Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Serina Noy    20/08/2023    2 recensioni
Primo settembre. Harry torna a scuola e scopre che le regole sono cambiate. Cosa succederà alla prima punizione con l'odiato professor Piton?
Genere: Erotico, Fantasy, Hurt/Comfort | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Potter, Severus Piton | Coppie: Harry/Severus
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Bondage, Contenuti forti, Violenza | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Dedicata a ilovesnarry grazie per l'elenco di lettura dedicato, lo ADORO!!!

La grossa porta di legno massiccio scuro incombeva su di lui. Il freddo dei sotterranei gli penetrava nelle ossa, non se ne sarebbe più andato.
Harry voleva solo tornare nella torre di Grifondoro, al caldo, con i suoi amici. Ron avrebbe trovato un modo divertente di passare il tempo ed Hermione lo avrebbe sgridato perché non cominciava a fare i compiti, poi Ron e le avrebbe fatto notare che non avevano compiti, lei allora avrebbe sbuffato, magari avrebbe detto qualcosa come "Sei sempre il solito!" O una cosa simile, per far capire che non era affatto d'accordo, ma si sarebbe rassegnata a passare la serata con loro. Avrebbero riso assieme, raccontandosi delle loro avventure estive.
Harry sorrise davanti alla porta chiusa. I suoi amici si stavano sicuramente divertendo, mentre lui....
Quell'anno il pipistrello dei sotterranei si era proprio superato, era riuscito a metterlo in punizione già il primo giorno... non che non ci avesse già provato! "Sarà meglio farla finita, prima arrivo prima potrò andarmene" e, senza darsi il tempo di ripensarci, si affrettò a bussare.
-Avanti- La voce nasale del professore, ovattata per via della porta chiusa, era talmente irritante che, per un istante, ebbe la tentazione di girare sui tacchi ed andarsene o di spalancare la porta ed urlargli in faccia tutto quello che pensava di lui, tanto per sfogarsi.
Invece prese un bel respiro, ingoiò la rabbia e aprì la porta.
-Buonasera professore- Salutò entrando, sforzandosi di mostrarsi più remissivo ed educato possibile.
-Chiuda la porta, signor Potter- Piton neanche ci provava. "Si può sapere che diavolo gli ho mai fatto?" Si trovò a chiedersi, come ogni volta che aveva a che fare con lui. Durante l'estate Piton sembrava essersi fatto ancora più brutto, ancora più sottile. I capelli, lunghi fino alle spalle, pendevano unti e flosci ai lati del viso, il naso sembrava ancora più lungo e più curvo che mai e la carnagione pallida aveva un che di malaticcio. Lo stomaco di Harry si contrasse in una morsa dolorosa "Non voglio essere qui! Dovunque ma non qui!" Si ripeteva mentre la porta si chiudeva alle sue spalle.
Un suono ovattato, una leggera corrente d'aria, la serratura che scattava chiudendo fuori ogni rumore. "In trappola! Sono in trappola!" Un irrazionale terrore lo colse, sapeva che il suo professore non gli avrebbe fatto del male, non molto almeno, ma la luce che aleggiava nel suo sguardo era qualcosa di perverso, corrotto, malevolo.
"Ti stai immaginando tutto Harry" cercava di farsi coraggio, senza peraltro riuscire ad avanzare di un passo. Piton lo fissava con impazienza, non avrebbe tardato a farglielo notare.
-Ha intenzione di restare sulla porta ancora a lungo?- Chiese, infatti, alzando un sopracciglio con aria spocchiosa e guardandolo dall'altro in basso.
Solo la rabbia diede a Harry la forza di avanzare.
Lo spesso tappeto inghiottì il rumore dei suoi passi, tutto era silenzioso nella stanza, persino il fuocherello smunto che ardeva nel camino pareva non produrre il minimo suono. Solo il grosso orologio a pendolo, sul fondo della stanza, scandiva il tempo col suo ticchettio assordante. I battiti rimbombavano nella stanza, come i battiti di un enorme cuore. Harry li udiva farsi strada nel suo cervello riempiendolo di echi, voleva solo scappare via, andarsene e non tornare mai più. "Perché non si sbriga? È una tortura, vorrei solo che finisse" .
