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Autore: Matixa    08/09/2023    0 recensioni
‘Siamo sotto attacco!’
Gridò con quanto più fiato avesse in corpo deviando un paio di palle di cannone in mare mentre constatava che i suoi compagni erano già in posizione di difesa/attacco.
Pochi attimi e si ritrovarono circondati.
Dieci minuti e lo scontro li vedeva affannati intenti a respingere i tentativi di arrembaggio delle decine di navi che li avevano stretti in una morsa che impediva loro di scappare ricorrendo al coup de burst.
Dodici minuti e all’orizzonte apparvero decine di navi della marina in velocissimo avvicinamento.
Diciotto minuti e queste li raggiunsero proprio quando le navi nemiche stavano per allontanarsi e lasciarli in pace, proprio quando una sagoma nera, posizionatasi alle spalle di Nami la assalì di sorpresa posandole un tovagliolo sopra il naso, svanendo subito ancor prima che i loro neuroni potessero elaborare l’accaduto.
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Mugiwara
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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 Echi di cannonate, clangore di spade, richiami insistenti e grida, grida disumane di rabbiosa ira. Tutto si stava facendo più lontano e silenzioso.

Nami chiuse gli occhi; era furiosa. Furiosa con i marine, furiosa con i pirati ma sopratutto furiosa con sé stessa per essersi fatta catturare come una sciocca, per aver abbassato la guardia, per aver permesso che-

 

‘Dannazione!’ prese a pugni il pavimento di legno della cella in cui si trovava.

 

‘Non fare quella faccia gattina, sai benissimo che prima o poi sarebbe successo.’

 

Mordendosi il labbro espirò forte dalle narici tutto il suo nervosismo ricacciando indietro le lacrime guardando con disprezzo il maledetto pirata che si stava facendo burla di lei. Da dentro la sua gabbia, legata con catene rinforzate e intrise di agalmatolite soffiava e si dimenava proprio come un gatto in trappola, feroce e incazzato.

Questi ridendo appena guardò fuori dall’oblò scivolando via dal suo sguardo di fuoco come niente.

 

‘La più debole fra tutti e al contempo la più utile … sarà interessante vedere quanto dureranno i tuoi amici pirati senza di te …’

‘Con chi credi di avere a che fare? Non sono degli sprovveduti se la sapranno cavare alla grande, con o senza di me …’

‘Sono certo che un paio di nozioni su come muoversi in mare tu gliele abbia spiegate, dopotutto dubito siate così sciocchi da non aver mai preso in considerazione quest’evenienza ma ’ - annuì in direzione del cielo - ‘ … fra poco farà buio e come ben sai vicino alla costa il tempo è mutevole, imprevedibile; è stagione di monsoni e i fondali pullulano di scogli sommersi possenti e acuminati che non avranno alcun problema a infilzare squarciare e affondare il vostro enorme galeone ...’

 

La guardò per un momento schiudendo gli occhi indeciso se scoccare o meno il colpo finale.

 

‘… e presto verranno i giorni del massive wild meet …’

 

a quelle parole, aggiunte con un tono leggero e scherzoso, il viso di Nami sbiancò.

 

Compiaciuto della sua reazione il primo ufficiale dei pirati, quello che l’aveva aggredita alle spalle, narcotizzata e portata via, si allontanò dall’oblò e così anche lei poté rendersi conto di una cosa.

Erano in mare aperto lontanissimi dalle coste dov’era stata catturata e di conseguenza lontanissima dalla portata del potere dei frutti di Robin e Brook nei quali confidava per essere trovata. Come diavolo avevano fatto ad allontanarsi così velocemente?

Non sfuggì al pirata la sua espressione sbigottita.

 

‘Non siete gli unici ad avere ottimi scienziati a bordo, non siete i soli a conoscere tecnologie all’avanguardia a credervi i più furbi e imbattibili …’

 

Uscì lasciandola sola e attonita con lo sguardo perso nel vuoto sul volo di un gabbiano che levandosi dal ponte prese slancio sull’oceano totalmente disinteressato da ciò che succedeva a decine di metri sotto le sue ali dove una flotta di navi pirata e della marina sparpagliandosi a raggiera stava allontanandosi dal centro della battaglia dove la Sunny si stava difendendo egregiamente dal doppio fuoco nemico e dove i pirati di cappello di paglia a tutto pensavano in quel momento tranne che a contrattaccare perché la loro priorità in quel momento era solamente una.

 

Trovare Nami.

