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Autore: Lawliet    15/09/2009    2 recensioni
I Cinema Bizarre irrompono sulla scena europea e americana.
I Tokio Hotel si vedono contendere lo scettro di gruppo tedesco più conosciuto.
I GazettE non sopportano di essere imitati da cinque novellini.
E se Bill e Ruki decidessero di scendere in campo?
« Che diamine, Kaulitz, ti stanno soffiando il regno da sotto il naso, tira fuori le palle! »
Significherebbe guerra.
Genere: Commedia, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Cinema Bizarre, The GazettE, Tokio Hotel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La macchina che li stava conducendo all’aeroporto sfrecciava per le strade di Tokyo. Il batterista dei GazettE si mordeva il labbro inferiore, angosciato all’idea di aver lasciato la casa in balia di quei tre, mentre il suo cantante guardava fuori dal finestrino e sogghignava, pensando a quando rivelare quella cosa a Kai.
Lasciarono che fossero i loro assistenti a occuparsi delle valigie: una per Kai e tre per Ruki. Il vocalist gli aveva spiegato che tutta quella roba gli era “assolutamente indispensabile” e, anzi, doveva anche ringraziare che non stessero via una settimana intera, altrimenti la quantità di cianfrusaglie - non era questo il termine usato da Ruki, ma rende l’idea - sarebbe triplicata.
Be’, se non altro Kai sapeva che le cose sarebbero potute andare peggio, ma ciò non gli impediva di chiedersi che diavolo aveva fatto, lui, di male. Lui, che come se non bastasse sfoggiava “Uke” come vero nome. E’ proprio vero che la predisposizione alla sfortuna ti perseguita dalla nascita.

-Oh, Kai, adesso che ci penso...- iniziò Ruki, ghignando come un folle, quando ormai erano già seduti ai loro rispettivi posti. -Dovevo dirti una cosa importante. Sai, pare che quelle locuste germaniche abbiano un batterista letteralmente osannato dalle fan, dal momento che è carino, gentile, kawaii e tutto il resto. Cosa abbia di speciale non lo so, dal momento che io sono tutto questo e anche di più.
-E allora?- Kai si strinse nelle spalle. -E’ ovvio che abbiano un batterista.
-Sì sì, certo.- Il sorriso di Ruki si allargò. -Ma quello che forse non sai è che lui ha molti più fanvideo di te, su YouTube.
-Ma sai solo parlare di quel sito dell’accidenti, tu? E comunque è impossibile, matematicamente parlando.- Kai guardò fuori dal finestrino con apprensione: stavano per decollare, e la parte del volo che meno preferiva erano i decolli. -I GazettE esistono da molto più tempo dei Cinema Bizarre, e anche se questo batterista sarà famoso, mi sembra difficile che mi abbia superato in un batter d’occhio.
-Ho portato il mio laptop.- disse mieloso Ruki, tirandolo fuori dalla borsa ai suoi piedi. -Se vuoi ti faccio vedere.
-D’accordo,- sospirò Kai. -Ma sappi che non riuscirai a farmi prendere parte alla tua crociata.

Ruki accese il pc, si collegò alla rete wireless ed entrò in YouTube. Proprio come aveva fatto con Uruha, aprì due pagine diverse, digitando rispettivamente “Kai - GazettE” e “Shin - Cinema Bizarre”.
Aspettò, soddisfatto e a braccia conserte, che le pagine finissero di caricarsi e che Kai reagisse. Lo conosceva abbastanza bene da sapere che l’avrebbe punto sul vivo, a dispetto delle sue arie da buonista superiore.

-Allora,- Kai guardò per primi i suoi risultati. -2080 video. Non male, no?
-Certo.- approvò un eccitatissimo Ruki. -Vai sull’altra pagina, ora, però.
-Tremilaquattrocentosettanta?- esclamò con un filo di voce il batterista.
-Esattamente.- Ruki, compiaciuto, annuì. -Cosa ne pensi?
-Non immaginavo che avessero un tale successo.- ammise Kai, la testa appoggiata a una mano.
-Che cosa intendi fare, dunque?- Il vocalist ostentò una calma inimmaginabile, mentre spegneva il portatile e lo rimetteva in borsa.
-Ruki,- disse Kai, lasciandosi cadere all’indietro, sul morbido schienale. -Sai che non approvo il modo in cui esprimi determinate idee, né che ti appigli a infantili trucchetti come questo per circuire le opinioni altrui...
-Ma...?
-Ma qualche volta bisogna badare a cosa viene detto, piuttosto che pensare a come viene espresso.

