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Autore: peralis    29/09/2023    3 recensioni
Cosa sarebbe successo se Oscar e Andrè non fossero crescenti assieme e si fossero incontrati dopo anni?
Questa storia è nata da un idea che ho avuto ed una cosa che mi sono chiesta…loro due erano sempre destinati l’una per l’altro anche a distanza di anni?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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“ bevi…ecco! Prendi un lungo respiro. Riesci a sedere su?” 

André le aveva preso le mani nelle sue…le stringeva forte, guardandola dritta negli occhi. Si accertò che non avesse febbre e poi senza pensarci la abbracciò, sfiorandole la tempia e le guance con dei baci.

Non era sicuro se si poteva permettere di sperare che la malattia se ne fosse andata…Ma si vedeva che era sveglia, i suoi occhi non erano gonfi e rossi e le sue guance erano rosee come di consueto. 

Respirava normalmente, senza fretta. Lei gli mise le mani fra i capelli e lo strinse di più a se.

 

“ Mi sei mancato” disse con un filo di voce, cercando le labbra di lui.

Sciolsero l’abbraccio per poi unire le loro fronti. Si sfiorarono a vicenda il viso e le labbra.

André catturò quelle di lei in un bacio dolce e delicato.

“ Ringrazio Dio che sei tornata da me”

“ Oscar, devi sapere quello che è successo mentre eri senza conoscenza. 

Tuo padre era riuscito a scappare e mi ha seguito ad Arraz. 

Sul cammino è caduto da cavallo e io l’ho trovato svenuto mentre mi incamminavo verso casa.

L’ho portato qui, ma fino a questa notte non si era svegliato.

Ora sembra che non riesca a parlare o a muovere le gambe.”

 

“ Mio padre si è ferito?…Non parla o muove le gambe? 

Devo vederlo André, aiutami a scendere dal letto.”

 

“ Oscar fai piano…se devo ti porto io in braccio da tuo padre”

“ Non dire stupidaggini, dammi la tua mano che mi alzo”

 

I suoi piedi nudi si poggiarono cauti sul pavimento freddo. Lei si poggiò sulle spalle di André che ne seguiva ogni mossa. Le ci volle qualche secondo per riuscire a stare in piedi dritta. Cercò di fare un passo; poi un altro.

 Prese la mano di André nella sua e si diressero piano verso la fine del corridoio.

Trovarono la porta della camera aperta e Agnes seduta sulla poltroncina davanti al letto.

André era stupito di vederla…entrò nella stanza e si mise di fianco al letto con Oscar che si avvicinò al padre che a questo punto aveva nuovamente perso i sensi.

“ Oscar, era sveglio poco fa…io e lo zio lo abbiamo visitato subito…

Agnes…” si girò verso la vecchia donna che lo guardava con occhi stranamente spenti.

Sembravano completamente neri…il pallido color blu che di solito li colorava non si vedeva più.”

“ Agnes…cosa è successo in questa stanza?…Agnes, rispondete”

Oscar si girò verso la vecchia che a quel punto mosse il viso verso di lei e le sorrise.

“ due vite sono state salvate…tutto qui. Il mio lavoro qui è terminato André. Oscar deve continuare con le tisane fino a quando saranno esaurite. 

Per quanto riguarda il generale vostro padre Oscar, il suo totale recupero dipende solo da lui stesso. Sa quello che deve fare… 

…Oscar i tuoi sogni ti hanno guarita…usali per salvare un altra vita.”

 

Dette quelle strane parole ambigue, si alzò in piedi. Fece un paio di passi e Si fermò sulla porta…

“ se avrete bisogno di me vi verrò io a cercare…Non farti angoscia ragazzo. Non c’era altro modo”

 

André la seguì fino alla porta di entrata e la guardò incamminarsi alla luce della luna piena che tramontava.

Le sue parlare erano inquietanti…che significa …“non c’era altro modo”…

Corse su per le scale per ritornare da Oscar.

Il padre era sveglio. Teneva le mani della figlia poggiate alla sua guancia mentre 

lacrime gli uscivano dagli occhi.

“ André…non riesce a parlare…si è svegliato e appena mi ha visto si è messo a piangere.”

 

“ Generale…fate un cenno con la testa se mi capite e sentite? 

Il generale fece cenno con la testa che lo sentiva e capiva.

André gli chiese se si ricordava come si era ferito e della scorsa notte.

