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Autore: KainObreron    22/07/2023    0 recensioni
Pellegrina è una ragazza italiana che ha collezionato solo fallimenti nella sua vita, e un giorno scopre di poter entrare e uscire a piacimento nel mondo di Nirn, ma non sa perché.
Magrakh è un orco nato e cresciuto a Skyrim, viene catturato dagli Imperiali e portato a essere giustiziato a Helgen. È l'ultimo Sangue di Drago, ma ancora non lo sa.
I due dovranno imparare a coesistere e migliorarsi per sopravvivere, ma soprattutto accettare ciò che il Destino gli ha donato e vuole da loro in cambio: salvare Nirn.
Purtroppo, con una Terrestre che vorrebbe essere Sangue di Drago ma non può, e un Sangue di Drago che non vuole esserlo, neanche il Destino è certo che funzionerà.
Genere: Avventura, Azione, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Dovahkiin, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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Problemi di Percorso

POV Magrakh, Capitolo 2: Perché eri ad Helgen?

Locazione:

 


Una volta al sicuro, Pelle e Magrakh si prendono un momento per rifocillarsi e conoscersi meglio, ma è chiaro che ci sia molto che nascondono l’un l’altro, e ciò diventa fonte di sospetto.
 




19:30 PM, Morndas 17 di Ultimo Seme, 4E 201

 

L'unica cosa che le impedisce di sentirsi un peso è che l'Orco è tanto affannato quanto lei.

 

Anise è morta. 

 

Pelle non ha offerto un gran contributo, ma il piano ha funzionato e, ancora in preda all'adrenalina, Magrakh sembra incapace di restare fermo.

 

Egli controlla l'area attorno alla capanna, nonostante sia evidente a prima vista che non ci sia nessun altro. Poi fruga negli scaffali e si affaccia nella cantina. Dopo pochi secondi, esplode una serie di imprecazioni, alcune delle quali in una lingua ignota a Pellegrina.

 

Lei si siede sul portico di legno per riprendere fiato e per permettere al freddo serale di lenire le sue bruciature. Si chiede se i brividi siano causati dalla fredda umidità del vicino fiume o se sia già insorta un'infezione.

 

Dopo alcuni minuti di riposo, riaccende il fuoco nel focolare interrato della capanna utilizzando la legna che Anise aveva preparato per la notte. Una volta che le fiamme si alzano, è inevitabile perdersi in esse.

 

Magrakh, invece, sembra soddisfatto dell’ispezione della capanna e si dirige verso la sedia, sedendosi con la grazia di un mammut.

 

Entrambi presentano ustioni dovute alla fuga da Helgen, ma l'Orco si sta anche riprendendo da una ferita allo stomaco inflitta da una spada.

 

Pelle è preoccupata.

 

Non conosce il funzionamento effettivo delle pozioni curative e, anche se quella somministrata a Mag sembra aver fermato l'emorragia, la ferita non è ancora completamente rimarginata, e non si può escludere la presenza di danni interni.

 

Poi Mag, ancora agitato, torna nella capanna per rovistare nelle ceste, brontolando in cerca di cibo.

 

"Posso cucinare," dice Pellegrina, "quindi smetti di mordere quella patata cruda per favore."

 

Lui sbuffa e consegna la patata, contento dell’offerta.

 

La capanna è più o meno come Pelle si aspettava: nascosta dai rigogliosi arbusti e alberi della riva del fiume, di costruzione scadente e con buchi sulle pareti e sul tetto, sporca a causa della natura selvaggia, e dotata di un piccolo giardino con porri e patate.

 

C’è un coniglio appeso a un gancio, e Magrakh l’afferra per poi lanciarlo a Pelle, ma lei non riesce a prenderlo.

 

Pelle tira un'occhiata seccata all'Orco ed esamina il coniglio per valutare da quanto tempo era rimasto appeso. "Come faccio a scuoiarlo?"

 

Magrakh sembra basito. "Sul serio? Dici che sai cucinare, ma non sai scuoiare un coniglio?"

 

“Sono cresciuta in una città, se volevamo la carne la compravamo al mercato, non andavamo a caccia nei boschi. Tu sai come scuoiarlo?" Prende il coltello dallo zaino, mentre Mag afferra la pala dal giardino.

 

"Sì, non è così complicato, basta tagliare da un lato e pelarlo come un frutto."

 

“Che utile...la seppellisci adesso?"

 

"Dormirò più facilmente sapendo che è sottoterra."

 

"Aspetta," dice Pelle, seguendolo fuori. "Potrei usare le sue cose."

 

"Non è quel che stiamo facendo?"

 

Quando Mag nota che Pelle sta spogliando il cadavere esclama: “Sei seria? Probabilmente ci ha cagato!"

 

"Niente che non posso lavare." Risponde. La tunica potrebbe essere incantata! “Seppelliscila vicino al giardino, farà bene alle verdure."

 

Quando lo vede immobile, Pelle nota che la sta fissando.

"Sei pazza." Dice, scuotendo la testa e allontanandosi.

 

Pelle si affaccia dalla finestra. "Non è pazzia, è pragmatismo. Per esempio potremmo anche rimuovere il grasso dal corpo, che ne pensi?" 

 

Mag si ferma dal trascinare il corpo per guardarla in faccia.

 

Diceva sul serio, ma Magrakh sembra aspettare la parte che dice: "Ah ah, scherzavo".

 

“Per fare del sapone e delle torce,” chiarisce.

 

Dal momento che l’Orco la guarda sgomento come se lei fosse la strega e avessero accidentalmente ucciso la donna sbagliata, si affretta a dire "non importa".

 

Senza dire una parola, Magrakh trascina il corpo il più lontano possibile dalla capanna e dal giardino finché Pelle non riesce più a vederlo, dopodiché sente la pala colpire ripetutamente la terra.

