Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
Segui la storia  |       
Autore: Matixa    11/09/2023    1 recensioni
‘Siamo sotto attacco!’
Gridò con quanto più fiato avesse in corpo deviando un paio di palle di cannone in mare mentre constatava che i suoi compagni erano già in posizione di difesa/attacco.
Pochi attimi e si ritrovarono circondati.
Dieci minuti e lo scontro li vedeva affannati intenti a respingere i tentativi di arrembaggio delle decine di navi che li avevano stretti in una morsa che impediva loro di scappare ricorrendo al coup de burst.
Dodici minuti e all’orizzonte apparvero decine di navi della marina in velocissimo avvicinamento.
Diciotto minuti e queste li raggiunsero proprio quando le navi nemiche stavano per allontanarsi e lasciarli in pace, proprio quando una sagoma nera, posizionatasi alle spalle di Nami la assalì di sorpresa posandole un tovagliolo sopra il naso, svanendo subito ancor prima che i loro neuroni potessero elaborare l’accaduto.
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Mugiwara
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 C2

 

 

Uno scossone improvviso la destò dal sonno nel quale era piombata sfinita e lentamente Nami si mise in piedi.

L’alba la salutò con le mille sfumature dei suoi colori dorati. Faceva caldo e si accorse con stupore che adesso la nave navigava in acque placide e brillanti, direzione sud ovest a quanto poteva appurare. Non vedeva isole in lontananza ma solo l’immenso blu del mare calmo e non aveva idea di dove si trovasse.

 

Lasciò cadere a terra il drappo di stoffa che aveva usato per scaldarsi e scese tre gradini arrivando sul ponte. Si muoveva lentamente cercando di capire se c’era qualcun altro su quella grande nave ma esattamente come la notte appena trascorsa sembrava non esserci nessuno. L’aveva perlustrata in lungo e in largo non trovando nemmeno più traccia del simpaticone che l’aveva rapita, sparito chissà dove.

Un brontolio allo stomaco le ricordò che aveva fame. Una fame da lupi.

Fece perciò la cosa più sensata ed aprì la porta di quello che la sera prima aveva scoperto essere il refettorio.

Era pulito silenzioso e fresco. Delle decine di posti disponibili ce n’era preparato solamente uno. Due pezzi di pane, della frutta quello che sembrava essere latte e dei succhi si stagliavano dentro un vassoietto. Alcune posate e dei tovaglioli.

 

Almeno mi danno da mangiare …

 

Non le venne minimamente il dubbio che potesse essere cibo avvelenato perché non avrebbe avuto alcun senso. Mangiò sul ponte cercando di capire che tipo di vento fosse la corrente tiepida che soffiava da nord gonfiando le vele ma scoprì con immenso disappunto che non lo sapeva.

Finì di bere il succo di ananas posando il bicchiere sul vassoi rimpiangendo gli ottimi spuntini che Sanji le preparava sempre con attenzione facendola sentire coccolata e apprezzata. Lì invece era nessuno che mangiava del cibo preparato da nessuno per nessuno.

 

Doveva trovare il modo di andarsene.

Ma come? Non aveva scorto nessuna scialuppa nel suo giro di ispezione e su quella dannata nave non sembrava nemmeno esserci un dannatissimo timone, una sala con le carte di navigazione e la rotta tracciata, niente. Oltre che nessuno non c’era niente!

 

‘Su su non agitarti micetta che è tutto a posto, fra poco raggiungeremo la nostra meta e ci saluteremo, non sei contenta?’

 

Scattando verso di lui gli si avvicinò prendendolo per il bavero della giacca sgualcita che indossava.

 

‘Ti sembro contenta? Mi dici dove diavolo ci troviamo? Perché mi hai portata via, chi sei e cosa -’

 

Con uno schiaffo ben piazzato sulla guancia la mandò a terra.

 

‘Non ci siamo capiti gattina … se tu fai la brava io faccio il bravo, se cominci a graffiare graffio anche io …’

 

Attonita Nami rimase immobile a fissare il pavimento tremante.

 

‘Stattene lì buona’ il pirata la guardò con sufficienza prima di allontanarsi verso la cambusa.

 

 

……………………….

 

 

Cosa diavolo stavano facendo?

Erano in una fase di stallo, immobili e impotenti; non sapevano come agire, dove dirigersi, a chi chiedere informazioni a chi …

 

‘Yaaaaaaaaaaaaaargh!!!’

 

Rufy era diventato ingestibile, Zoro lo seguiva a ruota e Sanji che aveva cercato in tutte le maniere di tenerli calmi stava incominciando a perdere la pazienza.

Robin si sentiva impotente. Non aveva idea di come andare avanti, che mossa fare cosa …

 

‘Ragazzi laggiù c’è qualcosa …’

 

Usopp in alto sul Crow Nest indicò alla loro destra dove in lontananza una colonna di fumo nero si levava in cielo, vi si diressero e notarono alcune navi che stavano affondando, reduci da uno scontro probabilmente.

