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Autore: mikchan    25/07/2023    4 recensioni
«Questo bianco è White. Ha una macchia marrone qua sulla gamba e sulla zampa e sull'orecchio. E poi Black ha una macchia bianca su tutta la schiena».
«Wow, li hai disegnati proprio bene!».
«Baba mi ha aiutato», ammise Lan Yuan, perché essere sinceri era importante ed era vero che Baba lo aveva aiutato. «E oggi posso andare a casa!».
OR, Wei Wuxian incontra Lan Yuan e il suo affascinante padre in ospedale. Seguono discorsi di profondità filosofica sugli animali e sui conigli. E ovviamente, mentre Wei Wuxian e Lan Wangji si lanciano sguardi interessati, Lan Yuan si trasforma nel migliore wingman della storia.
Genere: Fluff, Hurt/Comfort, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Lan Wangji/Lan Zhan, Lan Yuan/Lan Sizhui, Wei Ying/Wei WuXian
Note: AU, Kidfic, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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E risorse dalle sue stesse ceneri!
Non so come ne perché, ma questa storia si è praticamente scritta da sola. E chi sono io per negare a Wanxian il fluff che meritano?
Un paio di note.
Non ho idea di dove sia ambientata la storia. E' un'AU nel mondo moderno, ma non importa molto il paese. Immaginate pure l'ambientazione che più vi piace.
Ho usato per la maggior parte della storia i loro nomi di cortesia, anche se so che non è una pratica più in uso. Alla fine accenno al fatto che entrambi usano anche i loro nomi di nascita, ma è più uno sfizio mio che altro -non possiamo negare la bellezza del sentirli usare i loro nomi di nascita. Idem per gli appellativi tipo “baba” o “gege”, li ho usati più perché mi piace come suonano che per vera necessità.
Pooi, la storia è 80% fluff e 10% hurt&comfort e 10% discorsi sui conigli. Tutto ciò è stato scritto per la mia soddisfazione personale. Biasimate il mio cervello.
Tutto ciò che accade nell'ospedale in sé è descritto in maniera molto vaga, non c'è nulla di troppo grafico.
E sì. Il titolo è un omaggio al drama giapponese Code Blue. Se non l'avete ancora visto, aggiungetelo alle vostre liste.
HERE per la traduzione (by me) in inglese.
That's all. Enjoy!

CODE BLUE BUNNY

Per quanto tempo Wei Wuxian avesse passato tra i muri bianchi e asettici dell'ospedale, non si sarebbe mai abituato al pianto dei pazienti, né ne sarebbe mai diventato immune. E per quanto la disperazione di giovani o anziani gli straziasse il cuore, nulla riusciva a metterlo in subbuglio come le urla spaventate di un bambino.

Era quasi un avvenimento normale, soprattutto nel reparto di pediatria. Non era semplice far capire a quelle piccole anime perché fossero costrette a rimanere in quel luogo dall'odore pungente e dall'aria fredda. C'era poco al mondo meno accogliente di un ospedale, ed era per quel motivo che Wei Wuxian ci teneva sempre ad apparire sorridente durante i suoi giri.

La porta della camera era appena socchiusa, ma i lamenti erano abbastanza forti da rimbombare nel corridoio e da coprire le parole di chi stava cercando di consolare quel pianto disperato.

Wei Wuxian lanciò uno sguardo alla targhetta accanto all’entrata. Lan Yuan, sei anni. Appena sei anni e già costretto a conoscere un luogo così triste.

Un brivido gli corse lungo la schiena al ricordo di un bambino dall’età simile, ma si sforzò di soffocare quel pensiero. Non era né il momento e neppure il luogo adatto per farsi trascinare dai ricordi.

Esitò un secondo. Quel bambino non era un suo paziente e pediatria non era nemmeno la sua specializzazione. Era solo di passaggio per fare un saluto a Wen Ning, che aveva iniziato il tirocinio come infermiere qualche giorno prima proprio in quel reparto e aveva solo dieci minuti di pausa –sempre che non ci fosse una qualche emergenza a richiamarlo in pronto soccorso.

Eppure…

Eppure era più forte di lui. Non sarebbe riuscito a lasciarsi alle spalle quel pianto senza aver provato a fare qualcosa per consolarlo.

Bussò piano alla porta e dopo qualche secondo un'infermiera ne aprì uno spiraglio dall'interno.

«Dottor Wei?».

«Ah, Mianmian, ciao! Non mi aspettavo di vederti qui, hai cambiato reparto? Pensavo lavorassi alle emergenze, che coincidenza!».

