di pranzo era passata da un pezzo.

“Dobbiamo dirglielo” mormorò Oikawa infilandosi in fretta boxer e pantaloni.

“Certo dirglielo, non farci beccare, mentre facciamo l’amore nel mio letto” sbottò Iwaizumi infilandosi la maglietta mentre Oikawa faceva lo stesso.

“Ragazzi siete svegli” li chiamò la madre di Hajime salendo le scale.

“Come fa a sapere che sono qui” bisbigliò Tooru rendendosi conto troppo tardi di un errore.

“Ci sono le tua scarpe e la tua borsa di sotto, idiota!”

Oikawa non fece in tempo a rispondere perché la donna bussò alla porta.

“Posso entrare?” chiese.

“Certo!”

 

***

 

La donna si chiuse la porta alle spalle con un ampio sorriso, tornando in salotto dove il marito aveva aperto la torta per il figlio.

“Dovevamo ritardare un altro paio d’ore” gli disse con un ampio sorriso mentre sistemava un pacchetto sul tavolino.

“No, non credo sarebbe servito a qualcosa. Scendono?”

“Sì diamogli il tempo di scambiarsi le magliette e pettinarsi” sorrise la donna e il marito rise di gusto sentendo l’immancabile battibecco dei due che scendevano le scale.

 

 

---

Note dell’autrice

Non potevo far passare il compleanno di Hajime in cavalleria e quindi sono riuscita a scrivere questa storia.

Grazie a chi è giunto fino a qui e ha voglia di dire la sua.

Buon compleanno Iwa-cha

   
 
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