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Autore: Mikarchangel74    21/06/2023    1 recensioni
Al giovane russo, Yuri Plisetsky, promessa del pattinaggio su ghiaccio non è mai andata giù che il suo idolo e campione mondiale Viktor Nikiforov si sia ritirato dalle gare ed alleni Yuri Katzuki, un ragazzo giapponese che era riuscito a collezionare solo insuccessi e sconfitte.
Farà di tutto pur di risultare il migliore, ma esagerare non porta mai a niente di buono ...
Genere: Angst, Drammatico, Hurt/Comfort | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Victor Nikiforov, Yuri Plisetsky
Note: Missing Moments, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
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~ Racconto scritto per una challenge di un gruppo FB che seguo.
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Ma com'era possibile che quel porcello di Yuri Katzuki riuscisse a batterlo sempre ad ogni gara, anche solo per pochi punti in più?! E Viktor che continuava a perderci tempo per allenarlo!
La promessa di seguirlo negli allenamenti l'aveva fatta prima a lui e non a quello stupido piagnucolone!! 

Così mentre sfrecciava per la pista ghiacciata con i suoi pattini non riusciva a concentrarsi tormentato da questi pensieri che poi esternava nel suo modo nervoso di pattinare.
Yuri concentrati! Si reguardì, ma la mente tornava sempre lì.
Devo battere quello stronzetto!! Se riuscissi a fare una combinazione di un triplo Toe Loop e subito dopo un quadruplo Lutz terminando con una trottola bassa sarebbe perfetto... ma è molto difficile si disse. Non era ancora a quei livelli.
Ma chi non ha palle non ha gloria! No?
Si autoconvinse. 

Era pomeriggio inoltrato ed era una giornata particolarmente fredda, il giorno dopo si sarebbe disputata la penultima gara di qualificazioni stagionali, i pattinatori si erano ritirati tutti ormai e molti si stavano rilassando al calduccio delle proprie abitazioni.
Yuri Plisetsky era rimasto solo nel palazzetto del ghiaccio, nel silenzio rotto solo dal suono delle lame di acciaio che solcavano la superficie del pavimento congelato e da qualche schianto ovattato dell'assestamento del ghiaccio stesso, che rimbombavano nella vasta struttura. 

Se voleva rientrare nei finalisti per poi battere il suo omonimo rivale, doveva allenarsi e tentare questa nuova sequenza di salti che ancora non aveva mai fatto e che sicuramente non erano semplici, ma più difficile era il salto e più punti avrebbe guadagnato.
Dopo aver fatto alcuni giri di riscaldamento della pista  per sentire soprattutto se aveva stretto bene i pattini si fermò, chiuse gli occhi concentrandosi e liberando la mente.
Quando li riaprì il suo sguardo era determinato, fece un respiro profondo e si apprestò a fare la sequenza.
Domani ti batterò Yuri, vedrai!
Si diede la spinta e partì prendendo rapidamente velocità, per fare quella serie di evoluzioni aveva bisogno di un grosso slancio.
Giunto oltre la metà della pista saltò eseguendo perfettamente il triplo Toe Loop, non appena il pattino toccò terra, si diede di nuovo lo slancio per il quadruplo, ma senza una dovuta rincorsa, non riuscì ad andare molto in alto ed atterrò senza aver completato in modo corretto l'ultima piroetta, il piede sinistro non si appoggiò nel modo corretto ed a causa della forza d'inerzia la lama non trovò la giusta stabilità ed il piede si piegò paurosamente in dentro torcendosi.
Yuri fece una smorfia, perse l'equilibrio ma cercò di riprendersi da quella che poteva essere una caduta rovinosa appoggiando la mano a terra. Purtroppo la forza rotatoria che ancora persisteva lo fece ruzzolare sul ghiaccio. 

