Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: EcateC    24/06/2023    0 recensioni
Due personaggi, provenienti da generazioni diverse, si incontrano e scoprono di avere in comune un oscuro, triste passato. Chi saranno?
What if! in cui i Dissennatori sono esseri senzienti e rappresentano coloro che hanno ricevuto il temuto Bacio.
Genere: Mistero, Noir, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sorpresa
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Il Dissennatore

Una tristezza profonda mi ha destato all’improvviso. La bocca mi si è riempita di miele, la sete si è svegliata con un impeto così prorompente da stordirmi

Dalla finestra ho scorto una strana creatura nel cimitero, una creatura bianca che sembrava brillare. In quel momento non capii cosa fosse, sentivo solo sete, sete, sete.

Non riesco nemmeno a ricordarmi l’ultima volta che mi sono nutrito. Le rovine inquietanti di questa casa dissuadono i visitatori, eppure quella creatura è venuta qui. I suoi pensieri tristi sono così potenti che potrebbero sfamarmi per i prossimi dieci anni.

Passo attraverso il muro e mi avvicino alla creatura triste, ma poi mi fermo.

C’è qualcosa di velenoso nelle sue angosce. Gli abissi della sua tristezza hanno come un potere su di me, mi annichiliscono.

Non conosco parole per spiegarlo, è stato come uno strappo ciò che ho provato, un sussulto indefinibile. Un uomo grida “no” e non mi piace, non voglio nutrirmi di quel ricordo malato, è inspiegabile e terribile. Vorrei fuggire, ma non lo faccio, qualcosa in lei me lo impedisce.

Il profilo del suo viso è magnetico, la magia che il suo corpo emana mi procura sensazioni sconvolgenti.

All’improvviso, mi sono reso conto che non volevo nutrirmi di lei, perché ero spinto da qualcos’altro, da un’altra sete. Forse curiosità? Bizzarra emozione per un essere come me. Desidero solo vederla meglio, placare questa strana e del tutto inedita sensazione a cui non so nemmeno dare un nome.

La creatura brillante era semplicemente una giovane umana, una ragazza che è entrata in questo maniero abbandonato e che si è addormentata su questa terra sconsacrata, con la schiena appoggiata a una lapide. 

Appena mi sono avvicinato, costei si è svegliata e con uno scatto rapido mi ha puntato contro la bacchetta. I suoi contorni sono sfocati.

 

La bella

Un fantasma. Dovevo aspettarmelo.

No, questo non è un fantasma. Questo è… Che razza di mostro è?

Emana talmente tanto gelo che la mia pelle si è intirizzita e la terra sotto i miei piedi si è congelata. Non ho mai visto niente di simile in vita mia, ma non ho paura di lui. È lui che deve avere paura di me.

Levo la bacchetta minacciosamente e gli intimo di allontanarsi. Sembra un emissario dell’inferno, così nero, col cappuccio calato sulla testa e il mantello sfilacciato. Forse lo è.

“Vattene, bestia” gli intimo, mi battono i denti dal freddo “Non ho tempo da perdere.”

 

Il Dissennatore

Sento questa nuova, stupenda sensazione, a cui non so dare un nome. È così incredibile quello che sto provando, è come se mi fossi immerso in ricordi che io stesso ho vissuto. Questa ragazza io sento di conoscerla. L’ho già vista, era nella mia scorsa vita. Ho avuto una scorsa vita? Quanto tempo è passato dacché sono qui? Dacché ho abbandonato Azkaban?

E lei mi conosceva? Si ricorda di me? L’unica cosa che so, è che non voglio farle del male, anche se la sete mi sta dissecando la gola.

“Vattene, bestia” mi intima. Le voci umane sono fastidiose, rimbombano come echi striduli. “Non ho tempo da perdere.”

Ha la bacchetta levata, gli occhi infiammati di rabbia. Perfino i suoi occhi mi sono famigliari.

Avada Kedavra!” grida contro di me, due parole che io stesso conoscevo. Una luce verde e calda di energia mi investe con forza, ma mi attraversa senza che io senta nulla, mi illumina. È estremamente piacevole.

