Giochi di Ruolo > Vampiri: la masquerade
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Autore: Ainely    14/09/2023    1 recensioni
"Hong Kong, piena di luci, traffico e gente di tutto il mondo. Una città che non dorme mai, non ché il posto ideale per chiunque abbia abbastanza soldi nel proprio conto in banca da non dover chiedere mai nulla. Il posto ideale per chi deve andare il più lontano possibile."
Intrighi, sensualità, mistero e sangue si celano in questa città ma l'arrivo di un vampiro e della sua valigetta potranno cambiare le sorti del mondo di Tenebra tanto è prezioso il suo contenuto.
Genere: Dark, Erotico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: Otherverse, What if? | Avvertimenti: Bondage, Gender Bender, Incompiuta
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Schiena spezzata
 
 



-Merda… Merda. MERDA!-

 

Aalim stava correndo più veloce che poteva in mezzo alla folla che riempiva in ogni dove le strade di Hong Kong, ovviamente rendendogli la fuga decisamente più difficile. Ad ogni passo che faceva si scontrava con qualcuno o travolgeva una coppia di turisti e sicuramente doveva aver quasi rotto qualche osso ad un malcapitato quando gli era piombato addosso dopo una svolta brusca ed improvvisa. Ma non aveva molto tempo da perdere, l’unico suo pensiero era quello di correre più veloce che potesse, nel luogo più distante possibile al suo rifugio o agli altri suoi compagni.

Doveva raggiungere la zona dei moli al più presto possibile, di certo l’acqua sarebbe stata un’ottima via di fuga o un buon nascondiglio fino a quando non gli fosse venuta in mente un’idea migliore.

Si chiedeva però che cosa lo avesse tradito. Era stato attento e maniacalmente minuzioso nei dettagli per restare anonimo e soprattutto irrintracciabile. Qualcuno doveva averlo visto di sfuggita in qualche scalo durante la fuga da Londra, non era da escludersi.

In ogni caso doveva trovare il modo di occultare le proprie tracce durante quella rocambolesca fuga. Uno di quei bastardi lo aveva ferito e nonostante i suoi sforzi la ferita non accennava a guarire lasciando ben chiara una scia.

Si fermò un momento, qualche frazione di secondo per potersi guardare attorno e sperare di aver seminato chi gli stava alle costole. Freneticamente girò almeno tre volte su se stesso mentre si stringeva il braccio ferito al busto. Gli occhi dorati brillarono per qualche attimo sfruttando i doni dell’Auspex per poter scorgere in mezzo alla folla tracce che gli indicassero non essere umane ed ecco di nuovo quella dannata sagoma dorata come una cazzo di aureola. Erano in due a stargli dietro e la cosa non andava affatto bene.
Quando aveva iniziato a scappare ne aveva contati tre, dove accidenti era il terzo?! Aveva spintonato Angry lontano da sé ordinandogli di scappare e di non seguirlo, di nascondersi e poi aveva cominciato a correre. Sperava davvero che Peter fosse riuscito ad allontanarsi e a non restare coinvolto ma dividersi era l’unico modo per aumentare le proprie chance di vincere uno scontro o di sopravvivere.
Nel corso degli anni aveva avuto modo di incontrare gli Hunters, i cacciatori di vampiri, ne aveva visti di diversi tipi: quelli che semplicemente seguivano gli ordini per soldi, altri per tradizione famigliare o perchè ormai erano tossicodipendenti dal sangue dei loro bersagli o quelli della risma peggiore, ovvero quelli dotati di Vera Fede. Togliersi dai piedi quest’ultimi era davvero una bella gatta da pelare. La loro era una vera e propria missione, un obiettivo che aveva un significato superiore alla semplice guerra o caccia. Quei bastardi potevano mandarti in cenere solamente toccandoti.
Non era però così altrettanto insolito che proprio alcuni vampiri comunicassero i nascondigli dei propri nemici a questi fanatici di Dio, per eliminarli senza dover sporcarsi le mani, godendosi poi il resoconto in un passaparola degno dei migliori salotti di gossip.
Poteva già immaginare Juliet Parr, l’Arconte che gli dava la caccia, aspettare con aria goduta il rapporto di quella sua commissione dai contorni sporchi e scorretti. Avrebbe voluto affrontarla di persona piuttosto che doversi sentire una cazzo di preda sotto il mirino di un cacciatore.

 

-Dannazione… brucia come l’inferno…- mormorò stringendo con forza i denti mentre guardava in che condizione fosse il braccio ferito. Vide che gli era rimasto incastrato nella carne il dardo di una balestra. Ringhiando posò la mano sull’estremità e sentì il palmo bruciare mentre con tutte le sue forze lo estraeva per poi gettarlo a terra.
Con la coda dell’occhio vide sfrecciare qualcosa molto vicino al suo orecchio e immediatamente dopo qualcuno urlò in preda al panico. Un’altro dardo era stato scagliato e si era piantato nel finestrino di un taxi terrorizzando chiunque vi fosse nelle immediate vicinanze.