Ruki lo fissò per qualche secondo.

-E’ un modo contorto, timido, rubato da qualche manga shonen in vena di battute pseudo-epiche, per dirmi che sotto sotto approvi che io non approvi?- azzardò.
-Ora quello contorto sei tu.- gli rispose Kai, squadrandolo.
-Ah, fa niente.- Ruki fece un brusco cenno con la mano. -Ora che l’ho capito, ora che anche tu sei dalla mia parte, posso dormire tranquillo per tutto il volo.
-Io non ho mai detto di essere dalla tua parte. Mi stai ascoltando? Ruki, non fare finta di dormire!

Il lungo viaggio proseguì senza troppi intoppi, tralasciando l’attacco di nausea di Kai e i continui movimenti nel sonno di Ruki: come avesse fatto, il lead singer, a ritrovarsi con mezza faccia incastrata tra i due braccioli, rimaneva un mistero.
Appena scesi dall’aereo e recuperate le valigie, scortati dalle guardie del corpo che li avevano accompagnati, incontrarono un giovane giapponese all’incirca sui venticinque anni.

-Buongiorno, Ruki_san, Kai_san.- E si inchinò.
-Buongiorno, Sato_kun.- ricambiò un allegro Ruki. Di fronte all’occhiata interrogativa di Kai, si sentì in dovere di spiegare. -Vedi, mentre tu ti occupavi dei biglietti aerei e della prenotazione in albergo, io ho contattato un interprete che mi ha indicato il nostro manager. Ha fatto parte del nostro staff, sai, anche se per pochissimo.
-Ecco perché non hai voluto che Honda_san venisse con noi.- realizzò uno stupito Kai. Yukie Honda era la più brava delle interpreti a loro disposizione. Parlava inglese, tedesco, francese e olandese con una scioltezza incredibile. -Non per essere scortese, Ruki, ma lei fa parte del nostro staff ufficiale. Perché hai voluto che assumessimo temporaneamente Sato_kun?
-Proprio perché non fa più parte del nostro staff.
-Non capisco.

Ruki indicò il cerchio nero che spiccava sulla polo di Sato. Al suo interno c’era una T, fusa con una H rovesciata.

-Adesso lavora per i Tokio Hotel.- spiegò il vocalist.

Kai non riusciva a capire fino a che punto Ruki avesse programmato la permanenza in Germania. Gli sembrava che tutto fosse stato deciso molto tempo prima, e la cosa che più lo sorprendeva negativamente era che lui non ne sapesse niente.
Ora, Kai non era un tipo permaloso, e nemmeno molto facile all’offesa. Ma si era talmente abituato a essere lui, quello che organizzava gli spostamenti dei GazettE fin nei minimi particolari, che la sensazione di non sapere qualcosa gli pareva stranissima e sgradevole.

-Cosa c’entriamo noi con i Tokio Hotel?- domandò, spaesatissimo.
-Mentre Sato_kun ci porta in albergo, ti spiego tutto quanto.- gli garantì Ruki, passandogli un braccio sulle spalle.
Seduto sui sedili posteriori di un nuovissimo SUV, Kai aspettò delucidazioni.
-Dunque,- iniziò il lead singer. -Sapere che sia i Tokio Hotel sia quei cinque campagnoli analfabeti sono tedeschi è il prerequisito di questa storia. Ricordi che ci siamo involontariamente ritrovati nello stesso albergo dei Tokio Hotel, quando loro stavano affrontando il tour asiatico e noi stavamo partendo per quello europeo?- Kai annuì. -Bene. Con l’aiuto di Honda_san ho potuto parlare con il loro frontman e ci siamo tenuti in contatto. Più che altro perché volevo sapere che tipo di lacca usasse, ma...- Ruki intercettò lo sguardo impaziente di Kai. -... Questa è un’altra storia, ecco.
-Sapevo che ogni tanto contattavi quel Kaulitz, e negli ultimi mesi l’hai fatto anche più spesso. Ma senza interprete, come diamine facevate a comunicare?
-Io avevo Honda_san, che traduceva in tedesco ciò che io le dettavo in giapponese.