La ragazza abbassa la bacchetta, la sua immagine è sfocata, tuttavia so riconoscere un’espressione di terrore quando la vedo. Sollevo verso di lei ciò che rimane del mio braccio.

 

La bella

Questo non me lo aspettavo.

Sono sbalordita e stordita. Mi trema la mano sia per il gelo che per la paura. 

Che razza di creatura è mai questa? È davvero un demone?

Mi ricorda tanto la morte, la morte in persona con un volto orrido e una fisionomia spettrale.

Crucio!” gli grido contro disperata, ma di nuovo il mio attacco lo attraversa e si scaglia contro la terra ammuffita.

Diffindo!” , “Incarceramus!”, “Bombarda!

Niente. Niente funziona, quell’essere pare immune alla magia e io ora mi sento dannatamente indifesa. Nella mia mente compare un’unica soluzione: fuggire. Salto verso l’alto e mi libro in aria più veloce che posso, in mezzo alle stelle. Sono sfinita sia per la fame che per tutti quegli incantesimi che ho scagliato, ma la paura riempie il mio corpo di adrenalina. Attraverso il cielo stellato a tutta velocità e inizio a sentire subito meno freddo, il che è bizzarro. Più si va in alta quota più le temperature si abbassano, ma suppongo che quell’essere sia portatore di gelo.

Proprio come la morte.

 

Il Dissennatore

No, non voglio che se ne vada!

La guardo mentre si libra in cielo come un uccello bianco, illuminata solo dalla Luna ed è una scena che ho già visto. È il più bel ricordo che io abbia mai risucchiato, perché capisco che è anche mio.

Noi cerchiamo sempre i nostri ricordi felici in quelli degli altri. Ritrovare noi stessi è la nostra più grande ispirazione e io l’ho appena fatto. Ho trovato me stesso in quella ragazza e per questo non la lascio andare, le corro dietro. Anche io so volare.

Ci vedo pochissimo, ma la mia vista è sufficiente per scorgerla da lontano, in mezzo alle stelle. Lei si volta e, mentre è in aria, riesce a scagliarmi un altro incantesimo.

Che senso ha tentare di uccidere chi è già morto?

Io forse sono morto, ma sento che anche la sua energia vitale si sta esaurendo. Se continua così, finirà per cadere.

 

La bella

La morte mi sta inseguendo.

Ho così paura che non riesco più a vedere bene cosa c’è davanti a me. Il gelo di quel demone e il gelo del cielo notturno mi stanno penetrando fin nelle ossa.

Questo è un incubo. Senza volerlo, invoco mio padre. Lui saprebbe cosa fare. 

Sento la testa pesantissima, ma malgrado questo continuo a combattere, non voglio morire.

A ogni incantesimo che gli scaglio, sento la forza abbandonarmi, ma continuo a lottare strenuamente, fino a che le palpebre non mi si chiudono.

Precipito giù, ma la sensazione è quella di fare un tuffo nel mare. Immagino l’acqua accogliermi con un placido rumore di onde, bagnarmi il viso e i capelli, ricordarmi che va tutto bene, che sono salva ora.

 

Il Dissennatore

La prendo al volo prima che possa toccare il suolo.

La tengo sollevata tra le braccia ed è incredibile quanto il suo peso mi sembri irrisorio. Che preziosa donna umana, ha il viso e i capelli bianchissimi, e nell’istante in cui l’appoggio sull’erba, l’immagine di un uomo balena di fronte ai miei occhi ciechi. Un uomo sconosciuto che mi sorride, ma che mi rende felice più di qualsiasi altra cosa al mondo. Un brivido, uno strappo, un sussulto.

Mi sento così carico di emozioni nuove che la mia pelle diventa elettrica. Mi innalzo al cielo dalla gioia ma resto con lei, con la ragazza.

Non so chi lui sia, non so chi lei sia, ma finalmente ho un ricordo tutto mio. Mio, non l’ho risucchiato, è mio.

La mia sete finalmente si placa.



La bella

Quando apro gli occhi, la prima cosa che vedo è il cielo nero e stellato.