 

Ora che è impegnato a scavare, Pelle si sente alquanto sicura nel tirare fuori il cellulare. Mette a posto la borsa e il tubo di plastica con cura in un angolo, e cerca tra le sue app di sopravvivenza come scuoiare animali piccoli.

 

Le direzioni sono discordanti da un'app all'altra, quindi decide di optare per un video tutorial. Sfortunatamente, c'è una grande differenza tra la facilità mostrata dalla donna esperta nel video e il suo maldestro tentativo di scuoiare il coniglio, e le ci vuole una mezz’ora per rimuovere la pelliccia, e quello che non viene via rimuove con il coltello, incluse le zampe e la testa.

 

Anise deve aver tenuto il coniglio appeso al gancio per parecchio tempo, visto che è completamente asciutto, ma non è andato a male. Tuttavia, non si notano ferite da puntura od ossa schiacciate.

 

L’ha ucciso con la magia? Si chiede. Usare gli incantesimi per cacciare deve essere più facile.

 

L'acqua nel calderone inizia a bollire poco dopo, e lascia che bolla mentre trita un porro e libera un paio di spicchi dalle teste d'aglio appese alle pareti. L'aglio schiacciato, il porro tritato e il coniglio ben tagliato in piccole porzioni finiscono tutti in una piccola pentola sul fuoco, dove iniziano a sfrigolare e imbrunire rapidamente.

 

I suoni dello scavo cessano proprio quando Pelle inizia a sbucciare la patata. La buca deve essere pronta.

 

Uccidere Anise è stato incredibilmente semplice, pensa Pelle, ispezionando gli scaffali alla ricerca di erbe o spezie da aggiungere al sale che ha portato da casa, tenendo a mente di non toccare nulla che non riesce a identificare. Non si può essere troppo cauti nella capanna di una strega.

 

Trova della salvia– o meglio, qui a Skyrim la chiamano orecchio di elfo, un nome piuttosto inopportuno.

 

Tutto ciò che Pelle ha dovuto fare è stato attirare Anise lontano dalla sua capanna e avvicinarla alla boscaglia vicino al fiume, fingendo di essere una ragazza ferita in fuga da banditi. L'aspetto malconcio per la caduta da Helgen ha aiutato molto a interpretare la parte.

 

La strega non ha notato Magrakh finché non l’ha colpita alle spalle con tutto il suo peso e slancio. Le mani della strega hanno brillato per un solo secondo prima che l'ascia di Mag si conficcasse saldamente nel suo cranio.

 

Pelle si assicura di mescolare continuamente per dorare il cibo in modo uniforme. 

"Quanto vorrei un po’ di olio d'oliva," mormora, preoccupata che senza grasso per ungere, tutto si bruci prima di cuocersi.

 

Come un cane attratto da un profumo allettante, Mag appare alla porta e nota i resti del coniglio sopra il tavolo. 
 

Giudicando dalla faccia che Mag rivolge al calderone deve essersi aspettato un arrosto veloce, non uno stufato, ma nota il languore nel suo sguardo. "Non ci hai messo la testa?"

 

“Certo che no!” Dice Pelle. “E poi non ti serve il cervello per conciare la pelle?"

 

Mag è basito. "Pensi che sventrare una donna per il suo lardo sia normale, ma la testa di un coniglio ti mette in crisi?"

 

"Non è che avrei mangiato il suo grasso!"

 

L’Orco grugnisce, disgustato. "Lascia perdere, è solo una piccola pelliccia inutile. Perché la vuoi?"

 

Pelle gesticola, non avendo davvero una risposta per lui. Pensava che tutte le pellicce fossero utili in questo mondo.

 

“Beh, non m’interessa di una pelliccia di coniglio in questo momento, e non dovrebbe nemmeno a te. È pronto?"

 

"Neanche lontanamente." Dice, prelevando un secchio dell'acqua bollita per lasciarlo fuori a raffreddare.

 

Il contenuto del pentolino, invece, viene trasferito nel calderone col resto dell’acqua in bollore, insieme alla patata tritata e all’orecchio di elfo.

   

Pelle aggiunge della legna al fuoco, e prima che lui possa toccare il culo sulla sedia dice, "vai a lavarti le mani, per favore."

 

Si aspetta quasi che lui la mandi a quel paese, ma qualcuno deve avergli inflitto buone maniere a un certo punto della sua vita, perché prende un pizzico di cenere e, con un profondo sospiro, va sul portico e si versa dell’acqua dal secchio.

 

Prima che torni, Pelle prende il panno più pulito che riesce a trovare nella sua borsa, insieme al disinfettante e la garza dal suo kit di pronto soccorso.

 

Non gli dà la possibilità di sedersi nemmeno quando torna.

"Dobbiamo ripulire queste bruciature," dice, "e quella ferita sulla pancia."

 

“Non serve, guarirà da sola. Quella pozione ha già fatto la maggior parte del lavoro.”

 

Pelle resiste alla crescente voglia di sospirare. “Non credo che una pozione possa salvarti da tutto, altrimenti quel taglio si sarebbe rimarginato. Non so te, ma non voglio morire d’infezione dopo esser sopravvissuta a un drago!”

 

Non sa se è la promessa del cibo che riempie la stanza di odori che accentuano la loro fame, la stanchezza dovuta dall’aver camminato per tutta la giornata, o il fatto che le sue ustioni devono far tanto male quanto le sue–chiaramente non è fiducia, perché si muove attorno a lei come se si aspettasse d’essere morso–ma accetta.

 

Anise non aveva nemmeno una porta, e solo un telo divide la capanna riscaldata e il freddo esterno. Una sera così pungente d’estate dovrebbe esistere solo nell’emisfero sud.

