Non era andata proprio come nei film, in cui ti vedi
scorrere tutta la vita davanti agli occhi. Un momento prima Christian era in
bicicletta, quello dopo si era svegliato in una barella dell’ospedale. Sì, il Policlinico
di Milano, quello in cui sta frequentando infermieristica. Fortunatamente a
parte il volo e la botta in testa, niente di grave ma doveva comunque passare
l’intera notte sotto osservazione ed indossare un fastidioso collarino
cervicale. Erano venuti pure i suoi genitori, ma visto che erano agitati più di
lui, li aveva rimandati a casa, con la promessa di passare domani mattina di
venirlo a recuperare una volta dimesso. Finalmente poteva guardare il telefono
e cercare un po' di conforto in Bea. Certo non era successo niente di
gravissimo, ma a quanto gli avevano raccontato i vigili era stato colpito di
striscio da una macchina ed era caduto battendo la testa. Come al solito però
la sua ragazza aveva equivocato tutto bombardandolo di SMS al vetriolo.
<< Dove sei finito? Troppo preso a giocare al dottore
con le tue compagne di corso? >>
<< Vabbè io esco con le mie amiche, spero di
divertirmi più di te… E non rovinarmi la serata con i tuoi patetici messaggi di
scuse! >>
Purtroppo il carattere di Bea più che essere d’aiuto nei
momenti di crisi, riesce solo a peggiorare le cose. Fortunatamente Chris lo
sapeva e cercò subito di chiamarla per spiegargli la situazione, ma lei
continuava a buttare giù la telefonata. Al terzo tentativo arrivò un messaggio
di risposta, sempre più avvelenato.
<< Ti ho detto di lasciarmi stare e di non rovinarmi la
serata con le amiche!!! >>
<< Ehm in realtà ho avuto un incidente e sono in
ospedale. Un po' di conforto da parte della mia ragazza non sarebbe
male… >>
Appena letto il messaggio, arrivò la chiamata di lei,
imbarazzatissima. Una volta capito però che la situazione non era così
drammatica, Bea si era congedata perché le amiche l’aspettavano per entrare nel
locale. Ne potevano parlare con calma domani. La cosa aveva ferito Chris ma ora
non voleva litigare. Si era spostato dall’astanteria alle macchinette per non
dare fastidio agli altri pazienti, ma ora l’unica cosa che voleva fare era
buttarsi sulla barella e riascoltarsi il nuovo album dei Club Toro. Con le loro
rime zarre gli sarebbe tornato il buon umore. Poi doveva convincere i suoi a
partire nonostante il suo piccolo incidente. Voleva godersi l’ultimo week end a
Milano fino in fondono e averli intorno lo avrebbe di sicuro rovinato, con
tutti i loro “Dove sei? Ma quando torni?”. Mentre era perso in tutti questi
ragionamenti una mano sulla spalla gli fece prendere un colpo. Era Angelica. La
prima persona a cui aveva appena pensato dopo l’incidente, non tanto perché provasse
chissà quali sentimenti per lei, ma perché gliela aveva gufata. Ma ora che ce
l’aveva davanti agli occhi, con lo sguardo dispiaciuto, mentre gli offriva una
sigaretta, non aveva più voglia di inveirle contro. Sentiva bisogno di un volto
amico. Nonostante le sceneggiate di gelosia di Bea, Angelica era una dei pochi
compagni di corso con cui aveva legato. Infatti per evitare continue
discussioni Christian aveva deciso di starsene un po' sulle sue durante la vita
universitaria ed essendo anche lei un po' schiva spesso finivano per rimanere
insieme. Non è che parlassero molto, come in quel momento sulla rampa del
pronto soccorso, dove lei fumava e lui cercava di guardare le stelle, anche se
era difficile in una città illuminata come Milano e con il collo bloccato dal
collarino. Però erano una presenza confortante l’uno per l’altro. Non era solo
un “Ci sediamo affianco o andiamo a mangiare insieme per non restare soli”. Ma
neanche una vera amicizia. Si scrivevano raramente e solo per parlare degli
esami e si vedevano solo all’università. Chris la trovava misteriosa. Più
grande di lui di qualche anno, si esprimeva con frasi corte, enigmatiche. Magra
e alta, pur essendo mora una carnagione pallidissima e con la divisa bianca da
studentessa, ricordava vagamente Samara di “The Ring”. Dopo qualche momento di
silenzio, fu lei a rompere il ghiaccio.
<< Scusami Chris, mi sento un po' in colpa per quello
che ti ho detto stamattina, appena l’ho saputo sono venuta qui >>
<< A essere sinceri un pochino me la sono cercata pure
io, ti stavo prendendo in giro perché quello era il mio ultimo turno e tu
invece avevi anche la notte da fare… >>
<< Ora devo scappare, che la mia pausa è finita, ma
uno di questi giorni ti offro una birra così mi sento più a posto con me
stessa, ok? >>
<< Eh devo vedere come sono messo con le vacanze… buon
proseguimento! >>
E come un fantasma che si aggirava per le corsie del
Policlinico, Sama... ehm Angelica rientrò in reparto.
Sdraiato sulla barella, Chris finalmente si stava godendo le
rime dei Club Toro. Il loro album “Torocrazia” era uscito da poco e non aveva
avuto ancora l’occasione di sentirlo bene ma se l’era scaricato sull’ Ipod
rimasto miracolosamente incolume dal volo in bicicletta. Le rime strafottenti
di Poliff e Jet, i beat tamarri di Ponjo gli stavano facendo dimenticare tutto.
Il dolore al collo, il fatto che Bea non gli avesse dato neanche la buonanotte,
le discussioni che probabilmente domani dovrà affrontare con lei. Ma ora si
stava addormentando e l’unico pensiero che aveva in mente era che domani voleva
cappuccio e brioche per colazione…