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Autore: peralis    23/09/2023    3 recensioni
Cosa sarebbe successo se Oscar e Andrè non fossero crescenti assieme e si fossero incontrati dopo anni?
Questa storia è nata da un idea che ho avuto ed una cosa che mi sono chiesta…loro due erano sempre destinati l’una per l’altro anche a distanza di anni?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Il pomeriggio passò svelto, con un andirivieni tra la stanza di Oscar e quella del Generale.

Quest’ultimo non faceva cenno di risvegliarsi.

André e suo Zio non avevano avuto belle esperienze con questo tipo di trauma e si prepararono a dare una pessima prognosi per il futuro del Conte di Jarjayes.

 

“ Temo che ci sia poco da fare. La ferita alla testa sta guarendo bene ma non c’è segno di risveglio. Dovremmo far sapere a tua nonna che forse non sopravviverà l’inverno.”

 

“ Devo dirlo a Oscar ma temo che per ora sia impossibile…Voglio essere ottimista e cercare in qualche modo di svegliare Jarjayes…Vado a chiedere consigli a Agnes”

 

“ Non sono ottimista mio caro ragazzo. C’è un modo di svegliarlo ma non vuol dire che si riprenderà completamente. Vado io ad amministrare la cura…ma devo essere sola. Vi chiamerò quando ho finito.” 

Disse Agnes avendo collazionato 4 candelabri ed un cesto pieno di delle sue ampolle.

André la aiutò a portare le cose nella camera del generale e poi se ne andò chiudendosi la porta alle spalle.

 

Per la prima ora tutto sembrava silenzioso. Poi piano piano si cominciò a sentire una strana cantilena. La nonna si era spaventata…” André che succede in quella stanza?…non riconosco la lingua che usa.”

Erano un po’ tutti sorpresi ed un po’ incantati dalla voce fine e delicata della vecchia donna.

Il cane era sceso dal letto, ringhiava e camminava nervosamente attorno alla stanza.

André si era recato più di una volta giù per il corridoio buio, fermandosi per un momento davanti alla porta chiusa per ascoltare.

La nonna e lo zio se ne stavano alla larga.

 

“ Conosco Agnes da molti anni e a dirti la verità ha sempre avuto una strana aura di mistero. L’ho vista salvare malati che erano ad un piede dalla morte semplicemente usando delle candele e delle strane cantilene che cantava nella sua lingua natale. “

 

“ Magia?…O Dio santo…L’ha usata sulla mia bambina? Non era con lei ogni secondo.”

 

“ Non so…spero di no…ma a questo punto se la salva è quello che conta”

“ Devo pregare…la stregoneria non ha posto in questa casa…No No No!”

Disse Nanny dileguandosi velocemente verso il piano di sotto.

 

 

 

Un intero giorno e una notte passarono senza che la vecchia lasciasse la stanza del generale. 

Una notte, mentre la nebbia aveva coperto tutta la brughiera al di fuori della villa, Agnes uscì dalla stanza scese le scale e lasciò la villa dirigendosi verso la spiaggia.

Si andò a sedere sulla sabbia e rimase a guardare la luna piena che giocava a nascondino con la densa nebbia.

 

André fu svegliato dal ringhiare del cane che aveva sentito la porta di entrata aprirsi.

Prese una candela e si diresse verso la camera del generale. 

Trovò la porta spalancata e guardando all’interno vide una miriade di candele accese con la fiamma che ondulava gentilmente disegnando forme danzanti su i muri attorno al letto. 

Il Generale era seduto con gli occhi aperti che si guardava attorno. 

 

“ Generale…siete sveglio!” 

Disse André scioccato. 

L’uomo lo guardò e cercò in vano di rispondere.

Aveva la bocca aperta, ma non c’era suono che ve ne uscisse. Si toccò la bocca e provò una seconda volta a parlare…niente.

André gli si avvicinò e tenendogli le braccia ferme cercò di visitarlo tastandogli la gola e controllandogli la ferita alla testa. 

 

“ State fermo Generale…lasciate che cerchi una ragione per questo strano improvviso mutismo. “

 

Jarjayes si stava infuriano, più si agitava e più si infuriava.

Aveva cercato anche di scendere dal letto, ma senza successo. Sembrava fosse paralizzato.

André uscì precipitosamente dalla stanza e andò a svegliare suo zio.

 

“ È sveglio, ma non riesce a parlare e non si muove”

Si affrettano al cospetto del Conte che gli accolse con i pugni chiusi ed alzati verso di loro.

Rimasero in piedi al suo cospetto per alcuni minuti poi decisero che per quella notte non c’era più niente da fare.

 

“ Dov’è Agnes?”

“Non lo so…mi ha svegliato il cane e quando sono arrivato nella stanza lei non c’era. Vado a cercarla…probabilmente sarà andata a dormire.”

 

“ Stai attento ragazzo, non ti fidare troppo…e qualsiasi cosa vedrai usa la tua testa.”

 

André guardò suo zio un po’ perplesso poi si recò al piano di sotto a vedere se la vecchia Agnes fosse nella sua stanza.

Non la trovò in casa…si recò fuori nel giardino.

La luce della luna illuminava tutto con uno strano bagliore. La nebbia si muoveva veloce  via dalla casa verso la costa.

Si avviò verso la stradina che dava alla spiaggia e la vide in lontananza seduta sulla sabbia. 

Ci pensò su e poi decise di rientrare. 

Fece le scale piano, pensieroso. Entrò nella stanza di Oscar e come aveva fatto molto volte prima si andò a stendere di fianco a lei. Le prese la mano, massaggiandola piano con il suo pollice. 

Voleva con tutto il cuore che la febbre cessasse e lei si risvegliasse d’improvviso…guarita da tutto.

Oscar ad un tratto si mosse e aprì piano gli occhi. Cercò lui con la mano. Gli prese la sua e la strinse forte.

 

“ Sei sveglia, sono contento…ti prendo dell’acqua”

Oscar gli strinse forte la mano impedendogli di muoversi.

“ Ho sognato…era un sogno strano pieno di ombre e cantilene. Ho sognato di noi. Ho sognato mille candele.” 

“ Non ti agitare…sono qui con te. 

 

 

 

 Oscar era rimasta sola con Agnes più di una volta mentre André era via.

La vecchia donna aveva acceso le candele e aveva usato le erbe e le tisane che aveva. Ma la sera, mentre il resto della casa dormiva la vecchia donna cantava al capezzale di Oscar. 

Una cantilena gentile nella lingua madre di Agnes, aveva accompagnato Oscar al ricovero. 

Si era assicurata che nessuno sentisse la canzone. Le cantava piano nell’orecchio cosicché solo lei potesse sentire. 

Il canto aveva portato conforto a Oscar nei momenti in cui la febbre era più forte e il suo corpo si agitava sproporzionatamente.

Le aveva messo degli amuleti attorno al letto. Niente di vistoso, piccole collane fatte con conchiglie prese sulla spiaggia e dei fiori secchi arrangiati in modo particolare vicino alla finestra. 

 

   
 
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