 

Pelle era un po’ preoccupata che Mag l’avrebbe fissata una volta spoglia, o che si sarebbe vergognato a togliersi i vestiti davanti a lei, ma sembra non avere remore a disfarsi dell’armatura Imperiale e degli stracci sudati e insanguinati che aveva come prigioniero.

 

Prima lavano via lo sporco e la fuliggine, poi medicano e bendano le ferite l'uno dell'altro.

 

L'acqua, seppur ancora tiepida, sembra fredda sulle ustioni e li fa rabbrividire, ma è un sollievo dal bruciore incessante.

La situazione di Magrakh è chiaramente la peggiore, avendola protetta per tutto il percorso attraverso una Helgen in fiamme e piena di soldati infuriati.

 

È grata per questo, ed è la ragione per la quale è disposta a usare il suo limitato kit anche per lui.

 

Nessuno dei due parla né perde tempo, e poiché non sono esperti in queste cose, sono entrambi goffi e impazienti, muovendosi rapidamente per tornare al calore della capanna.

Sfortunatamente, devono rimettere i loro vestiti sporchi e rovinati, ma Pelle sa che è preferibile essere sporchi piuttosto che gelare, e ogni strato in più aiuta.

 

Skyrim non è calda e mite come casa…

 

Mentre tornano dentro, Pelle riflette su ciò che ha visto.

 

L'Orco è robusto, come immagina che sia la maggior parte della sua gente, e ha sicuramente i muscoli di qualcuno che ha impugnato un’arma per gran parte della sua vita...ma non può fare a meno di notare che la sua pelle è di un colore che quasi chiamerebbe 'umano', e non la gamma di verdi degli Orchi del gioco.

 

La sua carnagione è cinerea, appena tinta di salvia, ma il verde è impercettibile sotto la luce calda del fuoco che lo fa sembrare semplicemente abbronzato. E nonostante abbia le zanne, non sono i denti aguzzi e prominenti che i personaggi di gioco hanno. Le sue spuntano a malapena dalle labbra.

 

Magrakh è la sua prima introduzione agli Orchi e non ha nessun altro con cui confrontarlo; non sa che aspetto dovrebbe avere, ma francamente se li aspettava più imponenti. Lui è una trentina di centimetri più alto di lei, ma lo è anche sua sorella. Ha visto dei Nord altrettanto grandi e grossi ad Helgen, e anche i suoi capelli sono rosso rame come quelli di un Nord.

 

Sa che non dovrebbe sentirsi delusa che Mag non è lo stereotipo di un personaggio immaginario di cultura Terrestre come si aspettava, dopotutto è una persona reale in un mondo reale da qualche parte nell’universo. Se non altro, i suoi occhi grigi senza iride, e con pupille a forma di stella, sono affascinanti e decisamente disumani.

 

Ma tutto sommato le sembra solo un burbero Nord pel di carota con occhi inquietanti e una scucchia prominente.

 

Lo stufato bolle sommessamente e comincia ad avere un bell’aspetto.

"Cosa facciamo con questo, allora?" Pelle indica i resti del coniglio.

 

Mag si siede accanto al fuoco con un sospiro stanco. "Metti dentro la testa, gli dà sapore."

 

"Vero," Pelle dice con il tono di qualcuno che non è affatto d'accordo, "però gli dà anche occhi, orecchie e bocca...e ho visto abbastanza facce cotte per oggi e per tutto il resto della mia la vita."

 

Mag fa una smorfia e annuisce silenziosamente, quindi Pelle prende il tutto, apre la porta, e lo getta in giardino.

 

Presto gli unici rumori rimangono il dolce crepitio del fuoco e il gorgoglio dello stufato. In lontananza si sentono i grilli e il continuo scrosciare del fiume sulle pietre. È buio, senza molto aiuto da ben due lune, quindi il loro fuoco è l’unica luce nei dintorni.

 

Mag inspira ed espira profondamente, e di tanto in tanto anche lui fissa le fiamme per lunghi tratti. Tutto in lui dice che è stanco, dalla letargia allo sguardo vuoto dei suoi occhi.

 

Ma è vivo.

 

Sono entrambi vivi, il che non la rende sola in questo mondo spietato, e considera il loro incontro come fatidico, forgiato nel fuoco del drago e della tragedia.

 

Farà di lui un amico col tempo, Pelle ne è certa.

 

"Vorrei che la stupida strega avesse avuto dell'idromele in giro," borbotta Mag.

 

Pelle mescola lo stufato ancora un paio di volte prima di prendere un diario dalla sua borsa. Temendo i fili intrecciati dei suoi pensieri, decide di scrivere gli eventi del suo primo giorno in Skyrim.

 

Si assicura di evitare l'inglese per tenere il contenuto segreto a Magrakh, e procede a esorcizzare i ricordi recenti e dolorosi scrivendoli su carta.

 

Racconta di essere apparsa nella fortezza di Helgen, proprio nel mezzo della distruzione della città, e descrive come ha individuato un Orco ferito mentre tutt’attorno degli umani di entrambe le fazioni della guerra civile combattevano fra di loro.

 

Spiega le sue paure di essere sola, di venire uccisa, di bruciare viva, e di essere sepolta dalle macerie.

 

Descrive come abbia trovato la pozione che ha fermato magicamente l’emorragia di quello che sembrava un colpo letale, e di come dopo l’Orco l'abbia protetta dai soldati e dalle macerie che cadevano sulle loro teste, mentre lei indicava la strada fuori dalla città.

 

Descrive come i Manto della Tempesta a loro ostili avevano occupato i tunnel sotterranei alla fortezza, costringendo Pelle e Mag a cercare una via alternativa. Così si sono arrampicandosi su una parte collassata delle mura per poi lasciarsi scivolare sulle rocce e correre via attraverso i boschi. 

