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Autore: leti_0907    03/07/2023    0 recensioni
Piccola raccolta di momenti "what if" ispirati a Miraculous.
ATTENZIONE: possibili spoiler della quinta stagione e il film "Miraculous Awakening".
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Plagg, Tikki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Kwagatama- parte II

Adrien era strano in quei giorni. Si comportava come sempre, eppure Marinette avvertiva qualcosa che non andava in lui, e tutto era cominciato sette giorni prima, quando si era svegliata in un letto non suo e due braccia che la avvolgevano nel più dolce degli abbracci.

Quella sera non riusciva a dormire, anche se il suo orgoglio non glielo permetteva non avrebbe mai confessato al suo ragazzo che senza di lui faceva fatica ad addormentarsi. Per questo aveva approfittato delle chiavi che lui le aveva regalato per dormire nel suo letto, lasciandosi andare a quel profumo che le era familiare ma che amava ogni giorno di più.

E la mattina dopo, ad accoglierla al risveglio non c’era un sorriso raggiante più del sole ed un bacio delicato sulle labbra. C’era invece il volto dubbioso e preoccupato del biondo, un volto che lei non gli aveva mai visto addosso rivolto a lei.

Da quella mattina nel suo verde vedeva sempre una scintilla di sospetto, come se lei avesse fatto qualcosa di sbagliato, e non le andava giù che la osservasse in quella maniera senza avere idea del motivo.

Ed avrebbe approfittato del loro solito appuntamento durante l’ora di pranzo per chiarire, una volta e per tutte.

Marinette aveva raggiunto il suo ufficio come amministratore delegato in cui Adrien si chiudeva per gestire la casa di moda che suo padre gli aveva lasciato in eredità. Tante volte aveva cercato di convincerla a lavorare per lui dopo l’università, e sebbene fosse onorata dal fatto che il suo ragazzo vedesse in lei un talento ineguagliabile, preferiva non doversi adagiare sull’alloro per cercare lavoro. Avrebbe prima valutato tutte le possibilità, e poi scelto.

Entrò nella maison Agreste. Passando per la hall principale, come sempre affollata di personale e stilisti che correvano da una parte all’altra come mosche sul formaggio, si fermò a salutare Nathalie ed Émilie prima di bussare alla porta accanto.

«Pranzo espresso per lei, signor Agreste!» lo salutò così spalancando la porta, prima di sentirgli dire “avanti”. «Una quiche e dei croissants firmati Dupain-Chen!»

«I miei preferiti.» da dietro la scrivania, un elegantissimo Adrien le lanciò un’occhiata divertita, mentre lei si avvicinava per appoggiare le borse con cui trasportava il cibo sulle poltrone. «Ma questo lo sai già.»

«Impossibile non saperlo, con te che mi mormori ogni mattina che vuoi sempre qualcosa di sfornato da mio padre.» Marinette lo prese in giro, e lanciò un’occhiata ai bozzetti che lui aveva in mano. «Problemi con dei modelli?»

«Si, c’è qualcosa che non quadra. I tagli sembrano tutto tranne che armonici, e non mi convince il materiale usato.» Adrien le rivolse un’occhiata disperata. «Ti dispiacerebbe aiutarmi? In queste cose sei molto migliore di me, Mari.»

«Sai che non posso resistere al tuo sguardo supplicante. Passa qui, li controllo appena finiamo di mangiare.» la ragazza prese in mano il plico per poi appoggiarlo sulla sedia accanto a sé. «È successo qualcosa ultimamente?» gli domandò esitante, passandogli il pranzo, mentre gli si formava una palla di disagio nel petto.

Aveva deciso di non tentennare una volta entrata nella maison, avendo raccolto tutto il suo coraggio mentre camminava. Si era messa a parlare a se stessa, imponendosi di stare calma e di non agitarsi, ma aveva finito con strillare talmente forte che una mamma aveva portato via il proprio bambino dal parco giochi… al di là della strada.

Ma mettere le sue paure a tacere era stato semplice. Ora rimaneva la paura di come Adrien avrebbe potuto rispondere a quella domanda.

E se non l’amasse più? E… se fosse innamorato di un’altra?

Iniziava a girarle la testa violentemente.

E la faccia del suo ragazzo divenne inespressiva. «Intendi tra di noi, non è vero?» sospirò, davanti all’espressione stupita di Marinette. «Ti conosco come le mie tasche, Marinette. Se mi avessi posto la domanda riferita alla maison, lo avrei capito. E, per la cronaca, qui va tutto bene.»

«E quindi immagino sia successo qualcosa tra di noi per essere arrivato a questa conclusione.»

«Si, è successo qualcosa.»