Sono forse morta? È questo l’aldilà?

Ma mi basta spostare lo sguardo per vedere la creatura di prima e per sentire l’erba fredda e rinsecchita sotto i polpastrelli. 

“Mi hai salvato la vita” osservo ad alta voce, alzandomi in piedi. Sto tremando, l’erba è diventata di ghiaccio. Quel demone annuisce come un umano.

“Perché?” gli domando, battendo i denti per il freddo.

Alza di nuovo il braccio verso di me, la sua mano ha cinque dita ma è cadaverica e ammuffita, scarna, bruciata. Dire che fa impressione è un ridicolo eufemismo. Riesce comunque a indicarmi con il dito indice nero e nodoso.

“Me?” gli domando con tono aggressivo, cercando di non tremare “Me cosa? Cosa vuoi da me!”

Il demone mi indica di nuovo e poi indica se stesso.

“Noi?” azzardo quindi.

 

Il Dissennatore

Non so come spiegarmi.

Come dirle che deve stare con me? Io voglio stare con lei, non lascerò mai più. Mi ha fatto riaffiorare alla mente dei ricordi tutti miei, solo miei.

Non avverto più paura nel suo sguardo, solo… disgusto. Abbasso subito la mano. Non so cosa mi stia capitando, ma qualunque cosa sia, è orribile e bellissima al contempo.

“Noi cosa? Chi diavolo sei tu?” mi chiede diretta. Se anche potessi parlare, non saprei risponderle. Non so chi sono, non lo so davvero.

La ragazza si alza in piedi con andatura traballante, la sua espressione è altera e sdegnosa. 

“Non ho alcuna intenzione di perdere altro tempo con te, inutile essere” decreta con conconvinzione. E poi si gira e inizia a camminare verso ovest. Un incedere deciso che fende la notte come un coltello.

Io la seguo.

 

La bella

A ogni passo che faccio, la terra e le foglie si congelano. Fa così freddo che non sento più le dita dei piedi. Con un incantesimo cerco di scaldarmi, ma sono troppo esausta e il calore che mi procuro è tiepido e flebile.

Mi volto di scatto e il demone si ferma in un modo piuttosto ridicolo.

“Perché mi stai seguendo?” ringhio, ovviamente senza ricevere alcuna risposta. Non so nemmeno se quell’affare può capirmi. “Vattene. Vai a tormentare qualcun altro!”

Riprendo a camminare rapidamente, tuttavia il gelo altrettanto rapidamente riprende a propagarsi sotto i miei piedi. 

Dannazione.

“So che mi stai seguendo!”

 

Il Dissennatore

“So che mi stai seguendo!”

Eppure non sto facendo alcun rumore. Sono l’essere più silenzioso che esista, come si accorge della mia presenza?

“Tu non sai chi sono io!” continua la ragazza, voltata di spalle “Ti stai cacciando in un grosso guaio a metterti contro di me. Sono appena evasa da Azkaban!”

Io sono stato cacciato da Azkaban...

“Ho ucciso una persona, sai com’è.”

Solo una?

“Ne ho torturata un’altra” aggiunge con orgoglio, come se mi avesse sentito “Quindi, stai attento.”

Le sue minacce mi divertono, se ne fossi capace, farei un sorriso.

 

La bella

Sono ormai cinque giorni che quello spettro oscuro mi segue. Sono tornata a casa e quando vado a dormire, la mattina mi sveglio e lo trovo lì, esattamente dove l’ho lasciato. Mi inquieta, non riesco a capire cosa voglia o perché mi stia seguendo, ma arrivata a questo punto non credo che voglia farmi del male. Lo avrebbe già fatto, altrimenti.

Non sono nemmeno del tutto sicura che sia umano, ma credo di sì. O meglio, credo che lo sia stato tanto tempo fa, quando ancora era vivo.

Possibile che conoscesse mio padre? Il dubbio è lecito, ma non voglio illudermi.

“Perché continui a seguirmi?” gli chiedo mentre mangio una mela. Ovviamente non mi risponde. “Capisci la mia lingua? Capisci quello dico?”