 

Scrive delle sue riflessioni sull'aspetto di Magrakh, dei suoi piani per il suo nuovo futuro in Skyrim, le sue speranze che la loro alleanza possa aiutarla ad avanzare nei primi giorni della sua impresa contro Alduin.

 

Ma prima che possa finire di scrivere, l'irrequieto Orco inizia ad agitarsi.

 

"Allora," interrompe il silenzio, "perché te ne sei andata di casa?"

 

Che domanda carica. Pelle sa che dovrà mentire spesso in futuro, ma non si aspettava di dover iniziare il primo giorno. 

"Perché un drago l'ha bruciata?"

 

“No, non abitavi a Helgen.” Mag afferma senza dubbi, mostrando che è più che evidente ai suoi occhi che Pelle è una straniera.

 

Sospira e scrive le ultime parole prima che le sfuggano di mente. “Non ero felice della mia vita a casa.”

 

"Perché no? Tagli di carne fresca dal mercato...non sembra che tu stessi morendo di fame. Marito di merda?"

 

"Non sono sposata."

 

Mag la guarda dall'alto in basso come per cercare qualcosa, e le fa quasi ridere perché l'ha vista nuda solo pochi minuti fa! Cos'altro c'è da vedere?

 

"Non sei così giovane," dichiara infine, "e non sei nemmeno così brutta."

 

"Wow, grazie."

 

"Non riuscivi a trovare marito?" Chiede.

 

"Non ne ho mai voluto uno."

 

"Ah, allora papà e mamma ti rendevano la vita difficile perché non ti sposavi?"

 

Lei non risponde, infastidita dall’accuratezza. Perché non capisce che vuole abbandonare la conversazione? 

 

"O forse ti piacciono le donne?"

 

"No." 

 

Finalmente Mag nota il tono difensivo e smette di chiedere.

 

Il silenzio si allunga, con solo le creature della notte a riempirlo, facendoli saltare di tanto in tanto con improvvisi ululati e richiami.

 

Pelle mescola. "È quasi pronto."

 

L'unica risposta di Mag è un sospiro entusiasta. Non può fare a meno di essere d'accordo con il sentimento, ma può anche notare il suo nervosismo dalle mani in continuo movimento e da come i suoi occhi la osservano ogni volta che si sposta. 

 

"Io e i miei genitori non andavamo d’accordo," offre come spiegazione per calmarlo. “Mi piace disegnare e dipingere e ho fatto molti progressi. Potrei anche dire che sono brava...ma da dove vengo, gli artisti tradizionali hanno difficoltà a trovare un lavoro decentemente retribuito. Non volevo finire per odiare l'unica cosa che mi rendeva felice."

 

"Perché dovresti odiarla?"

 

"Penso che sarebbe successo se l’avessi trasformata in una ricerca incessante di un lavoro, rischiando di ottenere commissioni da persone che non mi piacciono, o dovendo usare le mie capacità per cose con cui non sono d'accordo."

 

"Tutto qui? Questo è perché te ne sei andata dalla sicurezza di una casa?"

 

“No, questo è perché ho smesso di seguire la pittura come carriera, come stavo cercando di fare. Invece ho provato dell’altro, cosa che ha fatto infuriare i miei genitori.”

 

Mescola di nuovo e assaggia un piccolo sorso.

 

Mag la osserva attentamente. "Pronto?"

 

"Quasi," dice, ottenendo un lungo sospiro in risposta.

 

"Allora, quali altre cose?" Chiede.

 

“Beh, è ​​un po' complicato. Diciamo che acquistavo prodotti all’ingrosso da locali per pubblicizzarli e rivenderli a…un pubblico molto più ampio."

 

Mag si acciglia. "Potevi anche dire ‘commerciante al dettaglio’, non sono uno stupido selvaggio."

 

Pelle sorride. "Non è la stessa cosa, ma è simile."

 

Sembra poco convinto, e per il nervoso afferra un bastoncino dal fuoco per occupare le mani con qualcosa.

"Che c'è di sbagliato in quel lavoro? Non ho capito."

 

Nel silenzio successivo Pelle si chiede se cambiare argomento o se approfondire ulteriormente.

 

“Trovare cose nuove e sperimentare con le combinazioni era divertente, ma non sono mai stata supportata o incoraggiata, anzi...era chiaro cosa tutti pensassero delle mie scelte. Ho cercato di ignorarli, ma qualsiasi lavoro ha alti e bassi, e loro rendevano i fallimenti ancor più pesanti. Vivere con loro era diventato insopportabile, ma non potevo permettermi di trasferirmi. Non ho mai avuto grosse entrate, ma poi dopo un paio di brutte mosse sono finita al verde. Si sono lanciati sui miei errori come un branco di lupi.”

 

Tace per circa un minuto per poi ricominciare a parlare per riempire il silenzio.

 

“Ero triste, e loro erano delusi, e abbiamo iniziato a litigare. All'inizio, nonostante l’aggressività, pensavo che volessero davvero aiutarmi, ma dopo un po' mi sono resa conto che non facevano altro che ripetere gli stessi insulti e lamentele.” 

 

Pelle sospira, a disagio per l’argomento ma al contempo incapace di smettere. Mag non la guarda negli occhi, ma sta ascoltando attentamente.

 

“Quando avevo deciso di continuare gli studi e darmi all’arte si sono arrabbiati, ma si sono arrabbiati ancora di più quando ho smesso. Erano arrabbiati perché avevo deciso di non sposarmi e di non avere figli, e perché avevo smesso di andare in chiesa con loro. Dopo un po’ ogni parte della mia vita è diventato l’oggetto della loro rabbia: il mio lavoro, i miei amici, i miei pochi hobby, quello che compravo, e anche quello che mangiavo. Mi facevano sentire in colpa per tutto quello che facevo!”