Mianmian, quella santa donna, si limitò ad alzare gli occhi al cielo di fronte al suo tono forse un po' troppo allegro e sospirò. «Sono qui per un paziente».

«Oh si giusto, ha senso. Il bambino che piange, immagino. Posso entrare?».

Mianmian esitò un attimo. Si conoscevano da anni, sia come colleghi che come amici e Wei Wuxian sapeva che non era il tipo da frivolezze o giri di parole. Se non poteva stare lì, glielo avrebbe detto subito.

«Insomma, smettila! Ci stai facendo perdere tempo!».

Una voce dall'interno colse di sorpresa entrambi e Mianmian sospirò di nuovo.

«Entra».

Wei Wuxian la ringraziò con un cenno ma non nascose il cipiglio infastidito sul volto. Avrebbe riconosciuto quella voce fastidiosa ovunque e non si stupì di trovare accanto a uno dei due letti proprio Su Minshan, uno degli specializzandi in Medicina Generale. Era una persona sgradevole e antipatica e quasi nessuno aveva qualcosa di positivo da dire sul suo conto. Era un medico discreto, ma la sua incapacità di interagire con i pazienti lo rendeva l'ultima scelta per tutto. Doveva essere proprio un'emergenza se da pediatria avevano accettato proprio lui.

Wei Wuxian lasciò vagare lo sguardo lungo la stanza, una doppia, simile a quelle degli altri reparti se non per i disegni colorati sui muri. Solo uno dei letti era occupato ed era circondato da Su Minshan e due infermieri. Gli bastò compiere un paio di passi in più per poter guardare oltre alle uniformi azzurre e riconobbe una scena fin troppo familiare. Il bambino, ancora intento a piangere con una disperazione tale da fargli stringere il cuore, era stretto tra le braccia di un giovane uomo, che stava alternando sussurri consolatori con occhiatacce nei confronti del personale medico presente.

«Tutto bene qui?».

I due infermieri si voltano sorpresi e lo salutarono con un sorriso tirato, mentre Su Minshan si limitò a lanciargli un'occhiataccia. «Non è di tua competenza, Wei Wuxian».

«Non voglio rubarle nulla, Dottor Su», replico quest'ultimo. «Ma le urla stanno disturbando gli altri pazienti».

«É esattamente quello che stavo dicendo. Se solo la smettesse di fare sceneggiate....».

Wei Wuxian strinse i pugni per frenare il desiderio di prendere a sberle il -suo malgrado- collega, e lo interruppe per rivolgersi al padre del bambino.

«Tutto bene? Possiamo dargli qualcosa se sente troppo dolore».

Il giovane uomo si voltò verso di lui e per un attimo Wei Wuxian temette di essere asceso in cielo. La persona seduta su quello scomodo lettino, con un bambino tra le braccia e la camicia umida di lacrime e muco, era l'esemplare maschile più affascinante che avesse mai visto. Dai tipici tratti asiatici, allo sguardo penetrante e dal peculiare colore quasi dorato, l'espressione severa accentuava solo gli zigomi eleganti e la curva delle labbra. Chissà se erano così morbide come sembravano.

No. Nope. Frena. Frena.

Quell'ultimo pensiero riportò Wei Wuxian sul pianeta Terra e si maledì per la sua incapacità di rimanere concentrato su questioni importanti di fronte a un bell'uomo. Era una grande distrazione, non poteva negarlo e...

No, di nuovo. No.

«É solo spaventato».

La voce profonda di quel Dio sceso in Terra attirò la sua attenzione e Wei Wuxian si costrinse ad annuire senza lasciarsi scappare dalle labbra quanto avrebbe voluto piazzarsi sulle sue ginocchia come il bambino. Era davvero un disastro.

Richiamando a sé tutta la sua forza di volontà, si inginocchiò a terra dall'altro lato dal letto. Uno sguardo silenzioso al padre fu tutta la conferma che gli serviva per convincerlo a parlare.

«Ehi, Yuan. Ti chiama Yuan, giusto?».

Il bambino spostò appena la testa dalla pancia del padre, ma tornò nascosto il secondo dopo. Non aveva smesso di piangere, ma era chiaramente incuriosito da quel nuovo approccio.

«Lan Yuan», confermò l'uomo. Era difficile capire se stesse apprezzando o meno l'intervento di un ulteriore dottore, uno sconosciuto tra l'altro, ma probabilmente avrebbe potuto cacciarlo dalla camera se si fosse rivelato inutile. O probabilmente avrebbe potuto sollevarlo di peso con quelle braccia e...