Non poteva perdere altro tempo, lo avevano raggiunto come dei segugi che seguivano la volpe ferita nel bosco. Quindi riprese a correre ritrovandosi in una zona che conosceva davvero poco dell'area in cui si trovava. Le strade erano affollate ma tra i vari alti grattacieli c’erano dei vicoli piuttosto angusti e soprattutto quasi deserti e pieni di immondizia o cassonetti abbandonati sul retro di negozi o locali.
Quasi inciampando in uno di questi grossi bidoni in latta, Aalim si buttò in un vicolo alla cieca e premette la schiena contro il muro guardando con rabbia nella direzione da cui era arrivato.

Con passo calmo e misurato svoltarono i due cacciatori che lo stavano seguendo, uno impugnava la maledetta balestra e vide che l’aveva già caricata, o forse era semi-automatica? L’altro invece stava premendo qualcosa al suo orecchio, un qualche microfono o comunicatore con il terzo che non vedeva da quando lui e Peter si erano divisi. Approfittò del fatto di essere ancora coperto dal bidone per sfruttare la sua dote di Clan di nascondersi all’occhio umano, non sapeva quanto potesse servire per fanatici addestrati appositamente per stanare quelli come lui, ma tanto valeva provare a sfruttare l’elemento sorpresa per poterne abbattere almeno uno. Lentamente e senza movimenti bruschi, prese dalla tasca dei pantaloni un coltello a serramanico che portava sempre con sé per le occasioni da “non si sa mai”. Lo soppesò in mano e non appena uno dei due Hunters oltrepassò il bidone gli si gettò addosso con tutta la sua forza soprannaturale con l’intento di travolgerlo e di piantargli il coltello nel collo.
Si svolse tutto in frazioni di secondo, sentì la lama del coltello penetrare la carne dell’uomo e cercò di affondarla più che poté per squarciarne la carne, le arterie e la trachea. In quegli attimi gli sembrò di sentire il proprio cuore battere all’impazzata sebbene così non fosse ma tale era l’adrenalina e la furia da sembrargli reale. La reazione del suo inseguitore fu altrettanto rapida e si sentì afferrare all’altezza della cintura per poi essere sollevato e scagliato via. Colpì con tutto il proprio peso il bidone che risuonò in modo assordante piegandosi all’impatto. Arrivò implacabile l’attacco del secondo cacciatore che lo colpì in pieno volto con un tirapugni sicuramente benedetto o qualcosa di simile perchè sentì la pelle bruciare e urlò in modo terribile mentre con un calcio lo respinse per poter prendere nuovamente le distanze. Aalim si ritrovò con le spalle al muro: i due cacciatori gli bloccavano la fuga, ma almeno uno pareva essere prossimo al collasso.
Divaricò maggiormente le gambe per sentirsi più stabile e tornò a tenersi il braccio squarciato mentre studiava i due aggressori, gli sfuggì una risata divertita sebbene sofferente, entrambi i cacciatori parevano avere uno schema preciso su come muoversi e attendevano che lui facesse una qualsiasi mossa aggressiva nei loro confronti. Ebbene, cosa poteva fare per cogliergli alla sprovvista? Ah, come avrebbe voluto avere la velocità di un cazzo di Toreador per svanire in un battito di ciglia! Invece doveva inventarsi modi strambi e assurdi per liberarsi da quel fastidioso impiccio.

Doveva agire, doveva smettere di arrovellarsi o avrebbe dato troppi vantaggi ai suoi avversari. Decise che era tempo di abbandonare il buon senso e di seguire la follia Malkavian per trovare una strada alternativa, perchè c’era sempre un’altra via, bastava semplicemente seguire quel folle istinto.
Con uno scatto si proiettò in avanti gettandosi di peso sul cacciatore incolume, lo travolse con l’intento di posargli entrambe le mani sulle spalle e sfruttare il proprio stesso slancio per sollevarsi da terra e superarlo in una mezza capriola in aria e andargli oltre la schiena per poter correre via dall’altra parte del vicolo con la speranza di finire il più vicino possibile al canale.

In parte quella mossa assurda funzionò, lo aveva letteralmente superato come se fosse stato una cavallina e corse più veloce possibile ma un’altra fitta lancinante gli si conficcò nel mezzo della schiena. Per un attimo il suo corpo gli disse che non sarebbe riuscito a proseguire ma la sua Bestia ribollì di rabbia e in preda a quella crescente frenesia si impose di cavalcare quell’impulso bestiale continuando a correre senza più voltarsi o fermarsi.

C’era quasi, sentiva l’odore dell’acqua salmastra, sentiva che era vicino alla sua unica via di fuga ma doveva ancora superare un ultimo ostacolo: davanti a sé si stagliava un groviglio di impalcature che nascondevano un palazzo in costruzione più o meno di una dozzina di piani. Senza pensarci due volte cominciò ad arrampicarsi, ma qualcosa lo bloccò facendogli perdere la presa da un palo all’altro. Scivolò verso il basso di un paio di metri e si aggrappò con forza restando a penzoloni. Guardò verso il basso e vide quel maledetto bastardo tenerlo con entrambi i piedi ben puntati a terra. Non gli aveva lanciato un dardo, bensì un cazzo di rampino che era rimasto aggrappato alla sua carne e ora stava provando a trascinarlo verso di lui.