Lo spettro annuisce, il suo mantello sfilacciato accompagna il suo lento movimento del capo.

“E allora perché mi segui?” lo incalzo “Cosa vuoi da me?”

Non mi risponde, fa di nuovo lo stesso gesto: indica me, poi indica se stesso.

Mi viene da sorridere, ha un che di ridicolo.

“Sei strano. Che genere di creatura sei?” 

 

Il Dissennatore

Era un sorriso quello?

“Sei strano. Che genere di creatura sei?”

Questa è una bella domanda. Non lo so con precisione.

Non so che cosa sono, ma grazie a lei credo di sapere che cosa ero. Credo di essere stato un umano come lei, tanto tempo fa. Stanno iniziando a riaffiorare dei ricordi, attimi rapidissimi e colorati di una vita che non credevo nemmeno di avere vissuto, o meglio, che non ricordavo di avere vissuto. È come se questa ragazza fosse la chiave per aprire il portone del mio passato. 

“Mi prendi quella mela lassù?” mi chiede con gli occhi socchiusi, indicandomi una mela ancora attaccata a un ramo alto.

Certo. 

Subito.

Alzo il braccio e il frutto si stacca dal ramo, e poi lo faccio volteggiare delicatamente nelle sue mani.

“Governi la magia” esclama, sembra stupita “Quante altre cose sai fai fare?”

Temo non tante.

“Sei un assassino? Uccidi le persone?”

Annuisco. Mi nutro delle anime degli umani per dare un senso alla mia, ma non lo farei mai con lei. E poi, da quando l’ho conosciuta, la mia sete si è drasticamente placata. 

Ma lei non sembra particolarmente sconvolta.

“Mi sconvolge di più la pietà” risponde ai miei pensieri, allora è vero “Perché sono ancora viva? Perché hai deciso di risparmiarmi?”

Perché ho scorto la mia anima nei tuoi ricordi.

“Hai perso la tua anima?” mi chiede, calma.

Non l’ho persa, me l’hanno rubata.

"Sai cosa,” continua, sgranocchiando la mela “Quando ero bambina avevo un amico immaginario che si chiamava Nero. Amavo pensare che si manifestasse solo quando era buio” alza lo sguardo su di me “Anche lui non aveva un’anima. Tu me lo ricordi.”

Mi sembra una buona cosa…

“Ti chiamerò Nero. Ti piace?”

Sì, mi piace.

 

La bella

“Hanno sepolto qui i miei genitori” dico a Nero, indicando due scuri cumuli di terra nel cimitero di fronte a casa “Hanno fatto diversi sortilegi al terreno, lo hanno trasformato più in una prigione che in un loculo. Come se bastasse, nel caso volessero uscire…”

Vorrei sorridere ma non ci riesco. Una sensazione di tristezza mi piomba addosso.

“Lui mi ha spiegato come fare” gli rivelo, per qualche strano motivo riesco a fidarmi di lui “Ero appena nata, e lui mi ha sussurrato delle cose difficili, complesse. Non so come faccio a ricordarle, ma le ricordo, ricordo tutto benissimo. Fu l’unica volta che mi parlò.”

Lo guardo, alla luce del sole il mantello sfilacciato di Nero è di uno strano color antracite. Cerco di indovinare ciò che pensa, ma faccio estrema fatica a leggergli la mente, è come se i suoi pensieri fossero chiusi dentro una bottiglia.

Ci rinuncio e passo le dita in mezzo alla terra. So che se andassi più a fondo, se provassi a scavare, il mio corpo verrebbe sbalzato via e la mia mano prenderebbe fuoco.

Qual è il tuo nome?

Quel pensiero mi risuona più forte e chiaro del solito. Mi volto a guardarlo, meravigliata.

“Il mio nome è Delphini” gli rispondo, cercando di scorgere il suo viso dietro il cappuccio “Ma i nemici mi chiamano Delphi.”

Gli sorrido. Quell’essere continua a emanare gelo e oscurità, ma in misura nettamente inferiore rispetto al nostro primo incontro. È strano a dirsi, ma mi sembra più umano, sono certa che non aveva due occhi così visibili, prima. Non sapere cosa sia mi inquieta, ma ormai ho capito che le sue armi non sono puntate verso di me.