No. Insomma.

«Non devi avere paura, Yuan. Il dottore ha una faccia antipatica, ma è bravo e ti farà scomparire il dolore».

«Wei Wuxian!».

Lan Yuan sobbalzò alla voce piena di rabbia di Su Minshan -non lo aveva mica nominato, se si era sentito preso in causa era un problema suo!- e strillò ancora più forte. Wei Wuxian si voltò e lo fulminò con lo sguardo.

«Se non sa essere d'aiuto vada ad aspettare fuori, Dottor Su. Lo sta spaventando ancora di più».

Questo fece per ribattere, ma uno squillo del suo cerca-persone lo interruppe. Con un ultima occhiataccia uscì dalla camera e si allontanò a passo pesante.

«Oh, un po' di silenzio. Dov'eravamo? Ah, giusto. Lan Yuan. Sai che hai proprio un bel nome? Io ho un nipote che si chiama Jin Lin, ma ti rivelo un segreto», con fare esagerato si avvicinò al bambino senza però toccarlo. «A lui piacciono i cani. Brr, pessima scelta. A te quali animali piacciono?».

I singhiozzi si interruppero appena e Lan Yuan mugugnò qualcosa nella camicia del padre, per poi tornare a stringere il tessuto tra le mani paffute.

«Hai detto i leoni? Oh si, i leoni sono proprio dei grandi animali. Li ho visti allo zoo, tu hai mai visto un leone, o una tigre? O una pantera, quelle sono magnifiche. Ma anche gli animali più piccoli non sono da ignorare, sai. Ci sono alcuni insetti molto carini, anche se l'essere viscidi li rende un po' meno simpatici. Ma anche gli uccelli sono molto belli e colorati. Oh ma le volpi, sono così morbide, e le hai mai sentite ridere?».

«Conigli».

Un sorriso spuntò sul volto di Wei Wuxian, che interruppe il suo monologo. Si era accorto che più parlava e più Lan Yuan sembrava calmare per lo meno i singhiozzi e quando aveva nominato gli uccelli aveva mosso di nuovo la testa.

«Uh si, anche i conigli! Sono anche buoni, soprattutto in salsa...».

«Non è vero!”, esclamò con tutta la forza di un bambino di quattro anni. «I conigli non si mangiano, non sono cibo. Baba, digli che non sono cibo».

«Mh».

Wei Wuxian scoppiò a ridere. Non sapeva dire chi fosse più adorabile tra Lan Yuan e il suo musetto imbronciato e rigato di lacrime, o il suo stoico padre, che quando aveva accennato a mangiare i conigli si era piegato in una smorfia infastidita.

«I miei conigli non si mangiano», ripeté Lan Yuan.

Si era mosso quel che bastava per poter guardare quello strano medico inginocchiato accanto al suo letto e aveva finalmente smesso di piangere, anche se aveva ancora gli occhi umidi e le guance arrossate.

«Hai dei conigli? Come si chiamano?».

«Black e White».

Wei Wuxian rise di nuovo e la sua reazione non sembrò soddisfare il bambino. «Li ha scelti Baba per il mio compleanno. E sono uno bianco e uno nero. E Baba dice che sono due nomi bellissimi».

«Certo che lo sono!». Wei Wuxian non riuscì a trattenersi dall'alzare lo sguardo e lanciare un occhiolino al padre, che si accigliò. «E non vuoi tornare a casa a vederli?».

Lan Yuan esitò prima di rispondere, ma poi annuì. «Voglio andare a casa».

«Aya, sono sicuro che Black e White ti stanno aspettando. Ma saranno tristi se torni e sei ancora ammalato, non pensi?».

Per un momento Wei Wuxian temette di aver tirato troppo la corda. L'obiettivo di quella sceneggiata era di far calmare Lan Yuan abbastanza da farlo preparare dagli infermieri per qualunque tipo di operazione lo aspettasse, ma stava iniziando a pensare che ci fosse qualcosa di più dietro alla reticenza del bambino.

Lo guardò stringere di nuovo tra le mani la camicia del padre e trattenne il fiato nel timore di sentirlo di nuovo piangere.

«Non voglio lasciare Baba», sussurrò dopo qualche secondo.

«Ma il tuo Baba sarà qua ad aspettarti, vero?».

«Mh. Lo sai che non ti lascerò solo. Quando ti sveglierai io sarò qui».