Piton invece sembrava intenzionato a prendersi tutto il suo tempo. Con una lentezza esasperante si alzò dalla sua sedia, le lunghe vesti fluttuanti si gonfiano dietro le sue spalle, sembravano quasi vive. Aggirò la scrivania e ci si fermò davanti, lo sguardo piantato sul suo volto le braccia incrociate in quel suo strano modo, con le mani infilate nella manica opposta, come nei film di Kung Fu che aveva visto di nascosto in televisione.
-Crede di riuscire a racimolare abbastanza di quel tanto decantato coraggio Grifondoro, da raggiungere questa sedia?- Chiese nuovamente il professore, la voce sempre più nasale, sempre più fastidiosa. Harry non aveva nessuna scelta, ma gli ci volle tutta la sua forza di volontà per non girare i tacchi e correre fuori dalla stanza.
Alla fine, in qualche modo, riuscì a raggiungere la sedia e a lasciarci scivolare sopra.

Piton era decisamente troppo vicino, anche se Harry si ostinava a fissarsi i piedi, lo avvertiva incombere su di lui con tutta la sua considerevole altezza. Un alto, lugubre pipistrello, fasciato nelle sue vesti nere.
Se fosse stato appena più spaventato di così se la sarebbe fatta sotto. "Devo stringere i denti... finirà presto e potrò andarmene da qui" cercò di figurarsi quello che avrebbe fatto non appena Piton lo avesse lasciato libero, tanto per provare a farsi coraggio.
Sarebbe tornato di corsa nella torre, avrebbe salutato i suoi amici e si sarebbe fatto raccontare quello che avevano fatto durante l'estate, poi si sarebbe inventato un paio di aneddoti divertenti, tanto per non far capire ai suoi amici quanto patetica e triste fosse stata la sua estate...
-Pensa di essere in grado di fare attenzione per qualche istante, signor Potter?- Harry saltò sulla sedia, era quasi riuscito a dimenticarsi della fastidiosa presenza del professore... quasi...
Poco convinto annuì e l'insegnante sbuffò irritato.
-È pretendere troppo, aspettarsi una risposta che implichi anche l'uso della voce? Oppure è troppo impegnativo per le sue limitate capacità?- Harry avrebbe preferito essere rinchiuso nelle segrete, appeso per le dita dei piedi, piuttosto che essere costretto a restare immobile a pochi pollici da Piton, si sentiva il suo sguardo carico d'odio addosso, gli gelava il sangue nelle vene. Tuttavia non poteva rifiutarsi di rispondere.
-Sì signore... cioè no...- Ok, aveva proprio perso la bussola, a quale domanda avrebbe dovuto rispondere per prima?
-Se questo è il meglio che può fare, signor Potter sarebbe meglio che tacesse- Commentò il professore sprezzante. Fu tentato di rispondergli per le rime, ma si morse la lingua "farò la figura dell'idiota ma almeno non devo più parlare con lui"
-Visto che, a quanto pare, non è stato affatto attento durante il discorso di benvenuto, sembra che dovrò essere io ad informarla della novità- Un tono di trionfo aleggiava nella voce del professore. Se non avesse saputo per certo che era impossibile, Harry avrebbe potuto giurare che Piton sembrava quasi contento.
"Che si sarà inventato stavolta? E magari ha davvero trovato il modo per farmi espellere". Quasi sorrise al pensiero, Piton poteva provarci quanto voleva, ma il professor Silente non avrebbe mai permesso che lo allontanasse dalla scuola.
-È con sincero appagamento che la informo, signor Potter, che dall'inizio di quest'anno scolastico, per volere del ministero, ad Hogwarts sono state reintrodotte le punizioni corporali e lei sarà il primo studente a beneficiare di tale istituzione- Lo informò il professore, con evidente soddisfazione. "Aspetta, cosa ha appena detto? Punizioni corporali?" L'ultima parola gli rigirava in testa come un loop. Voleva forse dire che il professore avrebbe potuto... non era possibile! Alzò sul viso dell'uomo un paio di verdissimi occhi terrorizzati e furenti.

-Lei non può!- Urlò, improvvisamente conscio di ciò che stava per succedere.
