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Autore: KainObreron    19/07/2023    0 recensioni
Pellegrina è una ragazza italiana che ha collezionato solo fallimenti nella sua vita, e un giorno scopre di poter entrare e uscire a piacimento nel mondo di Nirn, ma non sa perché.
Magrakh è un orco nato e cresciuto a Skyrim, viene catturato dagli Imperiali e portato a essere giustiziato a Helgen. È l'ultimo Sangue di Drago, ma ancora non lo sa.
I due dovranno imparare a coesistere e migliorarsi per sopravvivere, ma soprattutto accettare ciò che il Destino gli ha donato e vuole da loro in cambio: salvare Nirn.
Purtroppo, con una Terrestre che vorrebbe essere Sangue di Drago ma non può, e un Sangue di Drago che non vuole esserlo, neanche il Destino è certo che funzionerà.
Genere: Avventura, Azione, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Dovahkiin, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Problemi di Percorso

POV Magrakh, Capitolo 1: Un inizio difficile

Locazione:


9:30 AM, Morndas 17 di Ultimo Seme, 4E 201
 

Non pensava che le cose più brutte al mondo potessero peggiorare, eppure gli è stato dimostrato tre volte nello stesso giorno.
 

Due anime disperate respirano affannate all'ombra della collina, cercando rifugio tra gli arbusti come conigli spaventati. L'orco e l'umana osservano gli scorci della strada attraverso il fogliame.
 

Siamo troppo vicini, riflette l'orco, sentendo un ruggito echeggiare nel cielo.
 

Anche dalla loro generosa distanza possono sentire il drago scatenare il caos nella città di Helgen.
 

Questi ruggiti sono un suono nuovo per lui, ma riescono lo stesso ad attivare l'istinto animale del suo cervello, facendolo sentire vulnerabile come una piccola creatura bisognosa di nascondersi.
 

I maghi guerrieri dell'Impero stanno cercando di combattere il drago per fermare la distruzione della città, ma il drago è immenso e il suo fuoco è spietato.
 

Come possono delle persone combattere un disastro naturale incarnato?
 

Il ricordo si ripete nella sua mente, deridendolo. Perché è esattamente il suo tipo di fortuna venir salvato da un mostro leggendario e da una ragazzina.
 

Osserva il suo salvatore improvvisato stringere la spada insanguinata come fosse un'ancora di salvezza. Scommetterebbe le sue zanne che la giovane donna non ha mai impugnato una spada prima, eppure non ha esitato a brandirla né a spargere del sangue.
 

Gli sta anche stringendo il braccio, come se si aspettasse che svanisca da un momento all'altro, tremante per il freddo causato da vesti troppo leggere, l'adrenalina della recente battaglia, e il panico che sta subentrando ora che non è più occupata a scappare.
 

Ansima come un pesce fuor d'acqua, con le lacrime e il moccio che si mescolano al sangue e alla fuliggine. L'orco comprende la reazione, ma non può lasciare che il suo unico alleato cada preda delle sue emozioni.
 

Prima devono sopravvivere, possono farsela sotto più tardi.
 

Così cerca di pulire il sangue dal viso e di non far notare i suoi stessi tremori, così che possa guardarla negli occhi e afferrarle le spalle, cercando di non toccare le bruciature.
 

"Ehi ragazza," dice, troppo stanco per essere più eloquente, "torna in te, non siamo ancora al sicuro."
 

Lei emette un suono simile a un singhiozzo soffocato, spostando rapidamente lo sguardo da lui alla strada innevata.
 

Si sente odore di fumo nell'aria.
 

"Ehi," le sussurra, stringendo la presa per cercare di aiutarla a tornare al presente, "stiamo ancora scappando per salvarci la vita, ricordi?" Sentendosi di dover avvertire la poveretta aggiunge, "se non riesci a riprenderti, ti lascio indietro."
 

Gli occhi della ragazza, un marrone scuro molto comune per un umano che non sia Nord, tornano a guardarlo, e la presa sul suo braccio si stringe ancora di più, quasi dolorosa.

Ah, ho attirato la sua attenzione.
 

"Hai ragione," sussurra, "non possiamo restare qui."
 

"Mi fa piacere che sei tornata in te. Mi hai condotto fin qui, e non so dove siamo, ma–"
 

"Ovest. C'è un campo dei Manto della Tempesta a Est, per questo ho scelto Ovest."
 

Decide di non chiederle come diavolo fa a sapere del campo dei ribelli, non è utile in questo momento. Tutto quello a cui si permette di pensare è che i ribelli imprigionati sono probabilmente diretti là.
 

"Bene," dice, "e cosa c'è qui intorno? Conosci un posto in cui possiamo rifugiarci per un po'?"
 

Il suo sguardo si muove rapidamente intorno a loro, ma questa volta la ragazza è concentrata nelle sue riflessioni e non persa nella sua paura.
 

Prima che possa dire qualcosa però, del movimento dalla strada li induce ad abbassarsi e rimanere fermi.
 

Ci sono delle persone che parlano allarmate, correndo verso Helgen invece di andarsene come dovrebbero fare. È impossibile distinguere chi siano dalle loro vesti o quello che stanno dicendo, ma anche dopo che se ne sono andati, i due impiegano un minuto buono per riprendere la loro discussione.
 

"Penso che il paese più vicino sia Riverwood, a Nord-Est..." Gira la testa, indicando la direzione di cui sta parlando.
 