Rimase disteso sulla superficie fredda a pancia in giù con la fronte appoggiata su un braccio, respirando veloce per la fatica e per la paura di quella che poteva rivelarsi una brutta botta per fortuna solo sfiorata.
Poco dopo però si rialzò volendo riprovarci.
Tornò al punto di partenza e rifece di nuovo i passaggi precedenti. Stavolta riuscì ad eseguire anche il quadruplo salto, ma nell'atterraggio, la caviglia sinistra che prima si era torta ed era molto provata, non riuscì a reggere il peso del corpo e la sollecitazione del movimento e cedette di nuovo slogandosi in malo modo.
Stavolta non riuscì a riprendersi e la caduta fu un groviglio di gambe e braccia. Per evitare di battere la testa cercò di aiutarsi appoggiando le mani come aveva fatto precedentemente, ma la sua postura era talmente contorta che la lama di uno dei due pattini si infilò nell'avambraccio destro provocando un profondo taglio.
Il ragazzo biondo gridò per il dolore guardando la macchia rossa che si allargava sulla manica della propria tuta d'allenamento e che poco dopo iniziò a gocciolare sulla superficie della pista creando disegni a ragnatela cremisi in contrasto con il candore del ghiaccio.
Premette l'altra mano sulla ferita e si guardò intorno in cerca d'aiuto ma non c'era nessuno... doveva cavarsela da solo.
Facendo forza sulla gamba buona si rialzò, ma appoggiare il piede sinistro era praticamente impossibile.
Che disastro! 
Se non partecipava alla gara del giorno dopo, sarebbe stato squalificato.
No. Non lo avrebbe permesso. Non avrebbe consegnato la vittoria a Katzuki senza lottare!
Sapeva di avere la caviglia ridotta male e doveva mettersi i punti al braccio, ma se adesso andava in ospedale, addio gara... Doveva cercare di curarsi al meglio da solo e resistere almeno fino alla fine della competizione, poi si sarebbe lasciato sistemare. 

Uscire dalla pista fu facile, scivolò in equilibrio sul piede destro, ma poi dovette zoppicare fino agli spogliatoi, dove per prima cosa prese un asciugamano per fasciarsi il braccio e bloccare un po' il sanguinamento; Essendo la ferita sul braccio destro, dovette destreggiarsi con la sinistra facendo un bendaggio di fortuna, quindi slacciò i pattini riponendoli nell'armadietto e mettendosi le scarpe. Si sciacquò meglio che potè le macchie di sangue per non sembrare Jack lo squartatore e si coprì poi con piumino, sciarpa e cappello prima di uscire dal palazzetto.
Per fortuna le farmacie erano ancora aperte, così s'infilò in una e comprò bende, garze, disinfettante, cerotti ed un tutore rigido per poter tenere la caviglia bloccata cosichè il giorno dopo con una tuta a gambale largo non si sarebbe notato niente di insolito... Sperava veramente di poter pattinare, magari il riposo notturno avrebbe giovato.
Comprò anche degli antidolorifici ed un unguento da poter mettere sulla caviglia.
A casa si fece una doccia veloce e si medicò da solo al meglio che riuscì. 

Il mattino seguente purtroppo la caviglia si era gonfiata ed appoggiarla a terra faceva un male boia, ma se non voleva perdere tutta la stagione, doveva presentarsi comunque e tentare.
Battere quel mangiatore di Katsudon e gli altri era ormai impensabile, quindi avrebbe evitato i salti il più possibile, concentrandosi più che altro su una serie di passaggi e figure a terra. Doveva riuscire a passare il turno ed entrare tra i 6 finalisti.
Dopo la colazione si imbottì di antidolorifici, forse ne prese anche una dose eccessiva, ma non c'era il rischio di addormentarsi sulla pista di pattinaggio. O almeno pensò questo senza però riflettere sulle controindicazioni che avrebbe comportato tale gesto.
Si spalmò l'unguento e bloccò la caviglia nel modo più stretto possibile ed infine dopo essersi messo una sbrilluccicosa divisa di pattinaggio, si diresse al palazzetto del ghiaccio, sforzandosi di non mostrarsi zoppicante.
Venne accolto dal suo allenatore Yakov Feltsman.
"Ti ho già iscritto." Gli annunciò felice, ma osservandolo assottigliò lo sguardo
"Tutto bene ragazzo? Sei un po' pallido."
Gli fece notare.
"Sto bene... ho solo dormito poco."
Inventò e si tolse il giubbotto unendosi agli altri per provare a stare in pista.
Dopo qualche giro si rallegrò perchè anche se faceva tanto male, la caviglia reggeva.
Posso farcela! 