Aalim guardò con odio e con furia il cacciatore (il compagno doveva essere morto o privo di sensi a seguito del suo attacco dal momento che erano uno contro uno) e ringhiando un’imprecazione decise che se non fosse riuscito a trascinarlo giù allora sarebbe stato lui a portarlo in cima con sé. Si ripromise che avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di smembrarlo personalmente e quindi riprese a scalare le impalcature sentendo quel dolore lancinante aumentare, sentendo il peso di quel bastardo. Il vampiro ansimava furiosamente mentre movimento dopo movimento sentiva aumentare quella furia ancestrale che voleva prendere possesso della sua mente lucida.

Arrivato in cima al tetto provvisorio della costruzione, si mise al suo esatto centro lanciando un’occhiata dall’altra parte: finalmente vide l’acqua buia e da lì si delineò un ultimo disperato piano per terminare quella caccia. Con uno strattone si liberò dall’arpione che aveva conficcato nella carne, ma la corda non scivolò giù rimase immobile, bene. Avrebbe aspettato il suo avversario.

 

Si piegò con fatica per tenere con la mano destra il rampino mentre con l’altra -malferma e tremante per le ferite- prese il cellulare e inviò col GPS la propria posizione a Cho Yun Fei. Fortuna che avevano deciso di usufruire di quella dannatissima applicazione per comunicare le emergenze. Infilò nuovamente il telefono in tasca senza interrompere il segnale e finalmente vide il cacciatore risollevarsi e mettersi in piedi al suo stesso livello.

 

-La tua corsa finisce qui, pezzo di merda.- disse il cacciatore mentre si metteva in posizione da combattimento armandosi di tirapugni e balestra automatica.

Aalim sentiva le proprie forze al limite ma aveva ancora la faccia tosta di fare lo sbruffone, non gli avrebbe dato alcuna soddisfazione.

 

-Ti ho fatto incazzare, forse?- il vampiro rise di gusto mentre strattonava la corda ancora agganciata al cacciatore e gli fece fare un passo in avanti con l’intento di provare a sbilanciarlo. Uno scarso risultato ma almeno quell’imbecille non aveva ancora mollato l’altro capo della corda, notando che era legata alla sua cintura tattica con una sorta di meccanismo.
Aalim fece un paio di passi indietro per potersi pian piano avvicinare al perimetro del tetto, il cacciatore seguì i suoi movimenti per mantenere la stessa distanza, poi scattò in avanti per attaccarlo. Gli sferrò un calcio al fianco, più o meno all’altezza dei reni, ed Aalim si piegò leggermente in avanti cogliendo l’occasione per afferrargli il braccio con cui impugnava la balestra, sperava solo che non premesse il grilletto proprio in quella frazione di secondo, gli torse il braccio e quindi sguainò le zanne per poterlo mordere all’altezza della spalla con l’intento di dilaniargli i muscoli e soprattutto recidergli i tendini rendendo impossibile utilizzare quella dannata balestra. Il cacciatore lanciò un urlo mentre colpiva Aalim alla nuca col tirapugni.
Il Malkavian cadde a terra con la faccia sul cemento grezzo e ruvido, sentì la pelle e parte dei capelli bruciare ma avrebbe pensato dopo a quello, era quello il momento giusto per liberarsi dell’altro una volta per tutte.
Non seppe nemmeno lui come, ma girandosi sulla schiena colpì alle caviglie il cacciatore facendolo cadere e in quel lasso di tempo trascinò sia se stesso che l’altro oltre il parapetto del tetto gettandosi letteralmente nel vuoto. Dopo tre metri di caduta Aalim si aggrappò ad uno dei pali delle impalcature mentre con l’altra mano si preparava già ad accusare il peso ed il bruciore della corda, ma sperava che il bastardo si sfracellasse al suolo o che si stroncasse in due.

Non ci volle molto per sentire il forte contraccolpo e poi più niente, solamente il peso di un corpo morto che oscillava con la spina dorsale irrimediabilmente e mortalmente spezzata.
Lasciò la presa sulla corda e vide sparire il cadavere del cacciatore nelle acque nere sotto di loro.
Era esausto, quell’ultima azione aveva definitivamente consumato ogni dannata forza del suo corpo, si obbligò a risalire sul tetto e lì vi si lasciò cadere a gambe e braccia aperte mentre stringeva con forza gli occhi per il dolore. Stava provando a rimarginare le proprie ferite ma con davvero scarso successo, ci sarebbero voluti giorni se non addirittura settimane per guarire completamente.

 

Aveva chiuso gli occhi per alcuni istanti, ma che in realtà parvero ore. Venne colpito ed accecato da una luce abbagliante e da un forte rumore di un motore che mano a mano si avvicinava. L’aria cominciò a vorticare furiosamente e vide che stava scendendo sul tetto un elicottero.

Venne immediatamente e velocemente calata una scaletta da cui scesero Sean e Cho Yun, in quel preciso istante Aalim tirò un sospiro di sollievo per poi perdere i sensi.




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