 

Mag non commenta, e Pelle sospetta che si trovi a disagio. O magari si sta pentendo di aver chiesto. Però a un certo punto i suoi occhi si spostano dall’osservare il fuoco, e lei ricambia lo sguardo con uno carico di rabbia.

 

“Questo è perché me ne sono andata. Ero stanca di sentirmi in colpa di vivere la mia vita. Avevo bisogno di vedere se c'era qualcos'altro che potessi fare, e dovevo davvero andarmene."

 

Il contatto visivo si interrompe dopo pochi secondi.

“Beh, sai cucinare. Potresti lavorare in una locanda, e un giorno aprire la tua o qualcosa del genere.”

 

Pelle sorride al suo tentativo di supporto. Non l’aiuta, ma l’apprezza.

 

"E tu? Perché eri a Helgen?”

‘Perché eri un prigioniero?’ è la vera domanda.

 

Magrakh abbassa lo sguardo e ricomincia a giocare con il bastoncino.

"Gli Imperiali hanno catturato tutti quelli che si trovavano nei dintorni del loro scontro coi Manto della Tempesta."

 

"Eppure ti sei schierato con loro nella fortezza."

 

"Preferisco fidarmi degli Imperiali che di un gruppo di traditori." Mag sbuffa e picchietta le assi di legno. 

 

"Eppure hanno perso quella battaglia."

 

Mag si acciglia.

 

"Cosa stavi facendo quando ti hanno catturato?"

 

"Stavo cacciando."

 

Cacciando, sì certo… 

"Sei un cacciatore?" Chiede.

 

Mag sospira il sospiro di qualcuno che preferirebbe parlare letteralmente di qualsiasi altra cosa, il che la fa un po’ ridere.

 

“Ero un minatore. Il posto in cui lavoravo si è prosciugato, quindi ho viaggiato verso Est per cercare lavoro in un'altra miniera. Stavo inseguendo un cervo quando ho visto combattere in lontananza. Agli Imperiali non è piaciuto che andassi in giro a bracconare nel bel mezzo della loro battaglia.” Mag conclude, scaraventando il bastoncino contro la parete in stizza.

 

Pelle sa che c'è di più sotto, ma lascia perdere.

 

Dopo qualche minuto, lo stufato è pronto e riempie un paio di ciotole. Questo almeno lo rallegra.

 

"Cosa c'è in quel porta pergamene?"

 

Alza lo sguardo, sorpresa, e capisce che parlando del suo tubo di plastica.

 

“L'hai tenuto tutto per tutta Helgen. Dev'essere importante se non lo lasci neanche per scappare da un drago.”

 

Gli passa una ciotola piena, ma nota che aspetta finché Pelle non ne sorseggia un po’ prima di mangiare. 

 

"È un dipinto."

 

"Quello lo avevo intuito."

 

Pelle appoggia la ciotola e si alza per srotolare il dipinto all'interno.

 

La tela rivela un piccolo casolare a due piani con un cortile sterrato, circondato da grossi castagni. È soleggiato, e c'è un gatto che dorme all'ombra della porta d'ingresso.

 

Ci sono anche linee nere che serpeggiano attraverso il dipinto, riempiendo le ombre della città sullo sfondo, dei rami sugli alberi, e apparendo qua e là su tutta la tela come delle crepe, seppur in rilievo. Sembrano non aver senso nel dipinto realistico tra tutti quei colori accesi.

 

"Era la mia casa."

 

Mag annuisce lentamente. “I tuoi sono ben sistemati. Però non sembra un posto in Skyrim, non c'è nemmeno una montagna sullo sfondo. È Cyrodiil?"

 

"Sì," Pelle decide di rispondere dopo un paio di secondi, "sono appena arrivata, e avevo appena fatto tappa a Helgen nel mio viaggio per Whiterun."

 

Mag le dà un'occhiataccia, e lei sa immediatamente che la bugia non è abbastanza credibile.

 

Ma anche lui ha mentito poco fa, e se è abbastanza perspicace da cogliere le sue bugie, è abbastanza perspicace da sapere che lei ha fatto lo stesso.

 

È chiaro che Magrakh non si fida di lei, e se ciò non cambia presto rischia di risvegliarsi da sola.

 

O morta.

 

Il dipinto viene arrotolato, e lui osserva il cielo azzurro scomparire di nuovo nel tubo.

 

"Ti sei pentita di andartene?"

 

“Dipende dal momento. Mi ero pentita di tutto mentre il drago dava fuoco a Helgen.”

 

"Quello lo posso capire." Mag ride. 

 

“Ma in generale? No."

 

Mag lecca il lato del cucchiaio dove si è accumulato un po' del sugo.

“Hai rinunciato a una vita sicura con abbastanza soldi per avviare un'attività o due, probabilmente tre pasti al giorno, e una bella casa. È un gran bel po’ da buttare via per genitori assillanti e voglia d'avventura."

 

Lei annuisce. "Ma se fossi rimasta alla fine sarei riuscita a uccidermi."

 

Mag alza lo sguardo.

 

"E preferirei non morire," Pelle aggiunge.

 

Sta tenendo gli occhi fissi sulla sua ciotola, mangiando con calma cucchiaio dopo cucchiaio. 

 

Mag non dice nulla. Ha delle risposte pronte se lui osa chiedere, ma non lo fa. 

 

Si aspettava delle vessazioni, come ‘ci sono persone che ucciderebbero per quello che avevi’, e anche se è contenta che non deve ascoltarne, il silenzio pesa quasi di più.

 
 

Magrakh si rifiuta di dormire nella sicurezza della cantina, nominando il calore del fuoco e la presenza di un letto per la sua decisione di non seguirla giù per la scala.