 

Nero

Quando ci cacciarono da Azkaban, molti dei miei simili vennero annientati da dei bagliori accecanti.

Luci animalesche, con zanne e artigli di pura gioia e di felicità, capaci di assorbire e dissolvere quel poco che era rimasto di noi.

Io riuscii a fuggire e quando arrivai qui, compresi che questo rudere era la mia nuova casa. Non so perché accadde, è inspiegabile, ma passai molto tempo qui. Diventai il guardiano della casa e del cimitero.

Mi sono nutrito di tutti i babbani che hanno osato entrare. Esseri insignificanti, i babbani, provo un odio viscerale per loro. Cacciarli, però, dava un senso alla mia meschina esistenza, almeno fino a che non sei arrivata tu.

Tu che ora stai dormendo per terra, in questo rudere ammuffito, sei come un grazioso portagioie che conserva i ricordi della mia vita passata.

Provo sentimenti talmente umani per te che mi spavento io stesso. Sto ricordando le emozioni umane con la stessa velocità con cui sto riacquistando la vista, e il merito è solo tuo. Vorrei poter ingurgitare tutta la tua tristezza, Delphi, strappartela di dosso e vederti sorridere.

 

Delphi

La verità è che non mi sento più sola, da quando c’è lui.

Ogni tanto, riesco a sentire i suoi pensieri. Sembra quasi la voce di una persona imbavagliata.

Mi rattrista pensare a quello che deve aver passato, non riesco nemmeno a immaginarlo.

Come si può privare un essere umano della propria anima? Intendo proprio comeCome ci si riesce, che genere di magia è?

“Mio padre si è…” mi trattengo. “Lui sa praticare la magia oscura a livelli estremamente avanzati, credo che potrebbe anche incidere sulle anime delle persone, se lo volesse. Sono certa che saprebbe restituirtela."

Tuo padre.

“Sì, mio padre.”

Chi è?

Sento una strana vibrazione nella sua voce. 

Non devo illudermi, no. 

Ma se lui fosse…?

No, non mi sembra possibile. Nessun vero e leale Mangiamorte è sopravvissuto, e comunque nessuno sapeva della mia esistenza. Nessuno si cura della mia esistenza.

…Ma se lui lo fosse? Se lui sapesse di me? Se mi avesse riconosciuto? Lo desidero talmente tanto che il mio cuore mi rende sciocca e mi illude. Ho paura a chiederglielo per la risposta che potrei ricevere.

Tuttavia, ci devo provare.

“Forse lo hai conosciuto” gli dico quindi, cercando di non lasciare trapelare alcuna emozione “Eri un Mangiamorte?”

Sarà la speranza a ingannarmi, ma mi è parso di vedere i suoi occhi sgranarsi sotto il cappuccio.

Sono umani, sono marroni.

 

Nero

Oh.

Oh, questo è nuovo.

Mi sento…. strano. 

È come se qualcosa, qualcosa di vivo si fosse appena acceso dentro di me, qualcosa che non so spiegare. Una fiamma, un calore. Gioia. È questa la gioia? Questo senso di incredulità accecante che ti toglie ogni ragione e ti alleggerisce i piedi? È stato come uno schiaffo violento che mi ha destato da un lungo sonno.

Ricordo vaghissimo, di un’altra vita. Ero un Mangiamorte, sì, certo che lo ero, qualunque cosa ciò significhi. Ricordo il padrone, c’era un padrone. Come ho potuto dimenticarmi di lui? Devo raggiungerlo, devo trovarlo, devo proteggerlo. Mi farà tornare com’ero prima, lo so, ne sono certo. 

Perché io non ero così. Non sono nato così, ero umano come lei.

Annuisco, e dentro di me qualcosa esulta. I miei occhi appannati iniziano a vedere lucidamente, e vedo. Vedo lei, lei mi sorride.

 

Delphi

C’è qualcosa di dolce nel mio Mangiamorte. È quasi gentile.