«Ma... ma...», Lan Yuan boccheggiò confuso qualche secondo e fece passare lo sguardo tra il padre e Wei Wuxian. «Il dottore antipatico di prima ha detto che mi devono addormentare e portare via. Io non voglio che mi portino via».

Wei Wuxian si morse la lingua, ma si ripromise di rovesciare tutta la frustrazione su quell'idiota di Su Minshan, che non era nemmeno capace di spiegare a un bambino come si svolgeva una semplice operazione.

«Il dottore di prima ha sbagliato. Sai, è nuovo e non conosce ancora tutte le regole. Ma ti assicuro che non ti porteranno via e che ti sveglierai con il tuo Baba vicino».

Lan Yuan scosse la testa. «Non voglio addormentarmi», mugugnò. «Come faccio se poi mi sveglio e Baba non è con me?».

Quelle parole lo colpirono con la forza di un uragano e Wei Wuxian pensò di nuovo che ci fosse qualcosa di non detto nella storia di quel bambino. Ma non era quello il momento per perdersi in supposizioni. Un veloce sguardo alla flebo attaccata al braccio del piccolo gli indicò che il liquido era quasi finito.

Prese un respiro e tornò a sorridere. «Facciamo così. Cosa ne pensi se il tuo Baba starà con te quando dovrai dormire? Ti stringerà la mano tutto il tempo e quando ti sveglierai lui sarà li».

«Dottor Wei...».

«Si può fare?».

Wei Wuxian ignorò l'infermiere e annuì alla domanda del padre. «Non è molto comune, ma se si lava bene le mani e indossa il camice, potrà stare con suo figlio fino a quando non sarà addormentato». E non oltre, furono le parole che non disse, ma dallo sguardo dell'uomo intuì che avesse capito. Era meglio tenere certi dettagli lontani da Lan Yuan, soprattutto se il non sapere poteva aiutare a mantenerlo calmo.

«Può andare bene, A-Yuan?».

Il bambino fece una smorfia. «Non voglio dormire», si lamentò di nuovo.

«É necessario per guarire», mormorò il padre. «I dottori ti faranno addormentare e quando ti sveglierai non avrai più male alla pancia. E potremo tornare a casa da Black e White».

Lan Yuan sembrò ragionare su quelle parole, ma poi annuì piano. «Se Baba mi tiene per mano, allora va bene. Ma voglio tornare in fretta a casa».

Wei Wuxian e gli infermieri dietro di lui tirarono un sospiro di sollievo. «Ti prometto che faremo super veloci».

«Me lo prometti?».

«Guarda», Wei Wuxian afferrò la penna blu che portava nella tasca del camice e il blocchetto per le note. Ne strappò un foglio e con mano veloce ne tracciò uno schizzo di due conigli, accoccolati insieme. Ci scrisse sopra «guarisci presto A-Yuan» e ci aggiunse qualche cuore e fiorellino. «Un porta fortuna», disse.

Lan Yuan prese il foglio e si aprì nel primo sorriso della giornata. «Grazie, Dottore».

«Puoi chiamarmi Wei Gege, per oggi non sono il tuo dottore».

Lan Yuan annuì e tornò a guardare il disegno, passando lungo le linee con il dito indice.

«Ora questi infermieri ti aiuteranno a cambiarti, così poi andiamo a fare un giro per l'ospedale con il letto e poi ti portiamo dal dottore che ti guarirà».

«Verrai anche tu, Wei Gege?».

«Per un pezzo sì, posso accompagnarvi». Si accigliò appena quando notò con lo sguardo l'ora e si rese conto che la sua pausa era finita da più di dieci minuti. Ma ormai non poteva andarsene e se ci fosse stato bisogno di lui le infermiere delle Emergenze sapevano il suo numero.

Con una calma opposta alla crisi di poco prima, Lan Yuan permise agli infermieri di togliergli la flebo e prepararlo per l'operazione -una semplice appendicectomia, per fortuna, come sbirciò dalla cartella appesa ai piedi del letto.

Wei Wuxian si avvicinò a Mianmian, che per tutto il tempo era rimasta qualche passo indietro insieme agli altri infermieri. «L'uomo che sussurrava ai bambini», lo canzonò con un sorriso e Wei Wuxian rise a sua volta.

«Sai com'è. Non riesco a sopportare il pianto di un bambino. Sono molto più belli quando ridono».