 

Ma lei sa come stanno le cose. Non che sia difficile da vedere. Magrakh non si fida di lei, e se dormire in stanze separate aiuterà a mantenere la pace, così sia.

 

"Grazie per avermi aiutato oggi," gli dice nel modo più sincero possibile, sperando con fervore che sarà ancora lì al mattino.

 

Mag rimane interdetto, chiaramente non abituato a ricevere dei ringraziamenti. "Uhm, anche tu." 

Sembra persino sincero.

 

"Buonanotte, Magrakh."

 
 

L'Orco non ha tutti i torti: la cantina è rigida senza il calore del fuoco, ma la terra smorza lo scroscio perenne d’acqua e i suoni notturni, facendola sentire più al sicuro anche con tutti quei teschi sugli scaffali.

 

Quando Magrakh li ha visti si era messo a imprecare per diversi minuti, ma a Pellegrina non danno fastidio. 

 

Sa che sono teschi veri, e sa che non sono stati acquisiti nelle stesse maniere di un museo o un laboratorio scientifico…

Chissà, forse ha giocato a troppi videogiochi e guardato troppi film, ma non le fanno paura.

 

Oltre all’odore di terra, nella stanza permeano un misto di erbe e animali che le solleticano il naso in modo sgradevole. La sua unica luce è il fondo di una candela sottile che era nella capanna. Sembra fatta in casa.

 

Pelle scuote la testa, ovvio che è fatta in casa, non ci sono industrie qui!

 

Non hanno ancora esplorato la cantina, avendo solo dato un’occhiata per ritenerla non pericolosa, e siccome è sola Pelle coglie l'occasione per utilizzare la luce più efficiente di una torcia a LED.

 

Oltre ai teschi, che sono sparpagliati un po’ ovunque, sugli scaffali giacciono vari vasi, barattoli, ceste di vimini, e sacchi.

 

Voglio dormire sapendo o non sapendo cosa c'è dentro tutti questi contenitori?

"Sì, lo so, lo so," si risponde, aprendo un cestino.

 

La sua curiosità è quasi patologica, non aveva nessuna possibilità di vincerla.

 

A quanto pare, dentro vi sono erbe e verdure conservate, cereali, e una quantità preoccupante di ossa.

 

Pelle non è un'esperta forense, ma ha studiato l’anatomia umana abbastanza da riconoscere alcune ossa a colpo d’occhio, e queste sembrano proprio umane. 

 

Se alcune ossa sono umane, è molto probabile che lo siano anche le altre.

Il fatto che siano scarnificate e impilate con il resto del cibo la fa preoccupare per le abitudini alimentari della vecchia...

 

Le streghe di Skyrim sono cannibali? O solo questa?

 

E lei ha cucinato lo stufato nel suo calderone…Meglio non pensarci troppo.

 

Un momento. Pelle osserva la candela che Anise ha fatto. Se era una cannibale, non è così improbabile che sia una candela ‘umana’, giusto?

 

Meglio non farne parola con Magrakh.

 

Poi ci sono delle gemme dell'anima, dall’aspetto molto simile di quello del videogioco. Sono dei grandi cristalli in colori semi trasparenti fra il rosa pallido e il celestino, alcuni dei quali sono scoloriti mentre altri sono di colore più vivace e rifrangono la luce in modo inquietante. Se dovesse indovinare, direbbe che questa è la differenza fra vuota e piena.

 

Una delle gemme ‘piene’ è nera.

 

Anche se Pelle non è nativa di questo pianeta, è abbastanza certa che anche solo possedere una gemma dell'anima nera sia un crimine, quindi anche provare a venderla. A meno che tu non sia una donna che viaggia fra mondi e che conosce tutte le persone che trattano di contrabbando, e che sarebbero disponibili a comprarla. 

 

Tra il miscuglio di altri oggetti, utensili, e provviste, trova anche vestiti, monete, e alcune armi.

 

I vestiti, che comprendono mantelli, scarpe, e guanti, sono uno strano miscuglio di stili e taglie. Alcuni sono abiti da signora, altri sono camicie e pantaloni da lavoro, altre sono semplici vestaglie. Le armi non sono molte, solo alcuni pugnali e coltelli, una spada, e un'ascia. Ma le basta esaminare le calzature per rendersi conto del significato di questa piccola collezione.

 

Sembra che le persone incontrate dalla cara Anise non siano andate molto lontano. Le teste sullo scaffale, le ossa nelle ceste, e i loro averi sparsi per casa.

 

Non vede l'ora di dirlo a Magrakh…

 

Almeno, pensa ridacchiando, ci sono abbastanza vestiti puliti per entrambi.

 
 

8:00 AM, Tirdas 18 di Ultimo Seme, 4E 201

 

“Assolutamente no,” dice lui, incrociando le braccia come un bambino.

 

"Mag…"

 

"Non chiamarmi Mag, e no."

 

Pelle sospira. 

 

C'è fumo e puzza di carbone nell'aria, indubbiamente portato dal vento da Helgen, e sta filtrando all'interno attraverso le fessure della capanna, diffondendosi anche in cantina. Entrambi fanno finta di non esserne turbati.

 

“Senti, chiunque fossero, sono morti. I vestiti sono puliti e non puzzano, a differenza dei nostri.”

 

"Vero, ma–"

 

"È inquietante, ho capito."

 

"Sicura?" Magrakh alza un sopracciglio. "Perché non ne sono sicuro."

 

"Ok, vuoi la verità?" Chiede, frustrata. “No, non lo trovo inquietante. Ecco. Contento?"

 

Pelle resiste anche all'impulso di incrociare le braccia, tenendole invece protese in avanti, con il palmi aperti in segno di pace. Spera davvero che il suo linguaggio del corpo gli impedisca di sentirsi minacciato.

