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Autore: Dart Anevon    11/09/2023    0 recensioni
Il racconto si incentra sulla giovane ragazza demone Harramen'l e sul suo obiettivo di evadere dalla prigione a cui è costretta per nascita. Ben presto la sua vicenda si intreccerà con quella del giovane Hoshiko e insieme dovranno affrontare un mondo che non accetterà mai di lasciare un mostro libero di scorrazzare senza provare a rinchiuderlo nella sua gabbia o ucciderlo. Soprattutto se la creatura in questione è un tipo come Harramen'l.
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Nelle intenzioni dovrebbe essere un racconto fantasy un po' atipico, ispirato a un'ambientazione orientale e ""giapponesizzante"". Verrà fuori qualcosa di buono o sarà un pastrocchio? A voi l'ardua sentenza.
Genere: Avventura, Malinconico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Monte Hakkyō
Due settimane prima della fuga di Harramen'l
Notte

 

Il rumore delle spade che si scontravano, si confondeva con quello della tempesta.

Ogni fendente era scandito da una saetta che faceva il suo ingresso nel cielo.

Il pendio roccioso su cui cercavano di uccidersi a vicenda era reso scivoloso dalla pioggia che lavava via il sangue versato di ferite non ancora abbastanza mortali.

Due figure si davano una fatale battaglia sotto la pura potenza della natura. L'ultimo atto di uno scontro durato decenni, secoli. I loro lineamenti non si potevano scorgere, avvolti com'erano in terribili armature logore per un duello che si era trascinato troppo a lungo.

Erano allo stremo, lanciati l'uno contro l'altro alla ricerca del fatal colpo che sembrava non giungere mai.

Fu un solo minuscolo errore a decidere il loro destino e quello dell'intero regno. Uno di loro scivolò di poco sulla roccia e l'altro finalmente poté chiudere il combattimento.

Un fendente lanciato verso il petto del nemico, scagliato con tutta la potenza che gli era rimasta in corpo. La Katana tranciò prima un braccio e poi aprì uno squarcio nell'altra armatura, all'altezza del petto.

Un urlo di dolore e rabbia soffocato dai tuoni.

Il guerriero vinto cadde a terra sulle sue spalle.

Il sangue continuava a essere portato via dalla tempesta. Era il segno del destino che attendeva il caduto. Spazzato via insieme al suo clan. Di lui e dell'antico onore della sua famiglia non sarebbe rimasto più nulla.

Il vincitore troneggiava su di lui. La sua armatura, la Ō-yoroi di suo padre era finalmente giunta a esigere una vendetta che aveva atteso tanti, troppi anni.

Impugnò ancora più stretta la lama, assaporando quel momento. Con tutte le forze rimaste la conficcò nel cuore del caduto. Con la punta, spaccò le placche della corazza e la fece penetrare in profondità.

La girò e la rigirò più volte. Gustò ogni singolo rantolo dell'avversario. La estrasse solo quando quel corpo non rimase lì completamente esanime.

Era finita.

Cominciò a vacillare fino a cadere seduto lì accanto.

Sì slacciò l'elmo e se lo tolse. L'ennesima saetta mostrò finalmente i suoi lineamenti.

Era solo un ragazzo. Un giovane con un ciuffo di capelli neri e occhi dello stesso colore. Non c'era spazio per il giubilo in quello sguardo. Chiuse le palpebre e rimase lì fermo con la faccia rivolta verso l'alto.

Le gocce gelide gli picchiavano duramente il viso.

Continuò a starsene immobile, con la mente che vagava lontana da dove si trovava, verso un tempo perduto di felicità e pace.

Di ricordi dolorosi.

Riaprì gli occhi e fu inghiottito di nuovo nella tempesta e nei postumi della battaglia. Aveva vinto, ma le forze lo volevano abbandonare.

Ma non gli importava. Aveva finalmente compiuto il suo destino.

I suoi genitori e la sua famiglia tutta erano stati vendicati. C'erano voluti anni, ma alla fine era riuscito ad annientare il clan rivale, a sterminarli tutti, a porre fine a una faida millenaria. Una lotta che andava ben oltre i normali scontri tra signorotti feudali. Una guerra che era divenuta leggendaria. Sopra vi erano stati scritti poemi epici per secoli.

Tutto il Regno di Moshinako era a conoscenza dell'antica scia di sangue tra il Clan Soga e i suoi nemici giurati, il Clan Nakatomi. In guerra da sempre, i Nakatomi riuscirono quasi a distruggere completamente i rivali quindici anni prima, guidati dal loro capofamiglia, Kamatari. Lo stesso che ora giaceva a pochi passi da lui. L'ultimo di una stirpe che non avrebbe mai più potuto assistere alla fioritura dei ciliegi sacri.

A quello scopo aveva dedicato la sua intera vita e contro ogni previsione era riuscito a ristabilire l'onore della sua casata.

Solo una cosa non avrebbe mai potuto accettare. Morire vicino al mostro che aveva abbattuto.

Sì alzò barcollante, reggendosi poco gloriosamente sulla spada del Clan. E lentamente sì incamminò verso un luogo più degno per raggiungere i suoi antenati.

Ma per Hoshiko Soga non era ancora venuto il momento di lasciare questo mondo.

   
 
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