Poco dopo la gara ebbe inizio e gli atleti si esibirono uno dopo l'altro nelle loro spettacolari coreografie musicali.
Yuri Katzuki si esibì per quarto e quando gli passò accanto per uscire dalla pista il biondo lo guardò male.
Viktor il campione mondiale che adesso però si era preso una pausa e faceva da allenatore al suo rivale, lo salutò cordiale come sempre, ma anche lui notò qualcosa di strano nell'espressione e nell'atteggiamento del diciassettenne biondo, era pallido, sembrava avere del sudorino freddo sulla fronte e sul viso e sembrava sul punto di crollare da un momento all'altro.
"Hey Yuri, tutto bene?" Chiese.
Ma anche stavolta il ragazzo annuì e si allontanò per evitare ulteriori domande.
Quando Viktor raggiunse gli altri, stavano appunto discutendo anche loro sul fatto che Plisetsky era strano quel giorno. 

Con il passare del tempo, il ragazzino iniziò a sentirsi sempre peggio, la ferita al braccio non aveva mai smesso di sanguinare, anche se era palesemente diminuito, ma il bendaggio si stava impregnando ed iniziava ad affiorare un po' di macchia scura anche sul tessuto della divisa.
Il cocktail di antidolorifici gli aveva fatto venire un bel mal di pancia in più si sentiva maledettamente stordito, la caviglia pulsava e mandava scariche di dolore come se qualcuno stesse inserendo aghi arroventati nella sua carne, ma ormai era arrivato il suo turno, doveva solo resistere per quell'esibizione, solo una ventina di minuti e poi sarebbe andato a farsi curare. 

"Ed ora dalla Russia il giovane campione Junioress Yuri Plisetsky!" Annunciò l'altoparlante.
Yuri si strinse maggiormente i pattini ed entrò sull'ampia pista ghiacciata gravando il peso quasi sempre sul piede destro.
Viktor e gli altri pattinatori si misero a bordo pista per osservare la prova.
La musica iniziò e Yuri partì ma in ritardo rispetto alla base musicale, il suo pattinare era scoordinato, impreciso, lento ed ondeggiante ed i suoi movimenti fiacchi e sgraziati. 
"Qualcosa non va" Apostrofò Vicktor allarmato.
Yuri Katzuki e gli altri atleti concordarono "Sì non c'è dubbio."
"Oggi non è il solito Yuri di sempre."
"Ma che sarà successo?"
Queste e molte altre domande si susseguirono mentre il ragazzo biondo stringendo i denti cercava di rimanere il più stabile possibile anche se sembrava che invece la stanza vorticasse anche senza piroette. 
Dopo una serie di passaggi sul ghiaccio si apprestò a fare il primo salto, doveva farne almeno qualcuno, ne avrebbe fatti di semplici giusto per non destare troppi sospetti, anche se ormai era palese a tutti che ci fosse qualcosa che non andava.
Fece un semplice Toe ed un Salchow.
Ma con quelli il punteggio non sarebbe salito, doveva tentare di farne uno più complesso... ne bastava uno.
Uno soltanto.
Scosse la testa per scacciare il senso di intontimento e si apprestò a fare un triplo Axel, cercando di attingere a tutta la sua forza e determinazione, era un salto che solitamente faceva ad occhi chiusi ed in effetti ci riuscì, ma l'atterraggio fu catastrofico.
Senza rendersene conto per via dei medicinali assunti, finì sulla caviglia slogata. Gli vennero immediatamente le lacrime agli occhi, per il dolore lancinante.
Cadde faccia avanti a peso morto sulla pista, battendo prima le ginocchia fratturandosene una e solo per puro istinto riuscì a voltare il viso di lato evitando di rompersi denti, setto nasale e la fronte, ma la tempia impattò violentemente con la superficie dura della pista.
Prima di perdere i sensi vide solo dei piedi che correvano verso di lui e pensò Mi sono fottuto il campionato. 