 

"Lo trovo triste," continua, senza il sarcasmo precedente e con più calma. "Lo trovo ingiusto, e se mi permetto di riflettere sul fatto che saremmo finiti allo stesso modo se le cose fossero andate male, lo trovo anche spaventoso."

 

Mag sbuffa in ciò che lei sceglie di credere sia un sentimento di accordo.

 

"Ma abbiamo delle ustioni significative, e le dobbiamo tenere pulite per evitare infezioni, ma i nostri vestiti sono una merda. Specialmente i tuoi che non sono altro che stracci."

 

"Sì, beh, non è stata una mia scelta personale." Mag protesta.

 

“Non ti sto biasimando, sto solo dicendo che qui dentro ci sono cose che ti starebbero di taglia. Se non vuoi indossarli va bene, ma io ne approfitto. A parte questo, che ne dici delle armi, sono buone? Ah, ci sono anche delle gemme dell'anima, e una è nera."

 

Magrakh sobbalza come se l'avessi schiaffeggiato.

 

"Potremmo venderle." Dice Pelle.

 

"Non quella nera, non possiamo!" Mag taglia l'aria con la mano. "Tornerei dritto in catene!"

 

“Ehi, c'è anche una bella borsetta di monete.” Dice Pelle, cogliendo immediatamente l’attenzione e il silenzio di Magrakh. 

“3 d’oro, 7 d’argento, 64 di bronzo.”

 

"Vuoi dire rame, spero."

 

"Uhm, giusto, sì. Certo."

Sono un idiota, queste non sono medaglie olimpiche! Rame, non bronzo.

 

Mag si guarda attorno nella cantina come se degli zombi potessero strisciare fuori dalle pareti in qualsiasi momento. 

“Va bene, portiamo la roba utile di sopra. Non mi piace questo posto." Dice, concludendo le sue parole con uno sguardo truce rivolto all’incantatore arcano, un tavolo intagliato e adornato con teschi umani, candele, ossa, e coppe dal contenuto sconosciuto.
 

Pelle si porta una delle coppe al naso; il contenuto odora di ammoniaca ed è di un marrone rossiccio e gelatinoso.

 

“Vedi, questo lo trovo inquietante. Soprattutto perché non so nemmeno cosa sia."

 

"Allora, per i Divini, smettila di annusarlo!" 

Mag raccoglie tra le braccia tutto quello che riesce a tenere prima di fuggire rapidamente verso la scala.

 

Quando lei lo segue al piano di sopra con un grosso carico, Mag è seduto sull'unica sedia esaminando la lama delle armi una per volta.

 

Senza nemmeno guardarla, chiede. "Ora che non c'è la morte con le ali che vola sopra le nostre teste, dimmi come hai saputo di questo posto."

 

Il tono e il linguaggio del corpo è diverso, e Pelle ammette di sentirsi intimidita. Abbassa cautamente i vestiti e i sacchi sul tavolo.

"Mi ci sono imbattuta mentre esploravo."

 

Lui annuisce, contemplando l'elsa della spada. 

"Sembra che tu abbia esplorato in lungo e in largo per qualcuno che ha appena varcato il confine."

 

È teso, quasi pronto a scattare, ed è circondato da armi taglienti. Non è solo una tattica intimidatoria, si sta preparando per un attacco! Che sia per difendersi da lei, o per attaccarla, Pelle non saprebbe dirlo.

 

Perché dovrebbe pensare che lo voglia aggredire? Anche se volesse, non avrebbe alcuna possibilità contro di lui.

 

"Magrakh, non ho appena attraversato il confine, anche se sono in Skyrim da poco, e come ho già spiegato l'esplorazione è quel che faccio ultimamente."

 

“Come facevi a sapere che Anise era una strega, e come fai a essere ancora viva? Sembra che chiunque altro non abbia lasciato nient'altro che un bel teschio su uno scaffale e un paio di stivali.”

 

Lei fa spallucce. "Cosa vuoi che ti risponda? E mi crederesti?"

 

Mag ammira un pugnale. "Dipende da cosa dici."

 

“Credo che sia stata solo fortunata. Mi è capitato di leggere una delle sue lettere sul comodino e poi me ne sono andata di fretta.”

 

"Se sei già stata qui," Mag continua, imperterrito, "allora com’è possibile che non ti abbia riconosciuto ieri?"

 

Pelle cerca di ridacchiare ma ha la gola secca. 

“Per lo stesso motivo per cui non ti ha visto né sentito! Era una vecchia megera, la sua vista era pessima. Ascolta, Magrakh, capisco che non mi conosci e per questo non ti fidi di me, ma non c'è bisogno di essere paranoico. Che potrei mai farti?"

 

Finalmente Magrakh alza lo sguardo, e Pelle nota come sia freddo e accusatorio. 

"Perché non me lo dici tu cosa sai fare?" Sibila con un veleno sorprendente.

 

Perché è così aggressivo stamattina? Che ho fatto?

Pelle spalanca le braccia e indica se stessa. "Non hai notato che non sono esattamente pronta alla battaglia? Ieri non è stata sufficiente dimostrazione?”

 

Mag non risponde, ma sembra elaborare alcuni pensieri per diversi secondi. 

"Cosa farai adesso?"

 

"Cosa farò?" Sospira. "Non lo so, credo che starò qui per un po’. Le ustioni mi preoccupano, ma col fiume accanto posso tenerle pulite, e c'è una discreta quantità di cibo nella capanna. Non è un brutto posto per riprendersi. Intendi dire che tu non resti?"

 

Sembra essere la cosa sbagliata da dire se il ringhio di Mag ne è la risposta.

“Non hai detto che dovrebbe arrivare un'altra strega? Quella della lettera.”