 

Sanji schiuse gli occhi. Ne riconosceva due, erano servite a creare il diversivo per distrarli mentre Nami veniva portata via.

Non ci fu bisogno di impartire ordine alcuno, Franky sguainò un arpione dal fianco della Sunny e lo lanciò con precisione millimetrica facendolo esplodere in una rete metallica che acchiappò quanto più materiale possibile impedendo alle chiglie devastate di affondare ulteriormente.

Una volta assicurato il tutto al fianco della Sunny partì l’esplorazione e, non trovando alcun superstite a bordo i mugiwara capirono una cosa.

 

Erano state affondate volontariamente. Non servivano più. Tuttavia Robin riuscì a trovare qualcosa di interessante. Un plico di scartoffie non del tutto bagnate e abiti buttati a casaccio, spade scheggiate e logore, pistole ossidate, spille arpioni e orecchini che diedero sommariamente un paio di risposte alle loro mille domande.

 

Robin gettò a terra un orecchino con sprezzo. Era finto.

 

‘Non si trattava di pirati, ma mercenari …’

‘Che intendi?’

Zoro si era fatto attento e la sua voce tradiva malumore.

 

‘Queste navi erano già messe male di loro, rappezzate alla bene meglio per durare il più a lungo possibile, non vi sono segni di scontro i cannoni puntano al fondo della loro stessa chiglia, sono di bassa potenza, tutta scena diciamo, ma in grado di infierire danni importanti sulla breve distanza …’

‘Se con questo intendi il pavimento della loro stessa rimessa ti do ragione Nico Robin …’

 

Franky calcolò le traiettorie dalla posizione in cui si trovavano i mortai e diede ragione alla teoria dell’archeologa.

 

‘Intuivamo già che l’agguato fosse stato messo a punto per rapire Nami, adesso ne abbiamo la certezza; una cosa nuova ed importante è sapere che si tratta di mercenari però …’

‘Come possiamo esserne sicuri?’

 

Chopper chiese ingenuamente e nonostante Robin stesse per rispondergli fu Rufy a dargli la risposta giusta.

 

‘Per un pirata la propria nave fa parte della ciurma, è preziosa quanto se non più di un capitano, un navigatore un primo ufficiale un cuoco un dottore un musicista ... ’ e mentre parlava la mente di quasi tutti i presenti volò all’addio dato alla Merry quasi tre anni addietro. ‘Non esiste quindi che un capitano l’abbandoni così …’

 

Rufy rimase in silenzio per alcuni istanti osservando con rabbia quei relitti galleggianti.

 

‘Liberale Franky, e da loro fuoco …’

 

Ci avrebbe pensato lui a dare a quelle navi un degno funerale. Anche se gli erano state nemiche.

 

E mentre la Sunny procedeva lungo la rotta designata da Nami e alle spalle l’incendio divorava i relitti rendendoli effimere particelle di cenere, il capitano di nuovo parlò.

 

‘Perché dici che è un bene sapere che si tratta di mercenari?’

 

Sorridendo Robin si affrettò a rispondere.

 

‘Perché un mercenario lavora sempre per conto di qualcuno.’

‘Troviamo quel qualcuno, e troveremo la nostra Nami …’

 

Aggiunse Sanji accendendosi l’immancabile sigaretta.

 

‘E facciamo loro passar la voglia di mettersi in rogne con noi’

 

Concluse Zoro mostrando finalmente un sorriso.

 

 

………………………….

 

 

 

 

Dopo aver passato tutta la mattinata a cercare di capire cosa diavolo le stesse succedendo e perché Nami decise che era ora di agire.

Dall’idea che si era fatta doveva trovarsi a centinaia di miglia di distanza dalla posizione dov’era stata catturata quindi rimanere ferma in attesa dei suoi compagni era fuori discussione.

Adesso come adesso non poteva stabilire dove si trovasse quindi la priorità era trovare un modo per andarsene nascondersi e capire la propria posizione.

Quella dannata imbarcazione sembrava costituita da un unico pezzo di legno intagliato. Non c’erano i fori del timone, le vele svettavano da un pennone che sembrava fuoriuscire naturalmente dal ponte, non c’era la stiva, cabine nemmeno, insomma, quella nave era un mistero.

Anche il simpaticone una volta uscito dalla sua visuale spariva totalmente e non era stata capace di trovarlo da nessuna parte. E si che non era poi così grande quella dannata bagnarola.

 

Sbuffando e gonfiando le guance accigliata rientrò dalla balaustra a poppa dopo aver constatato che si, il timone c’era sicuramente visto che ne vedeva la pala immersa quindi non le restava che trovarlo.

Stava tastando il pavimento con una nocca per sentire eventuali rumori sordi quando un’ombra saettò sopra la sua testa.

Un gabbiano...

Volse lo sguardo a est e la vide.

 

Terra.