 

Ma erano stati furbi i pirati che li avevano presi di mira; erano stati in grado di attirare un’intera divisione della marina in modo che arrivasse a scontro iniziato per poi darsi alla macchia lasciando a Rufy e ai suoi il problema di sfuggire al governo. Una volta prelevata Nami dal ponte con una manovra diversiva e ancor prima che i mugiwara potessero rendersi conto di quel che era successo si erano divisi imbarcandosi su decine di navi diverse senza dare modo a nessuno di capire su quale stessero portando lei dopodiché mentre alcune attaccavano con potenti cannonate altre sgusciavano via lasciando i pirati interdetti e incapaci di organizzare la benché minima controffensiva.

 

‘Nami NAMIIII NAMIIIIIIIIIIIIIIII!!!’

 

Il viso di Rufy era sfigurato dalla rabbia, i suoi pugni colpivano alla cieca paratie, chiglie e alberi maestri stracciando vele e sartie, perforavano la protezione di acciaio spaccavano cambuse contrappesi sfasciando scialuppe e galleggianti.

 

Ma non bastava.

 

Nami non rispondeva.

 

E i suoi occhi nulla vedevano se non l’espressione di lei, stupita e impaurita appena un attimo prima d’esser tramortita e portata via. Portata via da un posto sicuro dal quale non avrebbe mai potuto pensare di ... se solo le avesse dato retta!

 

‘RUFY!’

 

La voce di Sanji, tagliente più delle katane di Zoro e intrisa di un tono rabbioso lo richiama indietro dalla furia nel quale è scivolato esortandolo a tornare in sé.

Spaccare tutto non è necessario, perdere tempo ancora meno.

 

‘Rufy!’

 

Anche Robin lo raggiunge, ha con sé qualcosa di arrotolato nella mano.

 

Dà quindi l’ordine a Franky di allontanarsi verso il mare aperto, espira ed inspira mille volte ad occhi chiusi per calmarsi e raggiunge poi, nell’esatto momento in cui la chiglia della Sunny tocca nuovamente il mare rimbalzando sulla superficie più e più volte, il ponte principale dove tutti lo stanno aspettando.

Zoro ha un demone per capello e se ne sta appoggiato all’albero maestro, Usopp trema di rabbia ancora incredulo per ciò che è accaduto, Chopper trasformato fuma dall’ira e dallo sconforto, Brook è appena rientrato in sé dopo aver cercato per l’ennesima volta qualche indizio su dove possa essere stata portata la loro amica, Franky scruta il mare immobile con occhi rossi di collera e Robin attende la sua attenzione prima di parlare.

 

‘Era una trappola, fin dall’inizio …’

‘Che vuoi dire Robin?’

 

Sanji sbuffa il fumo dall’ennesima sigaretta, non ha il tono da cascamorto di sempre, vede rosso dalla rabbia, non si capacita di come possano essere stati tutti così sciocchi da farsi portar via Nami da sotto al naso, lui in primis.

 

‘Secondo le carte e le informazioni di Nami, quell’arcipelago lo avremmo dovuto superare in giornata, in genere se ci avviciniamo a terra fa sempre tappa ma sulle carte non c’è alcuna traccia del suo volersi fermare vedete? Punta alle prossime isole, l’arcipelago ‘Perzene’ a due giorni di navigazione direzione sud sud-est.’

‘E questo cos’ha a che fare con la presunta trappola?’

 

Zoro non capisce il nesso, avrebbero dovuto tirar dritto e lo stavano facendo fino a che … si blocca all’istante nel ricordare cos’era successo di tanto importante da farli virare verso quelle isole maledette.

 

******************

 

Stavano navigando a gran velocità da ore; il vento favorevole spingeva la Sunny increspando i fili d’erba del ponte, facendo frusciare gli alberi dell’agrumeto di Nami e tintinnare i campanellini che la navigatrice aveva appeso alle loro fronde. L’aria era secca e tiepida, il sole cocente e i gabbiani a decine si stavano radunando sopra la nave a dar loro il benvenuto, segno che la terra non era molto distante ed infatti …

 

‘Terra ragazzi, terra!’

 

Usopp aveva gridato felice quella parola ripetendola mentre con Chopper saltava sul posto elettrizzato, dal suo cannocchiale aveva intravisto piccoli borghi sparsi sulle varie isole e la mancanza di grandi porti faceva ben sperare che si trattasse di un posto sicuro.

 

‘Vira 3° a tribordo Franky, anzi facciamo 5, ci sono dei mulinelli, passa in mezzo a quei due faraglioni grandi e poi sempre avanti aggirando l’isola più grande ... ’

 

La voce di Nami però aveva gelato la gioia di tutto l’equipaggio. Chi più chi meno infatti non vedeva l’ora di scendere e sgranchirsi un po' le gambe. Dopo la loro ultima avventura sulla terra ferma i giorni in mare erano stati lunghi e quasi noiosi, avevano bisogno di far baldoria, scaricare un po' di tensione e sopratutto fare provviste di generi freschi.