Mianmian lo conosceva da abbastanza tempo da leggere dietro alle sue parole -da comprendere come il suo bisogno di consolare un bambino in lacrime andasse al di là del suo mestiere e di come fosse quasi una necessità fisica, come se quell'azione nel presente potesse risanare le sue stesse ferite del passato. Ma per fortuna non disse nulla e lo salutò con un cenno prima di uscire dalla camera, diretta ai piani interrati per avvisare che il piccolo ritardatario stava finalmente arrivando. E per preparare tutti al fatto che il padre sarebbe entrato in sala operatoria per l'anestesia, per quanto poco ortodosso potesse essere.

Una volta pronto, gli infermieri sbloccarono il letto e Lan Yuan ridacchiò quando iniziò a muoversi fuori dalla porta. «Andiamo davvero in giro con il letto?».

«Certo!», esclamò Wei Wuxian con fare offeso. «Pensi che ti stessi mentendo? Uomo di poca fede».

Lan Yuan ridacchiò di nuovo e strinse tra le dita della mano il disegno dei due conigli.

Proprio quando stavano per prendere l'ascensore, il cerca-persone di Wei Wuxian squillò un paio di volte e l'uomo sospirò. Si inginocchiò di nuovo accanto al letto. «Wei Gege deve andare ad aiutare altre persone che stanno male, ma il tuo Baba starà con te tutto il tempo. Se hai paura, chiudi gli occhi, stringi forte il tuo Baba e pensa a Black e White. Me lo prometti?».

Lan Yuan annuì e, a sorpresa, lasciò andare la mano del padre per allungare il mignolo verso Wei Wuxian, che lo strinse con solenne serietà.

Il cerca-persone squillò di nuovo e Wei Wuxian scattò in piedi. Lanciò un sorriso enorme a Lan Yuan -e al suo affascinante e stoico padre, che purtroppo non avrebbe più potuto illuminare la sua giornata, la sua solita sfortuna con gli uomini (e le donne, a dirla tutta)- e poi percorse a ritroso il corridoio fino a imboccare le scale verso il piano delle Emergenze.

Quella che doveva essere una breve pausa di dieci minuti si era trasformata in un incontro peculiare e suo malgrado interessante. Sarebbe stata una bugia dire che non sperava di poter incontrare di nuovo entrambi, magari in una situazione meno drammatica, ma Wei Wuxian era il Re quando si trattava di mentire a sé stesso.

Poteva solo immergersi nel suo lavoro e sperare che la confusione del Pronto Soccorso potesse togliergli dalla mente le lacrime e il sorriso di quel bambino e lo sguardo penetrante del padre.

---

Lan Wangji si era sempre vantato -internamente, perché il vanto eccessivo è un vizio- del suo autocontrollo. Tutto questo prima di adottare A-Yuan e provare sulla sua pelle il terrore ceco e straziante di un genitore che può solo guardare un figlio soffrire e piangere.

Non era stata la prima volta che A-Yuan si era mostrato restio a lasciarlo -era successo il primo giorno di scuola e il primo giorno del campo estivo e in altre occasioni simili. All'inizio, quasi tre anni prima, il bambino era stato inconsolabile ogni volta che Lan Wangji doveva allontanarsi anche solo per andare in bagno o prendere dell'acqua in cucina. Poi, col tempo, aveva imparato a fidarsi e che Lan Wangji, il suo Baba, non lo avrebbe lasciato.

Lan Wangji capiva razionalmente che tutta quella paura era dovuta ai traumi dei due primi anni di vita, alla perdita dei genitori e poi della nonna. Solo per fortuna Lan Wangji era venuto a conoscenza della morte dell'anziana signora, che aveva conosciuto tramite il servizio di volontariato che faceva tutte le settimane. E sempre per fortuna -anche se non era così ingenuo da pensare che il suo conto in banca e il nome di famiglia non avessero influito- era riuscito ad ottenere la custodia di Wen Yuan. Dopo mesi estenuanti era stata finalizzata l'adozione e Lan Yuan era entrato a fare parte della sua vita.

Malgrado tutte le difficoltà e i momenti in cui aveva temuto di non poter essere un buon padre -e quelli in cui aveva dovuto combattere con il terrore di diventare come il suo, di padre- nei due anni precedenti aveva costruito con il bambino un rapporto di amore e fiducia.

C'erano tuttavia situazioni particolari, come quella in cui si era trovato quel giorno, in cui tutto il lavoro fatto sembrava sfumare nel nulla.