Da quello che si poteva capire, si ricordava tutto, anche di Agnes. 

Sembrava molto turbato ogni volta che la si menzionava. 

Le lacrime sul suo viso ricominciarono a cadere appena Andrè gli disse che Oscar aveva superato il momento più difficile della malattia e da quello che poteva vedere era sulla via della guarigione.

 

Il mattino era alle porte e come al solito Nanny era la prima sveglia ed in cucina a preparare per la colazione. 

Si diresse al piano superiore ed in camera di Oscar.

Aprì la porta e vide il cane che dormiva sul letto ma non c’era traccia di Oscar o Andrè.

Arrivò davanti alla camera del Generale e li vide.

L’emozione la prese di sprovvista e per pochi secondi perse conoscenza.

Aprì gli occhi trovandosi il viso sorridente di Oscar che le teneva una mano sulla guancia.

 

“Nanny…ti sei emozionata troppo. Ti aiuto a sedere sulla sedia”

 

“ Il Generale è sveglio, la mia bambina è viva il mio ragazzo è tornato. Sono così felice…felice”

Disse prima di nascondere il viso fra le mani e piangere.

“ Nonna il generale è sveglio ma per ora non parla e non muove le gambe…ma lo guariremo.”

Disse André cercando di sembrare certo delle sue parole.

Ma lo sapeva che non c’era niente che potesse fare. 

Le parole di Agnes gli ritornarono in mente

…Il generale sapeva quello che doveva fare…

Avrebbe aspettato che la nonna lasciasse la stanza prima di continuare con le sue domande.

 

“ André, mi accompagni di sotto, voglio sedere davanti al fuoco.” 

Disse Oscar sentendosi stanca. Erano ormai settimane che non scendeva al piano principale. Le scale erano difficili. Le sue gambe erano ancora deboli. Si fermò dopo pochi scalini.

André capì subito che non era in grado di continuare…La prese in braccio e la portò nel salotto. La fece stendere sul divano che era di fianco al camino e la coprì con una coperta.

“ Ti porto qualcosa di caldo…” disse soffermatosi un attimo.

Gli occhi azzurri di lei erano luminosi e sereni. Si avvicinò piano al suo viso e le baciò le labbra.

“ Sei più bella che mai”

Lei gli prese il viso con le mani e poggiò la fronte su quella di lui.

“ Stai con me, siedi qui vicino a me e lascia che ti tenga la mano…E come se io sia stata lontana da anni. Nei miei sogni c’eri sempre tu ma mai vicino abbastanza da riuscire a toccarti. Sentivo la tua lontananza…la tua mancanza mi rendeva debole. 

Non voglio più lasciarti, anche solo per sognare…amore mio”

“ sarò sempre al tuo fianco…io e quel ruffianò del mio cane”

In quel momento entrò nella stanza Pelu che si andò a sdraiare ai piedi del divano di fianco ad Andrè 

Oscar sorrise e gli carezzò il muso. 

André aveva poggiato la testa vicino a quella di Oscar e lei gli teneva la mano.

La nonna fece il suo ingresso portando un vassoio con il the e dei biscotti. 

Vide André ed Oscar addormentati mano in mano.

Posò il vassoio sul tavolo, fece cenno al cane di seguirla e li lasciò soli.

Portò Pelu in cucina e gli diede degli avanzi della cena da mangiare.

Si era affezionata a quella bestia che non abbandonava mai Oscar.

 

Le ore passarono quiete quella mattina. Nanny correva su e giù per le scale accertandosi che il generale sia accudito in tutto e per tutto.

Jarjayes aveva chiesto…in modo rudimentale, penna e calamaio.

Scrisse un paio di righe di una lettera puoi poggiò la testa su un lato e rimase così a guardare fuori dalla finestra ad un vecchio albero. I rami erano cresciuti a tal punto che quando c’era vento graffiavano il vetro.

Guardava quei rami ondulare e il rumore di graffi non tardò. Ma non c’era vento.

Il sole era alto, il mare calmo, faceva solo freddo.

I rami cominciarono a graffiare i vetri più violentemente ed ad un tratto tutto tacque.

L’uomo si rifiutava di chiudere gli occhi. Aveva degli incubi…scuri, tristi…sogni che lo riportavano alla gioventù e che finivano inesorabilmente con lui che cadeva in un baratro senza fine. Si svegliava sudato con il cuore il gola, così agitato da non riuscire a calmarsi. Ma neanche quando era sveglio poteva scappare agli incubi.

