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Autore: dragun95    04/08/2023    3 recensioni
Amanirenas è il tenente della nave spaziale Mèigumi. In genere ha il compito di guidare spedizioni di recupero materiali in tutta la galassia.
Ma questa volta il suo incarico la porterà su Nèos. Un pianeta ostile ma con una grande ricchezza materiale, per recuperarla però, dovrà prima riunire una squadra di Esper sciolta anni fa. Anche se riluttante, sarà costretta a cercarli e convincerli a rimettersi insieme, poiché conoscono il pericolo che rappresenta la missione meglio degli altri.
Anche se forse la missione di raccolta potrebbe nascondere qualcosa di molto più grosso del matallo e i membri della E-titànes, potrebbero scoprirlo troppo tardi.
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Stin póli Éspers parte 1

 
 
-Serve una mano?- chiese la voce di Amanirenas davanti alla porta dello spogliatoio della nave. Erano partite da un’ora in direzione di Narhakan la città dove secondo Lilith avrebbero trovato informazioni sui suoi ex compagni.
Visto che anche con la nave il viaggio non sarebbe stato breve. La Tenente aveva proposto alla loro “collaboratrice” se volesse provare il loro equipaggiamento, messo a loro disposizione dall’agenzia. Inizialmente la donna sembrò riluttante, ma alla fine accetto per ingannare un po' il tempo.
 
-Non è la prima volta che indosso una Suit!- rispose da dietro la porta. La donna rimase con la schiena appoggiata al muro in attesa che finisse di cambiarsi. Da quanto aveva visto, la Esper sembrava avere sbalzi d’ira in base alla situazione. Ma considerando che le stava facendo rivivere un trauma lo trovò normale.
Eppure una parte di lei non era molto d’accordo a coinvolgere quegli “Umani anomali” com’erano anche chiamati. L’ultima cosa che gli serviva erano persone potenzialmente instabili sulla sua nave. Ma se non altro sembrava sapersi controllare.
 
“La città degli Esper” il pensiero di andare a Narhakan non le faceva fare di certo i salti di gioia. I suoi pensieri vennero interrotti da Lilith che finalmente uscì dallo spogliatoio.
 
La tuta che indossava le calzava a pennello, che ad un’occhiata più attenta sembrava un misto di tessuto e metallo di colore nero con dei filamenti azzurri che percorrevano tutto il corpo. In alcuni punti quali, arti e torace, la tuta era più spessa e robusta per proteggere punti importanti. Sulle spalle svettava un disegno, un Uroboro verde che si mordeva la coda formando un cerchio, nel cui interno c’era un infinito bianco. Il simbolo della Unendlich.
 
-Credevo mi sarebbe andata stretta e invece- ammise guardandosi allo specchio. Quell’indumento gli stava alla perfezione, come se gli fosse stato cucito addosso. Inoltre valorizzava molto il suo fisico.
 
“Almeno non sono ingrassata” pensò sorridendo al suo riflesso nello specchio.
 
-Questo perché è stata creata con uno speciale materiale poliforme adattabile. Specificamente progettata per adattarsi al corpo di chi la indossa- quella spiegazione scioccò la donna. Era perché la tuta si adattava che le calzava come un guanto. Ciò gli fece scaturire il dubbio se potesse essere ingrassata oppure no.
Si batté la mano contro la fronte, non era il momento di pensare al peso e di certo non davanti ad altre persone. Amani la guardò senza commentare il gesto che aveva appena fatto, anche perché non sapeva che cosa l’altra stesse pensando.
 
-Quindi quali sono i vantaggi di questa nuova tuta?- chiese stringendo la mano per valutarne la resistenza, anche se sembrava di metallo era flessibile proprio come un tessuto elastico.
 
-La Suit Eben-6 è progettata per garantire una grande protezione. Il tessuto è totalmente ignifugo e si adatta alle temperature esterne, quindi riscalda quando c’è freddo e…-
 
-Raffredda quando c’è caldo ho capito…ma com’è messa a livello di protezione?- ripeté voltandosi e notando che l’altra aveva in mano la sua pistola al plasma, un secondo dopo nella stanza si sentì una sparo.
Lilith abbassò lo sguardo sul suo ventre che era stato colpito. Ma non c’era alcun tipo di ferita né da bruciatura o da perforazione, anzi intravide uno scudo esagonale rivestire la tuta. Alzò lo sguardo e solo in quel momento notò di star vedendo tramite una visiera. Portò le mani al volto sentendo la superficie di un casco come quello della Tenente, chiedendosi da dov’era uscito fuori, visto che non l’aveva indossato.
 