Kai pensò che Yukie Honda doveva ringraziare quel logorroico egocentrico del suo cantante e quell’altra primadonna con più lacca che capelli, se il suo stipendio si era arrotondato non poco.

-Ma a che scopo? Voglio dire, di che cosa parlavate di così importante?

Ruki assunse un tono e un’espressione che avrebbero fatto di lui un grande attore di thriller, se solo ne avesse avuto la minima voglia.

-I Tokio Hotel spadroneggiavano su tutta la Germania, qualche anno fa.- disse, con voce bassa. -Avevano ormai conquistato l’Europa e stavano sfondando anche in America, quando sono comparsi questi cinque idioti che in quanto a intelligenza e sex appeal potrebbero far concorrenza ai partecipanti del Takeshi’s Castle.- E qui Ruki socchiuse gli occhi, come se parlasse di un mostro a nove teste. -I primi a risentire dell’immeritato successo che hanno avuto i Cinema Bizarre sono stati loro, e Kaulitz me ne ha parlato piuttosto spesso.
-Che ti diceva di così spaventoso?- chiese scettico Kai, con un’alzata di sopracciglia.
-Per esempio,- si infervorò Ruki. -Che da quando sono apparsi, Kaulitz ha scoperto di avere il triplo delle doppie punte che aveva prima. Mi chiedeva continuamente anche consigli per la pelle, e dopo che ha saputo di essere allergico alla maschera all’ananas, ha iniziato a domandarmi di fantomatici ospizi per vip dove “poter vivere in pace quello che restava della sua malinconica vita”.
-In tal caso, sono felice di non conoscerlo.- commentò Kai, prendendosi il naso tra pollice e indice. Ancora una volta, pensò a Honda. A lei e alle grasse risate che doveva essersi fatta seguendo le conversazioni di quei due.
-Oh, ma lo conoscerai proprio adesso.- ribatté Ruki, guardando fuori dal finestrino. -Siamo quasi arrivati in albergo. Ci aspettano lì.
-Comincio a sentire la mancanza di quei giorni in cui ti lamentavi di non avere amici nello star system, sai?- si lamentò il batterista.
-Dio!- esclamò ad un tratto Ruki, nello stesso tono in cui avrebbe detto “Che schifo!” davanti a una cimice.
-Che c’è?- Kai sobbalzò.
-Stanno invadendo tutto quanto, questi bambocci piastrati!- disse sgomento il vocalist, appiccicandosi al finestrino oscurato per vedere meglio.

Proprio davanti a loro campeggiava una gigantografia dei Cinema Bizarre che reclamizzava il loro ultimo album, “TOYZ”.

-E’ solo un poster pubblicitario.- minimizzò Kai, dopo averlo visto. -Ne fanno anche per noi.
-Si fanno anche pellegrinaggi fotografici ai poster in strada, per noi?- ringhiò Ruki. Non smetteva di guardare il cartellone incriminato.
-Cosa?- Il batterista dei GazettE credette di non aver sentito bene.

Sotto all’enorme poster del gruppo, stuoli di ragazze si accalcavano per fare una foto al membro preferito della band, o addirittura per farsi fotografare in atteggiamenti inutilmente espliciti con uno dei ragazzi ritratti.

-Credo di doverti delle scuse, Ruki. Non avevi affatto esagerato.
-E quando mai esagero, io?
Kai alzò un sopracciglio e sorrise. -Ora però non ti allargare.
































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Capitolo dueee! Ve l'avevo detto che era già tutto pronto e che non ci sarebbero state attese lunghe u.u

Un doveroso grazie a Shinushio e a cry_chan (Doppiamente grazie per i preferiti ^.-) che hanno commentato! Ah, Ruki è destinato a essere una star. E chi lo ferma più, adesso? xD
  
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