A-Yuan l'aveva svegliato nel cuore della notte con il volto rigato di lacrime e piegato in due dal dolore. Erano corsi al Pronto Soccorso e, dopo i primi esami e una buona dose di antidolorifico, un dottore era arrivato ad annunciare che avrebbero effettuato un'appendicectomia nel giro di qualche ora. Lan Yuan, che nel frattempo si era appisolato, era stato trasportato nel reparto di pediatria per l'attesa e si era svegliato solo quando il dottore e gli infermieri erano arrivati a prepararlo per l'operazione.

Lan Wangji avrebbe voluto biasimare interamente la mancanza di empatia e di tatto del medico -e si segnò una nota mentale di lamentarsi con suo zio del trattamento ricevuto, certo che Lan Qiren avesse abbastanza conoscenze da rimettere in riga chiunque- ma la verità era che lo scoppio era inevitabile. A-Yuan era spaventato e dolorante e la sola idea di dover lasciare, anche per poco tempo, la sua unica ancora sicura, era bastata a farlo scoppiare a piangere.

Lan Wangji aveva provato di tutto. Aveva cercato di consolarlo, lo aveva stretto a sé, gli aveva mormorato nell'orecchio la sua canzone preferita, aveva provato a distrarlo con i piani per una gita al mare con alcuni compagni di classe.

L'unica cosa a cui non aveva pensato, erano stati i conigli. Sapeva fin troppo bene quando A-Yuan li adorasse: si prendeva cura di loro al meglio delle sue capacità, aiutava a pulire la gabbietta e a cambiare l'acqua e il cibo e ogni volta che si fermavano in libreria cercava sempre dei libri sui conigli. Non sarebbe dovuta essere una sorpresa, quindi, che il trucco per calmare le lacrime si rivelarono essere proprio i due animali.

Ciò che non avrebbe mai immaginato, tuttavia, era di dover stare a guardare mentre l'uomo più bello che avesse visto in vita sua si inginocchiava per terra e conversava con suo figlio come se fosse la cosa più naturale di questo mondo.

Nei suoi trent'anni di vita, Lan Wangji aveva avuto le sue esperienze, ma nessuno era rimasto al suo fianco per più di qualche mese. Sapeva di essere troppo serio e noioso per i suoi coetanei, di apprezzare il silenzio dove la maggior parte delle persone cercavano il caos. I due uomini con cui era uscito, per lo più durante l'università, erano state più avventure di letto che affettive, ma non aveva mai sentito che ci fosse qualcosa che mancava nella sua vita.

L'arrivo di A-Yuan era bastato a riempire quel vuoto e a colorare la sua quotidianità e di certo non aveva bisogno di una relazione. Soprattutto in quel momento, soprattutto ora che aveva un bambino di cui prendersi cura.

Ma ammirare un uomo affascinante non significava mettergli un anello al dito, ricordò alla sua mente. E così passò il tempo in compagnia di quel Dottor Wei – Wei Gege – a fissarlo in silenzio. Era indubbio che fosse molto bello, con quegli occhi vivaci e quasi grigi e il sorriso così luminoso da poter fare luce su un intero universo. Ma era il suo atteggiamento che brillava di più, l'attenzione che metteva in ogni parola, nel tono dolce ma fermo e accattivante.

Un incontro di appena quindici minuti lasciò Lan Wangji con una strana sensazione alla bocca dello stomaco, ma non fu difficile ignorarla per rimanere al fianco di A-Yuan.

Come promesso, gli infermieri gli fornirono il necessario per entrare in sala operatoria e, malgrado il borbottio infastidito del dottore -che per fortuna era solo un assistente, non si vergognava a dire che avrebbe richiesto un cambio se quel Dottor Su fosse stato davvero a capo dell'operazione di suo figlio- gli fu permesso di rimanere al suo fianco fino a quando l'anestesia non fece effetto.

Una volta addormentato, un infermiere lo accompagnò in sala d'aspetto e Lan Wangji passò l'ora successiva a contorcersi le mani. Per fortuna fu raggiunto da suo fratello Xichen, che rimase al suo fianco fino a quando il chirurgo non uscì dalla sala operatoria con la notizia di un'operazione riuscita. Dopo una decina di minuti due infermiere portarono fuori A-Yuan, ancora addormentato e i due fratelli Lan le accompagnarono fino al piano della pediatria, dove aspettarono che il bambino si svegliasse.