 

“Sì, la sorella di Anise, e stava scrivendo a una ragazza per convincere anche lei. Stava cercando di formare una nuova congrega. Io l’avevo detto che tutte le nostre opzioni comportavano dei rischi, hai scelto tu questo posto.”

 

Mag sbuffa, agitando la mano che ancora impugna il coltello. 

"Non è questo il punto. Una strega sta arrivando, e io non rimarrò qui ad aspettare per vedere cosa ne pensa dell'omicidio dell’amica!”

 

La loro relazione è già instabile, insistere per restare romperebbe il rapporto–o la sua testa, se Mag sta pensando che Pelle abbia qualcosa a che fare con le streghe.

"Ok," dice, "dove andiamo allora?"

 

"Andiamo? Insieme?” Mag è sorpreso, ma il tono è una sfida che dice: 'perché dovrei lasciarti venire con me?'

 

Perché ti ho salvato la vita, stronzo, pensa Pelle.

 

Ma non lascia che la sua espressione mostri quanto sia delusa. 

“Suvvia, vuoi davvero lasciarmi da sola perché non mi conosci abbastanza?"

 

"Non sai difenderti," dice Mag, impassibile, "non sei pronta per la battaglia, come hai detto tu. Sei un peso morto."

 

"Imparerò," Pelle dice immediatamente. Dovrà farlo comunque, Alduin non si ucciderà da solo. "Potresti insegnarmi tu!"

 

La grande bocca di Magrakh si accartoccia in una smorfia.

 

“Inoltre,” continua prima che possa interromperla, “non hai detto che avresti avuto vita dura nelle città perché sei un Orco?” 

 

A quelle parole Mag le lancia uno sguardo incuriosito. 

 

“Io sono un’umana, e non me ne frega un cazzo di quanto sei verde o di quanto siano grandi i tuoi denti. Gli occhi sono impressionanti, lo ammetto, non avevo mai incontrato un Orco prima d’ora, ma penso di poter fare da cuscinetto tra te e il resto di questa–” Pelle agita la mano verso la porta– “lezza società umana.”

 

Magrakh sembra confuso. O forse sta solo riflettendo sulle sue parole, chiaramente inaspettate.

 

“Come ho detto, ho esplorato un bel po'. Conosco diversi posti interessanti, ma ho bisogno di qualcuno che sappia brandire un'arma per sfruttarli. Tu aiuti me, e io aiuto te!"

 

Afferra il borsello di monete e lo agita per enfatizzare il punto. 

 

"Dopotutto, non sei in una brutta situazione per un prigioniero che era destinato al boia e che è appena scappato da un drago, giusto?"

 

Poi, come se non avesse mai detto di no due volte, Pelle prende una spessa camicia di flanella e gliela tira.

 

"Penso che questa ti stia." Mag l’afferra al volo con la cautela riservata a un proiettile, ma lei non si ferma nemmeno a guardarne la reazione prima di dirigersi verso la dispensa. 

 

"Che ne pensi di patate arrosto come colazione?" Prende un ramoscello da un laccio. "Ah, posso fare una tisana di baccaneve per accompagnarle."

 

"Qualsiasi cosa arrostita è una buona idea," dice Magrakh dopo un breve silenzio.

 

“Bene, allora dimmi quali sono i tuoi piani per il prossimo futuro mentre io preparo la colazione.”

 

Dicono che la strada per il cuore di un uomo passi dal suo stomaco.

 

Pelle ha sempre creduto che fosse un pessimo consiglio. 

Dopotutto, se conquisti un uomo esclusivamente cucinando per lui, probabilmente significa che ti vede come la sua cuoca, il che ha ben poco a che fare con il cuore.

 

Tuttavia, va detto che c’è uno scambio di fiducia tra chi prepara da mangiare e chi mangia. 

Non per niente è il modo per attirare l'interesse degli animali restii e selvatici, sfruttando la connessione obliqua fra sicurezza e fonte di cibo.

 

Magrakh ovviamente non è un animale ma come ogni creatura mortale deve mangiare, e non sembra incline o capace di andare oltre il ‘prendi e mastica’.

 

Questo semplice motivo, un pasto caldo e soddisfacente, potrebbe essere sufficiente ragione per trascinarsi dietro un ‘peso morto’.

 

Della fiducia potrebbe crearsi nel processo, ma di certo Pelle non si arrende. Magrakh è la prima persona che ha incontrato nel suo primo giorno a Skyrim, e la situazione a Helgen lo ha reso ancora più speciale.

 

Fatidico.

 

Ma più di tutto questo, Pelle non vuole rimanere da sola in questo mondo pieno di cose spaventose.

 

Magrakh le racconta com’è stato catturato al confine con l'Eastmarch, e propone di andare a vedere se c’è rimasto nulla dei suoi averi. 

 

"Penso che sia un po’ troppo rischioso tornare là," dice Pelle mentre sbuccia le patate. "Ma ho capito il senso: non hai più neanche uno spicciolo, e sinceramente sono al verde anch’io. Ma se io ti chiedessi qual è la tua opinione sul derubare i morti di un bottino antico e prezioso?"

 

Con la coda dell'occhio Pelle vede come il viso di Mag si rivolge a lei con attenzione, proprio come aveva notato lo scintillio nei suoi occhi quando gli aveva mostrato la borsa di monete.

 

"Quanto prezioso?" Chiede Mag.

 

Affettando le patate in mezzelune, gli rivolge un sorriso malizioso.

 

Pelle non sa come conquistare il cuore di quest'uomo e se ne frega, può tenerselo.

 

Ma sospetta che la strada per la sua fiducia passi attraverso le sue tasche.
 



Note
Il prossimo capitolo è dal POV di Magrakh, uscirà il 24 luglio e contiene: un orco sospettoso, una battaglia, un’esperienza ultraterrena, e la Pietra del Drago.

 

 
 
  
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