Marinette incominciava a sudare freddo. «Ti… sei innamorato di un’altra?»

Si aspettava qualsiasi reazione, quando glielo chiese così direttamente.

Ma non Adrien che scoppiava a ridere.

Lo vedeva sbellicarsi come mai aveva fatto, e si era dovuto reggere alla scrivania per non collassare a terra, nonostante fosse seduto. E lei era rimasta in piedi, sentendosi una scolaretta idiota.

«Oh mio dio, Mari. Non penso che tu possa mai più eguagliare questa battuta con le tue figuracce, davvero.» Adrien si asciugò una lacrima, ma ritornò serio quando notò come Marinette era sconvolta dalla sua reazione. «Aspetta, eri seria?»

«Ti sembra che sto scherzando?»

«Beh, visto la grande idiozia che hai detto, speravo fosse una delle tue battute.» gli occhi smeraldo di lui si riempirono di amore, tanto da farli brillare come pietre preziose. «Non potrei mai innamorarmi di un’altra ragazza che non sia tu, Mari.»

«Ed allora cosa c’è che ti preoccupa? È da una settimana che mi guardi con aria sospetta, e sinceramente mi sono stufata di questa situazione.» Marinette perse le staffe, e sbattè i palmi delle mani sul vetro della scrivania. «Io e te ci siamo sempre detti tutto, detesto che ci sia qualcosa di non detto tra noi.»

«Ed hai ragione, per questo ora ne parleremo.» il ragazzo si lasciò andare contro lo schienale della sedia. «In verità, avevo già deciso di affrontare la questione oggi.»

La giovane e futura stilista si sedette, impaziente. «Perciò parla.»

«Te lo chiederò senza fare troppi giri di parole.» Adrien la fissò intensamente, la suspense che vibrava nell’aria. «Sei Ladybug?»

«Adesso sei tu a fare battute idiote.» eppure non rideva.

«Andiamo, buginette. Ora giochiamo a carte scoperte: la mia domanda era solo di cortesia, perché il kwagatama che porti al collo parla più di te.»

Lei si portò la mano al collo di riflesso, stupita, per poi capire che Adrien stava aspettando quella reazione per confermare ogni suo dubbio. Sospirò. «Immagino che non sia stato solo il kwagatama a fregarmi, Chaton.»

Oramai non erano più Marinette ed Adrien, non erano più i ragazzi innamorati follemente l’uno dell’altro.

Ora erano i supereroi di Parigi, coloro che avevano appena scoperto la verità l’uno sull’altra.

Ora sapevano.

«Affatto. Mi è bastato leggere un messaggio di maestro Fu una nota a lato del libro dei Miraculous e ricollegare tutte le volte in cui sei scomparsa per lasciare il posto al tuo alter ego. Per non parlare della somiglianza.» Adrien unì le mani dietro la testa e stese le gambe. «E tu che mi dici? Non sembri per niente sorpresa dal fatto che io sia Chat Noir.»

Marinette ebbe un lampo in cui lo vide vestito con la sua solita tuta nera, il campanellino, la maschera e la coda. Per il momento lasciò perdere il fatto che Adrien avesse violato la sua privacy, ma di quello ne avrebbero parlato più tardi.  «Non lo sono, non ora. Qualche giorno fa invece ero sconvolta, quando ho notato un certo esserino nero di nome Plagg gironzolare per la tua camera alla ricerca di camembert.»

«Ed io che pensavo di essere stato discreto.» la vocina dell’interessato era ovattata, ma poi la testolina del kwami della distruzione sbucò fuori dal taschino della giacca del biondo. «Immagino sia un potere dei guardiani.»

«Semplicemente Marinette non è stupida.» intervenne Tikki, uscendo dalla borsa della ragazza, sentendosi in dovere di difenderla.

«Hai ragione, Tikki. Marinette non è stupida.» Adrien le osservò, sorridendo. «E neanche io. Ma al di là del fatto che tu sei Ladybug ed io l’abbia scoperto così, adesso posso dirtelo in faccia.»

«Cosa?» la sua ragazza divenne curiosa.

«Di quanto io sia fiero ed orgoglioso di te. E che ti amo, sia la mia dolce ed imbranata Marinette, sia la determinata e coraggiosa Ladybug.»

«Come lo sono io di te. Ti amo, sia il calmo e riflessivo Adrien, sia l’arrogante e divertente Chat Noir.»

Si sorrisero. Nonostante ci fossero molte altre cose da dire riguardo alle loro identità di eroi, per ora bastava che si mostrassero i kwagatama e ridessero dei loro se stessi più giovani che non ci erano arrivati prima.

   
 
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