Come fa a orientarsi senza vedere la posizione del sole? Si chiede l'orco.
 

"O Falkreath," aggiunge in un sussurro, quasi riluttante, "è nella direzione opposta, a Sud-Ovest."
 

"Preferirei evitare centri abitati per il momento," dice lui, cercando di non sembrare troppo spaventato all'idea, "come ben sai, ero un prigioniero solo pochi minuti fa."
 

E non ho intenzione di esserlo di nuovo, non dice, ma a giudicare dal piccolo cenno che riceve, la ragazza l'ha capito. "Non posso nemmeno passare inosservato come te. Non ci sono molti orchi in giro per Skyrim."
 

Ai Nord interesserebbe un singolo prigioniero Orco in questo momento di distruzione? Per quanto ne sa, il mondo potrebbe finire in pochi minuti.
 

"Beh," la ragazza dice dopo aver riflettuto un po', "ci sono alcune opzioni ma hanno tutte dei rischi."
 

L'orco sbuffa, e senza dire una parola indica la direzione dei ruggiti. Al momento, qualsiasi luogo è meno rischioso di un mostro volante che rade al suolo una città.

"Dimmi quale pensi sia il più sicuro."
 

Mormora pensierosa, prendendo il suo tempo come se al di fuori del loro piccolo frammento di pace non ci fosse la fine del mondo.

"C'è una capanna nascosta dagli alberi ai bordi del fiume a Nord-Ovest. Dovremmo attraversare il fiume per arrivarci però, e ci vive una strega."
 

L'orco è confuso. "Perché c'è una strega nell'opzione più sicura?"
 

La ragazza fa spallucce, pulendosi il viso con la manica.

"La strega finge di essere una signora qualsiasi, quindi non è ostile ai passanti. Il posto è fuori mano e non credo qualcuno lo conosca, ma è anche vicino all'acqua corrente, e ha delle provviste."
 

Se è così nascosta tu come fai a conoscerla?

Non lo chiede, ma non può fare a meno di trafiggerla con uno sguardo accusatorio. Lei non ne sembra preoccupata, anzi, sembra stia già riflettendo su come uccidere questa persona.
 

Come fa a sapere che è una strega e non solo una vecchietta un po' strana?

Non gli piace questa ragazza.

"Altre opzioni?"
 

Riflette mentre estrarre i sassolini che ha conficcati nel ginocchio. "Poco più a Ovest c'è Pinewatch, è una fattoria che nasconde un tunnel che porta a una rovina degli antichi Nord. È piena di banditi, ma c'è solo una persona a guardia nella casa."
 

L'orco la fissa. Vorrebbe porre l'ovvia domanda, "come fai a saperlo?", ma il tempo è essenziale e non è nemmeno sicuro di voler sapere la risposta a questo punto.

Non è una normale civile come pensavo.
 

"Oppure," continua, "potremmo allontanarci ancora un po', passare la notte tra gli alberi, aspettare che tutto si calmi e... e che il drago se ne sia andato. Poi torniamo in città e razziamo quel che è rimasto."
 

Non gli piace la sua presupposizione che tutti moriranno, ma ripensando al drago nero che sovrastava la locanda, e alle sue fiamme sciogliere la pietra, non la può biasimare.
 

"Potremmo anche correre fino a Whiterun e portare notizie di Helgen allo Jarl, potrebbe vedere il gesto con favore."
 

E rischiare di essere riconosciuto per la mia taglia nel Reach? No.

"Ci vorrebbe qualche giorno per arrivare a Whiterun, e questo non è il momento di mettersi in viaggio. È troppo rischioso. Tu potresti farla franca, ma scommetto che a me non farebbero nemmeno entrare."

E poi dice qualcosa che non riesce a credere: le chiede informazioni sulla strega.
 

"Si chiama Anise," sussurra la risposta come se la strega potesse sentirla, "e le sue cose da strega sono nella cantina. Non so molto di lei, ma la capanna è piccola e piena di buchi, non c'è nessun posto dove nascondersi."
 

"Ed è sola?"
 

"Sì."
 

L'orco la guarda in cerca di inganno, incapace di dimenticare ciò che le ha visto fare nella fortezza di Helgen, quando pensava di non essere vista, ma la ragazza sembra solo stanca e sofferente.

Tuttavia, ciò non toglie che potrebbe essere una pedina della strega per portarle delle vittime. È meglio che stia in guardia, e al primo sentore di tradimento via con la testa!
 

"Come ti chiami?" Chiede la ragazza.
 

La domanda innocente lo coglie di sorpresa. Con tutta la corsa per salvarsi la vita, si era dimenticato di cose semplici come i nomi.

"Magrakh."
 

"Io Pellegrina, ma puoi chiamarmi Pelle," fa un piccolo sorriso, "lo fanno tutti."
 

Magrakh annuisce. "Perché ho la sensazione tu abbia già idee su come affrontare questa strega?"
 

Il sorriso innocente si allarga in un ghigno molto più sinistro.
 

Inquietato dal suo stesso alleato di fortuna, Magrakh decide che terrà gli occhi sulla sua spada e di guardarsi le spalle.
 

"Spiegami questo piano se non ti dispiace."

 



Note
Il prossimo capitolo è dal POV di Pellegrina: Una volta al sicuro, Pelle e Magrakh si prendono un momento per rifocillarsi e conoscersi meglio, ma è chiaro che ci sia molto che nascondono l’un l’altro, e ciò diventa fonte di sospetto.

 

 
 
 
  
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