A-Yuan scoppiò a piangere nel momento in cui aprì gli occhi, ma questa volta gli bastò realizzare che non solo il suo Baba, ma anche lo zio erano al suo fianco. Si calmò quando Xichen gli mostrò un video di Black e White e alcune foto che aveva scattato quella mattina prima di correre in ospedale.

«Dov'è il disegno di Wei Gege, Baba?».

Wangji prese dalla tasca dei pantaloni il foglietto che A-Yuan gli aveva consegnato prima dell'operazione e lo diede al figlio.

«Guarda, sono uguali! Wei Gege è un mago! Possiamo andare a fargli vedere una foto?».

«Ora Wei Gege sta curando altre persone, A-Yuan. Magari più tardi, o quando torniamo a casa».

A-Yuan annuì e Xichen lanciò al fratello un'occhiata curiosa.

«Wei Gege?».

Wangji si trattenne dall'alzare gli occhi al cielo di fronte al tono divertito del fratello. «Uno dei dottori. Ha aiutato A-Yuan a calmarsi prima dell'operazione e gli ha regalato un disegno».

«Per caso questo Wei Gege si chiama Wei Wuxian?».

Lan Wangji lo guardò sorpreso. «Come fai a saperlo?».

«É un amico di Huaisang. L'ho visto un paio di volte quando abitava ancora con Mingjue. Sapevo che era un medico, ma non che lavorasse qui», spiegò con un'alzata di spalle.

«Mh».

«Se vuoi posso recuperare il suo numero di telefono. Così non dovrai girare tutto l'ospedale per trovarlo».

Wangji ignorò di nuovo il tono del fratello e annuì. «Mh. Grazie. A-Yuan sarà felice di poterlo salutare».

«Non solo A-Yuan».

«Xichen!».

«Okay, scusa», rise Xichen. «Più tardi scrivo a Huaisang e ti faccio sapere. Nel frattempo, ti va se ti leggo una storia, A-Yuan?».

Lan Wangji rimase in silenzio mentre il fratello iniziò a leggere un libro sui conigli ad A-Yuan. Finalmente, dopo quelle che erano sembrate interminabili ore di paura e ansia, riuscì a tirare un sospiro di sollievo. A-Yuan stava bene. Si sarebbe rimesso e in un paio di giorni sarebbe tornato a casa.

E se da questa brutta esperienza ne avesse guadagnato un amico -sia A-Yuan che Lan Wangji stesso- allora forse avrebbe avuto qualcosa di positivo da ricordare per una giornata così disastrosa.

---

Lan Yuan voleva tornare a casa.

Aveva dormito due notti intere in quel letto enorme e dall'odore strano e voleva rimettersi i suoi vestiti e andare a giocare con Black e White. Baba gli aveva assicurato che quel giorno sarebbero tornati a casa, ma era passata tutta la mattina ed erano ancora lì.

«Babaaa. Quando possiamo andare?».

«Stiamo aspettando il dottore, A-Yuan. Deve visitarti per capire se hai bisogno di altre medicine».

«Ma non voglio altre medicine. E non mi fa più male la pancia. Ti prego Baba, possiamo andare?».

«Vado a chiamare un'infermiera, va bene?».

Lan Yuan fece una smorfia, ma annuì. Non era molto contento di allontanarsi da Baba, ma voleva tornare a casa più di tutto il resto. E se questa infermiera poteva ridargli i suoi vestiti, allora avrebbe sopportato di rimanere in silenzio per qualche minuto. E si fidava di Baba, lui sarebbe sempre tornato.

Baba tornò prima che Lan Yuan arrivasse a contare dieci conigli sulle dita della mano e dietro di lui entrò anche il dottore antipatico che l'aveva fatto piangere. A-Yuan incrociò le braccia al petto per indicare quanto poco apprezzasse la sua presenza, ma poi le sciolse quando i punti alla pancia gli tirarono in maniera fastidiosa. Il dottore antipatico gli guardò la ferita e la toccò un paio di volte, poi annuì e disse a un infermiere di rimettergli le bende.

«Potete andare, vi preparo i documenti per le dimissioni e i fogli per le cure».

Lan Yuan smise di ascoltare e guardò in silenzio mentre un infermiere dal sorriso gentile gli medicò la ferita e gli rimise una benda bianca. Gli fece scegliere tra due tipi di cerotti quello che gli piaceva di più e A-Yuan indicò quello con i dinosauri. Non c'era uno con i conigli, e i dinosauri erano meglio dei cani.

Stava spiegando all'infermiere Wen Ning perché i dinosauri fossero meglio dei cani, quando una risata familiare lo fece voltare verso la porta. Sull'uscio c'era proprio Wei Gege!