-Credo di averle testé spiegato che, in effetti, posso e lo farò- Rispose Piton con la massima calma -Nessuno può salvarla stavolta, Potter- Aggiunse con un ghigno malevolo che gli illuminava il volto.
-Se il professor Silente sapesse che...- Ma il professore non lo lasciò neppure finire.
-Il preside ne è ovviamente informato! Ho provveduto ad inviargli un messaggio non appena le ho assegnato la punizione. Se avesse trovato il modo di impedirlo, a quest'ora stia pur certo che sarebbe accorso in suo aiuto. Neppure il preside ha voce in capitolo- Piton terminò il suo discorso con un ghigno sprezzante. Il cervello di Harry funzionava ad una velocità allarmante, vagliando tutte le possibilità. Non poteva permettere che accadesse, doveva esserci in modo per evitarlo.
Sfortunatamente per lui, non riuscì ad escogitare proprio nulla, a parte la ribellione aperta, ed in quel caso... Allora sì che Piton avrebbe potuto espellerlo. A quanto pareva, alla fine, il pipistrello era riuscito a trovare un modo per farlo cacciare.
"Non te la darò vinta! Non riuscirai a sbattermi fuori" Se Piton aveva intenzione di picchiarlo... bene! Che lo facesse, lui non avrebbe opposto resistenza e l'uomo non avrebbe avuto la soddisfazione di vederlo lasciare il castello.
Poteva sopportarlo, non era la prima volta che veniva battuto, i Dursley non erano mai stati teneri in quel senso.

Non sarebbe stato peggio di quando lo faceva lo zio Vernon, con Dudley che lo guardava ridendo e prendendolo in giro.
Almeno qui era solo, non avrebbe dovuto sopportare il faccione gongolante di suo cugino che sembrava provare un piacere sadico nell'assistere alla sua umiliazione. Lo avrebbero saputo solamente lui e Piton. Non era necessario che nessun altro ne venisse a conoscenza, certo lui non l'avrebbe mai detto a nessuno.
Con gli occhi pieni di brucianti lacrime di rabbia incurvò le spalle, un involontario segno di resa. Doveva essere il gesto che stava aspettando perché Piton lo afferrò per un braccio costringendolo ad alzarsi. Harry non oppose resistenza.
"Userà il bastone? O la cinta? No, Piton è tipo da pagaia" quell'attrezzo, piatto e lungo, con il manico di legno, si fece largo nei suoi pensieri, avrebbe fatto un gran male.
Sforzandosi di non pensarci troppo, appoggiò le mani al bordo della scrivania del professore, piegando la schiena in avanti e sporgendo le natiche all'indietro, per offrirle ai colpi dell'arcano strumento. Per fortuna indossava ancora la veste, uno spesso strato di stoffa in più avrebbe contribuito a risparmiargli almeno un po' di dolore.
-Si levi la veste signor Potter, la posi sulla cattedra- Ordinò Piton, il tono non ammetteva repliche. "Ecco! Ti pareva che per una volta, poteva andarmi bene?" Si chiedeva Harry posando la lunga veste pesante, guardandola con un certo rimpianto. Fece per riprendere la posizione ma il professore, che si era seduto al suo posto, lo costrinse a voltarsi e, prima che Harry si rendesse conto di quello che stava succedendo, si trovò sdraiato a pancia sotto, di traverso, sulle ginocchia dell'uomo. Di fronte al suo viso, sulla parete, era sistemato un grosso specchio ed Harry poteva scorgere il professore che invece di procurarsi un qualche strumento, si rimboccava la manica sinistra fino a sopra al gomito "non vorrà... non vorrà sul serio usare le mani?" Lo strumento più umiliante che potesse figurarsi.
Quello era decisamente troppo! Non solo lo avrebbe picchiato, ma lo avrebbe fatto trattandolo come un bambino capriccioso. Era troppo! Non avrebbe sopportato anche quell'umiliazione! Cercò di rialzarsi, ma, per quanto ci provasse con tutte le sue forze Piton era troppo forte e lo tenne in quella posizione.