-La Suit è dotata di uno scudo energetico che può deflettere anche i colpi di un laser di bassa potenza. Monta inoltre l’ultimo ritrovato: un radar di minacce. Quando il radar avverte una minaccia, fa uscire fuori il casco di protezione- finito il pericolo, il casco della tuta si ritrasse e la Esper guardo l’altra riconsegnargli la pistola.
 
-Grazie della spiegazione- di certo era una tecnologia che non si sarebbe mai potuta permettere. Ed ora che era a sua disposizione, si sentiva eccitata all’idea di adoperarla, proprio come quando da bambina era riuscita a rubare il suo primo coltello.
 
-Posso scegliere le armi che voglio dall’armeria?- Amani annuì: -Ma come faccio a portarmele in giro. Avete un Deposito portatile?- si trattava di oggetti simili a zaini che come diceva il nome permetteva di inserire vari oggetti anche più grandi del contenitore. Grazie ad una zona tridimensionale che scomponeva gli oggetti in particelle e le conservava al suo interno.
Amani allungò la mano e dal polso della sua tuta fece uscire una pistola ad impulsi energetici. Questo lasciò la rossa senza parole. Subito portò lo sguardo ai suoi polsi, come a chiedergli conferma.
 
-La Suit è fornita anche di due Depositi integrati. Ognuno con uno spazio sufficiente a tenere l’intera armeria oppure due o tre veicoli-
 
-Se stavi cercando di fammi arrivare la mascella fino a toccare terra o eccitare…ci sei riuscita, sorella!- si complimentò con un sorriso. Per poi superarla e vedere che armi prendere dal muro.
La Tenente invece credeva si sarebbe arrabbiata per avergli sparato per dargli una dimostrazione. Ma evidentemente non era così rancoroso come pensava. Certo aveva comunque il sospetto che avrebbe potuto rinfilare nei Depositi dei veicoli e squagliarsela alla prima distrazione. Anche se alla fine quella tuta aveva un meccanismo di blocco di cui non l’aveva messa al corrente. Quindi era tranquilla.
 
-Questo si che è un cannone!- affermò stringendo tra le mani un fucile di grosso calibro.
Nello stringere in mano quell’arma uno strano sorriso si dipinse sul suo volto. Dopo aver visto che era carico lo punto verso ad Amani. Quest’ultima appena vide l’arma puntata contro alzò il braccio innalzando uno scudo energetico, su cui si abbatté il colpo.
La Tenente abbassò lo scudo guardando la Esper per chiedergli spiegazioni per il suo gesto.
 
-Era per provare l’arma e anche perché prima mi hai sparato contro per la tua dimostrazione!- rispose secca. Il rancore lo servava eccome, su questo Amanirenas si era sbagliata. Dopo aver abbassato l’arma ancora in mano, ci passò sopra lo scanner del Deposito e questo scompose il fucile mettendolo al suo interno.
 
-Ora che ci penso…questa Suit è progettata per adattarsi al corpo del suo utilizzatore giusto?- l’altra annuì e Lilith sembro pensierosa: -Perciò, potrei fare anche così?-  alzò la mano e da sotto la tuta le dita si allungarono diventando ancora una volta dei lunghi artigli. Ma la Suit resse il cambiamento senza strapparsi o bucarsi, riusciva ad adattarsi anche ai cambiamenti corporei di chi la indossava.
Ma si chiedeva comunque se i suoi artigli fossero ancora efficaci, nonostante il tessuto a coprirli. Si avvicinò alla parete dell’armeria e lo graffio. Gli artigli produssero un suono stridulo lasciando dei solchi non molto profondi, ma questo la soddisfò comunque.
 
-La pregherei di non rovinare la nave, mentre si trova qui!- l’ammonì subito la Tenente. L’altra alzò le mani in segno di scuse.
 