Viktor fu il primo a precipitarsi per soccorrerlo mentre altri già telefonavano per chiamare un'ambulanza.
Da pattinatore il ragazzo dai capelli color cenere, poteva capire la gravità della caduta e non osò muoverlo, cercò solo di sollevargli le palpebre per vedere se la pupilla reagiva e si accorse che le aveva piuttosto dilatate e perdeva un po' di sangue dal naso.
Poco dopo intervennero i medici già presenti nel palazzetto ed allontanarono Viktor.
Tutti si domandavano se qualcuno sapesse come mai Yuri stesse in quelle condizioni, ma nessuno purtroppo aveva una risposta.
Viktor disse a Katzuki, di rimanere per le interviste, per le domande della stampa e vedere i punteggi, così da tenerlo informato, mentre lui avendo a cuore questo ragazzino biondo, che tra l'altro veniva dalla Russia come lui, che aveva visto competere ed allenarsi, che si era arrabbiato ed ingelosito perchè aveva dato più attenzioni ad un altro atleta anzichè scegliere lui, perché, vista la sua giovane etá voleva riuscire a farsi valere ed avere il suo momento di gloria, bé, non riuscì a rimanere impassibile.
Comunicò che sarebbe andato all'ospedale con Plisetsky, forse sentendosi anche un po' responsabile, gli voleva bene come se fosse stato un suo fratellino minore.

Giunti all'ospedale più vicino, Yuri fu subito portato in sala operatoria, mentre Viktor cercava di rispondere alle mille domande dei medici.
"Purtroppo vi posso dire solo ciò che ho visto e non so come si possa esser ridotto così. No, non ho idea di quali medicinali possa aver ingerito." Ripeté per la terza volta. 

La bella divisa luccicante del giovane pattinatore incosciente fu tagliata per poter controllare i danni e le ferite riportate sul suo corpo. 

Rimase circa un'ora in sala operatoria, gli furono messi i punti all'avambraccio, gli fu fatta una lavanda gastrica e gli venne messa una flebo per contrastare gli effetti della mescolanza dei medicinali, poi gli fecero una radiografia alla caviglia slogata, solo per accertarsi che non fosse anche rotta, ma dovettero operarlo ad una delle ginocchia per una lieve frattura causata dal colpo della caduta.
Quando uscì di lì, aveva una fasciatura attorno alla fronte, una al braccio destro, una alla caviglia ed il ginocchio ingessato della parte sinistra.
Infine dopo avergli messo un camice celestino di degenza, lo misero su un letto in una stanza dove poco dopo lo raggiunse anche Viktor, prendendo posto vicino al letto, sperava gli facesse piacere vedere un volto amico al suo risveglio. 