 

‘Come sarebbe Nami?’

 

Rufy, alquanto demoralizzato cominciò a fare i capricci.

 

‘Quelle isole sono off limits, la corrente è instabile, la terra sommersa piena di scogli, vedo dei mulinelli enormi e da quel che ho capito non ci sono cose interessanti da vedere/comprare (rubare) o degne di nota quindi non ci fermeremo …’

 

‘Ma io voglio scendere!’

‘Ci saranno altre isole fra circa due giorni …’

‘IO voglio vedere questa!’

 

Seccato il capitano rimbeccò il tono perentorio con il quale Nami lo aveva contraddetto.

 

‘Non è il caso Rufy, sarebbe un inutile perdita di tempo!’

 

E le parole di lei non fecero altro che aumentare la voglia di Rufy di attraccare così le si avvicinò incominciando la solita tiritera di ogni volta che Nami sceglieva una rotta sicura e lui puntava a quelle più infide.

Però, anche se lui non ci fece caso tutti gli altri notarono che il tono in cui Nami rispondeva none ra il solito, era secco e perentorio non urlava come sempre cercando di strozzarlo non era spaventata, semplicemente determinata, almeno per questa volta, a non dargliela vinta.

E quando Rufy sembrava sul punto di cedere qualcosa accadde.

Gli occhi di Zoro, focalizzati sull’espressione accigliata ma sicura di Nami scorsero un bagliore riflettersi sul suo viso pochi attimi prima che la sua attenzione venisse attirata dalla sorgente di quel brillio. Il fragore dell’esplosione che quasi simultaneamente esplose in acqua a poche decine di metri da loro creando un onda che sconquassò la nave convinse tutti che forse la navigatrice aveva avuto ragione.

Li stavano attaccando da terra.

Sanji riuscì a rendersi conto solo di questo prima di scorgere, vedendole sbucare da dietro quello che si rivelò essere un enorme muro dipinto coi colori dell’isola, decine di navi pirata armate fino ai denti.

 

‘Siamo sotto attacco!’

 

Gridò con quanto più fiato avesse in corpo deviando un paio di palle di cannone in mare mentre constatava che i suoi compagni erano già in posizione di difesa/attacco.

Pochi attimi e si ritrovarono circondati.

Dieci minuti e lo scontro li vedeva affannati intenti a respingere i tentativi di arrembaggio delle decine di navi che li avevano stretti in una morsa che impediva loro di scappare ricorrendo al coup de burst.

Dodici minuti e all’orizzonte apparvero decine di navi della marina in velocissimo avvicinamento.

Diciotto minuti e queste li raggiunsero proprio quando le navi nemiche stavano per allontanarsi e lasciarli in pace, proprio quando una sagoma nera, posizionatasi alle spalle di Nami la assalì di sorpresa posandole un tovagliolo sopra il naso, svanendo subito ancor prima che i loro neuroni potessero elaborare l’accaduto.

 

E poi vennero gli assordanti rombi delle sirene, i suoni delle campane di armamento gli scoppi dei cannoni, l’acqua levata dalle esplosioni in mare, il cozzare di lame contro lame, pugni contro carne, calci contro ossa, rabbia e preoccupazione, ansia ira frustrazione e …

 

All'improvviso il suo cervello ragionò.

Le navi sbucate dall’isola si erano ritirate immediatamente una volta entrata in scena la marina e aver preso Nami, quindi la cosa sembrava architettata a dovere.

Dovevano togliersi di torno il governo, fermarsi e capire cosa fosse successo prima di andare su quella maledetta isola e spaccare tutto!

 

‘RUFY!’

 

Chiama il suo capitano e gli intima con lo sguardo di calmarsi. Rufy annuisce appena, gli occhi iniettati di rabbia e sangue, teme per u n attimo che riparta ancora ma Robin lo chiama a sua volta, lui sembra ragionare a questo punto, intima a Franky di allontanarsi, così fanno e ora sono qua, attorno al barile del primo ponte a cercare di capire cosa diamine fosse loro successo in quel lasso breve ma infinito di appena un’ora e venti.

 

………………………

 

 

Era nel frattempo scesa la notte e un silenzio tetro e tombale aleggiava su tutta la nave.

Nami sghignazzò soddisfatta, ci aveva messo un po' ma alla fine, grazie ai grimaldelli nascosti un po' ovunque nei suoi abiti era riuscita a forzare il dannato lucchetto di quelle dannate manette e manomettere quello della cella.

Sgusciò fuori silenziosa come un felino appiattendosi alle pareti scure e ombrose del vascello.