-Va bene, tranquilla e per favore puoi smetterla di darmi del lei. Mi fai sentire vecchia!- non era più una vent’enne, ma non era ancora così vecchia, sia fisicamente che nello spirito.
 
-Immagino vorrai anche armi da corpo a corpo- Amanirenas batté le mani e le pareti ruotarono mostrando varie armi da mischia e da corpo a corpo. Gli occhi della Esper brillarono come se si trovasse in una gioielleria e dalla sua bocca iniziava a colargli un po' di saliva. In quel momento si sentiva come una bambina in un grande negozio di caramelle.
 
<< Tenente ci avviciniamo a Narhakan. Dovrebbe vederlo sul monitor >>
 
-Grazie Kamza, lo vedo- confermò Amanirenas guardando la mappa olografica che segnava la posizione della Pfeilspitze. Si voltò per informare gli altri, ritrovandosi dentro un’atmosfera carica di fuoco. Laura stava guardando in cagnesco la loro ospite.
Quando l’effetto di qualunque cosa avesse usato su di lei era finito. La Pilota si era scagliata contro la Esper tanto che aveva paura avrebbe potuto prendere un’arma e sparagli addosso.
 
-Ti avverto Rossa, riprova a fare qualunque cosa tu mi abbia fatto prima. E ti getto fuori dalla nave a calci in culo, senza neanche avvertirti- l’altra la guardo piegando le labbra in un broncio e facendo degli occhi da cucciola.
 
-Mi ferisci così. Non ero la tua dea?- aveva come l’impressione che  ci trovasse gusto a provocare la sua Pilota, visto come stava reagendo.  
Sperava che gli altri due membri fossero più maturi, se anche loro rendevano nervosi l’equipaggio della sua nave, preferiva andare da sola in quel vulcano. Il monitor emise un suono per avvertire che erano molto vicini. Dalle telecamere esterne si trovavano nel Diaìresi. Una savana che si estendeva per venti chilometri e che separava la parte desertica da quella fluviale.
Poco più avanti c’erano le mura della città degli Esper.
 
-Ci siamo quasi- le altre due donne smisero di guardarsi e portarono l’attenzione sul monitor. Lilith si alzò avvicinandosi per vedere meglio. Era da parecchio che non tornava lì e ora eccola che stava per rimettere piede in quella città. Ma non credeva fosse il caso di far atterrare la nave, nemmeno lei si fidava cecamente di chi ci viveva.
 
-Laura ferma la nave qui e nascondila. Noi andremo con un mezzo di terra- la informò Amani, quella donna gli aveva appena letto nel pensiero.
 
-Kamza prepara un mezzo adatto al terreno. Io e Lilith scendiamo a terra e andremmo a incontrare il suo “Informatore”-  dall’altra parte della rete di comunicazione lo Xiròs annuì. Dopo aver detto ciò si voltò verso Laura che la stava guardando, leggendo una lieve preoccupazione nei suoi occhi.
 
-Resta in ascolto e preparati ad un possibile piano di estrazione Vestoß-  
 
-Devo chiamare Brick e dirgli di tenersi pronto?- la donna annuì, se dovevano ricorrere a quel piano di estrazione gli sarebbe servito il suo esperto di armi. Lanciò uno sguardo a Lilith che gli diede l’ok con la testa per dirgli che era prontissima a scendere a terra.
 
Il mezzo di trasporto di terra varcò le mura della città senza troppi problemi. A quanto pareva le persone alle torrette di guardia erano più preoccupati delle creature della zona, che di chi potesse entrare. Un bel vantaggio per loro, anche se Amani si chiedeva chi li avesse addestrati per essere così incompetenti.
 
-Fantastico, questo coso ha anche i sedili riscaldabili!- Lilith si stava godendo le comodità del veicolo di terra. Da quando era salita aveva iniziato ad armeggiare con la radio cercando di collegarsi ad una stazione, che non fosse una di comunicazione.
 