«Wei Gege!».

«Lan Yuan! Bella scelta, i dinosauri vincono sempre. Tranne sui conigli».

A-Yuan annuì e sorrise. «Ti ho fatto un disegno». Baba era il migliore, perché prima che potesse anche solo muoversi aveva già appoggiato sulle sue gambe l'album di disegni che gli aveva portato lo zio Xichen il giorno prima. A-Yuan lo sfogliò e, quando trovò la pagina giusta, la voltò verso Wei Gege.

«Sono Black e White», spiegò. «Baba. Baba, fagli vedere una foto, per favore».

«Oh ma che artista che abbiamo! Sono praticamente uguali agli originali», aggiunse dopo aver guardato a una foto sul telefono di Baba. «Hai anche scritto i loro nomi!».

«Certo. Questo bianco è White. Ha una macchia marrone qua sulla gamba e sulla zampa e sull'orecchio. E poi Black ha una macchia bianca su tutta la schiena».

«Wow, li hai disegnati proprio bene!».

«Baba mi ha aiutato», ammise Lan Yuan, perché essere sinceri era importante ed era vero che Baba lo aveva aiutato. «E oggi posso andare a casa!».

«Ma davvero? Non hai più male, allora?».

«No, A-Yuan è super guarito. Possiamo andare, Baba?».

Baba si piegò in un sorriso e annuì. «Possiamo vestirci, così quando arriva il dottore andiamo a casa subito».

«Vuoi venire con noi a vedere Black e White, Wei Gege?».

«Mi dispiace, ma tra poco devo tornare a guarire le persone».

«Oh. É importante?».

Wei Gege annuì. «Super importante».

«Allora va bene. Puoi venire un altro giorno?».

Wei Gege alzò lo sguardo verso Baba e A-Yuan guardò entrambi con il suo set migliore di occhi dolci.

«Mh. Possiamo organizzarci».

«Yay! Ti posso fare vedere Black e White e la loro casa, i loro cuscini, dove mangiano e dove dormono. E poi Baba gli sta costruendo un recinto in giardino e quest'estate potranno andare fuori a giocare con me».

Wei Gege rise. «Non vedo l'ora!».

«Davvero? Può venire domani? Baba?».

«Mh. Se Wei Wuxian è libero, può venire a pranzare con noi. Domani è domenica e non hai scuola».

«Puoi venire a pranzo, Wei Gege? Baba cucina benissimo».

«Sei fortunato, Lan Yuan, domani sono di riposo. Vengo volentieri a conoscere Black e White». Poi sbatté solo una palpebra verso Baba e si aprì in un enorme sorriso. «E ad assaggiare la cucina del tuo Baba». A-Yuan guardò contento mentre Wei Gege e Baba si scambiarono i numeri e le indicazioni per arrivare alla loro casa.

«Ora devo tornare a lavorare, Lan Yuan. Ci vediamo domani, va bene?».

«A domani, Wei Gege».

«A domani, Wei Wuxian».

«Wei Ying, chiamami pure Wei Ying».

«Lan Wangji. Lan Zhan».

Wei Gege si aprì in un altro enorme sorriso. «A domani, Lan Zhan. E' un appuntamento».

Lan Yuan batté le mani e salutò Wei Gege.

Finalmente poteva tornare a casa da Black e White e poteva dormire nel suo letto. Non vedeva l'ora di sedersi sulle gambe di Baba per la storia della buona notte ed era disposto anche a prendere tutte le medicine se poteva davvero far vedere a Wei Gege i suoi coniglietti.

A-Yuan era davvero felice.

Non vedeva l'ora di domani per giocare con Wei Gege e Baba.

- - -

POST NOTES
Ciò che succederà nel futuro:

-Wei Wuxian e Lan Wangji continueranno a girarsi intorno per mesi, fino a quando qualcuno (Lan Xichen cofcof) non gli farà notare quanto sono ridicoli
-andranno al primo appuntamento e poi al secondo e poi chi li conta più
-Lan Yuan adora il suo Wei Gege, ovviamente.
-Wei Wuxian si trasferisce con i suoi due uomini, diventa ufficialmente "Papa" agli occhi di Lan Yuan e dopo nemmeno un anno Wei Wuxian e Lan Wangji si sposano. Perché sì.
-E vissero tutti felici e contenti (tranne Su Minshan, che fu licenziato. Grazie Lan Qiren).


  
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