-La smetta di ribellarsi, Potter! Non capisce che è inutile? Succederà comunque, non può evitarlo- Quelle parole lo investirono come un fulmine. Sarebbe successo, sarebbe successo in qualunque caso, lui non aveva nessun modo di evitarlo, non gli restava nessuna scelta se non quella di obbedire. Una calma sovrumana si impossessò di Harry, sentì le mani bollenti del professore sulla sua schiena, una tra le scapole, l'altra all'altezza delle anche, che lo tenevano fermo, che gli impedivano la fuga, togliendogli ogni scelta e si sentì sereno, quasi al sicuro.
Il peso di ogni decisione gli era stato tolto dalle spalle e ora avrebbe solo dovuto obbedire. "Che mi succede? Non mi sono mai sentito così" stava per essere picchiato, Piton aveva tutta l'intenzione di fargli del male, ne era cosciente ma non poteva negare che, in quel momento, si sentiva leggero e in pace con se stesso. Sarebbe successo quello che doveva succedere e non sarebbe stata in alcun modo, una sua responsabilità. Lui non aveva alcuna possibilità di scelta. Qualcun altro aveva preso tutte le decisioni al posto suo, qualcun altro ne avrebbe affrontato le conseguenze. Era una sensazione fantastica, ed Harry non poté fare a meno di desiderare che durasse per sempre.
Con un gesto della bacchetta Piton duplicò il grosso specchio che Harry si trovava di fronte e posizionò il secondo oggetto alle sue spalle, in modo che riflettesse anche il suo sedere "Che vuole fare? Pensa che guardi mentre mi sculaccia?" Abbassò immediatamente il viso, ma l'uomo gli infilò una mano sotto il mento, costringendolo ad alzare lo sguardo.
Maledizione! Come faceva ad essere tanto forte? Le sue mani sembravano fatte di legno, tanto erano dure e calde. Harry provò nuovamente a ribellarsi, un tentativo piuttosto debole e poco convinto, tanto per tastare i propri limiti, ma ancora una volta l'uomo non gli permise alcun movimento.
Il ragazzo si rilassò, mentre la nuova, esaltante sensazione di essere in pace con se stesso si impadroniva nuovamente di lui. Piton attese che si rilassasse tra le sue mani, poi lo lasciò andare. Harry azzardò alzare lo sguardo sul viso del professore, Piton lo fissava con uno sguardo assorto, quei suoi occhi più scuri della notte, due pozze buie in cui perdersi, tanto erano profondi, lo incatenarono a sé ed Harry scoprì di non essere più in grado di abbassare lo sguardo.
"Mi ha colpito con qualche incantesimo? Qualcosa di non verbale?" No, lui in fondo lo sapeva, non era magia, era semplicemente il magnetismo di quell'uomo a tenerlo sotto controllo.
-Non hai ancora capito ragazzino? Non ti permetterò di sottrarti alla tua punizione, non ti risparmierò nulla, sarai costretto a guardare. Così, invece di perderti nei tuoi pensieri, riuscirai a stare attento- La voce baritonale del professore gli fece vibrare tutto il corpo, come era possibile che non si fosse mai accorto prima di quanto fosse profonda e rilassante? Almeno se non faceva troppo caso quello che diceva... ma in quel momento Harry non era proprio in grado di prestare attenzione alle velate offese che l'uomo di rivolgeva.
Si sentiva estraniato, come se tutto quello non stesse veramente succedendo a lui. Piton lo guardò fisso in volto, e aumentò la pressione sulla sua schiena, mentre agitava la bacchetta. Con orrore Harry sentì la cintura dei pantaloni aprirsi e i pantaloni scivolargli lungo le gambe e ammonticchiarsi attorno alle sue caviglie.
Nello specchio occhieggiarono le sue mutande bianche. Erano di quelle dozzinali, piuttosto vecchie ed un po' ingrigite dall'uso, con l'elastico molle e rammendato alla meno peggio in alcuni punti, per fortuna, erano almeno pulite.
Harry arrossì imbarazzato, ma stavolta non si mosse
-Vedo che c'è almeno qualche speranza che possa imparare qualcosa... con i dovuti metodi.- Commento l'uomo, sembrava soddisfatto. Una calda sensazione gli rilassò le membra, aveva fatto qualcosa di giusto e Piton era contento di lui. Fu allora che se ne rese conto. Lui voleva compiacerlo, voleva che fosse fiero di lui.