-Meglio se ti concentri, stiamo per scendere e non dobbiamo dare troppo nell’occhio-
 
-Tesoro, con un bestione simile è come avere i riflettori su di noi!- la Esper non aveva tutti i torti, quel veicolo di ultima generazione di certo, spiccava come una lucciola in mezzo a delle mosche. Una volta scesa dal veicolo Lilith venne inondata da vari odori, tra cui quello del fumo, la puzza e il cibo cotto in strada. Provocando in lei una serie di ricordi sensoriali che la riportavano indietro nel tempo. La Tenente dopo essere scesa anche lei, traferì il veicolo nel Deposito della sua Suit corazzata. Non dare nell’occhio a quel punto non sarebbe stato facile, visto quanto lei stessa fosse appariscente.
 
-Dove andiamo?- chiese risvegliando la rossa dai suoi pensieri.
 
-Seguimi e fai attenzione che non ti rubino niente dalle tasche- la mise in guardia dai borseggiatori.
 
-Queste Suit non hanno tasche-.
 
Se c’era un aggettivo con cui si potesse descrivere l’atmosfera della città era: degradata. Guardandosi intorno gli sembravano dei bassifondi, le abitazioni cubiche erano sicuramente fatte con stampanti industriali per nulla appariscenti. Le strade erano piene di persone disagiate con alcune che sembravano poco raccomandabili.
Amani sapeva che Narhakan prosperava grazie alla caccia delle creature della savana di Néos e al commercio. Principalmente con alcune città ai lati del pianeta, anche se si trattava di traffici tutt’altro che legali o al limite della legalità. Una vera città senza legge.
 
-Lilith dov’è il posto?- chiese voltandosi, non trovando più la Esper. Si era allontanata un’istante per comprare qualcosa da una bancarella che vendeva cibo. Dopo aver preso qualcosa tornò da lei.
 
-Zampe di Kriside, magnifico!- prese una zampa che sembrava quella di un insetto grande come un’ala di pollo con una corazza chitinosa bruciacchiata dalla cottura sul fuoco. Morse la parte inferiore mettendosi a succhiare via la carne, come avrebbe fatto con un gamberetto: -Ne vuoi una?- a quell’offerta però la Tenente scosse la testa, quella roba non gli ispirava molto appetito. Lilith iniziò a chiedersi come mai quella donna non si togliesse mai il casco.
Mentre ci pensava qualcosa o meglio qualcuno cadde giù da uno dei tetti sulla strada.
 
-Bastardo ridammi i miei soldi!- un’altra persona si affaccio oltre il bordo dell’edificio guardando in cagnesco quello che era caduto. Il quale si affretto a rimettersi in piedi.
 
-Spiacente, niente rimborsi- quello in cima ringhiò mentre il suo corpo iniziò ad allungarsi e le gambe intrecciarsi tra loro fino a diventare una lunga coda. Subito si calò giù usando le unghie che erano diventate degli artigli ricurvi per ancorarsi all’edificio. Il truffatore prese dalla cintura una lampadina quadrata, la sua mano iniziò a produrre dell’elettricità statica con i suoi poteri da Esper fino a caricarla.
Capendo le intuizioni di quel tipo Lilith si affretto ad avvisare la Tenente.
 
-Chiudi gli occhi- appena la lampadina fu carica, emise una luce abbagliante a trecentosessanta gradi che accecò tutti i presenti. Anche il Metamorfo venne investito dalla luce, perdendo l’equilibrio e cadendo a terra. L’altro Esper approfittò che il suo inseguitore fosse disorientato, per darsela a gambe.
 
-Possiamo andare ora- batté gli occhi un paio di volte per vedere che quel bagliore non gli avesse danneggiato troppo la vista, facendo segno ad Amani di seguirla.
 
-Immagino che queste scaramucce siano normali?- chiese vedendo di quanto gli altri abitanti non sembravano sorpresi di un possibile scontro tra Esper. Anzi aveva l’impressione che ci fossero abituati.
 
-Qui devi preoccuparti se nessuno vuole ucciderti. Amarenas!- le rispose, lanciando un’occhiata al Metamorfo che si era ripreso, per poi ripartire all’inseguimento di quel ladro. Tolta la curiosità si voltò riprendendo a camminare.
 