Certo, è violento. Uccide le lepri a sangue freddo e crede che io possa mangiarle così, crude.

Certo, è strano. Non vola più. Sta cambiando a vista d’occhio, non sento più la sensazione di tristezza o di freddo quando gli sono vicina.

Non sono più dispiaciuta all’idea che mi segua. È l’ultimo Mangiamorte, chi dovrebbe seguire, se non me, la figlia di Lord Voldemort?

“Euphemia Rowlse diceva che non avrei mai avuto un amico” gli racconto, camminando con lui “Diceva che ero pazza e che sarei finita in un manicomio. Vorrei che mi vedesse adesso.” 

E lo guardo. Lui avvicina la mano grigia e magra verso di me, ben diversa da quella bruciata del nostro primo incontro.

“C’era solo un modo per non averla tra i piedi” continuo, guardando quella mano strana “E quello era Nero, il mio sinistro amichetto che compariva nel buio e mi proteggeva a costo della vita. Ne era terrorizzata.” avvicino la mia mano alla sua “E ora capisco perché. Eri tu, sei sempre stato tu.”


Nero

Mi sta guardando? Mi sta sorridendo?

Queste sensazioni sublimano la mia anima, la fanno diventare più concreta. Lei mi sta facendo tornare vivo, mi sta restituendo la mia anima.

La vista mi è tornata, le orecchie mi si sono aperte. Sento la sua voce in tutta la sua perfetta pienezza e la guardo, lei è uno splendore.

Assomiglia a un ricordo bellissimo e sento forte l’impulso di toccarla. Lo faccio.

Le stringo la mano bianchissima, così famigliare, e il calore della sua pelle mi brucia, mi incendia, divampa dappertutto. Io che da sempre ero solo gelo, nebbia e buio ora sento caldo. Dentro e fuori di me, caldo, battiti, sangue, luce, chiaro.

"Nero?” mi chiama lei, ha un'espressione incantata.

“No” le rispondo io, dolcemente “Barty.”

 

Barty

Che questo spoglio rudere mi sia testimone, che i morti sepolti in questo cimitero mi ascoltino, io giuro che mi vendicherò. La mia anima mi è stata portata via, e oh, il Signore Oscuro si arrabbierà moltissimo, quando tornerà. Ucciderà chi mi ha fatto questo. Imprigionato per la seconda volta! Non avremo nessuna pietà.

Stringo forte la mano di Delphi, di sua figlia, finalmente mi abbasso il pesante cappuccio. Sento il suo sguardo fisso su di me.

"Sei biondo" mi dice infatti, divertita "Non posso credere che tu sia biondo."

"Non posso credere che tu sia blu" le rispondo a tono, ma le sorrido.




 




Note da un'alcolizzata
 
Mi rendo conto che questa storia è piuttosto enigmatica, quindi diamo il via allo spiegone!
Se volessi giustificarla, direi che si regge su dei presupposti di mia invenzione, ma che a mio avviso risultano abbastanza credibili rispetto al canon di Harry Potter. Barty immagino sia diventato un Dissennatore dopo aver ricevuto il Bacio, alla fine del quarto libro. Non sappiamo realmente cosa gli sia accaduto, e questo è ciò che ho sempre pensato. È canon che dopo il settimo libro i Dissennatori siano stati cacciati da Azkaban, e quindi ho mandato il Barty dissennatore in un luogo a lui consono, o quanto meno, in un luogo dove sentisse della famigliarità. E cosa meglio di Villa Riddle, dove sono stati sepolti Voldemort e Bellatrix? Amo pensare che Potter e co. non siano riusciti a cremarli, nel senso stretto che i loro corpi resistevano alle fiamme e si rifiutavano di bruciare. (Zio Voldi deve aver pensato anche a questo).
Non mi risulta nemmeno difficile immaginare i Dissennatori come esseri senzienti. Non sono umani, non comprendono le emozioni, ma comprendono gli ordini. Per me, hanno una loro intelligenza e traducono in fatti ciò che vedono e sentono.
Direi che lo spiegone è terminato.
A presto, Ecate
 
 
 
   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: EcateC