Le parole della vecchia rimbombavano nelle sue orecchie…” Ti sveglierai quando aprirai il tuo cuore fatto di ghiaccio…il tuo passato sarà il mio testimone e tu riconcilierai i tuoi errori. Il sangue nelle tue vene scorrerà solo quanto ti avrà perdonato. 

 

Il generale aveva certamente una lunga lista di persone a cui aveva fatto torto. Ma nel suo passato, quando era giovane aveva assisto ad un crimine e non aveva interferito.

Quando Jarjayes aveva iniziato la sua carriera militare era una semplice guardia per il Re Luigi XV.

Era stato mandato in perlustrazione  nelle campagne al di fuori di Arraz.

Il Re sarebbe passato da quelle parti di ritorno da una visita a LeHavre.

Un pomeriggio di primavera mentre perlustrava le strade attorno alle fattorie vide una donna ed una ragazza che camminavano verso di lui. Camminavano di fretta guardandosi costantemente le spalle. La strada era piena di pozzanghere e fango per via della recente pioggia.

Le due donne gli passarono di fianco senza salutarlo. Dietro di loro un gruppo di cittadini correva per raggiungerle. Erano furiosi e tiravano sassi e pezzi di legno verso di loro.

Una delle donne inciampò e si ferì alla gamba.

La piccola folla le raggiunse velocemente.

 

“ Maledette streghe…al rogo…al rogo”

Urlavano i cittadini.

Jarjayes era giovane ed inesperto. Erano ormai secoli che la persecuzione delle streghe era terminata e per il decreto del re i tribunali non esistevano più che accusavano donne di stregoneria.

Lui rimase fermo, in groppa al suo cavallo mentre la folla si face più violenta.

La donna più giovane era riuscita e divincolarsi e scappare ma la folla aveva catturato l’altra e l’aveva legata e trascinata in città.

Jarjayes li segui senza intervenire.

La donna fu messa in groppa ad un cavallo ed un cappio le fu messo attorno al collo. La folla era in furore. Più e più cittadini arrivarono per vedere la strega impiccata.

Il tutto era muto ed incolore attorno a loro.

Il cavallo si mise al galoppo, la donna cadde rimanendo impiccata a penzolare da un albero. 

I cittadini lasciarono il corpo penzolare per un giorno intero prima che la donna fosse messa a riposo. 

Non si sa molto di quello che sia accaduto all’altra ragazza…o forse la conosciamo…forse era tutto previsto. 

 

Le immagini del volto di quella donna erano riapparse nell’ sua memoria. La donna lo aveva guardato dritto nei suoi occhi chiari mentre la portavano via di forza.

 

Non aveva mai detto a nessuno di quella storia…qualcosa in lui sapeva che non aveva fatto la cosa giusta. 

 

In quel momento al piano di sotto, mentre Oscar e André si godevano un po calore davanti al fuoco, uno dei servitori arrivò correndo ad avvisare Nanny che uno strano gruppo di uomini si avvicinava alla villa.

 

Bussarono violentemente alla porta…Nanny corse ad aprire ed André la raggiunse subito.

 

“ Siamo venuti per la vecchia Agnes…sappiamo che lei è qui. Lasciateci entrare.”

Disse un uomo completamente coperto da un lungo mantello nero che gli copriva parte del viso.

“ Signore…mi dispiace ma la vecchia donna se ne andata ieri notte…perché la cercate?”

Chiese André restando sull’uscita della porta senza lasciare che gli uomini entrino.

“ La vecchia è stata accusata di stregoneria e deve essere portata in tribunale.”

 

“ Stregoneria…ma che sciocchezze…Agnes era mia ospite e lo sarà di nuovo se si presenterà qui.

 Stregoneria? Siete pazzi a credere in quelle favole. Andatevene via e non ritornare.”

 

Disse Oscar chiudendo pesantemente la porta.

Prese la mano di André e lo trascinò nel salotto via dalle orecchie della nonna.

 

“ Dobbiamo trovarla è in pericolo”

“ parli di Agnes? Si è in pericolo ma cosa possiamo fare noi e come mai sei così preoccupata per lei?”

“ Non importa il perché…la uccideranno, non ci sarà un processo…dobbiamo aiutarla”

 

 

 

 

 

   
 
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