Non c’erano rumori, non udiva vociare alcuno e l’unica fonte di luce, a parte due fioche fiammelle poste a poppa era quella della luna che immensa e lucente di stagliava in cielo velata appena da pochi nembi che sfregiavano la falce crescente con righe sottili e nere simili a cicatrici.

 

L’unica stella nelle vicinanze brillava dorata parendo prezioso ciondolo appeso da fili invisibili ad un altrettanto invisibile collo e da quello spettacolo Nami rimase affascinata.

Però qualcosa non quadrava.

Erano troppo vicini.

La luna era troppo grande rispetto c come se la ricordava dalla notte precedente, com’era possibile?

A passi incerti raggiunse il parapetto più vicino a lei e proprio quando i suoi palmi strinsero la ringhiera in legno laccato una voce alle sue spalle la fece trafelare.

 

‘Ci hai messo anche troppo ad evadere per i miei gusti …’

 

Ciò che videro i suoi occhi fu in grado di farle cedere le ginocchia.

Tre passi alle sue spalle e la voce del pirata di nuovo parlò.

 

‘Che tu sia in gabbia o libera gatta ladra qui non fa alcuna differenza …’

‘….’

‘Enjoy your stay ...’

 

E se ne andò tossendo una risata roca e maligna mentre Nami fissava atterrita il vuoto da oltre il parapetto.

Si trovavano i cielo. Altissimi oltre la superficie tanto che le onde erano impossibili da distinguere e alcune torbide informi e minuscole nuvole si disfacevano contro la chiglia che animata da chissà quale tecnologia fluttuava in aria falciano il cielo ad una velocità pazzesca e costante. Il coup de burst della Sunny era simile, ma aveva poca durata, 5, 10 km al massimo per 10, 15 minuti di tempo, qui si parlava di ore, di miglia …

plic – plic

Due lacrime le caddero dagli occhi e tremando si rimise in piedi.

 

‘Cosa diavolo vuoi da me?’

‘Lo scoprirai presto gattina ’

 

Un enorme sorriso si dipinse sul volto del pirata, che indietreggiò nell’ombra entrando in cambusa.

 

‘Lo scoprirai presto ...’

 

 

………………..

 

 

L’idea di scendere a terra era scartata.

Non ci voleva un genio per capire dalle mappe quanto quelle acque fossero insidiose inoltre non avrebbe avuto senso farvi ritorno dopo la fuga appena messa in atto con la marina. Sicuramente li stavano cercando/aspettando e da quello che aveva detto loro Sanji, sembrava che in quell’arcipelago ci fosse ben più del nulla che si erano aspettati loro. Aveva detto loro di aver visto spuntare alcune navi nemiche, le prime che li avevano attaccati protette dalle cannonate provenienti dalla costa , dal mare dove prima non c’era niente se non il prolungamento roccioso di un insenatura naturale tipica degli arcipelaghi rocciosi e non ci aveva più capito niente nessuno.

Dal niente non spuntano navi.

Finché Robin, controllando le cartine di Nami e analizzando i fatti di Sanji aveva finito col dire che probabilmente c’erano dei teli, o dei pannelli dipinti atti a creare l’illusione che l’isola fosse deserta e innocua mentre in verità dietro questi pannelli c’erano intere navi pirata pronte ad intervenire.

 

‘Quindi siamo incappati in un agguato coi fiocchi … quelle isole probabilmente sono occupate da pirati da anni. Per questo Nami non voleva attraccarvi …’

 

Usopp che pensava di aver capito la situazione, scrutava il mare tinto dell’amaranto del tramonto, ma si sbagliava di grosso.

 

‘Ne dubito … Nami possiede le nostre stesse conoscenze di questo posto, non credo sapesse di quell’avamposto pirata. Leggiamo lo stesso giornale e non ricordo di aver letto niente riguardo quest’arcipelago … dev’essere qualcosa correlato al mare, forse ha visto che l’accesso è difficoltoso per questo ha deciso di passare oltre …’

 

Rufy ad ogni parola dei suoi sembrava sprofondare in un senso di colpa e oppressione sempre maggiori.

Se solo le avesse dato retta, se solo-

 

Un colpo netto contro la spalla gli fecero levare la testa.

Sanji lo guardava serio.

 

‘Neanche per un momento dovrai pensare che sia stata colpa tua, intesi?’

‘M-ma’

‘Neanche per un momento!’

 

Fu la voce di tutti a ripetere quelle parole e Rufy in cuor suo si sentì un po' più leggero.

 

‘Troviamola alla svelta!’

‘Si!!!’

 

Di nuovo l’eco della sua ciurma rispose a quel comando.

 

Aspettaci Nami!

 

 

 

 

  
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