Dormì molto, un po' perchè lo avevano indotto i medici con dei tranquillanti, un po' proprio per il bisogno di riposo perchè gli ultimi allenamenti erano stati intensi e stressanti.
Quando finalmente Yuri si svegliò era già buio, si sentiva come se gli fosse passato un carrarmato sul corpo.
Gemette e si appoggiò una mano sulla fronte cercando di ricordare cosa fosse accaduto, ma l'ultimo ricordo nitido era il suo arrivo al palazzo del ghiaccio per la gara. La gara!!
Spalancò gli occhi e scattò per alzarsi ma il braccio di Viktor gli si piazzò sul petto impedendoglielo.
"Dove credi di andare tu?! Vuoi strapparti tutti i punti?"
Yuri girò la testa guardando il maggiore non si era nemmeno accorto che fosse lì e soprattutto, perché era lì? Lui non era il suo atleta.
"Perchè sei qui Viktor?"
Disse mentre l'espressione sorpresa e quasi felice che gli si era dipinta sul volto appena lo aveva visto cambiava nella sua solita permalosa ed imbronciata.
"Ci hai fatto spaventare tutti, sai?"
Rispose con voce dolce il ragazzo dai capelli argentei e proseguì
"Perché non hai chiesto aiuto? Come hai fatto ad entrare in pista in quelle condizioni?"
Yuri girò il viso continuando a tenere quel broncio che Viktor trovava adorabile.
Stava per rispondere quando squillò il cellulare del coach; Era il suo atleta, l'altro Yuri, che lo informò che visto l'accaduto la giuria aveva deciso di sospendere ed interrompere la competizione e quindi avrebbero rifatto le gare di nuovo appena Plisetsky si fosse ristabilito ed infine chiese come era la situazione.
Per non spiegare troppe cose a telefono Viktor fu molto laconico e dopo aver riattaccato, tornò a guardare Yuri che gli restituiva uno sguardo inferocito. 
"Scommetto che era il tuo piccolo quattrocchi! Ha vinto di nuovo non é vero?!! Bene! Fantastico! Scusa se non applaudisco ma salterebbero i punti!"
Sbraitó facendo sospirare con rassegnazione l'altro.
"No, in realtà mi ha chiesto come stavi e mi ha detto che i giudici hanno deciso di riorganizzare l'evento per te. Non volevano escluderti perchè hanno preso atto del tuo impegno e della tua passione nell'entrare in pista e cercare di pattinare con una caviglia slogata, quindi avrai la tua possibilità."
Disse col suo solito tono pacato e gioviale, Viktor difficilmente si arrabbiava al contrario di Yuri che invece, da quando Viktor aveva deciso di diventare il coach del suo omonimo giapponese e non il suo, era sempre arrabbiato.
Persino adesso che Viktor era lì per lui ed erano soli, non riusciva a godersi il momento e rilassarsi.
Doveva proprio sistemare la faccenda con il suo rivale una volta per tutte.
Ma intanto fu felice di avere un'altra occasione e non essere stato squalificato.
E tutt'a un tratto sentì Viktor dire.
"Stai sorridendo. Sei molto carino quando sorridi, dovresti farlo più spesso."
Ovviamente Yuri fece sparire immediatamente il sorriso. 

Adesso che era sveglio il dolore iniziava a riacuirsi... non aveva ancora idea di quel che si era fatto.
Cercò di sistemarsi meglio sul letto e si morse un labbro con una smorfia, mentre il maggiore Intervenne prontamente per aiutarlo.
"Ce la faccio." Brontolò anche se sotto sotto era più che felice dell'aiuto.
"Una slogatura, niente di più.
Vedrai che tra una o due settimane sarò di nuovo in pista e allora vedremo chi è il migliore." Annunciò orgoglioso, ma osservando lo sguardo grave di Viktor si preoccupó.
"Che c'è?! Cos'è quella faccia?"
Viktor ovviamente era stato informato sulle condizioni del giovane amico e si apprestò a dargli la brutta notizia.
"Hai un ginocchio fratturato. Tranquillo, ti hanno operato e rimesso a posto, ma credo ci vorranno più di due settimane."
Spiegò triste mentre si formava un'espressione incredula e terrorizzata sul viso del paziente.
Frattura poteva anche significare dover appendere i pattini al chiodo per sempre.
Cercò di cacciare le lacrime indietro, non voleva piangere davanti a Viktor, ma quella notizia era stata una vera pugnalata al cuore.
"Vedrai che tornerai a pattinare, sei giovane, i tuoi legamenti e muscoli sono molto flessibili e ti rimetterai più velocemente di quanto pensi." Cercò di confortarlo. "Se tu seguirai le loro terapie ed indicazioni vedrai che entro un anno tornerai anche a saltare, ma adesso devi stare tranquillo, e pensare solo a riposarti e guarire." 
Yuri annuì debolmente con la testa evitando di guardarlo, peggio di così non può andare. Pensò.
   
 
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