 

A una, due ore al massimo di navigazione mantenendo rotta e velocità attuali col vento favorevole, troppo distante da raggiungere a nuoto. Sembrava che non fossero diretti là visto che d’improvviso l’imbarcazione virò a tribordo. Poteva vedere davanti ai suoi occhi distendersi una nuova rotta come sottil e linea tratteggiata che scivolava sulla superficie del mare saettando fra gli scogli che adesso emergevano al largo dell’isoletta che nulla sembrava se non secco sperone di roccia simile ad un dente che spuntava dal mare con radici sottili e fragili per diventare massiccio molare in alto a circa 50 - 100 m di altezza …

 

Venimmo scaraventati in cima ad uno sputo di roccia perso nel mare settentrionale, rimanemmo lì, in balia degli elementi per 85 giorni …’

 

Le tornarono in mente le parole di Sanji quando una sera le raccontò di come avesse incontrato Zeff, di come fossero finiti entrambi su quello scoglio così dannatamente simile a quello che si trovava di fronte che sarebbe potuta scoppiare a piangere se si fosse rivelato lo stesso. Ma come poteva esserne sicura? Al mondo c’erano molte isole che si assomigliavano nella forma, venti acqua ed eventi climatici erano i medesimi su tutto il mondo potevano benissimo esserci isole ‘gemelle’ anche agli antipodi del mare quindi non doveva sperarci troppo …

 

……

 

 

Quando venimmo salvati … mentre ci allontanavamo ricordo che osservai il profilo di quella prigione di granito, la accostammo per un po' mentre si ritornava sulla rotta prestabilita. Eravamo neanche a mezza giornata dall’arcipelago più vicino.’

Che dici? Vi avrebbero dovuto trovare prima se così fosse stato com’è …’

 

Sanji si rilassò e la guardò tossendo una risata melanconica.

 

Sei un navigatore Nami di alterazioni meteorologiche ne dovresti sapere più di me …’

Non dirmi che … Fake Mirror?’

 

Lui annuì espirando l’ultima boccata di fumo dandole ragione. Quel fenomeno era infido e raro e … infido.

In genere durava pochi giorni, una settimana al massimo ma se si creavano le giuste condizioni poteva resistere anche per mesi, anni volendo … come diavolo erano sopravvissuti ad un Fake Mirror? Era come vivere dentro uno specchio, tu vedevi ciò che ti circondava a 360° ma chi era lontano se guardava nella tua direzione da certe angolazioni, vedeva solamente un’estensione di ciò che lo specchio ingannatore rifletteva …

 

Il bottino di Zef, credendolo cibo svuotai il sacco e io tesoro rimase esposto al sole. Fu il riverbero del sole ad attirare la nave che ci salvò.’

Non vi aveva sfamati, però vi ha salvati …’

 

..

 

Appoggiò il viso contro una mano portandosi le ginocchia al petto osservando distratta quel faraglione mentre in testa finiva di svolgersi la memoria che aveva appena ricordato.

Si trovò a pensare che da bambino Sanji ne avesse passate davvero di cotte e di crude; 85 giorni su di uno spuntone di roccia con niente da mangiare e nessuno che ti possa aiutare doveva esser stata un’esperienza terribile … scoprire che la salvezza era sempre stata praticamente dietro l’angolo una beffa assurda …

 

La porta della cambusa si aprì alle sue spalle e lenti passi echeggiarono sul ponte, Nami levò lo sguardo al cielo. Era mezzogiorno.

Il suo amico era tornato.

 

‘Dove sei micetta?’

 

Lo osservò in silenzio guardarsi intorno e cercarla, non che ci fossero molti posti dove nascondersi e non che lei volesse di fatto nascondersi, solamente non voleva avere niente a che fare con lui.

Schiuse gli occhi ricordando lo schiaffo che le aveva dato e le sue dita strinsero inconsciamente il suo clima tact.

La voglia di colpirlo con un bel thunder bolt era smisurata ma l’avrebbe beccata subito, c’era il sole, nessuna nube e per crearle aveva bisogno di tempo inoltre una volta messo al tappeto, sempre che ci fosse riuscita, cosa avrebbe fatto? Non sapeva governare quella nave non sapeva dov’era e non … una mano le sfiorò la spalla.

 

‘Cucù …’

‘Kyah!’

 

Si era distratta e lui l’aveva raggiunta alle spalle facendola trasalire e quasi cadere dalla cassa sulla quale si era seduta a pensare.

 

‘Visto qualcosa di interessante?’

 

Rimettendosi in piedi cercò di capire che faccia avesse quel dannato pirata. Per tutti quei due giorni che erano stati assieme l’aveva sempre tenuta nascosta sotto ad un pesante cappuccio nero, persino il collo era protetto da una sciarpa, e il torso da un giaccone spesso e lungo. Quell’uomo era un mistero assurdo. Innocuo se se ne stava buona, feroce appena lei cominciava ad alterarsi.

 

‘Seguimi, è pronto il pranzo ...’

 

Lo seguì in silenzio volgendo un’ultima occhiata alle proprie spalle.

 

 

 

 

 

 

If not for you …. I wouldn't even put myself together

 

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio! / Vai alla pagina dell'autore: Matixa