Si infilarono in un vicolo stretto dove si riusciva a malapena a passare in due. La strada era sporca e lurida, ma la Esper si muoveva spedita. Strade come quelle le aveva percorse centinaia se non migliaia di volte quando era più giovane, lanciò uno sguardo alla sua compagna. Riusciva tranquillamente a tenere il suo passo.
Si fermarono sul retro di un edificio davanti ad una porta blindata.
 
-Questo è il posto! Ora dobbiamo farci annunciare. Vuoi bussare tu e chiedergli di farci parlare con gestisce la baracca?-  Amani trovò quella proposta strana, era sicura che volesse fargli uno scherzo o che ci fosse una trappola nascosta.
Azionò lo scudo deflettore della sua Suit per dirgli che accettava la sfida e bussò alla porta blindata. Il suono di metallo battuto risuonò in tutto il vicolo, mentre le due donne restarono in attesa di qualcuno che aprisse la porta. Questa non si fece attendere, lo spioncino si aprì e un paio di occhi dall’interno scrutarono le due.
 
-Che cosa volete?- chiese una voce maschile rocca e dura.
 
-Dobbiamo parlare col tuo capo-
 
-Sparite sgualdrine- rispose secco il loro interlocutore prima di chiudergli lo spioncino in faccia. La Tenente rimase impassibile a quei modi, mentre Lilith tratteneva una risata. Sapeva che sarebbe finita in quel modo, lo aveva fatto per vedere una possibile reazione dell’altra. Ma quella Suit era una corazza impenetrabile.
 
-Contenta?- la rossa fece spallucce soffocando una risata.
 
-Devi solo sapere come prenderli- rispose facendola spostare dalla porta e dopo essersi fatta scrocchiare le dita, bussò di nuovo. Il buttafuori aprì nuovamente, ritrovandole ancora li.
 
-Vi aveva detto di…- prima che potesse finire, lei soffiò nello spioncino. Dopo un’istante di silenzio l’uomo aprì la porta facendo un lieve inchino per farle accomodare.
 
-Prego accomodatevi- disse con tono sognante e gentile, la stessa espressione che aveva Laura quando era diventata improvvisamente asservita alla Esper. Lilith sorrise ammiccante facendo segno ad Amani di entrare.
 
-Grazie tesoro, noi andiamo ad accomodarci. Nel mentre potresti farci il favore di dire a “King Cuprum” che l’Usurpatrice è qui per incontrarlo-
 
-Certamente mia signora. Vado immediatamente!- dopo aver chiuso la porta dietro alle due donne. L’omone si dileguò.
 
L’interno del locale sembrava più una bisca clandestina, le luci soffuse e l’arredamento ricordavano i tempi del proibizionismo che c’era sulla terra. C’erano molti tavoli con persone sedute a bere e delle postazioni per il gioco d’azzardo. Respirando l’atmosfera del posto alla Esper tornarono in mente alcuni ricordi, soprattutto legati alle roulete. Scosse la testa, doveva darci un taglio col gioco d’azzardo.
 
Le due si diressero al bancone circolare del bar posto davanti al muro sedendosi sugli sgabelli in attesa.
 
-Te lo dicevo che devi sapere come prenderli!- disse soddisfatta facendo un segno al barista per chiedere da bere per entrambe. La Tenente continuò a guardarsi intorno, usando gli scanner del suo casco per analizzare chi c’era nel locale. La maggior parte aveva avvisi di ricerca e fedine penali sporche. Mentre continuava a scannerizzare, rispose all’affermazione della rossa.
 
-Si beh, i tuoi feromoni ti aiutano a “prendere” la gente-.
 
 
 
 
Note dell’autore
 
Buona sera e benvenuti al nuovo capitolo.
Questo  un capitolo relativamente tranquillo, vediamo che Lilith riceve un nuovo equipaggiamento e che è in vena di provarlo. Almeno Amanirenas ha avuto conferma che la ragazza serba rancore.
Poi diamo uno sguardo alla città degli Esper, che è tutto tranne che idilliaca. E nel finale scopriamo che la Leader degli E-titànes usa i feromoni. Questa non ve l’aspettavate?
 
Per ora è tutto. Come sempre ringrazio chi segue o legge la storia. E ci vediamo al prossimo aggiornamento. A presto.
  
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