Non fece in tempo ad appoggiare il suo pugno che la porta si aprì.
Cristopher era tornato dietro la sua scrivania e stava riordinando dei fascicoli, entrò e si chiuse dietro la porta.
-Cristopher dimmi-
Rimase in silenzio
-ok so di aver esagerato ma hai detto quella cosa, dopo giorni di...-
-Per te sono il Capitano Adams-
-Ah-
-Ed esigo che tu mi porti rispetto, soprattutto davanti ai miei ufficiali-
-ora la metti così? Anche qualche notte fa eri il Capitano Adams? Quando eri nel mio letto?-
-Riley-
-per te infermiera king-
Aveva detto di essere brava a fare i capricci.
Adams si alzò da dietro la scrivania, la sua figura era imponente rispetto a quella di Riley e la sovrastò in pochi passi
-smettila di fare la ragazzina, non tollero che tu ti comporti così davanti ai miei ufficiali-
-Invece tu? Posso ammettere di aver sbagliato la forma, ma sai bene che non hai il diritto di dirmi dove posso andare o cosa posso fare-
-Tu dici?
-Si caro Capitano, io e te non siamo niente e lo hai messo in chiaro questi giorni-
-Cosa ho fatto in questi giorni non sono affari tuoi-
-infatti non te l'ho chiesto e già che ci siamo nemmeno quello che faccio io fuori da qui sono affari tuoi-
Mentre lui stava per aggiungere altro, lei prese la porta e uscì dall'ufficio dirigendosi verso la sua camera.
Sbattè la porta, era infuriata.
Mandò un messaggio alla madre per sapere come stesse e poi si cambiò.
Prese uno dei pochi vestiti che aveva portato con sé da Seattle, era nero, con scollo a cuore e corpetto trasparente ma soprattutto era pericolosamente corto.
Mise un paio di Sandali alla schiava, si truccò facendo risaltare il marrone dei suoi occhi e lasciò i capelli mossi e liberi.
"Se ti senti ferito vai a farti consolare da Annie, stronzo!"
Aveva abbassato le sue difese, si era invaghita del Capitano e adesso era rimasta ferita dalle parole dette ma soprattutto da quelle non dette.
Ora voleva uscire, andare a svagarsi e provocare un'ulcera a Cristopher.
Raggiunse l'entrata della base dove trovò gli altri ufficiali, fischi e complimenti la accolsero.
-infermiera Riley, credo che stasera dovrà curarmi il cuore-
Le disse un soldato facendola ridere
Si avvicinò alle donne, era la prima volta che le vedeva senza la divisa e sembravano quasi umane.
Iniziarono i convenevoli e poi quando arrivarono tutti, salirono sulla navetta.
All'appello mancava Adams ma non sapeva se era il caso di chiedere di lui, la curiosità fu più forte e si rivolse ad una delle soldatesse
-Il Capitano non viene?-
Sperava che non leggesse la speranza nel suo tono di voce
"Stupida me" pensò, tirandosi una botta immaginaria sulla fronte.
-Si, ci ha detto che sarebbe venuto ma ci raggiungerà con la sua macchina-
-ah ok-
"Non è alla sua altezza la navetta? Oppure così ha una scusa per raggiungere Dottoressa Satana?"
Mentre la sua testa farneticava ipotesi assurde la soldatessa riprese a parlare con lei?
-Cosa è successo nel suo ufficio?-
Panico, respira e menti!
- ma niente, mi sono presa una bella ramanzina-
- So che può essere difficile, adattarsi alle regole del campo, soprattutto al Capitano Adams-
- Molto-
La guardò con gratitudine, da quando era arrivata alla base, la soldatessa Moore fu la prima a mostrarle un po' di umanità, esclusa Patricia ovviamente
-tu è molto che ne fai parte?
-Mi sono arruolata due anni fa, ma ho sempre fatto parte di questo mondo, mio padre e mio fratello sono nei marines-
- posso chiederti perché proprio i neavy seals?-
- ti potrei rispondere perché no nei neavy seals? Mio padre voleva che entrassi nei Marines, ma invece io volevo qualcosa di più, ho scelto il reparto più duro ma è il migliore-
-Tu? Perché hai scelto di fare l'infermiera?-
In pochi le avevano fatto quella domanda e aveva sempre ringraziato per la cosa, non le piaceva mettersi a nudo ma la ragazza davanti a lei le stava simpatica e sentiva di potersi fidare
- era semplicemente la strada giusta per me- prese un respiro e continuò - fin da piccola mi sono presa io cura delle ferite che mi causava il mio patrigno e così alla fine del liceo ho scelto la scuola da infermiera per evitare che qualcun'altra dovesse curarsi le ferite da sola. Non ho mai detto a nessuno questo e...-
- tranquilla, rimarrà con me. Però ho una domanda, il tuo patrigno?-
- è a casa con mia madre, non riesce a lasciarlo-
- capisco, sappi che per qualsiasi cosa hai un reparto intero di neavy seals pronto ad intervenire e no, non ci andiamo giù leggeri, basta solo una parola Riley e andiamo a Seattle a sistemare quel bastardo-
La guardò negli occhi e le strinse la mano -grazie-
Era doppiamente felice, si era trovata una nuova amica.
-Signore, la carrozza è arrivata, pronte a sbronzarvi?-
-certooo- urlarono in coro e scesero dalla navetta.
Davanti all'entrata del pub vide Cristopher, era semplicemente mozzafiato e anche a distanza si poteva percepire il potere che emanava.
Prima che riuscisse ad entrare lui la afferrò per un braccio
-balla con qualcuno che non sia io e gli spezzo le gambe-
Non fece in tempo a reagire che venne trascinata dentro dagli ufficiali. Un'ondata di calore le attraversò il corpo, lasciando tracce di eccitazione tra le sue gambe.
Si diresse al bar dove prese una birra e cercò la causa del suo stordimento tra la folla.