Non capiva fino in fondo cosa gli stesse succedendo, quale demone si fosse impossessato di lui, quale maledizione lo costringesse a trovare tutti quegli sconvolgenti sentimenti mai provati prima, ma non gliene importava più, voleva solo essere messo ancora alla prova, dimostrare all'uomo che poteva essere ubbidiente proprio come lui desiderava. Piton non gli toglieva gli occhi di dosso ed Harry, per quanto gli costasse, era più che deciso a continuare a contraccambiare lo sguardo.
Le emozioni che vedeva turbinare in quegli occhi, che non erano più due pozzi scuri e senza vita, lo lasciavano senza fiato, incatenandolo, quasi in maniera ipnotica. Non abbassò lo sguardo neppure quando Piton agganciò l'elastico sfatto delle sue mutande e le abbassò con un solo gesto, fino quasi a metà coscia.
Harry era sicuro che sarebbe andato a fuoco. Il suo sedere nudo era lì, davanti a lui nello specchio completamente esposto. Le gambe, divaricate, lasciavano intravedere una piccola porzione di pelle scura dello scroto, che contrastava visibilmente con il pallone delle sue terga, ma Harry non aveva neppure il coraggio di chiuderle, per sottrarsi alla vista.

Ora Piton non lo fissava più negli occhi ma scrutava il suo fondoschiena nudo, le natiche sode che sporgevano alte ed impertinenti, e il suo sguardo era qualcosa di impossibile da descrivere tanta era l'intensità. Anche se si sentiva morire dall'imbarazzo, provò a incurvare maggiormente la schiena e le sue natiche saltarono ancora più in alto. Il professore alzò un sopracciglio ed Harry si sentì colmare di una calda ed esaltante soddisfazione, era riuscito a catturare la sua attenzione. Ma le mutande, quelle maledette, gli si erano incastrate nella coscia, o poco più sotto, l'elastico, pur molle e sfatto, gli aveva giocato un bello scherzo. Gli si era agganciato al pene che, anche se era a riposo, comunque sporgeva quel tanto che bastava a bloccare l'indumento in una posizione scomoda. Se solo Piton le avesse abbassate di un altro paio di pollici... il professore, invece, sembrava intenzionato a seguire un'altra via. Con le dita flessuose, accarezzò il fianco di Harry, infilandosi sotto il suo addome. Indugiò per un attimo tra i ricci sul suo pube, come per dargli il tempo di protestare, il ragazzo si sentì arrossire fino alle orecchie, ma non si mosse.
Ormai era convinto che non ci fosse più una goccia di sangue nel suo corpo, gli era affluito tutto in faccia. Ma si rese conto che non era così quando sentì la mano del professore sfiorargli leggera il sesso, abbassando l'indumento ribelle. L'avvertì distintamente scorrere lenta lungo tutta la sua lunghezza.
Ringraziò il cielo di essere riuscito a non reagire... anche se il suo pisello cominciava ad ingrossarsi non aveva ancora iniziato diventare duro.
Come avrebbe reagito il professore? Ne sarebbe stato contento? Gli avrebbe fatto schifo? Harry già si vedeva, in ginocchio sul pavimento, il sesso duro e dritto fra le gambe e Piton di fronte a lui che lo fissava con disgusto urlandogli ogni genere di insulto. No, era decisamente il caso di tenere sotto controllo certe reazioni.
Il professore gli aveva abbassato le biancheria fino alle ginocchia e la sua mano era poi risalita lungo la parte interna della coscia, fino all'inguine e, per poi proseguire la sua strada fino alle natiche. Harry sentiva la pelle innaturalmente calda dove era stata toccata dal professore.
La mano si allontanò di qualche centimetro ed Harry sentì freddo, avvertì una spiacevole sensazione all'addome, come si sentisse... abbandonato. Sospirò angosciato, senza avere il coraggio di fare altro.
Allora arrivò il primo colpo.
Fu come essere colpiti da un fulmine. Harry si trovò sotto shock a boccheggiare come un pesce. Cos'era quel tremore languido che gli scorreva sottopelle? Come piccole scariche elettriche che gli correvano lungo le terminazioni nervose accendendo il suo corpo.
Era esattamente a quel modo che si sentiva: come se per tutta la sua vita fosse stato spento e ora si sentiva vivo davvero, per la prima volta, tra le braccia di quell'uomo che gli stava facendo provare tutte quelle sensazioni perverse e proibite. E non aveva neppure ancora sentito dolore! "Più forte" Pensò, sorprendendo anche se stesso.
Il secondo colpo fu perfetto. Quel pizzico di dolore rendeva tutto più reale, persino più piacevole.
Ogni colpo lo sentiva sempre più in profondità e lo faceva scattare in avanti, un riflesso incondizionato che non riusciva a tenere sotto controllo, ma subito si spingeva nuovamente indietro, arcuando la schiena per offrirsi ai colpi.
Piton sembrava non avere fretta, faceva passare diversi secondi fra un colpo e l'altro lasciava che arrivasse a desiderarlo. L'attesa era frustrante, ma amplificava il piacere, facendolo giungere a vette sempre più elevate.
Il ragazzo aveva abbandonato quasi all'istante il proposito di non mostrare reazioni... nelle parti basse, la sorpresa era stata tanto inaspettata che si era trovato duro senza neanche accorgersene.
L'uccello dritto e teso rimbalzava ad ogni nuova sculacciata e la punta sensibile fregava quasi dolorosamente sulla gamba calda e solida dell'alchimista. "Ci sarà qualcosa in quest'uomo che non sembri forgiato nella pietra?" Tutto il corpo del professore, almeno le parti con cui era a contatto, era caldo e duro come l'acciaio. Ormai doveva lottare contro se stesso per non infilarsi le mani tra le gambe e masturbarsi come non ci fosse un domani e tanti saluti a tutto il resto. Non c'era più nulla che avesse importanza tranne il suo sedere sempre più rosso e quel delizioso tormento tra le gambe. Voleva venire e voleva che durasse all'infinito. Un lungo orgasmo senza fine che lo avrebbe lasciato vuoto, prosciugato e appagato.
Gemeva senza pudore ad ogni colpo, ricorrendo il proprio orgasmo ed alla fine, quando arrivò, ad Harry non restò che cavalcarlo.
Piton lo tenne immobile fino a quando non fu tutto finito, senza fare nient'altro, lo fissò per tutto il tempo fra le gambe, godendosi lo spettacolo delle gocce candide di seme che scivolavano lungo la sua veste poi, senza dargli il tempo di riprendersi, lo tirò in piedi e gli si parò di fronte, guardandolo dall'alto in basso.

Harry era un disastro, il viso arrossato, i capelli più incasinati che mai, gli occhi accesi di desiderio e il cazzo ancora duro che spuntava da sotto la camicia, sembrava dotato di una sua volontà, perché si contraeva praticamente da solo spremendo fuori le ultime gocce lattiginose che gli colavano lungo l'asta.
Piton non commentò, ma si limitò a dirgli.
-Ora, signor Potter, può scusarsi per il suo comportamento... delle scuse sincere!- Precisò, aggrottando le sopracciglia -E la cosa finirà qui. In caso contrario, temo che la sua punizione dovrà portarsi, almeno fino a quando non deciderà di modificare sensibilmente il suo comportamento- Concluse, ergendosi in tutta la sua considerevole altezza.
Harry non riusciva a trovare le sue mutande.
"Dove diavolo le avrà fatte finire? Non mi ero neppure accorto che me le avesse le sfilate dalle gambe... ah! Eccole, erano dentro i jeans!" Realizzo, iniziando a rivestirsi.
-Potter! Ha compreso le mie parole?- Lo redarguì il professore ad alta voce.
-Ho compreso... ho compreso perfettamente- Rispose, in tono pacato, in tutta la sua vita non si era mai sentito tanto beatamente sfinito, avrebbe dormito come un bambino tutta la notte.
-E non ha nulla da dirmi?- Domandò il professore, sempre più stupito. Ma cosa aveva? Non l'aveva vista la chiazza di sperma sui vestiti? Cosa pensava che significasse?
-No signore, proprio nulla... No aspetti, una cosa da dirle ce l'ho. Buonanotte e... grazie- E, senza dar modo all'uomo di rispondere, uscì dalla porta chiudendosela dietro le spalle. Sorrise allontanandosi "Domani arriverò alle 8 anziché alle 9:30" e già un senso d'anticipazione gli gonfiava il petto.

 

   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Serina Noy